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Autore: lovelyhinata    04/12/2019    1 recensioni
Questa fanfiction è un modo mio per far apprezzare di nuovo Soul Eater, poichè sto notando che troppe opere vengono dimenticate da quelle che stanno uscendo ultimamente.
Questa storia parla di Crona e di come io la vedo, perchè per me è femmina.
Ho cercato e cercherò di far trasparire i sentimenti e le emozioni che provano i personaggi.
Non voglio raccontarvi molto della storia perchè vorrei che la leggeste e che mi facciate sapere il vostro parere negativo o positivo che sia, non importa.
Quindi vi invito a leggere questa storia e di farmi sapere cosa ne pensiate.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Crona, Maka Albarn, Ragnarok
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 2
Era ormai notte inoltrata, tutti stavano dormendo nei loro letti al caldo, persino uno scienziato fissato con le vivisezioni di nostra conoscenza, insieme alla sua mogliettina bionda e nella stanza accanto il loro amato figlio.
Tutto sembrava essere tranquillo pesino il sonno di quell’uomo colpito dalla follia più di una volta e forse il merito di quella serenità interiore era dovuto proprio alla donna con cui condivideva il letto.
Era solo grazie a lei che aveva potuto trovare quella serenità e quella nuova prospettiva di vita, creandosi quella che era la sua famiglia, che amava con tutto se stesso.
Adesso Stein poteva affermare di essere veramente felice insieme a Marie e a suo figlio Victor.
Ma il suo sonno insieme a quello della sua famiglia fu interrotto da un frastuono fortissimo proveniente dalla strada, così forte da far tentennare i lampadari e far partire gli allarmi delle auto parcheggiate.
Stein non voleva lasciare il suo caldo letto, ma lo scienziato che era in sé gli suggeriva di andare a vedere cosa fosse successo.
Il dubbio fu presto risolto da sua moglie
<< Stein andiamo a vedere cosa sta succedendo fuori>> suggerì Marie mentre si allacciava la vestaglia per coprire il pigiama con una fantasia floreale piuttosto discutibile.
E come a dar man forte alla madre arrivò anche Victor che corse verso il letto dei genitori per poi saltare letteralmente addosso al padre e urlargli in modo euforico:
<>
A quella richiesta Stein dovette arrendersi, si alzò dal letto prendendo in braccio il piccolo, e tutti e tre si recarono fuori.
La temperatura della brezza notturna si fece sentire immediatamente, in confronto al tepore delle coperte che li avvolgeva un attimo prima, ma ciò non fece desistere la loro curiosità.
Il rumore aveva svegliato anche i vicini, alcuni erano scesi per andare a vedere cosa avesse provocato quel trambusto e altri invece erano affacciati dai balconi.
Più ci si avvicinava alla fonte di quel trambusto, più aumentava il chiacchiericcio della gente riunita lì attorno:
<< Oh Sommo Shinigami >> disse una signora anziana portandosi le mani alla bocca e assumendo un’espressione scioccata
<< Ma da dove sono caduti? >> si chiedeva un uomo piuttosto confuso
<< Secondo me si volevano suicidare >> disse una donna che aveva l’aria di sapere qualunque cosa
<> suggerì un uomo con l’aria molto preoccupata
A quest’ultima affermazione Stein suggerì a Marie ce a Victor di rimanere distanti, poiché non voleva che assistesse ad una scena non toppo adatta ad un bambino di quell’età.
<< Sono un dottore >> urlò Stein facendosi spazio tra la folla.
Quando si avvicinò, scoprì che cosa o per meglio dire chi aveva causato tutto quel trambusto.
Non era di certo un meteorite come aveva pensato il piccolo ma bensì due persone, una donna e un uomo.
Incredulo che tutto quel rumore fosse causato da due essere umani si avvicinò alle due figure, ma non poteva essere altrimenti, in fondo tutta la zona attorno a loro era rotta.
Stein notò che l’uomo circondava con tutto se stesso la donna come se avesse voluto proteggerla.
Lei sembrava infatti più addormentata che dolorante nonostante l’impatto come invece lo era l’uomo.
Si avvicinò e con cautela controllò se entrambi avevano battito, iniziò dall’uomo che quando si sentì toccare questo aprì gli occhi di scatto e incrociò quelli del dottore, e con fatica sussurrò
<> per poi chiudere gli occhi senza però lasciare la donna.
Per un attimo Stein si sentì stordito, poiché non se lo aspettava proprio che qualcuno potesse aprire gli occhi dopo che il proprio corpo fosse caduto da chissà quale altezza, ma durò per poco.
<< Chiamate un ambulanza. Presto!>> urlò
Senza nemmeno aspettare un secondo si sentì la sirena dell’ambulanza che si avvicinava di più, probabilmente a chiamarla è stato qualcuno o forse proprio l’uomo che prima suggerì di chiamare tale veicolo.
Quando arrivarono i paramedici disposero le due barelle per poter prendere i due corpi e chiesero a Stein chi fosse e se sapeva cosa fosse successo, ricevendo come risposta che fosse un dottore e che non sapeva cosa fosse successo, ma solo che avevano sentito un grosso boato e che erano andati a vedere cosa era stata a provocarlo.
<< Li conosce?>> chiese uno dei paramedici.
Stein li guardò meglio, ora che i paramedici stavano sollevando con molta cura uno alla volta i due corpi, si soffermò su l’uomo e notò che aveva i capelli neri e una corporatura piuttosto robusta, ma non esagerata come poteva essere quella di un culturista, i vestiti erano dei semplici paia di jeans e una maglietta a maniche corte il tutto di colore nero, i polsi aveva dei bracciali con delle borchie piuttosto appuntite, ma ciò che lo colpì di più di quell’uomo fu la grossa cicatrice a forma di x che si trovava sul suo volto.
Ma quell’uomo non gli diceva niente e fece cenno di no al paramedico.
Ora che avevano caricato l’uomo sulla barella e poi sul retro dell’ambulanza, poté soffermarsi meglio sulla donna che non era riuscito a guardarla troppo bene a causa dell’abbraccio dell’uomo.
E non poté credere ai suoi occhi, quei capelli rosa un po’ cresciuti da arrivare alle spalle, il piccolo viso dai lineamenti delicati e il fisico asciutto avvolto da quella tunica nera, non poteva essere vero.
<< Allora conosce la donna? >> chiese il paramedico
Stein seguiva con occhi spalancati quel corpo esile che veniva portato così come l’uomo all’interno dell’ambulanza.
Si ripeteva non può essere eppure era proprio così, non poteva essere qualcun altro.
<< Mi scusi conosce o no la donna? >> insistette il paramedico siccome non aveva ricevuto risposto la prima volta e chi di certo aveva una certa urgenza ad andarsene.
Marie e Victor anche loro si erano avvicinati e guardavano Stein alquanto confusi dall’espressione che aveva assunto quest’ultimo.
Era diventato paonazzo, gli occhi sbarrati e il viso imperlato di sudore.
Lentamente si volse verso sua moglie, e disse
<< E’ Crona >> e così il paramedico ottenne una risposta.
Marie si portò le mani vicino alla bocca, meravigliata da ciò che aveva appena detto suo marito, mentre il piccolo Victor guardava i suoi genitori piuttosto confuso, non capendo cosa stesse succedendo.
Il paramedico richiamò nuovamente l’attenzione di Stein, chiedendogli se voleva salire sull’ambulanza, Marie lo invitò ad andare che lei insieme a Victor lo avrebbero raggiunto al più presto.
Prima di separarsi Marie guardò il compagno e gli chiese
<< Devo avvertire i ragazzi ? >>
Stein a quella domanda la guardava un po’ afflitto, non sapendo bene cosa fare, per poi risponderle
<< Preferisco prima visitare entrambi per vedere se stanno bene e poi dopo possiamo chiamarli per discutere della situazione. Ma solo dopo che li avrò esaminati e aver chiarito le idee >>
Detto ciò si separarono, pregando entrambi che tutto sarebbe andato per il meglio.
 
Stein salì sull’ambulanza e guardò prima l’uomo o per meglio dire la sua cicatrice, gli ricordava qualcosa di molto familiare ma non riusciva a capire bene cosa, allora utilizzò la percezione dell’anima, e non appena lo fece si accorse che Crona non aveva più dentro di sé Ragnarock, poiché quest’ultimo era proprio l’uomo accanto.
Incredibile si ripeteva nella testa e ancora si domandava come tutto questo fosse posse possibile.
Poi guardò Crona e si concesse di fare un sorriso quando notò che la diretta interessata dormiva placidamente come se niente adesso potesse turbarla.
<< Maka >> sussurrò tra un sospiro e l’altro, ma che Stein sentì chiaramente
<< Bentornata a Death City, Crona >> disse Stein ben consapevole che non potesse sentirla, ma lo disse e basta, era contento di quel ritorno molto inaspettato, ma in fondo lui era più abituato a ciò che alla tranquillità.
Mentre si dirigevano verso l’ospedale Stein pregava che tutto andasse per il meglio.
E là in alto come a dare coraggio, come a voler dire si tutto andrà per il verso giusto, si trovava la luna, avvolta dal manto blu della notte impreziosito da tante stelle brillanti, che non aveva più un’espressione di malinconia o tristezza ma bensì una di gioia.
Qualcuno che lavorava tardi, per adempiere al suo lavoro di Shinigami, se ne accorse e affacciandosi alla finestra si domandò cosa potesse significare.
Ma ormai troppo stanco dal lavoro si concesse di andare finalmente a letto e che avrebbe indagato sulla questione una volta arrivato il giorno.
 
  Quello che non sapeva o per meglio dire che molti di loro non sapevano è che di sicuro domani avrebbero ricevuto una grande sorpresa, che li avrebbe di certo fatti sorridere.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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