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Autore: Spensieratezza    13/10/2019    1 recensioni
Questa storia fa parte della serie: fiaba oscura.
In questa raccolta il ruolo di Misha sarà importantissimo e si verrà a scoprire quanto grande è il suo affetto per Jared durante la loro missione nello spazio per ritrovare i gemelli scomparsi.
Ps Jensen in questa storia non è con Jared, anche se compare nella storia per pochissimo, per questo non ho segnato lo slash nella categoria della coppia.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Fiaba oscura/ serie dei gemelli '
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Era fatta. Erano passati sei anni finalmente.

Jared aveva vissuto tanto in quei sei anni, aveva combattuto in nome della giustizia, per Jensen, anche se lui tante volte non l’aveva visto, aveva aiutato a risolvere tantissimi casi e aveva dovuto resistere alla curiosità del suo vecchio amore e a quella che ben presto si era trasformata in un’autentica ossessione.

 Quindi resistere anche alla sua voglia di catturarlo.
Era una sfida tra lui e Jensen, lo era stata sempre in quei sei anni, in cui gli era permesso tornare sulla Terra ma senza rivelarsi al suo primo, vero, ed unico amore.
Era stata una sofferenza per molti versi, ma per altri, un balsamo per lui, poterlo comunque vedere, sospirando da lontano.

 Ma poi anche quei sei anni sono passati, come passa tutto, anche il tempo.
E aveva raggiunto il fatidico pianeta.
Jared già dalla notte prima, non aveva dormito e quel giorno fu peggio.
Considerato che l’aria era respirabile e non aveva bisogno di una maschera per respirare, atterrò finalmente in quel mondo, che era così simile alla Terra.


 Si aspettava di dover tranquillizzare il suo gemello quando lo avrebbe visto, temeva reazioni inconsulte e per un attimo, ponderò il fatto di nascondere quell’assurdo colore di capelli che gli era arrivato già da un bel po'.
Viola. Aveva i capelli viola da anni ormai! Quel colore non andò più via. Gli restava da sperare che il suo gemello non fosse un tipo superstizioso, perché non era esattamente il modo migliore per presentarsi a un tizio e dirgli di fidarsi, farsi vedere con i capelli VIOLA.
Cercò di tacitare la sua coscienza, lui non era un tipo da pregiudizi, e come era giusto che gli esseri umani fossero rispettati, qualsiasi fosse il loro orientamento sessuale e qualunque fosse il colore della loro pelle, era giusto non avere pregiudizi per il colore dei capelli e poi sicuramente lui sarà sconvolto dalla sua faccia. Non starà certo a guardargli il colore di capelli!
Ciònonostante doveva essere pronto a qualsiasi svenimento da parte sua e sorreggerlo.
 
 
 
 
 
 
 
*

Jared non chiedeva niente di particolare dalla vita, desiderava unicamente andare a lavorare nel suo negozio di giocattoli, convivere con l’uomo che era per lui come un padre e con quegli assurdi poteri per tutta la vita.
Avere una vita tranquilla, insomma.
Ormai aveva rinunciato a conoscere i suoi veri genitori, chiunque lo aveva abbandonato anni e anni fa, con solo una navicella, non sarebbe mai più tornato a riprenderlo.
Gli piacevano gli anime come Dragon Ball, o telefilm come Smallville. Parlavano di alieni abbandonati con le loro navicelle ma che alla fine, venivano  a conoscenza della loro vera storia, nel caso di Superman, arrivavano addirittura persone sconosciute a reclamarsi come parenti.
In un certo senso gli dava sollievo guardare queste storie chiedendosi come avrebbe reagito lui se qualcuno dal cielo un giorno si fosse presentato a lui.
Un giorno si svegliò, sentendosi strano, guidò fino a una pianura che non credeva di conoscere, non aveva mai percorso quella strada, era deserta, ma era come richiamato da qualcosa che non sapeva spiegare, qualcosa che era dentro di lui e gli diceva di percorrere proprio QUELLA STRADA.
La percorse, salì sulla pianura, e rimase sbigottito.

Aveva ventidue anni, solo ventidue e non era preparato a quello che vide, la sua stessa immagine riflessa che lo guardava spaventata, pensò che sarebbe svenuto, o che avrebbe gridato, chi lo sa.
Non fece neanche in tempo a farlo, che la sua immagine riflessa, svenne.
“Ma che diavolo..”
Il ragazzo IDENTICO A LUI svenne, per fortuna riuscì a sostenerlo prima che cadde di schianto, facendosi male alla testa.
 

“Viola. Capelli viola.” Pensò ad alta voce accarezzandoglieli. “Per fortuna sei leggero, ragazzo violetto.” Disse, trasportandolo tra le braccia, fino alla sua macchina.






















Note dell'autrice: perdonatemi davvero per il capitolo corto, ma sto facendo uan fatica a continuare questa storia che voi non avete idea..mi ha stufato xd
meno male che siamo arrivati quasi alla fine xd ho scoperto che i missing moments non fanno proprio per me ç_ç
ma erano necessari stavolta ç_ç
   
 
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