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Autore: Teo5Astor    13/11/2019    15 recensioni
Un mistero accomuna alcuni giovani della Prefettura di Kanagawa, anche se non tutti ne sono consapevoli e non tutti si conoscono tra loro. Non ancora, almeno.
Radish Son, diciassettenne di Fujisawa all'inizio del secondo anno del liceo, è uno di quelli che ne è consapevole. Ne porta i segni sulla pelle, sul petto per la precisione, e nell'anima. Considerato come un reietto a scuola a causa di strane voci sul suo conto, ha due amici, Vegeta Princely e Bulma Brief, e un fratello minore di cui si prende cura ormai da due anni, Goku.
La vita di Radish non è facile, divisa tra scuola e lavoro serale, ma lui l'affronta sempre col sorriso.
Tutto cambia in un giorno di maggio, quando, in biblioteca, compare all'improvviso davanti ai suoi occhi una bellissima ragazza bionda che indossa un provocante costume da coniglietta e che si aggira nel locale nell'indifferenza generale.
Lui la riconosce, è Lazuli Eighteen: un’attrice e modella famosa fin da bambina che si è presa una pausa dalle scene due anni prima e che frequenta il terzo anno nel suo stesso liceo.
Perché quel costume? E, soprattutto, perché nessuno, a parte lui, sembra vederla?
Riadattamento di Bunny Girl Senpai.
Genere: Mistero, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: 18, Bulma, Goku, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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39 – La vita è un sogno senza fine
 
 
17 novembre
 
«Ciao Goku! Cosa fai ancora a letto?!» domando a mio fratello, entrando in camera sua e trovandolo rannicchiato nel suo letto, tutto storto e a pancia in giù. «Ti ho lasciato la colazione in cucina, io sto andando a scuola».
«Fratellone…» farfuglia, cominciando a dimenarsi lentamente. Sembra stia sculettando. Ma che cazzo mi tocca vedere di prima mattina?! «Mi sa che Goku-kun è spacciato! Gli fa male dappertutto!»
«È perché ieri te la sei spassata alla grande in giro e adesso sei tutto indolenzito. È normale, abbiamo anche giocato a calcio» gli spiego, sospirando. «Almeno non hai la febbre» aggiungo, dopo avergli toccato la fronte.
In quel momento noto che dalla schiena gli risale fino al collo un ematoma, coperto parzialmente dai suoi capelli sulla nuca. Sento i miei battiti accelerare, mentre sgrano gli occhi e sembra che improvvisamente mi manchi l’aria. Non di nuovo! Non di nuovo!
«Stai bene fratellone?» mi domanda Goku, fissandomi e mettendosi a sedere.
«S-sì…» gli sorrido, cercando di mostrarmi sicuro. «Adesso pensa a riposarti e a stare tranquillo, io devo andare. Là è già sotto casa ad aspettarmi».
 
«Girerai delle riprese a Kanazawa?!» domando alla mia ragazza, mentre durante l’intervallo sfoglio una rivista che parla del suo nuovo e attesissimo film dal titolo “C18”. C’è anche un’intervista fatta a lei e una al regista. Sembra una vera star del cinema nelle foto che hanno pubblicato. «Vuol dire che non potremo vederci per un po’, che palle…» sospiro malinconicamente. «Mi fa male pensarti a quattrocento km di distanza, anche se sono tanto fiero di te e di questo film».
«Per un paio di giorni gireremo in uno studio qui a Tokyo, quindi riuscirò a fare avanti e indietro da casa. Quando avremo finito, andremo a Kanagawa» mi spiega, dando un morso a un onigiri preso dal bento che ha preparato per entrambi e che stiamo mangiando in classe. Sembra quasi quel giorno in cui ci siamo messi insieme, quel momento rivissuto in loop non so nemmeno io più quante volte. «In ogni caso, chiamami in qualunque momento se dovesse succedere qualcosa. Io mollo tutto e vengo da te, ok?»
«Ti chiamerò anche se non dovesse succedere niente!» esclamo solennemente, alzando il tono della voce e raddrizzando la schiena. Le strappo un sorriso. Non voglio che sia troppo triste all’idea di partire per lavoro. E non voglio che capisca quanto davvero mi faccia paura l’idea che se ne debba andare proprio ora, con Goku che manifesta questi sintomi che non fanno altro che farmi pensare alla Sindrome della Pubertà. Che mi fanno paura. Sì, io ho paura che mio fratello debba soffrire ancora. Che si dimentichi tutto. Che non si ricordi più di me e di quello che abbiamo costruito insieme. Di Lazuli e di Chichi, visto che si è affezionato così tanto a loro. Non voglio che anche loro due soffrano per questo. Non voglio che nessuno soffra, a costo di star male io. Di risolvere io tutto.
«È scontato che mi devi chiamare sempre e comunque, tu» ringhia Lazuli, alzandosi e afferrandomi per la cravatta, tirandomi verso di sé. «Chiaro?!» sussurra, prima di darmi un bacio breve ma intenso e spingermi vigorosamente all’indietro, rimettendosi a sedere come nulla fosse, lasciandomi interdetto e felice al tempo stesso. «È ovvio che quel “se dovesse succedere qualcosa” era riferito a Goku-kun. Non sono stupida, anche se non ne parli lo so cosa ti passa per la testa…» riprende freddamente, guardando il mare fuori dalla finestra.
Già, lei è sempre un passo avanti. È inutile nasconderle le cose. Inutile e impossibile.
«Io… io non voglio che anche tu e Chichi dobbiate soffrire per lui. Più Goku si affezionava a voi e più ci pensavo…» sospiro mestamente, a testa bassa.
«Ehi, nemmeno tu meriti di soffrire per lui. Anzi, soprattutto tu» ribatte la mia ragazza, dolce e determinata al tempo stesso. Si alza e resta in piedi al mio fianco, abbracciando la mia testa e stringendola contro la sua pancia. Mi accarezza i capelli lentamente, mi fa i grattini. Mi sento bene. Mi sento protetto. Al sicuro.
«Se succederà qualcosa non dovrai affrontarlo da solo. Ora non sei più solo» mi dice, mentre una lacrima sfugge al mio controllo e mi scende lungo la guancia, fino a perdersi sulla camicetta bianca della sua divisa scolastica.
«La vita è un sogno senza fine, Rad. Me l’hai detto tu» aggiunge, senza smettere di coccolarmi. «Qualunque cosa accada, ne usciremo insieme».
«S-sì…».
 
«Sono tornato!» annuncio, chiudendo alle mie spalle la porta di casa dopo la scuola. Non vedo mio fratello in salotto, non sento nessun rumore. Starà combinando qualcosa?
«Goku, sono a cas…» mi interrompo, dopo essere entrato in camera sua e averlo trovato quasi legato nel tentativo di mettersi la cravatta dell’uniforme scolastica. «Ma che cazzo…» farfuglio, aiutandolo a liberarsi e sistemandogli il nodo sul collo.
«G-grazie, fratellone…» farfuglia lui, guardandosi allo specchio. «Ahia, Goku-kun è ancora un pochino dolorante!»
«Ti avevo detto di riposare… cosa combini?!» lo osservo sospettoso e anche decisamente preoccupato. Perché si è messo la divisa scolastica? Almeno l’ematoma sul collo non si vede più, per fortuna…
«Proprio ieri Goku-kun è riuscito a passare la giornata in spiaggia» mi spiega, stringendo i pugni con determinazione. «Non vuole farsi frenare da un semplice indolenzimento! Vuole uscire anche oggi!»
«Sei sicuro?»
«Sicurissimo!»
«E vuoi uscire con l’uniforme scolastica?»
«Sì! Goku-kun vuole farla esordire!»
«Ti ho preso un budino mentre tornavo a casa» gli dico, porgendogli un sacchetto.
«Urcaaa! Sì! Grazieee!» esulta, afferrandolo. «Anzi, non cambiare discorso, fratellone!» sbotta, risentito.
«Tranquillo. Il mondo fuori non se ne va da nessuna parte» ribatto, facendo per tornare verso camera mia. Quell’ematoma che ho visto sul suo corpo stamattina mi fa pensare che sia meglio non sottoporlo a sforzi oggi, né fisici, né tanto meno psicologici. È anche dolorante, non vorrei fosse troppo debole. In più ieri abbiamo visto quel suo vecchio amico d’infanzia, e la cosa l’ha profondamente scosso anche se non ha più detto nulla a riguardo, nemmeno a Chichi da quello che so.
«Goku-kun deve stare tranquillo?!» mi domanda perplesso, seguendomi.
«Devi stare tranquillo, sì» provo a rassicurarlo.
«Però… però Goku-kun non conosceva quel ragazzo che abbiamo incontrato ieri in spiaggia…» sospira con una punta di malinconia, mentre lascio cadere a terra il mio zaino e respiro profondamente. «Era un amico di Goku-san, vero?»
«Ti dirò di lui, se proprio vuoi saperlo» rispondo, voltandomi e guardandolo negl’occhi. È strano vederlo vestito con la divisa scolastica, quasi fatico a riconoscerlo.
«A Goku-kun non piacciono le persone che conoscono Goku-san» sussurra mestamente, abbassando la testa. «A loro importa solo di Goku-san…».
«Goku, io non so se…» provo a spiegargli.
«A Goku-kun non piacciono quelle persone, ma non sapere nulla di loro gli fa altrettanta paura!» sbotta, guardandomi di nuovo in faccia, estremamente determinato.
Accenno un sorriso. Sono fiero di lui.
«Si chiama Crilin Kurinin, vi conoscete dall’asilo» gli spiego. «Abita vicino al nostro vecchio appartamento. Giocavate spesso insieme da piccoli e veniva anche a scuola con te, nonostante fosse in un’altra classe».
«Lui… lui voleva bene a Goku-san?» mi domanda, mentre Beerus e Balzar fanno le fusa contro le sue caviglie.
«Sì. Dice che in futuro vorrebbe di nuovo tornare ad essere tuo amico».
«Crilin…» sussurra mio fratello, con lo sguardo perso nel vuoto. «C-crilin-kun!» aggiunge all’improvviso, sgranando gli occhi, mentre una lacrima gli scorre sulla guancia.
«Goku, cosa hai detto?!» esclamo sbigottito. Che si sia ricordato di lui?!
Mio fratello mi guarda, ma i suoi occhi si fanno all’improvviso vacui, mentre comincia a barcollare verso di me, fino a lasciarsi cadere in avanti a peso morto.
«Goku!» urlo, prendendolo al volo e riuscendo così a sorreggerlo. «Goku! Rispondimi! Rispondimi, cazzo!»
 
«Sarò sincero. Finché non avrà ripreso conoscenza, mi è difficile dire qualcosa» spiega a me e a mio padre il primario del reparto dell’ospedale di Fujisawa dove è stato ricoverato mio fratello. «D’altro canto, quando si sveglierà, c’è la possibilità che i suoi ricordi siano in qualche modo mutati».
«Mio figlio potrebbe essere tornato quello di due anni e mezzo fa?!» chiede mio padre, mentre stringo i pugni e digrigno i denti.
«Non posso azzardare ipotesi in questo momento. Mi dispiace».
 
«Allora?! Come sta?! Dimmelo! Dimmelo!» mi corre incontro Chichi, non appena torno in sala d’attesa. Mi afferra per il colletto della camicia e continua a strattonarmi. Ha gli occhi pieni di lacrime.
«Stai calma, lascialo respirare» interviene Lazuli, afferrando per un avambraccio sua sorella e staccandola da me. «Allora?» aggiunge, mentre Bulma passa un braccio intorno alle spalle di Chichi e la stringe a sé per consolarla. Anche Vegeta mi osserva. Ha le braccia conserte e lo sguardo corrucciato, in disparte come al solito. Finge che non gliene freghi niente, ma so che non è così.
«Sta ancora dormendo, il medico dice che potrebbe essere cambiato qualcosa nei suoi ricordi. Ma non può dirlo con certezza finché non si sarà svegliato» spiego, con Chichi che scoppia a piangere appoggiata alla spalla di Bulma.
«Ma fisicamente sta bene, Son-kun?» mi domanda la mia compagna di classe.
«Sì, sta benissimo. È solo la sua mente ad essere un’incognita, a questo punto» rispondo, abbassando la testa e stringendo i pugni così forte da farmi male. «Io… io forse dovevo impedirgli di sforzarsi così tanto come ha fatto in quest’ultimo periodo!»
«Non dire cazzate, Rad!» interviene Vegeta. «Tuo fratello ha quindici anni ed ha finalmente trovato il coraggio per tirare fuori le palle! Hai fatto bene a sostenerlo in questo!»
«La penso anch’io così» mi dice Lazuli, in tono autoritario e allo stesso tempo rassicurante. «Ricordo bene l’entusiasmo che aveva nel scrivere i suoi obiettivi, come ricordo benissimo la sera in cui siamo riusciti a farlo parlare con me al telefono. Era al settimo cielo, non dimenticarti mai di quello che ha provato ogni volta che riusciva a fare un passo in avanti!»
«Lui… lui era così contento mentre pianificavamo insieme i vari step perché potesse uscire di casa» farfuglia Chichi, cercando di smettere di piangere. «E ieri… ieri era così felice di essere in spiaggia!»
«Non devi avere rimpianti, Son-kun» mi rincuora Bulma.
«Io… grazie» sorrido a tutti loro. «Però penso che adesso dovreste andare a casa. È tardi, e non sappiamo quanto potrà dormire ancora. In più i medici non permettono a nessuno a parte me e mio padre di entrare in camera sua».
«Io resto con te» ribatte freddamente Lazuli. «Già dovrò stare via due settimane per le riprese a Kanazawa, non ho intenzione di sprecare altro tempo prezioso».
«Anch’io voglio vederlo quando si sveglierà!» sbotta Chichi.
«Restiamo tutti qui! Tsk!» sibila Vegeta, voltandosi e strappando un sorriso alla sua ragazza.
«Siamo una squadra, Son-kun!» mi spiega Bulma.
«Siete… siete grandi…» sospiro. «Io… io non so cosa dire…» farfuglio, commosso.
«Dai, vieni a fare un giro alla macchinetta con me che ci beviamo qualcosa» decreta Vegeta, invitandomi a seguirlo con un cenno del capo, camminandomi davanti con le mani in tasca. «Sei il solito sentimentale del cazzo».
«Vengo solo se offri tu, Prince» provo a scherzare.
«Solo per questa volta. Ancora non mi è andato giù quando ti sei dato alla pazza gioia al konbini coi miei soldi!» ribatte, alludendo alla nottata che abbiamo passato in spiaggia con Bulma II, la copia della mia amica che tre mesi fa era alle prese con la Sindrome della Pubertà.
«Invece dovresti ringraziarmi, visto che è solo grazie alla mia maestria se adesso stai insieme a Bulma!»
«Ma sta’ zitto per una buona volta, coglione! Tsk!» risponde sprezzante, infilando le monete nel dispenser e passandomi un lattina di Coca Cola.
Cominciamo a bere in silenzio, appoggiati al davanzale della finestra e osservando il cielo nero di questa tarda serata di metà novembre. Non c’è nessuno qui. Siamo solo noi due e le luci fredde del neon che illumina il corridoio che conduce alla sala d’attesa.
«Devi essere schietto con me, Rad» esordisce Vegeta. «Adesso che siamo soli e non ci sono le ragazze, devi dirmi davvero come pensi che finirà questa storia di tuo fratello».
Bevo un sorso fresco, mentre cerco di fare ordine nei mie pensieri confusi e sovraffollati. Mentre cerco di far prevalere la razionalità al sentimento, la realtà alla speranza.
«Io cerco sempre di essere positivo, ma cerco soprattutto di essere sincero ogni giorno» rispondo, osservando il cielo, nero come il mio umore. «Non voglio far soffrire le ragazze, nemmeno farle preoccupare per niente. Perché magari dopo Goku si sveglierà e sarà tutto ok, come prima che svenisse. E io vi sono grato per tutto quello che state facendo per…».
«Arriva al punto, Rad» mi interrompe Vegeta, stizzito. «Ancora un po’ a fai albeggiare…».
«Già…» sorrido malinconicamente. «Niente, Prince, ho la sensazione che tutto stia per andare a puttane. Ho la sensazione che mio fratello si dimenticherà di tutto quello che abbiamo fatto in questi due anni e mezzo, di tutte le persone che ha conosciuto. Di… tutto…» sospiro. «E mi fa paura questa cosa… cazzo… io… io ho paura, Prince!»
«Lui potrà anche dimenticarsi tutto, ma sarà anche in grado di ricordare gradualmente ogni cosa se tu non manderai a puttane tutto e tutti, chiaro?!» sbotta, risoluto. «Adesso cerca di stare tranquillo, se e quando si presenterà il problema lo dovrai affrontare a muso duro, come fai sempre» prova a spronarmi. «Come hai fatto con Broly Berserk nella finale del campionato provinciale e come farai anche al campionato nazionale tra due mesi».
«Ci proverò…».
«”Ci proverò”, un cazzo! Lo farai e basta! Sarai più forte della merda che ti pioverà addosso, chiaro?!» sbotta. «E guai a te se farai casini con la tua ragazza e con le altre! Tuo fratello potrà ricordare tutto solo se saremo uniti come adesso!»
«Grazie, Prince» gli sorrido. «Sei un amico».
«Però guai a te se farai qualche stronzata. Ti riempirò di botte, e guarda che non scherzo!» mi minaccia. «Ora torniamo di là, saranno preoccupate».
 
«Senti, Goku» sussurro a mio fratello, seduto accanto a lui nella sua camera buia illuminata solo dalle luci del corridoio. «Non credo che tu possa sentirmi, ma devi sapere che in sala d’attesa ci sono tutti. Lazuli-san, Chichi-chan… anche Bulma-san e Vegeta-sama. Ti vogliono tutti bene, che tu sia Goku-kun oppure Goku-san. E anche il papà la pensa così… l’ho appena convinto a tornare dalla mamma nel suo ospedale, qui ci siamo già noi con te» aggiungo, mentre osservo il lenzuolo alzarsi e abbassarsi seguendo il ritmo regolare del suo respiro. «Sai, papà dice che la mamma sta meglio. Potrebbe addirittura uscire tra due o tre mesi se continuerà così. Io… io credo che ce la faremo. Che torneremo ad essere una famiglia felice, e che sarà ancora più bello grazie a Là e a Chì» gli sorrido.
Mi sento gli occhi pieni di lacrime. Ha ragione Vegeta: sono solo un sentimentale del cazzo. Forse anche un nostalgico di merda. Magari sono troppo sensibile. O penso troppo, anche se sorrido sempre e provo a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno.
Però sono fatto così, non posso farci niente.
Se amo, lo faccio con tutto me stesso. Se aiuto, lo faccio con tutte le mie forze. Se soffro, soffro sul serio. Se voglio fregarmene della gente o delle voci, sono capace benissimo di farlo. E se ho paura, ho paura davvero.
Non è colpa mia se so vivere soltanto al limite.
Non so se è un bene o un male, ma so solo mettere tutto me stesso in tutto ciò che faccio. In tutto ciò che vivo. Ci metto tutto l’entusiasmo che posso quando sono felice, tutta l’energia che ho. Ma sento il dolore dilaniarmi dall’interno quando qualcosa mi preoccupa, anche se cerco di non pensarci. Di scacciare ogni timore.
So solo che mi dà sicurezza sapere che c’è Lazuli di là, in sala d’attesa, a pochi metri da me. Se lei è vicina sento di avere meno paura, visto che questo è un periodo in cui provo una fottuta paura per quello che sta succedendo a mio fratello.
Ansia e panico, compagni di viaggio del cazzo di ogni dannata notte in cui i pensieri si accavallano fino a stordirti e in cui ti sembra di non riuscire a respirare da quanto stringe forte il nodo alla gola. Da quanto batte forte e incontrollato il cuore, da quanto ti sembra di aver preso un pugno nello stomaco. Le gambe che fanno male come se avessi appena corso per ore. L’anima in cancrena.
Ma io so benissimo che se c’è lei ogni fantasma se ne va via. Ogni preoccupazione o paura. La merda mi scivola addosso più facilmente.
Un fruscio. Il lenzuolo che si sposta leggermente.
Il mio cuore che esplode.
«Fratellone…» sussurra Goku, guardandomi smarrito, con gli occhi solo semiaperti. «Dove siamo?» aggiunge intontito, cercando di mettersi a sedere.
I suoi occhi sono sempre gli stessi. La sua voce anche.
Sorrido, e il mio cuore riprende a battere normalmente.
Un macigno sembra scivolarmi via dalla schiena e perdersi chissà dove.
È Goku-kun quello che ho davanti, non ho dubbi!
«Sei svenuto in casa e un’ambulanza ti ha portato qui in ospedale» gli spiego. «Di là ci sono tutti: Là, Chì, Bulma e Vegeta».
«Lazuli-san e Chichi-chan hanno visto Goku-kun in mutande mentre gli veniva tolta l’uniforme scolastica?!» esclama, guardando il camice da ospedale che indossa.
«Ma cosa vai a pensare?! Abbiamo fatto io e papà insieme a un infermiere!»
«C’era anche papà?»
«Sì, l’ho appena convinto ad andarsene per farlo tornare dalla mamma. Anche lei sta meglio, tra due o tre mesi potrebbe uscire. Qui eravamo già in tanti per te» gli sorrido.
«Urca! Goku-kun è… è felice!» sorride a sua volta. «E vorrebbe ringraziare Chichi-chan e gli altri!»
«Ora chiedo il permesso al medico… ma non fare troppo casino, è tardissimo!» mi raccomando, uscendo dalla sua stanza col cuore finalmente leggero come una piuma. Almeno per adesso, al futuro ci penserò quando sarà diventato presente e dovrò affrontarlo.
 
«Mi raccomando, fate piano» spiego a tutti quanti, mentre entriamo nel reparto dove si trova Goku. «Il medico ci sta facendo un favore e…».
«Goku-kun!» sbraita Chichi, interrompendomi e correndo verso mio fratello. Scoppia in lacrime, mentre lo abbraccia. Anzi, lo stritola.
«Urca, Chichi-chan! Non… non respiro!» bofonchia lui, prima di essere interrotto da un improvviso bacio da parte di Chichi che lo coglie di sorpresa.
Vegeta si schiarisce la voce, irritato, mentre il medico fa capolino sulla porta della stanza e ci osserva severamente.
«Ci scusi, non succederà più» si rivolge gentilmente a lui Lazuli, accennando un inchino e sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi di scena, convincendolo ad andarsene.
«Io… scusatemi!» sbotta Chichi, paonazza, allontanandosi dal letto. «Perdonami sorellona, mi sono lasciata trasportare!» aggiunge, con Lazuli che in tutta risposta alza le spalle, indifferente, e si avvicina a mio fratello.
«Ti trovo bene, Goku-kun» gli sorride.
«Certo! Goku-kun è fortissimo!» esclama lui in tutta risposta, gonfiando i bicipiti e facendo una faccia da duro che ci fa scoppiare tutti a ridere. «Grazie per essere stati qui, Bulma-san e Vegeta-sama! Non volevo farvi preoccupare».
«L’importante è che tu stia bene, ora» gli sorride la mia compagna di classe.
«Tsk!» si limita a ribattere Vegeta, sprezzante, incrociando le braccia al petto e voltandosi dall’altra parte.
Alla fine siamo rimasti tutti qui a dormire, in qualche modo. Io e Lazuli ci siamo accucciati insieme sulla poltrona riservata al familiare del ricoverato e ci siamo addormentati abbracciati, vinti dal sonno e dalla tensione. Chichi si è sdraiata accanto a mio fratello, mentre Vegeta e Bulma hanno preso sonno su due sedie poste una accanto all’altra. Il mio amico ha dormito a braccia conserte e con la schiena dritta, appoggiata al muro, mentre la sua ragazza si è rannicchiata sul suo braccio, usando la sua spalla come cuscino.
Una scena pittoresca, forse, ma che mi scalda il cuore in una maniera che non saprei descrivere.
Ah già, essendomi svegliato per primo, non potevo farmi sfuggire l’occasione di scattare una bella foto ricordo a Vegeta, così da poterlo fare incazzare quando lo scoprirà!
 
 
18 novembre
 
«Gli esami che hanno fatto a Goku non hanno riscontrato nulla di anormale, tra poco dovrebbero dimetterlo» spiego al telefono a Lazuli, che ho appena chiamato durante la pausa pranzo a scuola. Alla fine sono riuscito a convincere tutti ad andare a scuola, avevano già fatto fin troppo per me e Goku. Anche la mia ragazza, che è stata l’ultima ad andarsene, visto che già dovrà saltare due settimane di scuola tra pochi giorni a causa del periodo di riprese che la terrà impegnata a Kanazawa.
«Adesso mi sento davvero sollevata. Avviso io mia sorella, continua a tempestarmi di messaggi» risponde lei.
«Però… ecco, il dottore dice che questo suo svenimento potrebbe indicare che stia recuperando la memoria» le spiego. «E, se i ricordi del vecchio Goku dovessero tornare, c’è la possibilità che i ricordi del Goku attuale possano scomparire».
«Ne è sicuro?!» sbotta la mia ragazza.
«Dice che ne è quasi certo. E che non può sapere se e come i vecchi ricordi e quelli attuali potranno integrarsi tra loro in futuro…».
«Rad, ascoltami».
«Dimmi».
«Andrà tutto bene, perché Goku-kun è forte come te. Ok?!»
«Grazie Là, ci vediamo a casa dopo la scuola. Ti amo» mi congedo, mettendo giù la cornetta del telefono della sala d’attesa dell’ospedale e voltandomi giusto in tempo per vedere mio fratello scappare a nascondersi dietro l’angolo, verso la sua stanza.
Che abbia sentito tutto?
 
«Fratellone, verrà a prenderci papà o dobbiamo aspettare un taxi?» mi domanda Goku, mentre usciamo dall’ospedale per tornare a casa.
«Ho chiamato il papà, dovrebbe arrivare da un momento all’altro. Era molto in pensiero per te, ho dovuto cacciarlo via ieri per farlo tornare dalla mamma» gli sorrido, prima di farmi serio. «Hai ascoltato la mia telefonata con Là?»
«S-sì…».
«Quante volte ti ho spiegato che non sta bene origliare?»
«Scusa, fratellone… è solo… è solo che Goku-kun non vuole che…».
«Goku-kun non se ne andrà da nessuna parte» lo interrompo, cercando di farmi vedere forte e risoluto. Sono suo fratello maggiore, non posso fargli capire che anch’io ho una fottuta paura di quello che potrebbe succedere. «Anche Lazuli ha detto che Goku-kun è forte».
«L’ha detto davvero Lazuli-san?!» esclama lui, accennando un sorriso. Si vede che la stima molto, che gli dà sicurezza. In lei ha trovato il primo riferimento che non fossi io. Ha un rapporto molto diverso con lei rispetto a quello che ha con Chichi, la vede davvero quasi come una figura materna. Chichi invece ha il merito di spingerlo a dare il massimo senza neanche chiederlo, forse semplicemente perché si piacciono a vicenda e stanno bene insieme.
«Certo. E lo pensano anche Chichi, Bulma e Vegeta. Tu adesso devi pensare a stare tranquillo e non a chissà cosa, ok?»
«Ok» sorride di nuovo lui, prima di abbassare nuovamente la testa e, immagino, riprendere a perdersi nei suoi pensieri e nei suoi timori.
Come posso pretendere che lui non si preoccupi quando nemmeno io riesco a seguire il consiglio che gli ho appena dato? Forse dovrei provare a distrarlo?
«Di’ un po’, Goku».
«Uhm?»
«Cosa vorresti fare di più in questo momento?»
«Mangiare un budino! Ho fame!» esclama allegramente. Sembra stia ritrovando almeno un po’ il suo solito spirito.
«Ok, a parte questo… vorresti fare qualcosa di speciale per festeggiare che sei stato dimesso? Puoi anche sognare in grande, eh…».
«Mangiare un budino gigante!» ride, allargando le braccia come a mimare le dimensioni del dolce che vorrebbe.
«Bene, e dopo che l’avrai mangiato? Non vorresti andare a vedere i dinosauri o qualcosa di simile?»
«I dinosauri sono al secondo posto…» risponde, tornando serio e abbassando lo sguardo.
«E cosa c’è al primo?»
«Goku-kun vuole andare a scuola».
 
 
 
 
 
 
 
 
Note: bene, anche stavolta un capitolo con un po’ di tutto, anche se forse prevale di nuovo l’amarezza, non so. Commozione, timori, tensioni, amore e amicizia… ho provato a metterci questo e spero abbiate apprezzato, come ho tentato ugualmente di strapparvi qualche sorriso. A me piace molto la scena in cui Rad parla con franchezza a Goku ancora addormentato, oltre al dialogo schietto che hanno lui e Vegeta da soli. Come mi piace vedere i protagonisti di questa storia stringersi l’uno all’altro intorno a Goku, come una vera squadra o, se preferite, una famiglia. 
Veniamo a sapere che Gine sta meglio, anche se ci dirà qualcosa di più direttamente Bardack settimana prossima. Intanto sembra che qualche vecchio ricordo di Goku stia riemergendo dopo l’incontro casuale con Crilin. Sarà un bene?
Scopriamo anche che tra pochissimi giorni Lazuli dovrà partire per un paio di settimane per Kanazawa, una città sulle Alpi Giapponesi a 400 km di distanza da Fujisawa. Ce la farà Rad senza di lei? Succederà qualcosa in sua assenza?
Voglio anche farvi un indovinello, ma stavolta è davvero difficile: considerando che Lazuli partirà il 20 novembre e dovrà stare via almeno due settimane, vi ricordate se per caso ci sarà anche un evento importante in questo lasso di tempo? ;-)
 
Ringrazio chi mi lascia sempre il suo parere, chi ha appena iniziato da zero questa long e chi continua a inserirla nelle liste: siete la mia forza, come lo siete voi che preferite leggere in silenzio. Se avete dubbi o curiosità chiedetemi pure, è sempre bellissimo per me sapere cosa ne pensate!
Un grazie sentitissimo va poi ad Alice Liddel che ha realizzato una splendida Lazuli-chan ai tempi della scuola media, una versione di lei che ancora non avevamo visto! Io la trovo dolcissima!
 
Bene, non mi resta che darvi appuntamento a mercoledì prossimo e vi anticipo già che sarà un capitolo ricco di emozioni e davvero importante, come del resto è molto forte la frase con cui Goku ha chiuso questo capitolo odierno. Ce la farà ad andare a scuola? E quell’ematoma che è comparso di nuovo sul suo corpo? In tutto questo c’è anche da affrontare la questione della partenza di Lazuli in un momento simile.
Rivedremo in scena anche Bardack, come già anticipato, Lunch e Mai, oltre a un nuovo personaggio femminile tratto da Dragon Ball Super. Chissà chi sarà, ormai restano ben poche a non essere entrate in questa storia! :-)
Grazie ancora per tutto il vostro supporto e grazie anche per voler sempre bene a questi personaggi! Spero che continuerete a potervi immedesimare in qualcuno di loro come mi avete scritto spesso in questi mesi!
Ah già, il titolo del nuovo capitolo sarà abbastanza evocativo, tirate voi le somme: “Goku-kun vs Goku-san”. A mercoledì prossimo!
 
Teo
 

20191112-092429

   
 
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