Film > Captain America
Ricorda la storia  |      
Autore: RobyR    01/10/2019    4 recensioni
Sette momenti in cui il cuore di Bucky si è spezzato.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Questa storia non fa parte di nessun contest, avevo solo voglia di scriverla e rinnovare il dolore di endgame. È Angst, io ve lo dico, a palate.
Scusate eventuali errori, è stata davvero difficile da scrivere e ringrazio la mia mamma che mi ha fatto da beta senza la quale adesso stareste leggendo una montagna di verbi a caso! Ancora un grazie a Bloody Wolf che ha fatto questa grafica difficile ma bellissima!


 


 

Spezzato


 


 

Credevo che il cuore si potesse spezzare una sola volta e che una volta spezzato nulla avrebbe potuto spezzarlo ancora, ma non è così.
La prima volta in cui mi si spezzò il cuore è stato quando eravamo in guerra e sei venuto a salvarmi. Ero felice che fossi lì, anche se eri così diverso e lo devo ammettere, bello. Anche se per me lo sei sempre stato. Mi avevi salvato, ci avevi salvati tutti. Eravamo arrivati all'accampamento sani e salvi e io ero così orgoglioso di te, oh così orgoglioso dell'eroe che eri diventato. Poi è arrivata quella donna a dirti che eri in ritardo. Una sciocchezza, ma io, lo sai, sono sempre stato bravo a capire le donne e anche in questo caso non mi sono smentito.
Le piacevi e si vedeva e a te piaceva lei e in quel momento sentii distintamente il crack del mio cuore che si spezzava. Non credevo avrei mai visto questo giorno e forse, se l'avessi saputo prima, avrei preferito morire in qualche trincea invece di fare il possibile per sopravvivere e tornare da te. Pensavo che, se fossi ritornato a casa con una medaglia e ti avessi ritrovato lì, il mio piccolo, intrepido e coraggioso Steve che mi aspettava a casa, avrei trovato il coraggio di dirti che ti ho sempre amato. E pensavo che, forse, povero illuso, anche tu mi avresti amato.
Invece stavo morendo e tu eri venuto a salvarmi e non eri più il mio piccolo Steve e non lo saresti stato più e ora quella donna aveva posato i suoi occhi su di te e il mio cuore esplodeva come una supernova in mille schegge che facevano male.
Ora tutti potevano vedere ciò che prima vedevo solo io. E faceva male.
La seconda volta in cui mi si spezzò il cuore fu poche sere dopo, al bar.
Io affogavo il mio dolore nell'alcol pensando che non sarei mai potuto stare peggio di come mi sentivo in quel momento, di nuovo, un povero illuso. Cercavo di parlare con te come facevo prima ma non ci riuscivo. Vedevo il mio Steve nei tuoi occhi e non riuscivo a pensare ad altro che al fatto che avrei potuto seguirti pure in capo al mondo se questo mi avesse permesso di stare al tuo fianco per sempre.
Poi lei è entrata nella sala, con il suo vestito rosso e avete iniziato a flirtare davanti ai miei occhi e in quel momento, il mio cuore, che pure non credevo potesse spezzarsi ancora, fece persino più male di prima.
Invisibile. Ero diventato invisibile.
Avrei voluto esserlo veramente solo per poter piangere indisturbato in quel preciso istante e urlare fuori tutto il mio dolore.
La terza volta in cui mi si spezzò il cuore, è stata quando si è spezzata anche la mia mente.
L'Hydra mi aveva già catturato e mi aveva sostituito il braccio sinistro con la protesi meccanica. Mi torturavano da quelli che mi sembravano mesi, ma che probabilmente erano solo giorni. Io resistevo, finché non li sentii dire, piano, a bassa voce per non farsi sentire da me, che Captain America era morto schiantandosi con un aereo da qualche parte per salvare il mondo.
Quello che restava del mio cuore e della mia mente andò in frantumi. Non aveva più senso vivere, resistere, sperare, se tu non eri più a questo a mondo. Non aveva senso esistere se la luce della tua anima non splendeva più su questa arida terra.
E fu così che mi spezzai.
Non per le torture, non per l'elettroshock, ma per il dolore. Per amore.
La quarta volta in cui mi si spezzò il cuore, non sapevo neanche di averlo un cuore.
Stavo compiendo la mia missione, stavo cercando di ucciderti e ad un certo punto mi volò via la maschera e tu vedesti il mio viso. Pronunciasti il mio nome e qualcosa dentro di me fece un male straziante ma io sono abituato al dolore e anche se dentro muoio, fuori rimango impassibile.
"Chi diavolo è Bucky?" Ti chiesi.
Credo di aver visto attraverso i tuoi occhi il tuo cuore spezzarsi in quel momento.
Ma io lo sapevo, che ti conoscevo. Lo sapevo. E faceva sempre più male, quel cuore che non sapevo di avere, e che si era spezzato ancora una volta.
La quinta volta che mi si spezzò il cuore è stata sull'Helicarrier. Stavamo combattendo e tu mi parlavi, ma loro mi avevano reso di nuovo sordo e cieco ad ogni tua parola.
Ti avevo bloccato a terra. Avevi perso lo scudo e non volevi più combattere contro di me. Io ti prendevo a pugni mentre tu chiamavi il mio nome.
Poi hai pronunciato quella frase e i ricordi mi hanno invaso come una frana che invade una strada, come una valanga che invade le piste: distruttiva e letale.
"... perché io sarò con te fino alla fine." hai sussurrato.
Fino alla fine. Fino alla fine. Fino alla fine.
Mi si è spezzato il cuore appena ho visto come avevo ridotto il tuo viso. Non capivo chi tu fossi ma non ho provato mai tanto dolore nel aver fatto del male a qualcuno in tutta la mia vita.
Cadesti nel fiume e io ti seguii, ti salvai. Non so perché lo feci e onestamente non ha importanza. Non riuscivo nemmeno a pensare di poterti uccidere, adesso.
La sesta volta in cui mi si spezzò il cuore fu un paio di anni dopo. Mi avevi trovato e insieme stavamo cercando un modo per fermare il piano malvagio dell'ennesimo cattivo di turno che, incazzato col mondo, se la prendeva con noi.
Eravamo in macchina. Avremmo dovuto prendere una macchina con cui saremmo dovuti passare inosservati ma tu hai scelto di prendere un maggiolino e questa è una cosa così da te che mi fa ridere. Il fatto che io lo sappia, poi, mi rende quasi felice. Da quando ti avevo rivisto stavano tornando un sacco di ricordi. I più belli.
Brooklyn, la nostra infanzia insieme, i giochi, i tuoi disegni, i miei libri, tua madre, la spiaggia. Una vita intera che ricominciavo a ricordare un passo alla volta.
Poi tu eri sceso dalla macchina per incontrare una ragazza bionda che doveva ridarci le nostre armi. La baciasti, proprio davanti ai miei occhi.
Il cuore si fece piccolo e fragile nel mio petto, poi si staccò e cadde a terra con un suono sordo.
Come se non fosse stato abbastanza essere costretto a vedere questo (Dio, mai, mai, avrei voluto assistere ad una scena del genere) la mia mente venne invasa dal ricordo del vestito rosso di Peggy Carter e dei tuoi occhi sul suo corpo. Le emozioni di quella sera tornarono sú, tutte in una volta, e adesso ero davvero curioso di sapere se il mio corpo di super soldato potesse ubriacarsi perché avevo una voglia incredibile di bere fino a stordirmi e perdere i sensi. Una parte di me, il soldato d'inverno che c'è in me, aveva già pensato a cinquanta modi in cui poteva uccidere questa ragazza bionda di cui non conosceva neanche il nome, e farlo sembrare un incidente.
Poi mi sentii in colpa e mi dissi che ero solo un povero illuso. Cosa pretendevo? Cosa speravo? Cosa volevo?
Tu non sceglierai mai me, perché sono un uomo.
In quel momento avrei voluto poter essere una donna.
Poi ti voltasti verso di noi, ignaro dell'uragano che si stava scatenando dentro di me. Io e Sam sorridemmo, come avrebbero fatto dei bravi amici.
La settima volta in cui mi si spezzò il cuore, fu anche l'ultima.
Erano passati anni, avevamo sconfitto innumerevoli nemici e combattuto battaglie.
Tu stavi per tornare indietro nel tempo a posare le gemme al loro posto. Mi abbracciasti per un attimo e io avrei voluto poterti tenere tra le mie braccia per sempre, ma questo non sarebbe dovuto essere un addio, anche se a me lo sembrò. Mi salutasti come se non ci dovessimo rivedere mai più, anche se, a quanto hanno detto, non saresti dovuto star via a lungo, solo cinque secondi, per noi.
Ma io lo sapevo, che tu avresti scelto lei.
Io, che sono ancora qui, con te, dopo più di settant’anni di torture, lavaggi del cervello, ibernazioni continue e scongelamenti rapidi, lo so. Io sono qui, con te, in un futuro in cui, se solo tu volessi, potremmo essere felici insieme, potremmo camminare mano nella mano per strada, baciarci e persino sposarci, un sogno, un sogno davvero, di quelli belli che mi tormentano dall'età di sedici anni.
Se solo tu mi amassi come ti ho amato io per tutta la mia vita, ora potremmo essere felici.
Ma non mi illudo più, io lo so, l'ho sempre saputo, che tu non avresti scelto mai me.
Salisti sulla piattaforma e sparisti.
E io avevo già freddo dove le tue braccia mi avevano stretto.
Cinque.
Quattro.
Tre.
Due.
Uno.
A pezzi, sono a pezzi da quando non tornasti indietro e io lo sapevo, cazzo, lo sapevo, che era un addio. Sono a pezzi da quando mi sono voltato e ti ho rivisto lì, su quella panchina, già vecchio. Ho sorriso, come ho sempre fatto, come un buon amico dovrebbe fare.
Ma appena sono rimasto solo, questa volta, la mia maschera è crollata e si è sbriciolata come quello che restava del mio cuore che, adesso, si è trasformato in cenere.
Tu sei morto oggi, davvero e definitivamente, dopo aver vissuto una lunga e bella vita che hai scelto di vivere senza di me.
Ma non c'è più niente, nel mio petto, che possa spezzarsi ormai.
Perché io sono morto quella mattina tra le tue braccia, mentre ti dicevo addio.

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Captain America / Vai alla pagina dell'autore: RobyR