Harry Potter è tutto ciò che suo padre non era. Non cerca gli sguardi degli altri, li evita: la fama non lo attira, non prova a mettersi in mostra, non volontariamente almeno. E’ educato e rispettoso, anche se spesso Regulus può notare come si trattenga dal rispondere male quando viene sgridato, come se mettesse in dubbio l’autorità – non solo sua, ma anche degli altri adulti presenti nella scuola. Il professore è sicuro che centri qualcosa la coppia di Babbani che lo ha allevato, Minerva si è lamentata abbondantemente di loro nel corso degli anni.
Il ragazzino non sembra promettere una carriera eccellente da pozionista: si distrae, non conta bene le quantità degli ingredienti, non è certo al livello di Lily Evans. Ma le sue pozioni escono adeguate e in classe non provoca disastri, il che è un fatto decisamente positivo.
Regulus cerca di ignorare il fatto che fisicamente sia identico a James Potter, identico alla persona che ha portato Sirius via da lui dalla famiglia: non è colpa di Harry, in fondo.
Draco Malfoy, d’altro canto, è tutta un’altra faccenda: vanesio, arrogante, convinto che tutti debbano baciare la terra sotto cui poggia i piedi. Non solo gli ricorda Sirius, ma in certi atteggiamenti gli ricorda sé stesso, e questa è una combinazione altamente pericolosa. Regulus non fa favoritismi, nemmeno per un suo parente (anche se ammette di aver ammorbidito, negli anni precedenti, una o due punizioni per la figlia di Andromeda, nonostante non abbia mai recuperato i rapporti con sua cugina).
Che Lucius venga a protestare quanto vuole, o che Narcissa smetta di mandargli le lettere educate che hanno cominciato a scambiarsi dopo la fine della guerra: Regulus continuerà a togliere punti a Serpeverde ogni qual volta che Draco si comporterà da bullo, punto e basta.
Se c’è una cosa che il giovane Potter sembra però aver preso dal padre, oltre alle abilità nel Quidditch (seppur sia un Cercatore, come Regulus, e non un Cacciatore come James), è la capacità di ritrovarsi sempre nei guai, volente o nolente, come finire “accidentalmente” di fronte a un Troll di montagna infilatosi a Hogwarts, o venir quasi gettato giù dalla sua scopa quando essa prende vita.
Regulus riconosce immediatamente la magia oscura quando la vede all’opera, e subito comincia a mormorare la controfattura per salvare il ragazzino, non levandogli gli occhi di dosso nell’attesa che qualche altro professore decida di fare qualcosa per aiutarlo. E invece è Hermione Granger (sì, sa perfettamente chi sia stato) a risolvere la situazione, non un mago adulto, quando appicca un piccolo incendio al suo mantello – e nonostante abbia sbagliato bersaglio, quasi Regulus vuole dare cinquanta punti a Grifondoro solo per il pronto intervento, anche perché l’incendio non ha distratto solo lui, ma anche chiunque stesse lanciando la fattura: questo riduce i colpevoli ai membri di quella particolare tribuna, dedicata ai professori.
Escludendo sé stesso, Minerva e altri professori che non si macchierebbero mai di una cosa simile, rimangono pochi sospetti. Regulus non può pensare che sia stato Silente, non arriverebbe mai a “testare” Harry in questo modo, nonostante Regulus sappia benissimo quali siano le sue intenzioni con la Pietra Filosofale - impossibile non capirlo quando la porta che porta al cerbero di Hagrid si può aprire tranquillamente con un Alohomora. Ma ha già espresso il suo disappunto a riguardo troppe volte in quell’anno.
L’unico rimasto nella lista dei sospetti è Raptor, lo stesso che ha avvistato per primo il Troll e che è tornato decisamente cambiato dalla sua vacanza in Albania. Regulus non ha prove per incolparlo, ma può certamente tenerlo d’occhio.
Per l’ennesima volta, quell’anno, Regulus si chiede se andare ad Azkaban a trovare Sirius, per Natale. Quantomeno potrebbe ricevere delle risposte, ma immediatamente il terrore di qualsiasi cosa possa trovare ad Azkaban, che sia la verità o il modo in cui suo fratello sarà ridotto, lo fa desistere.
Rifiuta anche l’invito cordiale di Narcissa per il pranzo di Natale, preferendo passarlo a Hogwarts come negli scorsi anni – gli unici regali che riceve sono quelli che si scambia educatamente con i suoi colleghi ogni anno, e un maglione imbarazzante con dei boccini sopra, cucito a mano da Kreacher.
Dal canto suo Regulus gli dona una coperta delicata con sopra cucita la costellazione di Orione: non è tecnicamente un vestito, e Kreacher passa tutta la giornata di Natale a piangere lacrime di gioia e ringraziarlo.
Il Professore sa anche che non dovrebbe assolutamente fare favoritismi verso i propri studenti, ma ha passato tutto l’anno a notare come Harry Potter sia estremamente sottopeso, quindi non si sente in colpa a fargli trovare la mattina di Natale, senza aver firmato il biglietto di auguri, un grosso pacco di dolci misti provenienti da Mielandia.
E se insieme ad essi c’è anche una Nimbus in miniatura che può svolazzare per la stanza è solo perché è sicuro, dopo i racconti di Minerva, che quei Babbani con cui vive non gli avranno fatto nulla, forse nemmeno gli anni precedenti.
Durante le vacanze ha finalmente un po’ di pausa dalle lezioni, ma per la prima volta non si dedica alla ricerca degli Horcrux, non quando c’è la possibilità che Raptor possa star cercando di rubare la pietra. Regulus lo spia, ordina a Kreacher di seguirlo di nascosto, e più i giorni proseguono e più si convince che possa essere così. Ne parla anche a Silente, ma l’uomo sembra non voler fare nulla, nemmeno controllare.
Regulus si avvicina a Raptor la sera della seconda partita di Quidditch dell’anno, una volta ricominciate le lezioni, e ha visto fin troppi codardi nella sua vita per non riconoscere qualcuno nei guai fino all’orlo: Raptor è colpevole, deve solo riuscire a beccarlo nell’atto o a farlo confessare.
La sua “reputazione” potrebbe aiutarlo, per una volta, a inquietarlo abbastanza da svuotare il sacco, ma Raptor sembra resistere nonostante i tremori e i balbettii.
Il resto dell’anno sembra passare senza ulteriori sorprese, ad eccezione di quando Grifondoro perde ben centocinquanta punti in una volta perché Potter, Granger e Paciock si sono messi a girare di notte nel castello, ma visto che Regulus è il direttore di Serpeverde non è che la cosa, in fondo in fondo, gli dispiaccia più di tanto.
Gli esami vanno lisci come l’olio – stranamente quest’anno i suoi studenti sembrano essere andati meglio degli anni precedenti, anche se nessuno arriverà mai ai livelli di Haywood (Granger ci va molto vicino, ma le manca quella scintilla di fantasia, è tutta accademia…). Regulus si concede una cena in privato, nel suo ufficio a chiacchierare con Kreacher, poi si avvia al terzo piano per controllare che nessuno abbia disturbato “Fuffy”, come fa ogni sera da quando ha cominciato a sospettare del professore di Difesa. L’assenza di Silente potrebbe essere troppo attraente per Raptor.
Quando trova la porta socchiusa e un’arpa accanto al grosso cane, Regulus si rende conto di avere ragione e senza nemmeno pensarci si precipita all’inseguimento. E’ facile per lui superare le prove che hanno messo Filius e Pomona, e il giovane è tranquillo fino a quando non trova Hermione Granger e Ronald Weasley, quest’ultimo bisognoso di cure mediche, nella scacchiera di Minerva, e subito l’orrore lo assale, perché è impossibile che siano da soli.
I due ragazzi sembrano essere scioccati quando lo vedono arrivare, la giovane strega prova anche a cercare di parlargli, di giustificarsi, ma Regulus evoca velocemente un Patronus e lo dirige subito verso l’ufficio di Minerva – uno sguardo verso Ron gli fa accertare che non ha bisogno di cure mediche immediate, così Regulus supera i due ragazzini, velocemente, verso la sua prova e verso lo specchio.
Arriva giusto in tempo per vedere Raptor, pieno di vesciche e ustioni, crollare a terra accanto al corpo di Harry Potter, mentre una figura che Regulus può solo associare a Lord Voldemort scompare nel nulla davanti ai suoi occhi.
Il giovane Harry, grazie a Salazar, è vivo – ferito, distrutto, ma vivo. Regulus non fa in tempo a prenderlo in braccio che Silente è subito accanto a lui: a quanto pare stava già tornando a Hogwarts, e per fortuna. Regulus è così scosso da ciò che ha visto che ha le braccia che gli tremano, ma rifiuta l’aiuto di Silente nel portare via Harry: è stata una sua responsabilità, lui sospettava di Raptor, lui aveva deciso di sorvegliare la Pietra per difenderla da lui. Lui aveva deciso di ignorare gli evidenti sospetti del trio di ragazzini perché, sì, erano evidenti, invece di chiarire e magari spiegare la situazione: ovviamente, erano ragazzini, e Regulus aveva ragionato da Professore.
Weasley se la cava con una notte in osservazione in infermeria, Granger racconta tutto ciò che è successo durante il corso dell’anno fino a quel momento, come abbiano scoperto della pietra, come sospettassero di Regulus proprio a partire dalla partita di Quidditch, la scelta di cercare di fermarlo stanotte anche a costo di venire espulsi.
Minerva è un fascio di nervi, e ha ragione, continua a ripetere che sono fortunati ad essere vivi, e anche se Regulus è d’accordo non può fare a meno di ammirare cosa siano riusciti a fare tre undicenni con così poca esperienza e informazioni. Sono anni, ormai, che Regulus ha messo da parte le sue idee sulla purezza di sangue, insegnare a ragazzini Nati Babbani gli ha fatto maturare convinzioni completamente differenti, ma è convinto che sia questo il momento in cui si getta davvero tutto alle spalle, quando si rende conto che Hermione Granger è riuscita a sconfiggere la prova di un Professore adulto ed esperto di magia oscura solo con l’uso del cervello.
Nonostante Silente abbia già parlato con Harry per spiegargli tutto, Regulus si ritrova comunque fuori dall’infermeria la sera stessa, ad aspettare che Granger e Weasley vadano via. Quando vede i due ragazzini allontanarsi, allora supera Madama Chips e si avvicina al letto di Harry, schiarendosi la gola quando lo vede distratto a pescare in un sacchetto di Tuttigusti +1.
Harry sussulta, poi lo guarda con tanto d’occhi. In un letto d’ospedale sembra ancora più piccolo di quanto non sia. “Professore-” Si affretta a mettere via le gelatine. “Non l’avevo...”
“Sono qui solo da poco.” Dice Regulus. “Posso?” Harry annuisce alla sua richiesta, così Regulus afferra una sedia e si avvicina al letto d’ospedale. Per un attimo c’è un silenzio imbarazzante, e l’uomo è sicuro che Harry si stia chiedendo che cosa ci fa qui.
“Volevo chiederti scusa, signor Potter.” A quelle parole tanto sorprendenti, Harry assume un’espressione scioccata. E fa bene: Regulus solitamente non è così diretto. “Il Preside te lo avrà probabilmente detto, ma mi ero preso la responsabilità di sorvegliare Raptor – di fermarlo dal prendere la Pietra. Ma non l’ho fatto, e questo ha messo in pericolo te ed i tuoi amici. Sia chiaro...” Il suo tono di voce si inasprisce in un rimprovero. “...le vostre azioni sono state irresponsabili e affrettate. Andare da soli, senza avvertire nessuno! E sì...” Lo interrompe, appena vede che Harry ha aperto bocca per protestare. “...So benissimo che avete cercato di parlare con la Professoressa McGranitt. Quello che dovevate fare era, una volta vista la porta aperta e l’arpa, tornare da lei e avvertirla di questo. Tutti e tre avete rischiato di morire e tu ci sei andato molto vicino, Signor Potter. Siete fortunati a non essere espulsi.”
“Ma non sareste dovuti essere nemmeno in grado di avvicinarvi a Fuffy, figuriamoci arrivare alla Pietra. Vi ho deluso, come professore.”
“Non l’ha fatto!” Si affretta a dire Harry, e sembra essere in colpa. Ovviamente: hanno sospettato di lui per tutto l’anno. “Non sapevamo… Professore-”
“Avevate buoni motivi per sospettarmi, con le poche informazioni che avevate.” Lo interrompe subito Regulus. “Non ti scusare per quello. Ma dovresti promettere, Potter, che mai più tu e i tuoi amici, o quantomeno prometti per te stesso, vi tufferete in una situazione del genere senza l’aiuto di un adulto. Se avete paura che nessuno vi ascolti, venite da me. Ti prometto che in cambio vi prenderò sul serio il più possibile.”
Harry esita. “Lo prometto.” Dice, ma Regulus conosce bene quello sguardo – è lo stesso guardo non solo di James Potter, ma di Sirius, e di Ninfadora Tonks, e di Sigma e la sua combriccola, e dei gemelli Weasley. E’ esattamente lo sguardo di qualcuno che non ha la benché minima intenzione di farsi da parte davanti ai guai.
“E io che pensavo che tu avessi ereditato solo le cose positive di tuo padre.” Mormora, stropicciandosi gli occhi con aria stanca. “Non anche la sua testardaggine.”
A quelle parole, Harry sembra illuminarsi. “Quindi conosceva davvero mio padre?” Chiede, e il suo sguardo è così pieno di aspettativa da impietosire persino Regulus. “Raptor… lui ha detto che il motivo per cui lei mi odia è perché odiava mio padre a scuola...”
Harry pensa che lo odi? “Io non ti odio, signor Potter, né mi stai antipatico – ad eccezione di quando getti gli aculei di porcospino nel calderone ancora sul fuoco: in quel caso e in quel momento, odio te così come odio qualsiasi altro studente che non segue le mie istruzioni.”
Regulus sospira, decidendo di essere sincero, almeno in parte. “Non provavo molto amore verso tuo padre, questo è vero. Il suo carattere mi era insopportabile, le sue… amicizie ancora di più, e per giunta eravamo rivali al Quidditch – quando cercavo di prendere il boccino mi sfrecciava sempre davanti al naso, anche se non aveva la Pluffa in mano. Ma se giudicassi qualcuno dai propri parenti, allora fidati di me: sarei il più grande ipocrita del mondo magico.”
E’ evidente che Harry smania per chiedergli che cosa intende, ma Regulus non ha alcuna intenzione di dargli alcuna risposta. Si alza, invece, stiracchiandosi un attimo, prima di dirigersi verso la porta.
“E cinquanta punti in meno a Grifondoro… non fare quella faccia, Potter, ve li meritate, e come se il Professor Silente non ve ne assegnerà altrettanti per tutte le prove che avete superato. Spero che questa esperienza ti porti a voler concentrarti di più su cose normali, come i compiti o il Quidditch. Specialmente quest’ultimo, se sei così portato.”
Perché diamine, Regulus sa riconoscere un Cercatore portentoso quando ne vede uno, squadra avversaria o meno.
Harry sembra ancora voler controbattere ai punti, ma chiude la bocca. Prima che l’uomo possa andarsene, tuttavia, il ragazzino lo richiama. “Professore!” Esclama, e Regulus si ferma sulla soglia dell’infermeria. “Il Professor Silente… a Natale, mi ha regalato... qualcosa, appartenuto a mio padre. Gli ho chiesto se mi avesse fatto anche un altro regalo… Ma mi ha detto di chiederlo a lei, che lei sapeva sicuramente la sua provenienza.”
A quelle parole, Regulus rotea gli occhi al cielo. “Ovviamente.” Borbotta, fra sé e sé, ma abbastanza forte perché Harry possa sentirlo. “Albus non riesce mai a farsi gli affaracci suoi.”
Piccola curiosità: nel libro non viene descritta la morte di Raptor - Harry perde i sensi molto prima. Silente spiega che è arrivato giusto in tempo per strappare Harry dalle sue grinfie, e che poi Voldemort ha lasciato Raptor morire, non specificando altro. Quindi, almeno nei libri, Harry non commette il suo primo omicidio (seppur per legittima difesa) a undici anni. Yeeeh!
Devo avvertire che i prossimi capitoli non seguiranno necessariamente l'andazzo dei film. Se nel primo libro il ruolo di Regulus può essere identico a quello di Piton, sia per il chiarimento avuto sia per tutta un'altra serie di motivi dubito che il suo rapporto con Harry possa essere lo stesso - e non è detto, quindi, che gli eventi dei libri non cambino per via di tutto questo. Immagino che per scoprirlo dobbiate continuare a leggere, eheh.
Come al solito durante questa challenge (perché non posso disturbare quotidianamente la mia Beta, poverina), il capitolo non è Betato. Vi chiedo scusa per qualsiasi errore, grammaticale o di distrazione che sia.