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Autore: Liberty89    02/08/2009    6 recensioni
Fan Fiction vincitrice del 3° Gold Fiction Contest, indetto dal Fan Fiction World Forum.
Questa storia è stata catalogata come un "must", ed è pertanto consigliata a tutti i lettori.

Il Regno massimo
Chiamerà l’ultimo cuore prescelto.
Un cuore in costante pericolo
Perché il confine che lo separa dal buio
È fragile,
Come il cristallo.
La Via del Tramonto
Sarà accompagnata da una chiave oscura,
Creata dal Regno supremo stesso,
Poiché il tramonto conduce alle tenebre.

-Dal capitolo 24-
Un nuovo nemico minaccia la pace dei mondi e i prescelti del keyblade partiranno per una nuova avventura, in compagnia di un nuovo custode, un personaggio inventato (o quasi) dalla mia pazza mente!In questa fic s'incroceranno le trame di alcuni noti anime e film d'animazione, per cui saranno presenti spoiler su di essi, in ogni caso avviserò quando verrà l'occasione. Come generi ho messo i principali, ma qui dentro ci sarà di tutto: dalla drammaticità alla demenza pura xD nonché alcuni cenni di vita reale ^^ Spero vi piaccia!
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sclero di una notte di mezza estate'
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Bu bu settete!!!! XD Son scema, non fateci caso <.< Comunque eccovi il tanto atteso capitolo 3! (se se, come no, sogna... NdTutti) Continuano le peripezie della nostra Jessie e finalmente entreranno in scena gli eroi del keyblade, che succederà? Leggete e scoprite! Buona lettura!!

Capitolo 3: Ricordi
Lunedì 14 aprile 2008, ore 06:35
Sua madre l’aveva chiamata solamente cinque minuti prima, ma lei era già pronta per uscire.
Quella mattina non aveva voglia di fare colazione, ma si sforzò per non far preoccupare la madre che gliel’aveva preparata come tutte le mattine.
Mezz’ora dopo uscì di casa e sua madre l’accompagnò alla stazione. Accese la radio per distrarsi, ma non c’era verso: quella mattina si sentiva inquieta, non sapeva perché. Un altro quesito che le ronzava in testa era: perché aveva sognato del giorno in cui aveva ricevuto il keyblade? Era forse un segnale che le cose sarebbero cambiate? In meglio o in peggio? Un'altra domanda; ma poi, non sapeva nemmeno lei cosa intendesse per “meglio” e “peggio”.
Lei era abituata a vedere sempre la via di mezzo. Se le si chiedeva di scegliere tra bianco e nero, lei sceglieva il grigio, ma se la scelta era obbligata, allora optava per il nero. Perché? Svariati motivi: gli abiti neri snelliscono, si passa inosservati e poi, il bianco, dopo un po’, acceca.
-Siamo arrivate.- disse sua madre, fermando la macchina davanti alla stazione.
-Ci vediamo stasera.- disse Jessie, preparandosi a scendere dall’auto.
-C’è qualcosa che non va?- le chiese all’improvviso. Allora è vero che alle madri non si può nascondere nulla. Sorrise.
-No mamma è tutto a posto.- mentì, ma perché ogni volta che qualcosa non andava rispondeva in quel modo?
-Sei nervosa per il compito di matematica?- le chiese ancora.
-Compito di matematica?!- pensò. -Accidenti! Per fortuna i limiti e le funzioni li so a memoria.- pensò, ricordandosi del compito. -Ma va! Lo sai che io e la matematica ci intendiamo benissimo! Dai, ora vado, altrimenti ti faccio fare tardi.-
-Va bene. Ciao!- disse la donna salutandola dal finestrino abbassato.
-Ciao mamma!- rispose la ragazza, entrando nella sala d’attesa.
Si sedette su una poltroncina e tirò fuori gli appunti di matematica.
Dopo una ventina di minuti una voce la distolse dallo studio. -Ehi Je!- urlò Andrea, passandole una mano davanti alla faccia.
-Ciao Andrea.- rispose, alzando lo sguardo per incontrare quello dell’amica, incorniciato dai capelli castani con i colpi di sole, lunghi fino alle spalle, per poi continuare a leggere i suoi appunti.
-Andiamo sul binario o vuoi restare lì seduta per tutto il giorno?- domandò, mettendosi le mani sui fianchi.
-Come? Ah, sì, certo. Andiamo.-
Allora le due si diressero sul binario dove sarebbe giunto, a breve, il loro treno.
-Ma si può sapere che cos’hai oggi?- le chiese Andrea, con una nota di rimprovero, quando furono lontane da orecchie indiscrete. -Niente, tutto a posto.- rispose Jessie, continuando a guardare davanti a sé.
-Stai mentendo. Ogni volta che rispondi così c’è qualcosa che non va.-
Sospirò. Nemmeno alle migliori amiche si riesce a nascondere qualcosa.
-E’ stata una brutta nottata? Hai dormito poco per il motivo che ben sappiamo?-
Sì. Lei sapeva. Era l’unica a conoscere il suo segreto, la sua seconda vita. Tuttavia, era convinta che anche Miryam sospettasse qualcosa. Andrea l’aveva scoperto una notte.

# flashback #
Una delle prime notti in cui aveva iniziato a spingersi nel paese vicino, dove viveva l’amica. Per caso o per fortuna era arrivata davanti alla sua casa con una ferita al braccio e, non avendo le forze per tornare indietro, le mandò un messaggio col cellulare, mentre si appostava sotto la finestra della sua camera. Dire che fu inutile è poco, Andrea non voleva saperne di svegliarsi e guardare il cellulare. Allora cominciò a lanciare dei sassolini contro l'imposta e dopo una decina di minuti la luce si accese e il volto dell’amica fece capolino alla finestra.
-Dove diavolo hai ficcato il cellulare questa volta?- fu la prima cosa che le chiese.
-Cosa ci fai qua?! Come ci sei arrivata?!-
Era iniziata la serie delle domande a raffica, che fu prontamente interrotta da un suo balzo sul davanzale, lasciando Andrea completamente senza parole.
-Se mi fai entrare ti spiego tutto.- disse Jessie con calma.
Mentre l’amica le medicava il braccio, la ragazza narrò tutti gli avvenimenti assurdi che le erano capitati dal suo malore in palestra di qualche mese prima e le mostrò il keyblade. Alla fine di tutto però fu la custode a fare una domanda.
-Adesso me lo dici dove cavolo hai messo il cellulare?-
-Non lo trovo. Prova a farlo squillare.-
Poco dopo una vivace suoneria cominciò a farsi sentire dall’interno del frigorifero.
# fine flashback #

-No, anzi, è stato piuttosto semplice. Sono passata anche dal tuo paese e ho fatto tutto in un’ora.-
-Allora qual è il problema?-
-Ho sognato il giorno in cui tutto è iniziato. Il mio malore in palestra, il sogno con le vetrate, la voce, tutto insomma.-
-Lo interpreti come un segnale?-
-Diciamo di sì… Credo che presto succederà qualcosa…-
-Per ora è inutile che ci pensi. Cerca di rilassarti, ma soprattutto di concentrarti, dopo c’è la verifica di matematica.-
-Da quando sei tu che ricordi le cose a me?- chiese Jessie, guardando l’amica di traverso.
-Da quando io ho smesso di capire la matematica e tu sei diventata la mia salvezza.- affermò Andrea con aria convinta.
-Ah, allora mi ricorderai solo le verifiche di matematica?-
-Spero di sì. Lo sai com’è fatta la mia memoria.-
-Sì, lo so.- sospirò. -Meno male che abbiamo arte alle prime due ore.-
-Perché?-
-Perché devo ripassare. Non mi ricordo più niente.-
-Già…-

Poco dopo arrivò il treno, dove trovarono Miryam, e dopo una ventina di minuti giunsero in classe.
Appena Jessie vi mise piede, una mano la afferrò per il braccio e la trascinò al banco.
-Adesso mi spieghi la derivata prima.- sentenziò una ragazza bionda dagli occhi verdi.
-Buon giorno anche a te Tata.- disse lei con un sorriso, mentre prendeva il quaderno con gli appunti.
-Ehi aspetta! Ci sono anch’io!- si aggiunse Rossella, la sua vicina di banco.
E così altre cinque o sei persone.
In questo modo la keyblader passò le prime due ore a spiegare le formule per calcolare l’andamento di una funzione.
All’intervallo, Jessie, Andrea e Miryam si trovarono davanti alla finestra.
-Ti sei ricordata tutto alla fine.- disse Andrea.
-Eh, già…-
-Perché non ti ricordavi più nulla?- chiese Miryam.
-Altri pensieri, e poi ieri non ho studiato molto.-
La campanella suonò di nuovo e diede il via alle due ore di verifica.

Quando la campana suonò il secondo intervallo, lei aveva consegnato da un pezzo.
Senza badare ai richiami delle sue compagne che la ringraziavano per il ripasso dell’ultimo minuto, uscì dall’aula e si avvicinò alla finestra, posando lo sguardo all’esterno.
-Il tempo è quasi giunto.- disse una voce nella sua mente.
Quella voce. Da quanto tempo non la sentiva? Come dimenticare. L’aveva sentita due anni prima, nel secondo sogno bizzarro con le vetrate. Non lo ricordava alla perfezione come il primo, ma ricordava le parole della voce.

# flashback #
-Ancora qui? Vi siete dimenticati di dirmi qualcosa l’anno scorso?- domandò la ragazza, con ironia.
-Fin’ora hai incontrato solo ombre. Da oggi in poi incontrerai anche ciò che resta delle ombre.-
-Cosa significa?-
Al posto della voce, una decina di esseri bianchi, dal corpo sinuoso che si muovevano come se fossero nell’acqua, la circondò.
-E questi cosa sono?-
-Questi sono solo gusci vuoti, privi di cuore. Quando una persona perde il cuore e da esso prende vita l’ombra, il corpo e l’anima danno forma a queste creature.-
-Gusci vuoti privi di cuore?-
-Privati del loro cuore, essi non possono provare sentimenti e quindi sono alla continua ricerca di un nuovo cuore.-
Gli esseri bianchi la attaccarono e Jessie iniziò a difendersi, ma il suo keyblade da solo non poteva granché contro di loro.
-Non riesco a distruggerli…-
-Prendi questo.-
A quelle parole, una colonna di luce nacque dal niente, che fece svanire gli avversari. Quando si diradò, mostrò un keyblade che incuteva timore solo a guardarlo. Lama nera, come l’elsa che aveva la forma di una fiamma, i “denti” della chiave, bianchi, sembravano artigli e il pendente era una stella anch’essa bianca.
-Un nuovo keyblade?-
-Doppi saranno da adesso in poi i tuoi nemici, quindi doppia dovrà essere la tua forza. L’Artiglio della Notte incrementerà i tuoi poteri.-
-Combatterò con due keyblade? Per fortuna ho avuto la bella idea di allenarmi anche con la sinistra.- pensò la ragazza, mentre prendeva il keyblade e le figure bianche tornavano alla carica.
In breve, rimase solo lei al centro della piattaforma.
-Molto bene custode. Ora hai tutto ciò che serve per combattere l’Oscurità. Buona fortuna.-
# fine flashback #

-Ehi, Je…- la chiamò Andrea, posandole una mano sulla spalla.
-Dimmi.- rispose, continuando a guardare fuori.
-A cosa pensi?-
-Ho chiuso gli occhi un attimo e mi è tornato in mente il giorno in cui ho ricevuto la seconda chiave.-
-Interpreti anche questo come un segnale?- domandò mentre giocava con i lunghi capelli dell’amica.
-Sinceramente? Sì e non mi sento tranquilla.-
-Dai non pensarci. Come dici te è inutile impazzire per cose che non si possono controllare.-
-Per una volta ti darò retta.- disse Jessie, sorridendo.
-Posso farti una treccia?-
-Fai pure.-
-Devi venire a sederti, ormai sei alta come me e non riesco se non ti siedi.-
Andarono in classe e Jessie si lasciò legare i capelli. Se c’era una cosa che odiava era che le toccassero i capelli, ma per lei fece un’eccezione. Aveva la mano leggera e l’aiutò a rilassarsi.
Finirono appena in tempo perché il professore di diritto era entrato in aula per lasciare la borsa e prendersi il consueto caffè prima di iniziare la lezione.

***


Alle Isole del Destino il sole splendeva come sempre.
Era pomeriggio inoltrato e due amici erano seduti su di un albero dai frutti a forma di stella.
-Ehi Riku.- chiamò Sora.
-Cosa c’è?- chiese il ragazzo dai capelli d’argento e gli occhi acquamarina.
-Sono passati due anni da quando siamo tornati.-
-Sono volati.-
-Chissà come stanno gli altri…-
Non ebbe il tempo di rispondere perché una voce interruppe il loro dialogo.
-Sora! Riku!- urlò Kairi correndo dai due ragazzi.
-Cos’è successo?- chiese il castano allarmato.
-Guardate.- disse porgendo una bottiglia che conteneva un messaggio con un particolare sigillo.
-E’ del re!- esclamò il castano, prendendo la bottiglia per estrarne il contenuto.
Lesse la lettera tutta d’un fiato.
-Oh oh…-
-Cosa c’è scritto?- chiese la ragazza.
-Ci sono problemi?- aggiunse Riku.
Il ragazzo porse la lettera ai due e tornò a sedersi sull’albero.
I due lo guardarono allontanarsi e poi si concentrarono sulla lettera.

Cari Sora, Riku e Kairi,
sono passati ormai due anni dalla sconfitta di Xemnas e della sua Organizzazione, ma purtroppo l’Oscurità non ha ceduto e si sta fortificando in nuovi mondi. C’è qualcuno che ha bisogno di noi. Questo qualcuno combatte da solo da quando tutto ha avuto inizio ormai cinque anni fa.
Tra un mese inizierà un nuovo viaggio, la gummiship sarà lì da voi all’alba.
Non sarà facile, ma non temete perché questa volta saremo insieme.

Re Topolino


-A quanto pare il nostro dovere ci chiama…- disse Riku, interrompendo il silenzio.
-Sora, che cosa c’è?- chiese la rossa, vedendo che l’amico continuava a guardare l’orizzonte.
-Niente. Pensavo a chi dovremo combattere questa volta e a quel “qualcuno” di cui parla il re. Chi può mai essere così forte da tenere testa all’Oscurità per cinque anni?-
-Non preoccuparti, tra un mese lo scopriremo e comunque, come ha detto il re, saremo insieme e niente ci fermerà.- disse l’argenteo.
-Hai ragione.- rispose Sora, mostrando uno dei suoi sorrisi.

***


Don… don… don…

Una nuova notte era cominciata per Jessie.
Saltò dal tetto della chiesa e iniziò a fare strage di avversari, che erano più numerosi del solito.
Ad un tratto le si parò davanti un’ombra che stava su di un libro.
-Era da tanto che non si facevano vedere questi maghetti.- pensò, mentre partiva all’attacco del buffo nemico, evitando le sue magie.
Pochi colpi di keyblade e l'ombra svanì in una nuvola di polvere, lasciando solo un librettino.
-Vediamo che magia mi hanno lasciato questa volta.- disse la ragazza, raccogliendo l'oggetto.
-Wow! Il volo! La provo subito!-
Jessie appoggiò il libretto a terra e vi puntò contro la Via del Tramonto.
Dal keyblade partì un raggio che colpì l’oggetto, facendolo sparire: l’arma aveva assimilato la magia e ora la stava trasmettendo alla sua custode.
-Ok. Tre… due… uno… Volo!- esclamò la ragazza a bassa voce.
Pochi istanti dopo si ritrovò sospesa a mezz’aria a circa due metri di altezza.
-Fantastico! Così sarò più veloce e potrò controllare più zone!-
Salì in alto sopra le case e ben presto delle ombre dotate di ali apparvero dal nulla.
-Capitate al momento giusto! Grazie a voi, farò pratica di combattimento aereo!-
Detto questo si lanciò sui nuovi nemici.
Era davvero difficile combattere in volo ma Jessie non si scoraggiò. Nemmeno quando una delle ombre dalle ali viola la ferì ad un braccio. Si curò immediatamente e riprese lo scontro.
Dopo mezz’ora passata in aria, le ombre erano tutte svanite e la ragazza potè scendere a terra. Una volta posati i piedi, si piegò e mise le mani sulle ginocchia. Aveva quasi esaurito le energie.
-Accidenti…- disse respirando affannosamente. -Sono… senza… forze… Devo… stare… più… attenta…-

Don… don… din…

Arrivò a casa stravolta.
Quella notte le ombre e i bianchi erano stati davvero tanti. E al tutto si aggiungevano le prove con la nuova magia.
-Sarà dura a scuola domani…- pensò, mentre il sonno la accoglieva tra le sue dolci braccia.




Finito anche questo! Spero vi sia piaciuto! La cara Andrea ha veramente lasciato il cellulare nel frigorifero e ha una memoria pessima, ma io le faccio da agenda personale, ricordandole le cose più assurde... u.u
Sora e Co. stanno per entrare in azione! Che accadrà? Questo e altro nei prossimi capitoli!
See ya!



Angolo recensioni
Eris_96: Come potevo non rendere Rikuccio un personaggio importante? u.u Sono contenta che ti sia piaciuta la Via del Tramonto ^^ e dell'Artiglio della Notte che ne pensi? Ti auguro buone vacanze! *fa ciao ciao con la manina insieme a Jessie* Ah! Dimenticavo! Miryam s'è fatta la tinta castana dopo quell'arancione xD
My pride: Come ti sembra questo chap? Ovviamente questo è ancora nulla confrontato a ciò che verrà più avanti, quindi preparati! xD Alla prossima!
  
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