IL SOLE SPLENDE FUORI
ALLA CAVERNA
L'odore del mare e della salsedine riempiva le narici del coraggioso pirata mentre dal cielo pioveva giù l'ira di Dio in persona. Fulmini e saette illuminavano il cielo, mentre la nave si faceva strada tra le onde alte e furiose. Sul ponte l'equipaggio si destreggiava a fatica tra le gomene e su in cima agli alberi le vele oscillavano nella bufera. Nessuno osava, tuttavia, contraddire l'ordine del capitano, che aveva giurato di arrivare a destinazione, a qualunque prezzo. «È tutto qui quello che sai fare, Dio? E questa la chiami una tempesta? Non colerai a picco questa nave, né oggi, né mai!» urlava, con le braccia alte al cielo e le mani serrate a pugno.
Nella trincea, tra bombe che grandinavano giù dal cielo e fatali proiettili vaganti, correva il fante, con in braccio il suo fidato fucile, unica sua speranza di sopravvivenza in quell'orribile inferno. Mentre saltava oltre il cadavere di quello che fino a poche ore prima era stato il suo compagno di branda e si destreggiava tra le pozzanghere piene di fango e ratti puzzolenti, ripensò a lei, la donna che abitava nella parte più intima del suo cuore. Prima di partire per il fronte lo aveva salutato con il bacio più caldo di cui aveva memoria e gli aveva detto: «Io ti aspetterò qui, tu fa' in modo di tornare». A quel pensiero, le sue labbra si incurvarono all'insù, in un sorriso malinconico ma pieno di speranza e voglia di vivere. In quello stesso momento, tuttavia, il cecchino che occupava la trincea opposta aveva appena deciso che il soldato, di vivere, non aveva più il diritto.
Mentre
leggeva queste storie, nella fredda penombra della sua camera da letto,
l'Uomo
sorrideva e sognava. Sognava una vita piena di viaggi e di avventure.
Sognava
amori di volta in volta romantici e travolgenti, e per tutto il giorno
non
faceva altro che sognare. «Ah, come sono fortunati i
personaggi di questi
libri! Magari capitasse a me l'opportunità di vivere
avventure del genere!» si
diceva, al termine di ogni libro. Poi, una volta riposto il libro
appena terminato sullo
scaffale, ne prendeva un altro e cominciava a leggere anche quello. E
così via,
giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese.
Un giorno,
tuttavia, l'unico raggio di sole a cui l'Uomo aveva concesso l'accesso
tramite
le tende sempre chiuse della sua finestra improvvisamente si
oscurò, sottraendo
alla sua vista la pagina che stava leggendo.
Non appena
fu all'aria aperta, si guardò attorno. Quelle strade gli
sembrarono tutto tranne
che familiari: non ricordava l'ultima volta che le aveva percorse, da
solo o in
compagnia, semmai l'aveva fatto. Per un istante l'Uomo ebbe paura,
paura di
saltare nel vuoto dell'ignoto. Poi però ricordò
l'importanza della sua pagina
rubata, della sua vita fatta di dolci sogni e desideri, e si costrinse
a
proseguire.
Mentre si
trascinava lungo il viale, l'Uomo incontrò gli Altri,
abituati a vivere il
mondo fuori dalla stanza. Al suo passaggio, gli Altri lo guardavano
straniti:
«Chi è questo sconosciuto? Guarda che barba
incolta! E che vestiti logori!»,
dicevano. Sentendo queste parole, l'Uomo prima ne soffrì e
poi si chiese come
mai provasse quel dolore.
Si fece sera
e poi mattina, e il gatto non era ancora stato ritrovato. L'Uomo, ormai
stanco
e scoraggiato, entrò in un parco e si sedette ai piedi di un
albero per
riposare e per pensare. Fu in quel momento che apparve la Donna.
«Cosa
fai lì
per terra?» gli chiese.
«Cerco
il
gatto che mi ha rovinato la vita» rispose lui, con la testa
bassa.
«Non
lo
troverai mai se resti seduto così, con le mani in
mano»
«Tu
cosa ne
sai? L'ho già cercato ovunque, ma è
sparito!»
«Perché
lo
cerchi tanto? Cosa ti ha fatto di tanto brutto?»
«Ha
distrutto i miei sogni strappandoli via da me»
«Cosa
sognavi?»
«Sognavo
avventure
e amori, sognavo di esplorare il mondo, sognavo di trovare dei compagni
di
viaggio con cui ridere e scherzare seduti attorno ad un tavolo
ricoperto di
buon cibo. Ecco cosa sognavo!»
«E
perché
continuavi a sognare tutte queste cose, quando erano proprio qui
fuori?»
L'Uomo non
seppe rispondere. Sollevò lo sguardo e vide la Donna che
sorrideva e gli
tendeva la mano. Dietro di lei, il sole irradiava i suoi raggi in tutte
le
direzioni, facendola apparire ancora più luminosa e bella.
Raccolse il suo
invito e la seguì. La Donna lo portò in giro per
le strade della città. Gli
fece conoscere il mare e le montagne, lo accompagnò nelle
foreste, mostrandogli i loro pericoli e le
loro opportunità. Stavolta non erano le ombre descritte nei suoi
libri, ma
gli oggetti reali,
e l'Uomo ne fu felice.
Infine, la
Donna lo
portò dagli Amici. Non appena li vide, l'uomo ne ebbe paura.
«Rideranno
di me! Guarderanno la mia barba incolta e i miei vestiti logori! Non mi
accoglieranno tra loro!», diceva.
«Se
rideranno, ridi anche tu con loro» rispose lei.
L'Uomo
rimase dubbioso, ma decise di provarci comunque e si
avvicinò al tavolo colmo
di delizie. Gli Amici gli fecero posto e lo guardarono incuriositi.
Alcuni sorrisero,
altri
annuirono alla Donna che lo accompagnava. E poi risero e scherzarono.
Ma non di
lui. L'Uomo si sentì bene e cominciò a ridere e
scherzare con loro. Restarono
lì per ore, scambiandosi sogni e desideri e aiutandosi l'un
l'altro per
realizzarli.
L'Uomo,
sentendosi felice come mai prima d'ora, sentì il bisogno di
ricambiare il favore. Ma cosa poteva fare per loro? Cosa poteva offrire
che avesse lo stesso valore di ciò che loro avevano fatto
per lui? Dopo
averci pensato un po' su, decise allora di condividere la sua libreria
con loro
e li invitò a casa sua. La Donna fu la prima ad alzarsi e a
seguirlo. Gli Amici
vennero subito dopo di lei.
Camminarono
molto e infine giunsero alla vecchia stanza buia. L'Uomo fu il primo ad
entrare
e la penombra lo accecò d'improvviso. Confuso, perse
l'orientamento e inciampò
sul pavimento. Come aveva fatto a vivere lì per tutto quel
tempo? Gli Amici lo
risollevarono mentre la Donna andò alla finestra e
spalancò le tende. Il sole,
per la prima volta dopo chissà quanto, penetrò
compiutamente nella stanza,
illuminandola da cima a fondo. L'Uomo non riuscì a
trattenere un sorriso. La
sua stanza era così bella!
Invitò
gli
Amici a sedersi attorno al tavolo e, con la Donna al suo fianco che gli
stringeva la mano, si diresse verso la libreria. Ne trasse il suo libro
più prezioso e cominciò a leggerlo ad alta voce,
davanti a tutti. E
tutti lo
ascoltavano attenti, trasportati anch'essi nello stesso mondo
fantastico
descritto dalle sue parole.
E proprio
mentre erano nel bel mezzo di una scalata vertiginosa su per un
impervio picco
di montagna, il silenzio fu rotto da un tenue miagolio. Tutti si
guardarono
attorno, finché l'Uomo non notò, sul davanzale
della finestra ormai spalancata
e carica di luce, la sagoma del gatto, con ancora in bocca la pagina
strappata.
Per un
istante, l'Uomo desiderò correre a riprendersela, cacciare
via quel maledetto
felino e ritornare al suo libro, ma si guardò attorno e vide
come, grazie a lui, era cambiata
la sua vita. Decise quindi di avvicinarsi lentamente. Stavolta il gatto
non
fuggì. Anzi, si accucciolò sul davanzale, quasi
invitandolo a sé. L'Uomo lo
accarezzò delicatamente e il gatto lasciò cadere
la pagina sul pavimento.
L'Uomo guardò il foglio solcare dolcemente l'aria fino a
posarsi a terra e,
invece di raccoglierla, prese in braccio il gatto, tornò dai
suoi Amici, dalla
sua Donna, e ricominciò a leggere della scalata.
Non appena il libro fu concluso, l'Uomo distolse lo sguardò dalla comitiva e guardò ancora una volta alla finestra. Alto nel cielo c'era il sole, caldo e luminoso come sempre. Anzi, forse più di sempre. E l'Uomo lo fissò senza più timore. Gli occhi non gli facevano più male.
Titolo scelto: Staring at the Sun (Post Malone ft. SZA)
Parole totali (titolo incluso): 1615
Parole totali (titolo escluso): 1609