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Autore: Jashin99    30/10/2019    0 recensioni
Terzo e ultimo capitolo della distopia di E.N.D.
La guerra tra umani e demoni è ormai iniziata, e non si fermerà fino alla vittoria di una delle due parti... e alla distruzione dell'altra.
Ormai è la fine.
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: E.n.d., Lisanna, Lucy Heartphilia, Natsu, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fairy End'
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sensi
What doesn't kill you
Makes you wish you were dead
Got a hole in my soul growing deeper and deeper
And I can't take
One more moment of this silence
The loneliness is haunting me
And the weight of the world's getting harder to hold up
[...]
Who will fix me now?
Dive in when I'm down?
Save me from myself
Don't let me drown
Who will make me fight?
Drag me out alive?
Save me from myself
Don't let me drown

(Drown-Bring me the Horizon)

Poco distante da Hargeon
-Pfui!- Barcollando e con molta più fatica di quanto non avrebbe mai ammesso, Ginger si rimise in piedi. Cazzo, le ossa, che male!!!
È più duro di quanto pensassi-dechi.”.
Fece un paio di passi nella sua direzione, ma le gambe cedettero. Stavolta si rialzò subito, e fortunatamente lui non l'aveva vista.
-Che rabbia!- Soffiò a denti stretti, tenendosi lo stomaco con una mano: -E io l'ho a malapena ferito!-.
Lyon intanto si era assorto nel guardare il cielo e borbottava chissà cosa, lo capiva a malapena con le sue orecchie da gatta.
-Anf... non siamo stati noi...-.
Se è per quello, nemmeno noi-dechi.” Pensò Ginger. Ma poi che importava scusa? Stavano facendo un combattimento all'ultimo sangue, mica una passeggiata al parco! Che la guardasse, insomma!
Sul serio, che sta facendo??? Magari pensa che sono stata io, eheheh!”.
-Esattamente, è opera mia!- Esclamò trionfante, con le mani sui fianchi: -Perciò è meglio che ti arrendi-dechi!-.
-Chiudi la bocca, sto pensando.- La zittì lui, facendola rimanere di sasso.
-COME DIAVOLO TI-
PEW
Una scheggia di ghiaccio le era passata proprio vicino all'orecchio. Non l'aveva minimamente visto muoversi.
Meglio non distrarsi.
-Qualunque cosa sia, non importa... ah... il mio obbiettivo è eliminarvi... il resto è cenere che brucia...-.
Cenere che brucia-dechi? Ora vedremo chi brucia!”.
PEW PEW PEW
Questa volta sapeva anticiparle, ma preferì non farlo: si lasciò ferire, e poi le assorbì dentro di sé.
Lyon alzò un sopracciglio e lei allargò le braccia: -Sorpresa!-.
Quindi allungò la mano e rispedì tutto al mittente, in un blocco appuntito grande come una palla di cannone che si schiantò sul suo petto.
Lyon non indietreggiò né urlò, rimase immobile a fissare lo spuntone che lo trapassava; era più stizzito che altro, la sua faccia diceva “questa cretina si è scordata che posso assorbirlo?”, cosa che in effetti fece; allora Ginger schioccò le dita e BUM, il colpo esplose disintegrandolo dalla pancia in su.
-Ahahahah!- Si sganasciò tanto da piegarsi in avanti: -Querubín, un'anima ardente in un delicato involucro di cristallo-dechi! Ahahahah! Ci sei cascato come un pollo!-.
-Scommetto che-Scommetto che hai pensato: “la sto massacrando e non ha alcuna speranza, posso prendermela comoda-dechi”, ahahah! Ma lo sanno pure i bimbi che un attacco a sorpresa può uccidere anche il più temibile degli avversari-dechi, figuriamoci un pappamolla come te!-.
-Devo ammettere che hai ragione.-.
Le si rizzarono tutti i peli del corpo e balzò in avanti come se si fosse ritrovata sui carboni ardenti. No, non ardenti: gelidi.
Lyon riestrasse la sua spada dal terreno, o meglio: la risollevò, dato che il terreno attorno era completamente sparito.
Se mi avesse colpito...” Comprese lei con orrore: “A quest'ora sarei...”.
Un brivido le percorse la schiena, lì dov'era stata sfiorata. E poi una vampata tutto il corpo.
Far tremare me, me, che sono la Regina del Ghiaccio e del Fuoco!!! Non avrai perdono, Lyon Bastia-dechi!!!”.
-Vedo che puoi assimilare il mio ghiaccio... ma questa spada è lo zero assoluto... e tu non puoi assimilarlo...-.
-VAI A QUEL PAESE!!!- Senza pensarci due volte gli diede un pugno in faccia, sentendo il duro del cranio; poi però Lyon sparì in un turbine di neve. Ecco com'era sopravvissuto a Querubín!
Presto il turbine la circondò e Ginger si mise sulla difensiva.
-Hai ragione su due cose...- Lo sentì sibilare.
-La prima è che basta un solo colpo per uccidere qualsiasi avversario... la seconda è...-.
Ginger sgranò le palpebre, il ghiaccio iniziava a ricoprirla bloccando i suoi movimenti; una patina bianca fitta come l’edera coprì il lato destro del suo viso.
-...che io ti sto massacrando...-.
-Dechi!- Infranse la neve con un pugno, e se lo diede così forte da cadere fuori dal vortice.
-Uh... ahh!!!- Il piede di Lyon premeva sul suo stomaco, e la punta fumosa della spada la vedeva proprio sopra il naso.
-Anf...-.
-Che cavolo, mi dai sui nervi-dechi!-.
L'avversario alzò la lama per calarla, ma lei esclamò: -Aspetta aspetta!-.
Lyon si fermò a metà strada.
-Devi prima sapere che… che…-.
-Cosa?-.
Ginger arricciò le labbra: -Niente, nessuna frase a effetto-dechi.-.
Lyon trasalì nel vedere il ghiaccio che si stava diramando attorno a Ginger.
-...tu-
La ragazza diede un pugno infuocato al terreno, che si frantumò e la fece cadere per qualche metro.
Lyon arretrò di un passo per riaffacciarsi subito, ma lei lo anticipò sparandogli contro una palla di fuoco che lo mandò gambe all'aria.
-Ah-ha!- Gioì rialzandosi e vedendolo a terra. Prima che si rialzasse, gli balzò addosso con un cazzotto infuocato, gli si sedette sopra e prese a colpirlo a raffica.
-Tatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatatata!-.
Era così forte e veloce che Lyon non opponeva alcuna resistenza e si lasciava battere come una bistecca.
Prendi prendi prendi! Non sparisci più, vero-dechi? Vero???”.
Un attimo, perché non sparisce?”.
ZAM
-Uogh!- Ginger si irrigidì, la bocca inondata di sangue e la pancia perforata da una lastra di ghiaccio.
Lyon, come se niente fosse, strisciò indietro liberandosi dalla sua presa, si rimise in piedi e la prese per i capelli. Ginger provò a reagire, ma era rimasta completamente spiazzata. La spinse e lei scivolò indietro, arrivando a toccare con la schiena la base dello spuntone. Soprattutto l’aveva messa in ginocchio, quel verme impudente: quell’umiliazione era la ferita peggiore..
Lyon, di nuovo con la spada in mano, la fece roteare in aria e si preparò a infierire; allora Ginger mise le mani sulla lastra e usò la sua magia per allungarla, trafiggendo a sua volta Lyon.
-Khh!-.
Ecco, questo è quello che si prova-dechi!”.
Il suo braccio cadde inerme sul fianco ma poi, faticando, prese la lastra tra le mani.
Sapeva bene cosa stava per fare, perché l'avrebbe fatto anche lei: iniziarono ad assorbire l'uno il ghiaccio dell'altro, cercando di accaparrarsene il più possibile. Aspetta, ma quella era la sua occasione! Ora era indifeso, poteva colpirlo e poi prendersi lei il bottino... Oppure poteva morire provandoci: beh, mi sa che stava per scoprirlo.
-Gato Diablo: Belcebú!- Allungò due dita e lanciò una spira di fuoco, prendendolo in pieno; si sentì subito sfiancata, ma senza più il contendente risucchiò tutta la stalagmite.
Avrebbe voluto poter dire di stare molto meglio, ma in realtà era semplicemente un po' più in vita di prima; comunque, da come Lyon si premeva la faccia, lui era decisamente molto meno in vita di prima.
Vediamo se resisterai anche a questo-dechi.” Ginger si focalizzò sul suo braccio destro, circondandolo di una spina gelata a mo' di lancia.
-Uriel.-.
Stessa cosa col sinistro, solo con un'area fiammeggiante.
-Lilith.-.
Lyon la spiava con l'occhio sinistro, continuando a premere sul destro, con un misto di rabbia e agonia. Vederlo così la faceva sentire come un gatto col topo.
-Che c'è, il Diavolo di ha mangiato la lingua?-.
Finalmente si scoprì il viso, e quello che vide... diciamo che il Diavolo mangiò anche la sua, di lingua.
La carne dal sopracciglio in su era bruciata e scopriva i muscoli, tutto il resto era contratto in una smorfia che avrebbe fatto accapponare la pelle a chiunque; o almeno, a chiunque non fosse lei. Comunque, passandosi la mano sul viso, una patina di ghiaccio ricoprì la ferita facendola sparire.
Lyon allargò le braccia facendo comparire altre due spade, poi sotto le ascelle si formò un altro paio di braccia di ghiaccio, anch'esse armate. Infine il suo corpo si coprì di scaglie azzurre, gli crebbe una coda lunga una gamba e le sue pupille diventarono sottili, rettili.
-Tu cossssa dici?- Sibilò, e la sua lingua era biforcuta.



Bosco, sede di Tartaros
La mano di Natsu accarezzò il pomolo del trono, poi lo strinse con vigore. L’odore di ossa fuse pervase le sue narici; un tempo gli dava piacere, ma ora semplicemente lo infastidiva. Come molte altre cose.
Il crepitio durò qualche secondo, poi cessò e nella sala tornò il silenzio di poco prima.
Adesso però End era molto più comodo. Strano che non ci avesse mai pensato prima.
Socchiuse le palpebre, ma le sue pupille saettarono sulla ragazza che era in piedi di fianco a lui.
-Tu che mi racconti? Hm!- Sogghignò sapendo che non poteva rispondergli. Le sue corde vocali erano state sigillate. Ora faceva solo la bella statuina.
-Natsu… Natsu!-.
Il Cremisi storse la bocca, sentendo una fitta in petto; era successo proprio quello che voleva evitare: ricordare la sua voce.
-Mettiti davanti a me.-.
Obbedì, così la poté guardare a pieno. Il suo aspetto era cambiato, certo, ma chiunque l’avesse già conosciuta non avrebbe avuto dubbi sulla sua identità. Anche se ne sarebbe stato disgustato.
-Spogliati.-.
Rimase nuda dalla vita in su. Natsu tentò di concentrarsi sul modo in cui lei interpretava gli ordini.
-Colpisciti.-.
SLAP
Si era data uno schiaffo in viso. Quindi aveva associato il colpire a uno schiaffo. Conoscendola si sarebbe aspettato uno dei suoi kick…
-In ginocchio. Fallo di nuovo.-.
SLAP
Natsu alzò un angolo della bocca: se l’era dato così forte che la sua testa si era girata, e in assenza di un ordine non l’aveva più mossa. In questo modo, lui era rimasto con gli occhi puntati sulla sua guancia arrossata. La sfiorò con le nocche, sentendo il freddo; tutto era freddo per lui, ma non di quel tipo.
Non di quel tipo.
CLOMPCLOMPCLOMP
Dei passi affrettati gli fecero abbassare lo sguardo. Mirajane stava uscendo dal suo laboratorio privato, doveva aveva “segretamente” messo Sayla, e si stava dirigendo verso l’uscita.
Avrebbe potuto fermarle in qualsiasi momento. Perché non l’aveva fatto?
Perché avrebbe dovuto?
La salutò tristemente con un cenno, e lei sparì dalla sua vita. Vista. Stessa cosa.
Era un re con una corte di cadaveri.
Strinse la mano sulla sua faccia, mettendole un dito in bocca e uno vicino l’occhio. Cominciò a premere e a girare; lei seguì la sua spinta senza opporsi né gemere. Strinse tanto da gonfiare i bicipiti, ma dopo qualche secondo si rilassò.
La trasse verso la patta dei pantaloni, fermando la faccia a un centimetro dal tessuto.
-Posso farti fare ogni cosa, eh? Dolore, piacere, vita e morte: ho il completo dominio su di te. Cosa si prova a non provare nulla? Che cosa senti, Lucy? Mi odi per questo? Vorresti almeno farlo?-.
-Natsu!-.
-Ti ho uccisa!- Le urlò in faccia: -Vuoi smetterla di entrarmi nella testa???-.
Lei restò impassibile, non ricambiava il suo sguardo, ma lui poteva vedere bene i suoi occhi.
Si allontanò, trovandosi con la schiena sullo schienale.
Tsch. Era di nuovo scomodo.



Nella città a sud-est del monte Zonia
-Clava del Drago di Ferro!-.
Questa volta gli spaccò i denti, ed Ezel (finalmente si era ricordato il nome) non ebbe neppure più la forza di infuriarsi. Rimase a terra a contorcersi come un pesce fuor d'acqua, uggiolando e imprecando.
-Uh uhano! Home huò uh hiheo uhano hahhermi?-.
Un misero umano?” Pensò Gajeel tra sé e sé: “Non ha nemmeno capito chi sono. Non ha mai brillato per cervello, già.”.
Ehi, ora che ci penso... ah! Forse ha addirittura ragione, non è mai stato un essere umano a sconfiggerlo!”.
Mise le mani in tasca e guardò il cielo, quel bizzarro fenomeno non era ancora passato. Qualunque cosa fosse, lo faceva diventare nostalgico.
-I Quattro Cavalieri dell'Apocalisse.- Disse, senza spostare lo sguardo: -Ricordi chi sono?-.
-Home ohi?- Oh, gli era tornata la voce: -Home ohi hohahare(profanare?) huel nohe???-.
-Ghihihihih! Lo prendo per un sì! E che mi dici di un certo “Gajeel Senza-Faccia”?-.
-Quello è il vice del Master, il secondo demone più potente mai creato!- Farfugliò, ovviamente con molte più h, a Gajeel toccò parafrasare: -Se arrivasse qui per te sarebbe la fine! È cento, che dico, mille volte più forte di me!-.
Facciamo pure duemila.”.
-Guarda che ti sbagli.-.
-Eh?-.
Sghignazzò per cinque-sei secondi: -Ho detto che non ne hai azzeccata una.-.
Ezel digrignò i denti (che non aveva più) e si rimise dritto, ma le gambe(?) avevano altri programmi e lo ributtarono giù.
Che scena misera.
-Ti racconto una storia...-.



Fuori Hargeon
-Ooh! I fuochi d'artificio! Beeeelli!-.
-Wendy, hai visto, hai visto Wendy che belli che sono?-.
-Wendy?-.
Niente, nessuna risposta? Daaaaiiii, aveva già vinto? Che nooooiaaaaa! Noia noia nooooiaaaaa!
Così poco, aveva voluto giocare così poco, anche con quello che veniva dopo? Poteva giocare di più, poteva impegnarsi di più, impegnarsi come lei, uhh, lei si era sempre impegnata al massimo, eh, ma aveva perso sempre, velocemente, era una noia, Sherria era noiosa come Wendy e non si era mai impegnata perciò aveva perso e quindi quello che veniva dopo, ah... no, no dai, stavolta no, stavolta ce l'aveva messa tutta, non picchiare Sherria, non picchiarla, Wendy non picchiare Sherria non picchiare Wendy, voleva solo giocare e non annoiarsi perché annoiarsi era brutto, e chi si annoia vince e Sherria perde e oh, che belli i fuochi d’artificio, belli vero Wendy?
Wendy?
-Dove sei, amica mia?- Guardò in alto, in basso, a destra e a sinistra e di nuovo in alto, ma non c'era più. Oh, no, si era rotta?!? No, Wendy no! Rompersi era brutto, e poi doveva aggiustarla ed era bruttissimo, più di perdere! Wendy rotta no! Scusa Wendy scusa Sherria se lei ti aveva rotta!
Ma no che non l'aveva rotta, era laggiù! Fiuuu! Meno male, però aveva perso e doveva pagare, era un po’ triste ma le regole erano...
Eh?
Dov'era finita?
Ah, eccola lì, si era spostata dietro, non l'aveva neanche vista. Oh, che brava, adesso volava tutta da sola, quando aveva imparato?
Oh... oh! Vuoi vedere che gioca ancora? Ok, le concederò la rivincita, però solo perché siamo amiche eh!”.
Sherria aggrottò la fronte, che strani i suoi capelli, d'un tratto erano diventati viola. Prima erano blu, se li ricordava bene, le piacevano tanto blu. Beh, non le stavano male nemmeno così, magari poteva farlo anche con lei, uhm... no, rosa erano meglio. Ihihih, a volte diventavano tutti rossi e appiccicosi quando perdeva, quelli no che non erano belli! Kukuku, non faceva ridere.
-Ehi, perché non ti giri di qua?- Voleva chiedere, infatti era girata, invece non ci riusciva. Eh? Non riusciva a parlare? Con la gola spingeva ma non usciva niente, però sentiva tipo caldo in bocca. Oh, come quando perdeva! Ma lei mica aveva perso, che stranezza. Caldo in bocca, caldo in bocca, e anche bagnato, mumble mumble, c'era la spalla che pizzicava anche...
-Keheheh! Il Dio ti ha stremato, piccola succube! E adesso viene la parte divertente...-.
Ah! Che paura, che paura, che brutti ricordi! Non è giusto, non è giusto che ho perso, hai barato Zancrow! Non vale!!!”.
-
Ehi…
Cos'era quella cosa che aveva in mano Wendy?
-Mmm... va bene, hai ragione, hai ragione. Dai, ti aiuto.- Le porse la mano e lei, slumacata a terra, stava per scoppiare di gioia: “Questa volta non ho perso, questa volta non ho persooooo!pensava esultante.
Nonono, non ci cascare, non ci cascare!!!”.
-
Cos'era quella cosa lunga e sporca che aveva in mano Wendy?



-...c'era una volta un mago malvagio, che voleva ardentemente morire.-.
-Ci aveva provato in tutti i modi: decapitandosi, annegando, rompendosi l'osso del collo; ma non ci riusciva.-.
-Non poteva farcela da solo e nessun essere al mondo poteva aiutarlo, così si convinse che doveva crearne uno nuovo.-.



Alzò la mano, allungò tutte le dita tanto tanto fino a farsi male anche se sentiva che il braccio voleva cadere giù, ma lei resistette, resistette, non aveva perso e perciò resistette, poi finalmente: ecco, l'aveva preso!
-
Caldo in bocca, e la spalla pizzica.
La spalla, sotto la spalla, pizzica forte, fortissimo.
SANGUE, PICCOLA SUCCUBE-
Cos'è quella cosa sporca che hai, Wendy???”.



-Racimolò alcuni cadaveri e iniziò a trasformarli: lavorò per anni finché non diede vita al più spaventoso mostro demoniaco mai esistito, l'apoteosi del suo genio, il primo di una stirpe. Ma...-.
-...prima ci furono i prototipi. Gli esperimenti, gli aborti. Un paio se li prese a cuore e li tenne con sé nel suo impero al di là del mare, altri li uccise lui stesso. Però ce ne fu uno... oh, quello non poteva ammazzarlo, quello era troppo forte.-.



Zancrow la strinse con forza, poi mise un piede sulla sua spalla.
-Keh! Ci sei cascata!!-. 
Tirò.
-No non
CRACK
-WHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!-.
Mano mano in mano Wendy bocca rosso braccio



-Di Gajeel il Senza-Faccia si diceva che la sua crudeltà verso gli umani fosse pari a quella di End, e allora di questo si disse che lo equivaleva nei confronti dei demoni: non appena ne incontrava uno lo faceva a pezzi in pochi istanti, soltanto gli altri Cavalieri e End potevano tenerle testa. Degli umani non si interessava, era come se non li vedesse, ma bastava la sua aura demoniaca a distruggere un'intera città.-.
-Per neutralizzarla i draghi dovettero farla regredire più di tutti: Sting e Rogue erano piccoli già da morti, ma lei avevano dovuto rimpicciolirla di molti, molti anni, e stravolsero completamente il suo carattere: diventò gentile, timida, pacifica, buona. Un pezzo di pane, davvero adorabile.-.
-Mmm... considerare demone quella cosa è riduttivo, in fondo in fondo hai ragione nel dire che Gajeel era il secondo degli Etherias. Tuttavia, se la consideriamo come tale, allora bisogna rettificare.-.



È IL MIO BRACCIO!!!”.



-Gajeel il Senza-Faccia era il terzo Etherious per potenza; End il Cremisi, il Re dei Demoni e vattelappesca era il secondo, ma colei che stava al primo posto...-.



LEI HA IN MANO IL MIO BRACCIOOOOOOOOOO!!!”.



-Era Wendy Marvell, l'Armageddon!-.



*     *     *



-Sapete, pensavo mi avreste dato più filo da torcere.-.
Nella pianura arida del centro-est
Torafuzar strinse la presa sul cranio di Dobengal; il ninja si agitò, batté i pugni contro quello nemico, ma era inutile.
-Fermo!- Esclamò Orga.
-Perché dovrei? Mentre voi due mi distraevate con i vostri patetici attacchi, costui mi ha attaccato alle spalle. Perché dovrei risparmiare un nemico senza onore?-.
Orga sussultò, ricacciando un ruggito giù per la gola. Rufus, dal canto suo, era rimasto senza parole.
Non ho memorizzato... niente.”.
Non mi ha dato nulla, nulla da copiare, ci ha battuti con le sole abilità fisiche.”.
Curiosamente, in quel momento le labbra squamose di Torafuzar si curvarono in un sorriso divertito.
-La tua faccia è disperata, mago menestrello. Non sono un cultore del sadismo, e tuttavia in parte mi allieta. Quella tua magia, Memory Make, scommetto che è molto forte tra voi umani; ma contro di noi...- Chiuse il pugno tanto che Rufus sentì le carni del compagno comprimersi: non avrebbe resistito ancora molto.
In un ultimo, disperato tentativo, Dobengal incantò i pugni per dare loro più forza, ma senza esito. Però, vedendo ciò, a Rufus venne in mente una cosa.
Con la telepatia disse a Dobengal di fingersi morto, poi lanciò un fulmine addosso al demone; come prima, lui rimase in piedi senza accusare nessun danno, ma imbufalendosi di più.
-Ehi, cosa pensi di- Lo colpì ancora, ancora e ancora, finché Orga non lo scosse urlandogli di smetterla, che così ammazzava anche Dobengal. Aveva tanto voluto dare l'impressione di aver perso la testa che la stava perdendo davvero. Torafuzar emanava saette da tutti i pori, Dobengal non si muoveva.
-Mmm...- Mugugnò il demone, poi guardò il torso penzolante del mago e, stizzito, lo gettò via. Lui cadde scompostamente come un sacco di carne. Un’ottima recitazione…
-La farò finita con voi.-.
Rufus fece un passo all'indietro simulando (o forse no?) stupore, Torafuzar si piegò in avanti per caricare; Rufus si preparò, stava per decidersi il tutto per tutto.
-Ehi, amico,- Gli fece Orga: -spero che la cretinata che hai in mente funzioni.-.
Quando l'Etherious fece il primo passo, vide che la cretinata aveva funzionato.
-GUAH!!!- Lo squalo gigante si era contratto, il suo corpo era attraversato da numerose scosse nere.
-Eh?- Grugnì Orga, e lui gli spiegò: -I tuoi attacchi non si sono mai scaricati sul terreno: immagino che l’esterno del suo corpo sia isolato. Ma tutta quell’elettricità non può essersi dissipata tutta, quindi è rimasta là dentro, ed è bastato farlo muovere per innescare le scariche.-.
-Ah...- Annuì lui, probabilmente non ci avevo capito niente. Torafuzar, intanto, era crollato al suolo privo di vita: non poteva essere altrimenti, i suoi organi interni dovevano essere fritti.
-Aspetta, ma se è coperto di isolante, i miei attacchi non avrebbero dovuto ferirlo; o no?-.
-Già, acuta osservazione. Penso che tu l'abbia sciolto con tutti quei colpi al petto: l'elettricità brucia oltre a fulminare. Ovviamente la mia teoria poteva essere sbagliata, ma a questo punto dovevo rischiare.-.
-Uhh... non potevi farlo prima?-.
-Dobengal!- Il ragazzo si era rialzato e camminava a tentoni, lo raggiunsero immediatamente lasciandolo crollare sulle loro spalle.
-Ho bisogno... di sdraiarmi... e una mela... tante mele...-.
Si voltarono per tornare dal resto del plotone, che avevano debitamente tenuto lontani; ma, mossi pochi passi, sentirono un impatto alle loro spalle e un'ombra due volte più grossa di Orga li sovrastò.
Cosa?”.
Un ruggito, e poi-



Oak Town
Gli artigli di Toby esplosero per l'ennesima volta e, per l'ennesima volta, lui li fece ricrescere; così, sempre per l'ennesima volta, il ragazzo-sciacallo latrò furibondo.
-Farò esplodere voi, le vostre famiglie e ogni vostra futura generazione!!!-.
-Ora basta, arrenditi.- Gli intimò Yuka, stufo marcio di quello scontro che si era prolungato troppo.
-Morirete, morirete tutti, verrete inghiottiti nella più profonda delle spirali oscure! E vi ci spedirò io, maledizione!!!- Jackal batteva i pugni sul terreno per la disperazione, con un ritmo via via decrescente, come i suoi ansimi.
-Toby, vai.-.
-Piantala di darmi ordini!-.
-Mmm...- Girando gli occhi lo circondò con le sue onde, così poté attaccare senza timore delle bombe; il demone si difese come meglio poté, ma finì con le spalle al muro (letteralmente, quello di una casa) e il mago lo trafisse ai fianchi.
-ARGH!-.
Toby tornò da lui con un balzo, mentre Jackal si accasciò senza un lamento, lasciando sulla parete una macchia nera tirata.
-A questo punto dobbiamo semplicemente finirlo.-.
-Oooon!-.
Si fecero più vicini, quand'ecco che lui prese a mugugnare qualcosa. Altre imprecazioni o insulti?
-È la natura... è la legge della natura... noi camminiamo e schiacciamo gli insetti... le erbacce, i cadaveri, i deboli... è così...-.
-Hai ragione.- Disse Yuka: -Peccato che quelli in cima alla catena alimentare siamo noi, non voi mostriciattoli sintetici.-.
Jackal soffiò un ciuffo di capelli che, sporchi di sangue, gli si erano incollati in bocca, e poi...
Sorride?”.
-Eheheh... catena alimentare... cosa credi, che si tratti di cibo... che si tratti di... uhm, della missione?-.
Yuka notò che le sue mani tremavano, cercavano di muoversi e alla fine, lentamente, si alzarono. Guardò perplesso il compagno che fece per allungare di nuovo le unghie, ma non parve riuscirci.
-Di Zeref, di istinto... chi se ne fotte, tutte cazzate... tutte cazzate...- Ora le braccia, i piedi, le gambe, tremavano e tornavano a muoversi, eppure non avrebbe dovuto nemmeno poter respirare in quelle condizioni.
L'Etherious, tremando, si appoggiò sulla parete per rialzarsi.
-Io uccido da quando ho memoria... perché mi piace... perché lo voglio... perché adoro vedere gli uomini esplodere, le donne contorcersi, i bambini svanire nella polvere, i paesi crollare... io calpesto voi inutili scarafaggi non perché devo, ma perché è la cosa più bella al mondo, perché esistete per questo, per il mio personale piacere!-.
Piantò le unghie e si rialzò del tutto, i tremori andavano scemando e così i flutti di sangue.
-Questa è la natura... volontà e piacere... i forti possono permetterselo... e a voialtri non resta che crepare!-.
Yuka e Toby arretrarono di un passo, due passi, ma lui non si distanziava perché diventava... ecco, più grosso. Le membra, il petto, persino il muso diventava più muscoloso e si allungava e sbavava come quello di un animale.
-Vi farò brillare, detonare e poi svanire, e ballerò sulle vostre ceneri!!!-.
-Questo non è possibile!- Si scandalizzò l'ex-Lamia Scale: -Toby, che cosa...-.
-Non riesco a usare la mia magia! Cosa sta succedendo, grr???-.
L'unica scelta era annullare qualunque maledizione stesse usando, ma allungò le braccia a vuoto.
-Come?!-.
STOMP STOMP STOMP
L'Etherious avanzava calpestando e tritando i sassi, l'aria stessa si stava comprimendo intorno a lui: la terra stessa sembrava tremare di paura.
Yuka cercò ancora una volta di colpirlo con le onde, invece notò con orrore che il suo braccio si stava illuminando, e così tutto il corpo; per di più sentiva caldo, un caldo scottante sotto la pelle. La stessa cosa stava succedendo a Toby.
STOMP STOMP STOMP
Più Jackal gli si faceva vicino e più la situazione era chiara, come se nelle sue bestiali sclere bianche leggesse le sue intenzioni.
Tutto ciò che toccava diventava una mina; loro dovevano esplodere; lo avevano colpito con tutta la loro magia.
STOMP STOMP STOMP
Gli incantesimi, l'avevano colpito e quindi l'avevano toccato, la loro magia l'aveva toccato...
STOMP STOMP STOMP
La loro magia era diventata esplosiva, lui la stava facendo brillare adesso, la bomba era tutto il loro corpo!!!
STOMP STOMP
STOMP
GRIN
I denti di Jackal sibilarono in un ghigno che confermò ogni sua,
oramai, terrificante certezza.

-Siate il mio piacere!-.
Poteva vedere le proprie vene, pensò solo a questo, e tutto si tinse di giallo.



Oshibana
Acquattata all'ombra di un armadio, Kagura sbirciò in strada. La truppa di demoni si era sparsa, incerta tra il riunirsi e il continuare a cercarla; aveva fatto dei buchi su tutti gli edifici del vicolo, ergo avrebbe potuto teoricamente schizzare dappertutto, per quello che ne sapevano...
E che hanno visto.” Aggiunse sorridendo.
Vediamo che ordine seguire... prima quello, poi quello là, il ciccione, l'uomo toro... tam, tam, tam, ok, sono pronta.”.
Ohi-ohi, arriva il tizio di prima!” Al solo vederlo, ecco riaprirsi le ferite. Il soldato più vicino gli spiegò la situazione, e non prese bene il fatto che ne avesse già fatti fuori metà: a dirla tutta, diede il suo contributo.
Devo colpirlo, adesso!”.
Fece saettare Archenemy da tutte le parti, apparentemente a caso e troppo velocemente perché potessero identificarla, riuscendo a destabilizzarli tutti: anche Zero. Sapevano bene cosa stava per avvenire, e infatti avvenne: uno a uno ebbero la gola tagliata, un buco in petto, un cervello in meno e infine...
-Ah!-.
Le scappò questo verso di stupore, con l'unica mano rimasta Zero aveva fermato Archenemy. Dietro la schiena.
-Deficienti, è solo la sua spada!- Sbraitò, puntandola inavvertitamente contro di sé.
Bravo, così, così!”.
Zero si accorse con un solo secondo d'anticipo che la lama stava brillando, e con una spazzata la allontanò da sé.
Il raggio laser tracciò un arco in orizzontale; per un secondo non accadde nulla, poi tutti i demoni rimanenti caddero indietro dalla vita in su, mentre le loro gambe in avanti.
Sempre meglio di niente, ma sarebbe stato ancora meglio se avesse eliminato lui.
Le mie ferite sono quasi guarite, ancora pochi istanti e...” Ma non ne ebbe nemmeno uno: venne accecata da un fascio viola e si ritrovò a precipitare nel vuoto.
Nervi saldi, atterrò sulle gambe, stropicciandosi le palpebre fino a vederci di nuovo. Era stato un bel flash…
La città è distrutta?!” Ne rimaneva una macchia nera tipo di fuliggine, ogni manufatto o cadavere era scomparso; in lontananza scorgeva gli abitanti (evacuati, come quelli delle altre città) immobilizzati dall'orrore, e Zero era...
-Eccoti qua.- Lui era rimasto immobile, con la katana in mano e un accenno di sorriso tra le labbra; ma lo capì subito, si trattava di una compostezza fragile quanto un castello di carte.
Prima che lui potesse fare qualsiasi cosa, Kagura usò la telecinesi sulla sua arma cercando di trafiggerlo; Zero fu sufficientemente accorto da scagliarla via, ma lei la fece riposizionare davanti a lui.
Ora sarò io a ridere!”.
La lanciò in numerosi affondi, che lui evitava quasi li prevedesse; la fece roteare all'altezza del suo collo, ma lui si piegò di lato e gli tagliò solo un ciuffetto di capelli; tentò con ogni stile di spada che conosceva, sempre invano.
E lei intanto aveva il fiatone.
Non mi arrendo!!!”.
Ricominciò la danza, ma Zero era come se si divertisse, quasi il suo fosse un gioco.
Fai pure, lasciati distrarre!” Creò una propria copia alle sue spalle, con tanto di spada. Il Cambiato non si era accorto di nulla, “lei” era troppo veloce, poteva funziona-
-re
-Umpf!-.
Zero rimase fermo un momento, poi estrasse la vera Archenemy dal petto del clone, che svanì in polvere.
Lento quanto prima era stato veloce, Zero si voltò, facendole osservare gradualmente tutta la sua espressione sadica e compiaciuta.
-Non sei malaccio, ragazzina.-.
Non
era
male??
-E non è ancora finita!!!-.
Agitò il braccio come se tenesse la spada in mano, facendola muovere al doppio della velocità rispetto a prima; il demone si difese come aveva già fatto, usando le due dita. Ma, nonostante tutta quell'energia, i suoi capelli non si alzavano al vento, la sua bocca non si contorceva, le sue palpebre non sbattevano per lo sforzo. Quello che per lei era fatica, per lui era un pratico... ma normale... esercizio...
Un esercizio.
UN ESERCIZIO!!!
-PEZZO DI M
CRONCH
Fu il suono della sua mandibola, stretta tra il pollice e l'indice di Zero; e fu il suono di tutte le sue ossa nel sollevarsi bruscamente. Le punte delle sue scarpe cercavano avidamente il suolo, distanti solo qualche soffio, e quell'insulto era rimasto mozzato in gola, ma si faceva strada, piano piano, uscendo come sospiro. A mano a mano il suo ventre si abbassava, e gradualmente le forze le venivano meno.
Teletrasporto. Deve avere usato... il teletrasporto... ah...”.
Provò a divincolarsi, ma era inutile, e la vista si anneriva sempre di più...
Flash
Questa è la mia spada
-Erza!-
-GERAAAAAAAAAARD!!!
Diventerò più forte
-Salva Millianna, ti prego!
Sono stata debole
...Non merito questa spada
-Non è vero, Kagura-nee-chan!
Ti giuro che
-Er...za...
Ti giuro che
PAT PAT
-Erza, non scompigliarmi i capelli!
proteggerò tutti
-Diventerai più forte di me, un giorno
tutti quanti
con questa spada
-Kagura!-.
Ar...che...ne...my...”.
Ed ecco che...
come dire...
era come se la spada le stesse rispondendo...
come se,
come se...
Oh, per la miseria!”
Con le forze che le rimanevano la fece saettare verso di lei, per trafiggerlo; e forse funzionò, perché la presa si allentò e poté finalmente divorare prezioso ossigeno.
-Ah!-.
Quello che vide le fece accapponare la pelle: il viso di Zero si era congelato in un ultimo, fatale sogghigno.
Si riscosse subito, cercando di aprirgli la mano: come poteva essere già così rigido? Era morto da neanche un-
Oh.
-Che peccato, era un bel tentativo.-.
Come? Come ci è riuscito???”.
Poi vide che aveva fatto esattamente la stessa cosa di poco prima: aveva preso la spada dietro la schiena, e ora gliela mostrava... con la mano che non aveva più. Che non avrebbe dovuto avere più.
-Una vita di ricambio e un corpo di ricambio, persino più forte del primo; ma per te non è affatto così!-.
-AAH!!!- Urlò lei, sentendosi trapassare la coscia sinistra dalla sua stessa spada. Quando la riestrasse, non aveva più le energie nemmeno per gridare.
-Credimi, fremo dal desiderio di distruggerti. Distruzione, mmm, che bella parola! Sì, annichilirò ogni forma di vita! E inizierò con quelli che ami...-.
Cosa?!
Il paesaggio cambiò di colpo, ora erano sospesi in aria, a una decina di metri dal suolo a guardare in basso. Dovevano essersi teletrasportati di nuovo... Un attimo, ma si trovavano a-
-Ma che bel castello...-.
-No! Non ti azzardare a fare nulla!-.
-Oh, io credo invece che farò molte cose. Tu aspettami qui!- La spinse indietro, incastrandola nella parete del palazzo e rompendole qualche costola; dopodiché tirò indietro la spada, appoggiò la lama sopra la sua coppa destra e l’affondò fino all'elsa.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH!-.
La lasciò lì a penzolare nel vuoto e si allontanò, girandosi verso la città.
-Guarda guarda, sta arrivando gente. Eh, non ce la faranno in tempo! LI DISTRUGGERÒ, LÌ DISTRUGGERÒ TUTTI!!!- Unì le mani creando una piccola sfera verde, che ingrandiva allargandole.
Dannato, dannato, DANNATO BASTARDO!!!”.
Kagura riuscì a prendere il manico e spinse fuori, nonostante ogni millimetro guadagnato fosse una nuova scarica di dolore.
No! Non fa male non fa male non fa male per niente!!!” Riuscì a tirarla fuori del tutto e, cadendo, gli balzò sulla schiena. Sgolandosi più che mai, lo trafisse al cuore.
-Bluagh!- Zero sputò del sangue, e la guardò con occhi che sprizzavano una sola parola: distruzione.
-Ti ho già detto che ne ho due! Mi rendi solo più forte!!!-.
-Allora ti ucciderò due volte!!!- Alzò la spada per colpire di nuovo, ma il Cambiato ne approfittò per scrollarsela di dosso e farla cadere.
-Prendi questo allora!- Le lanciò contro la sfera, lei non poteva evitarla, non riusciva nemmeno a stare dritta: le forze che aveva miracolosamente recuperato si erano g esaurite.
Sono finita!” Si protesse istintivamente il viso con le braccia, sentì un gran freddo, si aspettava scottasse e invece no; pensò di essere morta e ne fu furiosa, si era fatta tirare le cuoia come niente!
"Un momento, se sono arrabbiata, come faccio a essere morta?”.
E infatti, riaperti gli occhi, vide che non era successo niente; solo Zero sembrava un bel po' stupito.

Ehi ma... ma che mani aveva? Fucsia? Metallo? Una-un'armatura? Un'armatura lei? Tutto il corpo ne era ricoperto, toccandosi intorno si accorse di avere pure una cuffia tra i capelli, che assurdità era?
Que-questo è...”.
D'istante si sentì inondare di nuova energia magica (o forse era demoniaca, se lo sarebbe chiesto poi), i lividi smisero di farsi sentire, e infoderata al suo fianco notò la sua fedele Archenemy. Si stava tenendo in volo grazie a due razzi sotto le suole, non sarebbe riuscita a rimanere in equilibrio se non avesse sentito di possedere un'esperienza la quale, chiaramente, non era sua.
Allora era lei, era lei anche prima!”.
Provò un grande bisogno di riprendere la spada e usare una certa magia. Non poteva che essere un'idea di quella lì.
Ho capito...”.
-Spada delle Sette Stelle!- La lama cominciò a caricarsi con una velocità inaudita, solo che invece di essere luminosa diventava progressivamente più scura.
...Malvagie...” Completò controvoglia. Di diverso dall’altra volta non era solo il colore o la qualità, sapeva di poter incanalare l'incantesimo nella katana invece che rilasciarlo di botto.
-Si può sapere dove hai tirato fuori tutta questa energia???- Ruggì Zero, non doveva piacergli la sua nuova espressione risoluta.
-Chissà, un po' qui e un po là.-.
-Basta, ti distruggo!!!- Spalancò le braccia, generando come un'onda di fantasmi scheletrici che si avventarono su di lei; uno spettacolo terrificante, da oltretomba, ma Kagura si sentiva piena di un coraggio che, seppur alieno, non aveva intenzione di rigettare.
-Fatti sotto!!!- Kagura si gettò alla carica, spazzando un fendente e tagliando a metà l'onda, passandovi attraverso e trovandosi davanti il grugno incredulo dell'avversario.
-PUTTANA!!!- Stavolta utilizzò entrambe le mani, entrambe le coppie di dita ritte, ma lei le tranciò via con un unico taglio. Era sorpreso, lei pure, ma non gli lasciò tempo di soffrire.
-KYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-.
ZAMZAMZAMZAMZAMZAMZAMZAMZAMZAM
Tagliava e colpiva, colpiva e tagliava, tracciava grandi solchi come un bambino con una matita, e continuò fino a sentire i guanti fondersi dal contraccolpo e i calli alle dita dolere di nuovi calli. Allora, e solo allora, si fece indietro.
-Anf, anf, anf...-.
Zero rimase fermo, congelato nel tempo, gli occhi sgranati e i denti aperti forse dalla sorpresa o forse solo dalla confusione.
Un reticolo di linee di sangue spruzzò lungo tutto il suo corpo, dividendogli la testa a metà. Poi i pezzi così delineati scivolarono gli uni sugli altri.
Infine vennero le esplosioni.
La polvere si diradò e la trance si spezzò.
-Ce l'ho... ce l'ho fatta, ce l'ho fatta sul serio! Ahahah! Oh mio kami, ce l'ho fatta!-.
Depotenziando i razzi incominciò la discesa, sempre ridendo (e rischiando di sbilanciarsi tra l'altro), fino a toccare suolo. In quella, udì una voce in testa.
Mica ti eri scordata di me-ara?”.
-Ahahah! N-No, direi proprio di no... ah...- Si calmò, smise di sorridere e tornò seria. Già, non era da Kagura provarci gusto in tal modo... era da lei!
-Cosa ci fai dentro di me?-.
Rilassati-ara! Sono solo di passaggio, tra l'altro sono già morta!”.
-Uhm... non vorrai di nuovo rubarmi il corpo.-.
No, no, tanto sono solo un frammento: sì, solo un misero frammento di quella splendida, gentile, generosa, bella... sniff! Che commozione!”.
-...eh, sto piangendo... ih! Sto piangendo davvero! Non farmi piangere, stupida!-.
In ogni caso, il mio era solo un piccolo regalo d'addio, però sentiti libera di usarlo quando e come vuoi in futuro.”.
-Non hai idea di quanto lo aspetti...-.
Ara-ara, che macabra ironia! Anche per questo mi piacevi tanto!”.
-E tu per niente. Ma grazie lo stesso, mi secca, ma mi hai salvato la vita. Comunque non pensare che ti per-
BUHUHU!!! KAGURA-CHAN, TI VOGLIO BENE ANCH'IO!!!”.
...che strazio.
È ora che vada, porterò i tuoi saluti alle tue amiche.”.
-Quelle che hai ucciso?- Replicò Kagura con una vena nervosa in fronte.
Io... insomma, mi sento già abbastanza in colpa! Ciao ciao-ara!” E tacque.
-Ah, alla buon'ora!- Sospirò la bruna, sedendosi sul ghiaino mentre l'armatura spariva. Le lacerazioni erano scomparse tutte, ma in compenso aveva un brutto mal di testa che...
Che strano, il suo cranio aveva una forma insolita.
Un'ultimissima cosa: ho fatto in modo che per un tempo dieci volte quello del Soul tu sarai... diciamo più bella, ecco. Non mi ringraziare, bye bye-ara!” Non diede altre spiegazioni e stavolta non parlò più definitivamente.
Aspetta, bella come?
Oh no.
Oh no.
Abbassò, cautamente, lo sguardo e si rese conto istantaneamente che... non erano le sue.
E quel vestito viola non era il suo.
E quei capelli biondi non erano i suoi.
E quelle unghie curate al dettaglio non erano le sue.
-CHE ACCIDENTI È QUESTA ROBA???-.
No, quella voce non era la sua.
LAODIOLAODIOQUANTOLAODIOOOOO!!!”.
-Hhh!!!- Si trovò senza fiato per quello sfogo, nonché col bisogno impellente di prendere una mentina e farsi massaggiare la gola da un bel fusto.
Che... che... umiliazione... per una guerriera...”.
-Basta...- Gemette, sdraiandosi per trovare un po' di riposo. In tal modo, tornò a guardare il cielo, e bisognosa di distrazione vi si concentrò totalmente.
Come descrivere quel fenomeno? Anzitutto erano le prime ore del pomeriggio, eppure era molto più scuro; ma la cosa più evidente era lo squarcio in mezzo all'atmosfera, come in quei dipinti in cui il mare si divideva in due; solo che non era il mare, bensì il cielo, e lo strappo era di colore notturno, ma con una vena gialla in profondità. Prima le era parso di vedere delle esplosioni o delle comete uscire, non era sicura, pensava a tutt'altro, però ora non le vedeva più.
Non erano stati loro, quindi i demoni? Mmm, l'istinto le diceva di no, perciò rimaneva una misteriosa terza forza. Amici o nemici? Si sarebbe visto presto...
Che sto facendo?” Si riscosse allarmata: “Non ho tempo da perdere!".
Rialzatasi di scatto, tuttavia, ebbe un mancamento, la sua vista roteò e perse i sensi.





*     *     *



Vicino a Zonia
-Eh già, Wendy era un vero abominio: la divinità più pazza e crudele non avrebbe saputo creare di peggio. La vedevi vagare senza meta e far fuori ogni ente abbastanza forte da essere considerato un bersaglio. Ma la cosa più tremenda era... mi stai ascoltando?-.
No, non proprio: Ezel faceva il verso del polpo-leone e si stava trasformando in Forma Etherious: da tentacoli-mosci a tentacoli-spiedini, samurai dell'oceano e altre cose strane. Meh.
Tirava fendenti d'aria dai nomi improponibili così, a caso: sai che utilità ne avrebbero tratto i contadini? O quelli che fanno le trincee per la guerra, anche quelli...
-Dicevo, la cosa più spaventosa era la sua apatia.- Continuò, mettendo le mani in tasca: -Era una belva, vedevi arti e interiora volare via in mezzo millisecondo, ma potevi pure ricoprirla di sangue da capo a piedi e non cambiava mai faccia.-.
-Beh, chiamala “faccia”. Negli occhi non leggevi niente, capisci, i bulbi ci stavano solo per bellezza, perché erano come orbite vuote; un'altra cosa era che aveva sempre, e dico sempre, le labbra serrate: mai uno spiraglio, manco uno; ed era seria, mortalmente seria, una maschera funerea.-.
-Non penso ci provasse gusto nello sterminare vite, non era come noialtri: per lei era normale come respirare o camminare, era la prassi... il che può gettare un impianto per un discorso filosofico sulla sua effettiva mostruosità, dato che probabilmente non si rendeva conto di essere un mostro: lei ci era nata, non conosceva altro modo di vivere. Quello che so io è che faceva rabbrividire persino me, quando per sbaglio mi guardava io pensavo sempre: “cazzo, sono il prossimo!”; e invece a Salamander e a noialtri tre non ci ha mai attaccati; anzi, credo che non si accorgesse neanche di noi.-.
-Una volta il fiammifero ci ha provato, a combatterci. Beh, anche noi, ma non con quella serietà. Lei si limitava a prenderle come un sacco da boxe, ma per quanto fossero brucianti i suoi attacchi tornava sempre in piedi, illesa. Poche volte ho visto End così incazzato, alla fine aveva esaurito tutte le energie e lei era più immacolata di un bimbo in fasce. Tu mi dirai che avrebbe dovuto farci meno paura, tanto non ci avrebbe mai fatto niente, ma mi sono sempre stretto le palle nel passarle vicino.-.
Il tempo delle chiacchiere era finito, forse non era proprio mai cominciato. Aveva schivato gli attacchi di Ezel soltanto per istinto, mica perché lo avrebbero danneggiato, e ai suoi occhi doveva sembrare che sparisse e ricomparisse qua e là.
Alla fine Ezel tirò uno strappo di vento più grosso degli altri e, spezziamo una lancia a suo favore, anche più veloce; Gajeel decise di porre fine a quel surrogato di scontro, perciò saltò, alzò la mano e...
Bel taglio, ma io...”.
-Spada del Drago di Ferro!-.
...taglierò il tuo taglio!”.
ZAM
Gajeel rimase immobile che faceva figo, atterrando quindi con la mano abbassata.
Le due parti perfettamente simmetriche del Cancello Demoniaco giacevano più in là, e in viso (nelle due metà) aveva ancora le fauci spalancate e le sclere bianche. Non l'aveva vista arrivare, la sua morte.
Così succedeva a molti in guerra, rifletté Gajeel: soldati troppo stupidi per provare paura, e forse era meglio per loro che andasse così.
   
 
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