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Autore: Rack12345    04/10/2019    2 recensioni
[Completa]
Questa storia è ambientata dopo Captain America: Civil War. Dopo la partenza di Bucky per il Wakanda e dopo svariati mesi, gli Avengers si sono riuniti, perchè era inevitabile che rimanessero separati: per salvare il mondo, devono farlo insieme.
Nel loro gruppo è entrata una nuova spia: Alexis Moore. Lei è la nostra protagonista.
La squadra sembra essere in un periodo pacifico, ma dovranno aspettarsi diverse rogne. Combatteranno contro diversi Villain che li proietteranno nel passato, legati alla Germania nazista della seconda guerra mondiale. Alexis verrà sottoposta a varie sfide, sia fisiche che emotive e vedremo quanto sia stratificata la sua personalità e quanto potenziale c'è in lei: non è una spia qualunque come potrebbe sembrare al primo impatto.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Loki, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'New Avengers: Together Saga'
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New Avengers: Together
Capitolo VIII: Lost







New Avengers Facility

James, Steve, Thor e Natasha erano nella sala riunioni. Nat, seduta sul divano con le mani giunte. Steve seduto al tavolo, si tormentava le unghie, Thor non aveva smesso un attimo di fare avanti e dietro per la stanza, con il respiro affannato.
James se ne stava appoggiato con le spalle al muro accanto alla porta di vetro, le braccia incrociate e il volto riverso verso il basso.
I sensi di colpa lo stavano divorando.
Erano due ore che Alexis era stata rapita da Skadi e quella psicopatica poteva benissimo averla uccisa. Dopo il rapimento aveva chiamato Steve informandolo dell'accaduto, poi era salito in fretta sulla moto ed era tornato alla loro base. Aveva ancora impresso in mente lo sguardo terrorizzato della ragazza, gli occhi strabuzzati ed il coraggio con il quale aveva scosso la testa quando lui si era mosso per salvarla e Skadi aveva minacciato quelle povere famiglie ignare di tutto.
Continuava a ripetersi che non aveva potuto fare altrimenti, non poteva mettere a rischio tutte le persone presenti ad Hyde Park. Lo avrebbe fatto però, se Alexis non lo avesse implorato con lo sguardo di non muoversi.
Gli occhi iniziarono a pizzicargli.
Il suo flusso di pensieri non fu interrotto neanche quando, fuori dall'edificio, si sentì una macchina arrivare a tutta velocità ed una frenata gracchiò sull'asfalto. Tutti gli altri presenti scattarono e si irrigidirono, ma lui non ci riuscì. Sapevano tutti che rischiava di scatenarsi una nuova guerra civile.
Natasha aveva chiamato subito Tony, che era impegnato dalla mattina con Pepper fuori città, ma era comunque arrivano in meno di un'ora.
Steve si alzò in piedi quando sentì la porta dell'ingresso sbattere violentemente,  e si pose a poca distanza dal suo amico, in uno spontaneo gesto protettivo. Sapeva che Tony sarebbe stato incazzato come una belva e fu così che si presentò quando entrò nella stanza.
L'uomo diede un colpo alla porta scorrevole in vetro che non si era aperta abbastanza velocemente e questo fece scattare in piedi anche Natasha.
-Dove è nascosto.- disse calmo Iron Man.
Non era una domanda.
Steve fece per parlare, ma Bucky, dietro di loro, lo precedette, peggiorando la situazione.
-Qui.- disse il soldato d'inverno con un filo di voce.
Un tic nervoso colpì l'occhio destro di Tony che iniziò a non riuscire a fingere di essere calmo. Si voltò di scatto verso James e con una mano sul petto lo sbatté al muro. Cosa non facile, considerando che Tony, dal punto di vista di forza fisica, era un uomo normale. La rabbia gli permise di riuscirci come se stesse spostando una piuma.
-Hai anche il coraggio di parlare?!- disse Stark con un pizzico di isteria nella voce. -Sei inutile.-
Bucky deglutì e rimase in silenzio, fissando negli occhi Stark, ma continuando a vedersi davanti il volto di Lexie.
-Questo silenzio cosa sarebbe!?- riprese Tony. -Incapacità di far uscire una frase logica dal tuo cervello bacato? O presunzione di avere ragione???- L'uomo spinse di nuovo Bucky per le spalle.
Iron Man, con la disperazione negli occhi, stava per assestare un pugno in faccia al soldato.
Steve intervenne, bloccandogli la mano.
-Tony, basta. Non poteva fare altrimenti. Non puoi incolparlo per aver salvato tutte quelle famiglie.-
Tony abbassò il braccio. -Non doveva fare l'eroe, bastava che salvasse Alexis!!!- scattò, andando a tirare fuori con foga una delle sedie da sotto il tavolo, per poi buttarcisi sopra.
Poggiò i gomiti sul tavolo e si prese la testa tra le mani. Il terrore stava mangiando anche lui, così come tutti gli altri. Tutti erano legati ad Alexis, per un verso o per un altro. Ognuno aveva un rapporto diverso con lei, ma sempre un rapporto stretto.
-No, Steve. Ha ragione.- sussurrò James.
Steve guardò negli occhi il suo migliore amico, con uno sguardo di compassione. Poi scosse la testa, cercando di far capire all'amico di non preoccuparsi.
Intanto Thor si era avvicinato a Stark, notando che delle lacrime gli avevano rigato il volto. Gli mise una mano sulla spalla e Iron Man non la scostò, talmente agitato dalla situazione.
La sua piccola Agente Moore. Rapita. Mai lo avrebbe immaginato.
Anche Natasha e Steve si sedettero al tavolo e a quel punto Tony cercò di ricomporsi, passandosi entrambe le mani sul volto. Decise di calmarsi in fretta, voleva risolvere la situazione il prima possibile.
Vedendo che i suoi colleghi si erano tutti seduti accanto a lui, invitò anche Bucky a farlo.
-Avanti, Gesù, siediti, so che hai fatto del tuo meglio.-
James sollevò un sopracciglio per il fatto che lo avesse paragonato a Gesù e si sedette accanto a Natasha.
-Cap, fai il tuo dovere di Capitano.- 
Steve, i cui occhi azzurri si erano rabbuiati nelle ultime ore, prese un lungo respiro.
-Cerchiamo di mantenere la calma prima di tutto.- disse il biondo osservando Stark e James. -Non incazziamoci e non ci disperiamo.- si passò una mano tra i capelli. -Ragioniamo: Skadi, è  folle, ma ricordiamo il vero motivo per cui è qui: me e te.- disse voltandosi verso Bucky. -Non ha motivo di fare del male, soprattutto di uccidere, Alexis. Vuole colpire me e te. Quindi questa è senza ombra di dubbio una trappola.-
-Vuole attirarci.-  disse Bucky.
-Quindi l'avrà portata in un posto che voi già conoscete: la base in Siberia.- concluse Tony.
-Hai detto che è volata via con un martello?- chiese Natasha rivolta a James, il quale annuì. -Quanto può metterci ad arrivare lì?-
Thor, sentendosi chiamato in causa prese parola.
-I nostri martelli viaggiano a velocità elevatissime. Sono già passate due ore, probabilmente sarà lì da un'ora.-
-Anche meno.- disse una voce dall'intonazione metallica e fredda.
Loki entrò con un libro di mitologia norrena tra le mani.
-Un momento. Quello è di Alexis.- disse Bucky.
-Oh, sì, ehm, volevo leggere quella cosa di cui mi avete parlato sul partorire i lupi. Ero curioso. Ad ogni modo.- il dio piazzò il libro sul tavolo. -In questo libro ho trovato il martello di cui hai parlato, James. Era di nostra sorella Hela, può aprire portali interdimensionali.-
Tony sospirò e chiuse gli occhi passandosi una mano sul volto.
Erano due ore che Skadi, forse, stava torturando la sua Agente.
-Dobbiamo sbrigarci, allora.- il soldato d'inverno si alzò diretto verso la porta.
-Dove vai?- chiese Tony, alzandosi anche lui.
-A prenderla.-
-Sono d'accordo, ma rischiamo di farci ammazzare.-
-Allora non venite.- disse James spostandosi i capelli all'indietro in un gesto nervoso. -Non eri tu che poco fa mi hai detto che avrei dovuto far ammazzare una decina di famiglie pur di salvare Alexis?-
Tony sospirò, colpito nel segno. -Sì, è che sto aspettando una persona.-
I presenti fecero delle espressioni dubbiose, non capendo.
Bucky anche si guardò intorno, poi annuì. -Va bene, io vado.-
Nello stesso istante in cui Bucky uscì dalla porta, un cerchio di luce aranciata si formò al centro della stanza e da esso uscì il Dr. Strange.
-Buonasera, sono il dottor Steven Strange.-
-Oh, ciao Time Machine.- disse Tony.
-Stark.-
Steve si voltò verso Tony con le braccia incrociate. -Tu lo conosci? E' da lui che è andata Alexis questa mattina.-
-Sì, è una lunga storia, un giorno te la racconterò. Oppure lo facciamo subito?- chiese guardando lo stregone. 
Bucky si voltò ad osservarlo, ma decise di continuare per la sua strada.
Reputò Stark un pazzo egoista, in quel momento, pronto a scaricare la colpa su di lui.
 
James arrivò nell'hangar e scelse il jet con cui erano già stati in Siberia lui, Lexie e Falcon.
Ricordò di quanto era rimasto colpito, pochi giorni prima dall'Agente Moore, vestita di tutto punto, pronta per una missione.
Questa volta però era solo.
O almeno così credeva.
-Sul serio credevi che ti avrei lasciato andare da solo?-
Bucky si voltò e si trovò a pochi passi Steve, già in divisa e con lo scudo sistemato dietro la schiena. 
Il soldato d'inverno scosse la testa e sorrise lievemente.
-No, infatti ti stavo aspettando.- disse, per poi armeggiare con il portellone del velivolo aspettando che si aprisse.
Nel mentre, però, i due sentirono dei passi correre verso di loro. Si voltarono e videro i due dei di Asgard, Thor e Loki, correre nella loro direzione.
Quando li raggiunsero Loki si risistemò i capelli.
-Pensavamo che potremmo esservi utili, visto che state andando incontro ad una della nostra specie.- disse Thor con un sorrisone, cercando di essere la parte positiva del gruppo.
-Senza dubbio!- rispose il capitano.
-Io ho qualcosa che può farci arrivare dall'agente Moore in.. un secondo?-  si introdusse Loki.
Il dio dell'inganno fece ruotare leggermente la mano nell'aria ed apparve un cubo azzurro luminoso.
Thor lo guardò storto.
-Lo sapevo.- disse.
Loki alzò gli occhi al cielo. -Oh andiamo, stavamo per distruggere la nostra casa, volevo un ricordo!- guardò il biondo che continuava ad avere un'espressione corrucciata, poi scosse la testa e tornò ad osservare i due supersoldati.
Steve aggrottò le sopracciglia. Quella cosa infernale era di nuovo sulla terra.
Anche James aveva un'espressione confusa, ma il fatto di avere contemporaneamente nello stesso edificio due gemme dell'infinito, oggetti più potenti dell'universo, lo fece sentire al sicuro.
Il dio dell'inganno alzò un angolo della bocca. -Andiamo?-
I suoi compagni annuirono, pronti ad essere teletrasportati in Siberia, di nuovo lì per la seconda volta in una settimana.
Una nuvola di luce blu li avvolse, dopo di che sparirono nel nulla senza lasciare traccia, se non il portellone del jet rimasto aperto.










Base Hydra abbandonata, Siberia

Alexis sentì rumori metallici provenire dalla sua sinistra. Oggetti piccoli, che emettevano un piccolo tintinnio. L'aprirsi di un oggetto con un chiusura a scatto, forse una valigetta. Piccoli passi prodotti da vertiginosi e larghi tacchi della sua torturatrice.
La giovane tentò di muoversi, convinta di essere su un letto, ma non era così. Era su un lettino, stesa, quasi  completamente in verticale, legata ad esso con cinghie in cuoio.
Durante lo svenimento aveva abbandonato la testa verso il basso e ora, mentre la tirava su, sentì un dolore lancinante al collo. Si chiese da quante ore fosse in quella posizione.
Tentò di muovere leggermente le braccia, ma queste erano talmente strette dalle cinghie che ad ogni piccolo movimento le bruciava la pelle ed il sangue faticava a passare, con quelle chiusure a fungere da laccio emostatico.
Gli occhi le si erano incollati, li aprì a fatica ed osservò il suo copro, per voler appurare lei stessa le sue condizioni.
Si sorprese nello scoprire che, almeno per quel che vedeva, il suo corpo non aveva un graffio. Solo un forte intorpidimento.
Probabilmente Skadi l'aveva drogata per ridurla così.
Chiuse di nuovo gli occhi quando ad un tratto una luce, più forte delle altre, la investì.
In quel momento, nel buio della sua memoria, due occhi azzurri come il ghiaccio le tornarono alla mente. Gli ultimi occhi amici e terrorizzati che aveva visto.
'James.'
Sperò con tutta se stessa che il Soldato avesse avvertito gli altri e che stessero cercando un modo per toglierla da lì.
Il rumore dei tacchi che pestavano sul suolo liscio si faceva sempre più pesante e sempre più vicino a lei.
-Ma guarda.- fece la voce davanti a lei. Alexis la riconobbe subito senza neanche guardarla. -Ti sei svegliata, bella addormentata. Hai dormito quasi  due ore, sai?-  disse fingendo di osservarsi le unghie laccate di rosso.
L'agente aprì gli occhi socchiudendoli. Davanti a lei, sovrastata dalla luce, si stagliava la figura longilinea e perfettamente formosa di Synthia Schmidt, avvolta in una tuta in pelle nera e rossa. I capelli rosso fuoco raccolti in una piccola cosa alta le davano un aspetto ancora più folle, mostrando ancora di più i suoi occhi chiarissimi e malati.
Alexis provò a parlare, ma le uscì un rantolo. Tossì e poi tentò di nuovo.   
-Devo ringraziarti, credo tu mi abbia conciliato il sonno.- rispose  a fatica la giovane.
La sua stessa lingua ora le sembrava la cosa più pesante del mondo.
-Ma certo, mi servi in forze mia cara!- aveva squittito la rossa mettendo le mani sui fianchi.
Alexis socchiuse gli occhi non capendo, come a volerle leggere nella mente.
La ragazza si guardò intorno. A pochi metri da lei, su un tavolo in metallo, la pazza aveva sistemato vari oggetti  che la incuriosirono: delle siringe, piuttosto grosse, dei sacchettini in plastica che, anche se vedeva abbastanza sfocato, ad Alexis parvero contenere un liquido blu.
-Ti stai chiedendo cosa ho intenzione di fare con te?-  chiese la donna in piedi.
-Sinceramente, no. Preferisco non saperlo.- aveva risposto l'agente.
Era vero, non le interessava. In quel momento voleva solo avere la certezza che qualcuno la stesse cercando. Tony, Steve, Natasha, Bucky. I loro occhi le tornavano continuamente in testa.
-Beh non importa! Te lo dirò lo stesso!-
La giovane alzò gli occhi al cielo.
Per questo Skadi le passò dietro e tirò con foga la cinghia che le stringeva l'addome.
Un forte dolore la colse, ma non urlò. Le aveva tolto il respiro per qualche secondo.
-Come stavo dicendo..- cominciò Skadi. -Hai notato quelle siringhe là, giusto?- chiese retoricamente. -Dentro c'è il siero del super soldato.-
Un conato di vomito  prese allo stomaco della ragazza imprigionata. Come era entrata in possesso di un tale oggetto?
Skadi riprese a parlare camminando in cerchio intorno alla povera Alexis sempre più confusa.
-Bene il  piano è questo: ti inietto il siero e diventi superpotente. Però!- disse con maggiore enfasi. -Questo siero è diverso. L'ho potenziato, ovviamente non ti dirò mai come, facendo in modo che questo siero oltre a renderti potente, ti renda anche obbediente a me, nient'altri che a me.-
La giovane agente sospirò, perchè forse aveva intuito dove la pazza volesse andare a parare.
-Quindi, ti inietto il siero, diventi super potente e super ubbidiente a me e ti uso per la mia vendetta. Ti ordinerò di uccidere Captain America e il Soldato d'Inverno. E loro non saranno mai in grado di difendersi da te. Non oserebbero mai torcerti un capello. Tu li annienterai, dopo di chè, una volta che forse ti sarai ripresa, probabilmente ti ammazzerai da sola o fai quel che vuoi, non mi interesserà più!-
La rossa esplose in una risata isterica.
Alexis, invece, strabuzzò gli occhi ed un brivido di orrore percorse tutte le sue ossa.
Non sarebbe mai accaduta una cosa del genere. Non avrebbe mai fatto del male a nessuno, lei. Soprattutto alla sua famiglia.
-Tu sei completamente pazza.- sussurrò.
Skadi si fece improvvisamente seria e si avvicinò pericolosamente alla ragazza.
-Pazza. Dovresti sapere che è così che ci si sente dopo la morte dei propri genitori.- sibilò.
Alexis rimase in silenzio.
Stava seriamente paragonando quel folle nazista di Johann Schimdt alle bravissime persone che erano sua madre e suo padre?
La dea continuava a fissarla negli occhi e Alexis potè notare le venature rosse negli occhi della sua interlocutrice, segno di stanchezza, nonostante fosse anche lei una potenziata.
La giovane pensò che fosse un buon vantaggio per gli Avengers che senza dubbio stavano accorrendo ad aiutarla.
-E per quanto riguarda il tuo patto con Hela?- chiese Alexis di punto in bianco, sperando di continuare a prendere tempo.
Synthia si rimise a qualche passo di distanza ed incrociò le braccia al petto.
-Chi te ne ha parlato?-
-Un amico.-
-Beh forse questo amico ha omesso di dirti che Hela è stata uccisa. Quindi nessun patto è più in corso ormai. Quella mi serviva solo ad ottenere maggiore potere di Steve e James.-
Alexis deglutì faticosamente. -E Fenrir?-
-Gli ho dato fuoco!-
La psicopatica rise di nuovo, mentre Alexis scosse la testa incredula.
Fenrir poteva prendere fuoco realmente?
 
 
 
 




New Avengers Facility

Tony osservò Steve Rogers abbandonare la stanza dopo appena dieci minuti dall'arrivo dello stregone.
Lo maledisse per l'ennesima volta, perchè per l'ennesima volta erano su due fronti differenti.
Non se ne preoccupò troppo, perchè sapeva che in un modo o nell'altro alla fine si sarebbero ritrovati insieme a sconfiggere qualsiasi male.
Ma ovviamente questo non lo ammetteva neanche a sè stesso.
-Bene, siamo noi tre a quanto pare.- asserì Tony, riferendosi a se stesso, Strange e Natasha. -Nat, puoi contattare Bruce? Avremo bisogno di tutto l'aiuto possibile.-
La rossa non fiatò, si alzò e se ne andò ad ubbidire all'ordine di Tony.
Erano giorni che era così, ma erano tutti troppo concentrati sulla psicopatica per accorgersi dei problemi di cuore di Natasha.
Tony aspettò che anche questa si allontanasse, dopo di che si avvicinò al Dottore.
-Strange, ho aspettato che tu arrivassi qui per un unico motivo.-
Steven Strange sollevò lo sguardo in aria anche se era visibilmente preoccupato dalla situazione.
-Sì, lo immagino,- rispose. -Tu e la tua figlioccia vi somigliate molto in questo. Vi serve sempre la mia gemma del tempo.- disse per poi aprire l'occhio di Agamotto che aveva appeso al collo.
Steven capiva benissimo cosa avesse in mente Stark. Anche lui era preoccupato per la giovane Alexis, sapendo il rischio che correva.
Senza che neanche glielo chiedesse esplicitamente, Strange, dopo essersi guardato le spalle, usò la gemma per guardare avanti nel tempo e vedere il futuro di Alexis. Avrebbe rischiato facendolo, ma era anche lui legato alla ragazza.
Chiuse gli occhi concentrandosi, le sue mani furono avvolte da un bagliore verde ed iniziò ad osservare tutti i possibili futuri di Alexis.
Ne osservò pochi. Relativamente pochi.
Arrivò solo al centocinquantatreesimo, poi si fermò, perchè quello che aveva appena visto era da evitare assolutamente.
Strange sgranò gli occhi, chiuse in fretta l'occhio di Agamotto.
-Metti l'armatura.- disse il dottore. -Dobbiamo andare.-
Tony, vedendo gli occhi dello stregone farsi particolarmente scuri, non se lo fece ripetere due volte, mentre l'altro cominciava ad aprire uno dei suoi portali mistici.
 
 
 




Base Hydra, Siberia

Dopo il teletrasporto effettuato tramite il tesseract, la situazione era questa: Thor e Loki erano in condizioni del tutto normali, James, dopo un lieve giramento di testa, si era subito ripreso. Steve era piegato verso il basso con lo stomaco in subbuglio.
James di avvicinò all'amico dandogli una pacca sulla spalla.
-Lo so, amico,- iniziò il soldato d'inverno -Ti ci abituerai.-
Steve piegò la testa di lato e so sguardo verso l'alto. -Perchè, tu l'hai già fatto?- chiese.
-Una specie.- rispose Barnes, puntando gli occhi verso la grande porta della base Hydra.
Steve si riprese in pochi secondi, e vedendo l'amico avanzare a passo deciso verso la struttura, lo fermò prendendolo per un braccio.
-Bucky, aspetta. Pensiamo ad un piano.-
Steve aveva notato quanto l'amico fremesse per voler ritrovare la loro collega. Lo capiva, anche lui non vedeva l'ora di ritrovarla.
Bucky di risposta scosse la testa.
-Non c'è tempo, Stevie.Caliamoci dall'ingresso dell'elicottero.-
Una volta entrati, si resero conto che c'era un silenzio assordante, esattamente come la prima volta che Bucky era stato lì.
Attraversarono la prima stanza, poi il lungo corridoio, poi si avviarono verso l'ultima la stanza.
La stanza dove quegli scheletri maledetti li avevano attaccati e dove era conservato il corpo in putrefazione di Fenrir.
James, avanti a tutti, e con il fucile pronto, fece capolino nella stanza e rimase sorpreso da ciò che vide: nulla.
-Dove diavolo è..- sussurrò.
Steve, con lo scudo posizionato davanti a sè, vedendo che nella stanza non c'era nessuno, si avvicinò al fianco dell'amico.
-A che ti riferisci?-
-Il lupo...- sospirò pensieroso. -Era qui.- disse, per poi abbassare il fucile, dopo aver constatato che la zona fosse effettivamente libera.
Steve si girò verso i due asgardiani. -Credete sia possibile che lo abbia risvegliato?-
Thor fece spallucce, non avendone la più pallida idea.
Loki invece inarcò un sopracciglio.
-Risvegliato?- chiese il dio dell'inganno. -Non è possibile, solo Hela avrebbe potuto. E' il suo servitore più fedele e attraverso i suoi occhi può vedere tutto.-
-Questo non c'è scritto sul libro di Alexis.- sentenziò il capitano.
-E per fortuna!- rispose Loki. -Pensa se conosceste davvero tutti i nostri segreti. Non potete mica sapere tutto!-
Thor si intromise nella conversazione. -Loki, credi che quindi lo abbiano portato sulla terra da morto? Sarebbe da capire quando, visto che fino a pochi mesi fa era ancora vivo.-
-Io credo che si trattasse di una messinscena per spaventare e sviare le idee dei vari avventori. O meglio, le vostre. Forse Skadi sapeva che stavate arrivando ed ha pensato di architettare l'attacco degli einherjar per confondervi le idee.-
-Quindi..- incominciò James. -Il suo piano era questo fin dall'inizio. Portarci fuori strada e rapire Alexis.-
-Bingo!- li interruppe una voce metallica alle loro spalle.
-Tony!?- fecero in coro i due super soldati.
Iron Man, con tanto di armatura, atterrò il più silenziosamente possibile.
-In carne e ferro.-rispose, mentre alle sue spalle comparivano il Dr. Strange e la Vedova Nera. -Il lupo e i cosi scheletrici non sono il nostro problema. Dobbiamo sbrigarci. Seguitemi.- concluse incominciando a camminare.
Subito a fianco gli furono Steve, James e Thor.
-Stark cosa hai saputo.- disse James.
-Cap, il tuo amico qui è piuttosto sfacciato!- 
-Tony, dicci cosa hai scoperto.- rispose Steve, ignorando il suo finto atteggiamento offeso.
-Va bene. E' complicato, cercate di starmi dietro: Strange è andato avanti nel tempo ed ha visto i piani della Schmidt. Non finirà bene, per nessuno di voi tre.-
Sul viso di Steve si pitturò un sorriso compiaciuto, constatando che anche questa volta, alla fine , stavano combattendo insieme.
-Devi ancora spiegarmi come conosci il dottore di Bleecker Street.- gli disse.
Tony, dentro l'armatura dove nessuno poteva osservare il suo viso, assunse un'espressione preoccupata al pensiero di farlo. Deglutì rumorosamente.
-Ve lo spiegherò, se supereremo questa faccenda.-
 
 
 
 
 
 
 

















Angolo Autrice
Ciao a tutti!!!
*si nasconde sotto la sua scrivania per la vergogna*
Vi chiedo scusa per l'immenso ritardo con cui sto pubblicando questo capitolo. Credo sia passato quasi un mese dal Capitolo 7.
Comunque si tratta di un capitolo di passaggio che lascia molti dubbi, molte domande, che verranno risolte nel prossimo.
Spero che comunque vi sia piaciuto vedere come lavorano in squadra i nostri Avengers! (Quelli non impegnati in altre missioni, ovviamente)
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Ringrazio: DianaSparks49 per aver recensito lo scorso capitolo, SaraStarkEFP per aver inserito la storia tra le preferite, Frathedreamer e Nevermore72 per aver inserito la storia tra le seguite!
Entro la fine della prossima settimana, il nono capitolo sarà a vostra disposizione!
A presto!


Rack =)




 
  
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