Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: ChocoCat    15/10/2019    2 recensioni
Bastava ricordare, una manciata di giorni, sei o sette giorni fa, quell’odore. Faceva divampare ogni incendio. L’odore del primo bacio.
Partecipante al contest “Dimmi che canzone vuoi e ti dirò chi sei (quasi)" indetto da Iamamorgenstern sul forum di EFP'
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Lavanda Brown, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Partecipante al contest “Dimmi che canzone vuoi e ti dirò chi sei (quasi)" indetto da Iamamorgenstern sul forum di EFP' 

  La ballata dei cuori giovani  
 
Darling I'll bathe your skin
I'll even wash your clothes
Just give me some candy
Before I go
 
Ron si grattava il mento. Il pensiero rivolto palesemente alla strega che sedeva dall'altro lato della biblioteca gli conferiva quella smorfia grottesca. Come se non si raccapezzasse affatto di quello che gli succedeva!
Lavanda sentì il proprio saluto annegare prima di arrivare alle labbra. Strette, strettissime, le sue labbra; le morse furiosamente. Poco male, almeno saranno rosso sangue
Si sedette accanto a lui sbattendo la tracolla sulla panca; Ron sobbalzò e riemerse dai suoi turbinosi pensieri. Occhieggiava, saettando, avanti e indietro, Lavanda, Hermione, Lavanda, Hermione. Bionda e morbida, voluttuosa... marrone e ispida, fastidiosa e impossibile. Ma i suoi occhi, non sapendo mentire, continuarono a ballare un vorticoso nistagmo.
Lavanda sistemò la fascia che portava fra i capelli, si schiarì la voce e poi, tremando, socchiuse gli occhi a quello spettacolo atroce per il suo cuore così morbido. 
Fra le ciglia, Ron assunse la giusta distanza affinché lei riuscisse a ritrovare un contegno. Continuava lo stesso a intontirla con la sua vicinanza: era l’effetto di quel tepore maschile che emanava assieme al suo profumo – di ragazzo e abiti puliti. 
Non come quel giorno! Quel giorno, sapeva tutto di fango. 
Il bacio. Quel bacio. L'ovazione Grifondoro. Il ruggito dei compagni. Le labbra... e le sue, di labbra, che non sapevano più tacere l'affetto. 

Lavanda, travolta dai sentimenti, quando sentì finalmente lo sguardo del ragazzo su di sé tornò a respirare e riaprì gli occhi. Quell’odiosa morsa, che portava il nome babbano Granger, scomparve. Uno strano groviglio prese il suo posto, nuovo e palpitante di una vibrazione che ricordava le fusa di un gatto. 
"Ti ho portato del succo."
"Grazie, ehm. Sei... dolcissima."
Ron aveva scelto le parole con cura, ma gli erano uscite rotolando dalla bocca, incespicando sulla lingua, come se non le controllasse, impacciato, virile, timido e inesperto. Sentiva un punto, anzi, un organo intero, di sé, pulsare pericolosamente. Lavanda lo sapeva, d’istinto, come lo sanno le ragazze.
Si scostò i capelli biondi e lunghi dal viso e li portò tutti su una spalla, esponendo la nuca, offrendogli un sorriso di miele.
"Anche tu lo sei, Ron."
No, non lo era.
Il chiacchiericcio scolastico la diceva lunga. Io lo so cosa c'è scritto su tutti i muri.

Forse l'involucro. Gli occhi brillanti, le lentiggini, l'altezza... cosa, in lui, l'aveva strapazzata a tal punto da renderla così vulnerabile? Si sentiva così pazza, così sofferente che avrebbe potuto fare qualsiasi cosa per far si che lui guardasse lei e lei soltanto.
 
Ron, in preda alla frenesia dell'amore ligneo più verde e più ignaro, azzardò una carezza sulla sua guancia, come a raccoglierle il viso in una sola mano. Le guance rotonde chiamavano un contatto armonioso, il gesto era sincero, ma in cuor suo Lavanda non lo sapeva, e fremeva di un terrore che lui non poteva nemmeno immaginare.
 
Un germoglio d’amore sbagliato pulsava e cresceva, storto e pallido come solo il principio di una vita... in lei fioriva nel petto, mentre in lui si aggrovigliava e riempiva di rovi nel profondo dei lombi. Lavanda cedette, tenera e fragile, avvicinando il viso al suo e lasciandosi guardare negli occhi.
Ron arrossiva sempre quando succedeva che gli sguardi s'incontrassero. I suoi sentimenti, nati dalla vittoria sul campo e ancora incerti nei loro passi, erano violenti e divampavano ardenti senza un padrone a comandarli. In un attimo, per colmare un vuoto consistente, un desiderio inespresso, quella distanza gigante, lui si abbandonò sulle sue labbra in preda a un languore più forte della timidezza.
Sentiva solo che era giusto, in quel momento, annaspare in un collo profumato, nel desiderio di una ragazza così dolce. Il suo corpo esprimeva consenso unanime con ogni fibra. Lavanda era, senza dubbio, il miele per lui. Non poteva resistere, non aveva barriere o protezioni funzionanti. Non ancora, ma le fiamme non lo sapevano, e giovani, potentissime, bruciavano tutto. 
Tuttavia, quando dietro la porta sbattente si allontanava la scia offesa di quell’odore familiare – il suo naso lo riconosceva fra mille– qualcosa di viscido gli si rovesciava addosso e lo faceva vergognare come un ladro. Succedeva ogni volta. Si sentì piccolo piccolo e quelle sensazioni piacevoli, la goduria e la gioia, scomparivano tutte.
Lavanda, perché il corpo non sa mentire, soprattutto non quello di Ron, lo percepiva, quel cambiamento. Anche se non voleva, anche se era debole e durava un attimo, perché bastava far scivolare la lingua fra il labbro superiore e i suoi incisivi per catturare di nuovo tutta la sua attenzione. Era così facile. Il controllo, nonostante il terrore, e la morsa Granger, e la dolcezza mancata di Ron, ce l’aveva lei. La carne di lui era tanto debole, finché si lasciava dominare dal fuoco nel ventre.
 
E, tuttavia, quel profumo adorabile, così familiare, non voleva scomparire del tutto, non lasciava il debito spazio ai piaceri… la morsa Granger, per Ron, si chiamava ancora solo con un nome: rabbia. Hermione lasciò la biblioteca in un turbine di vesti scure, mentre il rumore dei suoi passi rimbombava nel silenzio. 
Adesso sarebbe stato più facile. Lavanda si rilassò un poco. Ron, inconsapevole, recepì il messaggio. Anche lui si sentiva meglio. Che strano. Via quel fastidio, via la morsa Granger, via la rabbia. Bastava ricordare, una manciata di giorni, sei o sette giorni fa, quell’odore. Faceva divampare ogni incendio. L’odore del primo bacio. Per il momento… i baci si perdevano nel tempo, e loro non ricordavano nient’altro, in quei momenti beati, che il fango.
 
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ChocoCat