[omegaverse]
(...)La camicia diventata rossa, troppo grande per un corpo così minuto, lasciava scoperte le gambe sporche di sangue, i polsi erano arrossati e il suo corpo era pieno di ematomi e morsi. Il collare che portava al collo adesso sembrava stretto come non mai, il suo sguardo era perso nel vuoto mentre il fumo della sigaretta copriva l'odore dell’uomo morto accanto a sé. Le labbra screpolate si piegarono in un sorriso senza emozione, ormai troppo abituato a non provare più niente se non odio e ribrezzo verso quel mondo. Eppure quella visione gli suscitò un senso di impotenza di fronte a quella che era la morte. Iniziò ad intonare una vecchia canzone che spesso gli cantava sua madre prima di andare a dormire, aveva bisogno di conforto e questo era l’unico modo che conosceva per calmare, quanto meno, i battiti accelerati del suo cuore. (...)