Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Federico    29/07/2009    3 recensioni
Da sempre gli uomini credono di vedere creature che non dovrebbero esistere o dovrebbero essere estinte da tempo...Ma se dietro le leggende ci fosse qualcosa di vero? In quest Au ambientata ai giorni d'oggi in ogni capitolo un personaggio si metterà sulle tracce di una "leggenda" per sfatarla o confermarla.Leggete e fatemi sapere se vi piace, ciao!
Genere: Azione, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Sulle tracce dei mostri'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Spazio autore

Malandrino ninja: Poveraccio, tutta colpa della CIA ( che si dice sia davvero venuta in possesso di un Chupacabra, ma forse è una balla). Ad ogni modo il wendigo era reale, perché in “Il terrore dei boschi solitari” domina la magia, in “Nel regno delle leggende” la razionalità.

Insomma, una è come “Supernatural” e l’altra è come “Scooby Doo”.

La prossima creatura è un fossile vivente, anche se dubito che tu la conosca…

 

Siamo arrivati alla fine della storia.

Colgo l’occasione per ringraziare vivamente Malandrino ninja e Dubhe93, che hanno messo la storia fra i preferiti, Targul, che l’ha  messa fra le fic seguite, Malandrino ninja e Shakuma92 che hanno recensito e tutti coloro che hanno letto.

Vorrei che i lettori rispondessero tramite recensioni a questo sondaggio: qual è stata la creatura che vi ha spaventato di più? Quale quella che vi sembra più realistica?

Non so se la mia prossima storia sarà su “Naruto” o su “One Piece”, ma in ogni caso sapete dove trovarla. Ciao a tutti!

 

Shikamaru e Temari- La valle delle nebbie

 

Isola del Sud,Nuova Zelanda, marzo 2009

Shikamaru si guardò intorno nervosamente.

Perché non arrivava?

Accantonò momentaneamente la domanda e tornò a osservare il prato fiorito e rigoglioso da cui partiva il sentiero di montagna.

Il solo pensiero della scarpinata che avrebbe dovuto intraprendere lo fece rabbrividire e, sudando freddo, si tolse lo zaino e lo posò a terra per godersi gli ultimi momenti di pausa.

Stava per accendersi una sigaretta, ma si controllò.

Era determinato a smettere.

Seduto, lasciava che il vento tiepido dell’autunno australe gli accarezzasse la fronte e i dritti capelli legati, guardando le nuvole che scorrevano nel cielo come bianchi cavalli.

“Shikamaru! Alzati brutto poltrone!” strillò qualcuno direttamente nel suo orecchio facendolo sobbalzare per la paura.

“Temari sei tu! Oh, sei proprio una seccatura! Cosa ci costa aspettare.” mugolò il moro.

“Cosa ci costa?” chiese inviperita la ragazza, che studiava con lui all’università. “Ti sei scordato che proprio a te interessava? Adesso in marcia!”.

Il giovane indossò di nuovo lo zaino e prese a marciare sulla strada ghiaiosa, seguito dalla compagna per nulla intimorita dagli otto chilometri di cammino che avrebbero dovuto percorrere.

Tale tragitto gli avrebbe condotti da quel piccolo paese arroccato sopra una gola sassosa fin nel cuore della selvaggia West Coast, la parte più incontaminata e remota dell’isola più meridionale della Nuova Zelanda, sita nel lembo sudoccidentale del paese.

Si trattava di una zona la cui natura era rimasta sostanzialmente intatta dagli scempi degli uomini, ed era talmente bella da essere spesso usata come scenario di film: foreste di pini, montagne verdi, fiordi a picco sul mare blu e vulcani innevati, il tutto incastonato in un paesaggio dominato spietatamente da pioggia, vento e nebbia.

La popolazione umana era scarsissima: pochi bianchi e indigeni maori, oltre a campeggiatori, escursionisti e alpinisti che venivano a sfidare quell’ambiente primordiale.

Shikamaru e Temari camminavano, avvolti in giacche a vento, dato che il clima era piuttosto rigido: presto lasciarono le irte strade in salita a favore di sentieri che si inoltravano nella foresta.

Il loro compito era preparare la tesi di laurea in biologia, e per raggiungere tale traguardo dovevano presentare ai professori dell’università le loro ricerche sulla fauna di quell’angolo di mondo che non aveva uguali: era composta soprattutto da uccelli, alcuni assai strani, al punto da aver perso l’attitudine al volo, e in passato ne esistevano anche altre, estintesi per la caccia da parte dell’uomo.

Shikamaru era rimasto notevolmente indietro, sebbene non mostrasse esteriormente segni di stanchezza, e si avvicinò di soppiatto a Temari sussurrandole: “E se trovassimo un moa?”.

“Ma va là! Risparmia il fiato!” lo ammonì duramente la bionda.

In realtà quello era il sogno segreto di entrambi: cosa ci sarebbe stato di meglio che tornare trionfanti con un autentico fossile vivente in carne e ossa?

I moa erano una razza antichissima di uccelli incapaci di volare, simili a struzzi ma molto più grandi e pesanti, che percorreva boschi e altopiani delle isole neozelandesi; erano pacifici ed erbivori e il loro unico nemico era l’aquila di Haast, un rapace gigantesco, ma dopo lo scoperta dell’arcipelago da parte dei maori erano stati cacciati per la carne.

Gli scienziati ritenevano che fossero spariti definitivamente dalla faccia della terra nel 1500, ma altri indizi davano a pensare che fossero riusciti a sopravvivere nascosti fino al XVIII o addirittura XIX secolo, cioè quando il paese era già stato colonizzato dagli inglesi: senza contare poi di quanti asserivano di aver fotografato o visto qualcosa di insolito nelle intricate foreste meridionali dove

i due giovani stavano camminando ora.

Entrambi avevano spesso avuto modo di incontrare i moa sui libri di studio, e sembrava loro impossibile oltre che triste che un animale tanto maestoso non fosse più al mondo.

I ragazzi si presero una breve pausa, sedendosi accanto a fitti cespugli sopra cui torreggiavano alberi dagli alti fusti e di varie specie; l’erba era alta, le chiome dei pini ostacolavano al luce immergendo la radura in una profonda penombra e non era poi così improbabile che un animale di grossa taglia sfuggisse alla vista.

Shikamaru fissò di soppiatto la compagna che si aggiustava l’acconciatura bionda composta da quattro codini: il suo carattere era così insopportabile, ma le sue forme così mozzafiato…

D’altronde pareva destino che gli uomini della sua famiglia sposassero donne forti e volitive.

“Vuoi che porti il tuo zaino? In fondo dovrei essere galante con le signore!” esclamò lui, ma la giovane lo scrutò e scoppiò a ridere: “Come se ne avessi bisogno! Forza andiamo!”.

In quell’attimo si percepì un leggero fruscio e dai cespugli fece capolino un uccello: era coperto di piume brune e aveva un lungo becco, e si guardava intorno sospettoso.

“Un kiwi! E come potrebbe mancare il nostro animale simbolo nella nostra tesi di laurea?” disse sarcastico Shikamaru, avvicinandosi molto lentamente.

Nonostante ciò l’animale avvertì il pericolo e corse via come una furia, starnazzando.

“Ehi, torna qui! Siamo tuoi amici!” urlò Shikamaru cercando di controllarsi e partendo come un razzo all’inseguimento, con Temari alle calcagna che gli urlava di calmarsi.

Difatti il moro inciampò per sbaglio in una radice e rotolando su un pendio cadde con la faccia nell’erba, e Temari si apprestava a dargli una lezione, ma prima di ciò si guardò intorno e realizzò che erano finiti in una profonda valle dai fianchi boscosi cinti da alti picchi.

Nell’atmosfera umida aleggiava una leggera ma persistente nebbiolina, adatta alle apparizioni di spettri, come quello che fece capolino nel sottobosco fra i tronchi così stretti da impedire la visuale: sembrava una sorta di struzzo alto fra tre e quattro metri, coperto da un piumaggio marrone, dotato di un robusto becco e di lunghe zampe che terminavano con dita munite di artigli affilatissimi, e a quanto pare, completamente sprovvisto di ali.

La sorpresa dei due crebbe a dismisura quando altre creature simili spuntarono da dietro rocce e cespugli, avvicinandosi a grandi passi e schiamazzando eccitati: i giovani erano capitati in una vallata i cui unici abitanti erano i mitici moa.

“Non posso crederci…Dopo tutti questi secoli sono ancora qui” mormorò Temari stupefatta.

“Probabilmente non hanno mai incontrato l’uomo. Adesso provo a vedere se mi temono” spiegò Shikamaru, quindi si girò e si avvicinò di soppiatto a uno degli uccelli.

Questo piegò il lungo collo, puntandolo con un occhio attento, poi aprì il becco gorgogliando e strofinò la testa piumosa sulla manica del giovane,

“Sembra che tu gli piaccia” commentò la bionda appressandosi a un altro animale e carezzandogli dolcemente i fianchi.

Tutt’intorno vi erano anche i pulcini, che correvano in tutte le direzioni lanciando grida acute, e nei nidi i due quasi biologi videro le uova più grandi che avessero mai visto.

Ma il pericolo doveva prima o poi apparire anche in quella landa incorrotta.

Dal bosco sgusciò fuori un uomo vestito con una giacca di pelle e un cappello a tesa larga che imbracciava un fucile da caccia: un bracconiere senza dubbio.

Egli si inginocchiò dietro una roccia e prese la mira: al primo colpo ferì un enorme maschio, che tuttavia ebbe ancora al forza di avventarsi su di lui, prima che un’altra pallottola gli sottraesse la vita facendolo stramazzare nell’erba tintasi di sangue.

“Bastardo!” gridò Shikamaru agitando i pugni, ma fu preceduto da un moa che balzò in avanti con un urlo selvaggio: al cacciatore si gelò il sangue e rimase impotente a guardare mentre gli artigli della bestia lo squarciavano come un pupazzo.

“Ha voluto sfidare la natura. Ma anche loro hanno pagato un pesante tributo”sentenziò freddamente il ragazzo indicando entrambi i cadaveri a terra.

Temari annuì e aggiunse: “C’è un solo modo per proteggere questo posto: lasciarlo segreto”.

Poco dopo i due erano di nuovo in cima alla valle, e fissavano il paesaggio sottostante tenendosi teneramente per mano, lasciando dietro di sé nebbie e segreti.

D’altronde, era giusto che i moa vivessero ancora nei secoli dei secoli.

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Federico