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Autore: Rox008    01/10/2019    2 recensioni
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Dal prologo: Tutti almeno una volta nella vita hanno sentito nominare Merlin e Arthur, il servo ed il suo re, legati indissolubilmente dal destino.
Ma cosa accadde dopo la battaglia di Camlan, nessuno può dirlo con certezza.
Narra la leggenda che quando il re morì, Merlin impazzì e perse il controllo della sua stessa magia, causando una serie di fenomeni catastrofici che si fermò solo quando il suo mentore, Gaius, lo trovò in mezzo alla foresta sfinito e senza più una goccia di magia nelle vene.
Da questo punto, ci sono tre rami di pensiero (...)
Voi che state leggendo potete credere a ciò che volete, non è granché importante, ma voglio raccontarvi una storia che sentii da un giovane.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gaius, Merlino, Morgana, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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Tutti almeno una volta nella vita hanno sentito parlare di Merlin e Arthur, il servo ed il suo grande re, legati indissolubilmente dal destino.
Ma cosa accadde dopo la battaglia di Camlann, nessuno può dirlo con certezza.
Narra la leggenda che quando il re morì, Merlin impazzì e perse il controllo della sua stessa magia, causando una serie di fenomeni catastrofici che si fermò solo quando il suo mentore, Gaius, lo trovò in mezzo alla foresta sfinito e senza più una goccia di magia nelle vene.
Da questo punto, ci sono tre rami di pensiero: il primo sostiene che Merlin abbia aspettato per anni il ritorno di re Arthur finché, ormai vecchio e pazzo, fu tramutato in acqua per diventare parte di quel lago che custodiva il corpo del suo re, e rinascere solo quando anche il suo re sarebbe tornato; il secondo sostiene che il mago sia diventato immortale e che ancora oggi sia in giro per il mondo alla ricerca di Arthur; il terzo sostiene invece che a causa del forte trauma subito alla morte del suo re, abbia perso ogni ricordo della sua vita a Camelot e della sua stessa magia.
Voi che state leggendo potete credere a ciò che volete, non è granché importante, ma voglio raccontarvi una storia che sentii da un giovane.

Era una sera anonima, decisi di entrare in un bar anonimo, bevendo un drink anonimo.
Stavo facendomi gli affari miei quando entrò una figura incappucciata, trascinando i piedi come fossero di piombo, e si afflosciò sullo sgabello accanto a me.
Aveva poi chiesto alla barista il drink più forte che aveva, salvo poi tossire come un dannato al primo sorso.
<< Ragazzo, se non sei abituato a bere non dovresti prenderti un Margarita come fosse acqua fresca>> gli dissi, poi richiamai la barista << Julie, per favore porta al mio amico uno Spritz; la Margarita la prendo io. Metti entrambi i drink sul mio conto. >>
Aspettai che il ragazzo bevesse il suo drink, prima di cercare di iniziare una conversazione con lui.
Gli parlai di calcio, ma lui sembrò poco interessato; provai con il cinema, ma non funzionò neanche quello; quando provai con i libri, iniziò ad elencarmi titoli su titoli di libri che io reputai decisamente pallosi, per cui dovetti fermarlo e arrivare dritto al sodo.
<< Cosa ti è accaduto da portarti in questo bar a chiedere un superalcolico quando è chiaro che tu sia astemio? >>
Mi guardò con gli occhi spalancati, come un cervo davanti ai fari di una macchina, prima di abbassare lo sguardo sulle sue mani intrecciate sul bancone.
<< Non capirebbe neanche volendo...> mormorò.
<< Dammi del tu e mettimi alla prova. Ma prima scusa la mia maleducazione, non mi sono presentato: il mio nome è Boris, il tuo?>>
<< Il mio nome? Beh, io ho sempre pensato di chiamarmi Merlin, ma adesso non lo so più con certezza. Forse, non ho mai saputo davvero chi fossi, fino a poco tempo fa. Ed il mio racconto inizia proprio da qui. Probabilmente dopo mi prenderai per pazzo, ma tu prima di decidere se è tutto vero o se è solo frutto della mia immaginazione, ascolta fino in fondo. >>
E da lì, il giovane davanti a me iniziò a raccontarmi una storia assurda.

Il giorno in cui venne alla luce, sua madre pensò di aver partorito un angelo: gli occhi azzurro cielo, i capelli biondi come il grano, Arthur era davvero un meraviglioso bambino.
Ma la donna dovette separarsene presto, data la sua fin troppo giovane età, l'assenza del padre del bambino e la contrarietà della famiglia.
Il piccolo Arthur quindi crebbe in orfanotrofio, circondato da altri bambini orfani, finché all'età di 12 anni non fu adottato da una famiglia benestante dal nome molto noto in città: i Pendragon.

<< Aspetta un po'!!>> lo interruppi << Non saranno mica quei Pendragon?>>
<< Sì, proprio loro... I proprietari della Camelot Company, ovvero... >> iniziò a spiegarmi lui, ma lo anticipai.
<< La più grande banca del Regno Unito con sedi praticamente ovunque!! >>
<< Interrompimi di nuovo e non ti dico più niente!>> sbottò il ragazzo.
<< Ok ok, scusa! Continua pure...>>
<< Dunque... >> continuò lui.

Uther e Ygraine Pendragon avevano già una figlia, Morgana, con cui Arthur strinse un solido rapporto d'amicizia che li rese indivisibili come se fossero davvero fratello e sorella.
Con la decisione di diventare modello uno e scrittrice l'altra, i due furono costretti a vedersi meno frequentemente di quanto realmente desiderassero, ma il loro rapporto restò comunque molto....

<< Ragazzo taglia corto, perché non credo che tu sia una donna né tantomeno Arthur! Quindi, arriva al punto e dimmi cosa c'entrano questi due fratelli con te!>>
Mi guardò male, quasi volesse incenerirmi con lo sguardo, per cui borbottai delle scuse e lo lasciai continuare.

Arthur a causa del suo lavoro viaggiava molto, ma non appena possibile tornava a Londra, la sua città natale.
Fu così che un giorno, mentre girava per la capitale, si ritrovò vicino ad una biblioteca.
Vicino all'entrata vide un ragazzo poggiato su una moto, una meravigliosa Yamaha FZ6 Fazer blu elettrico, 600 cc di cilindrata ed una potenza di....

<< Ragazzo ti stai perdendo di casa. E comunque ho capito che stai descrivendo la tua moto, quindi vai dritto al punto >>
<< Sì scusa, dicevo... >>

Vide un ragazzo dall'aria misteriosa poggiato su una meravigliosa moto. Indossava una giacca nera di pelle, dei jeans stretti, e fumava con un'eleganza che Arthur non aveva mai visto. Eppure non fu questo ad attirarlo, né la meravigliosa moto.
Ma gli occhi azzurri del ragazzo, a tratti nascosti dai capelli neri spettinati dal vento, gli zigomi pronunciati, il collo esile coperto da un foulard blu e... le sue ben proporzionate orecchie.
Anche se spesso qualcuno le aveva erroneamente definite "enormi".

<< Effettivamente hai delle orecchie grandi... Al contrario della tua modestia!>> gli dissi, ma lui sembrò non sentirmi.

Il biondo cercò quindi una scusa per avvicinarsi.
<< Ehi amico, hai da accendere??>>
Il ragazzo lo guardò con un sopracciglio alzato ed un mezzo ghigno.
<< Ehm... Ci conosciamo?>>
<< Non credo, comunque io sono Arthur...>>
<< Ma mi hai chiamato "amico". >>
Arthur si imbarazzò e si diede mentalmente dell'imbecille, finché il moro non gli si avvicinò porgendogli un pacchetto di sigarette e l'accendino.
<< Io sono Merlin, e per stavolta ti offro una delle mie preziose sigarette. Ma la prossima volta vai al tabacchino all'angolo e te le compri lì>>
<< Oh... Non avevo notato il tabacchino...>>
Merlin lo guardò perplesso prima di scoppiare a ridere.
<< Che testa di fagiolo!>> gli disse tra le risate.
<< Come mi hai chiamato??>>
<< Testa di fagiolo!>>
<< Ma non significa niente!>>
<< Lo so, ma guardandoti mi è venuto naturale pensarlo!>>
Arthur si unì alle sue risate, per poi accendersi la sigaretta.
<< Bella moto.>>
<< Grazie, anche se non è mia purtroppo, o almeno non ancora. È di mio zio Gaius, a fine mese me la darà in cambio di un aiuto nella sua libreria>> disse lui indicando la biblioteca alle loro spalle. << Anche se lo dice da anni ormai.... >>
<< Mi piacciono le biblioteche, sono... Tranquille!>> esordì Arthur.
Merlin lo osservò con il sopracciglio nuovamente alzato, tanto che Arthur pensò che il suo fosse un tic.
<< Ci stai provando con me? >> gli chiese schietto.
<< Cosa?! Assolutamente no!>> rispose avvampando
<< Per me non è un problema, per carità, ma non credere che bastino due paroline per farmi cadere ai tuoi piedi! >>
<< No, no, hai davvero frainteso!! Io volevo solo... fare conversazione, tutto qui! >> si difese prontamente il biondo, avvampando d'imbarazzo.
<< Merlin, vieni qui! >> chiamò un uomo dalla porta della libreria.
<< Mi spiace ma io devo rientrare... A meno che non ti serva un libro, la nostra chiacchierata finisce qui. Arrivederci!>> disse il moro andando verso l'uomo.
<< Arrivederci... >>
Entrambi, durante il poco tempo passato assieme, sentirono qualcosa dentro sé cambiare ed una strana sensazione di pace mai provata prima, e al momento di salutarsi capirono che si sarebbero rivisti prima o poi.

<< E fu così che tu conoscesti Arthur Pendragon, fratello di Morgana Pendragon, entrambi figli di Uther Pendragon >> gli dissi calcando bene sui cognomi e guadagnandomi l'ennesima occhiataccia << Molto interessante davvero, ma... Che c'entra questo con la tua disperazione? >>
<< Ehi! Io non sono disperato! Sono solo...>> ribatté lui, cercando una parola per descrivere la sua condizione, per poi arrendersi e sospirare.
<< Sei decisamente abbattuto, come un albero a cui hanno appena dato un colpo ben assestato di ascia!>>
<< Ok hai ragione... In ogni caso, da quell'incontro la mia vita è cambiata, e se ora sono.... in queste condizioni è dipeso in parte da questo. >> disse lui abbassando i suoi occhi azzurri tristi sul bicchiere ormai vuoto che aveva tra le mani.
<< Bevi un altro bel bicchiere di Spritz, così continuerai a raccontarmi la tua storia con più facilità!>> gli dissi prima di richiamare la barista.

   
 
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