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Autore: Teo5Astor    27/11/2019    13 recensioni
Un mistero accomuna alcuni giovani della Prefettura di Kanagawa, anche se non tutti ne sono consapevoli e non tutti si conoscono tra loro. Non ancora, almeno.
Radish Son, diciassettenne di Fujisawa all'inizio del secondo anno del liceo, è uno di quelli che ne è consapevole. Ne porta i segni sulla pelle, sul petto per la precisione, e nell'anima. Considerato come un reietto a scuola a causa di strane voci sul suo conto, ha due amici, Vegeta Princely e Bulma Brief, e un fratello minore di cui si prende cura ormai da due anni, Goku.
La vita di Radish non è facile, divisa tra scuola e lavoro serale, ma lui l'affronta sempre col sorriso.
Tutto cambia in un giorno di maggio, quando, in biblioteca, compare all'improvviso davanti ai suoi occhi una bellissima ragazza bionda che indossa un provocante costume da coniglietta e che si aggira nel locale nell'indifferenza generale.
Lui la riconosce, è Lazuli Eighteen: un’attrice e modella famosa fin da bambina che si è presa una pausa dalle scene due anni prima e che frequenta il terzo anno nel suo stesso liceo.
Perché quel costume? E, soprattutto, perché nessuno, a parte lui, sembra vederla?
Riadattamento di Bunny Girl Senpai.
Genere: Mistero, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: 18, Bulma, Goku, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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41 – L’ultimo obiettivo di Goku-kun
 
 
«C’è tanta gente in stazione a quest’ora…» sospira Goku, intimorito e ancora scosso da poco fa. Cammina nascondendosi dietro di me.
«Se non ce la fai già ora, non riuscirai mai ad andare a scuola» ribatto, cercando di mostrarmi deciso. «Non dimenticarti che hai già preso il treno e hai anche dimostrato di saper stare in mezzo a tante persone. Sei persino andato al live di Lazuli e Chichi» aggiungo, voltandomi e sorridendogli. «Se ce l’hai fatta quella volta, non dovresti avere paura in un momento come questo!»
«Hai ragione fratellone» accenna un sorriso. «Goku-kun ce la metterà tutta!»
«Bravo, così ti voglio!» lo sprono. «Hai visto che c’è qui anche Là? Ti porterà sicuramente fortuna!» aggiungo, indicando col volto una gigantografia della mia ragazza grande come l’intera parete fuori dalla biglietteria. Si tratta di una pubblicità del film che sta girando in cui compare lei in primissimo piano che fa l’occhiolino e si passa una mano tra i capelli sulla nuca. Indossa un gilet di jeans strappato e una fascia a righine orizzontali bianche e nere che le copre il braccio dal polso fin quasi alla spalla. È tremendamente sensuale, cazzo.
«Urcaaa! È proprio Lazuli-san e Goku-kun sa che gli porterà fortuna! Lei esce sempre benissimo nelle foto!» esclama mio fratello, sorridendo felice.
«Già… è… è pazzesca…» sbiascico, ritrovandomi a fantasticare sulla mia ragazza, incapace di distogliere lo sguardo da quello scatto strepitoso. Forse sto persino sbavando, non lo so… quel che è certo è che mi sento ribollire il sangue nelle vene.
«Fratellone…» mi chiama Goku, strattonandomi il polso per farmi uscire dal mio stato di trance. «Hai la faccia di quando Chichi-chan o Bulma-san ti dicono “maiale” o cose del genere…».
«Lo so, non posso farci niente» gli sorrido, mentre allargo le braccia. «Non è colpa mia».
 
«Quanto manca al posto speciale?» mi domanda poco dopo, mentre siamo seduti nel nostro vagone e osserviamo distrattamente il panorama fuori dal finestrino.
«Tranquillo. Tra poco ci siamo».
«Fratellone, siamo arrivati?» mi chiede, disorientato, quando mezz’ora dopo usciamo dalla nostra stazione di destinazione.
«Quasi» gli dico, camminando spedito verso una via che sembra inoltrarsi nella natura più incontaminata.
Le case lentamente lasciamo spazio sempre a più alberi. Insieme a noi camminano molte altre persone. Alcuni sono in bicicletta. Incrociamo anche qualche macchina, che si dirige verso un ampio parcheggio in prossimità del quale si comincia a scorgere un enorme ingresso colorato e la struttura alle sue spalle, immersa nella natura.
«Eccoci arrivati!» annuncio, indicando a mio fratello la grande insegna posta sotto l’enorme cancellata d’ingresso.
«Eh?! Urcaaa!» esclama lui, alzando la testa e capendo finalmente tutto. «È il Parco della Preistoria, fratellone! Il Parco della Preistoriaaa!» aggiunge, cominciando a saltellare sul posto, con gli occhi che brillano.
«Te l’avevo detto che saremmo andati in un posto speciale, no?» gli scompiglio i capelli con la mano. «Dai, andiamo a comprare i biglietti».
 
«C’è lo stesso odore di quando Beerus e Balzar hanno bisogno di fare il bagnetto!» esclama mio fratello, non appena varchiamo la soglia.
«Eh sì, oltre alle riproduzioni dei dinosauri, ci sono anche degli animali da allevamento veri» gli dico, guardandomi intorno. È pieno di gente, c’è una bella atmosfera qui. Ricordo che mi piaceva venirci quando ero più piccolo. Quando la vita sembrava più facile. «Però, dai, i nostri gatti non sono mai arrivati a puzzare così tanto! Questo… questo è odore di caprone, non lo so!»
«Il velociraptor!» grida Goku, non ascoltando nemmeno quello che gli ho detto, strattonandomi e cominciando a correre elettrizzato verso un recinto dietro il quale troneggia la prima ricostruzione preistorica del parco. «Fratellone, è un velociraptor!» aggiunge, tutto esaltato.
«Mettiti in posa che facciamo una foto» gli sorrido. «Oggi faremo tante foto ricordo, noi due!»
«Fratellone!» urla ancora, poco dopo, correndo verso un altro recinto. «Il triceratopo! Il triceratopoooo! Il tuo preferito!»
«È vero! Hai visto com’è grosso?! Ne hanno messi addirittura due qui!»
«Urcaaa! È bellissimo! Nei documentari che vede Goku-kun in tv, il triceratopo lotta sempre col tirannosauro, lo sai?!» mi spiega, arrampicato sul divisorio di legno e tremendamente affascinato.
«Allora dobbiamo cercare anche il tirannosauro. Cercalo sulla cartina che ti ha dato la ragazza all’ingresso, così lo andiamo a vedere».
«Eccolo qui, fratellone!» mi indica un punto sulla mappa. «Corriamo, è qui vicino!» aggiunge, tutto contento, cominciando a correre.
È bello vederlo così, soprattutto pensando a quanto ha pianto stamattina nel tentare di andare a scuola, anche se non è facile star dietro a tutto il suo entusiasmo.
«Urcaaa! È gigantesco, fa paura! E guarda che denti aguzzi!»
«Vedrai dopo quanto ti sembrerà enorme il brontosauro rispetto a lui! E che denti lunghi e affilati avrà lo smilodon!» gli spiego, sorridendo.
«Sììì! Andiamo a vederli tutti!» esulta Goku, abbracciandomi forte e facendomi sentire bene.
Mi sento un bravo fratello, forse sto davvero riuscendo a chiudere il cerchio con Goku e completare anch’io la mia missione con lui. Una missione iniziata oltre due anni fa in mezzo al dolore, che cerco di portare a compimento adesso in un contesto totalmente diverso. Tutto è cambiato in meglio da allora, per fortuna. Tutto o quasi, perché anche mio fratello ha bisogno di fare un ultimo step per poter voltare definitivamente pagina.
 
Alla fine abbiamo passato la giornata al Parco della Preistoria ed è stato bellissimo, mi è anche sembrato di tornare indietro nel tempo.
Abbiamo visto tutti i dinosauri, compresi lo stegosauro, il dimetrodonte, il mammut, lo pterodattilo e lo stiracosauro, solo per citarne alcuni. Abbiamo poi visitato le ricostruzioni delle caverne e delle abitazioni degli uomini primitivi nelle varie fasi dell’evoluzione umana. Abbiamo anche potuto vedere alcune riproduzioni di graffiti sulle rocce che raffiguravano scene di caccia di quei tempi.
Abbiamo anche visto i vari animali presenti, che sono liberi di scorrazzare in ampie distese verdi e si avvicinano alle persone solo se ne hanno voglia. C’erano cavalli, asini, daini, capre, pecore, cigni, oche e pavoni, oltre a pesci e tartarughe nei vari laghetti presenti lungo il percorso immerso nella natura. Mio fratello era tutto contento perché è riuscito a dar da mangiare ai daini e alle capre, animali così socievoli da farsi anche accarezzare da lui, come del resto gli asini, i suoi preferiti.
È bello vederlo così spensierato e sicuro di sé. Sono sicuro che prima o poi riuscirà ad essere così in ogni situazione della sua vita, sempre e comunque. So che può farcela.
 
«Certo che i dinosauri e gli animali sono proprio belli» sospira Goku, non appena usciamo dal Parco della Preistoria per dirigerci verso la stazione, mentre il sole sta già tramontando davanti a noi. «A Goku-kun un po’ dispiace doverli salutare…» aggiunge mestamente, abbassando la testa.
«Ci torneremo presto» lo rassicuro.
«Torneremo anche con Chichi-chan e Lazuli-san?! A Goku-kun piacerebbe fare tante foto qui anche con loro!»
«Certo» gli sorrido. «Ecco, a proposito…» aggiungo, cominciando a frugare nella tasca della mia divisa scolastica.
«Cosa?»
«Tieni» gli dico, porgendogli un tesserino plastificato colorato con stampata sopra l’immagine di un velociraptor. «Questo è un abbonamento annuale per il Parco della Preistoria, così potrai venire qui quando vuoi. È tuo» aggiungo, mentre Goku spalanca la bocca incredulo. «Con quest’altro abbonamento invece potrai portare qui Chichi quando ha tempo, sono sicuro che vi divertirete insieme» riprendo, porgendogli un altro tesserino, stavolta con l’effigie di un brontosauro.
«D-davvero?!» farfuglia, con gli occhi che brillano.
«Con questo abbonamento, potrai anche venire tutti i giorni, se ne avrai voglia» gli sorrido, scompigliandogli i capelli con la mano.
«M-ma è fantastico!» grida, alzando le braccia al cielo. «Urcaaa! Il fratellone è proprio il fratellone! Goku-kun non vede l’ora di dirlo a Chichi-chan!»
«È un regalo da parte tua per Chichi, devi dirle così, ok? Anche se ho visto che un regalo gliel’hai fatto quando siamo andati al mare e le hai preso quel braccialetto col ciondolo a forma di stella marina. Sei stato bravo! Si vede che sei mio fratello e sai farci con le donne, sono fiero di te!»
«Goku-kun sperava che potesse piacerle quel braccialetto e Chichi-chan è stata felice! Ma Goku-kun preferisce dirle che in realtà è merito del fratellone se adesso abbiamo questi abbonamenti per vedere i dinosauri!»
«Bravo Goku, devi sempre essere onesto con lei! Domani le spiegherai tutto allora, so che stasera aveva le prove fino a tardi con le Sweet Bullet e non passerà da noi».
«Infatti, a Goku-kun dispiace che ha le prove… e che non c’è nemmeno Lazuli-san…».
«Manca tanto anche a me Lazuli…» accenno un sorriso, alzando gli occhi verso il cielo. Già, quel cielo che me la fa sentire più vicina anche quando è lontana, come quando era dovuta andare a Kagoshima per lavoro la scorsa estate. «Ma i fratelli Son sono forti e non si fanno abbattere, giusto?!» scoppio a ridere, passando un braccio intorno al collo di Goku e riprendendo a camminare verso la stazione, ciondolando come due ubriaconi.
«Sì! Goku-kun pensa che il fratellone Son e il fratellino Son sono tanto forti!»
«Bravo, Goku! E vedi di non perdere gli abbonamenti, mi raccomando! Sono preziosi» rido di nuovo. Preziosi in tutti i sensi, a giudicare da quanto li ho pagati. Pazienza, farò un po’ di straordinari al lavoro. Ma ne vale la pena per vedere mio fratello così felice.
«Goku-kun potrà tornare davvero quando vorrà al Parco della Preistoria? E anche Chichi-chan?»
«Certo! Ma dovrai usarlo spesso, almeno ne sarà valsa la spesa! Sai, non era molto economico questo abbonamento» rido ancora. «Quindi vedi di sfruttarlo per bene, anche la strada col treno l’hai imparata ed è facile!»
«Goku-kun vuole tornare ancora e ancora, vuole far valere tutti i soldi spesi! E quando potrà, verrà anche Chichi-chan!» risponde, sorridendo senza smettere di guardare i due abbonamenti che stringe tra le mani. Ha le lacrime agli occhi. Ma sono lacrime di gioia, stavolta. «Grazie fratellone!»
 
«Fratellone, non dovremmo andare di qua per tornare a casa?» mi domanda Goku, perplesso, all’uscita della stazione di Fujisawa dove nel frattempo abbiamo fatto ritorno, quando mi vede attraversare la strada in una direzione diversa da quella da cui siamo venuti.
«Questa è una scorciatoia» lo liquido, camminando deciso con le mani in tasca. È sera ormai, e nel cielo buio cominciano a intravedersi le prime stelle.
Mio fratello mi segue senza porsi troppe domande, ma resta in silenzio e si guarda intorno incuriosito durante la nostra passeggiata. Sono vie in cui lui non è mai passato, del resto.
«Goku-kun non aveva idea dell’esistenza di questa scorciatoia» esclama, affascinato dal paesaggio circostante.
È un quartiere tranquillo e pieno di aree verdi, non c’è praticamente nessuno in giro. Attraversiamo un ponticello di legno che ci permette di superare un laghetto dove nuotano tranquille alcune carpe. Intorno a noi sono appese delle lanterne cinesi che illuminano quella piccola oasi nel cuore di Fujisawa.
Sì, è decisamente un bel quartiere questo, ma noi in realtà siamo solo di passaggio. Abbiamo una cosa molto importante da fare.
«Non la conoscevi perché non sei ancora pratico di questa zona. Imparerai sempre nuove strade ora che ti piace uscire» gli rispondo, senza rallentare il passo. «Per adesso sei un principiante».
«Tu invece sei un esperto?»
«Puoi darmi anche del professionista».
«Urcaaa! Sai proprio un sacco di cose!» ride, mentre mi fermo all’improvviso davanti a un lungo edificio grigio pieno di finestre disposte su quattro piani. Una recinzione metallica ci separa dal cortile, dietro il quale si intravedono il campo da calcio, quello da baseball e la palestra. «Fratellone, ma questa…» riprende Goku in un sussurro, improvvisamente serio. Sgrana gli occhi, mentre sembra pietrificato e con la bocca semiaperta. «È… è la scuola!»
«È tardi, abbassa la voce» lo rimprovero, avvicinandomi alla cancellata e provando ad aprirla. «È chiuso, ci tocca scavalcare» aggiungo, senza voltarmi. Spicco un salto e mi arrampico sull’inferriata, scavalcandola senza troppi problemi e ritrovandomi in cortile, protetto dall’oscurità.
«N-non puoi farlo, fratellone!» balbetta Goku, terrorizzato.
«Ti ho detto che avremmo fatto le cose a modo mio, no? E ti ho promesso che saresti andato a scuola» gli sorrido, guardandolo attraverso le fredde sbarre metalliche che ci dividono. «Diamo solo una sbirciatina, muoviti a saltare anche tu. Lo so che sei agile e forte come me».
«S-solo una sbirciatina, ok?»
«Promesso. Ma muoviti a entrare, prima che ci veda qualcuno» gli metto fretta, convincendolo a saltare anche lui all’interno del cortile. Come previsto, non ha problemi a scavalcare l’inferriata.
«E… e se ci arrestano?!» bisbiglia titubante, camminando in punta di piedi alle mie spalle, attaccato alla mia schiena.
«A quest’ora tutto il personale è andato via, ma che io sappia l’allarme non è ancora entrato in funzione» lo rassicuro, camminando tranquillamente verso un’ampia finestra che dà su un laboratorio del piano terra. «Se ci dovesse beccare qualcuno, ci penso io a inventarmi qualche cazzata. Tu non preoccuparti».
Sbircio all’interno del laboratorio e mi rendo conto che si tratta di quello di scienze. Chissà se Bulma passava tanto tempo qui anche quando era una studentessa delle medie. Dovrei chiederglielo, ma dubito che lei approverebbe quello che sto per fare. Come già mi immagino cosa mi dirà Lazuli quando le racconterò la mia geniale trovata di stasera. Magari mi punirà seviziandomi quando tornerà da Kanazawa! Oh, sì sarebbe bellissimo!
Sorrido come un ebete, immaginando la mia ragazza vestita da coniglietta che stringe tra le mani un frustino in camera mia, quando mi rendo conto che mio fratello mi sta fissando con aria perplessa.
«Fratellone, stai bene?! Hai la faccia strana… peggio di prima in stazione» mi squadra sospettoso. «Goku-kun non sa se ha più paura della scuola o della tua faccia».
«Niente, niente… lascia perdere» ridacchio, tornando saldamente coi piedi per terra. «Piuttosto, tu non fare mai quello che adesso sto per fare io. Credo che non sia esattamente legale, ma oggi facciamo un’eccezione perché è il tuo primo giorno di scuola. Ok?» gli chiedo, guardandolo fisso negl’occhi mentre afferro l’estremità della finestra scorrevole con entrambe le mani e inarco la schiena.
«Goku-kun lo promette!»
«Bene» sorrido, prima di far leva con tutte le mie forze e provare a far scorrere la finestra chiusa dall’interno. «Mer… da…» impreco, stringendo i denti. Sento le mani pulsare, ma sento anche un inequivocabile “crack” che mi fa capire che sono riuscito a scardinare qualcosa.
«’fanculo…» bofonchio, ansimando e riuscendo ad aprire la finestra quel tanto che basta da consentire il passaggio per me e Goku. «Dai, entriamo. Credo che l’allarme entrerà in funzione tra un’ora più o meno» dico a mio fratello, saltando nel laboratorio.
Lui mi segue, dopo qualche secondo di incertezza in cui continua a guardare a destra e sinistra all’interno dell’aula, come temendo che possa saltar fuori all’improvviso qualcuno.
«G-goku-kun è entrato davvero nella sua scuola!» sorride, con gli occhi lucidi, camminando al mio fianco nel laboratorio di scienze e guardandosi intorno affascinato.
«Sei stato bravissimo! Adesso andiamo al terzo piano a vedere la tua classe. Non dimenticarti che questo è il tuo primo giorno di scuola, deve essere quella la tua meta» gli sorrido, uscendo dal laboratorio e ispezionando con lo sguardo il corridoio buio. Mi sembra di essere un ladro. Un mix tra Lupin, Kaito Kid e Diabolik. «Via libera» sussurro a mio fratello, dirigendomi con lui verso le scale.
«Urcaaa! È davvero questa la mia classe?!» domanda Goku, osservando esterrefatto la targhetta appesa sopra la porta che indica “Classe 3 – Sezione 1”.
«Affascinante, vero?» gli rispondo, aprendo la porta e facendogli strada tra i banchi disposti in file indiane davanti alla cattedra e alla lavagna.
«Quale sarà il posto di Goku-kun?» mi chiede, con gli occhi che sembrano brillare grazie alle luci dei lampioni che entrano dalle finestre e illuminano debolmente la scuola buia.
«Uhm… bisognerà vedere se i professori hanno già deciso loro o se è rimasto per caso un banco non ancora occupato da qualcuno» rispondo, dirigendomi verso la finestra e sorridendo. Anche dalla sua classe si vede il mare in lontananza. Proprio come dalla mia. «A te che posto piacerebbe?»
«Il posto del fratellone!»
«Io mi metto sempre in ultima fila vicino alla finestra, così posso guardare il mare e anche il cielo quando mi va!»
«Urcaaa! Anche Goku-kun vuole fare così!» comincia a saltellare felice tra i banchi, fino a sedersi proprio in quel posto.
«Sei stato bravo nel tuo primo giorno di scuola» mi avvicino, scompigliandogli i capelli con la mano. «Adesso andiamo via, prima che scatta l’allarme e poi ci fanno un culo così» rido, facendo un gesto inequivocabile allargando entrambe le mani e facendolo scoppiare a ridere.
Usciamo dalla finestra del laboratorio di scienze, che richiudo alle mie spalle delicatamente. Osservo il risultato e devo dire che sono molto soddisfatto di me: sembra chiusa, e soprattutto non sembra rotta. Molto bene, il primo che la aprirà domani sarà convinto che si sia spaccata in quel momento. Non abbiamo lasciato nessuna traccia del nostro passaggio, come dei veri professionisti.
Dal cortile buio osservo con attenzione che non ci sia nessuno nemmeno in strada in quel momento, prima di correre insieme a mio fratello verso la cancellata e scavalcarla di nuovo di slancio. Sembriamo due ninja, i fratelli Son non temono niente e nessuno!
Atterriamo sul marciapiede e ci guardiamo negli occhi per un lungo istante, prima che Goku si volti di nuovo verso l’edificio scolastico e sorrida. Sembra felice. Sembra sicuro di sé.
«Fratellone, la prossima volta Goku-kun vuole venire a scuola di giorno. Con tutti gli altri studenti» esclama, raggiante.
«Sarà un gioco da ragazzi per te, ora che ci sei venuto di sera!»
«Dopo oggi, Goku-kun può barrare tutti gli obiettivi che aveva scritto sul suo quaderno!»
«Li hai già completati tutti?»
«Tutti! Mancavano solo i dinosauri e la scuola!»
«Bisogna festeggiare, allora!»
«Giusto! Festeggeremo anche con Chichi-chan domani e con Lazuli-san quando tornerà a casa!» esulta Goku, mentre camminiamo verso il nostro quartiere.  «Però per adesso Goku-kun metterà un piccolo cerchio sul quaderno accanto ad “andare a scuola”».
«Secondo me puoi anche barrare quell’obiettivo».
«Goku-kun lo farà dopo che sarà andato a scuola di giorno! Goku-kun è davvero convinto di farcela! Pensa che domani mattina riuscirà ad andare a scuola!»
«Va bene. Non ho dubbi sul fatto che ce la farai!» gli sorrido, mentre lui mi abbraccia all’improvviso, rischiando di stritolarmi.
«Grazie per tutto quello che hai fatto per me, fratellone!»
«Grazie a te, Goku-kun» gli dico, con gli occhi che mi diventano improvvisamente lucidi. Non so nemmeno io perché, come non so perché l’ho chiamato “Goku-kun” e non “Goku”, come faccio sempre.
«Goku-kun non vede l’ora che sia domani mattina! Goku-kun non sta più nella pelle!»
 
«Ciao Là! Non vedevo l’ora di sentirti, lo sai?» esclamo al telefono, non appena Lazuli risponde alla mia chiamata. Mio fratello è già andato a dormire. Sono stanco anch’io. È stata una giornata intensa, in effetti. Bellissima, ma tremendamente intensa.
«E ci mancherebbe, direi» ghigna lei, facendo la preziosa per prendermi in giro. «Hai il tono di uno che ha fatto qualche idiozia, o sbaglio?»
«Uhm… non credo, perché? Faccio mai idiozie, io?»
«Ripetutamente».
«Entrare di sera a scuola di nascosto forzando una finestra sarebbe un’idiozia, ad esempio?»
«Sì. Decisamente».
«Farlo portandosi dietro il proprio fratello minore? Magari un fratello che non va a scuola da due anni e mezzo?»
«Rad?»
«Dimmi, mia meravigliosa senpai».
«Sarebbe una follia, non solo un’idiozia. Quindi vedi di levarti dalla testa certe stupide idee... mi manca solo di doverti venire a recuperare in un commissariato di polizia, scemo!»
«Ehm, ecco…».
«”Ecco” cosa?!»
«No, dicevo solo che tutto questo è affascinante» ridacchio. «Insomma, sono appena entrato con Goku nella sua scuola media, è stata una figata! Secondo te assomiglio di più a Diabolik, Kaito Kid o Lupin?»
«Tu… tu cosa?! E ti sei portato dietro tuo fratello?! Possibile che non posso lasciarti solo un attimo?! Ma sei scemo?! E se vi avessero beccato?! E se lui si fosse sentito male lì dentro?!» grida così forte da farmi temere che sarebbe capace di spuntare fuori dal mio cellulare. Non che mi dispiacerebbe, in realtà. Anzi!
«Ma sì, era tutto sotto controllo! E quel che conta è che ce l’abbiamo fatta alla grande!» rido. «Allora? A chi assomiglio di più di quei tre?»
«Assomigli a un imbecille! Ecco a chi assomigli!» sbraita. «Hai davvero forzato una finestra?! Hai rotto i vetri?!»
«Ma no, diciamo che ho scardinato il meccanismo di apertura. In ogni caso stai tranquilla, non ho lasciato traccia del mio passaggio e ho sistemato tutto, più o meno!»
«Più o meno?!»
«Ho sistemato la finestra in modo tale che il primo che la aprirà sarà convinto che si sia rotta in quel momento. Non dimenticarti che stai parlando con un professionista».
«Sì, con un professionista in demenza!» sospira. Immagino stia scuotendo la testa. «Come sta Goku-kun? Come siete finiti in questa situazione?»
«Lui sta benissimo, adesso è andato a letto e mi ha detto che non vede l’ora che domani sia mattina perché vuole andare a scuola sul serio a seguire le lezioni!» le spiego, alzando la voce perché mi sembra davvero di sprizzare entusiasmo da tutti i pori. «Però… stavo pensando che tu saresti una perfetta Eva Kant, se io facessi Diabolik. La prossima volta facciamo qualcosa del genere insieme?»
«Non osare coinvolgermi nelle tue folli pagliacciate, non sono una buffona come te! Non costringermi a venire lì a picchiarti! Giurami che non lo farai più!»
«E va bene, promesso…» sospiro. «Però scommetto che se venissi qui, non ti limiteresti a picchiarmi» alludo, facendo la voce roca.
«Già, potrei anche strangolarti, scemo che non sei altro!»
«Uffa, sei crudele…».
«In realtà mi piacerebbe davvero essere lì con te, stupido… o che tu fossi qui…» sospira lei, improvvisamente malinconica.
«Non so cosa darei, Là» sorrido, mentre sento il cuore battermi più forte. «Mi piacerebbe se riuscissimo a vederci per il tuo compleanno… per quale cazzo di motivo deve essere così lontana Kanazawa?!»
«Non preoccuparti, Rad. Sono sicura che in qualche modo ci vedremo» mi rassicura lei. «E anche se non dovessimo riuscirci, tanto dopo pochi giorni tornerei comunque a casa. Qui siamo a buon punto, sto andando alla grande!»
«Sei fantastica, Là! Non vedo l’ora di vederti nei panni di C18! Allora oggi tutto ok le riprese?» esclamo. «Anche se stamattina ho visto una tua gigantografia in stazione e tremo ancora da quanto mi hai fatto eccitare».
«Sei il solito maiale irrecuperabile, la gente penserà che sei un maniaco se ti metti a fissare le pubblicità in giro in quel modo…» sospira rassegnata. «Se però dovessi venire a sapere che fissi nello stesso modo anche altre ragazze sui cartelloni pubblicitari, metti in conto che potrei farti saltare via la testa. Ok? »
«Mi eccito solo guardando te, mia dea!» mi metto sull’attenti, strappandole una risata soffocata che riesco a cogliere anche attraverso il telefono.
«Sarà meglio, scemo. Comunque le riprese stanno andando benissimo, mi sto anche divertendo! Ho distrutto per finta delle case ed è stato meraviglioso!» sibila poi, col tono da piccola sadica che adoro. «L’unica cosa negativa è che fa davvero freddo qui. Soprattutto di sera. Per fortuna mi porto sempre dietro la tua felpa» aggiunge, alludendo a una delle mie felpe Jordan più pesanti che ha voluto che le prestassi per questo viaggio. «Ha ancora addosso il tuo profumo, mi aiuta anche a combattere la nostalgia».
Le ultime parole le dice in un sussurro. Un sussurro che mi fa sembrare di avere nel petto un esercito.
«Non so cosa ti farei, se fossi qui con me. Mi manchi, cazzo».
«Scommetto che faresti cose da maiale, come tuo solito» mi provoca.
«Ovvio. Sei troppo bella, lo sai anche tu!»
«Cosa ho fatto per meritarmi un pervertito come fidanzato?!» sbuffa lei, fingendosi disperata. «Però mi fa sempre piacere suscitare in te queste reazioni» aggiunge maliziosa.
«Cosa dici, mi merito un tuo spettacolino privato vestita da coniglietta quando tornerai?»
«Non ti meriti niente, porco» ribatte, gelida e lapidaria. «Guarda che non mi sono dimenticata di quello che hai combinato stasera. E non mi hai ancora detto come vi siete ritrovati a scuola di sera tu e tuo fratello. Mi chiedo cosa ti passasse per il cervello. Se hai ancora un cervello…».
Le spiego tutto quello che è successo in questa convulsa giornata, dalla disperazione di Goku davanti alla sua scuola fino all’incursione serale in quella stessa scuola, passando per il Parco della Preistoria e tutto l’entusiasmo che sembra avere addosso ora mio fratello.
«Uhm… ammetto che sei stato bravo come al solito, hai gestito tutto molto bene» si complimenta Lazuli al termine del mio resoconto. «Ciò non toglie che hai fatto una cosa stupida, oltre che illegale, ad entrare in quel modo a scuola. Ma almeno ce l’hai fatta e sei riuscito a sbloccare le paure di Goku-kun. Sei un bravo fratellone».
«Ok, non lo farò più…» bofonchio. «Però per me è stata una soddisfazione enorme vedergli vincere una dopo l’altra le sue paure in quest’ultimo periodo. Stasera poi è stata una sensazione difficile da descrivere… avevo addosso una strana malinconia alla fine, come se fosse finito qualcosa. Io odio i finali e gli addii… ma forse era solo un brutto presentimento».
«Adesso non devi pensare alle cose brutte, Rad! Goku-kun ha appena fatto un passo enorme in avanti per ritrovare la sua indipendenza… tu devi solo essere fiero di te per quello che hai fatto oggi e negli ultimi due anni e mezzo».
«Già… è stato bello e anche un po’ commovente vederlo così carico in vista di domani. Spero che andrà davvero tutto bene…» sospiro, improvvisamente col cuore un po’ più pesante. Ho cercato di scacciare i miei dubbi, ma non è così semplice riuscire a pensare sempre positivo. Soprattutto se non puoi prevedere ciò a cui rischi di andare incontro.
«Ehi, Rad, cos’è quel tono così mogio? Goku-kun ha fatto una grandissima cosa oggi grazie a te, devi essere solo felice che domani non stia più nella pelle per andare a scuola» prova a rassicurarmi, parlandomi dolcemente. Le sue parole mi accarezzano l’anima. Leniscono il mio dolore. Alleviano il mio presentimento. «Vorrei essere lì per abbracciarti forte e dirti che andrà tutto bene».
«Sembra di sentire parlare me stesso» sorrido. «Grazie, Là… vorrei davvero tanto anch’io che tu fossi qui adesso. Ti amo un casino».
«Ti amo anch’io, scemo. Anche se mi hai fatto diventare una sdolcinata ormai, tutto ciò che ho sempre odiato…» sbuffa freddamente. «Però dicono che chi va con lo zoppo impara a zoppicare, no? E a me piace zoppicare con te».
«Sei tutto quello che potevo desiderare dalla vita, te lo giuro» le dico, mentre mi rendo conto subito di quanto già mi senta meglio. «È per questo che mi manchi così tanto».
«Allora facciamo che continuerò a vestire i panni di Radish Son, così ti dirò una cosa come se fossi tu. Almeno non mi vergognerò più di tanto. Sei pronto?»
«Prontissimo!»
«Lo vedi il cielo fuori dalla finestra?»
«Sì».
«Le stelle brillano a Fujisawa come brillano qui a Kanazawa?»
«Sì».
«Allora se possiamo vedere entrambi lo stesso cielo, non siamo poi così lontani».
«Sei un tesoro, Là. Ti sei ricordata di quello che ti avevo detto per telefono quando eri a Kagoshima! Sei… sei fantastica!»
«Certo che me lo ricordo quello che mi dicevi quando ero a Kagoshima! Mi ricordo tutto quello che mi dici» sbotta lei, cercando di fare la dura. «È imbarazzante anche per un’attrice come me fingersi un romanticone sdolcinato e pervertito come te, però. Adesso è il tuo turno di dirmi qualcosa di carino, lo pretendo».
«Certo, te lo meriti. Fidati di me».
«Mi spiace doverti salutare, ma domani devo alzarmi prestissimo e inizio ad avere un po’ sonno. È stata una lunga giornata».
«Anch’io sono stanchissimo, Là. Quindi adesso andrò a letto anch’io, ma non perché ho sonno, ma semplicemente perché non mi manchi solo quando dormo».
«Ammetto che ti sei giocato molto bene anche stavolta la tua carta da romanticone, mi tiri sempre su di morale» risponde lei dolcemente. «Anche se secondo me adesso andrai sotto la doccia e penserai intensamente a me, da bravo maiale quale sei» aggiunge maliziosa.
«Mi hai beccato» sospiro, ridendo. «Non posso nasconderti niente, sei diabolica!»
«Mi piace essere diabolica» ghigna lei. «E mi piaci anche tu, stupido maniaco che non sei altro. Pensami anche mentre dormi, intesi?»
«Certo Là, stanotte scriverò in cielo che ti amo davvero».
 
 
27 novembre
 
«Goku, è mattina! Cosa fai ancora a letto?!» sbuffo, entrando in camera di mio fratello e trovandolo ancora addormentato sotto le coperte. «Vuoi fare tardi a scuola proprio nel giorno in cui hai deciso di tornarci?!» gli domando, tirando su la tapparella della stanza.
Il locale si illumina, mentre sento mio fratello muoversi lentamente sotto le coperte. Lo osservo mettersi a sedere e stropicciarsi gli occhi, ancora intontito.
«Ciao Rad» mi dice, sbadigliando.
Un brivido mi sale lungo la schiena. Mi sento improvvisamente le gambe molli. Le ginocchia sembrano cedermi.
Non riesco nemmeno a parlare.
«Perché mi guardi così?! Stai bene?! Eh, Rad?»
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note: un capitolo decisamente denso e con un finale thrilling, non posso che sperare vi sia piaciuto! Andrà a scuola davvero Goku quella mattina o è forse successo qualcosa secondo voi?
Rad, nel frattempo, è riuscito con un escamotage dei suoi a far raggiungere a Goku-kun il suo ultimo obiettivo, dopo averlo portato anche a vedere i dinosauri. Spero che il nostro Radish vi abbia saputo far sorridere con le sue battutacce per alleviare la tensione e che siate fieri di Goku, che, in qualche modo, riesce a vincere la sua paura più grande. Spero anche che vi sia piaciuta la telefonata con Là, un po’ fluff e un po’ comica come ci hanno abituato i nostri Raduli. Lazuli è sempre dolce e psycho allo stesso tempo per la gioia di Rad, che però sta sentendo la sua mancanza anche più di quanto faccia trasparire. Lazuli gioca anche a fare il Rad della situazione, anche se lei odia abbastanza apparire sdolcinata. Vi spaventa sapere Là lontana 400 km in un momento così delicato e a pochissimi giorni dal suo compleanno?
Ovviamente, da immenso fan di Diabolik e Eva Kant, farei carte false per un bel disegno di Rad e Là in versione Diabolik e Eva in omaggio a questo capitolo! ;-)
Rad e Goku al Parco della Preistoria non sono altro che rappresentazioni del me bambino e del me attuale quando ci vado, ho sempre amato i dinosauri e in generale gli animali. Complimenti a Vale95 che ha azzeccato che Rad stava portando Goku dai dinosauri, tra l’altro!
 
Ringrazio tantissimo chi mi lascia sempre il suo parere e mi dà l’entusiasmo per cercare di fare sempre del mio meglio capitolo dopo capitolo. Io non posso che sperare che la storia continui ad affascinarvi come all’inizio e che i personaggi vi piacciano sempre nonostante tutte le cose che sono successe. Grazie mille anche a chi legge in silenzio, se volete dirmi anche voi cosa ne pensate non potrà che farmi piacere.
Grazie anche a chi ha realizzato la magnifica fan art di Lazuli che è poi la prima immagine pubblicitaria legata al film su C18 che sta girando. Spero vi piaccia come scelta, anche se ne vedremo altre più avanti!
 
Cosa dire sul capitolo di settimana prossima a parte che è una bomba? Io ve lo dico, succedono un paio di cose clamorose… soprattutto una secondo me non ve l’aspettate, mentre l’altra è abbastanza prevedibile, direi. Il titolo sarà “Il passato che torna a bussare”… ma in che senso? Sotto quali sembianze? Per chi?
Preparate qualche fazzoletto se siete sensibili come me, per il resto attendo con ansia di sapere cosa pensate possa accadere a questo punto. Sarà un capitolo chiave, tenetevi forte!
Grazie mille e a mercoledì prossimo!
 
Teo
 

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