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Autore: LaraBennet    10/11/2019    2 recensioni
Raccolta di brevi racconti che mostrano cosa può celarsi nel profondo delle creature che popolano la notte. Un'antologia di cinque storie diverse tra loro, che permetteranno di sbirciare dentro il cuore dannato di un vampiro e conoscerne così i segreti e i desideri più intimi.
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1. One Blood
2. The Reading Hour
3. Burst of Light
4. Mercy
5. The Visitor
Genere: Dark, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest, Tematiche delicate
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Mercy
 

 

Che i vostri denti stridano, che i vostri cuori urlino, che le vostre menti impazziscano mentre con passo lento e fermo vengo fra voi. Io sono la notte che calerà su di voi, sono l’ombra che vi sovrasterà mentre con mani tremanti tenterete di afferrare il cielo. Mi inoltro nell’oscurità di questi corridoi vuoti e non visto vi raggiungo, mentre l’odore che vi portate addosso inizia a cambiare. La paura vi assale improvvisa ed io non riesco a non bearmene, ispirandola forte, sebbene nessun movimento animi da tempo il mio petto. Posso sentire il vostro sangue sciogliersi nelle vene, è così liquido e caldo mentre per un’ultima volta inietta in voi la vita. Il fiato vi si mozza in gola mentre dal buio che mi avvolge, scoprite la disumanità dei miei tratti, la ferocia che ispira il mio sorriso, l’orrore che abita i miei occhi. Non comprendo mai il motivo, ma ogni volta con il vostro sguardo atterrito scavate dentro le mie iridi ametista e vi cercate un significato che semplicemente non esiste, e intanto le mie zanne fuoriescono e si allungano bramose della vostra carne. È il vostro battito accelerato, mie infelici prede, a scandire i minuti di questa mia quotidiana caccia, e le vostre voci rotte mi accarezzano l’udito come una musica suadente, i vostri singhiozzi mi fanno seccare la gola dal desiderio, le vostre lacrime benedicono la mia vita immortale, mentre piano affondo il mio morso nella vena pulsante del vostro collo. Spesso sono la delizia e la dolcezza dei peccati che inquinano la vostra anima a investirmi prepotentemente la bocca, ma è l’estasi del nettare puro e inviolato degli innocenti che preferisco, poiché niente può eguagliare la squisitezza di ciò che per qualche secondo rasenta la grazia divina. E così mi nutro di voi e svuoto il vostro fragile corpo della sua linfa, e mentre spasmi violenti vi scuotono, gemiti strozzati soffocano le vostre deboli gole e preghiere silenziose vi riempiono gli occhi, io posso godere del momento esatto in cui la forza vi abbandona, i vostri polmoni consumati si svuotano, la lucentezza viva delle vostre pupille diventa opaca e vitrea, e la vita si spegne definitivamente in voi. E il vostro corpo ormai privo della vostra anima si accascia a terra, ai miei piedi, ed io non posso far altro che osservarlo ancora, rimanendone affascinato. Il vostro viso rimane sempre deformato e inquieto, non trovo mai serenità nelle vostre espressioni attonite. Desiderate veramente così tanto vivere? Lo volete così fermamente, fino alla fine? In fondo, ciò che vi concedo è la conclusione di questa vostra incurabile sofferenza. È sincera misericordia quella che vi riservo, mentre vi vedo soffrire nello squallore di questo letto sporco, nel sudiciume di questa stanza angusta. La mia è reale compassione, mentre vi porto via da questo posto orribile che sa di dolore e tormento, e non di guarigione. Io sono la pietà in questo sanatorio in cui le malattie umane vi hanno condotto. Io sono la pietà che vi risparmia ogni pena, anime consunte, eppure mi ripudiate e disprezzate il conforto che vi concedo. E allora, che i vostri denti stridano, che i vostri cuori urlino, che le vostre menti impazziscano, perché io giungo fra voi poveri infermi con passo lento e fermo. Non visto vi raggiungo e negli ultimi istanti che vi rimangono, vi consento di gustare appieno il sapore marcio di questa vostra infetta esistenza che sta per concludersi –è in questo infatti che risiede il risarcimento che credete di meritare. Dunque, sentitevi realmente vivi per l’ultima volta, aggrappatevi pure ad una vita che non vi vuole, tenetevi stretto al petto quel male che vi uccide. La notte calerà comunque sulle vostre anime sofferenti, le mie tenebre verranno alla vostra porta, e la morte vi trascinerà con sé a forza, mie logore vittime, mentre tra le mie braccia invocherete con voce flebile e tremante una pietà che invece vi è stata già concessa.

   
 
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