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Autore: BABO955    03/10/2019    0 recensioni
"Shinigami. Ninja. Pirati. Maghi. Heartless. Nessuno. Persone, individui, creature provenienti da mondi diversi ma ciascuna attratta da una singola cosa. Dimmi, Ichigo, cosa lega tutta queste razze? Cosa li spinge a vivere insieme, in armonia, ma al tempo stesso, combattere costantemente gli uni contro gli altri?".
"Uno scopo? Un'obiettivo da raggiungere? Un sogno da realizzare?" rispose il ragazzo, digrignando i denti e stingendo ancor più saldamente la presa intorno all'elsa di Zangetsu.
La risata che uscì dalla bocca dell'individuo incappucciato che aveva davanti, lo riscosse.
"No Ichigo, è il cuore! Pulsante di emozioni e sentimenti!".
Lo Shinigami abbassò lo sguardò. Ci mise qualche secondo prima di rialzarlo ed osservare, dritto negli occhi, il suo avversario.
"Proprio tu parli di emozioni e sentimenti? Bene allora, farò in modo che il tuo cuore smetta di battere. Solo allora capirai cosa significa provare sentimenti quali dolore e rabbia!".
Ed eccomi qui, con la mia prima storia da scrittore novello!
Spero che sia di vostro gradimento, i dettagli saranno spiegati maggiormente nel prologo.
Perciò non mi resta che augurarvi buona lettura!
(PS: se avete critiche o consigli utili, commentate pure)
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Kurosaki Ichigo, Urahara Kisuke, Yoruichi Shihoin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 1: IL MONSTER TRIO!
 


"Aaaaahhhhhh che bella sensazione! Un sole perfetto per abbronzarsi ma un venticello fresco che contrasta il caldo!"
"Hai proprio ragione, Nami. Oggi si sta davvero bene".
Le due componenti femminili della ciurma di Cappello di paglia, la navigatrice Nami e la bella archeologa Nico Robin, si stavano godendo i raggi del sole mattutino, distese sul piccolo "prato" artificiale del ponte della Sunny. Entrambe indossavano degli occhiali da sole. Tuttavia, il loro costume che lasciava scoperto quasi tutto il corpo, ad eccezione di quello di Robin che portava anche un pareo di colore viola intorno alla vita, attirò le attenzione del biondo cuoco di bordo, Sanji, che con una piroetta si portò davanti ai due lettini ove cui erano coricate le due ragazze. Reggeva un vassoio, sul quale vi erano due enormi bicchieroni dello stesso colore dei capelli della navigatrice.
"Mie bellissime dee, lasciate che il vostro umile Mr. Prince vi offra delle bevande dissentanti per refrigerare il vostro stupendo corpo" esclamò, socchiudendo gli occhi.
"Ah ci volevano proprio. Grazie Sanji. Ricordati di riportare sulla mia agenda quanti mandarini hai usato." rispose Nami, mentre prendeva il suo bicchiere, imitata dalla sua amica.
Nami, infatti, aveva piantato sul ponte della Thousand Sunny, un'intera piantagione di mandarini, il frutto che amava mangiare da piccola insieme a sua sorella ed a sua madre. Ogni volta che qualcuno voleva prenderne uno, doveva necessariamente chiedere a lei. Ad eccezione di Sanji che, in quanto cuoco, ne aveva pieno accesso.
"E' veramente ottima e rinfrescante. Molto gentile, Sanji" fu invece la risposta di Robin, con un sorriso sincero, mentre sorseggiava il succo di mandarino.
Sanji scoppiò dalla felicità e sprizzò cuoricini ovunque.
"La vostra gentilezza infiamma il mio cuore, tesori miei. Se avete bisogno che vi spalmi la crema solare, non dovete far altro che chiedermelo!".
"Grazie ma no" fu la laconica risposta di Nami, mentre riponeva a terra il bicchierone e tornava a pancia all'aria, a prendere il sole, mentre Robin se la rise di gusto.
Il cuore di Sanji sembrò spezzarsi, tanto che cadde sulle ginocchia, versando fiumi di lacrime.

"Si da il caso che io stia facendo un pisolino. E il tuo fastidioso lamentarsi mi stia infastidendo. Potresti levarti di torno e tornare ai fornelli, stupido cuoco?". La voce di Zoro, lo spadaccino dai capelli verdi e la cicatrice che gli attraversava l'occhio sinistro, raggiunse Sanji che in men che non si dica fu a muso a muso con il compagno. Lo spadaccino era stravaccato all'ombra dell'albero maestro, a pochi metri dalla lettiga di Nico Robin.
"Sai solamente dormire e bere. Come può un buzzurro come te apprezzare tali bellezze immacolate? Torna pure a russare come un elefante invece che rovinare l'atmosfera con la tua voce dal ippopotamo".
"Come hai detto, sopracciglio a ricciolo? Vuoi che ti infili quel vassoio dove non batte il sole?" rispose lo spadaccino, aggrottando le sopracciglia.
"A chi hai dato del sopracciglio a ricciolo, testa d'alga?".
"Prova a ripeterlo, pervertito a ricciolo".
"Apprezzare l'immensa bellezza di Nami-San e Robin-Chan non significa essere pervertiti ma sapere riconoscere la qualità di due donne affascinanti. Ma cosa ne vuoi sapere tu. Le donne scappano non appena vedono quella faccia da scimmia poco sveglia".
"Cuoco da strapazzo, non ti rendi conto che le donne scappano non appena vedono i tuoi modi di fare da pervertito, soprattutto. Insieme a quello scheletro, siete due pervertiti di prima categoria".
"Non paragonarmi a quel mucchio d'ossa, testa d'alga!".
A quella parole, il povero musicista della ciurma, si intromise nella discussione. "Dovete sapere che quando avevo la vostra età, le giovani donzelle faceva la fila per mostrarmi le loro mutandine…!" non riuscì a terminare la frase che venne bruscamente interrotto dai due litiganti di cui sopra. "NON CI CREDE NESSUNO, BROOK!".
Sconsolato, Brook andò verso la prua della nave, dove Usopp, il nasone cecchino e Rufy, il capitano della ciurma, erano intenti a pescare mentre Chopper, la tenera renna, li osservava, sbavando e cercando di farsi aria con i piccolo zoccoli.
"Voi dite che non fa caldo, ma io mi sto lentamente sciogliendo. Questa pelliccia è una trappola mortale con questa afa…" disse il povero medico.
"Chopper, prova a chiedere a Sanji se ti prepara qualcosa di fresco come ha fatto con Nami e Robin. Per esempio del latte. Sono sicuro che non ti dirà di no" replicò Usopp, mentre cercava di concentrarsi, con la canna da pesca in mano.
A quella parola, sia Brook che Chopper si riscossero e delle stelline presero il posto dei loro occhi (anche se, ovviamente, Brook non aveva degli occhi, essendo uno scheletro ndr). Infatti, entrambi erano amanti del latte. Chopper soprattutto per la sua tenera età mentre per Brook serviva come stimolante per le sue ossa.
"Usooooooooopp allora, quando abboccano?! Sto morendo di fame!" gracchiò Rufy, ad alta voce, facendo spazientire l'amico.
"Rufy, sono cinque minuti che siamo qui, come pensi che possano abboccare nel giro di così poco tempo?!" replicò Usop, ironicamente.
"MA IO STO COMUNQUE MORENDO DI FAME. TUFFATTI E CATTURA QUALCHE PESCIONE!" gli urlò Rufy, nelle orecchie.
"NON MI BUTTO IN UN MARE INFESTATO DA CREATURE SPAVENTOSE E CARNIVORE SOLO PERCHE' TU NON VUOI ASPETTARE CHE I PESCI ABBOCCHINO, RAZZA DI CITRULLO!".
"ALLORA MI BUTTO IO!". Usopp si mise una mano sulla faccia. Rufy era un completo idiota.
"Non puoi, stupido. Ti ricordo che hai mangiato un frutto del mare. Affogheresti…".
Sconsolato, Rufy sbuffò e tirò fuori la lingua. Non ne poteva più di aspettare.
"SANJIIIIIII HO FAME, PREPARAMI QUALCOSA DA MANGIARE!". Schiamazzò di nuovo Rufy.

Ma il cuoco era ancora alle prese con la discussione con Zoro. E non si accorse nemmeno di Brook e Chopper che lo stavano pregando in ginocchio di preparar loro del latte fresco.
"Cuoco da strapazzo, dici? Eppure mi sembra che a te piacciano le pietanze che vi servo ogni giorno a tavola, vero Marimo?" replicò Sanji, sghignazzando e guardandolo di sottecchi.
A quella frase, Zoro digrignò i denti. In effetti era vero. Si poteva dire di tutto su Sanji. Che fosse un pervertito, un dongiovanni, uno scemo, un donnaiolo etc etc. Ma di certo ci sapeva fare in cucina. Perciò passò qualche secondo e Zoro non riuscì a trovare le parole giuste per controbattere.
Fortunatamente, Robin alzò leggermente gli occhiali e con la coda dell'occhio assistette all'intera scena e venne in soccorso dello spadaccino. Forse, però, la donna esagerò leggermente.
"Scusa Sanji. E' da tempo che non prendo del sole così forte ed ho timore che la mia pelle possa risentirne. Saresti così gentile da spalmarmi della crema solare sulla schiena?". A quella parole, il cuoco scoppiò di felicità e dopo aver fatto la linguaccia al suo amico/nemico, volteggiò verso la bella archeologa, prendendo in mano il tubetto di crema, mentre Robin, prima di girarsi di schiena, strizzò l'occhio verso Zoro.
Quest'ultimo, tuttavia, non sembrò del tutto felice del fatto che la discussione fosse finita. O meglio, era entusiasta per essersi tolto dalle scatole la voce noiosa del cuoco. Ma qualcosa lo aveva fatto comunque innervosire. Non riusciva a capire cosa fosse, ma l'espressione che aveva in volto non era del tutto piacevole. Se ne accorse Robin, al cui lieve sorriso si sostituì un'espressione delusa ed amareggiata, mascherata dagli occhiali. Credeva di aver fatto un favore a Zoro, eppure non così non sembrava.
E se ne accorse anche Nami, che gettò uno sguardo interrogativo, prima a Robin e poi allo spadaccino.
Quest'ultimo voltò le spalle alle due ragazze e si arrampicò sull'albero maestro, verso quella che era la stanza circolare sopra a quest'ultimo che fungeva da palestra per Zoro.
"Ma che strana reazione ho avuto? Non è da me. Eppure Robin mi ha appena fatto un enorme favore…" pensò tra se Zoro, sempre più dubbioso.
Quando raggiunse la sommità dell'albero maestro e fu dentro la stanza, venne accolto da un notevole disordine. Vestiti buttati a terra, naturalmente pieni di sudore e numerosi pesi sparsi per la sala, che Zoro usava per allenarsi.
"Dovrò dare una pulita, così almeno riuscirò a distrarmi…". Ed infatti, iniziò ad impilare i diversi attrezzi a ridosso della finestra che dava sul ponte della Sunny. Fu un errore madornale, poiché, con la coda dell'occhio, scorse di nuovo la figura dell'archeologa che aveva appena finito di lasciarsi "toccare" da quel maniaco di un cuoco. Ed ebbe un impercettibile modo di stizza che gli fece digrignare i denti.
"Ma perché ho questa reazione?! Perché vorrei tanto scendere di nuovo a prendere a pugni Sanji?!".
Zoro scosse la testa. "No. Devo stare calmo. Sicuramente è perché ho dormito poco, a causa del casino che fanno. Credo che una bella dormita qua, isolato da tutti, possa aiutarmi".
E non se lo ripetè una seconda volta. Si appoggiò alla panca e si addormentò nel giro di qualche secondo.
 
Mentre Zoro risaliva le scalette che lo avrebbero portato in cima all'albero maestro, Brook lo osservò di soppiatto.
"Yohohoho ma pensa un po’. Anche Zoro ha un cuore, dopotutto…" disse lo scheletro, a bassa voce, con la sua classica risata. Dopotutto, si sa, Brook può anche essere un pervertito di prima categoria, ma nonostante ciò, ha una certa età ed alcune cose riesce ad intuirle ben prima rispetto a tutti gli altri. Ad eccezione di Robin e Franky, che tuttavia potevano benissimo non essere entrati in contatto con "certi argomenti", i restanti membri della ciurma erano solo ragazzini, che seppur avendo acquisito una certa maturità grazie ai loro viaggi, erano ancora molto "ignoranti" sotto certi aspetti.
"Dovrò stare attento, d'ora in poi e cercare di aiutare quello spadaccino al meglio delle mie possibilità". Stavolta, Brook si limitò a pensare tra se e se, certo del suo incredibile istinto.
Anche Nami fu sorpresa della reazione di Zoro e di Robin. Innazitutto, non avrebbe mai immaginato che la sua amica si sarebbe lasciata toccare dalle mani di Sanji. Sapeva che Robin era gentile con tutti, ma da qui al fare quello che ha fatto…
E poi, la reazione dello spadaccino. Sembrava quasi seccato. Ma da cosa?
"Qui gatta ci cova…" furono i pensieri della navigatrice, prima che la voce quasi robotica di Franky riscosse i presenti.
"CIURMAAAAAAAA!!! ISOLA IN VISTA!". Franky, che si trovava a poppa, la zona della nave più sopraelevata rispetto alle altre, cacciò un urlo che probabilmente si sentì anche fino dall'altro capo del mondo.
"C'era davvero bisogno di urlarlo…?" disse Nami, a bassa voce ma leggermente innervosita.
"FINALMENTE SI MANGIAAAAAA!" esclamò Rufy, con la bava alla bocca.
Usopp lo guardò storto e con una gocciolina in testa. "Com'è che isola faccia rima con cibo, per te?".
"Allora gente, ascoltate attentamente. Quest'isola si chiama Dauntless ed è, fortunatamente, disabitata. E' prevalentemente montuosa ma vi è una piccola spiaggia ad est di ques'ultima. Approderemo lì" spiegò la navigatrice, mentre gli altri ascoltavano attentamente "staremo qui solamente uno, massimo due giorni, poi ripartiremo per Wano, anche perché l'abbiamo promesso a Traffy" e proprio mentre pronunciava quel nome, un ragazzo dal cappello bianco e un cappotto leggero di colore nero, sbottonato sul davanti, fece capolino dalla porta che dava alla cucina.
"Un'altra pausa? E' già la terza…" esclamò quest'ultimo, sconsolato. Infatti, Trafalgar Law, capitano dei pirati Heart, era rimasto insieme alla ciurma di cappello di Paglia, che lo avrebbe accompagnato poi dalla sua di ciurma, che si trovava, per l'appunto, nella regine del Wanokuni. Non si era del tutto abituato, ancora, all'euforia che vigeva su quella nave.
La navigatrice lo guardò, anche lei con la stessa sua espressione. "Lo so, ma il Capitano vuole fermarsi per festeggiare la sua nuova taglia…".
"E soprattutto, anche la mia che ha finalmente superato quella di un certo Marimo" si intromise Sanji, con un'espressione soddisfatta sul volto.
"Certo, certo..." continuò Nami spostando lo sguardo verso di lui.
"Ma comunque sia, arriveremo all'isola nel tardo pomeriggio, perciò ora pranziamo, successivamente mentre io e Robin ci prepariamo, voi iniziate ad organizzare lo sbarco".
Poi si rivolse al cuoco. "Sanji, tu prepara la cena per stasera. Dovrà essere sostanziosa anche perche Rufy so già che vorrà mangiare per dieci…". Ed a quelle parole, proprio il Capitano iniziò a sbavare di nuovo, osservando prima Nami e poi Sanji.
"Ma certo, tesoro mio, ai tuoi ordini!" rispose il biondo e con una piroetta si recò in cucina.
"Usopp, vai a chiamare Zoro ed insieme a Traffy e Franky, ci precederete con la Mini-Merry e cercherete il punto giusto per sbarcare. Poi iniziate a trovare della legna ed a preparare il falò per la notte. Portatevi dietro anche i sacchi a pelo, chiaro?".
Law però non era della stessa idea. "Perché dovrei scendere anche io? Non appartengo alla vostra ciurma, non ho intenzione di festeggiare assolutamente nulla…" ma un'occhiataccia della navigatrice gli fece mordere la lingua ed interromper la frase. Fu costretto, a malincuore, a seguire i suoi ordini. Nami faceva questo effetto a tutti.
Poi alzò il braccio. "Bene! ci vediamo sull'isola tra qualche ora!" disse, prima di fare un cenno all'amica "andiamo, Robin". Quest'ultima non se lo fece ripetere due volte e seguì Nami nelle loro stanze, mentre ci fu un fuggi fuggi generale dal ponte, che divenne più silenzioso.
 
 
 

La notte, ormai, incombeva sull'isola. La luna stava prendendo il posto del sole, mentre le stelle iniziavano a puntellare il cielo, plumbeo. L'isola sembrava apparentemente deserta, ma una piccola luce illuminava la spiaggia a nord di quest'ultima. Grazie alla fioca luce delle fiamme di quel falò, si poteva intravedere la sagoma di un vascello, ancorato poco più lontano, dove le acque erano più profonde. Il mare era calmo e la nave sembrava cullarsi dolcemente grazie alle poche onde.
La luce lunare incombente permise ai tre di poter osservare distintamente la bandiera pirata che svettava sulla cima dell'albero maestro.
Tre figure, che sembravano indossare dei cappotti neri, lunghi fino ai piedi, camminavano sul filo dell'acqua, lasciandosi dietro piccole scie di onde che si infrangevano subito dopo. Un'abilità alquanto particolare ed altresì molto utile in quel mondo.
Due di essi erano uomini, o meglio, ragazzi a giudicare dal volto, mentre il terzo profilo, in mezzo ai due, era chiaramente femminile. I suoi capelli, di un viola molto scuro, erano legati a coda di cavallo, che le arrivava fin oltre il collo. Ciò che però colpiva maggiormente del suo volto, erano la pelle scura, quasi bronzea, che bagnata dalle gocce d'acqua, sembrava splendere al chiaro della luna. Mentre gli occhi, di un giallo accesso, risaltavano sul viso.
Il ragazzo alla destra aveva una zazzera arancione, corta fino al collo. Gli occhi erano quasi del medesimo colore dei capelli, solo leggermente più scuri. Legata alla schiena, portava il fodero di una spada estremamente grande. Era il più alto del trio.
L'ultima figura, alla sinistra della donna, presentava quasi lo stesso taglio di capelli del suo compagno, anche se lievemente più lunghi, neri come la pece. Anche il colore dei suoi occhi era particolare, di un rosso molto acceso, simile a sangue vivo. Anche lui portava il fodero di una lama, legato al fianco sinistro. La spada, a differenza di quella del partner, era più corta e più sottile.
Procedevano lentamente ma con piglio deciso, verso la nave ancorata. A mano a mano che si avvicinavano, potevano iniziare ad udire delle flebili voci che provenivano dalla spiaggia, dove si trovava il fuoco. Quando le voci si fecero più intense, la donna si fermò, imitata dai due compagni.
"Allora, Yoruichi, sono loro?", chiese il ragazzo alla sua sinistra. La risposta non tardò ad arrivare, il tempo che la donna ci mise a scrutare la bandiera pirata.
"Assolutamente certa. Kisuke è stato molto chiaro. Un teschio con un cappello di paglia…", ed indicò il vessillo, per poi abbassare lo sguardo verso la polena della nave, "ed un nave dalla forma leonina".
"Beh, più che un leone, a me sembra tanto un girasole…", ripetè il ragazzo, grattandosi la testa. In effetti, non sembrava affatto la criniera di un leone.
"Sia quel che sia, li abbiamo trovati. A questo punto possiamo anche aspettare la mattina per procedere", continuò la donna, socchiudendo leggermente gli occhi, "sono stanca ed ho un sonno bestia, vorrei andare a dormire. Anche perché domani sarà una giornata molto movimentata".
"Non credi che dovremmo prima capire come agire? Dopotutto non sono degli sprovveduti, a sentire Kisuke. Alcuni di loro sono molto forti, non possiamo semplicemente gettarci a testa bassa ed usare la tecnica tua e di quel testone di Ichigo. Ovvero iniziare a far casino, sperando di coglierli di sorpresa", rispose il ragazzo, spostando lo sguardo da lei al suo compagno, che fino ad allora era rimasto in silenzio, ma che quando venne preso in causa, si limitò a sbuffare e gettare un'occhiataccia all'amico.
"Come vorresti agire? Avanti Zane, illustraci il tuo incredibile piano". La donna sbadigliò dopo aver pronunciato quelle parole, mentre i tre ripresero a camminare verso la parte opposta alla spiaggia da cui sentivano provenire le voci.
Il ragazzo dai capelli corvini non se lo fece ripetere due volte e dopo una leggera smorfia, tirò fuori dalla tasca una serie di fogli, ciascuno dei quali rappresentava una persona diversa. Recavano la dicitura "Wanted, Dead or Alive" con annesso il nome di chi vi era rappresentato, oltre che ad una cifra numerica che indicava, ovviamente, la taglia dell'individuo in questione. Ne prese tre, mentre i rimanenti sei li rimise in tasca.
"Questi tre, sono quelli a cui dobbiamo prestare maggior attenzione. Ed incominciamo subito da lui…", e mostrò il poster recante la figura di un buffo ragazzo dai capelli biondi, le sopracciglia a ricciolo e gli occhi a forma di cuore, "Sanji Gamba Nera, con una taglia di 330 milioni di Berry. La seconda più alta della ciurma. Questo tizio sembrerebbe molto pericoloso, soprattutto perché, secondo le nostre informazioni, è molto abile con le gambe ed i suoi calci sono potentissimi. Per questo motivo, ci penserai tu a lui", ed indicò la donna, che fece una smorfia contrariata.
"Perché proprio io?! Il volto di questo individuo mi inquieta, preferirei occuparmi di qualcun altro, se fosse possibile".
"Fattelo andar bene. Io ed Ichigo combattiamo prevalentemente con le spade. Mentre tu sei più da arti marziali con calci e pugni" e dicendo questo, Zane si mise in una strana posa da karate, cercando di imitare la donna. Ma con scarsi risultati, tant'è che quest'ultima lo guardò in cagnesco ed il ragazzo fu costretto a scusarsi immediatamente, prima di sorbirsi una punizione dall'amica.
"Comunque, continuando", e lanciò qualche colpo di tosse, "c'è lo spadaccino della ciurma, tale Roronoa Zoro, con una taglia da 320 milioni di Berry" ed indicò il poster di un ragazzo dai capelli verdi, molto corti, con una bandana nera e degli orecchini d'oro all'orecchio sinistro. Aveva una particolare cicatrice sull'occhio sinistro, che era completamente chiuso.
"Che espressione malvagia…" disse Ichigo, guardando attentamente la foto, "non mi stupisco abbia una taglia così alta. Deve essere sicuramente un osso duro", concluse, accennando un mezzo sorriso.
"Lo è eccome. Prima era conosciuto come "il cacciatore di pirati", anche se poi, stranamente, si è unito a loro. Stai attento Ichigo, questo Zoro usa una strana tecnica, chiamata "la tecnica a tre spade". Inutile dirti di non andarci leggero", rispose Zane, osservando preoccupato il poster dello spadaccino. Da quel che aveva saputo da Kisuke, questo Roronoa Zoro, seppur aveva una taglia inferiore a quella dei compagni, era sicuramente uno dei più pericolosi, proprio per via della sua natura e delle sue abilità.
"Quindi, immagino che penserai al capitano, dico bene Zane?". La voce di Ichigo lo distrasse dal suo pensiero. Zane annuì con un cenno del capo.
"Cappello di Paglia ha una taglia che supera il miliardo di Berry", a quella cifra, Yoruichi abbozzò un mezzo sorriso, mentre Ichigo inarcò il sopracciglio, "non per nulla si tratta del capitano della ciurma". Zane sbuffò lievemente e si rimise in tasca i tre poster.
"Non saprei, dal mio punto di vista, credo che ci basterebbe semplicemente incontrarli e parlargli normalmente. Senza dover per forza metterli alla prova", prima che Zane potesse interrompere Ichigo, questo ultimo lo fermò con un cenno della mano, "dopotutto, come hai detto tu, Zane, stiamo parlando di pirati con delle taglie molto alte. Perché qualcuno di più forte di loro, dovrebbe sconfiggerli e prenderne il posto?".
La domanda di Ichigo era più che lecita, pensò il compagno. In effetti, il piano di mettere alla prova i membri più forti della ciurma di Cappello di paglia era una sua idea. Ma ciò era dovuto al fatto che dovevano rivelare loro informazioni importanti. E dovevano essere certi che fossero davvero loro. Ne andava della salvaguardia del loro intero piano. Non ci mise molto, perciò, a rispondere all'amico.
"Ti ho già spiegato il motivo, Ichigo", ed si incamminò di nuovo verso la spiaggia, non più così lontana, "non abbiamo alternative. So benissimo anche io che quelli sono i pirati di Cappello di Paglia. Posso garantirtelo con una sicurezza del 99%", continuò Zane, mentre il suo sguardo rimaneva fisso sul vascello, "ma con il combattimento di domani, allora sarà garantito al 100%. Sai benissimo che possiamo rischiare".
Ichigo non sembrava del tutto convinto, "partendo dal presupposto che Yoruichi ed io ascoltassimo il tuo piano, ci sono due questioni che ancora non mi convincono", e dicendo ciò, alzò l'indice ed il medio, portandosi di fianco al compagno, "prima cosa, tu hai parlato di quei tre, senza accennare nulla riguardo ai compagni. Come dovremmo comportarci con loro? Se, come affermi tu, quei tre sono così forti, non credo avremmo le possibilità di affrontare anche la ciurma restante," ed abbassò il medio, lasciando alzato solamente l'indice, "secondariamente, anche ammettendo che combattendo contro di loro, otterremo la prova definitiva che siano loro, cosa ti fa pensare che si mettano ad ascoltare delle persone che hanno incontrato cinque minuti prima? E per di più, contro cui hanno combattuto, apparentemente senza motivo", ed abbassò anche l'indice, sospirando.
"Stai sottovalutando la mia intelligenza, Ichigo", rispose Zane, ammiccando un lieve sorriso, "domani mattina, alle prime ore dell'alba, vi spiegherò cosa faremo. Poi procederemo. Sarà molto semplice. Dovrete solamente seguire le mie direttive ed andrà tutto liscio e pulito. Badate bene, però…", e guardò prima Ichigo e successivamente la donna, "lasciate che sia io a parlare. Yoruichi potrà intervenire quando vorrà, ma tu Ichigo, SOPRATTUTTO TU", ed enfatizzò molto le ultime due parole, tanto da attirarsi una smorfia da parte del compagno, "non lasciarti scappare assolutamente nulla. Ci sono alcune cose che non devono sapere su di noi, è chiaro?!". Il volto, ma soprattutto il tono di Zane, non ammettevano repliche. Yoruichi fece le spallucce e sorrise. Non aveva alcun problema a lasciare che fosse Zane a condurre il tutto. Dopotutto, Kisuke riponeva massima fiducia nei due ragazzi ed anche lei si fidava di loro. Si ricordò perfettamente le parole dell'amico, poco prima che il trio attraversasse il Senkaimon, qualche settimana fà…
 
 
"Yoruichi-san, sei sicura di andare?", la domanda di Urahara Kisuke scosse la donna, che osservava Ichigo e Zane salutare i loro amici, poco lontano. Si trovavano al di sotto dell'emporio "Urahara", dove viveva Kisuke, nella città di Karakura, insieme ai due piccoli ragazzini, Jinta ed Ururu, che vi lavoravano come commessi e Tessai, un uomo anziano, ex membro della Soul Society ed ora assistente dello stesso Kisuke.
Era una stanza molto ampia, che sembrava fosse all'aperto, invece che sottoterra. Presentava un cielo nuvoloso, raggi del sole che la illuminavano ed infine qualche roccia che la puntellavano qua e la. Vi era un accenno venticello fresco, che sollevava piccola mulinelli di sabbia e terriccio.
Yoruichi spostò lo sguardo da Ichigo ed i suoi amici ad Urahara
"Cosa c'è, non ti fidi più di me, Kisuke", replicò, ammiccando un sorriso provocante.
Urahara abbassò lievemente il suo capello a strisce bianco/verdi e si appoggiò al suo bastone da passeggio, rispondendo al sorriso di SYoruichi.
"Sai benissimo che non è così. Mi fido ciecamente di te, Yoruichi-San", poi sollevò di nuovo il capo e la osservò, stavolta con un'espressione molto seria e preoccupata, "ma qui non stiamo discutendo di un viaggetto tranquillo nella Soul Society o nell'Hueco Mundo. Parliamo di un mondo completamente estraneo, le cui uniche informazioni che abbiamo sono contenute nel vostro PDA. E a dirla tutta, non sono nemmeno così numerose. Anzi, tutt'altro. E da quel poco che ho potuto constatare, ci sono individui veramente potenti, al pari di un Capitano del Gotei 13. Se non di più", la spiegazione di Urahara, tutta d'un fiato e più che esaustiva, non scosse di un millimetro il sorriso di Yoruichi.
"E con ciò? Non siamo i primi sprovveduti che vedi, Kisuke. Tu mi conosci, sai che posso farmi valere", e sollevò il braccio, stringendo il pugno, " ed infine ci sono Ichigo e Zane con me. Vorrei farti notare che è grazie a loro se esiste ancora la Soul Society. Yhwach e i suoi Quincy sono stati sconfitti proprio da loro due. Mi sembra che abbiano dimostrato ampiamente quanto valgano".
Kisuke assimilò la risposta dell'amica, sospirando e voltandole le spalle, all'improvviso.
"Hai completamente ragione. Perciò vedi di non farti sempre salvare la pellaccia da quei due scapestrati…", mentre diceva ciò, si incamminò verso i suoi dipendenti, con passo lento ma deciso, "proteggi i miei cuccioli, Yoruichi-San…", aggiunse soltanto, alzando il braccio sinistro in segno di saluto.
La donna socchiuse gli occhi e voltò anche lei le spalle all'amico, pronunciando a bassa voce alcune parole, che tuttavia Kisuke riuscì ad udire, "ci puoi giurare, Kisuke". Lo fecero sorridere.
Si, poteva stare tranquillo, sia Yoruichi che quei due erano in buone mani, tutti insieme…
 
 
Ichigo aggrottò la fronte. Sapeva che alle volte poteva essere impulsivo e fin troppo legato all'istinto, invece che alla pura e semplice regola del "pensa 10 secondi prima di agire". Ma si fidava ciecamente di Zane, perciò non fece altro che sollevare il pugno ed indirizzarlo verso il compagno, con sorriso sincero sul volto. Zane non se lo fece ripetere due volte, battè il pugno all'amico e rispose all'espressione di Ichigo.
Il tutto mentre la donna li osservava senza preoccupazione.
"Puoi stare tranquillo, Kisuke. Questi due si proteggeranno a vicenda, senza riserve", pensò tra se e se, mentre faceva un cenno ai due ragazzi, che la seguirono spediti.
Ora dovevano solamente riposare prima dell'alba.
Tuttavia, ad una distanza non troppo elevata da loro, dalla parte opposta a dove si trovavano i membri della ciurma di cappello di paglia, il trio fu distratto da una intensa luce che durò una frazione di secondo.
Ichigo fu il primo a spalancare gli occhi. "Ma quelli…!".
"Non è possibile. Sono già qui…!" intervenne Yoruichi, digrignando i denti e scattando in direzione del punto in cui comparve la luce.
"Aspetta, Yoruichi!". Venne fermata sul nascere dalla voce, fin troppo alta, di Zane.
"Non mi sembra il caso di intervenire" aggiunse, mentre la donna lo guardava dubbiosa. L'espressione di Zane si era fatta, tutto ad un tratto, molto seria.
"Non ti sei accorto, forse, di cosa sta succedendo? Quella luce sta a significare che…!.
"Lo so cosa significa! Lo so benissimo! Proprio per questo ti ho detto di non intervenire".
Ichigo si avvicinò a Zane, stringendo i pugni. "Non possiamo non interferire! Ti rendi conto di quanto siano pericolosi? Non sono dei semplici Heartless!".
"Quindi? Meglio ancora, dico bene?" rispose Zane, ammiccando un sorriso.
Ichigo stava per dirgliene quattro, quando una mano sulla spalla lo quietò.
Yoruichi fissava Zane, dritto negli occhi.
"Tu vuoi che quella ciurma combatta contro di loro, dico bene?"
Gli occhi di Zane erano una risposta sufficiente per la donna, che scosse la testa e sorrise impercettibilmente.
Ichigo, invece, fece passare lo sguardo prima da lei e poi al compagno.
"Siete impazziti?! Non ce la faranno mai!".
"Io dico di sì. Ed in più, non dovremmo seguire il mio piano e potremmo intervenire quanto prima per aiutarli. Senza contare che, in questo modo, non dovremmo nemmeno trovare delle scusanti per spiegare loro la situazione. Direi che cascano a fagiolo, giusto?" spiegò Zane, incrociando le braccia.
"Vuoi mettere a rischio le loro vite solo per metterli alla prova?".
"Ichigo, lo so che è rischioso. Quindi ora ti chiedo: ti fidi di me?".
L'amico, nonostante non fosse d'accordo, non poteva tirarsi indietro ad una tale domanda. Si fidava eccome. Perciò sbuffò ed arruffò i capelli al suo compagno.
"Certo che mi fido, idiota".
Zane sorrise ed estrasse la sua spada.
"Bene! Dividiamoci e prendiamo posizione. Ci vediamo sull'isola tra qualche ora!".
Ma prima che ognuno scattasse nella propria direzione, vennero interrotti, nuovamente, dalla comparsa alle loro spalle di una ragazza minuta, dai corti capelli azzurri, che indossava il medesimo cappotto nero che le lasciava scoperta solamente la testa.
Yoruichi sorrise impercettibilmente. "Hai fatto in fretta, vedo". La ragazza annuì, mentre Ichigo e Zane la guardavano sorpresi. "Eh tu che ci fai qui?!" esclamò proprio quest'ultimo.
La Shinigami lo osservò per un attimo. "Ordini della mia maestra, Yoruichi. E prima che tu proferisca parola, la Soul Society non sa che sono qui. Ah e non azzardarti mai più a rivolgerti così a me, idiota". Zane tirò un sospiro di sollievo, ignorando l'insulto della ragazza, con una gocciolina sulla testa. Anche Ichigo sospirò sollevato.
"Ottimo, allora verrai con me. Ti spiegherò cosa faremo" disse Yoruichi, mentre prese per mano la nuova arrivata, che sorrise e diventò rossa per l'imbarazzo. "M-ma certo m-maestra" balbettò, prima di seguire la donna e sparire all'improvviso.
Ichigo e Zane scossero la testa, poi si guardarono, si fecero un cenno col capo e scomparvero, imitando le due donne…
 
 
 

La cenere ed il carbone che scricchiolavano ancora, erano gli unici resti del falò della nottata precedente, mentre le prime luci dell'alba iniziavano ad illuminare il piccolo isolotto dove Rufy e la sua ciurma avevano attraccato il giorno prima. Tra quantità di alcool spropositate e cibi raffinati cucinati dal biondo cuoco della ciurma, era stata una giornata all'insegna del divertimento per la ciurma. Non stupì infatti il fatto che stessero dormendo come ghiri, soprattutto il capitano ed Usopp. Il loro russare era talmente forte da essere udibile in tutta l'isola. Solamente uno di loro era sveglio, poco lontano da dove si trovavano i suoi compagni.
Lo spadaccino Zoro, infatti, era intento ad allenarsi, come al suo solito, di prima mattina. Impugnava la sua Shuusui e menava rapidi fendenti all'aria, in sequenza. Era a torso nudo, mentre legato al fianco da una cordicella rossa, il suo yukata verde, che ricadeva fino ai piedi. I movimenti del ragazzo erano fluidi, rapidi e precisi, mentre ad ogni sua mossa, il sudore che imperlava il corpo scolpito di Zoro, schizzava in ogni direzione.
"Già in piedi, Zoro", non era una domanda quella che provenì dalla voce femminile di Nami che riscosse lo spadaccino, il quale ultimò il suo ultimo movimento e si fermò, osservando la ragazza che si avvicinava a lui. Quest'ultima portava lunghi jeans azzurri, mentre indossava solamente il top di un costume da bagno, a stelle bianche e rosse. I suoi capelli, arancioni, svolazzavano grazie al venticello fresco che tirava a quell'ora. Mentre si stropicciava gli occhi color nocciola, tirò anche uno sbadiglio, abbastanza rumoroso, senza portarsi la mano alla bocca.
"Dannazione, che modi rozzi…", esclamò Zoro, osservando il comportamento da maschiaccio della compagna, che fortunatamente non riuscì ad ascoltare le parole pronunciante a bassa voce.
"Hai detto qualcosa, Zoro?", domandò Nami, avvicinandosi sempre di più, mentre guardava dubbiosa l'amico. Zoro scosse la testa, energicamente. Meglio evitare un pestaggio di prima mattina.
"Diavolo, ieri sera ci abbiamo davvero dato dentro! Ho vaghi ricordi dell'accaduto, spero di non aver fatto qualcosa di stupido mentre ero completamente ubriaca…", esclamò la bella navigatrice, mentre si sistemava i capelli, cercando con lo sguardo una reazione del compagno.
"Per esempio? Esserti spogliata davanti a sopracciglio a ricciolo?", replicò lo spadaccino, ghignando e guardandola di soppiatto. Non era la risposta che voleva.
Infatti, il balzo che Nami compì, stupì Zoro, che prima che potesse accorgersene, si ritrovò con un bernoccolo incredibile sulla testa.
"Vedo che anche di prima mattina, sei sempre sensibile al dire cavolate". Lo sguardo di Nami, da rabbioso e furente qual'era, cambiò drasticamente quando al volto dello spadaccino, si sostituì quello dell'orizzonte.  Un cielo limpido e terso, dipinto qua e là di pochissime nuvolette color latte. Il sole, mentre sorgeva, irradiava il mare di una luce giallo/arancione, mentre il lieve sciabordio delle onde, increspava di poco il mare. Nami si diresse verso l'acqua ed immerse completamente i piedi, fin sopra le caviglie, nella spuma del mare. Chiuse gli occhi, si mise una mano nei capelli, scossi leggermente dal fresco venticello della mattinata ed assaporò il momento, sorridendo.
Zoro la osservò rapito. In quella posizione, la sua pelle, pallida, rischiarata dai raggi solari e ricoperta da alcune gocce d'acqua ed i suoi capelli color arancio, risaltavano luminosi in quell'orizzonte azzurro.
Passò qualche secondo, prima che Nami riaprì gli occhi e si girò verso il compagno, che fu rapido a distogliere lo sguardo, passandosi una mano sul collo e voltando lo sguardo verso la ciurma, lontana, che ancora dormiva beatamente. Nami si accorse del movimento fin troppo repentino dello spadaccino, ma non ci diede troppo peso
"Senti, Zoro. Volevo chiederti una cosa, visto che è da ieri che ho questo dubbio".
Lo spadaccino si grattò la testa ma annuì. Nel frattempo, prese la bottiglia d'acqua appoggiata alle sue spade e ne sorseggio circa la metà.
Nami sembrò rifletterci un momento, poi incrociò le braccia.
"Tu cosa ne pensi di Robin?".
Zoro per poco non soffocò e fu costretto a sputare tutta l'acqua che aveva in bocca. Tossì impercettibilmente e ci mise qualche secondo in più a rispondere. "Cosa significa? Non dirmi che non ti fidi ancora di lei dopo tutti questi anni!" replicò lo spadaccino, ridendo di gusto e cercando di sviare la domanda.
Nami lo guardò in cagnesco. "No, non intendo quello, imbecille. E' ovvio che ormai Robin la considero come una sorella maggiore ed affiderei a lei la mia stessa via, come l'affiderei a ciascuno di voi" Zoro nel frattempo si ricompose "mi riferisco a qualcosa di più superficiale. Per esempio, come la trovi caratterialmente e fisicamente?".
Zoro era sempre più dubbioso.  Non riusciva a capire per quale motivo gli aveva posto una domanda del genere. O meglio, perché aveva tirato in ballo l'archeologa.
"Beh, Robin è una donna. E come tale, mantiene quella nomea. E' intelligente e sa il fatto suo. Ed è molto forte grazie al suo frutto. Direi che è una persona affidabile".
Nami si morse un labbro. Zoro era stupido in materia. Davvero molto stupido. Non pensava che potesse raggiungere un livello di stupidità tale. Infatti non ci era cascato, ma di certo non per suo volere.
"Quindi, se la consideri una donna in tutto e per tutto, la trovi affascinante, dico bene?" continuò Nami, mentre scalciava la sabbia con i piedi.
Zoro la guardò in modo interrogativo. In effetti sì, Robin si poteva considerare una donna affascinante, soprattutto dopo gli ultimi due anni.
"Ovviamente sì. Non si può dire il contrario" replicò lo spadaccino.
Nami ebbe un moto di soddisfazione e mostrò un sorriso beffardo. Stava per ottenere la sua tanto agognata risposta. Ed era in procinto di rivolgere l'ennesima domanda ad un sempre più curioso Zoro, quando una raffica di vento più forte del normale, la colpì sulla schiena, facendola voltare di nuovo, immediatamente. Il suo volto si fece più serio e con uno sguardo molto preoccupato tornò ad osservare l'orizzonte.
"Zoro, vai subito a svegliare gli altri…", disse semplicemente.
Lo spadaccino la guardò e mugugnò qualcosa. Quando Nami si girò nuovamente, lo guardò severamente, per poi alzare la voce, improvvisamente, "fai come ti dico! Sta arrivando una tempesta, ed a meno che non vogliate salpare in mezzo ad una tromba d'aria, è il caso di muoverci!".
Zoro sbuffò ma annuì. Era a conoscenza del fatto che Nami avesse quella capacità innata di "prevedere" i cambiamenti climatici, soprattutto nel Nuovo Mondo. Non aveva mai sbagliato. Perciò raccolse le sue katane, le rimise nei foderi e corse verso i suoi compagni.
 
 
Fu un lampo. Ed accadde tutto fin troppo in fretta. L'udito di Zoro percepì un suono, una vibrazione lontana ma che sembrava più vicina di quanto pensasse. Sguainò in un battito di ciglia la Shuusui e si voltò verso la rossa.
"NAMI, ATTENTA!!". La ragazza strabuzzò gli occhi, prima che un bagliore improvviso si parò davanti ai suoi occhi. In una frazione di secondo, la spada, di colore nero, cozzò contro quel fulmine, che si squarciò in due, proseguendo il suo percorso dietro i due e lasciando due enormi solchi di fianco a loro.
Zoro, davanti a Nami, ansimava leggermente, mentre il suo volto era un misto tra rabbia e stupore.
"Questo colpo…possedeva una forza incredibile…ho dovuto usare l'Haki dell'armatura sulla Shuusui, altrimenti a quest'ora, Nami…", Zoro sentì il respiro affannoso della ramata dietro di lui, mentre una mano della ragazza strinse il suo yukata, "no, non voglio nemmeno pensarci…".
"Zoro! Ma cos'è stato?! Da dove proveniva?! Sembrava un fulmine!", esclamò Nami, anche lei col fiato corto, a causa dello spavento. Sabbia e fumo, causati dal colpo iniziavano a diradarsi.
"Non ne ho idea…ma non siamo da soli su quest'isola…!", non riuscì a terminare la frase, che venne interrotto dalle parole di un'altra persona, mentre di fronte a loro, quattro individui avanzavano con passo deciso, uscendo dalla nebbia di sabbia e terriccio scatenati da quel pericoloso fragore.
"Dahdahdahdahdah ma guarda guarda, è riuscito a fermare il tuo colpo, Oda".
Quella strana risata e quelle parole, provenivano da una figura che lasciò a bocca aperta sia Zoro che Robin.
Infatti, colei che aveva appena parlato, era una donna ma di quel sesso, aveva ben poco. La sua pelle era di un marrone molto scuro. Aveva due zampe di colore nero, dotate ciascuna di tre artigli affilatissimi. Le mani erano dotata anch'esse di, stavolta, cinque artigli ed in corrispondenza dei polsi, vi erano due piccole ali, del medesimo colore delle zampe. Una piccola armatura, a scaglie nere, le ricopriva sia il seno che le gambe, fino al bacino. Aveva una coda a forma di martello che scalciava la sabbia mentre sulla testa, facevano capolino due corna appuntite e molto spesse. Infine, dei capelli bianchissimi le nascondevano quasi tutto il volto, lasciando però trapelare due puntini arancioni.
"Una forza notevole. Poche persone possono fregiarsi di aver deviato un tuo fendente". L'ennesima voce femminile riscosse di nuovo Zoro e Nami. Quest'ultima aveva anche lei, una pelle scura ma leggermente più chiara della compagna. Indossava un'armatura rossa, che le lasciava scoperte alcune aree del corpo, tra cui la pancia e le cosce. Intorno al collo aveva una pelliccia di un rosso molto più scuro, mentre la sua acconciatura era particolare. Capelli neri, lunghi sulla tempia sinistra mentre treccine, del medesimo colore, molto corte su quella sinistra. Sotto braccio reggeva un elmo con visiera.
"Non vedo l'ora di incrociare la mia lama con le sue. Sarà un combattimento epico" esclamò invece la terza figura femminile, quella al centro, che impugnava una lunghissima katana, ancora fumante dal colpo precedente. Indossava un'armatura rossa e nera, che le lasciava scoperte le cosce ed il collo. Indossava una strana maschera che ricordava il muso di un lupo, dotata di denti bianchi. Portava lunghi capelli argentei, raccolti in una coda lunghissima che le ricadeva oltre la schiena.
Zoro si riscosse e puntò la sua spada verso il trio femminile che aveva davanti.
"Non so chi siete, ne da dove venite. Ma avete cercato di fare del male ad una mia compagna di ciurma. Imperdonabile".
Poi si ingobbì leggermente "Ittoryu" e sparì alla vista di Nami, in un turbinio di sabbia. La ragazza lo vide saettare in direzione della donna armata di spada.
"Zoro…!"
La donna di nero e quella in armatura rossa, sghignazzarono, compiendo un balzo di lato e lasciando spazio alla compagna che strinse con due mani la sua katana.
Fu un lampo. Le scintille che produssero le due lame non appena entrarono in contatto, furono molteplici. Lo spadaccino si trovò alle spalle della sua avversaria.
"Daishinkan!" esclamò Zoro, mentre un lieve taglio comparve sulla fronte della spadaccina, che rimase immobile.
Passò qualche secondo prima che sia Zoro che la donna si voltarono, a guardarsi.
"Non male per una donna. Ci sai fare" replicò di nuovo Zoro, assumendo un sorriso quasi malvagio sul suo volto.
"Se non avessi impugnato la katana con due mani, quel colpo di prima mi avrebbe fatto perdere l'equilibrio e sarei stata tagliata in due. Questo ragazzo ha una forza fuori dal comune…" pensò la donna, ansimando leggermente.
"Che c'è Oda, sei già in difficoltà dopo un colpo? Mi fai ridere dahdahdahdah".
La ragazza, che si chiamava Oda, non la degnò di risposta.
"Fatti sotto spadaccino, ti sto aspettando!" esclamò quest'ultima. Zoro non se lo fece ripetere due volte ed estrasse anche la seconda spada.
Sempre con quel ghigno bestiale sul volto, saettò verso la sua avversaria e lo scontrò ebbe inizio.
Le spade cozzarono l'una contro l'altra, mentre i due iniziavano a muoversi sempre più velocemente. Nami, che nel frattempo era sempre più preoccupata, osservava rapita lo scontro tra i due spadaccini.
""Incredibile, si muovono velocissimi! E' come se combattessero due fantasmi…!", pensò tra se la rossa, mentre osservava turbini di sabbia sollevarsi ad ogni impatto delle lame dei due spadaccini. Poi gettò uno sguardo alle due compagne della ragazza che stava combattendo. Sembravano rilassate ed osservavano quasi soddisfatte lo scambiarsi di colpi dei due avversari.
"Ma chi diavolo saranno? Perché ci hanno attaccato all'improvviso…?!".
I pensieri furono interrotti dall'ennesimo scambio di colpi dei due. Da quel poco che riusciva ad intuire, comunque, in quello scontro sembrava non ci fosse storia. Zoro era in netto vantaggio, infatti la donna sembrava affaticarsi ad ogni colpo che lo spadaccino mandava a segno.
"Tsk al suo solito non sta facendo sul serio. Sembra che debba intervenire" esclamò la donna in armatura nera, muovendo i primi passi verso i due. La terza compagna, invece, sbuffò leggermente.
"No…Zoro sarà svantaggiato in un scontro con due avversari. Devo intervenire!" pensò tra se Nami, prima di mettere mano alla cintola in cerca della sua arma, il Clima-Tackt. Ma si accorse troppo tardi di aver dimenticato l'attrezzo sulla Sunny.
"No, maledizione! Proprio in un momento come questo?! Non riuscirò mai ad aiutare Zoro…!".  Poi fece qualcosa di maledettamente stupido, a suo dire. Presa dall'istinto, raccolse un sasso da terra e lo lanciò in direzione della donna cornuta. Che venne colpita ma come volevasi dimostrare, senza danno.
Tuttavia, Nami riuscì a fermarla dal suo intento di attaccare Zoro.
"Hey tu, ragazzina? Cosa credevi di fare con quel sassolino? Davvero volevi fermarmi?!" e rise di gusto, quasi prendendo in giro la navigatrice, che strinse i denti. Poi si rivolse alla sua compagna, ancora ferma immobile.
"Anji, vedi di andare a prendere a calci quella troia che mi ha distratto! Io torno ad aiutare Oda!". La terza compagna, chiamata Anji, sbuffando, fece un cenno d'intesa e scattò in direzione di Nami, priva di difesa.
"Cazzo, ma davvero?! Non sono riuscita a combinare nulla!" pensò Nami, mentre osservava la donna in armatura rossa, avvicinarsi sempre di più.
Zoro se ne accorse.
"Dannazione, perché ha dovuto mettersi in mezzo…!" e lanciando un fendente alla sua avversaria, cercando di allontanarla, saettò anche lui in direzione di Nami, per fermare l'assalto dell'altra donna.
Fu però fermato dalla spadaccina Oda, che si parò di fronte a lui.
"Sono io la tua avversaria. Occhi su di me!" e si frappose tra lui e la navigatrice.
"Levati di mezzo!" e continuò a sferrare fendenti per tentare di allontanarla da lui, in modo da riuscire a raggiungere Nami.
Ma la donna in armatura rossa era fin troppo vicina, non l'avrebbe raggiunta in tempo…
 
"NAMI!" fu il grido disperato lanciato da Zoro. La rossa aprì gli occhi in tempo per vedere la mano, ricoperta di fuoco, della donna che aveva davanti, venir deviata nell'ultimo istante da una gamba di colore nero.
Quest'ultima venne scaraventata a diversi metri di distanza, mentre Sanji si mise davanti a Nami, con gli occhi socchiusi e la solita sigaretta in bocca.
"Non posso perdonare che qualcuno faccia del male alla mia Nami-san. Nemmeno se questa è una donna. Chiaro?".
Nami abbozzò un mezzo sorriso, prima di sentir pronunciare il suo nome, alle sue spalle. "Nami! Stai bene?!". L'archeologa stava accorrendo da lei, seguita a ruota dagli altri membri della ciurma.
"Robin! Ragazzi!".
"Abbiamo sentito una forte esplosione e ci siamo subito precipitati qui da voi!" spiegò Usopp, mettendo mano alla sua enorme fionda, chiamata Kabuto.
"Ed a vedere la situazione, credo che siamo arrivati al momento giusto" disse Sanji, osservando il combattimento tra Zoro e la sua avversaria.
"Oi Marimo, vedi di mettere la vita di Nami-san davanti a tutto, la prossima volta, chiaro? O giuro che ti stacco quelle braccia".
Zoro ansimò leggermente e gettò un'occhiataccia al cuoco, sorridendo poco dopo. Stavolta non poteva dirgliene quattro visto che aveva salvato in tempo Nami.
"Hai osato colpire Anji…" la voce della donna dagli artigli giunse alle orecchie di Sanji, che la osservò stranito. Aveva un corpo molto strano, per un essere umano.
"ADESSO TI FRANTUMO LE OSSA DI QUELLA GAMBA, UNA PER UNA!" e in un batter d'occhio, si mosse verso il biondino, che non fece una piega. Anzi, rimase immobile, pronto a ricevere il colpo della donna.
"Sei così sicuro di te stesso che non provi nemmeno a schivarlo?! Beh, peggio per te, damerino!". La coda a forma di martello stava per colpire il volto di Sanji, quando, ad una velocità impressionante, quest'ultima venne fermata dal pugno di Rufy, che allungandosi, dalla distanza, riuscì a scaraventare a distanza anche la donna in armatura nera.
"Gom Gom Pistol!" esclamò Rufy, raggiungendo Sanji e ponendosi di fianco a lui, mentre quest'ultimo inspirò del fumo dalla sigaretta.
"Diby! Arrivo!" e la spadaccina che si era confrontata con Zoro si scagliò proprio contro Rufy.
Tuttavia, anche lei, prima di raggiungere l'obbiettivo, venne colpita da una serie di fendenti scagliati da Zoro.
"Le 72 passioni demoniache della fenice!".
Anche lei, come le altre, fu scagliata a diversi metri di distanza, raggiungendo le sue compagne.
"Evvai! E' impossibile battere quel trio!" esclamò Brook, mentre si accertava delle condizioni di Robin, la quale sospirò soddisfatta.
"SUUUPER! Grandi ragazzi, così si fa!".
Usopp alzò un braccio al cielo mentre con l'altro si grattò il nasone. "Rufy! Zoro! Sanji! Ottimo lavoro!".
"Sì, bel lavoro. Ma chi sono quelle donne? Da dove arrivano?" chiese Chopper, nascosto dietro Brook.
Sanji sbuffò del fumo ed osservò queste ultime. "Non lo so, ma di certo non sono della Marina. Ne affibbiate al Governo Mondiale". In effetti, il cuoco aveva ragione. Nessuna di loro indossava la tipica giacca dei Marines, ne tantomeno vi era presente un vascello della Marina.
"Ed escluderei anche una loro appartenenza ai Rivoluzionari. Non le ho mai viste nel loro esercito. E di certo non attaccherebbero il figlio del loro capo" intervenne Robin, citando il fatto che Monkey D. Dragon, a capo dei rivoluzionari, era il padre di Rufy. E non avrebbe mai ordinato a chicchessia di attaccare il figlio.
Nami guardò dubbiosa prima Sanji e poi Robin. "Che siano Pirati? Eppure non vedo nessuna nave, ne vessillo ne tatuaggi, come quello di Traffy…". Infatti, molti pirati sancivano la loro appartenenza ad una ciurma proprio tatuandosi il simbolo di quest'ultima. Law aveva il suo in bella vista, proprio sull'addome.
Fu proprio quest'ultimo a prendere la parola. "Non mi preoccuperei tanto a quale fazione appartengano. Ma che poteri abbiano. Ad eccezione di quella che ha combattuto contro Zoro-ya che sembra una spadaccina, le altre due sembrano possedere qualche frutto del diavolo".
Indicò prima la donna dalle corna. "Quella sembra possedere un frutto del tipo Zoo-Zoo. Non sembra del tutto umana, ma un'ibrido. E sembra avere una forza spropositata" poi sposto il dito verso la compagna con l'elmo "mentre lei sembra possedere qualcosa simile al controllo del fuoco, ma se ricordo bene, il foco-foco ora appartiene al secondo in comando dell'armata rivoluzionaria. Quindi escluderei che si possa trattare di quello".
Rufy si voltò verso Law. "E' vero! Il frutto che apparteneva ad Ace, ora è di Sabo!".
"Potrebbe benissimo essere un Paramisha che abbia caratteristiche simili a quello del Rogia. Oppure uno Zoo-Zoo che le permetta di controllare le fiamme. Tutto può essere" ribadì Law strofinandosi il pizzetto.
"Lo scopriremo solamente combattendo, vero Rufy?" domandò Zoro, estraendo anche la terza spada e portandosela alla bocca.
Il suo Capitano annuì e battè i pugni assumendo una posa di attacco.
Sanji scalciò il terreno e sbuffò altro fumo. "Vedi di non farti battere, Marimo. Non faresti una bella figura davanti agli altri" e sottolineò con enfasi quell'ultima parola.
Zoro lo guardò dubbioso, inarcò le sopracciglia e si voltò a guardare la ciurma. In particolare, il suo occhio balzò su Robin. Non capì perché fra tutti, proprio su di lei. L'archeologa incrociò il suo sguardo e gli sorrise impercettibilmente, facendogli l'occhiolino.
Lo spadaccino non rispose a quel sorriso ma girò di scatto la testa, stringendo i pugni intorno alle sue spade.
Sanji, che aveva visto tutto, scosse la testa. "Che scemo…".
 
 
Mentre il trio si preparava al combattimento, le tre ragazze si risollevavano, non senza fatica, dalla sabbia.
"Posso sapere cosa state facendo?" fu la voce maschile, alle loro spalle, che le riscosse.
Quest'ultimo, che era rimasto il silenzio ed immobile fin dal loro arrivo, senza farsi notare, indossava un'armatura completa, di un azzurro molto chiaro e dotata in più punti di scaglie gialle e da pelo di colore bianco, soprattutto in prossimità del collo e delle braccia. Lunghi e fluenti capelli argentei racchiudevano un volto dagli occhi azzurri, le orecchie a punta e due corna, più corte di quelle della sua compagna. Infine, delle protesi a forma di denti gli cingevano le guance.
"Ogre…" disse la samurai, a bassa voce, chinando il capo.
Anji, la donna in armatura rossa, lo guardò in cagnesco. "Invece che rimanere lì, impassibile, potevi anche degnarti di darci una mano. Questi tizi sono più forti di quel che sembra. Le informazioni che ci hanno fornito sono errate".
"Lo so. Per questo vi avevo consigliato di trasformarvi subito. In forma umana, non siete al loro livello. Non dovevate ascoltare Diby".
Quest'ultima, non appena si sentì presa in causa, strinse i pugni.
"Vuoi vedere che li distruggiamo anche senza trasformazione?! Nessuno può scalfire la mia pelle!".
"Hmpf a voi la scelta. Ma sappiate" ed indietreggiò di qualche passo, lasciando il trio femminile più avanti "che se doveste fallire, allora scenderò personalmente in campo".
"Non accadrà, mio Signore. Mi assicurerò di sconfiggerli personalmente" esclamò Oda, raccogliendo la sua katana e sferzando l'aria con alcuni fendenti.
"Lasciatemi quel damerino biondo! Voglio picchiarlo talmente forte da rompergli tutte le ossa!". Diby scosse la sua coda, alzando nuvole di sabbia e polvere.
Anji, invece sbadigliò ed indossò il suo elmo, celando completamente il suo volto. "Molto bene, allora io mi occuperò del ragazzo col cappello di paglia" e fece schioccare le dita, guardando in direzione di Rufy.
 
Passò qualche secondo di silenzio, tempo che sembrò infinito, prima che le tre saettarono in direzione dei loro avversari.
La gamba di Sanji cozzò contro la coda della donna cornuta, mentre le spade di Zoro si infransero contro la katana lunghissima della spadaccina.
Il pugno di Rufy, invece, incrociò quello della donna con l'elmo.
La mano di quest'ultima prese fuoco, proprio mentre la frase che uscì dall'elmo fece spalancare gli occhi di Rufy dallo stupore.
"Allora, sei pronto ad assaggiare le fiamme di Portuguese D. Ace…!"
 
 
 
 
TERMINOLOGIA:
Nami-San/Robin-Chan: sono i nomi specifici con cui Sanji si rivolge a Nami e Robin utilizzando la classica terminologia giapponese. San è un titolo di rispetto utilizzato da persone di tutte le età. Volendo trovare una corrispondenza con l’italiano può essere accostato al nostro “signor” e “signora” e può essere utilizzato sia in ambienti formali che informali. Mentre Chan è utilizzato come vezzeggiativo, propriamente verso i bambini con i quali nel linguaggio occidentale corrisponderebbe all'appellativo "piccolo/a". Se usato da un maschio, come Sanji, allora a valenza di "fidanzato" o "amante". Ma in questo caso, Sanji lo usa in modo per far sembrare Robin "più giovane" in quanto ritiene che comportandosi così, Robin possa sentirsi più apprezzata (direttamente da una risposta dell'autore di One Piece, Eiichiro Oda)
Marimo: è il vezzeggiativo con cui Sanji si rivolge a Zoro. Il Marimo è un alga di colore verde, tipicamente diffusa nell'emisfero boreale. A Sanji, la testa di Zoro ricorda proprio quest'alga.
Ittoryu: significa, in giapponese "stile ad una spada". Infatti Zoro è solito precedere i nomi dei propri colpi con il suffisso Ittoryu, Nitoryu o Santoryu a seconda che stia usando una, due o tre spade.
Daishinkan: letteralmente, significa "grande scossa del dragone".
Frutto del diavolo: chiamati anche frutti del mare, sono particolari frutti in grado di donare abilità particolare a chi li ingerisce. I paramisha  sono i frutti del diavolo della categoria più comune e conferiscono a chi li mangia i poteri più disparati: questi possono essere suddivisi in due gruppi principali, cioè quelli che sono correlati a una caratteristica (elasticità, lentezza etc etc) e quelli che sono correlati ad un oggetto (bombe, ombre, porte, forbici etc etc). I Rogia, invece permettono di assimilare la propria essenza a uno degli elementi naturali e di manipolarli a proprio piacimento in quantità illimitata. Gli Zoo-Zoo invece, permettono a chi li ingerisce di trasformarsi in un determinato animale, sfruttando tre diverse forme: umana, ibrida umano/animale e animale.
 

Oda ODA 

DIBY

ANJI

OGRE

 
   
 
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