Storie originali > Favola
Ricorda la storia  |      
Autore: Merione    26/11/2019    4 recensioni
Quando si è passato troppo tempo al buio, guardare al sole può essere doloroso, ma è necessario farlo quando si comprende che tutto ciò che si è visto finora non è stato altro che un'ombra sulla parete. Il mondo reale, illuminato dalla luce del sole, è fuori dalla caverna.
- - Quarta classificata al concorso Cos'è, una specie di magia? indetto da Iamamorgenstern sul forum di EFP e valutato da Soul_Shine (giudice sostitutivo) - -
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

IL SOLE SPLENDE FUORI ALLA CAVERNA


Dopo aver attraversato vastissime pianure e scalato impervie montagne, il prode cavaliere raggiunse finalmente il castello in cima alla collina. Smontato da cavallo e indossata la sua lucente armatura d'acciaio, l'eroe si fece strada, spada alla mano, tra le orde di barbari assetati di sangue finché, esausto ma ad ogni passo sempre più felice, non raggiunse la porta della cella dove era rinchiusa la sua dolce amata. La aprì e lei era lì ad attenderlo, bellissima e pura, anche più di quanto ricordasse. Non appena lo vide, la dama gli regalò il sorriso più dolce e luminoso che la terra e il cielo avessero mai visto e corse da lui. Le loro labbra si sfiorarono e il mondo attorno a loro scomparve.

***

L'odore del mare e della salsedine riempiva le narici del coraggioso pirata mentre dal cielo pioveva giù l'ira di Dio in persona. Fulmini e saette illuminavano il cielo, mentre la nave si faceva strada tra le onde alte e furiose. Sul ponte l'equipaggio si destreggiava a fatica tra le gomene e su in cima agli alberi le vele oscillavano nella bufera. Nessuno osava, tuttavia, contraddire l'ordine del capitano, che aveva giurato di arrivare a destinazione, a qualunque prezzo. «È tutto qui quello che sai fare, Dio? E questa la chiami una tempesta? Non colerai a picco questa nave, né oggi, né mai!» urlava, con le braccia alte al cielo e le mani serrate a pugno.

***

Nella trincea, tra bombe che grandinavano giù dal cielo e fatali proiettili vaganti, correva il fante, con in braccio il suo fidato fucile, unica sua speranza di sopravvivenza in quell'orribile inferno. Mentre saltava oltre il cadavere di quello che fino a poche ore prima era stato il suo compagno di branda e si destreggiava tra le pozzanghere piene di fango e ratti puzzolenti, ripensò a lei, la donna che abitava nella parte più intima del suo cuore. Prima di partire per il fronte lo aveva salutato con il bacio più caldo di cui aveva memoria e gli aveva detto: «Io ti aspetterò qui, tu fa' in modo di tornare».  A quel pensiero, le sue labbra si incurvarono all'insù, in un sorriso malinconico ma pieno di speranza e voglia di vivere. In quello stesso momento, tuttavia, il cecchino che occupava la trincea opposta aveva appena deciso che il soldato, di vivere, non aveva più il diritto.

***

Mentre leggeva queste storie, nella fredda penombra della sua camera da letto, l'Uomo sorrideva e sognava. Sognava una vita piena di viaggi e di avventure. Sognava amori di volta in volta romantici e travolgenti, e per tutto il giorno non faceva altro che sognare. «Ah, come sono fortunati i personaggi di questi libri! Magari capitasse a me l'opportunità di vivere avventure del genere!» si diceva, al termine di ogni libro. Poi, una volta riposto il libro appena terminato sullo scaffale, ne prendeva un altro e cominciava a leggere anche quello. E così via, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese.

Un giorno, tuttavia, l'unico raggio di sole a cui l'Uomo aveva concesso l'accesso tramite le tende sempre chiuse della sua finestra improvvisamente si oscurò, sottraendo alla sua vista la pagina che stava leggendo. L'Uomo, infastidito, si alzò e, per la prima volta dopo giorni, scostò di poco le tende per capirci di più. La luce del sole, riflessa nel vetro, lo abbagliò per un istante. Provò dolore, ma non appena i suoi occhi si abituarono vide un gatto seduto proprio sul suo davanzale. Provò a picchiettare con le nocche sul vetro per scacciarlo, ma nulla, il gatto rimase lì immobile. L'Uomo aprì allora la finestra. Il calore afoso dell'estate lo colpì in pieno volto, stordendolo per un istante. Il gatto, rianimato come per magia, ne approfittò per balzare dentro e, strappata una pagina dal libro che l'Uomo stava leggendo, scappò di nuovo via verso i prati. «Torna qui! Brutto gattaccio! Ridammi quella pagina!» urlò l'Uomo, scattando fuori dalla porta di casa, all'inseguimento del felino, che nel frattempo sembrava essere scomparso.

Non appena fu all'aria aperta, si guardò attorno. Quelle strade gli sembrarono tutto tranne che familiari: non ricordava l'ultima volta che le aveva percorse, da solo o in compagnia, semmai l'aveva fatto. Per un istante l'Uomo ebbe paura, paura di saltare nel vuoto dell'ignoto. Poi però ricordò l'importanza della sua pagina rubata, della sua vita fatta di dolci sogni e desideri, e si costrinse a proseguire.

Mentre si trascinava lungo il viale, l'Uomo incontrò gli Altri, abituati a vivere il mondo fuori dalla stanza. Al suo passaggio, gli Altri lo guardavano straniti: «Chi è questo sconosciuto? Guarda che barba incolta! E che vestiti logori!», dicevano. Sentendo queste parole, l'Uomo prima ne soffrì e poi si chiese come mai provasse quel dolore. Perché stava soffrendo per le parole di persone che non conoscevano la sua vita, le sue passioni, le sue giustificazioni? «Giustificazioni? Da quando in qua ho bisogno di giustificazioni per essere ciò che sono?» si disse, ritrovando un po' di orgoglio. E proseguì.

Si fece sera e poi mattina, e il gatto non era ancora stato ritrovato. L'Uomo, ormai stanco e scoraggiato, entrò in un parco e si sedette ai piedi di un albero per riposare e per pensare. Fu in quel momento che apparve la Donna.

«Cosa fai lì per terra?» gli chiese.

«Cerco il gatto che mi ha rovinato la vita» rispose lui, con la testa bassa.

«Non lo troverai mai se resti seduto così, con le mani in mano»

«Tu cosa ne sai? L'ho già cercato ovunque, ma è sparito!»

«Perché lo cerchi tanto? Cosa ti ha fatto di tanto brutto?»

«Ha distrutto i miei sogni strappandoli via da me»

«Cosa sognavi?»

«Sognavo avventure e amori, sognavo di esplorare il mondo, sognavo di trovare dei compagni di viaggio con cui ridere e scherzare seduti attorno ad un tavolo ricoperto di buon cibo. Ecco cosa sognavo!»

«E perché continuavi a sognare tutte queste cose, quando erano proprio qui fuori?»

L'Uomo non seppe rispondere. Sollevò lo sguardo e vide la Donna che sorrideva e gli tendeva la mano. Dietro di lei, il sole irradiava i suoi raggi in tutte le direzioni, facendola apparire ancora più luminosa e bella. Raccolse il suo invito e la seguì. La Donna lo portò in giro per le strade della città. Gli fece conoscere il mare e le montagne, lo accompagnò nelle foreste, mostrandogli i loro pericoli e le loro opportunità. Stavolta non erano le ombre descritte nei suoi libri, ma gli oggetti reali, e l'Uomo ne fu felice.

Infine, la Donna lo portò dagli Amici. Non appena li vide, l'uomo ne ebbe paura.

«Rideranno di me! Guarderanno la mia barba incolta e i miei vestiti logori! Non mi accoglieranno tra loro!», diceva.

«Se rideranno, ridi anche tu con loro» rispose lei.

L'Uomo rimase dubbioso, ma decise di provarci comunque e si avvicinò al tavolo colmo di delizie. Gli Amici gli fecero posto e lo guardarono incuriositi. Alcuni sorrisero, altri annuirono alla Donna che lo accompagnava. E poi risero e scherzarono. Ma non di lui. L'Uomo si sentì bene e cominciò a ridere e scherzare con loro. Restarono lì per ore, scambiandosi sogni e desideri e aiutandosi l'un l'altro per realizzarli.

L'Uomo, sentendosi felice come mai prima d'ora, sentì il bisogno di ricambiare il favore. Ma cosa poteva fare per loro? Cosa poteva offrire che avesse lo stesso valore di ciò che loro avevano fatto per lui? Dopo averci pensato un po' su, decise allora di condividere la sua libreria con loro e li invitò a casa sua. La Donna fu la prima ad alzarsi e a seguirlo. Gli Amici vennero subito dopo di lei.

Camminarono molto e infine giunsero alla vecchia stanza buia. L'Uomo fu il primo ad entrare e la penombra lo accecò d'improvviso. Confuso, perse l'orientamento e inciampò sul pavimento. Come aveva fatto a vivere lì per tutto quel tempo? Gli Amici lo risollevarono mentre la Donna andò alla finestra e spalancò le tende. Il sole, per la prima volta dopo chissà quanto, penetrò compiutamente nella stanza, illuminandola da cima a fondo. L'Uomo non riuscì a trattenere un sorriso. La sua stanza era così bella!

Invitò gli Amici a sedersi attorno al tavolo e, con la Donna al suo fianco che gli stringeva la mano, si diresse verso la libreria. Ne trasse il suo libro più prezioso e cominciò a leggerlo ad alta voce, davanti a tutti. E tutti lo ascoltavano attenti, trasportati anch'essi nello stesso mondo fantastico descritto dalle sue parole.

E proprio mentre erano nel bel mezzo di una scalata vertiginosa su per un impervio picco di montagna, il silenzio fu rotto da un tenue miagolio. Tutti si guardarono attorno, finché l'Uomo non notò, sul davanzale della finestra ormai spalancata e carica di luce, la sagoma del gatto, con ancora in bocca la pagina strappata.

Per un istante, l'Uomo desiderò correre a riprendersela, cacciare via quel maledetto felino e ritornare al suo libro, ma si guardò attorno e vide come, grazie a lui, era cambiata la sua vita. Decise quindi di avvicinarsi lentamente. Stavolta il gatto non fuggì. Anzi, si accucciolò sul davanzale, quasi invitandolo a sé. L'Uomo lo accarezzò delicatamente e il gatto lasciò cadere la pagina sul pavimento. L'Uomo guardò il foglio solcare dolcemente l'aria fino a posarsi a terra e, invece di raccoglierla, prese in braccio il gatto, tornò dai suoi Amici, dalla sua Donna, e ricominciò a leggere della scalata.

Non appena il libro fu concluso, l'Uomo distolse lo sguardò dalla comitiva e guardò ancora una volta alla finestra. Alto nel cielo c'era il sole, caldo e luminoso come sempre. Anzi, forse più di sempre. E l'Uomo lo fissò senza più timore. Gli occhi non gli facevano più male.




Titolo scelto: Staring at the Sun (Post Malone ft. SZA)

Parole totali (titolo incluso): 1615

Parole totali (titolo escluso): 1609

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Favola / Vai alla pagina dell'autore: Merione