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Autore: AlyaVRose    29/07/2009    4 recensioni
Un'incursione nel capitolo 23 di Eclipse, e poi la storia riprende dal capitolo 26. Cosa sarebbe successo se Bella fosse stata un pochino più sicura dei suoi sentimenti?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo
Epilogo
Erano passati mesi da quell’incontro con i Volturi, e io oramai andavo in giro che sembravo un pianeta, tanto ero grossa. A volte mi sentivo una balena che si era spiaggiata giù a First Beach. Ovviamente, inutile dire che più si avvicinava la data del parto più i nonni davano fuori di testa, soprattutto da quando avevamo saputo dalle ecografie che era una bambina. Io e Jake avevamo già trovato il nome: Sarah, come sua madre. Era un omaggio dovuto, alla donna che aveva messo al mondo quell’essere divino che mi sarebbe rimasto accanto per la vita.
Mi svegliai con una strana sensazione quella mattina, e quando mi misi a sedere sul letto capii in un istante. Si erano rotte le acque. Mi girai per svegliare Jake al mio fianco, ma non lo trovai e mi allarmai. Quando sentii lo scroscio dell’acqua della doccia mi rilassai. Mi alzai e andai a bussare alla porta del bagno. Uscì, solo l’asciugamano in vita. Gesù, anche in quel frangente mi mancò il fiato. Era una visione: l’asciugamano che copriva il minimo indispensabile, i capelli gocciolanti che arrivavano più giù delle spalle, le goccioline d’acqua che scorrevano sul corpo bruno… maledizione, non era il momento!
«Jake… abbiamo un problema». Ero paonazza. Possibile che dopo tutto quel tempo mi vergognassi di mio marito?!
«Che succ… ops. Vestiti. Io chiamo Charlie. Bells?» Mi trattenne per un braccio.
«Mm?»
«Sei uno splendore».
«Va’ all’inferno, Jake!».
«Dico sul serio, amore. Sei la cosa più bella che abbia mai visto». E mi poggiò dolcemente le mani sul pancione enorme. La bimba scalciò, quasi avesse riconosciuto suo padre.
«Ma se sembro un pianeta!» Mise fine alle mie proteste con un bacio.
«No. Sembri una donna bellissima che sta per avere un bambino. E a questo proposito… vado a chiamare Charlie. Che passi a prendere anche Billy». La corsa fino in ospedale fu velocissima, dato che ci scortava un’auto della polizia… ma quando arrivammo, la piccola peste ancora stava comodamente rannicchiata nella mia pancia, e non aveva la minima intenzione di venir fuori. Nonostante non fosse di sua competenza, Carlisle non mi mollò un solo istante durante tutto il travaglio; probabilmente voleva assicurarsi che tutto andasse bene e dovetti confessare a me stessa che mi sentivo sicura sapendo che ci sarebbe stato anche lui. Aveva conoscenze che la metà degli altri medici si sognavano. E infatti fu lui a risolvere la questione. Tutti avevano deciso che dovevo avere un parto naturale, ma la mia piccolina era troppo grande e Carlisle era d’accordo con me che non sarebbe mai passata. Amen. Avremmo fatto il cesareo. Del resto, non c’era niente di strano.
Quando me la misero in braccio per la prima volta, il giorno dopo l’intervento (eh, già… dormii tutta la notte!) non potevo credere ai miei occhi: quell’esserino così piccolo, così perfetto… era mia! Jake la prese in braccio, poi mi guardò con gli occhi roventi che fino a quel momento aveva dispensato solo a me.
«Amore… se non sapessi di averlo già avuto… ti direi che ho avuto l’imprinting con mia figlia!» Scoppiò a ridere, divertito.
«Jake…» Lo stavo prendendo sul serio. Non avevo mai creduto completamente alla storia dell’imprinting e avevo paura che mi lasciasse un giorno.
«Bells… eddai, stavo scherzando! Ma è così bella… così piccola…»
«Gesù Jake… in braccio a te sembrerei piccola anche io!»
«Ma tu sei piccola, amore… sei una nanerottola. Ma la mia nanerottola preferita». Rise. Di nuovo. Com’era bello con quel batuffolo in braccio! Sarah aveva ripreso la carnagione del padre, e gli occhi della famiglia Swan. Così quando la guardavi negli occhi ti immergevi in un mare di cioccolato.
Dopo qualche giorno uscii dall’ospedale e tornammo a casa. I primi giorni chiesi di poter riposare un po’ e di limitare le visite alla piccola ai parenti stretti – non sarei riuscita a tenere lontani Billy e Charlie neanche se gli avessi sparato – ma il branco avrebbe dovuto aspettare. Ma non riuscii a tenerli lontani molto a lungo. Dopo due settimane dal parto mi trovai la casa piena di ragazzoni alti quasi due metri che facevano a gara per accaparrarsi le attenzioni della piccola. Ma noi avevamo scoperto subito una cosa particolare di quell’esserino; non amava essere tenuta in braccio dagli “estranei”. Finché si trattava dei genitori o dei nonni andava tutto bene; quando qualcun altro si azzardava a prenderla tra le braccia, la piccola cominciava a ululare peggio della sirena della polizia. Ottenendo l’effetto che lei desiderava: farsi mettere giù. Per cui, in quel momento, rimanemmo tutti esterrefatti.
Seth si avvicinò, come tutti, a me per guardare Sarah da vicino. Un sorriso beato gli si dipinse sul bel viso bruno, e io diedi immediatamente di gomito a Jacob. Capimmo entrambi. Imprinting. Adesso sarebbero arrivati i guai… col caratterino della piccola peste, ne avremmo viste delle belle. Sarah aprì gli occhi in quel momento, guardò dritta verso Seth… e gli tese la manina. Voleva essere presa in braccio. Jacob era troppo stupito per reagire, quindi spettò a me.
«Prendila, Seth. Vuole essere presa in braccio, lo vedi?»
«Ma… Bells… sei sicura?»
«Non lo ha mai fatto con nessuno, tranne me e suo padre. Vorrà pur dire qualcosa… o no?» E gli misi tra le braccia la bambina, che lo guardò negli occhi per un lungo istante, attimo in cui tutti trattenemmo il fiato per paura che cominciasse a piangere. Quindi successe il miracolo. Sarah sorrise. Sorrise a Seth, allungando la manina paffuta sul suo viso.
«E bravo Seth» bofonchiò Paul assestandogli una sonora pacca sulla spalla «Hai visto che anche tu hai trovato la fidanzata? Certo, dovrai aspettare qualche annetto… sempre che papà non ti sgozzi prima…» E scoppiarono tutti a ridere, ben conoscendo la gelosia di Jake.
«Non credo che lo farà, Seth. Lei è tua. Tu sei suo. Per sempre». E deposi un bacio lieve sulla fronte di mia figlia, mentre Jacob posava la mano enorme sulla spalla di Seth.
  
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