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Autore: Teo5Astor    23/10/2019    15 recensioni
Un mistero accomuna alcuni giovani della Prefettura di Kanagawa, anche se non tutti ne sono consapevoli e non tutti si conoscono tra loro. Non ancora, almeno.
Radish Son, diciassettenne di Fujisawa all'inizio del secondo anno del liceo, è uno di quelli che ne è consapevole. Ne porta i segni sulla pelle, sul petto per la precisione, e nell'anima. Considerato come un reietto a scuola a causa di strane voci sul suo conto, ha due amici, Vegeta Princely e Bulma Brief, e un fratello minore di cui si prende cura ormai da due anni, Goku.
La vita di Radish non è facile, divisa tra scuola e lavoro serale, ma lui l'affronta sempre col sorriso.
Tutto cambia in un giorno di maggio, quando, in biblioteca, compare all'improvviso davanti ai suoi occhi una bellissima ragazza bionda che indossa un provocante costume da coniglietta e che si aggira nel locale nell'indifferenza generale.
Lui la riconosce, è Lazuli Eighteen: un’attrice e modella famosa fin da bambina che si è presa una pausa dalle scene due anni prima e che frequenta il terzo anno nel suo stesso liceo.
Perché quel costume? E, soprattutto, perché nessuno, a parte lui, sembra vederla?
Riadattamento di Bunny Girl Senpai.
Genere: Mistero, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: 18, Bulma, Goku, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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36 – La lettera misteriosa
 
 
Possiamo incontrarci domani dopo la scuola alla spiaggia Shichirigahama?” leggo di nuovo, mentre entro in casa e mi siedo sul divano, con la testa che sembra improvvisamente esplodermi. Insieme al mio cuore, che batte decisamente troppo forte. Sarà il panico, sarà che non me l’aspettavo. Sarà anche per quello che ho provato per lei. Per come è sparita senza lasciare tracce.
Rileggo la firma, e non posso che restare di nuovo pietrificato davanti a quello che vedo.
«”Videl-san”» leggo ad alta voce. Questa cazzo di lettera è stata scritta da Videl-san! Cosa dovrei fare adesso?! Merda, che casino…
Se si è firmata col “-san” finale non può essere la ragazzina delle medie che abbiamo conosciuto di recente e che si chiama anche lei Videl Satan! Eppure… eppure come fa Videl, la Videl che conoscevo io e che ora ha diciotto anni, a sapere dove abito?! E perché la busta non è stata spedita, non avendo nemmeno il francobollo attaccato?! È venuta lei qui personalmente a imbucarla nella mia casella postale?!
«Tutto bene, fratellone?!» mi domanda Goku, osservandomi perplesso e ridestandomi dai miei mille pensieri. Ha ripreso ad indossare la sua felpa col cappuccio a forma di tirannosauro.
«Sbaglio, o è da un bel po’ che Videl-chan non si fa viva?!» gli chiedo, alzandomi e cominciando a frugare tra alcuni foglietti sul tavolino all’ingresso. «Ci aveva lasciato il suo numero di casa, no?»
«Sì, dovrebbe essere lì, l’aveva scritto lei. Anche Goku-kun è preoccupato!» risponde, mentre trovo finalmente il numero di telefono della Videl dodicenne e comincio a comporlo.
Suona libero, ma non risponde nessuno.
«Anche Beerus sente la sua mancanza…» riprende Goku mestamente, prendendo in braccio il più piccolo dei nostri gatti e sollevandolo verso l’alto.
«Vedrai che starà bene, sarà andata via coi suoi, magari» provo a rassicurarlo, sempre più convinto che la Videl-san che ha scritto il biglietto trovato nella casella della posta non possa che essere la Videl Satan che è stata il mio primo amore due anni e mezzo fa. «Metti giù il gatto, sembri Rafiki quando “battezza” Simba!» aggiungo, facendolo ridere. Mi ha fatto tornare in mente Il Re Leone vederlo in quella posa.
Ma la mia testa torna subito a frullare vorticosamente intorno a questa lettera che ho appena trovato. Provo sentimenti contrastanti perché non so cosa dovrei fare. Vorrei coinvolgere Lazuli in questa cosa, ma non voglio farla preoccupare inutilmente. Non provo più nulla per Videl, ma sento il bisogno di avere delle risposte da lei per chiudere definitivamente quel capitolo della mia vita.
 
 
16 ottobre
 
«Dimmi una cosa, Bulma…» chiedo alla mia amica, seduto davanti a lei nel laboratorio di scienze della scuola, mentre versa un liquido scuro in una provetta stando attenta a misurarne la giusta quantità.
«Seriamente, Son-kun… con questa, quante volte sono?» mi interrompe, sospirando e guardandomi negl’occhi.
«Mi spiace deluderti, ma stavolta non c’entra la Sindrome della Pubertà» sbuffo, guardandola di sbieco. «Anche se forse potrebbe esserci un vago legame, non so. Ho ricevuto questa lettera da parte di Videl-san» le spiego, consegnandole il biglietto che ho trovato nella posta.
«Quando sarebbe questo “domani” in cui vuole vederti?»
«Oggi…».
«Ne hai parlato con Lazuli-san? Siete venuti a scuola insieme stamattina, no?» mi chiede, ridandomi il biglietto e regalandomi un’occhiataccia.
«Ehm… non gliel’ho detto…» ammetto, distogliendo lo sguardo dal suo.
«Quindi sei qui per chiedermi come tradirla senza che ti scopra?!» sibila, avvicinandosi a me e tirandomi i capelli per costringermi a guardarla in faccia. «Beh, non mi va».
«Ahia!» mi lamento, scuotendo la testa finché riesco a liberarmi. «Ma ti pare che la voglio tradire?!» sbotto, mentre Bulma accenna un ghigno e tira fuori dalla tasca il telefono.
«Guarda che lo sapevo già, scemo di uno scimmione» ridacchia Bulma, cominciando a digitare qualcosa.
«Sei cattiva, però…» sbuffo.
«Allora perché non le hai detto niente?»
«Secondo te quale sarebbe il modo giusto per farlo?» le chiedo di rimando, fissandola nei suoi occhi azzurri che mi scrutano con fare indagatore.
«Non lo so. So solo che è strano vederti preoccupato di fare una cosa nel modo giusto, di solito la fai e basta. E di solito non sbagli» risponde, continuando a scrivere sul cellulare. «In casi normali saresti corso da lei a dirglielo, sperando di essere sgridato o picchiato come premio, dato che sei un maiale masochista».
«Per che razza di essere mi hai preso, Bulma?! Avrei fatto meglio a starmene zitto…» sbuffo. «È che… come dire… mi sembra scorretto. Non voglio far preoccupare Là per niente, non provo più nulla per Videl».
«In che senso, ti sembra scorretto?» riprende a guardarmi Bulma, dedicando finalmente un po’ di attenzione a me e non al suo cellulare. Cazzo, mi sembra quasi di parlare con Lunch quando l’avevo appena conosciuta!
«Se i nostri ruoli fossero invertiti e lei mi dicesse che vorrebbe incontrare il suo primo amore, sono sicuro che non lo sopporterei. Che ne soffrirei un casino, anche se mi fido ciecamente di lei» ammetto, mentre lei riprende a scrivere sul telefono.
«Lazuli-san non è quel genere di persona, anche se è molto gelosa. E tu lo sai meglio di me» mi rincuora. «È una ragazza intelligente. Molto più di te, scimmione. Lei affronta i problemi di petto e non abbassa mai la testa».
«Già…» sospiro, accennando un sorriso e guardando fuori dalla finestra. «Piuttosto, cosa stai trafficando col cellulare? È Prince?»
«No, ma adesso credo che andrò a cercarlo» risponde, prendendo in mano alcuni fogli e dirigendosi verso la porta, lasciandomi attonito. «Non mi va di sorbirmi tutta la storia, così ho fatto un riassunto delle tue parole e l’ho inviato alla diretta interessata» mi sorride soddisfatta.
«Tu… cosa?!» sbotto, alzandomi.
«Dovrebbe essere qui a momenti… anzi, eccola!» cinguetta Bulma, mentre Lazuli entra nel laboratorio di scienze. «Beh, divertitevi!»
«Ti ringrazio per avermi avvisata, Bulma» le sorride Lazuli, allungando il pugno chiuso verso di lei.
«Non c’è di che, Lazuli-san» le sorride a sua volta Bulma, battendo il pugno contro il suo. «Bye bye» aggiunge, uscendo e chiudendosi la porta alle spalle.
Da quando si comportano così queste due?!
«Dimmi una cosa, Rad» esordisce freddamente la mia ragazza, fulminandomi col suo sguardo di ghiaccio e piazzandosi davanti a me con le braccia incrociate sotto il seno.
«Sì…» sussurro, abbassando la testa e appoggiando le mani sulle ginocchia. Mi sembra di sprofondare in questo dannato sgabello su cui sono seduto.
«Pensi di riuscire a tornare a casa per le sei?» mi chiede dolcemente, sorridendo e lasciandomi spiazzato.
«Eh?!»
«Verrò a casa tua alle sei, così stiamo un po’ insieme e cucino io, dopo. Ultimamente ti ho un po’ trascurato per colpa del lavoro».
«S-sì, sarò già a casa per quell’ora…» sbiascico, sgranando gli occhi per la sorpresa. «E comunque non mi hai trascurato, non dirlo nemmeno per scherzo!»
«Mi sei mancato, scemo» sorride di nuovo, accarezzandomi una guancia. «Non vedo l’ora delle sei, così vorrà dire che avrai sistemato questa cosa una volta per tutte e potremo passare una bella serata» aggiunge, distogliendo lo sguardo dal mio.
È ovvio che ne soffre, anche se non vuole darlo a vedere. Come potrei non amarla?!
«Sei… sei gentile, Là. Lo apprezzo tanto… e ti amo» farfuglio, mentre lei si volta di nuovo in mia direzione e indurisce improvvisamente lo sguardo, appoggiando le mani sui fianchi.
«Beh, speravi che mi ingelosissi?! Che ti picchiassi?! Che ti dicessi di non andare da quella… da quella là?!» sbotta, alzando il tono della voce.
«Ecco… sì…» ammetto.
«Non so bene come dirlo…» sospira lei, lasciandosi cadere le braccia lungo i fianchi e distogliendo lo sguardo dal mio. «Ma anch’io vorrei saperne di più su quella ragazza» aggiunge, arrossendo lievemente. «Io… io non sopporto che lei ci sia stata e io no, quando tu avevi bisogno. Ma le sono grata di averti aiutata, anche se odio sentirla aleggiare su di noi come un fantasma» prosegue a denti stretti. «E vorrei anche sapere che legame c’è tra Videl-san e Videl-chan, me lo chiedo da quando abbiamo conosciuto quella ragazzina».
«È per questo che me la fai passare liscia?»
«Per questo, ma anche perché… perché lei ti ha aiutato quando tu ne avevi più bisogno! Anche se… beh, sì, anche se è stata una stronza ad andarsene senza dare spiegazioni» sbotta, senza guardarmi. «Voglio che tu chiarisca definitivamente quello che provi per lei, se senti ancora qualcosa per lei al di là di quello che dici» aggiunge, prima di tornare improvvisamente a fissarmi negli occhi, abbassandosi leggermente in mia direzione. «Non che la cosa mi entusiasmi, sia ben chiaro. Anzi» prosegue, gelida, prima di stringermi il naso tra le sue dita e torcerlo. «Guai a te se ti azzardi a sfiorarla e poi mi racconti delle bugie. Saresti un uomo morto».
«Ahia, basta!» protesto, liberandomi dalla sua morsa. «Ho capito, ho capito!»
«Beh, hai qualcos’altro da dire?!» incrocia di nuovo le braccia sotto il seno Lazuli, guardandomi di sbieco. Adoro quando prova a fare la dura.
Le regalo un sorriso sghembo, prima di alzarmi di scatto dallo sgabello e correre verso la finestra.
«Lazuli Eighteen! Ti amooo!» sbraito, dopo aver spalancato la finestra, facendo voltare in mia direzione alcuni studenti che stavano camminando in cortile.
«S-smettila! È imbarazzante!» urla Lazuli, correndo verso di me e afferrandomi per il colletto della camicia da dietro, strangolandomi e facendomi arretrare di qualche passo, mentre la gente attonita mi guarda con gli occhi sgranati. «S-scemo! Mi fai vergognare!» grida, paonazza, sbattendo la finestra e incenerendomi con lo sguardo, mentre stringe i pugni così forte da farsi sbiancare le nocche. È tremendamente a disagio. Ed è terribilmente adorabile.
«Ci sono altri modi meno imbarazzanti per dimostrarmi la tua fedeltà, scemo!» ringhia, puntandomi il dito indice sul petto e spingendomi.
«Preferisci così?» le domando con voce roca, afferrandole il polso e tirandola verso di me, prima di baciarla avidamente.
«Spiegami… spiegami perché dovrei baciare il mio ragazzo che sta per andare a incontrare la sua vecchia fiamma!» sibila, dopo qualche secondo di fuoco, puntando entrambe le mani sul mio petto e allontanandomi da lei.
«Perché mi hai dato tu il permesso di andare…» sussurro, accennando un sorriso e provando a baciarla di nuovo, ottenendo però una manata in faccia in tutta risposta.
«Sì, ma sono due cose diverse…» ribatte, imbronciata. È stupenda quando fa l’offesa. Davvero.
«Forse dovresti baciarlo perché ti ama più di sé stesso e non gliene frega più niente della sua vecchia fiamma…» le dico sottovoce, prima di provare ad azzerare di nuovo le distanze tra noi.
Lei accenna un sorriso, mi lascia fare. Si stringe a me, come se non mi volesse più lasciare andare.
Mi stringe, e io la stringo forte, mentre ci diamo il bacio più dolce che potessimo darci in un momento come questo.
 
«Allora ci vediamo dopo a casa» mi saluta Lazuli fuori da scuola al termine delle lezioni pomeridiane, guardandomi per un istante con aria minacciosa, prima di accennare un sorriso e sistemarsi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
«Arriverò prima delle sei» le sorrido a mia volta, prima che un ragazzino rasato e decisamente basso si avvicini titubante a me.
«E-ehm…» farfuglia a testa bassa, mentre io e Lazuli lo scrutiamo senza capire cosa voglia da noi. Indossa la divisa della scuola media uguale a quella di mio fratello e ha uno zaino sulle spalle.
«Hai bisogno di qualcosa?» gli domando, perplesso.
«T-ti ricordi di me?» domanda timidamente, tornando a guardarmi.
«Uhm… no, mi spiace» allargo le braccia.
«Ecco… sono Crilin Kurinin, un amico d’infanzia di Goku-kun» mi spiega, mentre Lazuli solleva impercettibilmente un sopracciglio e lo scruta con aria sospettosa.
«Tu… un amico di mio fratello?!» esclamo, sorpreso. «Perché sei qui? Cosa vuoi da lui?»
«Senti, Rad…» mi tranquillizza Lazuli, appoggiando una mano sul mio avambraccio e facendomi voltare verso di lei, mentre Crilin abbassa la testa, visibilmente a disagio. «Perché non andate a parlare con calma in un posto più tranquillo?» propone, data la delicatezza dell’argomento e la presenza di valanghe di studenti che continuano a passare accanto a noi uscendo da scuola.
«Scusate tanto!» interviene Crilin, chiudendo gli occhi e inchinandosi davanti a noi. «Non volevo disturbarvi venendo qui all’improvviso!»
«No, ma guarda che non ci sono problemi» gli sorrido, prima di guardare Là nei suoi occhi di ghiaccio per qualche istante. Lei accenna un sorriso, per poi scuotere leggermente la testa.
«Hai già capito?» le domando. «Scusami Là, non avrei mai voluto chiedertelo…» sospiro.
«Certo che ho capito, stupido…» sbuffa lei, senza smettere di sorridermi. «Vado io dalla tua amichetta a sentire cosa vuole, va bene? Tanto dovrei riconoscerla facilmente, se è davvero uguale a Videl-chan…».
«Sei un tesoro, Là… non so come farei senza di te…» le sorrido.
«Ovvio che lo sono, come è ovvio che saresti allo sbando senza di me…» sospira, allargando le braccia e incamminandosi da sola lungo la strada.
«Non picchiarla, però, mi raccomando! Fai la brava!» ghigno, in tono scherzoso.
«Non garantisco niente» mi risponde freddamente, voltandosi però un’ultima volta per farmi l’occhiolino.
 
«Sono mortificato. Avevi altri impegni, vero?» mi domanda Crilin, imbarazzato, chinando di nuovo la testa mentre siamo seduti al tavolino di un bar dove ci siamo fermati per parlare con maggiore calma.
«Non preoccuparti. Se è una cosa che riguarda mio fratello, ha la precedenza su quello che avevo da fare» gli sorrido, bevendo un sorso della spremuta d’arancia che ho ordinato. «Piuttosto, come hai scoperto quale scuola frequento?»
«Ho… ho visto la tua foto su una rivista e ho riconosciuto l’uniforme che indossavate tu e Lazuli Eighteen» farfuglia, visibilmente a disagio. «Scusa se sono stato inopportuno, ma era da tempo che volevo mettermi in contatto in qualche modo con tuo fratello».
«Ah, quella foto è finita addirittura su una rivista?!» sbuffo, scuotendo la testa. «Perché cerchi Goku?»
«In questi due anni e mezzo ho provato a dimenticare, ma non ce l’ho fatta» mi spiega con voce tremante, stringendo forte i pugni e abbassando la testa. «Goku-kun deve aver passato le pene dell’inferno e io non sono stato capace di muovere un dito per lui. Poi, quando vi siete trasferiti, non ho più saputo come provare a mettermi in contatto con lui».
«Hai qualcosa a che fare con gli episodi di bullismo di cui è rimasto vittima?» gli chiedo, fissandolo intensamente nei suoi piccoli occhi neri, che non riescono a sostenere il mio sguardo per più di pochi secondi.
«N-no! No, davvero! Io sono un suo amico d’infanzia, ma non eravamo nella stessa sezione a scuola!» si giustifica. Mi sembra sincero, non mi immagino certo così un bullo. «La questione bullismo divenne un serio problema nella nostra scuola dopo i fatti che coinvolsero tuo fratello».
«In che senso?»
«Il gruppetto di bulli che l’aveva preso di mira, cominciò a fare lo stesso con altri ragazzi e ragazze, che smisero di venire a scuola» risponde mestamente. «Alla fine i professori decisero di intervenire seriamente e il preside allontanò dalla nostra scuola i responsabili».
«Capisco…».
«Tuttavia, io non ho fatto nulla per Goku-kun. Non gli sono stato di alcun aiuto… mi sono limitato a preoccuparmi».
«Non devi sentirti in colpa» gli sorrido, provando a rassicurarlo. «È successo tutto molto in fretta e tu potevi fare ben poco da un’altra classe. Sai, anch’io penso spesso che avrei voluto e potuto aiutarlo di più in quei momenti…».
«Ecco… ora sta bene?»
«Sì, sta bene. Non devi preoccuparti per lui» gli spiego. «Anche se adora così tanto stare in casa che non esce mai».
«Non posso vederlo?»
«Ho paura che lo metteresti in difficoltà…» sospiro. «È complicato… magari tra un po’ di tempo».
 
«Scusa il ritardo, Là» le sorrido, dopo averla raggiunta nella spiaggia semideserta dove mi aveva dato appuntamento Videl.
«Che fine ha fatto quel ragazzino pelato?» mi domanda, annoiata, smettendo di disegnare distrattamente sulla sabbia con un pezzo di legno trascinato a riva dalla marea e rialzandosi.
«L’ho accompagnato in stazione» le spiego.
«Bene, allora io me ne vado a casa… sono stufa» mi liquida, lasciando cadere il legnetto che aveva in mano e passandomi davanti.
«Aspetta, Là!» le vado dietro, afferrandole una mano per fermarla. «Vengo con te!»
«Non aspetti quella Videl-san? Guarda che non si è ancora fatta vedere…» sbuffa, voltandosi appena.
«Si sta facendo tardi, dubito che aspettarla ancora abbia senso» rispondo, guardandomi intorno. «E poi sarei in ogni caso venuto via più o meno a quest’ora, avevamo appuntamento alle sei io e te. O sbaglio?» sorrido, scorgendo un bagliore illuminare i suoi occhi di ghiaccio.
«Decidi tu» fa spallucce, fingendo che non gli importi nulla di tutto questo. «Se va bene a te fare così, allora va bene anche a me».
«Uhm… aspetta, magari le lascio un messaggio, nel caso dovesse arrivare» esclamo, correndo a recuperare il pezzo di legno con cui stava disegnando Lazuli sulla sabbia e cominciando a scrivere un messaggio a caratteri cubitali, sempre sulla sabbia, in modo che possa essere visibile dall’alto. Infatti, la spiaggia Schichirigahama è piccola e ha un solo accesso dall’alto tramite una scalinata. E io voglio che questo messaggio sia ben leggibile, appunto, dall’alto della scalinata.
«Allora? Si capisce quello che ho scritto?» chiedo a Lazuli, dopo averla raggiunta in cima alle scale di pietra, dove mi aveva preceduto.
«Ho trovato una ragazza fantastica» legge ad alta voce lei. «Firmato Radish» aggiunge, con la voce che trema leggermente per l’emozione che non riesce più a nascondere dietro la sua consueta freddezza. I suoi occhi mi sembrano lucidi, mentre accenna un sorriso.
 
«Fratellone! Fratellone!» esclama Goku, correndo in camera mia con le mani nascoste dietro la schiena, mentre sto lanciando sul letto la camicia che mi sono appena sfilato.
«Se hai fame, devi aspettare ancora un po’» sospiro. «Lazuli ha fatto un salto a casa sua a farsi una doccia, ma dopo verrà qui e cucinerà lei».
«Lazuli-san è una cuoca provetta, Goku-kun non vede l’ora!» ribatte felice. «Ma, prima di questo, Goku-kun ha un annuncio importante da fare! Da-dannn!» aggiunge, mostrandomi orgoglioso il quaderno che gli avevo regalato io dopo il ricovero in ospedale, aprendolo davanti ai miei occhi per mostrarmi quello che ha scritto.
«Obiettivi di Goku-kun per quest’anno» leggo ad alta voce. «Che cos’è?»
«Gli obiettivi che Goku-kun vuole raggiungere entro la fine dell’anno, no?!»
«Uscire di casa col fratellone. Fare una passeggiata col fratellone. Spassarsela in spiaggia col fratellone» comincio a leggere, osservando stupito l’elenco che ha stilato. «Vuoi spassartela?»
«Certo! Goku-kun se la spasserà!»
«Prendere il treno col fratellone. Comprare i panini alla crema per Lazuli-san col fratellone. Comprare un regalo a Chichi-chan col fratellone» riprendo a leggere. «Perché vuoi fare un regalo a Chichi?» gli chiedo, sorridendo sghembo.
«P-perché di sì!» sbotta, imbarazzato, facendomi ridere.
«Per curiosità, esiste anche qualche obiettivo che non preveda il mio coinvolgimento?»
«Certo che c’è! Basta girare la pagina!» esclama, mostrandomi orgoglioso gli altri obiettivi che si era appuntato.
«Rispondere a una telefonata che non sia del fratellone» leggo, sorridendo. «In qualche modo però c’entro ancora io, no?»
«Non è vero! Vai avanti a leggere, fratellone!» protesta, offeso.
«Andare a vedere uno spettacolo di Chichi-chan e Lazuli-san dal vivo» continuo. «Ne saranno di certo felicissime!»
«Goku-kun ci tiene tantissimo a vedere Chichi-chan che canta, lei è la migliore! E poi Goku-kun vorrebbe anche partecipare a un evento in cui c’è Lazuli-san!» proclama, alzando il pugno chiuso verso l’alto. «Loro hanno sempre voluto bene a Goku-kun!»
«Allora ci andremo insieme, quando sarà il momento» lo rassicuro, prima di incupirmi un po’ leggendo l’ultimo obiettivo che si è prefissato. «Andare a scuola».
Già, la scuola. Il luogo da dove ha avuto inizio il suo, e il nostro, inferno.
«Cosa ne pensi, fratellone?!»
«Non ti sarai prefissato fin troppi obiettivi? Mancano solo due mesi e mezzo alla fine dell’anno» gli ricordo.
Aver letto che vuole tornare a scuola mi rende orgoglioso, ma mi riempie anche di paura. Se avesse una ricaduta? Se non fosse pronto? Se perdesse di nuovo la memoria?
«In ogni caso, passare dal rispondere al telefono all’andare a scuola è un salto troppo grande» gli spiego. «Ti ci vuole almeno un altro obiettivo in mezzo, oltre al voler andare a vedere uno spettacolo di Là e Chì. Hai bisogno di abituarti alla gente prima di pensare alla scuola» aggiungo, serio. «Vedi di non strafare».
«Urca… hai ragione, fratellone…» sospira deluso Goku, guardando di nuovo quello che ha scritto. «In effetti, già solo uscire di casa sembra molto difficile a Goku-kun. E agli spettacoli di Chichi-chan e Lazuli-san ci sarà tantissima gente».
«Pensiamo a un altro obiettivo più semplice, che ti faccia però venire voglia di uscire di casa» gli propongo, sorridendogli e appoggiando entrambe le mie mani sulle sue spalle. Mi spiace vederlo improvvisamente così triste, solo pochi secondi fa era pieno di entusiasmo! Ma non potevo illuderlo, è giusto che abbia coscienza delle difficoltà che dovrà affrontare in questa strada che ha deciso di intraprendere.
«Ad esempio?»
«Vediamo…» ci penso su, finché il suo cappuccio a forma di tirannosauro mi dà l’idea giusta. «Tipo andare a vedere i dinosauri al Parco della Preistoria!»
«I dinosauri?! E sono giganti come quelli veri?!» grida, tutto esaltato.
«Certo, sono riproduzioni a dimensioni reali! E poi ci sono anche degli animali veri nei loro habitat».
«Goku-kun vorrebbe tanto vedere i dinosauri! Lo sai che piacciono anche a Chichi-chan?! Eh, lo sai, fratellone!» comincia a saltellare, prima di rimettersi a scrivere sul quaderno.
«Sì… sì…» gli sorrido. «Allora andrai anche con lei, quando avrai imparato».
«Urcaaa! Goku-kun non vede l’ora di dirglielo!» esclama, mostrandomi poi il quaderno su cui ha aggiunto questo nuovo obiettivo.
«Andare a vedere i dinosauri col fratellone» leggo ad alta voce. «Bravo, Goku. Sono fiero di te» gli sorrido, scompigliandogli i capelli con la mano. «Ma vedi di non strafare, mi raccomando».
«Non preoccuparti, fratellone! Goku-kun diventerà sempre più forte!» esclama, correndo verso camera sua, mentre Balzar e Beerus lo osservano perplessi. «Goku-kun ha tanta voglia di uscire!»
 
«Urcaaa! Lo spezzatino di soia al curry e tofu di Lazuli-san è sempre il migliore!» esclama felice Goku, seduto a tavola con me e la mia ragazza. Ha ragione, anche stasera Lazuli si è superata, ed è bello festeggiare con un piatto così buono l’annuncio che ha fatto poco fa mio fratello di voler provare a reagire alle sue paure che lo attanagliano ormai da due anni e mezzo.
«Mangia piano, sembri una bestia» lo rimprovero, osservandolo mangiare con foga.
«Anche tu stai mangiando come un porco, quindi non rimproverare tuo fratello se fai di peggio» interviene la mia ragazza in tono distaccato, senza nemmeno degnarci di uno sguardo. «Comunque è impegnativo cucinare per voi due, siete dei pozzi senza fondo…» sospira. «La prossima volta farò cucinare Chichi, le va bene che stasera aveva le prove».
«Già, è un peccato che non ci sia anche Chichi-chan stasera!» bofonchia Goku, con la bocca piena. «Però tu sai preparare cose buonissime, Lazuli-san! Oltre a recitare, sei fantastica anche a cucinare. Chichi-chan sa meno ricette!»
«Smettila di adularla, Goku…» ghigno, ricevendo in cambio un’occhiataccia da parte della mia ragazza.
«Invece fa bene ad adularmi, dovresti farlo più spesso anche tu» mi dice, gelida, puntandomi minacciosa una bacchetta con cui stava mangiando all’altezza della faccia. «Tuo fratello è un Son più intelligente di te, a quanto pare».
«E va bene, mia regina. Sei una chef di una bravura allucinante, non sei solo bellissima. Sono un ragazzo fortunato» le sorrido, sollevando ritmicamente le sopracciglia.
«Ecco, così va meglio. Hai visto come si addomestica facilmente il tuo fratellone, Goku-kun?» sorride a Goku. «Comunque, vedrai che con un po’ di pratica anche Chichi diventerà brava come me a cucinare! E anche voi due potreste imparare, se solo vi impegnaste un po’ di più».
«Ma a Goku-kun piace mangiare!» esclama Goku, facendo ridere Lazuli. «Anche per te è così, vero fratellone?!»
«Già…» sorrido, mentre lo squillo del telefono di casa fa sobbalzare mio fratello sulla sedia.
Appoggio le bacchette accanto al mio piatto e mi alzo per andare a rispondere.
«È Videl-chan» dico a Lazuli, dopo aver letto sul display il suo nome abbinato al numero che ho nel frattempo registrato. Lei mi scruta intensamente attraverso i suoi occhi di ghiaccio, smettendo di mangiare e appoggiando le bacchette accanto al suo piatto.
Non è strano che torni a farsi viva proprio oggi?! Certo che è strano…
Deglutisco il nulla, mentre lo sguardo di Lazuli si fa sempre più profondo e Goku continua a mangiare felice. Sollevo la cornetta.
«Pronto? Casa Son».
 
 
 
 
 
 
Note: bene, immagino che mi odierete anche stavolta per aver chiuso il capitolo così. Cosa vorrà la Videl dodicenne al telefono? E perché la Videl diciottenne non si è fatta viva all’appuntamento? Complimenti a chi aveva indovinato che era lei l’autrice della lettera, tra l’altro. Chissà cosa voleva dire a Radish e come ha fatto a sapere dove vive… è un mistero dietro l’altro questa ragazza, dannazione! ;-)
Per il resto, spero vi siano piaciuti gli obiettivi che si è prefissato Goku: riuscirà davvero a realizzarli?
Spero anche che vi abbia divertito l'intesa che si è creata tra Lazuli e Bulma, a me sono piaciute molto! In tutto questo ha fatto il suo esordio Crilin, un amico d’infanzia che Goku non può ricordare avendo perso la memoria… solo che Rad ha preferito restare sul vago con lui.
Vi sarebbe piaciuto un confronto diretto tra Là e Videl? Dite che si incontreranno mai? Non so cosa ne verrebbe fuori, onestamente! ;-)
 
Un grazie speciale a chi mi lascia sempre un commento e un incoraggiamento, a chi continua ad apprezzare questa storia e a chi vuole bene a questi personaggi anche leggendo in silenzio. Siete la mia forza, è bello sapervi lì!
Vi lascio due bellissime immagini di Lazuli e Videl realizzate da Yoann Le Scoul. Del resto si sono sfiorate in questo capitolo, magari in futuro vedremo disegni di loro due insieme. Chissà. ;-)
 
Il prossimo capitolo si intitola “La missione di Goku”, quindi succederanno tante cose, oltre al fatto che sentiremo il contenuto della telefonata misteriosa. Avranno tanto ruolo Lazuli e Chichi, ci sarà spazio per Lunch, per il ritorno di Mai e per i nostri Vegebul. E poi, vi ricordate che Là aveva chiesto alla sua manager di poter lavorare insieme a Chì? Ecco, aspettatevi qualcosa di speciale da questo punto di vista, con tanto di bellissimo disegno realizzato dalla nostra Sapphir Dream! Un’immagine a cui sono molto legato e che non vedo l’ora da tanto tempo di mostrarvi!
 
Grazie mille, a mercoledì prossimo!
Teo
 
 

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