Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Kengha    07/11/2019    5 recensioni
Erano passati quasi sei mesi da quello che era poi stato ironicamente chiamato “Inverno Perenne” e adesso il freddo, quello vero, era arrivato ad Arendelle. Il freddo e il ventiduesimo compleanno della Regina.
 Dopo le numerose pressioni di Anna, Elsa si era arresa ed aveva deciso di organizzare un ballo per festeggiare l’evento. Dopo le altrettante numerose pressioni dei funzionari di corte, era stato stabilito che a tale ballo dovessero essere presenti anche i pretendenti della Regina.

La voce si era sparsa in un istante, nonostante il categorico rifiuto della sovrana di fare degli inviti ufficiali: non avrebbe mai pregato nessun’uomo di prenderla come moglie.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Anna, Elsa, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Il penultimo capitolo è finalmente qui, spero di riuscire a darvi l'ultimo (e con esso l'eventuale epilogo) entro la fine dell'anno. Il 2019 mi ha portato tante cose (e tanti esaurimenti), sarebbe bello finirlo terminando questa storia, che avrà sempre un posto speciale nel mio cuore. A voi che mi seguite ancora, grazie per la fiducia e per il sostegno mostrato nelle vostre recensioni; mi auguro di nuovo che lo stile "differente" di questi ultimi capitoli non vi sarà pesante. 
Besos

PS: Mi è stato fatto notare che goda nei cliffhanger... è dannatemente vero. 


Chapter 14
 

Sedettero in silenzio su uno dei divani della stanza, azzardando una vicinanza cui avevano deciso di non abbandonarsi, invece, nei giorni trascorsi. Il semplice espediente di Leanne si era rivelato, almeno per quel primo momento, un successo.
Si sfioravano appena, le due sorelle, Elsa seduta come sempre con maggior compostezza, le gambe accavallate e le mani in grembo, a riposo sulle poche pieghe che il suo elegante vestito blu aveva fatto, mentre Anna si era letteralmente rannicchiata contro lo schienale di velluto, le gambe piegate e il peso distribuito sulle ginocchia, mentre provava a gestire quei brividi sporadici che provava di tanto in tanto nello sfiorare con la coscia la pelle gelida della sorella maggiore. Un silenzio che non durò in verità molto, ma che ad entrambe parve un’infinità, tanto erano ormai abituate al dialogo, al guardarsi negli occhi: fu la più piccola a cercare per prima un contatto, alzando lo sguardo per posarlo sul volto pallido e tempestato di lievi lentiggini della Regina, che invece sembrava totalmente assorta dai suoi pensieri.
Eppure, quel semplice gesto parve richiamare l’attenzione della platinata che, appena pochi istanti dopo, voltò la testa quel poco necessario per ricambiare lo sguardo della sua adorata sorella minore; ed in quell’osservarsi timido e silenzioso, la Regina dei Ghiacci fu colpita dalla consapevolezza che per la prima volta da sempre, non c’era più alcun muro tra lei ed Anna. Anche l’ultima barriera era infine venuta giù in un tonfo sordo e in quel momento non poteva esservi consapevolezza più spaventosa ed al tempo stesso appagante. La consapevolezza che la giovane Principessa di Arendelle fosse lì e potesse vederla, per davvero.
La sovrana prese un respiro profondo e nel momento in cui si decise a parlare, si sorprese nel sentire la voce della sorella sovrapporsi decisa alla propria.
« Mi dispiace » dissero assieme, prima di zittirsi bruscamente, entrambe sorprese da quella dichiarazione improvvisa. Lo sguardo ceruleo di Elsa non nascose la sorpresa del suo animo, che di certo non si aspettava di ricevere alcuna scusa da Anna, dunque strinse le mani rosee della sorellina tra le proprie e le sorrise appena, in maniera molto timida, ancora colpevole.
« Non hai nulla di cui scusarti, Anna. Nell’ultimo periodo con te ho sbagliato in più di un’occasione ed imperterrita ho continuato a celarti le ragioni dei miei malesseri e della mia instabilità... di certo l’ultima cosa che meritavi era lo scoprire in maniera tanto repentina qualcosa che ti stavo nascondendo da... troppo » sospirò, deglutendo piano, facendo balzare il proprio sguardo altrove nella stanza, ma solo per un attimo, quello necessario per trovare qualcosa a cui aggrapparsi, un briciolo di coraggio che le permettesse di continuare quel piccolo dialogo.
« Avevi ragione, avrei dovuto parlarti di questa- questa cosa, molto tempo fa, prima ancora di Leanne. Se una piccola parte di me sapeva che avresti potuto comprendere, l’altra parte, quella che infine ha dominato ancora una volta le mie emozioni, era troppo spaventata dall’idea di perderti di nuovo. Di perderti dopo averti appena -e finalmente- ritrovata. Quella stessa parte non sapeva quanto avresti potuto sopportare ancora, i miei poteri sono già qualcosa di abbastanza inusuale e... »
« No » la interruppe la rossa con un filo di voce, stringendo maggiormente le mani pallide della sorella maggiore, guardandola negli occhi con decisione e amarezza.
« I tuoi poteri sono qualcosa di bellissimo, Elsa. Non ho mai pensato, neppure per un istante, che sarebbe cambiato qualcosa tra di noi a causa loro... anzi, anzi sì, l’ho fatto m-ma in senso positivo. Positivissimo, ovviamente » l’agitazione nella voce della Principessa era palpabile, i balbettii che di tanto in tanto non riusciva a controllare la rendevano, se possibile, ancor più adorabile.
« Il giorno della tua incoronazione, la sera in cui ho scoperto dei tuoi poteri, mentre quell’imbecille di– ».
« Anna » la richiamò prontamente la sorella.
« Scusa. Hans e quel lurido ratto di Weselton- ». A nulla, ovviamente, valse l’occhiata severa che, ancora, la bionda le lanciò. « Provavano a convincermi che fossi pericolosa, che vi fosse qualche magia oscura dentro di te io... io ero solo felice. Ero felice perché finalmente avevo modo di comprendere la tua distanza -fu un sollievo realizzare che non mi odiassi- e- ».
« Non potrei mai odiarti, Anna ». Lo sguardo della Regina si fece velato e sofferente, era sempre difficile per lei guardare al dolore che aveva provato la sua adorata sorella minore in quegli anni di apparentemente immotivata separazione.
« Lo so, ora lo so » le rispose prontamente la rossa, sorridendole bonaria, prima di continuare il suo discorso.
« Ma fino a quel momento non avevo risposte, capisci? Adesso so che tutto ciò che hai fatto lo hai fatto in un tentativo di proteggermi; e così mamma e papà, che volevano proteggere entrambe ». Invero, Re Agnarr e la Regina Idun mai avrebbero potuto immaginare quanto quel “celarlo, domarlo, non mostrarlo” potesse creare dei veri e propri demoni nella mente della loro amata primogenita e, quando pochi anni dopo l’incidente che coinvolse Anna, Elsa smise di farsi toccare in maniera definitiva anche da loro, così spaventata all’idea di ferirli da rinnegare persino una carezza, o un abbraccio, i sovrani avevano realizzato quanto madornale fosse stato il loro errore. Assieme al fatto che fosse ormai troppo tardi.
Troppe le ferite nel cuore della futura Regina, troppe le paure che le attanagliavano il petto, paure che le rendevano sempre più difficile -impossibile- il controllo di un gelo via via crescente attorno a lei. Anna, gioiosa e spensierata fino alla prematura dipartita dei genitori, e comunque anche dopo ancora abbastanza forte da manifestare un’energia ed un’indole invidiabile, aveva realizzato solo recentemente quanto il susseguirsi degli ultimi eventi l’avesse resa dannatamente cieca. E si era data della sciocca, per essersi illusa di aver messo il bene di Elsa al primo posto, quando quella era ancora visibilmente troppo provata dagli ultimi dodici anni della sua vita, per poter essere a tutti gli effetti “normale”, per potersi fidare ed aprire con lei come se nulla fosse accaduto.
Del resto, quella di celare le proprie emozioni a qualsiasi costo era l’unica grande lezione che le era stata impartita.
« Sono stata una sciocca, Elsa. Ero così felice di averti di nuovo da non essermi preoccupata per davvero di tutti i demoni che stavi ancora trascinando con te. Da non essermi curata del fatto che forse anche tu potevi aver sofferto e che potevi averlo fatto al punto da non voler più rischiare la nostra famiglia ».
In un primo momento, la Regina di Arendelle non poté fare altro che domandarsi quando la sua adorata sorellina fosse diventata tanto matura, ma più che sorridere felice e con gli occhi traboccanti di lacrime, non riuscì in realtà a fare.
« Sei la cosa più importante che ho, lo sei sempre stata. Anche quando non potevo farti entrare » mormorò in risposta la platinata, alzando appena una mano per lasciare una carezza che nel suo gelo, nascondeva tutto l’affetto ed il calore ch’ella fosse in grado di dare.
« E tu sei la mia » rispose subito la rossa, stringendo posando il proprio palmo sul dorso della mano della sorella, intensificando quel contatto a cui, lo sapeva bene, mai si sarebbe abituata per davvero. « E non mi importa se non vuoi sposare il Principe Alexander, così come non mi importa se non ti innamorerai mai di un qualsiasi uomo. Io voglio solo che tu sia felice, Elsa... e cosa dovrebbe cambiare il fatto che quella felicità che ti auguro ti sia data da Leanne? O da una qualsiasi altra donna? ».
La sincerità dietro quelle parole era disarmante ed Elsa neppure si accorse delle lacrime che i suoi stessi occhi stavano versando. Come aveva potuto pensare che Anna, la sua meravigliosa sorellina, potesse allontanarla dopo una simil scoperta? Come aveva potuto anche solo credere che tutto quello cui entrambe avevano per anni agognato potesse spiare come un soffio nel vento, per una cosa simile?
Forse Elsa avrebbe impiegato davvero ancora molti anni a guarire completamente, ma finalmente poteva aprirsi all’idea che in tutto quel tempo Anna non l’avrebbe mai lasciata da sola.
« Sai, questo dovrebbe essere il momento in cui ci abbracciamo » suggerì la Principessa, mettendosi una mano al lato della bocca ed abbassando repentinamente il tono di voce, risultando vaga, quasi come se stesse impersonando tutt’a un tratto una suggeritrice di teatro.
La Regina di Arendelle rise divertita, asciugandosi le lacrime col dorso della mano e sporgendosi subito verso la Principessa, che s’affrettò ad incontrarla a metà strada, per stringerla in quell’abbraccio che, ormai, agognava da un paio di giorni.
« Ti vorrò bene per sempre, Elsa, non dubitare mai più di questo ».
La Regina annuì nell’abbraccio.
« Grazie ».

Leanne non fu sorpresa nel non vedere Elsa far rientro nella sue stanze, quella notte ed un sorriso soddisfatto si dipinse sul suo volto olivastro quando, invece, sentì la voce dell’amata bisbigliare qualcosa fuori, nei corridoi, qualche frase presto seguita da un risolino della Principessa Anna.
Del resto, di fratelli ne aveva anche lei e di espedienti per rappacificarsi ne avevano dovuti inventare, nel tempo.

***

La mattina seguente, la Principessa del Regno del Sole raggiunse la Sovrana di Arendelle nel suo studio, trovandola come sempre indaffarata tra libri, legislature e missive.
« Toc toc » disse, appoggiata alla porta già aperta, sorridendo felice mentre il suo sguardo caldo si posava sulla splendida figura della bionda di Arendelle: indossava un lungo abito viola, il collo esposto ed incurante dei due lividi in vista, uno appena coperto dai capelli, acconciati in una semplice coda bassa; sulle spalle, uno scialle con i ricami d’altri tempi, probabilmente un capo che era giunto ad Elsa in eredità. Nel complesso, una visione celestiale.
Per un momento, Leanne non poté che domandarsi cosa avesse fatto nella sua vita precedente per meritare di passare questa con una creatura tanto bella.
« Buongiorno » sorrise a sua volta la Regina, sollevando lo sguardo, senza tuttavia alzarsi dalla sedia. Accanto a lei era posto un vassoio d’argento su cui fumava un bella teiera in porcellana, dalle rifiniture in oro, accompagnata da una splendida tazza appartenente allo stesso servizio, diverse posate ed una manciata di biscotti al cioccolato: una combinazione divertente e singolare, al confine tra la regalità e l’infantilismo. Inutile specificare che Leanne amasse di lei anche questo.
« Siamo particolarmente di buon umore questa mattina, o sbaglio? »
« Può darsi. È molto evidente? »
« Solo ad un occhio attento » mentì la mora, prima di rubare uno dei biscotti al cioccolato dal vassoio sulla scrivania. « Sembra una giornata insolitamente bella, per essere Dicembre, avresti voglia di fare una passeggiata nel parco del castello? »
La Regina alzò appena un sopracciglio, falsamente accigliata per il biscotto rubato, prima di bere un lungo ultimo sorso del suo tè e successivamente levarsi dalla sedia, in movimenti così eleganti da essere quasi surreali. Circumnavigò la scrivania in silenzio, raggiungendo così la Principessa, la quale rimase per diversi momenti interdetta, la bocca ancora piena per via del biscotto, gli occhi dorati fissi sul volto dell’altra.
Elsa si chinò appena, annullando la distanza tra il suo viso e quello della Principessa del Sud, posando le proprie labbra gelide ad un angolo della bocca dell’altra, leccando piano una briciola di cioccolata sfuggita alla morsa dell’altra.
« Fa’ pure strada » mormorò all’orecchio di Leanne, ghignando soddisfatta nel sentire l’altra deglutire in maniera rumorosa, mentre un appena accennato rossore andava a tingere le sue guance abbronzate.

Le due percorsero in silenzio i corridoi, il braccio di Elsa posto sotto il gomito dell’altra; si scambiarono occhiate, sorrisi, ma poche furono le parole ad esser pronunciate. Raggiunsero le scuderie e Leanne, senza alcuna cerimonia, vi entrò dentro, dirigendosi lenta ma sicura verso il box di Nàjera. Si fermò dinanzi la cavalla dal manto morello, le carezzò dolcemente il muso e le porse una delle numerose carote accatastate in una cassetta lì vicino.
« Sembrano al contempo ricordi di ieri e di una vita fa, non ti pare? » chiese poi, voltandosi verso la Regina di Arendelle, distante appena pochi passi. E non le fu necessario specificare a quali ricordi alludesse, poiché sapeva bene che Elsa stesse richiamando alla mente la stessa situazione, che avesse il cuore pervaso dalle stesse emozioni.
« Sono cambiate un po’ di cose, nel mentre però, forse è la realtà di quei fatti a convincermi che sia tutto reale, che un anno sia trascorso ».
La bionda strinse le mani di Leanne tra le proprie, avvicinandosi ancora solo per lasciarle un bacio a fior di labbra.
« Il bel tempo non è la sola ragione dietro questa passeggiata, non è vero? »
La Principessa del Regno del Sole le sorrise e sospirò, sciogliendo quella stretta per allontanarsi da lei di qualche passo, visibilmente agitata. Non proferì parola, iniziando un andirivieni nervoso che non poté che agitare la Sovrana.
« C’è qualcosa che non va? » Chiese la più grande, incerta sul da farsi. Aveva visto Leanne nelle più svariate occasioni e circostanze eppure mai le era sembrato di vederla tanto nervosa quanto appariva in quel momento. In aggiunta a ciò, ad allarmarla si aggiunse la visione delle prime scintille in corrispondenza delle dita affusolate dell’altra, qualcosa che in condizioni normali non sarebbe potuto succedere.
« Leanne! » La chiamò con voce alta e ferma, preoccupata da quell’intera situazione, raggiungendola a passi svelti, mentre le vere fiamme iniziavano a manifestarsi. Le strinse un polso con una mano, l’espressione sconvolta, spaventata, ma al tempo stesso decisa.
La mora le ricambiò uno sguardo altrettanto sorpreso.
« Mi hai seguita nel fuoco... » mormorò, incapace di realizzare davvero quanto successo, di rendere concreto il rischio che Elsa era stata disposta a correre.
« Non avrei dovuto farlo se avessi deciso di parlarmi » le rispose la Regina, un sorriso forzato, mentre una parte di lei si concentrava per far calare in maniera visibile e repentina la temperatura nella stalla, onde evitare danni gravi e spiacevoli; Leanne abbassò lo sguardo, una vena d’evidente imbarazzo nelle sue iridi dorate.
« Allora? Vuoi dirmi cosa sta succedendo o- ». Il tono di Elsa era al limite tra la curiosità e la preoccupazione, quando la Principessa del Sud la interruppe in maniera brusca ed inattesa.
« Elsa vuoi sposarmi? »
Fu una domanda posta di getto, vomitata in maniera così brusca dall’essere paragonabile ad una doccia gelata. La Regina di Arendelle sobbalzò, mentre i suoi occhi cerulei si sgranarono, l’espressione al pari di qualcuno che era appena stato schiaffeggiato. Per diversi secondi, si convinse di aver capito male e forse avrebbe anche iniziato a ridere, se non fosse stato per l’espressione convinta sul volto ambrato dell’altra.
Quella decisione la destabilizzò ulteriormente e non poté che chiedersi se la Principessa non fosse impazzita.
« Leanne- » iniziò, sorridendo amareggiata e scuotendo la testa quasi divertita « Noi non possiamo sposarci, ricordi? » Glielo fece notare in maniera gentile, sperando che la realtà dei fatti, ammesso che l’altra fosse davvero seria e determinata ad andare in fondo con quella storia, non la colpisse troppo violentemente. « Hai forse dimenticato la ragione principale per cui la nostra relazione deve continuare ad essere un segreto? »
« Lo so, lo so » rispose la mora, iniziando a gesticolare in maniera notevole « Ed è per questo che dovrà rimanere un segreto. Andremo via, solo io e te, porteremo solo lo stretto indispensabile e grazie ad i nostri poteri avremo modo di costruire una nuova casa o-o un castello! Un castello, certo, più degno per una Regina! Non dovremo nasconderci se non ci saranno occhi indiscreti a guardarci e potremo sposarci in segreto, ho un paio di conoscenze che– »
« Tesoro » la interruppe gentilmente Elsa, stringendo le mani calde dell’amata tra le proprie, i suoi occhi di ghiaccio commossi e comunque dolenti per quell’intera situazione che, alla fine, non si sarebbe mai potuta risolvere per davvero. E Leanne non dovette nemmeno guardarla per sapere quale fosse il suo responso, quali fossero le sue ragioni.
« Tu non verrai con me » le disse, un sorriso amaro sul bel volto circondato dai boccoli neri, mentre le sabbie dorate che erano i suoi occhi divennero torbide alla visione della sua Regina così sofferente, così evidentemente divisa.
« Per quanto sposare te, amare te, sia l’unica cosa che le parti più recondite del mio cuore abbiano sempre desiderato, non posso andarmene da Arendelle ».
« A-Anna... Anna potrebbe regnare. Possiamo aspettare che diventi abbastanza grande e- ». Un discorso che sapeva bene anche lei, nel profondo, non potesse reggere. Le lacrime le rigarono le guance e la consapevolezza che tutto fosse sul punto di sgretolarsi ancora le si palesò davanti, colpendola con l’irruenza di un uragano.
« Leanne, non capisci? È proprio per Anna che devo restare. Lei è mia sorella e per quanto ti ami, non posso accettare una simile offerta; non scomparirò ancora dalla sua vita... nemmeno per te ». Una risposta sincera, intrisa di amore, dolore, rispetto e maturità. Perché se Elsa era stata insicura su tante cose per gran parte della sua vita, se c’era una cosa su cui sarebbe per sempre stata certa, quella era Anna. E l’amore che provava per lei. La sua adorabile e maldestra sorellina, che aveva tenuto assieme i pezzi di quel che era rimasto della loro famiglia, evitandone così il completo collasso.
La Principessa del Regno del Sole sorrise, un sorriso triste e al tempo stesso traboccante di amore.
« Ero quasi certa di ricevere questa risposta... non ti obbligherei mai a separarti da Anna e sono consapevole del fatto che ciò che ti ho proposto per stare assieme senza vincoli di alcun tipo sia una soluzione drastica. Una parte di me voleva tentare comunque » ammise, timida.
« Ti ringrazio per aver compreso le mie ragioni. Ad ogni modo, non c’è bisogno che ci sposiamo, puoi rimanere qui, nel castello assieme a me, anche senza mettermi necessariamente un anello al dito! » Sorrise la platinata, cercando di apparire rassicurante.
Lo sguardo sul volto di Leanne, tuttavia, era ben lontano dall’essere rincuorato.
« Non capisci, Elsa? » Iniziò piano, ricambiando con un sorriso vuoto « Quanto tempo dovrà passare prima che ti venga nuovamente imposto di prendere come sposo un altro Principe? E quanto tempo dovrà passare prima che questo venga imposto a me, che come terzogenita a poco posso servire, se non a questo? Per quanto la mia famiglia mi ami, per quanto accetti quel che sono, se dovesse esser necessario per garantire l’incolumità del nostro Regno -che per quanto mi piacerebbe credere, con solo Arendelle come alleato non sarà mai abbastanza forte, soprattutto ora che i poteri della nostra dinastia sono alla mercé del mondo intero- mi sarà chiesto di fare un sacrificio. E come tu sei disposta a sacrificarti per il bene del tuo Regno, io sono disposta a farlo per il bene del mio. Quella di fuggire era forse la soluzione più vigliacca e semplice, eppure l’unica che ci avrebbe rese libere per davvero ».
Scosse ancora il capo, guardando ancora la donna che amava, solo che questa volta i suoi occhi erano cambiati, lo sguardo di Leanne s’era fatto d’un tratto colpevole.
« Sono stata una stupida a proporti una cosa del genere. Tu sei migliore di così... e lo sono anch’io ».    
Elsa accarezzò una guancia dell’altra, trovandola prevedibilmente umida di pianto; c’erano dei non detti tra loro che non sarebbe stato bisogno pronunciare ed una nuova consapevolezza che, per quanto facesse male, era la sola conseguenza dell’inevitabile.
« Ti amo » sussurrò Leanne, congiungendo le proprie labbra con quelle della Regina di Arendelle, in un bacio amaro e disperato, un bacio che sapevano entrambe sarebbe stato il loro ultimo.
« Ti amo anch’io. Ed è esattamente per questo che devo lasciarti andare » rispose la Sovrana, che nello sguardo afflitto, nascondeva comunque una decisione senza precedenti. La sua relazione con Leanne le aveva fatto scoprire un nuovo coraggio e l’aveva resa forte in modi che non pensava avrebbe mai conosciuto. La gabbia dorata in cui erano entrambe rinchiuse sembrava ora un po’ più grande e forse, solo forse, questa volta sarebbe stata in grado di fare la cosa giusta e ricominciare a vivere per davvero.
Anche se questo implicava il dover vivere senza di lei, che mai avrebbe dimenticato.
« Risparmierei ad entrambe un’agonia salpando con la nave che lascerà il porto di Arendelle al tramonto. Andrò a preparare le mie cose al fine d’esser pronta al più presto. Con permesso, Vostra Maestà » s’inchinò appena, Leanne, lasciando poi le scuderie a passo svelto, reprimendo l’istinto di baciare Elsa ancora, e ancora, e ancora, fino a quando i loro corpi non sarebbero diventati uno per sempre.

Il loro era un racconto che parlava del ghiaccio e che parlava del fuoco, i due modi opposti con cui si identificava la fine. Eppure, nella loro storia, il ghiaccio ed il fuoco, anche se per poco, si erano incontrati e si erano amati in quel modo cui solo due cose inconciliabili sanno fare: con l’intensità e con la consapevolezza d’un lieto fine che sarebbe venuto a mancare.

   
 
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