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Autore: mydaimonissnake    31/10/2019    1 recensioni
Dal testo: "la prima volta che vede Kumiko è al parco... Non sa ancora il suo nome, non l'ha mai incontrata prima, ma cattura il suo sguardo già alla prima occhiata."
Storia scritta per il LEAFtober di LandeDiFandom prompt n. 17
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
- Questa storia fa parte della serie 'Un amore nato troppo presto'
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La prima volta che vede Kumiko è al parco. Sono gli ultimi giorni di settembre e Jack è di nuovo a New York per il suo secondo anno di college.

Il tempo è buono quel giorno, il freddo dell’autunno non ha ancora raggiunto la città e Jack non ha resistito all’idea di una passeggiata. Dovrebbe mettersi a studiare e infatti ha con sé lo zaino con i libri, ma non ne ha molta voglia. Di solito quando Mark, il suo compagno di stanza, lo caccia fuori dalla loro camera per invitarci la sua ragazza, Jack va in qualche locale dove, tra un caffè e l’altro, studia finché non può rientrare.

Quel giorno invece va al parco, e lì la vede. Non sa ancora il suo nome, non l’ha mai incontrata prima, ma cattura il suo sguardo già alla prima occhiata. Lei non lo vede. Sta passeggiando lentamente, lo sguardo fisso a terra, concentrata, non tanto sui suoi passi, ma sul terreno intorno a lei.

E forse è questo a incuriosire Jack, tanto da farlo avvicinare e a mettersi seduto su una panchina da dove poterla osservare meglio. Lei continua a non notarlo, e ora che è più vicino Jack capisce cosa la attira tanto, non è il terreno, sono le foglie. La ragazza sta osservando le poche foglie che sono cadute attorno all’albero a lei vicino. Poi ne raccoglie una, è quasi completamente gialla, la alza in alto sopra la sua testa e alza il volto per guardarla controluce e grazie a questo suo movimento, Jack riesce a vederla in faccia.

È davvero molto bella. I suoi lineamenti sono delicati e la sua pelle piuttosto chiara, gli occhi neri, a mandorla, la bocca sottile e il naso piccolo e leggermente all’insù, i capelli neri, lunghi e mossi, tutto in lei è incantevole, e Jack ne resta affascinato.

Non è molto alta, è magra ed è vestita in maniera piuttosto semplice: t-shirt, giacca sportiva, jeans stretti e a vita alta, scarpe da ginnastica, nessun tipo di trucco, o almeno a Jack sembra di no, dovrebbe vederla più da vicino per esserne completamente sicuro. Porta gli orecchini, lunghi ma non appariscenti, e ha un brillantino al naso.

Jack non sa per quanto tempo la ragazza resta a guardare la foglia e di conseguenza per quanto lui abbia guardato lei, ma ad un certo punto lei fa una piccola smorfia buffa e lascia cadere la foglia, ed è in quel momento che si accorge di lui.

Non sembra infastidita o spaventata dal fatto che un perfetto estraneo la stia fissando, gli fa un sorriso e un cenno con la testa come per salutarlo e riprende la sua camminata, spostandosi verso un altro albero e continuando a controllare le foglie a terra.

Sembra così tranquilla diversamente da tutte le altre persone presenti. Tra chi fa jogging, i bambini che corrono e urlano, chi parla al cellulare mentre cammina a passo svelto, tra tutto quel caos, lei è come un’oasi di calma e solo a guardarla anche Jack si sente più rilassato.

Resta a osservarla seduto sulla panchina finché lei non si allontana tanto che non riesce a vederla più, poi si mette a studiare lì, è come se lei gli abbia passato la sua pace, tanto che i rumori del parco non lo disturbano affatto. Riesce a mantenere quello stato d’animo per tutto il resto del pomeriggio e studia di più e meglio di quanto abbia mai fatto.

Nei giorni successivi continua a pensare a lei.

Non è un pensiero fisso, non la pensa in continuazione, ma solo di tanto in tanto, si chiede se abbia trovato la foglia che cercava o se è sempre così tranquilla in ogni situazione, piccoli pensieri che passano presto e che comunque lo fanno sorridere.
 
 
Quando può ritorna al parco nella speranza di rivederla.

Dopo quasi tre settimane finalmente la incontra di nuovo. Lei è ferma in piedi in mezzo al prato con in mano una foglia marrone e la sta osservando concentrata, poi non soddisfatta la lascia cadere a terra e si rimette a passeggiare. Cammina piano, e come la volta precedente sembra calma e rilassata, come se avesse tutto il tempo del mondo.

Jack non sa cosa lo spinga a farlo, agisce d’impulso e raccoglie la foglia caduta, poi si avvicina alla ragazza e le dice “Ciao! Scusa ma credo ti sia caduta questa”, e gliela porge. Non appena finisce di parlare vorrebbe rimangiarsi tutto, sentendosi un completo idiota per la pessima battuta, e per non aver trovato un modo migliore per avvicinarla.

Lei lo guarda un po’ perplessa, “in realtà l’ho lasciata cadere apposta” gli risponde, ma poi gli sorride, lo ringrazia e da lì iniziano a parlare e passano ben due ore a passeggiare insieme e a chiacchierare.

Così Jack viene a sapere che Kumiko è una studentessa di biologia al suo primo anno di università, che viene dal Giappone, e che il suo interesse per le foglie e le piante è una passione che ha avuto sin da piccola, tramandatale da  suo nonno che è un botanico, e che ha sempre amato raccontarle del suo lavoro.

Lui le parla un po’ di sé, del suo sogno di diventare avvocato, della sua città natale, dove fa sempre caldo e in pratica è come se fosse sempre estate, e le racconta alcuni aneddoti di quand’era bambino.

Da quel pomeriggio continuano a frequentarsi, e Jack ne è felice, e per la prima volta non sente il bisogno di affrettare le cose, a differenza delle sue relazioni passate.
 
 
La prima volta che si baciano sono nella stanza di Kumiko, lei gli sta mostrando l’album dove tiene la sua raccolta di foglie, tutte accuratamente selezionate ed etichettate.

Lui la ascolta e non la ascolta, distratto dal suono della sua voce e dall’osservare il suo viso animato dall’entusiasmo mentre gli spiega le proprietà e le caratteristiche di ogni foglia e pianta.

Kumiko gira pagina e Jack può vedere una bella foglia rossa, a cinque punte, sembra quasi una mano. Tutto quello che lei riesce a dirgli prima che lui la baci, è che è una foglia di Momiji, albero chiamato anche acero palmato o giapponese.

Nel momento che lei ricambia il bacio però, nient’altro sembra avere davvero importanza.

E la loro piccola lezione di botanica viene felicemente rimandata.
  
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