Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: jaykayess    10/11/2019    0 recensioni
E che sarebbe successo, se invece che Goku, sulla Terra fosse stato spedito Vegeta? E che sarebbe successo, se invece che nonno Gohan, Vegeta fosse stato trovato da tutt’altre persone?
In questa storia cercherò di rielaborare la storia di Dragon Ball, plasmandola, giocandoci anche un po’, concentrando l’attenzione soprattutto sul personaggio di Vegeta, sulla sua storia, e sulla storia del suo popolo ormai perduto.
Genere: Azione, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Bulma, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Yamcha, Goku/Vegeta
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Aveva preparato le loro migliori capsule per il viaggio, con all’interno tutto l’occorrente per affrontare la sua nuova avventura. Sua sorella non le serviva, anche perché era sicura che, da parte di Tights, avrebbe ricevuto soltanto risposte negative. Ma convincere suo fratello era stato facile: un viaggio l’avrebbe aiutato a rafforzarsi, a fare esperienza e, magari, a diventare anche più afferrato nella lotta. Inoltre, a Vegeta non piaceva affatto andare a scuola, e men che meno gli piaceva ricevere lezioni extra a casa come avevano sempre preteso i loro genitori. Quindi, per lui, saltare la scuola per quella causa, si sarebbe rivelato un vero e proprio toccasana.

Così Bulma, dopo aver informato i suoi che lei ed il fratello sarebbero stati via per un po’-senza tuttavia specificarne il motivo-, aveva fatto pressioni a Vegeta perché si sbrigasse a prepararsi.

 

Lui, dal canto suo, non si era affatto convinto che quella storia fosse buona e giusta. In fondo, si trattava probabilmente di una fantasia, anche se, considerando l’evoluzione che la scienza stava subendo, probabilmente tutta quella storia delle sfere del drago non avrebbe dovuto neanche esser presa così alla leggera.

Si era lasciato convincere da quell’oca giuliva di sua sorella soltanto perché per lo meno, un viaggio del genere avrebbe potuto dare una grossa svolta alla sua noiosa e monotona vita da comune cittadino ancora minorenne.

In fondo, avevano tutta la vita davanti, giusto? E se non avessero fatto ora un viaggio del genere, quando avrebbero dovuto farlo?

Così, dopo aver messo in una valigia-e successivamente in una capsula- tutto l’occorrente, ed essersi infilato dei vestiti puliti, aveva raggiunto Bulma al piano di sotto, che lo stava già aspettando vestita di tutto punto e con il fantomatico radar cerca-sfere stretto in una mano.

 

«Cavolo, ma quanto ci hai messo?!» si lamentò subito la ragazza «Sei peggio di una ragazzina al primo appuntamento, accidenti. Vedi di muoverti!»

«E tu vedi di non cominciare!» fu la replica del minore «Altrimenti ci vai da sola a cercarti quelle maledette sfere!»

 

Lei non replicò. Si limitò a lanciare una delle capsule a terra, facendo apparire, proprio di fronte ad i loro occhi, la sua moto. 

O meglio, la moto di Vegeta, che non appena la vide, storse immediatamente il naso: quante volte aveva detto a quell’incosciente di non impicciarsi delle sue cose, e soprattutto di non rubarle? 

Un giorno di quelli l’avrebbe sicuramente uccisa.

 

«L’ho presa in prestito!» buttò subito le mani avanti lei «Come avremmo fatto a spostarci, altrimenti? Volevi forse andare a piedi?»

Lui ringhiò impercettibilmente «Bene. Vediamo di muoverci.»

 

E così, senza ulteriori parole, salirono sul mezzo di trasporto e, senza neanche guardarsi indietro, partirono alla volta della seconda sfera del drago. La prima, perfettamente custodita nella borsetta della turchina, che si trovava ancora all’interno di una delle capsule.

C’era un altro lato positivo, in tutta quella maledettissima storia: sentire il vento tra i capelli e la velocità della moto sotto il proprio peso era qualcosa di dannatamente gratificante. Vegeta non era mai stato quello che si suol dire un ragazzo amante della tranquillità, anzi: era uno spirito libero, amante del rischio, e seguiva soltanto le proprie regole. Era sempre stato un po’ ribelle ed altezzoso, e questi avrebbero anche potuto essere degli irreparabili difetti, ma erano anche parti del suo affascinante quanto misterioso carattere. E lui non avrebbe mai fatto nulla per correggerli.

D’altronde, perché avrebbe dovuto? Anche Bulma era fastidiosa ed appiccicosa, ma non aveva mai fatto nulla per non esserlo; anzi, più passava il tempo e più quelle caratteristiche si incrementavano a vista d’occhio.

 

«Il radar dice che la sfera più vicina si trova in una zona desertica a pochi chilometri da qui!» esclamò la ragazza che, fino a quel momento, non aveva fatto altro che controllare lo schermo del suo prezioso marchingegno «Siamo fortunati, è una missione piuttosto facile, no?»

«Già, se non fosse che nei deserti ci vivono gli animali più pericolosi del pianeta.» rispose schietto lui «Sei proprio sicura di volerci andare?»

«Non sono seduta su questo tuo aggeggio infernale per niente! Accelera e non fare il cagasotto!»

«Giuro che ti faccio scendere al primo incrocio.»

 

Ma così non fu. E anzi, raggiunsero quel famigerato deserto, parecchio fresco e ventilato, in poco meno di tre ore. 

Non sarebbe stato affatto facile trovare una sfera di così piccole dimensioni in una landa desolata così immensa: Vegeta non era un grande amante né dei deserti, né della natura sconfinata in generale, e ritrovarsi lì, in quel momento, costretto a girare quel luogo fatto di dune e sabbia alla ricerca di qualcosa che, in fondo, neanche gli interessava più di tanto, era una grande scocciatura.

Ma ormai era lì... e di certo non si sarebbe ritirato proprio sul più bello.

Certo, sarebbe stato tutto molto più semplice se, invece che fare quel maledettissimo rumore fastidioso, quel radar avesse parlato e gli avesse indicato a voce la direzione giusta. 

Stava per iniziare la sua ricerca con sua sorella al seguito quando, improvvisamente, udì un rumore alle loro spalle. Come se qualcuno-o qualcosa- si fosse appena mosso con l’intenzione di non farsi notare, ma fallendo in quest’ultima impresa.

Con uno scatto fulmineo, afferrò Bulma per il braccio e la posizionò proprio dietro di sé, con l’intenzione di proteggerla.

Dev’essere stato dannatamente umiliante quando, al posto di qualcosa di pericoloso, il ragazzo si ritrovò di fronte un droide.

Un piccolissimo astrodroide in condizioni  non troppo ottime, che se ne stava lì, come intimorito-se avesse avuto emozioni umane, probabilmente lo sarebbe stato.

Innocuo, almeno preso di per sé. Ma solitamente, gli astrodroidi non viaggiavano da soli.

 

«È solo un droide.» lo tranquillizzò Bulma, canzonandolo ed avvicinandosi al robot «Non sembra di ultimo modello. Dev’essere stato abbandonato qui tempo fa.»

«Già... chissà da chi.» 

«Dev’essere uno degli astrodroidi della flotta spaziale.» l’occhio critico della turchina iniziò a studiare attentamente il macchinario, cercando indizi che la portassero al proprietario.

«È qui che ti sbagli.» il minore la raggiunse, inginocchiandosi accanto al droide ed osservandolo attentamente «Quelli della nostra flotta sono arancioni, non blu.»

Lei sembrò improvvisamente cambiare espressione «E allora di chi...»

«Non lo so.» la interruppe lui «Allora, piccoletto. Vediamo un po’ come ti chiami.»

«Oh, lui è B8-H2.» rispose a quel punto una voce non esattamente umana, proprio alle loro spalle.

I due, spaventati, scattarono all’indietro, voltandosi nella direzione di colui che aveva appena risposto al quesito del giovane Vegeta e, con grande sorpresa, si ritrovarono di fronte ad un altro droide, questo con sembianze umanoidi.

«E io sono G-67.» concluse il robot, presentandosi anch’esso «Mi spiace avervi spaventato, non era mia intenzione.»

«Tu sei un droide di protocollo, vero?» chiese eccitatissima Bulma, curiosa di conoscere quei due nuovi amici «Piacere, io sono Bulma, e ho 17 anni!»

«Lei sembra una donna molto informata e sveglia, signorina Bulma.» fu il commento di G-67 «Il piacere è tutto mio e del mio collega.»

«Che diavolo ci fate qui?» fu la domanda diretta e schietta di Vegeta «Di certo non siete due droidi adatti a lavorare in zone desertiche.»

«Lei ci ha visto giusto, signore.» rispose G-67 «Purtroppo, i nostri vecchi padroni ci hanno abbandonato qui dopo una vecchia missione. Ormai non sappiamo più neanche noi come siamo finiti in questo orribile luogo. È passato molto tempo, signore.»

«Chi erano i vostri padroni?» 

«Oh, questo io non glielo so proprio dire. La mia memoria riguardo quel tipo di informazioni è stata cancellata. Ma all’interno di B8 dovrebbe esserci ancora qualcosa, signore.»

In risposta, il piccolo astrodroide emesse dei bip ad intermittenza, dondolando su sé stesso, proprio come avrebbe fatto un cagnolino contento di essere utile al suo padrone. Certo, i droidi non avevano personalità, ma quel piccoletto sembrava quasi possederne una: se Vegeta non fosse stato una persona molto logica e scettica, probabilmente avrebbe creduto che, all’interno di B8, ci fosse un vero, piccolissimo, essere umano.

«Ho un’idea!» esclamò ad un certo punto Bulma «Che ne dite di venire con noi? Stiamo intraprendendo un lungo viaggio, e sono sicura che con le mie abilità riuscirò a pulire i vostri circuiti e a rimettervi a nuovo! E poi... un aiutino da parte di voi droidi è sempre piuttosto gradito!»

A quel punto il minore, infastidito da tutta quella smisurata fiducia e sfacciataggine possedute dalla sorella, la prese per il braccio e l’allontanò bruscamente dai due droidi, ringhiandole contro.

«Sei impazzita, per caso?!» fu infatti la sua domanda «Non sappiamo a chi appartenessero questi droidi. Potrebbero essere rubati, o peggio, potrebbero appartenere ad un esercito nemico della Terra. Ci farebbero passare dei guai seri, in questi casi.»

Lei sorrise bieca «Ma andiamo, Veg! Non vedi come sono ridotti? Quei droidi non vengono cercati da nessuno almeno da dieci anni! E poi, il protocollare ha detto che all’interno del piccoletto ci sono delle informazioni riguardo il loro vissuto!»

«Tsk...» non poteva credere che quella ragazza potesse essere così cocciuta ed ostinata, e lui non era di certo uno che insisteva su argomenti così distaccati dalla sua conoscenza «Non capisco perché dovremmo portarci appresso quelle due zavorre, ma se proprio ci tieni, allora prendiamoceli. Ma se avrò ragione, allora non iniziare a piangere.»

«Oh, andiamo! Smettila di essere sempre così pessimista!»

 

Detto questo, la giovane turchina tirò fuori dalle capsule tutti gli utensili che le sarebbero serviti per pulire i due robot e cambiare i loro bulloni arrugginiti. Per fortuna, non partiva mai sprovveduta, e si portava sempre appresso tutti i suoi utensili da laboratorio per qualsiasi evenienza.

Vegeta, dal canto suo, si limitò a sedersi a gambe incrociate a pochi metri di distanza, osservando la sorella lavorare, ed il droide più piccolo, B8-H2, girargli attorno come eccitato, emettendo degli strani suoni.

Accidenti, sembrava proprio un cagnolino fedele. Non aveva mai visto tanta ‘umanità’ in un oggetto.

Dopo aver sistemato G-67, Bulma decise di dedicare il suo tempo ed i suoi strumenti più preziosi al piccolo astrodroide che, docile, si lasciò pulire e lavorare, lampeggiando e continuando ad emettere versi di assenso ad ogni suo movimento.

«Sembra che tu gli stia simpatico.» commentò la ragazza, rivolgendosi al fratello e ridacchiando sotto i baffi.

«Già. Almeno come un albero starebbe simpatico ad un sasso.»

In risposta, B8 emesse un versaccio simile ad una pernacchia, lampeggiando in direzione di Vegeta, che si limitò a voltarsi dalla parte opposta, ignorandolo.

 

«Accidenti.» imprecò ad un certo punto Bulma «Ha qualcosa incastrato qui. Ma non riesco a toglierlo.»

Prese disperatamente a tirare quello che le sembrava qualcosa di incastrato all’interno del droide finché, riuscendo finalmente a sbloccarlo, non cadde all’indietro, sbattendo la schiena sul terreno sabbioso.

E, proprio in quel momento, di fronte agli occhi increduli dei due adolescenti, apparve quello che sembrava un vecchio videomessaggio registrato proprio nella memoria del piccolo astrodroide. 

All’interno di esso vi era una ragazza, vestita con quella che sembrava una sorta di armatura da guerra e, con grande stupore di Bulma, una coda che spuntava proprio dal suo fondoschiena.

Di rimando, volse lo sguardo verso suo fratello, quasi sbiancando, mentre lui si avvicinava per poter udire ciò che la giovane donna nel messaggio avesse da dire.

 

“Fratello mio, non so se troverai mai il messaggio contenuto in questo droide, ma sono sicura che, prima o poi, riuscirai a trovare la tua strada. Questo è solo un aiuto che io ti sto dando. 

Non ti abbiamo ancora dato un nome, e non sappiamo neanche con certezza che tu riuscirai a sopravvivere, ma io ho ancora una speranza. La speranza che tu, un giorno, verrai a salvarci. A salvare me, i nostri genitori, e la nostra gente. 

In questo momento, Freezer ci sta attaccando. Il suo obiettivo è quello di ottenere il potere del super saiyan, e di assoggettarlo al suo volere per rovesciare la repubblica. Il nostro pianeta sta morendo per colpa sua e dei suoi tirapiedi, e dubito che, dopo oggi, ci sarà ancora chi potrà raccontarlo. 

Io so che sei tu il prescelto. Sento una grande potenza in te, e sento che ci troverai. 

Per favore, fratello mio, non abbandonarci. Sei la nostra unica speranza.”

 

Alla fine di quel lungo messaggio, i due si scambiarono uno sguardo carico di confusione. Era incredibile: un tiranno che aveva come obiettivo quello di rovesciare la repubblica aveva probabilmente distrutto un pianeta e decimato la sua popolazione. E quella ragazza doveva essere la sorella di qualcuno che era stato inviato sulla Terra. Qualcuno che aveva come compito quello di trovare il pianeta perduto e la sua popolazione, e salvarli da colui che aveva compiuto un atto così crudele e fuori legge.

E quei droidi dovevano appartenere alla giovane donna del messaggio.

Adesso, tornavano molte cose... ma che fine aveva fatto, allora, il fratello scomparso di colei che stava tanto accoratamente chiedendo aiuto?

 

«Adesso capisco...» fu il commento della turchina «E così era questa la vostra padrona. Era questa ragazza.»

«Oh, signorina, io non ho alcuna memoria di lei.» rispose G-67 «B8! Spiega! Sono sicuro che tu sai qualcosa di tutta questa storia, stupido ammasso di ferraglia!» 

In risposta, il piccolo B8 si limitò a ruotare la propria testa di 360°, emettendo uno dei suoi soliti versi. Un verso, però, questa volta, che probabilmente significava un completo dissenso.

«Che cosa significa che non sei tenuto a spiegarlo?» lo riprese G-67 «Sputa il rospo, ferro vecchio! Ti ricordo che la signorina Bulma ti ha appena rimesso a nuovo! Le devi queste informazioni!»

Ma nulla. B8 non sembrava affatto voler collaborare, e questo contribuì a scaldare ancora di più la situazione tra i due, tanto che il povero droide protocollare si ritrovò a prendere a schiaffi la dura testolina del suo collega.

Ma ci pensò Vegeta, serio, schietto e diretto, ad interrompere la discussione «Adesso basta. Non sono faccende che riguardano né me, né Bulma. Quel droide sta facendo soltanto il suo lavoro, che probabilmente è quello di non divulgare informazioni preziose a degli estranei.» 

«Estranei, signore?» chiese il protocollare «Ma voi ora siete i nostri nuovi padroni!»

«E chi l’ha deciso?» 

«Voi, signore. Ci avete proposto di seguirvi nel vostro lungo viaggio, ed avete sprecato il vostro tempo prendendovi cura di noi.»

«È comunque una faccenda che non ci riguarda.»

«Ma Vegeta!» ribatté Bulma «Quella ragazza ha parlato di un tiranno che vuole rovesciare la repubblica! Se succedesse, tutto l’universo sarebbe nei guai! Non possiamo lasciar correre!»

«Quelle sono comunque cose di cui si occupa il governo.» rispose il minore «Se proprio volessimo collaborare, allora dovremmo portare questi due vecchi ammassi di ferraglia dritti in parlamento.»

«Oh, no!» fu l’esclamazione di G-67 «La prego, signor Vegeta, i politici non hanno mai trattato bene quelli come noi! Ci usano come degli stupidi oggetti da utilizzare solo nel momento del bisogno!»

«Cioè vi usano come quello per cui siete stati creati? Oltremodo terribile!» nella voce del ragazzo si poteva udire una forte e pungente ironia, che ovviamente non colpì poi così tanto i due droidi, ma gli costò una grossa pernacchia-o almeno, era quello che sembrava- da parte di B8 «Comunque stai tranquillo, non ho alcuna intenzione di immischiarmi in roba politica. Non fa per me.»

«Hey, che succede?» incalzò ad un certo punto la ragazza, raccogliendo da terra il radar cerca-sfere «Vegeta! La sfera si sta muovendo! Qualcuno l’ha presa prima di noi!»

«Oh mio Dio, ci mancava soltanto questa...»

 

~

 

Ciao a tutti!

 

Eccomi tornata con questo capitolo. Ho deciso di aggiornare prima questa storia, in modo da potermi prendere una pausa per continuare a scrivere gli ultimi(probabilmente) capitoli dell’altra.

Eh sì, mi prenderò una pausa più o meno lunga, ma niente panico, tornerò durante le vacanze di natale e ricomincerò a pubblicare in modo molto più frequente!

 

Nel frattempo, parliamo di questo capitolo: è palesemente ispirato a quello che è il primo(o il quarto, se volete guardarlo secondo la linea temporale della storia) episodio di Star Wars. I droidi sono ispirati a C3PO e R2-D2, ed il messaggio proiettato da B8 è ispirato a quello che Leia aveva mandato a Obi-Wan Kenobi.

In realtà, tutta questa storia sarà ispirata alla saga di Star Wars, che è una delle mie saghe preferite. Spero tanto di riuscire nel mio intento ^^

 

Alla prossima!

 

-JAY

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: jaykayess