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Autore: Edeia_Hex    16/11/2019    2 recensioni
"L'apocalisse che avrebbe dovuto distruggere l'intero pianeta Terra e con esso tutti i suoi abitanti... non era avvenuta. La vita, sia a Tadfield, che in tutto il resto del mondo, sembrò ricominciare da capo, ripercorrendo dal principio una giornata potenziale disastrosa, che adesso, però, risultava essere del tutto normale.[...]
C'era qualcosa di diverso, però...
Sembrava mancasse all'appello un certo pezzo di carta scivolato per sbaglio da un certo libro di profezie."
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley, Gabriele
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4: Gli angeli non commettono errori. 






"Ooh, le assicuro che hanno richiesto decisamente più impegno del dovuto, ma, alla fine, sono riuscito a mettere le mani su due copie in stato decisamente più che sufficiente!" 

Mentre parlava al telefono, la mano di Aziraphale (quella che non era impegnata a tenere su la cornetta, ovviamente) si spostò, a tradimento, su uno dei polverosi tomi interessati, accarezzandone dolcemente la delicata e minuziosamente ornata copertina, con la stessa veemenza che avrebbe avuto una madre premurosa, costretta, inevitabilmente, ad abbandonare una volta per tutte il proprio, adorato bambino.

"Anzi, sono praticamente come nuovi..."

La persona dall'altra parte della cornetta, ovvero un prestigioso professore universitario che andava per la sessantina, urlò letteralmente dalla gioia, esultando e ringraziando calorosamente (e con un tono particolarmente elevato) il povero libraio; il quale, a causa di ciò, era stato momentaneamente costretto ad allontanare la cornetta del telefono dall'orecchio per qualche breve istante, nel vano tentativo di preservare il suo non-più-impeccabile udito umano. 

Dopo qualche secondo, lo strepitio cominciò ad affievolirsi, fino a ritornare a quello che sembrava essere un volume un po' più consono ad una discussione a modo fra persone adulte normali. 

Aziraphale avvicinò nuovamente la cornetta, con fare infastidito.

"Sì, certo. Sono sempre qui. No, no! Non si preoccupi, è il mio lavoro, dopotutto..." Disse infine, acquisendo un tono più gioioso e cordiale, fingendo, insieme al cliente, di essere totalmente su di giri a causa della "bella" notizia. 

... Davvero, Aziraphale non si sentiva di meritare ufficialmente nessun tipo di elogio
Neanche voleva darglieli veramente, quei libri. 

"Mh-mh, esatto! I libri sono messi da parte sul retro del negozio. Se le è possibile passare entro i prossimi giorni, potrà ritirarli senza alcun problema." Continuò poi, passando al dunque e gettando un'occhiata veloce verso l'orologio a pendolo alla sua destra.

Aziraphale sospirò sommessamente.

Erano le otto meno cinque.
Era al telefono con quel tale da circa mezz'ora, ormai.
...
E la cosa peggiore era che il cliente non sembrava per niente incline a concludere l'affare entro i prossimi minuti, sfortunatamente.

"La libreria è aperta anche di mattina, certo..." Mentì Aziraphale, cercando in tutti i modi di venire in contro al cliente.  
In realtà, l'ex angelo detestava con tutto il suo essere  il fatto di dover aprire il negozio di mattina presto, ma poco importava. Stava per concludere un ottimo e fruttuoso affare e, per una volta, avrebbe fatto un piccolo sacrificio, anche se mal volentieri. 

"Mercoledì ha detto? Va bene, , certamente! Non c'è alcun problema. Verso che-" 
Non aveva fatto in tempo a concordare un vero e proprio orario per l'appuntamento, che il cliente aveva ripreso nuovamente a parlare, farfugliando cose senza senso e cominciando a raccontare alcune strane vicende che si era improvvisamente ricordato e che sembravano, in un modo o nell'altro, collegarsi al loro discorso principale in modo totalmente casuale.

...Urgh.

Aziraphale voleva soltanto finire la chiamata.
Non pretendeva chissà cosa, voleva solo staccare la spina e riposarsi per cinque minuti... ma quel tizio sembrava non volergli dare nessuna tregua!

Accasciandosi sconfitto sulla sedia, l'ex angelo si appoggiò col gomito alla scrivania, lasciando cadere rassegnato la fronte sulla mano libera.

"Ah-ah. Mh. Sì, certo...oh! Non mi dica..."

 Non vedeva l'ora di staccare il telefono ed andare a sbattere la testa sullo spigolo del mobile più vicino. 
Sì... era abbastanza conscio del fatto che il gesto avrebbe anche potuto ucciderlo, se non avesse dosato per  bene la forza, ma era proprio questo pensiero che riusciva inspiegabilmente a dargli coraggio.
Era stata una giornata davvero... orribile.  Aveva avuto altri clienti, ovviamente (anche se non molti, certo... ma da qualcosa si doveva pur iniziare) e tutti avevano lasciato il suo negozio pienamente soddisfatti e piacevolmente sorpresi di poter finalmente proseguire con i loro numerosi acquisti. 
Un giovanotto in particolare, aveva ben deciso di arraffare un'enciclopedia sui pirati del quattordicesimo secolo, particolarmente antica e particolarmente fragile, e gettarla senza un minimo di ritegno all'interno della borsa della madre;  borsa, dalla quale, sbucava spudoratamente il lembo di una t-shirt totalmente ricoperta di fango.

Per grandissima volontà del Signore, che tutto può e tutto perdona, Aziraphale trattenne a stento il forte impulso di piangere, gridare e di prendere ripetutamente a pugni un bambino  "innocente" di soli dieci anni. 

...
Ok. 
Effettivamente aveva capito quale era la sua vera punizione.



Il tintinnio vivace di una campanella lo destò dai suoi burrascosi pensieri e l'ex angelo guardò svogliatamente in direzione della porta d'ingresso.
Uno sbarazzino ciuffo color cremisi, sbucò da essa... e con lui, di conseguenza, anche il suo minaccioso proprietario. 

Oh.
Crowley era ritornato.

... Ed il tizio al telefono stava ancora farfugliando cose senza senso. 

Da solo.

"Mi deve scusare-" Lo interruppe bruscamente Aziraphale, riuscendo a mantenere comunque un tono cordiale e pacato. " E' appena entrato un altro cliente, devo salutarla, purtroppo. Ci vediamo mercoledì! L'ho segnata per le dieci. A presto!" Senza neanche dargli il tempo per obbiettare alla sua decisione, l'ex angelo sbatté frettolosamente la cornetta sul suo apposito sostegno e tirò un grosso e pesante sospiro di sollievo. 
Crowley si era fermato  di fronte a lui, in mezzo alla stanza, appoggiando due grosse buste di carta sul pavimento e guardandolo con un'espressione fastidiosamente divertita in volto.

Tutto ciò, ebbe come risultato quello di riuscire ad innervosire ulteriormente l'ormai stressato ex angelo.

"Giornata stressante?" Chiese scherzosamente l'amico, arcuando divertito le folte sopracciglia e ghignando col suo solito sorrisetto beffardo.

Aziraphale lo guardò storto, distogliendo lo sguardo per sistemarsi meglio la giacca e togliendosi, infine, gli occhiali dal viso.
"...Perchè, la tua no?" Rispose il libraio, in maniera leggermente indisponente, per poi osservare meglio l'amico e corrugare la fronte in maniera confusa. "Quella è una giacca nuova?"

"Uh-" Il sorriso dell'ex demone vacillò, stranamente, per qualche istante. I suoi occhi abbandonarono Aziraphale e si spostarono invece sulla sua nuova e luccicante giacca in finta pelle, osservandola con una sorta di strana e velata apprensione. "Sì, umh... avevi ragione tu, alla fine." Disse poi, alzandosi un altro po' la cerniera con disinvoltura, fino a farla arrivare quasi fino al limite della chiusura.  "Faceva freschetto, là fuori." Concluse infine, piegandosi in avanti ed iniziando a rovistare (apparentemente senza alcun motivo) all'interno di una delle grosse buste.

Il libraio si indispettì leggermente; aveva capito benissimo che Crowley stava ovviamente tentando di nascondergli qualcosa, non era di certo uno stupido... ma, per il momento, decise di lasciar cadere l'argomento.
Senza proferire ulteriori parole in merito, l'ex angelo abbandonò la sua postazione, facendo il giro della scrivania ed avvicinandosi lentamente verso l'amico.

"Oh? Che hai comprato?" Chiese poi genuinamente incuriosito, adocchiando da lontano le grosse buste su cui era accovacciato l'amico.

"Cibo!" Rispose secco l'altro, continuando imperterrito a rovistare.

"Ooh! Ma è fantastico! Che gentile!" Gioì l'ex angelo, battendo allegramente le tozze mani e riprendendo gradualmente un po' del suo solito, vecchio entusiasmo. Di tutta risposta, Crowley lo guardò dal basso con sguardo accigliato, sentendosi sicuramente in dovere di doversi offendere al complimento dell'amico. 
Stranamente però, invece di arrabbiarsi e di ribattere, come suo solito, alle accuse dell'amico, l'ex demone si limitò soltanto ad emettere un lungo sbuffo contrariato e a calare gli occhi a terra in maniera quasi imbarazzata, come se si fosse reso conto solo in quell'istante della sua effettiva buona azione. 

Aziraphale decise di ignorare anche questo.

"Ma... come hai fatto a comprarle? Hai già trovato lavoro?" Chiese invece il libraio, in tono perplesso. "...E ti hanno già pagato?"

Crowley alzò nuovamente la testa, guardandolo come se fosse stato il primo idiota a comparire sulla faccia della Terra. "Sì, angelo, certo, ma non è tutto. Ho anche vinto Miss Universo e duplicato la fame nel mondo, durante la pausa pranzo." Aggiunse poi, in tono di scherno.

"... Ma quanto sei simpatico."  Rispose stizzito Aziraphale, arrossendo leggermente in imbarazzo.

"Lo so." Rispose Crowley, riprendendo il suo ghigno ed alzandosi finalmente da terra. "E' anche per questo che ho vinto la competizione." Continuò poi, alzando entrambe le sopracciglia e guardandolo dritto negli occhi, come per sfidarlo ad affermare il contrario.

"Mmh," Mugugnò Aziraphale divertito, guardandolo scrupolosamente dall'alto in basso. "La fascia non te l'hanno data, però... e la corona, poi? Dove l'hai messa? Non l'avrai mica persa?" Chiese infine, mimando inconsapevolmente lo stesso tono di voce che aveva utilizzato il suo amico tanto tempo fa... ponendo all'ex angelo quella stessa domanda.

"L'ho venduta per poter fare la spesa." 

Aziraphale sbuffò dal naso, ridendo per un istante in maniera decisamente poco aggraziata, ma riuscendo comunque a riprendersi quasi immediatamente.
 "Avanti," Disse poi, dandogli una piccola pacca sul braccio.  "come hai fatto a comprali? Hai derubato qualche negozio?"

"Grazie per la fiducia. No, non ho derubato nessuno stupidissimo negozio, non lavoro per quelli lì gratuitamente." Disse poi Crowley, girando drammaticamente gli occhi e tralasciando spudoratamente il fatto che lui, in realtà, non avrebbe lavorato comunque per quelli lì, a prescindere dal fatto che adesso non avrebbe percepito un effettivo stipendio.  

"C'era un...a- emh-"  Continuò poi, cercando di dare all'amico una spiegazione plausibile che non fosse la verità e fallendo miseramente, balbettando anche, nel mentre, ed arrossendo come un perfetto idiota; tanto per dimostrare ancora di più, a chiunque lo stesse effettivamente osservando, il fatto che lui fosse davvero un essere totalmente patetico ed assolutamente senza alcuna speranza e- Oh, Satana, che qualcuno lo aiuti.

Ok, Doveva inventarsi una balla.
In effetti avrebbe dovuto pensarci prima... ma era stato troppo occupato a litigare con le persone in fila alla cassa e la cosa gli era totalmente sfuggita di mente.  

...Dannazione.  

"Un... tizio che mi doveva dei soldi. Sono andato a trovarlo, mi ha restituito tutto ed ho fatto la spesa." Continuò poi, sistemandosi nervosamente i capelli.

Aziraphale aveva ripreso ad osservarlo in maniera impassibile, stringendo i suoi vispi occhietti azzurri con un'enorme quantità di sospetto.

Crowley lo guardò di rimando, sbattendo innocentemente le palpebre. 

Aziraphale alzò lentamente un sopracciglio.

"A te invece?" Chiese improvvisamente Crowley, tentando disperatamente di cambiare argomento. "Come è andata? Hai venduto qualcosa?"

Aziraphale tirò un lungo sospiro, spostando finalmente la sua attenzione verso le buste. 
"Gli affari sono andati una meraviglia." Disse poi, in tono funereo.

"Oh- umh, mi- mi dispiace-"

"Nonostante ciò, devo ammettere che avere a che fare con i clienti è stata la parte decisamente meno piacevole." Sbuffò nuovamente l'ex angelo, toccandosi con due dita il punto in cui il naso convergeva con la fronte. "Quando sei entrato dalla porta, per esempio, ero al telefono con un vecchio logorroico che non la smetteva di parlare neanche per fermarsi a prendere un respiro! Ti giuro su Dio che gli ultimi cinque minuti ho perfino smesso di intervenire nella conversazione, e lui non se n'è neanche accorto!" Disse infine, strabuzzando gli occhi, ancora incredulo, verso l'amico.

Crowley stava per rispondergli sarcasticamente, dicendo qualcosa del tipo "Se è riuscito a battersela con te su questo campo, allora immagino fosse proprio un caso disperato" ma il brontolio del suo stomaco lo bloccò all'istante.
Quello che invece disse fu "Vabbè dai, non ci pensare adesso. Guarda qui cosa ho comprato... e vedi di ringraziarmi!" Aggiunse infine minacciosamente, piegandosi in avanti ed aprendo una delle due grandi buste. "Sono dovuto entrare in un supermercato per queste."

"Oh, cielo." Rispose Aziraphale con falsa apprensione, osservando la rossa testolina dell'amico dall'alto, in maniera divertita. "Beh, ti ringrazio, allora." Continuò poi, mettendo le mani dietro la schiena e raddrizzandosi per bene. "Cosa sono quelli?" Chiese poi, segnando con la testa i piccoli pacchetti in plastica che l'altro aveva ora in mano.

"Noodles istantanei!" Rispose Crowley soddisfatto, osservando attentamente la descrizione di un particolare pacchetto rosso. "Al... manzo."

Aziraphale sbatté le palpebre.

"Noodles istantanei?"

"Già. Non sono chissà quale prelibatezza, ma una tipa, là, mi ha detto che erano buoni, quindi..." Ribatté Crowley, facendo spallucce.

Aziraphale guardò nuovamente le buste, aggrottando le sopracciglia. "Sono due buste piene di noodles istantanei?" Chiese infine shockato, guardando nuovamente l'amico come se gli fosse improvvisamente cresciuta una seconda testa.

"No!! Certo che no, ma ti pare!? C'è anche del vino, da qualche parte..." Rispose seriamente Crowley, muovendo con il piede una delle due buste, cercando di capire quale fosse la più pesante.

Aziraphale guardò per l'ennesima volta le buste in questione, completamente sbigottito.

Oh, beh... in effetti l'amico non era molto pratico in queste cose... andava decisamente spezzata una lancia in suo favore.
L'importante era comunque il gesto, tutto sommato... ed lui si ritrovò ad apprezzarlo con estrema affettuosità. 

"Beh... credo che possano andare abbastanza bene." Lo rassicurò gentilmente l'ex angelo, sbuffando divertito e mostrandogli infine un sorriso pieno di gratitudine. 
Nonostante l'avesse letteralmente cacciato di casa qualche ora prima, Crowley era comunque riuscito a comprenderlo e a darsi da fare in giro per la città, reperendo ad entrambi qualcosa da mettere sotto i denti per la serata e salvandolo, infine, (anche se involontariamente, ma Aziraphale ne era comunque parecchio grato) dalle grinfie di un cliente tremendamente fastidioso.

Aziraphale ridacchiò fra sé e sé, non riuscendo più a trattenersi.
Aveva sempre saputo che sotto quella finta aria da "cattivo ragazzo" si nascondeva invece una persona davvero gentile e premurosa... e questa, per lui, ne era soltanto l'ennesima conferma.

Era proprio un demone dal cuore d'oro. Aziraphale era così orgoglioso di lui.

Naturalmente non disse nulla di tutto ciò ad alta voce (l'ultima volta l'amico non aveva reagito molto bene) ma, era comunque un dato di fatto ed Aziraphale si convinse che sarebbe stato parecchio inutile sprecare fiato prezioso per affermare nuovamente l'ovvio, e quindi si stese zitto, prendendo in mano un busta e facendo cenno all'amico di seguirlo nella cucina al piano di sopra.

Arrivati a destinazione, Aziraphale si arrotolò prontamente le maniche, cercando di fare la sua parte e contribuire, nel suo piccolo, nella preparazione della cena.

Il bollitore elettrico funzionò al primo colpo, questa volta.

"Non mi hai ancora risposto per bene, comunque." Disse Crowley, svuotando il contenuto delle buste sul tavolo e conservando le varie bottiglie di vino in frigo. "Quanti libri hai venduto? E poi dove la metto tutta questa roba? Hai qualche ciotola?" Chiese poi, facendo una smorfia ed osservando i vari pacchetti sparpagliati per il tavolo.

Aziraphale si allontanò dal bollitore, cominciando a rovistare nei vari stipetti della cucina. "Te l'ho detto, è stata una giornata parecchio stancante..." Sbuffò scocciato, non volendo ricordare gli eventi di quella orribile mattinata, proprio adesso che stava cominciando a rilassarsi un po'. "Ho venduto fin troppi libri e- oh! A proposito! Dovresti dirmi quanto hai speso, per tutto questo." Disse poi, voltandosi e facendo cenno con la mano verso i pacchetti sul tavolo. "Vorrei risarcirti la metà del denaro speso, visto che ora posso."

"Sta zitto e muoviti." Strascicò svogliatamente l'ex demone in tono burbero, il quale, però, non risultò essere particolarmente minaccioso, a causa dell'espressione totalmente compiaciuta che egli portava in viso. "Guarda là in basso, piuttosto." Disse poi, segnando con una mano lo scaffale in basso all'immediata sinistra dell'ex angelo.

Aziraphale lanciò un'occhiataccia verso l'amico, per poi accovacciarsi ed aprire lo scaffale interessato. "Non ti azzardare a cambiare discorso, Crowley! Sono serio. Non mi sembra affatto giusto che sia tu l'unico a sacrificare i propri guadagni per- AHI!!" Prima che potesse finire di parlare, una confezione di noodles non ancora aperta lo colpì improvvisamente dietro la nuca, graffiandogli leggermente il collo e facendolo sobbalzare dallo spavento.

"Ma cosa- Crowley!!" Sbottò furiosamente Aziraphale, guardando il colpevole con un'espressione sconvolta in viso.

"Muooooviti!" Ulrò di rimando l'ex demone, lanciando un secondo pacchetto in direzione dell'amico, il quale, questa volta, riuscì prontamente a schivarlo. "Piantala di frignare! Ho faaaaaaaaame-"

"OK!! Va bene! Toh-" Disse Aziraphale, tirando finalmente fuori dal ripiano in basso due grandi piatti da zuppa.  "Questi sono gli unici piatti che possiedo, non ho altro!"

Crowley li osservò attentamente, ragionandoci meticolosamente su, finché non fece un segno di approvazione con la testa.
"Ok. Mettili qua." Disse poi pacatamente, segnando il tavolo.

Aziraphale fece come gli era stato detto, sbuffando innervosito. "Quanti sono i pacchetti?" 

"Uuuuh-" Crowley li ricontò tutti velocemente. "Sette. Direi che ci conviene cominciare con due a testa e poi si vedrà, mh?" Rispose infine, passandosi una mano fra i capelli e posizionando i due piatti al centro del tavolo. "Prendi quei due che ti ho lanciato."

"Prentiteli tu, maleducato." Sbottò offeso l'ex angelo, guardando l'amico con disappunto.

"Sono due porzioni in meno per te, sappilo." Ribatté Crowley di rimando, cominciando ad aprire i vari pacchetti e gettandone il contenuto all'interno di uno dei due piatti.

"Oh-!" squittì Aziraphale, su tutte le furie. "Ooh, questo-  questo è davvero-" Farfugliò poi, in preda ai nervi. "Ritiro tutto quello che avevo pensato su di te!! Sei un essere spregevole!" Disse infine, indicandolo con un dito accusatorio e recuperando controvoglia i due pacchetti che giacevano sparpagliati a terra.

"Ecco, bravo, non te lo scordare." Rispose soddisfatto l'ex demone, sogghignando compiaciuto.

Aziraphale si avvicinò nuovamente al tavolo, appoggiando i due pacchetti su di esso con un po' più forza del dovuto, non staccando lo sguardo minaccioso dall'amico neanche per un istante.  "... Posso già versarla l'acqua?" Disse poi acidamente, avviandosi verso il bollitore elettrico, il quale li stava prontamente avvisando di aver finito il suo lavoro. 

"Mh, lo faccio io. Dammi il cambio, mi sono scocciato." Rispose Crowley, togliendo la caraffa dalle mani dell'amico e dividendone meticolosamente il contenuto nei due piatti.

Aziraphale gli lanciò un'ultima occhiata di rimprovero, per poi afferrare una delle colorate confezioni di noodles e riprendere in mano il precedente compito dell'amico, lasciando cadere il piccolo battibecco venutosi a creare e riprendendo a svolgere le proprie mansioni in piacevole silenzio.
Proprio in quest'attimo di pace e tranquillità, l'ex angelo riuscì a ritagliarsi qualche minuto, per fare quello che faceva di solito quando si sentiva confuso o in difficoltà: ovvero pensare.

Non era passato neanche un giorno dalla realizzazione del loro bizzarro problema, eppure eccoli lì: un angelo ed un demone (anche se questo termine non gli si addiceva più granché, ormai... ma poco importava) riuniti nella stessa stanza a preparare insieme la cena e a battibeccare scherzosamente come se nulla fosse davvero successo.

Aziraphale tentò un'altra occhiata fugace verso l'amico, il quale però gli stava momentaneamente dando le spalle, intento a posare al suo posto il bollitore.

Era... così strano.

Tutto, riguardante la loro intera esistenza, era letteralmente cambiato. Le loro vite erano state totalmente stravolte... eppure, tutto continuava a risultare così stranamente immutato agli occhi dell'ex angelo.  
Era incredibile come, seppur per un breve attimo, entrambi avessero quasi dimenticato tutti i loro problemi ed avessero cominciato ad agire come se nulla fosse... come se niente fosse davvero successo.
...

Ma qualcosa era cambiato eccome... e per il peggio, anche.. 

... Sì. Esatto. Per il peggio. 

Aziraphale faceva stranamente molta fatica nel ricordare quest'ultimo, fondamentale particolare.

Forse questo suo peculiare calo di memoria era dovuto al fatto che, attualmente, più che a sentirsi con le spalle al muro, l'ex angelo aveva come l'impressione di star vivendo una sorta di strana vacanza... la quale, realizzò improvvisamente, non sembrava recargli poi così tanto fastidio.

Nonostante fossero nei guai fino al collo, Aziraphale adesso si sentiva... stranamente felice.

Per la prima volta, in tutta la sua intera esistenza, l'ex angelo realizzò di essere finalmente libero.
Libero di fare quel che più gli piaceva, senza la costante ansia che gli divorava il petto e che gli faceva temere di star facendo qualcosa di sbagliato.
Libero di poter leggere un libro, o di fare una passeggia, o di bere una bella cioccolata calda con sopra una deliziosa e delicata meringa italiana, senza poi doversi ritrovare uno dei suoi superiori dentro casa, pronto a fargli la ramanzina del secolo e a ricordargli che disastro di angelo si ritrovava ad essere e quanto inutile e mediocre fosse il suo effettivo operato sulla Terra.

 Adesso, realizzò l'ex angelo, non sarebbe stato di certo poi così drammatico, se non avesse svolto il suo dovere fin nei minimi dettagli.

Dopotutto non aveva più un vero e proprio dovere a cui sottostare, attualmente.

Certo, doveva comunque superare una certa prova... ma Aziraphale non aveva assolutamente intenzione di derubare o di uccidere qualcuno, oh no.

Lui voleva soltanto divertirsi un po', tutto qui. 

Vivere spensieratamente per qualche giorno.

E, soprattutto, voleva farlo insieme al suo migliore amico. 

Magari -pensò con trepidazione l'ex angelo, aprendo l'ennesima confezione di noodles e versandone il contenuto all'interno di quello che doveva essere il suo piatto- sarebbero finalmente riusciti ad andare a quel tanto famoso picnic, alla fine-

"Poi mi spieghi perchè cavolo hai delle pentole, in cucina." Disse improvvisamente Crowley, facendo sobbalzare l'ex angelo, il quale, si girò imbarazzato verso l'amico, guardandolo con la stessa espressione che assumono i cervi quando vengono storditi dagli abbaglianti delle auto.

"U-uh- P-perché...? Dove dovrei tenerle? In salotto?" Chiese a sua volta Aziraphale, riprendendosi in modo non proprio fulmineo dallo shock, ma riuscendo comunque ad assumere un tono abbastanza scherzoso.

"Non dovresti averle affatto!" Disse infine l'ex demone, abbandonando la sua postazione accanto al bollitore ed avvicinandosi verso l'amico, guardandolo con un espressione esageratamente sconvolta. "Sei- Eri un angelo! Che cavolo te ne facevi delle pentole? Sicuramente non le hai usate nemmeno una volta!"

"Ofh, finiscila! Lo sai che preferisco avere le cose nel giusto ordine. Senza di loro- e senza le stoviglie o i bicchieri, per l'appunto- la cucina sarebbe sembrata davvero spoglia e triste." Rispose prontamente l'ex angelo, gesticolando con enfasi fra i vari angoli della cucina, cercando di far capire per bene il concetto all'amico.

"Oh, Satana, sentiti... sei ridicolo." Disse Crowley, roteando drammaticamente gli occhi ed incrociando al petto le lunghe braccia.

"No, invece. Ho ragione, e lo sai benissimo!" Disse infine, riprendendo a spacchettare le ultime confezioni. "Se avessi fatto diversamente, a quest'ora non avremo avuto nulla in cui mangiare questi spaghetti E non avremo avuto nulla per poterci lavare... o cambiare d'abito..." Disse poi, in tono leggermente saccente, alzando le bionde sopracciglia e lanciando una veloce occhiata verso l'amico, il quale si limitò semplicemente a grugnire scocciato, non proferendo ulteriore parola.

Poco male, non aveva alcuna importanza.
Aziraphale non se la sentiva per niente di smettere di rinfacciare i trascorsi poco educati dell'amico, quindi avrebbe comunque continuato a lamentarsi.

"MA, fortunatamente, sono stato ridicolo, quindi non abbiamo nulla di cui preoccuparci... o per lo meno, per tutto ciò che riguarda questo appartamento." Disse infine, svuotando l'ultimo pacchetto e raccogliendo tutti gli involucri vuoti, gettandoli infine nella pattumiera. "Tutte le stanze dovrebbero essere a posto, anche quelle che non ho mai utilizzato, come per esempio lo sgabuzzino o la stanza da letto... sono tutte ben sistemate ed adatte ad affrontare ogni tipo di evenienza." Chiudendo nuovamente il cassetto in cui era situato il secchiello per la spazzatura, Aziraphale si strofinò le mani e si voltò nuovamente verso l'amico.

... Il quale adesso lo stava guardando in maniera malvagiamente compiaciuta.

... Cosa?

Che era successo? 
Aveva fatto qualcosa di strano? 

"Aah, ma davvero?" Chiese infine l'ex demone, in un tono particolarmente furbo e sibilante, strisciando maliziosamente verso l'ex angelo.

Ad Aziraphale non piacque affatto quel tono.  

"Pronti per ogni evenienza, dici?" Aggiunse poi, inarcando un elegante sopracciglio.
"Sì...?" Rispose confuso Aziraphale, aprendo un piccolo cassetto e tirandone fuori delle stoviglie. "Certo. E' quello che ho detto."

O almeno, sperava fosse così. 

Il dubbio di aver detto inconsciamente qualcos'altro, stava cominciando ad insinuarsi lentamente nel suo cervello.

"Quindi... la tua stanza da letto è pronta per... tutte le evenienze?" Chiese nuovamente l'ex demone, alzando suggestivamente entrambe le sopracciglia. "Tipo... tutte tutte?"

...

Oh.

... OH.

OH, CHE-... Brutto maleducato! 

Aziraphale lo colpì prontamente al braccio con con un grosso cucchiaio. "CROWLEY!!"

L'ex demone emise un piccolo lamento di dolore, per poi scoppiare in una fragorosa risata. "Cosa?? L'hai detto tu, non l'ho detto io!" 

"Volevo dire che-... Io- URGH!" Non riuscendo bene ad esprimersi, Aziraphale sbuffò rabbiosamente dalle narici, lanciando l'ennesima occhiataccia verso l'amico. "Insomma! Lo sai benissimo cosa intendevo! Volevo dire che è adatta per dormire!" 

"Questa è solo una evenienza." Puntualizzò Crowley, ficcandosi le mani in tasca e cominciando a girare in tondo all'amico con delle movenze tipicamente serpentine.

"Crowley, spostati! Mi dai fastidio!" Disse Aziraphale, scacciandolo nervosamente con una mano. Ormai l'ex angelo era sicuro di essere arrossito fino alla punta delle orecchie... e quel disgraziato se la gongolava che era una meraviglia!

"Stai sviando la conversazione, è molto sospetto." Rispose serio Crowley, evitando la mano dell'amico e spostandosi dall'altro lato. "Quando ho frugato nel tuo armadio non ho fatto tanto caso alla stanza in sé... chissà cosa mi sono perso... cosa hai nascosto in quegli adorabili cassettini-"

"NULLA!" Lo zittì Aziraphale, poggiando le stoviglie sul tavolo eccessiva forza. "Girati quella roba e mangiamo, per cortesia, stai cominciando a diventare particolarmente fastidioso!"

Ignorando completamente le minacce dell'amico, Crowley se la rise soddisfatto, prendendo una forchetta a caso e cominciando a mescolare distrattamente i suoi spaghetti nel piatto. 

Mentre mescolava con poco impegno il composto, Crowley notò del movimento con la coda dell'occhio, e quindi alzò per un attimo la testa, osservando l'amico incuriosito.
 
Aziraphale si stava togliendo la giacca. 

Il ghigno di Crowley si fece nuovamente spazio sul suo viso, allargandosi in maniera abbastanza inquietante. "Senti caldo?" Chiese poi, in tono scherzoso.

"Non voglio sporcarmi." Ribatté secco Aziraphale, piegando la giacca e appoggiandola su uno dei mobili più lontani al tavolo. "Dovresti toglierla anche tu, piuttosto."

"Ah- Uuh-" Balbettò involontariamente Crowley, preso completamente alla sprovvista. 

Aziraphale notò immediatamente il cambiamento nell'atteggiamento dell'amico, guardandolo con sospetto.

"No, io... sto bene così." Rispose infine l'ex demone, concentrandosi diligentemente sulla sua mansione.

Indispettito com'era però, Aziraphale decise di scavare più affondo nella questione e di non mollare la presa, questa volta. "Ma l'hai comprato oggi. Sarebbe davvero un peccato se si sporcasse."

"Si può sempre lavare." Fece spallucce Crowley, ignorando lo sguardo dell'amico.

Aziraphale si ammutolì in modo fin troppo sospetto. 

Crowley iniziò a sudare freddo. 
Non riusciva a trovare il coraggio di alzare lo sguardo verso l'amico, ma nonostante ciò poteva comunque sentire il suo sguardo insistente bruciargli addosso.

L'ex demone prese con indifferenza in mano un forchettata di spaghetti.
"Quindi-"

"Togliti la giacca."

Crowley si bloccò di scatto, alzando finalmente lo sguardo ed osservando sbigottito l'amico. "Come scusa?"

"Togliti la giacca." Ripeté in maniera più gentile Aziraphale, accennando anche un piccolo sorriso.

Nonostante il tono particolarmente cordiale, Crowley si sentì raggelare il sangue.

"... Non voglio toglierla." RIbatté infine, ignorando nuovamente l'amico.

"E perché non vuoi toglierla?" Insistette l'ex angelo, avvicinandosi lentamente verso l'amico.

"Perché è comoda e perché voglio tenermela addosso! Saranno fatti miei, o no!?" Urlò infine Crowley, cercando di apparire il più minaccioso possibile.

Il suo patetico tentativo purtroppo impallidì totalmente, di fronte alla apparente calma serafica dell'amico, la quale, non preannunciava sicuramente nulla di buono.

...
Forse non avrebbe dovuto urlare.

"Toglitela." Ripeté l'altro una terza volta, in tono glaciale.

"No!! Ma sei sordo!? Ho detto che-"

"Crowley, togliti immediatamente quella giacca!" Ordinò infine l'ex angelo, con un tono più elevato, avendo raggiunto evidendemente il limite della sua pazienza.

Crowley si ammutolì, serrando la mascella e puntando lo sguardo impavido in quello rabbioso dell'amico.

...
Oh, beh.

Ci aveva provato, non era di certo colpa sua.

Era letteralmente con le spalle al muro, adesso.

Restava soltanto una cosa da fare e, anche se a malincuore, Crowley l'avrebbe fatta. Non c'era altra via d'uscita.

Dopo qualche secondo di titubanza, in cui i due amici si guardarono silenziosamente negli occhi, Crowley scattò alla velocità della luce, fiondandosi fuori dalla porta e puntando verso le scale, tentando di fuggire verso il piano inferiore.

"CO- Crowley!!" Aziraphale gli corse dietro, arrancando con decisamente maggiore difficoltà rispetto all'agile demone.

Una volta aver raggiunta la libreria, Crowley uscì velocemente dalla stanza sul retro, zigzagando fra i vali scaffali e cercando di raggiungere il grosso portone d'ingresso il più velocemente possibile.
Per uno strano scherzo del destino, però (e anche per il fatto che la sfiga e Crowley sembravano andare praticamente a braccetto, da lì ad un paio di giorni) Crowley, inciampò in uno dei grossi tappeti della libreria, schiantandosi clamorosamente al suolo e dando così all'amico la possibilità di intercettarlo e raggiungerlo. 
In un ultimo gesto disperato, l'ex demone tentò di alzarsi nuovamente in piedi, cercando di incanalare tutte le sue forze in un ultimo balzo verso la porta d'ingresso... quando Aziraphale riuscì ad afferrarlo da un lembo della giacca, facendogli perdere ancora una volta l'equilibrio e spedendolo nuovamente a terra, trascinandosi, stavolta, anche l'amico d'appresso. 

"ARGH!!" Urlò l'ex demone, battendo dolorosamente schiena sul pavimento e tentando di dimenarsi nella stretta dell'amico, il quale l'aveva prontamente bloccato al suolo, stringendolo in vita come se fosse una specie di koala troppo cresciuto. "MOLLAMI!!" 

"NO!! N-gfh-" Tentò di controbattere Aziraphale, soffocando leggermente nel dire il resto delle sue parole per colpa del suo attuale ostaggio, il quale stava tentando di spintonargli violentemente la faccia all'indietro con una delle sue lunghe braccia.
Aziraphale gli morse un dito.

"AH!!-" Urlò sorpreso Crowley, bloccandosi immediatamente e spalancando completamente gli occhi, guardando l'ex angelo in modo shockato. "Mi hai- TU mi hai MORSO!!" 

Aziraphale girò titubante gli occhi, guardando il suolo con sguardo colpevole, ma continuando a non mollare la presa ferrea sull'amico. "... Sì, io- io, l'ho fatto."

"Vergognati!! E tu saresti un angelo!!" Sbottò nuovamente Crowley, stringendosi la mano infortunata al petto, in modo abbastanza ridicolo.

"Beh, attualmente no, in realtà-"

"Un criceto, ecco cosa sei!!" Lo interruppe nuovamente Crowley, arricciando rabbiosamente il naso.  "Uno stupido, soffice ed irascibile criceto azzanna demoni!!"

"Crowley, non-"

"E con soffice intendo sovrappeso!!"

Aziraphale inalò bruscamente dalla bocca, guardando l'amico in maniera sconvolta, aggrottando furiosamente le bionde sopracciglia di fronte alla terribile offesa. Senza ribattere all'insulto poco gentile dell'amico, l'ex angelo mollò velocemente la presa, scagliandosi violentemente sull'amico ed afferrando la zip della sua giacca, tentando così di forzarne l'apertura. 
Crowley gli bloccò subito le mani, tentando inutilmente di disarcionarselo di dosso con dei movimenti degni di un toro infuriato.

La piccola (ma intensa) lotta durò solo qualche secondo, finché, alla fine, Aziraphale non l'ebbe finalmente vinta, riuscendo ad aprire completamente la nefasta giacca e rivelando, sotto di essa, ciò che l'ex demone stava tentando con tutte le sue forze di tenergli  nascosto.

Crowley grugnì furiosamente dalla rabbia, lanciando, in fine, un'ultima, veloce occhiata verso la macchia sul suo petto, digrignando i denti in un misto di nervosismo e tensione.

Era... decisamente più grossa di quanto non ricordasse.

Sopra di lui, Aziraphale fece lo stesso respiro shockato di poco fa,  segnando con un dito accusatorio prima l'enorme e disgustosa macchia e poi l'amico sdraiato per terra. "...NO."

"Nghk-" Crowley si contorse un'ultima volta in modo abbastanza patetico, evitando lo sguardo dell'amico e mettendo su la versione "per persone dure" di un broncio offeso.

"TU... l'hai macchiata!"

"SI'!!" Confessò finalmente Crowley.  "Sì! L'ho macchiata! Non l'ho fatto apposta, se la cosa può interessarti! E' stato un incidente!" Rispose poi seccato l'ex demone, il quale adesso aveva smesso di contorcersi e stava fissando l'amico con sguardo di sfida. 
Era la verità, dopotutto, era stato solo uno stupido incidente! Avrebbe voluto evitare di far sorgere inutili discussioni, MA, a quanto pare, l'amico era diventato molto più testardo e sospettoso di quanto non fosse già in precedenza! 

Sbuffando scocciato, l'ex demone si sdraiò definitivamente a terra, incrociando le braccia al petto in maniera difensiva.
Aziraphale gettò un pesante sospiro, mollando la presa e mettendosi seduto sulla gambe dell'amico, continuando a bloccarlo saldamente al suolo. "Ma come hai potuto macchiarla!? L'hai indossata solo per qualche ora!" 

"Un bambino mi è arrivato addosso! Senti, non volevo macchiartela, anzi, non volevo neanche dirtelo, perché sapevo che avresti esagerato!"

"Esagerato-"

"SI'! Sì, esagerato! Guarda un po' che hai combinato!" Disse infine Crowley, spalancando le lunghe braccia.
 
Riprendendosi finalmente dalla foga del momento, Aziraphale osservò attentamente l'amico, seguendo con lo sguardo il movimento delle sue braccia e spostandolo nuovamente sul suo viso, notando solo adesso i suoi capelli scompigliati ed i vestiti eccessivamente spiegazzati.
Con suo grande imbarazzo, notò anche la posizione che avevano inavvertitamente assunto durante la lotta, la quale non sembrava rientrare in alcun modo sotto la definizione di "consono" .
Arrossendo come un pomodoro fino alla punta delle orecchie, Aziraphale si rimise in piedi, barcollando leggermente ed inciampando goffamente sui suoi stessi passi.
Successivamente, iniziò a sistemarsi i vestiti, schiarendosi la voce, ed osservando nuovamente l'amico ancora steso al suolo.
Aveva nuovamente incrociato le braccia.

"Hai- hai ragione, scusami. Ho perso per un attimo il controllo, è vero, ma, devi chiedere scusa anche tu. E per bene, questa volta. " Disse infine, assumendo un'aria più seria. "Mentirmi spudoratamente in quel modo e pretendere che io  non me ne accorga! Per cosa mi hai preso, per un idiota!?"

Crowley alzò un sopracciglio. "...No?"

"Crowley-"

"OK, OK, scusami. Hai ragione, non volevo macchiarti la camicia... te le smacchio io, lo giuro." Disse poi l'ex demone, alzando le mani in segno di sconfitta.

"... Non c'è bisogno." Sospirò l'ex angelo, allungando una mano verso l'amico. "Vieni, alzati. Andiamo a mangiare, che si fredda tutto."

Dopo qualche attimo di titubanza, Crowely afferrò la mano dell'amico, rimettendosi in piedi e sistemandosi a sua volta, togliendosi della polvere di dosso. Uno scricchiolio poco piacevole, causato dal movimento improvviso, provenne dalla sua schiena, e l'ex demone emise un piccolo lamento di dolore, per poi guardare subito dopo l'amico con un'espressione sconvolta in viso. 
L'ex angelo ricambiò il suo sguardo con uno altrettanto terrorizzato. 
Dopo essersi accertati che non fosse successo nulla di grave, i due amici di avviarono nuovamente in cucina, dove cominciarono finalmente a mangiare il loro pasto.

... Il quale, però, non sembrò riscuotere particolare successo.

"Urgh." Lamentò Crowley, poggiando la forchetta dentro il piatto e facendo una smorfia schifata. "Questa roba fa schifo."

"Umh, beh..." Rispose Aziraphale, chiudendo gli occhi e pulendosi delicatamente le labbra con un tovagliolo, tentando di sopprimere a sua volta un piccolo conato disgustato. "diciamo che non è il cibo del Ritz, ecco."

"A proposito del Ritz, tu quanto hai guadagnato oggi? Pensi che potremo farci una capatina veloce, domani?" Chiese speranzoso l'ex demone, spostando la ciotola di lato e puntando verso la bottiglia di vino rosso situata al centro del tavolo.

"OH, beh, non credo sia una cosa molto saggia da fare, caro." Rispose cordialmente Aziraphale, osservando gli spaghetti nel suo piatto e lanciando un'occhiata contrariata verso la forchetta, indeciso se lasciar perdere la cena e seguire a ruota l'amico indugiando in qualche sorso in più di vino, oppure ascoltare il lamento disperato del suo stomaco e continuare a mandare giù il pasto.

Decise di scegliere la seconda opzione.

"Meh... Dobbiamo sollevarci il morale, in qualche modo." Continuò  l'ex demone, osservando con disappunto la bottiglia nelle sue mani.

"Lo so, ma... le cose, per il momento, non sono più come prima. Andare al Ritz, fra l'altro,  significherebbe sperperare tutti i nostri soldi inutilmente." Disse l'ex angelo, prendendo un'altro boccone insipido di spaghetti

Crowley fece un'altra smorfia. "Tsk, che palle i soldi."

"Li hai inventati tu, se non ero."

"Ho contribuito! Contribuito. E' diverso. Molto diverso. Parecchio diverso." Lo corresse con astio l'ex demone, prendendo un'altro sorso dalla bottiglia.

"Giusto, giusto." Ridacchiò Aziraphale, pulendosi nuovamente il viso col tovagliolo ed allungando, con l'altra mano, il bicchiere vuoto verso l'amico; il quale lo riempì prontamente quasi fino all'orlo.
"Mh!- Magari possiamo andarci insieme, al super mercato, domani. Possiamo decidere per bene cosa comprare, ed io ho un sacco di libri di ricette! Riusciremo sicuramente a fare qualcosa... ho anche fatto un corso di cucina una volta!" Suggerì eccitato il libraio, portandosi il bicchiere alle labbra.

Crowley sembrava essere abbastanza scettico della cosa. "Sì... nel 1760."

"La buona cucina è sempre buona cucina." Puntualizzò allegramente l'ex angelo, prendendo un'altro sorso di vino. 
Crowley continuò a guardarlo in modo impassibile, alzando lentamente entrambe le sopracciglia. "... Che c'è? Perché mi guardi in quel modo?" Aggiunse successivamente Aziraphale, in tono leggermente offeso.

"Senza offesa angelo, ma ti ho visto alle prese con il bollitore elettrico e non ho delle aspettative molto alte."

Aziraphale emise un piccolo verso indignato, poggiando pacatamente il bicchiere sul tavolo. "Beh, quello è- è diverso! Non ho mica seguito un corso, per quell'affare."

L'ex demone girò gli occhi al cielo, appoggiandosi allo schienale della sedia e borbottando infine delle scuse poco sincere all'amico, per poi continuare a sorseggiare bellamente direttamente dalla bottiglia.
Una volta che entrambi decisero di averne avuto abbastanza di quella deludente cena, si spostarono in salotto, dove continuarono a bere del vino scadente finché l'ex demone non decise che si era fatto abbastanza tardi e che sarebbe dovuto tornare al suo appartamento a sistemare un po' le cose (Dopotutto non era neanche sicuro di aver chiuso per bene la porta di casa a chiave, quella mattina...).
Prima di andarsene, Aziraphale lo bloccò nuovamente, sparendo per qualche istante nella camera da letto e riapparendo subito dopo, con una nuova camicia pulita fra le mani, la quale porse ovviamente all'amico, in segno di perdono.
Una volta che Crowley fu cambiato e che la camicia sporca fu messa in ammollo con dell'acqua calda, l'ex demone porse finalmente i suoi saluti, avviandosi silenziosamente lungo la strada e barcollando soltanto qualche volta.
Dopo aver osservato con parecchia apprensione l'amico svoltare l'angolo, Aziraphale chiuse la porta d'ingresso, abbassando per bene le serrande e girando anche la chiave nella serratura. 

Per fortuna, questo suo piccolo ed accorto rituale umano era diventato una specie di abitudine per lui... anche se, all'inizio, lo faceva soltanto per il gusto di farlo e non perché avesse davvero bisogno di chiudere minuziosamente a mano tutto il negozio.

Oh, beh, citando la frase di poco fa, fortunatamente era stato un angelo abbastanza ridicolo.

L'unica cosa che non faceva mai, in realtà, era quella di girare il piccolo cartellino che annunciava alla clientela se la libreria fosse aperta o meno... ma soltanto perché questo piccolo particolare, stranamente, sembrava sfuggirgli continuamente di mente.

Il cartellino, infatti, mostrava perennemente la parola "Chiuso", scritta in grosse e fiammeggianti lettere cubitali.

... 
Mhh. Avrebbe dovuto ricordarsi di girarlo, domattina.

Avviandosi verso le scale, lo sguardo di Aziraphale cadde, per caso, sui polverosi volumi impilati uno sopra l'altro sulla sua scrivania, i quali erano destinati alla grande vendita di mercoledì.
Preso momentaneamente da un piccolo senso di sconforto, decise di avvicinarsi, per un breve istante, ad osservarli un'ultima volta.

Sospirando lievemente, l'ex angelo accarezzò nuovamente la stessa copertina che aveva avuto sottomano poche ore prima, quando era intento a parlare al telefono con quel tale, osservandola con estrema tristezza.

Purtroppo non c'era nient'altro da fare... Sperava soltanto che, questo suo piccolo sacrificio sarebbe stato messo in conto, in un modo o nell'altro e che i nuovi proprietari dei libri (urgh, non riusciva neanche a pensare a quel termine, senza provare una profonda fitta al cuore)sarebbero state delle persone a modo e li avrebbero trattati con il giusto riguardo.

Un leggero soffio di vento, proveniente da un punto non identificato della libreria, mosse quasi impercettibilmente il lembo di uno dei fogli che erano situati sulla sua scrivania e lo sguardo di Aziraphale si posò su di esso; Era il foglio su cui aveva scritto i vari calcoli della giornata e su cui aveva anche annotato il prezzo finale per l'acquisto dei volumi che stava attualmente ispezionando.
Prima che riuscisse a domandarsi da dove potesse mai essere entrato quello strano spiffero, ora che tutte le sue finestre erano state completamente chiuse per la notte, Aziraphale afferrò distrattamente il pezzo di carta, rileggendone il contenuto con curiosità. 

... 
Mentre leggeva e rileggeva incessantemente quelle poche righe scritte a mano, un pensiero, fugace e tutt'altro che angelico, si stava lentamente facendo spazio nel suo cervello, portandolo a rivalutare alcuni punti fondamentali della tediosa trattativa sotto mano.

Il professore con cui aveva parlato al telefono sembrava possedere molti soldi... ed in più i libri che gli avrebbe consegnato erano davvero molto rari e molto preziosi; senza contare che nessuno avrebbe mai, in alcun modo, potuto contestarne il prezzo, dato che probabilmente ne esistevano soltanto una manciata di copie sparse in tutto il pianeta. 
Il prezzo poteva benissimo essere riveduto una seconda volta, dato che, per esclusiva colpo del tizio, Aziraphale non era riuscito a comunicargli a quanto ammontava la somma della spesa totale, quel pomeriggio.

Inoltre, lui e Crowley erano in una situazione davvero spiacevole, e sicuramente non sarebbe stata una poi una così grande cattiveria, se avesse voluto gonfiare ulteriormente il prezzo. 

Dopotutto, a loro, i soldi servivano molto più che a lui, momentaneamente ed il tale sembrava essere davvero parecchio predisposto a spendere dei soldi, fino a sfociare quasi nella noncuranza.

Stringendo nervosamente fra le mani il foglio, Aziraphale serrò le mascelle, espirando lentamente dalle narici nel tentativo di calmare un po' i nervi.

... No. Non poteva essere considerata una cattiva azione. 
Non stava facendo del male a nessuno, dopotutto. 

... Giusto?

Sì.
Sì, giusto.

Stava soltanto mandando avanti gli affari. Era così che funzionava sulla Terra e lui non avrebbe potuto fare nulla per cambiare lo stato effettivo delle cose... specialmente adesso.

Lo stava facendo anche per Crowley,  tutto sommato. 
L'ultima cosa che voleva era avere in giro un ex demone depresso che vagava disperato a lamentarsi per il suo negozio. 
Non sarebbero potuti andare molto lontano, in quelle condizioni.

E comunque, come aveva detto già prima, il tizio aveva veramente un mucchio di soldi... non si sarebbe neanche reso conto della spesa eccessiva...

Sbuffando con decisione, Aziraphale sistemò meglio i libri sul bancone, girando dall'altro lato della scrivania e portandosi dietro il foglio. Senza tentennare neanche un istante, l'ex angelo inforcò gli occhiali, prese la penna più vicina che potesse trovare sul tavolo e modificò, con molta cura, la prima delle tre cifre del prezzo originale. 

Ora.
Tanto per chiarire un po' meglio la situazione, il prezzo originale dei libri era un numero a tre cifre, di cui, la prima, era un semplice 1. 

L'unica cosa che Aziraphale fece, fu quella di trasformare quel semplicissimo numero 1 in un altrettanto semplice numero 2. Nulla di che.  
Aveva a malapena fatto due piccoli tratti con la penna, non poteva essere poi così grave.

Una volta che ebbe finito la modifica, Aziraphale posò la penna, si tolse gli occhiali ed evitò in qualsiasi maniera esistente al modo di poggiare nuovamente lo sguardo sul famigerato foglio di carta, risistemandolo freneticamente al suo corretto posto. 


Ok.

Era tutto ok.

Poteva andare bene, non aveva fatto nulla di male.

Nulla di male...


Scuotendo nervosamente la testa, Aziraphale si diresse infine verso le scale, incamminandosi finalmente verso il suo appartamento.
Una volta salito l'ultimo scalino, l'ex angelo si passò nervosamente una mano sulla faccia, cercando di riprendere il controllo sul suo corpo, il quale aveva preso a tremare in modo inspiegabile.

Era... davvero molto stanco, tutto qua.

Non si era mai sentito così, e sinceramente aveva sempre sperato che le cose sarebbero continuate ad andare avanti in quel modo per tutto il resto dell'eternità. 
Purtroppo, si era sbagliato, ma adesso era inutile piangere sul latte versato. Doveva darsi una mossa.

Non possedendo un pigiama, e per paura di rovinare i suoi vestiti migliori, Azirapahle decise semplicemente di togliersi i vari indumenti e di dormire in canottiera e mutande; dopotutto aveva molte coperte, nascoste dentro gli armadi e la serata era pur sempre una serata estiva, anche se un po' più fresca, e dentro casa non si stava poi così male.
Trattenendo a stento uno sbadiglio (più per testardaggine che per altro), l'ex angelo alzò le pesanti coperte e si ficcò sotto il letto, sospirando di sollievo.

... Oh.

Non credeva fosse davvero così... così rilassante stendersi sotto le coperte.

Gli occhi di Aziraphale si chiusero in maniera quasi automatica, cullandolo immediatamente in un buio rassicurante ed offuscandogli lentamente tutti i pensieri, finché anche l'ultima, piccola preoccupazione che gli girava per la testa, non divenne che un vago ricordo lontano.

Nonostante i sensi di colpa che gli attanagliavano il petto, l'ex angelo riuscì comunque ad addormentarsi con un piccolo e sereno sorriso sul volto, sognando il domani e pregustando già nella bocca le leccornie decenti che avrebbero finalmente potuto degustare.


Non sapeva, in realtà, di aver appena commesso il suo primo, piccolo errore ... e sinceramente non avrebbe continuato a capirlo ancora per un bel po' di tempo.

Ma come dargli torto? 

Errare è sempre stato, e sempre sarà, un comportamento prettamente umano, dopotutto.




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Ma salve!!
Chiedo scusa per l'ENORME ritardo, ammetto di essermela presa un po' comoda ma, sinceramente, ero rimasta completamente bloccata ad un certo punto della storia. Mi ci sono volute settimane per riuscire a scrivere quello che effettivamente volevo scrivere, ma spero che ne valga la pena. 
Fatemi sapere la vostra, per favore! Ditemi se la storia vi sta piacendo e urlatemi in faccia se invece vi sta facendo schifo!
Aspetto le vostre opinioni con ansia!:3 A presto! 
-Hex.

  
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