Notte tra il cinque e sei ottobre 1789.

La folla è urlante. Strepita,insulta, minaccia.
Sono a migliaia, principalmente sono donne.
Arrivano da tutta Parigi e dintorni, sono persone molto eterogenee.
Sono unite da una sola cosa: l'odio verso di me.
Adesso, con la mia famiglia, sono al sicuro chiusa nelle mie stanze.
Sua Maestà ha già magnanimamente concesso a quest'accozzaglia di varia umanità l'accesso alle scorte reali.
Eppure non basta.
A loro non basta.
Vogliono vedermi uscire sul balcone che dà sui miei giardini calpestati e guardare mentre mi umilio e mi inchino di fronte a loro.
Vogliono vedere la cagna austriaca inchinarsi di fronte ad un popolo che non l'ha mai amata, né stimata,né accettata.
Fuori da queste stanze alcune Guardie Reali sono state uccise.
Sentendo il frastuono delle loro grida e vedendo il terrore negli occhi di mio marito e dei miei bambini non posso più esimermi.
Qui con noi c'è il comandante La Fayette.
Come vorrei che ci foste Voi, Oscar.
Voi amica mia.
Lo so che avevate scelto diversamente, ma in nome della nostra antica amicizia, mi sareste stata accanto anche stavolta, mi avreste consigliato solo seguendo i suggerimenti del cuore e non la politica.
Voi cristallina e mai ipocrita, leale fino allo sfinimento.
Indispensabile.
Eppure io fui abbagliata da velleità, persi di vista la reale situazione in cui la Francia, di cui sono sovrana, versava.
Cosa dovrei fare, Oscar?
Mentre sobbalzo all'ennesimo coro di insulti mi sembra di sentire la Vostra voce profonda e seria che mi invita ad essere finalmente la Regina di cui hanno bisogno: una Regina che ha finalmente riconosciuto i propri errori e si inchina, non si umilia, di fronte al proprio popolo.
Devono vedere la vera Regina Maria Antonietta di Francia.
Mi inchinero' per provare il mio rispetto non per ammettere la mia debolezza.
Chiedo alla principessa de Lamballe di prendersi cura di Madame Royale e del Delfino.
Luigi XVI è terrorizzato, ma io sono la figlia della grande Maria Teresa, non mi posso sottrarre.
La Fayette mi sorride, magari spera che mi sparino.
A testa alta mi dirigo verso il balcone.
La pioggia cade copiosa, sento solo il suo scrosciare nelle orecchie, ogni altro rumore molesto è scomparso.
Tutti in silenzio, col fiato sospeso in attesa di vedere cosa farà l'austriaca.
Con un'occhiata rapida e intimidita guardo la marea silenziosa.
È come guardare l'abisso : a furia di guardarlo alla fine è lui che guarda te. Migliaia di paia di occhi mi scrutano.
Il silenzio è inquietante.
Abbasso lo sguardo, afferro le mie vesti fradicie e mi inchino.
Resto in attesa, col capo e il corpo piegati per un'eternita', poi una mano gentile prende la mia e mi fa alzare, vorrei che foste Voi Oscar, invece è La Fayette.
Uno scroscio di applausi e grida di giubilo coprono il rumore della pioggia.
Il mio cuore inizia a rallentare, grazie per essere stata vicina a me, Oscar.
Pensando a Voi ho fatto la cosa giusta.