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Autore: 404    06/11/2019    12 recensioni
La relazione a distanza di Philip e Jenny era profonda, intensa, piena, dal punto di vista emotivo. Col passare degli anni però, lui aveva iniziato a risentire di tutte quelle esperienze, tipiche dell’adolescenza, di cui si stava privando. I primi appuntamenti, l’emozione di vedere passare la ragazza che ti fa battere il cuore, i primi baci, le prime carezze...
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Yoshiko Fujisawa/Jenny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La ragazza della neve.
 
Ormai per tutti la relazione a distanza fra Philip e Jenny era una cosa normale, faceva parte della quotidianità. Eppure di normale, di consueto, non aveva nulla. Una relazione a distanza solitamente prima lo è stata “dal vivo”, ma non per loro due. Non si erano mai dichiarati quando ne avevano avuta la possibilità, quando vivevano nella stessa città. Si erano detti di amarsi quando lei stava partendo con i suoi genitori senza avvertirlo e lui, si era precipitato all’aeroporto appena lo aveva appreso. Se l’erano detto, ma non a parole.
Si erano rivisti solo quando, con la nazionale juniores, lui aveva partecipato a un torneo amichevole fra quattro formazioni.
Si sentivano. Si scrivevano. Facevano videochiamate. Si stavano conoscendo forse più che frequentandosi di persona.
 
Era chiaro per tutti che per lui comunque fosse difficile, ma credevano unicamente per una questione di distanza. Lo era certo, ma non solo nel modo in cui pensavano loro.
Avevano una relazione piena e soddisfacente dal punto di vista emotivo, ma da quello fisico Philip iniziava a risentire di ciò di cui si stava privando.
Inizialmente sorrideva dei racconti degli amici, poi, pur essendo felice per loro, non poteva che avvertire un vuoto.
“Le ho chiesto di uscire!”
“L’ho vista passare!”
“L’ho baciata!”
“Allora che avete combinato ieri?”
“L’hai toccata sotto la maglietta?”
Discorsi normali fra ragazzi di quell’età, ma erano tutte cose che Philip non poteva avere, non poteva provare, perché la ragazza del suo cuore era Jenny. La ragazza che aveva visto per la prima volta fra la neve. La ragazza alla quale pensava ogni volta che vedeva cadere un fiocco. Lei, solo lei.
 
Un giorno poi si era ritrovato, per pura casualità, ad ascoltare un discorso o una parte almeno, fra Holly, Tom e Benji. Sesso! Stavano parlando si sesso.
Tom aveva avuto la sua prima volta dopo i mondiali giovanili, prima di far ritorno in Giappone.
Benji, rientrato in Germania dopo una visita a Holly in Brasile, aveva rotto con la ragazza che frequentava. Lei era presa, più di lui, così l’amico non se l’era sentita, sarebbe stato come prenderla in giro. Dopo aveva avuto alcune occasioni, ma aveva preferito aspettare, finché…già finché…pure Benji aveva avuto la sua prima volta.
 
Philip si era ritrovato scombussolato da quell’ascolto accidentale.
“Ero nervoso”
“Sapevo che sarebbe successo una di quelle sere”
“E’ stato improvviso”
“Non ci siamo voluti fermare”
“E’ avvenuto con naturalezza”
“Mi sentivo impacciato”
Quelle frasi avevano iniziato a mescolarsi nella sua testa. Quando avrebbe provato anche lui una di quelle emozioni?
Forse però, ciò che lo aveva scosso maggiormente era stato il racconto di Holly. Certo, aveva preventivato che, non avendo sentito perfettamente ogni singola parola, potesse aver frainteso, ma era irrilevante. Quello che aveva, o credeva di aver capito, gli aveva dato da pensare….e molto.
Holly, all’epoca, abitava ancora in Brasile. A differenza degli altri, non l’aveva avuta la sua prima volta. Come lui, ancora non aveva fatto nulla…ma proprio nulla. Era stato chiaro, non era pronto al sesso, ma a ciò che lo precede…probabilmente! Non era di emozioni che si parlava, ma di cose che forse lo avrebbero potuto portato naturalmente a quel punto e a sentirsi di andare oltre…baci, carezze…dita, mani, lingua, bocca…ed erano stati un po’ più specifici di così, tanto che Philip era arrossito. Si era ritrovato pure a immaginare di vedere Jenny…e di farsi vedere da lei…in quel modo…per quel motivo e di…
Holly aveva poi ammesso di non aver avuto occasioni, perché aveva fatto in modo di evitarle. Se avesse voluto in Brasile…be’ ne avrebbe avute di cose da raccontare. Era libero, non ci sarebbe stato nulla di male…poi lo aveva sentito parlare di una ragazza perfetta per lui. Ne aveva fatto il nome, ne era certo dal tipo di frase, ma non lo aveva compreso. Lei era giapponese e non si era dichiarato. Il perché proprio non lo aveva afferrato. Si era chiesto, e si chiedeva ancora, di chi potesse trattarsi. Probabilmente Patty. Poi il dubbio. Amy?
In fondo perché non dichiararsi con Patty, non vedeva alcun motivo logico. Forse era interessato a Amy, ma sapeva quel sentimento impossibile.
In effetti avevano una sintonia e una sincronia incredibile, sembravano capirsi al volo senza parlare.
In ogni modo, per Holly, l’idea di baciare un’altra lo metteva a disagio. Si sentiva legato a una ragazza a cui non si era dichiarato, al futuro che indubbiamente avrebbero avuto.
Philip si era rivisto in quelle frasi. Era come se fossero in una situazione un po’ simile e un po’ differente. Lui e Jenny erano una coppia…lo erano? Sì, sì, sì!
Forse avrebbero dovuto parlare di…
Forse avrebbe dovuto spiegarle che…
Forse…
Forse…
Forse…
Quanta confusione quando non era davanti a lui in video. Quando non era con lui in chat. Quando non poteva parlare con lei.
Avrebbe anche potuto fare certe cose con altre ragazze, sarebbe stata solo una cosa fisica, una cosa che non contava nulla, ma non lo voleva. Non perché si sentiva impegnato. Non per rispetto a Jenny. Non in previsione di un loro futuro insieme. Ma perché Philip voleva solo Jenny.
La sensazione di perdersi qualcosa era orribile, gli pesava sempre di più. Non era nemmeno nelle condizioni di chiedersi se era pronto o meno a fare certe cose. Non si era mai posto il problema. Lo era? Non lo era? Faceva differenza?
Una parte di lui andava avanti, ma l’altra non rimaneva indietro, no, peggio, era sospesa.
 
Nel frattempo anche le vite scolastiche e calcistiche di tutti stavano mutando, si stavano evolvendo.
Dopo l’ingaggio di Tom in Francia, quello di Holly in Spagna e Mark in Italia, la più grossa e imprevista novità del momento era Julian.
L’amico, che pensava di avere il futuro ben incanalato in una strada, si era visto aprire, anzi spalancare, una porta di nuove possibilità. Grazie a una nuova e, incredibilmente, non invasiva tecnica chirurgica, aveva risolto completamente i suoi problemi cardiaci e conseguenti limitazioni.
Di recente si vociferava anche, che pure Bruce Harper, forse, sarebbe stato ingaggiato da una squadra della massima serie.
 
Philip si stava dunque chiedendo, ora, che ne sarebbe stato di lui…di lui e di Jenny.
Abitava negli Stati Uniti, scegliere di giocare là non avrebbe avuto alcun senso, a parte stare con lei. Forse dovevano mettersi a parlare con calma. Mettere sul tavolo i rispettivi progetti e le aspirazioni. Avevano già toccato l’argomento ovviamene, ma mai come una cosa concreta. Mai provando a incrociare le due cose. Lo avrebbero fatto con calma, passato quel periodo così impegnativo per entrambi. Era più logico, ma era anche assurdo trovarsi nello stesso continente, l’Europa, e non potersi vedersi.
Lei era lì da qualche mese, avendo vinto una borsa di studio per un Paese del Nord, ma il corso stava volgendo al termine.
Lui da un paio settimane, assieme al suo amico Peter, per valutare se tentare o meno un’esperienza calcistica lì. Era stata un’occasione da cogliere al volo, per dare un’occhiata e partecipare di persona ad alcuni incontri, invece di avere notizie di seconda mano da chi li rappresentava. Forse sarebbero riusciti pure a passare da Parigi. Tom, nell’eventualità, si era procurato per loro dei biglietti per la Champions, che facilmente avrebbe rifilato a qualcun altro se, all’ultimo, non ce l’avessero fatta.
•••••
Philip era certo che avrebbero preso un volo per Parigi. Peter gli aveva detto di aver trovato un’offerta, sia per il volo che per l’Hotel. Invece si erano trovati in fila per il gate che indicava Edimburgo.
“Ci staremo un paio di giorni! Devo vedere una persona, è una cosa importante ma ora non ti posso spiegare!”
“Ma…”
“E’ un segreto Philip, ti prego solo di fidarti di me, ti spiegherò poi!”
 
Edimburgo era davvero splendida.
Dopo aver lasciato le loro cose in un grazioso e caratteristico B&B, nella zona vecchia della città, Peter lo aveva praticamente costretto a uscire.
“Il monumento a Nelson?”
“Sì è là sopra! Che c’è Philip, non mi dirai che questa neve ti spaventa?”
La neve non ci voleva. Il pensiero che sarebbe potuto andare da Jenny, se avessero avuto giorni da perdere, non lo aveva abbandonato per tutto il viaggio, figuriamoci in mezzo alla neve. La sua mente non poteva che volare da lei a ogni passo in quella salita.
“Ci siamo!”
“Sì non è niente male qui e…” Philip rimase impietrito.
“Philip?!”
“Jenny?!”
“E questo era il mio segreto!” scherzò Peter “Ah se ti stai preoccupando per Tom, sa che non andremo a Parigi e che ci fermeremo qui…ah già, noi non andremo a Parigi…e tu non mi stai ascoltando!” rise ancora “Ciao Jenny!”
“Ciao Peter, ma cosa ci fate…”
“Questo è il motivo per cui ti ho chiesto di tenere segreto questo nostro incontro!” la voce era di una ragazza, una voce familiare
“Patty?!”
“Ciao Philip!”
“Ma…io non capisco” farfugliò lui
“Davvero volete perdere tempo in inutili spiegazioni voi due?” scherzò Patty “Ne avremo ti tempo per farlo…per ora accontentatevi di sapere che mi sono fatta ispirare dal racconto di come Mark e la sua ragazza, si sono messi insieme!”
 
Jenny e Philip rimasero a fissarsi ancora increduli, mentre Peter e Patty si allontananoro.
“E’ incredibile Jenny…essere qui, insieme…”
“Non quanto sapere che Mark Lenders ha una ragazza!”
Scoppiarono a ridere e finalmente si abbracciarono.
 
Come è insito nell’animo umano, per Jenny e Philip era difficile vedere quei due giorni come regalati, ma erano invece solo due giorni. Oltre gli amici però, forse c’era qualcun altro dalla loro o forse...una semplice fatalità. Quella neve da “Erano quattro anni che non nevicava” era diventata “Erano trent’anni che non nevicava così”.
L’aeroporto di Londra era chiuso da qualche giorno, mentre da quello di Edimburgo alcuni voli erano partiti e altri no.
Philip era turbato all’idea di andare via mentre Jenny sarebbe dovuta rimanere ancora, poi quel messaggio, anche il suo volo era stato annullato, anche l’aeroporto di Edimburgo era stato chiuso. Nel B&B, dove avevano scoperto alloggiare entrambi, c’era ancora disponibilità di camere. Sarebbero potuti rimanere.
Così, in una Edimburgo innevata, Philip aveva avuto l’esperienza di cui si era dovuto privare.
 
C’era stato il primo bacio, nel piazzale antistante al castello. Si erano baciati ancora vicino al porticciolo non distante dal B&B. Davanti al museo degli scrittori. Nella terrazza di uno dei musei. Sulla prua della nave reale, ormai non più in uso e diventata una metà turistica.
Avevano camminato mano nella mano, dopo aver rinunciato, visto la fila, a vedere la famosa Camera Oscura.
Avevano camminato abbracciati, nel parco vicino a un altro museo dove, sceso il buio, erano iniziati suggestivi giochi di luce.
Philip le aveva chiesto il loro primo vero appuntamento. Avevano avuto la loro prima cena romantica. Avevano preso il tè in uno strano posto pieno di gatti.
Erano usciti come coppia assieme agli amici.
Si erano sorretti a vicenda quando avevano rischiato di cadere a causa del ghiaccio su un gradino, coperto dalla neve.
Aveva potuto parlare con Peter di ciò che avevano e non avevano fatto, restando comunque un signore.
In pochi giorni pareva stessero recuperando gli ultimi anni, perché emotivamente erano molto avanti.
 
Avevano saputo durante una colazione, come gli eventi li avevano portati lì e che si era trattato di una sorta di piano diabolico dell’ultimo minuto.
Patty e Jenny si erano conosciute anni prima, durante un qualche campionato nazionale di calcio, entrambe al seguito delle squadre delle rispettive scuole. Giusto qualche parola nulla di più. Poi, circa un anno prima, avevano allacciato i rapporti via social, finendo col fare lunghe chiacchierate. Specialmente quando Patty le aveva chiesto consiglio riguardo la sua propensione ad un’esperienza studio all’estero. Era la persona più adatta a cui domandare. Jenny, infatti, dopo un’estate ad Amsterdam, in uno scambio culturale col suo liceo statunitense, aveva vinto una borsa di studio per un prestigioso stage a Bruxelles di economia internazionale. Era una delle più giovani a essere stata accettata.
Quindi le aveva chiarito le idee, dandole delle ottime dritte. Così era finita a Cork qualche mese prima.
Ora, Patty e alcune compagne di corso, avevano deciso di concedersi qualche giorno per staccare la spina, fare una piccola vacanza in un connubio fra divertimento e cultura, festeggiare l’accettazione della sua domanda di prolungare quell’esperienza, con spostamento a Barcellona.
La settimana prima di partire per Edimburgo, Patty aveva chiamato Jenny, convincendola ad aggregarsi. Potevano vedersi dopo tanto tempo.
Peter nel frattempo era stato contattato per portarci Philip e...il resto è storia, come si dice.
Di certo, quando Jenny aveva suggerito a Patty di non fare domanda per qualche città puntata da tutti, come Londra, non immaginava che la scelta dell’amica per l’Irlanda, avrebbe portato lei in Scozia, e in quel letto abbracciata a Philip.
 
Quello era il penultimo giorno intero a Edimburgo. Avevano pranzato tutti insieme. Jenny aveva guardato un po’ male Peter per certe premure nei confronti di una delle amiche di Patty ma, d’altra parte, era un ragazzo gentile, poteva non esserci un’altra motivazione oltre a quella. Poi lui e la sua amica Grace non stavano insieme, anche se si vedevano spesso.
Finito di mangiare, due chiacchiere ancora, e si erano divisi.
Vuoi il freddo, vuoi la voglia di stare per conto loro, i due avevano comprato qualcosa in un supermercato ed erano andati nella camera di Jenny per un tè.
Nelle camere il riscaldamento veniva abbassato nel pomeriggio, poiché solitamente non c’erano ospiti e loro, quasi ingenuamente, si erano infilati insieme sotto le coperte. Rendendosi conto di quel gesto solo una volta vicini.
Si erano stretti, si erano baciati. Poi il caldo era diventato evidente. Sia per la rispettiva vicinanza, sia per quella situazione che li stava smuovendo dentro...ma soprattutto perché il gestore aveva alzato il riscaldamento sapendoli di sopra.
Stavano così bene abbracciati che avevano dovuto riaccendere il bollitore tre volte, e ancora non si erano fatti quel tè.
Erano di fianco e si guardavano. Philip le accarezzava i capelli, un bacio, ancora un altro. Jenny si era ritrovata sulla schiena con lui sopra. Un suono, il bollitore era scattato ancora. La mano di Philip con assoluta naturalezza aveva iniziato a risalire da sotto la maglia di Jenny arrivando al seno. La mano di Jenny l’aveva raggiunta, dando l’impressione di volerla levare, invece da sopra il reggiseno, l’aveva accompagnata sotto.
Quella sensazione sotto al palmo, sulle dita...il pollice che si muoveva...
Quella mano su di lei, quei movimenti a tratti leggeri, a tratti decisi....
Entrambi avevano sentito un brivido lungo la schiena e un calore in basso, nello stesso punto.
Jenny avvertiva una pressione laggiù data da Philip. Le ci era voluto un attimo per capire di cosa si trattava, e in quel momento lui si era ritratto con il bacino, per poi sollevarsi totalmente, levando pure la mano. Si erano guardati e ci era stato una sorta di tacito assenso. Le aveva afferrato la maglia e lentamente gliela aveva sfilata.
Una lieve incertezza sul volto di lui. Un sorriso su quello di lei. Uno dei seni di Jenny, quello che aveva toccato, era scoperto. La stoffa del reggiseno era sollevata, lasciandolo in bella vista. Con un filo appena accennato d’imbarazzo Jenny, inarcando appena la schiena, si era liberata da quell’indumento, per poi riappoggiarsi al materasso. Era nuda dalla vita in su. Philip era rimasto a guardarla, come a sfiorala con lo sguardo. Jenny sapeva che in quel momento, avrebbe potuto farle qualunque cosa. A nulla si sarebbe opposta.
Con leggerezza aveva iniziato ad accarezzarla, prima dolcemente con la punta delle dita, dopo con tutta la mano e ancora con le labbra, in ultimo con la lingua. Non aveva mai fatto nulla del genere eppure era come se sapesse cosa fare, come muoversi, come poteva piacer sia a lui che a lei.
All’improvviso Jenny aveva afferrato la maglia di Philip e l’aveva sollevata adagio. Lui si era staccato solo nel momento in cui l’indumento era arrivato al collo...ed eccolo finire a terra.
Qualcosa in Jenny era scattato. Senza dire nulla aveva spinto Philip accompagnandolo, in modo da invertite le loro posizioni. Dopo avergli accarezzato a piene mani gli addominali, gli aveva aperto i pantaloni. Lui non osava dire nulla mentre una mano della ragazza si era inoltrata rimanendo sopra i boxer. Nessuna esitazione, nessun leggero sfioramento, lei era decisa, rendendo quella parte ancora più...partecipe.
Lei si era morsa il labbro inferiore per un istante per poi osare ancora di più...e quella mano aveva smesso di toccarlo attraverso la stoffa. Era la pelle che ora sentiva, pelle calda e...viva.
Il respiro di Philip si era fatto più profondo, stringeva forte le lenzuola. Cercava di controllare il suo corpo ma gli era impossibile.
Mentre continuava a muovere la mano, Jenny cercava le sue labbra. I loro baci erano sempre più intensi e lui si era reso conto, nonostante l’inesperienza, che così sarebbe arrivato al punto del non ritorno.
L’aveva fatta staccare e si era messo seduto, rimanendo sopra al materasso, con le gambe piegate, buttando in là le coperte ormai inutili, avevano entrambi molto caldo. Per un attimo lei si era chiesta se avesse fatto qualcosa di sbagliato, finché lui non l’aveva baciata, aprendole i pantaloni.
Jenny si era ritrovata stesa sulla pancia, rivolta verso i piedi del letto, guardando così il paesaggio innevato attraverso la finestra.
Sentiva i pantaloni scendere verso le caviglie e poi superarle. Sentiva le mani calde di Philip risalire lungo le gambe per poi afferrarle gli slip che, molto lentamente, avevano seguito il percorso fatto dall’altro indumento. Attraversata da un nuovo brivido e da un nuovo calore dentro, sentiva le dita di Philip accarezzarle la schiena, lungo la colonna, dal collo verso i fianchi e poi ancora giù fra le natiche, per poi fermarsi dove più le bramava. Ben presto si era ritrovata a desiderare che quelle carezze andassero ben oltre, invece lui si era fermato e l’aveva fatta girare. Philip l’ammirava dall’alto, nella sua nudità. Vedeva il petto muoversi su e giù mentre cercava di riprendere il controllo del suo respiro. Le aveva spinto le gambe in direzioni opposte, si sentiva completamente vulnerabile, così esposta, eppure aveva piena fiducia nel suo Philip.
Lui allora si era portato proprio in quello spazio che aveva ottenuto e si era abbassato. L’aveva baciata ancora sulle labbra, per poi scendere...
Prima si era lasciato andare, fatto guidare da una sorta di istinto naturale. Ora però si chiedeva se avrebbe fatto bene, a fare ciò che intendeva fare. La risposta non era tardata ad arrivare mentre con la bocca e la lingua la...baciava in quel punto ben oltre l’ombelico. I respiri, i movimenti di Jenny, ogni sua reazione era un assenso. Senza più pensare aveva iniziato ad alternare lingua e dita, tanto da farla sussultare più volte, ma non certo contrariata.
Jenny era travolta da emozioni che non immaginava, da sensazioni di cui aveva solo sentito parlare.
Philip si era poi disteso accanto a lei, decisamente appagata. Ma Jenny, seppur provata, non riteneva corretto ed equo non ricambiare.
Si era ritrovata anche lei a chiedersi se lo stava facendo bene, avrebbe voluto chiederglielo, ma non ce ne era stato bisogno.
 
Si erano rivestiti in silenzio. Qualche sguardo, qualche sorriso.
Jenny aveva voluto risistemare un po’ il letto, nel caso qualcuno degli amici avesse bussato. Cosa che effettivamente era poi accaduta.
Adesso assieme agli altri stavano camminando verso un locale non lontano per cenare tutti insieme.
“Philip...” gli sussurrò quasi, una volta rimasti indietro “...come mai non...non hai voluto andare...oltre...” lei sentiva il cuore batterle forte, era quasi agitata “...sai credo che non ti avrei...detto di no”
“Nemmeno io se fossi stata tu a...voler...ma nessuno dei due ha fatto qualcosa per...insomma...”
“Già...ma tu vorresti?” era diventato rosso
“S-sì! Eccome se lo voglio. Mentre eravamo in camera però non mi è venuto naturale io...non ci ho nemmeno pensato. Forse perché già starti accanto...e poi noi ci...”
“Siamo persi tante cose e...”
“Sì! Ma credo anche perché ci sono cose di cui dovremmo parlarle...sul nostro futuro...forse non sarebbe stato giusto prima di capire se...”
“Se sarebbe stata una parentesi oppure l’inizio di qualcosa!”
“No! Assolutamente no! Noi lo abbiamo un futuro insieme Jenny! Mi rifiuto di credere che non sia così.”
Gli aveva soriso e si era stretta ancora più al suo braccio “Farlo senza sapere cosa ci sarà per noi...meglio?”
Lui aveva riso “Più o meno”
 
Dopo aver cenato gli altri erano andati a sentire musica dal vivo in un altro posto, mentre loro due avevano deciso di rimanere ancora. Così, faccia a faccia erano riusciti a parlare di ciò che in fondo, faceva loro paura.
“Sì in effetti potrei proprio fare l’università a Tokyo” gli aveva detto
“Oh ma che peccato!”
“Come?”
“Sai io stavo seriamente valutando quelle proposte da tre squadre di Londra...che se non sbaglio è a mezz’oretta da Cambridge...”
Lei aveva sorriso “Davvero? Philip tu non vuoi lasciare il Giappone e...”
“Come mi è stato fatto notare, la vita del calciatore non ha certezze. La carriera può finire in un secondo, può durare molti anni, puoi stare fisso in una città come cambiare nello stesso campionato...l’Europa dà ampie opportunità di crescita”
“Ma volevi almeno fare un campionato professionistico in Giappone prima...me ne avevi parlato”
“Sì ma potrei non aver più occasioni fuori se rimando...forse sì, forse no. È già strano essere stato preso in considerazione provenendo da un campionato scolastico”
“Sì, ma ammetto che l’idea di tornare in patria per almeno un anno mi piace”
I due erano scoppiati a ridere. Non era chiaro quanto parlavano per sé stessi e quanto per andare incontro alle esigenze dell’altro.
“Siamo due cretini!” Concluse lei “Philip ora che sappiamo che qualunque cosa vogliamo, non interferirà mai con quello che vuole l’altro...che ne dici di...”
“Andare in...camera e...finire il discorso là?”
“Be’ no”
“No? Vuoi raggiungere gli altri...”
“No! Credo che dovremmo tornare in supermercato...insomma ecco è aperto fino a tardi e ho visto che lì hanno quello che...ci serve...”
“Non credo di...oh! Certo io non ci avevo pensato che...insomma hai ragione non possiamo certo non...usare la testa per...insomma già prima se noi avessimo...avremmo potuto...ecco...”
Jenny scoppiò a ridere “Però ricordiamoci di essere di manica larga, infondo abbiamo stanotte, tutto domani e... dopodomani mattina...”
“Jenny ma...”
Lei aveva sorriso ancora, ma più di imbarazzo che per la faccia di Philip “Abbiamo ancora diverse cose da decidere, ma è comunque chiaro che poi non ci vedremo per un po’ di tempo e...”
“E!”
Così si erano alzati, avevano pagato il conto e si erano avviati fra la neve. Un aereo era passato proprio in quel momento e i due avevano alzato la testa “Ormai non c’è proprio più speranza che i nostri voli vengano rimandati ancora...” Philip aveva sospirato
“Non ti sai proprio accontentare!”
L’aveva guardata e baciata “Mai!”
 
  
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