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Autore: LadyPalma    06/09/2019    2 recensioni
SPOILER 8X03
E se nella scena finale, Davos avesse raccolto la collana di Melisandre e per qualche ragione il contatto dell'oggetto con il suo corpo (e solo il suo) fosse in grado di mantenerla in vita? Se il destino della Donna Rossa fosse nelle mani del Cavaliere delle Cipolle, lui deciderebbe di ucciderla o di darle un'altra possibilità? Potrà lui mai essere in grado di perdonarla?
Un tentativo di creare una storia d'amore tra due personaggi che si sono sempre odiati, forse solo perché non si sono mai capiti.
Melisandre/Davos
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Davos Seaworth, Melisandre di Asshai
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Red Onion - Davos/Melisandre'
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14.

La cerimonia fu perfino più semplice di quella delle nozze dei coniugi Baratheon. I presenti erano ridotti al minimo indispensabile: re Jon, in quanto garante di quell'unione, e come testimoni Gendry e Arya, la quale teneva in braccio la piccola Shireen. Gli sposi giurarono davanti all'albero diga e utilizzarono il rituale più diffuso del Continente Occidentale, in modo da rendere quel vincolo inviolabile sia davanti ai vecchi che ai nuovi dei. Le loro mani furono legate insieme, la formula tipica di invocazione ai Sette fu pronunciata da entrambi e, per concludere, lui posò sul vestito immancabilmente rosso di lei il mantello con lo stemma di casa Seaworth, legando le estremità con un emblematico fermaglio a forma di cipolla di colore rosso. Non ci fu nessun festeggiamento e, nel giro di quindici minuti, i due sposi si dileguarono soli verso le stanze che erano state assegnate a lui e che per i pochi giorni che ancora avrebbero trascorso a Grande Inverno sarebbero state di entrambi.
"Non credi a una singola parola di quello che hai detto, non è così?" disse Melisandre, rompendo all'improvviso pacifico silenzio.
Si era fermata davanti alla porta chiusa e, appoggiandovisi contro, si era voltata a guardarlo. 
"Cosa intendi dire?"
Di fronte all'espressione confusa di Davos, lei accennò un sorriso. 
"Fabbro, Padre, Guerriero, Madre, Vergine, Vecchia, Straniero" recitò in tono quasi divertito. "Tu non credi in questi dei".
"Beh, tu le statue di questi stessi dei le hai bruciate, direi che neanche tu ci credi" ribattè lui con una punta di ironia.
"Già. Ma la differenza è che tu non credi in nessun dio, tu non credi in nulla".
Era una constatazione non un'accusa, eppure Davos sentì in sè il desiderio di rassicurarla.
"No, non ci credo, è vero. Però credevo davvero nelle parole che ho detto dopo... Sai... Io sono suo e lei è mia, da oggi fino alla fine dei miei giorni" disse, e la seconda parte di quella formula suonava dalle sue labbra tutto tranne che divertita.
La sua espressione era vagamente imbarazzata e vi era un leggero tremito nella voce nel pronunciare quelle parole dal significato così profondo. Melisandre ne era colpita e anche compiaciuta, anche se tentò di non darlo a vedere.
"Bene, allora, mio caro cavaliere, non avrai problemi a fare un nuovo giuramento davanti a un altro Dio" gli disse, sorridendo ora apertamente e aprendo finalmente la porta. 
Nella stanza c'erano dei dettagli in più che Davos proprio non ricordava; evidentemente prima della cerimonia ufficiale, Melisandre aveva fatto dei preparativi per un'altra celebrazione più intima e più sentita, che a giudicare dagli elementi presenti sarebbe dovuta essere nel nome del Signore della Luce. 
Un telo rosso era stesso sul pavimento proprio davanti al letto e tutto attorno vi erano disposte delle candele spente. Senza dire nulla, la donna scavalcò le candele e si sedette sul telo; poi, protese una mano verso di lui, facendogli cenno di sedersi al suo fianco. Quando furono entrambi seduti, il sorriso sparì dal volto di Melisandre in favore di un'espressione completamente solenne. Con precisione e lentezza, accese una candela e ad una ad una anche tutte le altre proprio mediante quel fuoco di partenza, fino a che i due si ritrovarono ben presto al centro di un cerchio infuocato. 
"Non credevo ci fosse un rito di matrimonio anche secondo la tua religione" sussurrò Davos, cercando di farsi un'idea dello scenario che stava prendendo vita, di fronte al quale non poteva negare di sentirsi un po' intimorito. 
"C'è un rito matrimoniale per ogni religione, Davos. Tutto quello che occorre per celebrato è un sacerdote, o una sacerdotessa nel mio caso..."
Lui alzò le sopracciglia, ora incuriosito da quel risvolto inaspettato. "Quindi tu hai celebrato dei matrimoni?" 
Melisandre annuì ma non aggiunse altro. Aveva vissuto trecento anni e tanto le era capitato in quella lunga vita; ci sarebbe stata occasione per raccontare alcune parti degne di nota e mai il tempo per raccontarle tutte. Adesso però non era il momento per condividere storie: si trattava del momento più solenne e sacro che la sacerdotessa stava vivendo, l'unico in cui era allo stesso tempo semplice fedele e ministra del culto, donna e maga. Pose al centro la candela iniziale e poi prese entrambe le mani di Davos nelle sue, tenendo quella doppia stretta sospesa sopra la piccola fiamma. Mormorò delle parole in valiriano antico, una preghiera breve ma ripetuta almeno cinque volte, al termine della quale lei soffiò su ogni candela, lasciando accesa solo quella al centro.
"Adesso siamo ufficialmente sposati!" annunciò lei, sciogliendo il legame tra le loro mani. 
"Molto bene, Lady Seaworth" disse lui, enfatizzando sul nuovo titolo con un leggero divertimento. "Allora, cos'è che hai detto durante il rituale?" chiese poi, mostrando nuovamente la sua curiosità. 
Melisandre sorrise a quella domanda, anche se mantenne lo sguardo fisso sul fuoco dell'unica candela accesa mentre recitava quella stessa preghiera nella lingua comune. 
"Non andartene docile in quella buona notte. Infuriati, infuriati contro il morire della luce
"Sono delle belle parole" commentò lui, sembrando sinceramente colpito. "Anche se, non ho ben capito perché sono legate a un matrimonio".
"È un po' come una promessa di mantenersi insieme nella luce e di tenere lontana l'oscurità. Secondo la leggenda, era la preghiera di un uomo alla sua sposa di resistere alle tentazioni del buio... Lui lottò per lei e fece anche di più: la spinse a lottare per sé stessa".
Mentre spiegava, Melisandre aveva tenuto ancora lo sguardo abbassato, anche se non più sulla fiamma, ma sul rubino che lui portava costantemente al braccio. Per lei, era sempre stato quello il simbolo della luce e non era forse un caso che quell'oggetto ora ce lo aveva lui. Finalmente, alzò gli occhi per incontrare quelli di lui e con dolcezza gli posò una mano sulla guancia. 
"In un certo senso è esattamente quello che tu hai fatto per me, lo sai? Potevi lasciarmi morire e ne avresti avuto tutto il diritto, ora lo capisco. E invece non lo hai fatto... Quella mattina tu non mi hai lasciato andare docile nelle tenebre". 
Davos non riuscì a rispondere per lungo tempo, e stavolta non perché non avesse compreso, ma al contrario perché aveva compreso fin troppo. Sentiva dentro di sè ancora una volta quel desiderio di tenerezza e di protezione verso di lei, un sentimento strano soprattutto perché ormai non sembrava strano affatto. Tuttavia, il vedere quella dolcezza da parte di lei non mancava mai di stupirlo; gli aveva fatto capire tra le righe di non avere mai amato nessuno nella sua lunga vita eppure era lì a confessargli il suo amore, seppur non nel modo convenzionale. 
Alla fine, lui afferrò la mano di lei ferma sulla sua guancia e se la portò alle labbra, senza smettere di guardarla negli occhi. 
"Io non ho intenzione di lasciarti andare mai... questo lo sai, Mel?" 
Lei annuì senza esitazione e lui scostò con attenzione la candela tra di loro per prenderla tra le braccia. 
Era ancora la donna che lo aveva ferito e che aveva giurato di uccidere, ma allo stesso anche quella che era scoppiata a piangere davanti a lui e che gli aveva dato una bambina. 
Si erano fatti del male e di fronte a quel male tutto ciò che lui poteva fare era stringerla e continuare a infuriare contro il morire della luce.





NDA: Con un ritardo clamoroso posto finalmente questo aggiornamento! Ammetto di aver riscritto il capitolo perchè non ne ero convinta e non lo sono neppure adesso (il completo fluff non fa tanto per questi due, vero? ahah). Avevo però l'intenzione di mostrare uno spaccato del matrimonio, soprattutto in una versione secondo il rito del Signore della Luce che naturalmente ho inventato di sana pianta. Inserire la poesia di Dylan Thomas come preghiera valyriana ha un po' l'obiettivo di chiudere il cerchio della storia, riconducendo il coronamento del loro amore al titolo. Ormai mancano solo due capitoli... Il prossimo sarà una "carrellata di momenti" che ha l'obiettivo di mostrare un po' il percorso dei Seaworth nel corso degli anni. Spero che la storia vi continui a piacere, a presto!;)
   
 
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