Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: katyjolinar    10/11/2019    5 recensioni
La storia parte dalla battaglia di Liberio, dopo il time gap, ma la stessa battaglia ha svolgimento e esito differenti rispetto al manga.
Il gruppo di Paradis torna a casa, ma qualcosa di strano è successo durante il viaggio di ritorno. ATTENZIONE: POSSIBILI SPOILER PER CHI SEGUE SOLO L'ANIME
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Levi Ackerman, Mikasa Ackerman
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Era passata la metà di giugno.
Il tempo si era fatto più mite, anzi, oramai si poteva dire che era giunta una nuova estate a Shigashina.
Connie si svegliò, strofinandosi gli occhi assonnati e passandosi una mano sui corti capelli, quindi si voltò verso la compagna, profondamente addormentata, al suo fianco.
"Mh... carne alla griglia..." sussurrò Sasha, nel sonno, strappando un sorriso al suo ragazzo, che si abbassò su di lei per posarle un bacio sulle labbra e carezzarle il pancione.
Il giovane quindi si alzò e si diede una lavata alla faccia, al lavabo posto sull'angolo della stanza. Doveva prepararsi in fretta, quello era giorno di esercitazioni, ciò significava che avrebbe dovuto usare il Gigante Mascella, di cui aveva appena imparato a padroneggiarne i poteri, dopo mesi dalla trasformazione.
Sospirò tra sé. A dieci mesi di distanza ancora faticava a ricordare bene le ore attorno a quel momento, durante l'ultima missione a Marley.
Ricordava solo di essere stato ferito durante la battaglia, e poi di essersi risvegliato nel suo letto con Sasha appisolata accanto a lui. E lei gli aveva raccontato quello che era successo, che era stato ferito a morte e che, per salvargli la vita, gli avevano fatto divorare il precedente ospite del Gigante Mascella.
E lì si era reso conto di avere altri 13 anni di vita, e che non poteva sprecarli come aveva fatto fino a quel momento. Per questo la prima cosa che gli era venuta in mente di fare non appena appresa la notizia era stata prendere la castana, trascinarla sul letto, accanto a lui, e baciarla, con un coraggio e una determinazione che non aveva mai avuto in precedenza, neanche quando aveva dovuto mettere fine alle sofferenze di sua madre, trasformata in gigante da Zeke Jaeger cinque anni prima.
Amava Sasha, lei era metà della sua anima, lo era sempre stata, anche se non se ne era reso conto se non negli ultimi mesi, in particolare da quando avevano scoperto di aspettare un bambino.
Un bambino che sarebbe nato di lì a poco, un evento che stava per stravolgere le loro vite, e che non aveva ancora del tutto realizzato, né si sentiva del tutto pronto ad affrontare.
Sospirò, passando una mano tra i corti capelli, e finì di vestirsi, voltandosi di nuovo verso il letto quando la giovane si svegliò, tirandosi su a fatica e borbottando alcuni lamenti.
Le sorrise e si avvicinò, baciandola sulle labbra.
"Buongiorno, amore mio." la salutò "Come ti senti oggi?"
"Come un bollitore pronto ad esplodere..." si lamentò lei, tenendosi la pancia gonfia e cercando di infilarsi il vestito premaman cucito su misura per lei, aiutata poi dal fidanzato, che quando furono entrambi pronti le porse il braccio e la accompagnò nella sala da pranzo, dove gli altri li attendevano.
Entrati nella saletta, Sasha si sedette al suo posto, mentre Connie andò alla zona dei fornelli, dove Reiner stava cucinando per tutti, come era stato stabilito secondo le turnazioni di quel giorno, e prese due dei piatti che quest'ultimo aveva appena cucinato.
La giovane si guardò intorno, osservando i suoi amici intenti a fare colazione.
Annie e Armin, accanto a lei, erano impegnati in una conversazione con Jean, e l'amico Titano Colossale teneva la mano poggiata distrattamente sulla pancia della compagna, la cui gravidanza era ora entrata nel sesto mese, ma aspettando due gemelli sembrava addirittura più avanti di lei che era ormai quasi a termine; vicino alla coppia, a uno dei capotavola, Eren e Mikasa cercavano di far mangiare Levi, entrato ormai in quella fase dell'infanzia in cui qualsiasi domanda dei genitori, qualsiasi cibo gli venisse offerto, a qualunque cosa la risposta preferita era "NO!"
Reiner si avvicinò, osservando le difficoltà dei due giovani genitori, così prese il piatto posato sul seggiolone, lo portò via, senza farsi vedere ne travasò il contenuto in un altro piatto con decorazioni differenti e lo rimise di fronte al bambino, il quale fece un grande sorriso, afferrò il cucchiaio e prese a mangiare con gusto la sua colazione.
"Ma come hai fatto?" domandò Mikasa, stupita.
"Ho una cugina di dieci anni, che ancora a cinque anni era in questa fase ribelle." ammise il biondo, sedendosi accanto al compagno "Quando sono tornato a Marley le sono stato molto dietro, quando non ero impegnato nelle missioni. Ora anche lei è nell'esercito di Marley, fino a poco fa era candidata a ereditare il Corazzato, ora che siamo tutti a Paradis non so cosa sia stato di lei. Comunque starle dietro mi ha fatto pensare... mi sarebbe piaciuto avere dei figli miei, ma per ovvi motivi non è possibile."
Jean gli posò una mano sulla spalla, dolcemente, e gli sorrise rassicurante, passandogli un dito sulla guancia con fare tenero. Sasha li osservò, felicemente sorpresa del cambiamento subito dal suo migliore amico da quando si era finalmente dichiarato a Reiner. Era contenta di vederlo felice e innamorato, se lo meritava, dopo tutte le sofferenze passate. Tutti meritavano la felicità che ora avevano.
Hanji li raggiunse, interrompendo il flusso di pensieri della ragazza, e si versò una tazza di té, passando a rassegna i suoi ufficiali.
"Ragazzi, oggi abbiamo un'esercitazione." esordì "Voglio la massima concentrazione da tutti, mi raccomando. Annie e Sasha, voi due resterete ai limiti del campo, con Levi." posò sul tavolo un lanciarazzi e tre cartucce fumogene "Verde per Levi, viola per Sasha e blu per Annie; per qualsiasi emergenza sparate un fumogeno e l'esercitazione verrà sospesa, chiaro?"
Le due ragazze annuirono, memorizzando i codici e mettendo via i segnalatori; quando finirono di mangiare si diressero tutti al campo.
Ai margini del grande prato usato per le esercitazioni c'era una tettoia, e lì si radunarono, un'ora dopo, pronti per l'allenamento.
Levi strinse forte Mikasa, ricevendo le ultime coccole prima che lei e il compagno si allontanassero, raggiungendo Jean e Reiner, venti metri più avanti.
Armin li seguì a ruota, e Connie si mise a correre, dopo aver baciato Sasha, mordendosi la mano a metà strada e trasformandosi con un botto assordante, come gli altri Titani.
Levi fece un'esclamazione ammirata, indicandolo. Non lo aveva ancora visto trasformato, come non aveva ancora visto Reiner, poiché non lo avevano portato con loro ai pochi allenamenti invernali, e non aveva ancora visto la squadra al completo.
Il Mascella di Connie era un Classe 15 metri, agile, con arti massicci e una mascella corazzata di forma quadrata, capace di spezzare anche la pelle dura cristallizzata si Eren i Reiner. Aveva i tratti somatici del suo portatore, con corti capelli scuri e profondi occhi verdi, che scrutavano l'ambiente, posandosi sovente sulla tettoia da cui le due ragazze e il bambino guardavano.
Sasha sorrise, sedendosi sulla panca e tenendosi il pancione.
"Ehi, Sasha, stai bene?" domandò Annie, vedendola affaticata.
"Sì, ho solo un po' di mal di schiena..." si lamentò la giovane.
"Tata, fai pipì dosso." la informò il piccolo, indicando una pozza che si stava formando ai piedi della castana.
L'altra si allarmò, aiutandola a sistemarsi meglio, indicando a Levi la borsa dentro cui avevano riposto il lanciarazzi e i fumogeni.
"Tata Sassa fumo vola." ricordò il piccolo, osservando l'altra che caricava la cartuccia.
Poco dopo una striscia viola solcò il cielo, e nel campo tutto si fermò.
Connie, ancora in forma di Gigante, corse verso la tettoia, aiutandosi anche con le braccia, emergendo dalla collottola solo a pochi metri dalla fidanzata.
"Amore mio, che succede?" le chiese, allarmato.
"Si sono rotte le acque." riferì Annie "Dobbiamo tornare a casa e chiamare il dottore, il bambino sta nascendo."
"Ma io sto bene... non sento niente!" si lamentò l'altra, ma sussultò subito dopo "Okay, credo che questa sia una contrazione..."
"Io vado avanti!" concluse il ragazzo di Ragako, sollevando tra le braccia la compagna e salendo a cavallo "Qualcuno vada a chiamare il medico, noi aspettiamo a casa!"
Spronò l'animale; quando gli altri partirono erano già lontani.
Hanji andò a prelevare il medico, deviando alla vicina foresta per avvertire anche i genitori della partoriente, mentre gli altri raggiunsero gli amici a Shigashina.
Tre quarti d'ora dopo erano tutti nel salotto comune al piano terra degli alloggi, tesi, in attesa di qualche notizia da parte del medico, in quel momento al piano di sopra con la ragazza.
Connie era seduto sulla poltrona, con le mani tra i capelli e lo sguardo indecifrabile perso nel vuoto; Armin e Annie si erano sistemati su uno dei divani, un braccio di lui attorno alle spalle della compagna, che teneva la guancia posata sul petto muscoloso del suo Colossale e le mani sul proprio pancione. Mikasa ed Eren avevano preso posto sull'altro divano, anch'essi stretti, mano nella mano, e Levi tranquillo, in braccio al padre, con la testolina affondata sulla sua spalla.
Hanji era seduta al tavolo, con dei documenti aperti di fronte, e cercava di mantenere un certo contegno, ma era evidente che fosse preoccupata quanto gli altri; e poi c'erano Reiner e Jean, il primo in piedi con la schiena poggiata al muro, le braccia conserte e gli occhi fissi sul compagno, che camminava avanti e indietro, almeno finché il Titano non lo fermò, afferrandolo per le spalle e stringendolo a sé: era evidente che, nonostante fosse un'altra donna a partorire, stava rivivendo nella mente la notte della nascita della figlia.
I primi lamenti del travaglio si fecero sentire, sempre più ravvicinati man mano che il tempo passava. Connie impallidiva sempre di più, sul punto di piangere a sentire la compagna che soffriva.
"Connie, stai tranquillo, andrà tutto bene." lo rassicurò Eren "È una cosa del tutto naturale, e Sasha è forte."
"Lo dici perché tuo padre era medico... chissà quanti parti ha visto, sia qui che a Marley..." rispose l'altro "Tu non hai idea di come mi sento... e se Sasha morisse? Io non potrei vivere senza di lei..."
"A dire il vero ne ha visti solo qui." riferì il giovane "A Liberio non era concesso ai medici Eldiani di assistere ai parti, quello era compito esclusivo dei medici Marleyani."
"È ancora così." confermò Reiner "È un modo per controllare il Ghetto. E si dice in giro che in questo modo i medici di Marley si procurano cavie umane per i loro esperimenti."
"Dai ricordi di mio padre, il medico che ha fatto nascere mio fratello era un certo Friedrich Hanser." disse il Titano d'Attacco, pensieroso, stringendo il figlio che chiedeva qualche coccola.
A quel nome, Annie e Reiner si scambiarono uno sguardo allarmato, che tutti notarono ma passò in secondo piano quando sentirono, dal piano superiore, un ultimo urlo di Sasha e il pianto di un bambino.
Connie scattò in piedi, correndo ai piedi delle scale quando sentì i passi del dottore avvicinarsi. Questi comparve poco dopo nel salone, tenendo un fagottino e mettendolo con delicatezza tra le braccia del neopapà.
"È una femmina." riferì "Sta bene, anche la madre. Ha chiesto che il padre scelga il nome e le porti qualcosa da mangiare."
Il ragazzo annuì, tenendo lo sguardo fisso sulla figlia.
"Sunny." sussurrò "Si chiamerà Sunny, come mia sorella."
"È un bellissimo nome." ammise Hanji "Ora vai dalla tua ragazza. Penserò io a comunicare la nascita all'ufficio anagrafico di Shigashina."
Non se lo fece ripetere e corse al piano di sopra, mentre tutti gli altri si rilassarono, scaricando l'adrenalina.
Ma quando tutto sembrò nuovamente tranquillo, qualcuno bussò alla porta e un soldato della Guarnigione entrò, mettendosi sull'attenti davanti agli ufficiali della Ricognitiva.
"Chiedo scusa, signori!" disse "Al porto sono sbarcate delle persone senza permessi di approdo. Sono due vecchi, una donna incinta e due bambini, dicono di venire da Marley e la bambina dice di conoscere il Gigante Corazzato e di volersi mettere in contatto con lui.
"Gabi! È mia cugina!" confermò il giovane uomo "Dove sono adesso?"
"Qui fuori sotto scorta, signore. Cosa volete che faccia?"
"Fateli entrare. Ci occupiamo noi di loro." ordinò Eren.
Il soldato annuì, uscì di corsa e fece entrare i cinque fermati; la bambina, sui dieci anni, come l'altro bambino, appena lo riconobbe corse incontro a Reiner, abbracciandolo.
Ma quello che colpì tutti non fu il legame tra i due cugini, bensì l'aspetto della donna che era con i due bambini e i due vecchi.
Era la copia esatta di Zeke Jaeger: alta, slanciata, occhi chiari penetranti, capelli biondi.
Ed era incinta.

   
 
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