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Autore: laurakovac    26/10/2019    6 recensioni
Elisabeth Hutton è diventata la signora Price.
Si divide tra la vita di mamma, moglie e quella di calciatrice della squadra femminile dell'Amburgo.
Ma ha ancora un sogno da realizzare. Vedremo se ci riuscirà.
Sequel di "Due anime e un pallone", la cui lettura però non è indispensabile.
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Stringi tra le mani quella maglia, ha il numero 10 come tuo cugino e sopra il tuo nome.
Ti sei impegnata tanto e alla fine hai raggiunto il tuo obiettivo, sono orgoglioso di te.
Molto orgoglioso.
Dopo aver avuto le nostre bambine, sei tornata ad allenarti con impegno e sei entrata nella squadra femminile dell’Amburgo.
E poi il tuo sogno: la nazionale.
Con costanza, hai superato le selezioni ed ora eccoti qui a stringere la maglia tanto agognata.
Ricordo ancora quel giorno di due mesi fa.
 
Benji era appena tornato dall’ultima partita di campionato. Avevano vinto lo scudetto. Stava rientrando a casa per riabbracciare sua moglie e le sue bambine.
Nel momento in cui aprì la porta, 4 piccoli piedini si mossero incerti verso di lui. 
"Papà.."
"PA.. PA.."
Si inginocchiò per poter accogliere Miriam e Alicia tra le sue braccia.
"Amori mieiii" Rose, la governante, seguiva attenta da dietro le bambine.
Miriam, stesso carattere di Eli, rubò il cappellino al padre, cercando di indossarlo. 
La sorellina si mise a ridere.
"Dov’è la mamma?"
Puntarono il loro dito in sincrono, entrambe rivolte verso la porta finestra che si affacciava sul giardino,
Diede le gemelle a Rose che le condusse in cucina.
Uscì sul patio.
Scorse una figura femminile, girata di spalle, verso la porta del campo da calcio che tempo prima, aveva fatto costruire.
Era Elisabeth.
Avanzò verso di lei, costringendola a voltarsi, notò che aveva gli occhi lucidi.
In un primo momento la osservò smarrito, ma poi si accorse che stava stringendo tra le mani una maglia blu.
Era la maglia della nazionale.
Elisabeth si aprì in un meraviglioso sorriso.
"Ce... Ce l’ho fatta amore miooo!"
Si gettò tra le braccia del marito, baciandolo appassionatamente.
"Ho sempre avuto fiducia in te, sapevo ci saresti riuscita"
Benji iniziò a farla volteggiare in aria.
"Grazie a te Benji.. Grazie a te che hai sempre creduto in me"
Si staccò da lui, stropicciando la maglia, ancora incredula. 
Ad un tratto però, un dubbio si dipinse sul suo viso.
"Ora dovremo... Le piccole come... Come farò? Io..."
"Ehyyy amore calma- prese il suo delicato viso tra le mani- I mondiali si terranno qui in Germania e tutto sarà più facile. Comunque non ti devi preoccupare, la federazione ha permesso ci fossero marito e figli al seguito."
Il suo viso si rilassò, rassicurata da quell’affermazione.
"Se sarò al tuo fianco anche al ritiro questo significa solo una cosa signora Price" 
Elisabeth lo guardò con aria interrogativa.
Il bel portiere appoggiò le labbra ad un suo orecchio, sussurrando
"Che mister Price sarà dì nuovo con te"
"NO, N-O Benji..."
"Chi ti ha aiutato durante la preparazione a questo mondiale?"
"LUI cioè TU Ahhhh" parve arrendersi.
Il portiere sorrise divertito.
"Scherzo! Sono molto molto orgoglioso di te, amore mio!"
Posò le labbra sulle sue, facendola aderire al muro, le sollevò le braccia adagiandole sulle spalle.
"Ti… Ti amo così tanto"
"Anche io Benji, anche io" 
Fronte contro fronte ad osservarsi, persi uno negli occhi dell'altro, quando la loro attenzione fu attratta da un piccolo schiamazzare.
"Ma... Mammmaaa, papaaaa" 
Le due gemelle avanzarono verso i genitori, che si abbassarono per prenderle in braccio.
Presero la divisa.
"Tu forte… Mamma" dissero in coro.
Un sorriso dolce si aprì sul volto di Elisabeth e di Benji, i quali abbracciarono insieme il frutto del loro amore.
 
Siamo nello spogliatoio, ancora pochi minuti e varcherò quella soglia, metterò piede in quel campo che sta segnando un traguardo importante della mia vita.
Inizierà la prima partita dei mondiali.
Ce la metterò tutta per onorare questa maglia e coronare il mio sogno.
Una mano si appoggia alla mia spalla e interrompe il fluire dei miei pensieri.
"Capitano" mi sento dire.
Alzo lo sguardo, è Chloe, la mia compagna di squadra, le sorrido e le indico la fascia che porta al braccio
"Sei tu il capitano, non io"
"Si ma..."
"Ai tempi di mister Price io lo ero, ma il tempo scorre e ora le cose sono cambiate" 
"Tu resterai il mio capitano..."
"Ora sei tu... Che devi condurci alla vittoria Chloe..." 
"Ma con te al mio fianco"
"Si... Saremo imbattibili, ora andiamo!" ci stringiamo il mignolo destro come facevamo in passato e insieme usciamo dallo spogliatoio.
"Ellyyy" una voce mi chiama, mi volto.
"Holly sei… Sei tu!" gli corro incontro e lo abbraccio. 
"Non potevo mancare signora Price, al debutto ai mondiali della mia cugina preferita" 
"Ehyyyyy preferita perché sono l'unica?" 
Si porta una mano dietro alla nuca e sorride.
"Pronta a realizzare il tuo grande desiderio?"
"Prontissima!"
"Non ho da farti nessuna raccomandazione, se non..."
"Quella di divertirmi lo so... Il pallone è il mio migliore amico... Sai...Benji ne è geloso a volte" 
"Ahhh mister Price non avrà tardato a darti gli ultimi consigli prima della partita"
"Mi ha tirato giù dal letto stamattina, c'era ancora buio! Riscaldamento pre-mondiale così lo ha chiamato" 
"Alzo le mani, non voglio sapere cosa intendesse con quel termine"
Gli dò una gomitata. 
Ricambia con un buffetto sulla spalla, poi mi abbraccia e sussurra "Vai e vinci... Mia campionessa" 
Mi volto, avanzo nel tunnel verso il campo, i raggi del sole mi abbagliano, mii porto una mano sugli occhi fino ad abituarmi alla luce.
Stupita mi perdo ad osservare lo stadio, è gremito di gente, alcuni urlano il mio nome.
Alzo lo sguardo verso la tribuna, là dove sono riuniti i miei familiari. 
Benji e le nostre bambine, mio cugino Holly.
Sono sicura della presenza di Patty, che starà già facendo un tifo sfegatato, accanto a lei Maggie, quella che considero una madre, e Freddy o meglio nonno Freddy.
Le mie piccoline stanno imparando a chiamarlo così e lui si presta ad ogni loro gioco.
Sono pronta, a centrocampo.
L'arbitro fischia ed ecco il nostro mondiale inizia.
 
"Ely..." la mia bellissima moglie si volta, quegli occhi, quei due smeraldi che brillano solo per me mi scrutano.
La raggiungo sul campo da calcio del centro sportivo, dove la nazionale giapponese è alloggiata. 
"Ti ho cercato dappertutto"
Lei non mi risponde, si porta il pallone tra le mani.
“Domani è il grande giorno”
“Sì e io..”
“E’ normale avere paura, ma sei arrivata fin qui, ti resta un piccolo ultimo passo e il tuo sogno sarà realizzato”
Affonda il viso tra le mie braccia, lascia andare qualche piccola lacrima di sfogo, fin troppo trattenuta.
Prendo il suo viso tra e mani e con i pollici asciugo quelle ultime tracce di pianto.
Vorrei dirle qualcosa, ma veniamo interrotti dalle urla delle nostre bambine, stanno trascinando Freddy verso di noi.
“No...nn...o...nonnoo” gridano.
Miriam gli ha rubato gli occhiali e ride provando ad indossarli.
“Mi farete invecchiare prima del tempo voi due, mie piccole pesti, ridatemi gli occhiali su!”
Le prende in braccio e le bacia sulle paffute guance.
Si avvicina a noi “Piccioncini avete finito? le gemelle vi reclamano.”
Prendo entrambe le bimbe per mano, prima di una partita così importante, è giusto dar spazio ad Elisabeth e al suo mentore, il suo primo allenatore.
“Figlia mia...”
“Freddy...”
“Non... Ho nulla da dirti se non...Vola e vinci domani mia piccola grande campionessa! Realizza il tuo sogno e porta la nostra nazionale alla vittoria!” Si abbracciano forte.
Non servono altre parole, la mia Eli, domani ce la farà, ne sono sicuro!
 
Questo ultimo rigore lo dedico a te Holly , che mi hai insegnato le basi di questo sport meraviglioso. 
In quest’ultimo pallone sono racchiusi le speranze delle persone a me più care, che mi sono state più vicino:
Tommy, mi sei stato accanto nei momenti più bui
Maggie, sei stata per me come una madre, dandomi tanti consigli e istruzioni per affrontare al meglio la vita. 
Freddy, mio mentore e padre, mi hai permesso di entrare nel mondo professionistico del calcio.
Infine, la dedica più grande va a te Benji, mio borioso mister, amore mio, vita mia. Padre delle nostre due piccole principesse, tu mi hai fatto battere il cuore, tu mi hai reso migliore.
Sono pronta.
Sistemo la palla sul dischetto, chiudo gli occhi e in pochi secondi la mente ripercorre la mia vita negli ultimi anni.
Respiro a pieni polmoni.
Sono ferma e concentrata, attendo il fischio dell’arbitro che non tarda ad arrivare.
Un ultimo rigore, un ultimo scoglio.
Prendo la rincorsa e calcio la palla che va dritta in porta.
GOOLLL! ho fatto gol!
Mi inginocchio a terra.
Siamo sul tetto del mondo, siamo le migliori.
Una sola squadra ha vinto: la nostra.
Di un solo colore si dipinge lo stadio: il nostro.
Vengo travolta dalle mie compagne e tutto lo stadio grida un solo nome: IL MIO!
Salgo su quel podio ancora incredula, prendo la coppa tra le mani, la bacio e la alzo al cielo...il mio sogno mondiale finalmente si è realizzato.
  
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