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Autore: BeautyLovegood    22/09/2019    2 recensioni
L'acqua può essere un elemento significativo per un demone e un angelo di seimila anni, sin da quando Aziraphale ha usato una delle sue ali come ombrello per impedire a Crowley di bagnarsi...
Genere: Drammatico, Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Crowley aveva lasciato Londra da quattro ore e non si era ancora fermato.

Quando finalmente inchiodò, spense Long way con un colpo secco sullo stereo e guardò il parabrezza. I tergicristalli erano ancora attivi, anche se erano inutili, la pioggia era troppo forte.

Crowley non poteva controllare il meteo e aveva bisogno di muoversi un po’ con le sue gambe, perciò si convinse ad uscire dalla Bentley e si lasciò bagnare dalla pioggia fitta.

Si era fermato in una zona isolata e immersa nel verde. Non era mai passato da quelle parti, non era tipo da scampagnate in mezzo alla natura, esclusi i parchi di Londra.

Camminò con lo sguardo perso nel vuoto. Riusciva a sentire ogni singola goccia che cadeva sul suo volto e sfiorava quelle che potevano sembrare lacrime.

- Crowley?!

Il demone sussultò dallo spavento. Aziraphale era a pochi metri di distanza da lui e con l’ombrello ancora aperto.

- Che fai, angelo?! Mi stai pedinando?!

- A quanto pare, è l’unico modo per scoprire che cosa ti prende!- disse l’angelo avvicinandosi a Crowley. Lui voleva allontanarsi, ma Aziraphale schioccò le dita per bloccare i piedi del suo amico.

- Lasciami in pace, Aziraphale! Devi stare lontano da me!- disse Crowley continuando a schioccare le dita per liberarsi, ma era inutile.

- Perché, Crowley? Perché devo stare lontano da te? Che cosa ti ho fatto?- disse Aziraphale dopo aver riparato Crowley con il suo ombrello e avergli tolto gli occhiali per poterlo guardare negli occhi.

- Perché… potrei ucciderti!

Rimasero entrambi sconvolti da quelle parole.

- Che cosa intendi dire, Crowley? Non capisco…

Di norma, si sarebbe dovuto spaventare per una simile minaccia. E invece, era preoccupato per il suo amico, come se si fosse ammalato. Rimasero a guardarsi in silenzio, poi Crowley buttò lo sguardo sulla mano di Aziraphale che teneva il manico dell’ombrello e affondò il volto nel suo collo. L’angelo riusciva a sentire i suoi singhiozzi.

- Sssh, va tutto bene, caro… torniamo a casa, così parliamo con calma…

Dato che Aziraphale non sapeva guidare, appena entrò nella Bentley con Crowley, schioccò le dita per ritrovarsi in un battibaleno sotto l’appartamento del demone.

L’angelo lo condusse fino alla porta tenendo un braccio intorno alle sue spalle, poi gli prese le chiavi di casa dalla tasca interna della giacca e aprì la porta, fino a condurlo in cucina. Lo fece sedere, fece apparire una coperta che gli mise intorno alle spalle e preparò del tè caldo, che dovette far apparire perché non ce n’era neanche una bustina nella cucina del suo amico.

Crowley non fece e non disse niente neanche mentre beveva la calda bevanda. Quando la sua tazza fu vuota, Aziraphale lo convinse con lo sguardo a parlare.

- È… è iniziato tutto… la notte dopo che avevamo festeggiato la fine dell’Apocalisse e il nostro “licenziamento”… ogni volta che mi addormentavo… ero sotto la pioggia e camminavo da solo… non riuscivo a vedere quello che c’era davanti a me, fino a quando vidi una luce… che poi diventò… le tue ali… ma tu non c’eri…

- Come facevi a sapere che erano le mie ali?- chiese Aziraphale curioso e colpito.

- Perché le tue sono le uniche ali bianche che abbia mai visto.- disse Crowley con orgoglio. La sua mano sfiorava quella dell’angelo.

- Comunque… mi strofinai gli occhi più che potevo per vedere bene quello che c’era davanti a me… e poi vidi te… mi sorridevi e volevi prendermi le mani… io provai a raggiungerti…

Spaventato da quello che stava per dire, Crowley lasciò andare la mano di Aziraphale, ma lui lo bloccò per dargli la forza di continuare a raccontare il suo sogno, o sarebbe meglio dire incubo.

- Ma non potevo vedere le mie mani, perché… mi ero trasformato in serpente… senza che lo volessi… vidi che eri terrorizzato dal mio aspetto, ma dicevi che volevi aiutarmi… non avresti dovuto farlo… perché ti saltai addosso per ucciderti… fino a quando rimasi solo in mezzo alla pioggia e… al tuo sangue!

Crowley si alzò, lasciando cadere la coperta a terra, e si chiuse a chiave in bagno.

Pur disapprovando il gesto un po’ infantile, Aziraphale si avvicinò alla porta del bagno e bussò piano.

- Crowley… se credi che adesso abbia paura di te, ti sbagli! Era solo un sogno!

- Ma è un mese intero che lo faccio! E tu ed io non siamo veri umani, siamo un angelo e un demone! E siamo nemici!- protestò Crowley guardandosi allo specchio del bagno. Il suo fascino era un po’ sciupato e i suoi occhi erano gonfi.

- Sappi che così mi offendi! Da quando ti preoccupi di queste cose? Non eri sempre tu quello a dire che siamo amici anche se siamo l’uno l’opposto dell’altro? Non eravamo dalla stessa parte?

- È ovvio che la penso ancora così, Aziraphale, ma il pensiero che possa farti del male senza potermi controllare…

Crowley diede un pugno allo specchio, procurandosi una grossa ferita sulla mano.

Aziraphale, spaventato dal rumore dello specchio rotto, schioccò le dita per aprire la porta. Guardò Crowley inginocchiarsi a terra stringendo i denti per il dolore.

Lo aiutò a rialzarsi e gli curò la mano baciandola dolcemente.

- Ti conosco da troppo tempo per essere sicuro che non mi faresti mai del male, sia nella realtà che nei sogni. Io non vado da nessuna parte.- gli disse guardandolo negli occhi. Poi notò i pezzetti della porta della doccia a terra e schioccò le dita per farli tornare al loro posto.

- Dovresti fare una doccia calda, caro…

- La faresti con me?

Crowley si coprì il volto, imbarazzato. Le parole gli erano uscite dalla bocca senza il suo permesso.

Ma quando Aziraphale gli prese le mani, il rosso demone notò che non era arrabbiato. Al contrario, ero emozionato per la sua proposta allettante.

- Volentieri…











Se volete sapere i dettagli della doccia... andate al prossimo capitolo!

  
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