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Autore: Liberty89    21/07/2009    5 recensioni
Fan Fiction vincitrice del 3° Gold Fiction Contest, indetto dal Fan Fiction World Forum.
Questa storia è stata catalogata come un "must", ed è pertanto consigliata a tutti i lettori.

Il Regno massimo
Chiamerà l’ultimo cuore prescelto.
Un cuore in costante pericolo
Perché il confine che lo separa dal buio
È fragile,
Come il cristallo.
La Via del Tramonto
Sarà accompagnata da una chiave oscura,
Creata dal Regno supremo stesso,
Poiché il tramonto conduce alle tenebre.

-Dal capitolo 24-
Un nuovo nemico minaccia la pace dei mondi e i prescelti del keyblade partiranno per una nuova avventura, in compagnia di un nuovo custode, un personaggio inventato (o quasi) dalla mia pazza mente!In questa fic s'incroceranno le trame di alcuni noti anime e film d'animazione, per cui saranno presenti spoiler su di essi, in ogni caso avviserò quando verrà l'occasione. Come generi ho messo i principali, ma qui dentro ci sarà di tutto: dalla drammaticità alla demenza pura xD nonché alcuni cenni di vita reale ^^ Spero vi piaccia!
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sclero di una notte di mezza estate'
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Ciao a tutti! Eccomi di ritorno con il secondo chap, che sarà più lungo del primo, forse un pò barboso, ma necessario per esigenze di copione xD Qui verrà narrato come e quando la nostra eroina misteriosa ha ottenuto il suo keyblade. Spero possa piacervi! Buona lettura!

Capitolo 2: Come tutto ebbe inizio
Giovedì 13 gennaio 2005, ore 06:30.
Quella mattina, come le precedenti e quelle future, la sveglia di sua madre emise il suo fastidioso suono che la strappò dalle braccia di Morfeo.
-Jessie! Alzati!- urlò sua madre dalla cucina, circa cinque minuti dopo.
Jessie si alzò, emettendo un sonoro sbadiglio. -Ecco che inizia una nuova giornata del mio secondo anno di liceo…- pensò, mentre si vestiva tranquillamente, ma con rapidi gesti. Andò in bagno per sistemarsi e si fermò a contemplare la sua immagine riflessa nello specchio. Lunghi capelli castani raccolti in una coda bassa, occhi marroni, nascosti da un paio di occhiali, incastonati in un semplice viso dalla carnagione abbronzata. Questa era Jessie, una semplice e normale ragazza di quindici anni che viveva tranquilla in un piccolo paesino nelle campagne bergamasche.
Scese le scale, attraversò una parte di salotto e arrivò in cucina, dove l’odore del caffé la svegliò del tutto.
-Buon giorno mamma…- biascicò la ragazza con la bocca ancora leggermente impastata dal sonno.
-Ciao tesoro! Latte o tè stamattina?-
-Mmh… tè. Se mi viene fame ricorrerò alle macchinette.- disse Jessie, sedendosi a tavola.
-Va bene.- rispose la madre, mentre preparava il pentolino.
In attesa della colazione andò a svegliare la sorella, tirandola letteralmente per i piedi. Tornata in cucina fece colazione, dopo di essa finì di prepararsi ed, infine, uscì con la madre che la accompagnò alla stazione.
-A più tardi!- disse mentre scendeva dalla macchina.
-Ciao cara, a dopo!- rispose sua madre.
Jessie entrò in sala d’attesa e guardò se il suo treno aveva ritardo. -Venti minuti di ritardo? Fantastico!- disse tra sé e sé, sedendosi su di una sedia, per aspettare la sua amica che arrivò circa dieci minuti dopo in pullman.
-Ciao Je!- la salutò la sua amica dagli occhi azzurri, ma che talvolta tendevano al grigio, e dai corti capelli neri, tinti l’estate dell’anno prima.
-Ciao Andrea!- rispose affiancandosi all’amica. -Indovina un po’?-
-Quanti minuti di ritardo?- chiese Andrea con un sospiro.
-La bellezza di venti minuti, per fortuna il compito di latino l’abbiamo fatto ieri. Altrimenti sai che guaio arrivare in ritardo e fare una versione in meno di due ore.- concluse.
-Ma di che ti preoccupi? Io ero incollata alla cattedra e non sono nemmeno riuscita a copiare! Tu invece, che eri vicino al muro avevi tutto il tempo per farlo!-
-Ma non l’ho fatto, perché grazie al nostro professore dal metodo particolare e dal comportamento strambo ho finalmente capito come funziona la lingua latina!- disse con orgoglio la castana.
-Io, invece, sono diventata il bersaglio del “caro” prof dal metodo particolare a dal comportamento ambiguo e mi sono beccata di sicuro un quattro!-
-Ma non ti ha presa di mira! Lo sai che il prof è tutto particolare…-
-Avvisiamo i signori viaggiatori che il terno diretto a Brescia arriverà con un ritardo di trenta minuti, diversamente da quanto già annunciato. Ci scusiamo per il disagio.-
Le due amiche si guardarono negli occhi. -Alè!- dissero all’unisono, per poi scoppiare a ridere.
Continuarono a parlare del più e del meno, finché finalmente non arrivò il treno che le avrebbe portate nella cittadina in cui si trovava la scuola che frequentavano.
Arrivarono in classe intorno alle 08:30, ma a quanto pare l’insegnante di psicologia non era ancora arrivato. Passarono le successive quattro ore e giunse il biorio meno atteso della settimana da tutte e ventisette le ragazze di quella classe. Le due ore di educazione fisica, sotto la supervisione di una professoressa soprannominata demonio.
-No! Adesso c’è educazione fisica!- sbuffò Jessie.
-Già… Chissà cosa ci farà fare oggi il demonio…- disse Andrea, camminando al fianco dell’amica.
-Io lo so!- esclamò una ragazza dai corti capelli castani scuri, con delle leggere tinte di rosso, e gli occhi marroni.
-Avanti parla Miryam.- dissero le due all’unisono.
-Percorso a ostacoli.-
-Non sarà una lezione terribile allora…- fece la mora.
-E il massacrante riscaldamento che precederà l’esercizio dove lo metti? È quello il vero massacro!- esclamò Jessie.
-Hai ragione…-
-Io ho sempre ragione.-
-Tiratela di meno. Ehi Miryam, quand’è che vai a sistemare i capelli?-
-Vado oggi pomeriggio. Voglio liberarmi al più presto di questo assurdo arancione.-
-Scusa, ma tu dov’è che vedi l’arancione?- chiese perplessa la ragazza con gli occhiali.
-Quello che tu vedi castano in realtà è arancione! Tutta colpa della tinta pattona che mi ha fatto la vecchia parrucchiera!-
-Ok, se lo dici tu…- rispose trattenendosi dal fare battute. -Meglio non dire niente, se no rischiamo di andare avanti per tutto il giorno.- pensò poi.
Dopo l’intervallo, l’insegnante raggiunse le alunne nel cortile e insieme partirono alla volta della palestra.

Come previsto da Jessie, la parte massacrante della lezione fu il riscaldamento. Corsa di dieci minuti, streccing, esercizi con la corda ed esercizi a coppie, mentre l’insegnante preparava il percorso ad ostacoli. Dopo un’ora le radunò tutte e spiegò in cosa consisteva l’esercizio: capriola in avanti, sopra un materassino duro come il marmo, saltelli a piedi uniti nei cerchi, slalom tra i birilli, tentare di fare canestro, saltare due ostacoli alti mezzo metro, fare venti salti con la corda e, infine, saltare con un piede dieci aste di legno.
-A parte la capriola sembra semplice.- disse Jessie.
-Io di sicuro mancherò il canestro.- rispose Andrea.
-Ma siamo matti! È troppo lungo!- si lamentò Miryam.
-Non è troppo lungo, sei tu che non hai voglia di lavorare!- disse Andrea ridendo insieme a Jessie.
-Forza! In ordine alfabetico! Partite quando vi do il via! Avanti scattare!- gracchiò il demonio.
Passarono le prime venti dell’elenco e quando partì la ventunesima, Jessie si portò sulla linea di partenza.
-Prof, non è che posso evitare la capriola?- azzardò a chiedere.
L’insegnate la guardò dall’alto in basso. -Tocca a te? Avanti, parti!- gridò per farsi sentire al di sopra dei rumori emessi dalle allieve che compivano i vari esercizi o che chiacchieravano perché avevano finito.
-Come non detto…- pensò la ragazza mentre faceva la tanto odiata capriola, per poi alzarsi incerta sulle gambe e con il mondo che sembrava un’enorme giostra, talmente girava.
-Muoviti!- le strillò dietro la prof.
Non si era ancora ripresa del tutto, ma continuò l’esercizio. L’ultima cosa da fare, se si teneva alla propria vita, era far arrabbiare quel demonio. Tuttavia, riuscì a terminare il percorso e si diresse verso le amiche, che si girarono vedendola arrivare.
Dopo pochi passi, però, la sua vista si annebbiò e le gambe divennero molli.
-Che… sta… succedendo…? Perché… tutto… sta… diventando nero…?- pensò Jessie, mentre cadeva a terra sotto gli sguardi preoccupati delle compagne.

***


Quando riaprì gli occhi, si accorse di essere stesa a pancia in giù su una superficie tiepida, che emanava luce.
Si alzò in piedi, facendo leva con le mani e si guardò in giro.
Tutto nero.
-Ma dove cavolo sono finita?- si chiese mentalmente.
Eccetto per la piattaforma su cui si trovava, che era una specie di mosaico circolare con delle sfumature che andavano dal verde chiaro al verde scuro e che diventavano gialle nel centro era tutto circondato dal buio assoluto. Si spostò per osservare cosa avesse sotto i piedi e rimase incantata. Si trovava sopra l’immagine di una ragazza dalla pelle bianchissima e i capelli neri, che reggeva tra le mani una mela rosso sangue.
-Molto bello davvero, ma ora che faccio?- disse, mettendosi le mani ai fianchi e compiendo qualche passo.
Poi, all’improvviso, una voce risuonò nella sua mente.
-Non avere paura…-
-Chi sei?- chiese lei, con curiosità. Non sapeva perché, ma non aveva paura. Quella voce sconosciuta, le appariva familiare e la faceva sentire sicura.
Pochi istanti dopo, una colonna di luce apparve al centro del mosaico. Quando si dissolse un piedistallo si rivelò agli occhi di Jessie.
-Vieni avanti.- disse la voce.
La ragazza si avvicinò al piedistallo e potè ammirare l’oggetto che stava sospeso sopra ad esso.
-Una spada?- pensò. -Assomiglia ad una chiave… Che strana forma ha…- pensò poi.
Quella strana arma aveva l’elsa blu scura, a forma di cuore rovesciato, la lama era nera come la notte più buia e dello stesso colore erano quelli che dovevano essere i “denti” della chiave che avevano la forma di un’ala di drago chiusa. Dall’elsa pendeva una catena a cui era attaccata una piccola luna, in prima o ultima fase, che da un alto era nera e dall’altro, invece, era d’argento.
-Questo è un keyblade.- disse la voce per rispondere alle sue domande, come se le avesse letto i pensieri.
-Un keyblade?-
-Un’arma leggendaria capace di portare ordine, ma anche di risvegliare il caos, se brandita da mani sbagliate.-
-E io cosa c’entro in questa storia?-
-Ogni cosa a suo tempo… Prova ad impugnarlo…-
Non se lo fece ripetere. Si sentiva inspiegabilmente attratta dall’arma, la sentiva parte di sé. Si avvicinò al piedistallo e senza rendersene conto afferrò il keyblade. Quando l’ebbe tra le mani, il piedistallo svanì e poco dopo, anche la piattaforma su cui si trovava, cadde in mille pezzi e Jessie sprofondò nel buio.

Sentì che poggiava i piedi a terra e decise di aprire gli occhi.
Un’altra piattaforma. Questa volta aveva come protagonista una ragazza vestita di bianco su uno sfondo blu.
Se ne accorse solo in quel momento: il keyblade non era più tra le sue mani.
Neanche il tempo di pensare a dove potesse essere finito che le comparve nella mano destra con un bagliore.
-Il keyblade ti ha scelta. Ora sei la sua custode.-
-Cosa? E che dovrei farci con il keyblade?- chiese.
-Esso è la tua forza…-
-La mia forza? Ma perché?-
-Dovrai combattere…- all’improvviso fu circondata da alcune creature alte circa mezzo metro, con due antenne sul capo, completamente nere, tranne che per i due luccicanti occhi gialli, che, era sicura, la guardavano con un interesse particolare.
-Contro coloro che mirano alla tua forza.-
Non ebbe il tempo di replicare, perché quegli strani esseri le saltarono addosso.
Strinse il keyblade e cominciò a combatterli. Menava fendenti con una certa maestria, anche se non aveva mai brandito altro che una mazza da baseball in tutta la sua breve vita. In poco tempo degli esserini non c’era più traccia.
-E adesso?- disse, facendo sparire il keyblade.
Il pavimento divenne nero e perse consistenza, diventando come delle sabbie mobili e lei fu trascinata nell’oscurità.

Riprese i sensi che si trovava su un’altra piattaforma. Tre enormi cuori, con dentro delle figure femminili, occupavano l’intera superficie del mosaico. Poco più avanti, comparve una porta inconsistente.
-Cos’è? Altro giro, altro regalo?- pensò, attendendo la misteriosa voce, che non tardò a farsi sentire.
-La porta non si apre ancora, ma non sarai tu ad aprirla…-
-Cosa significa?-
-Questo compito spetta ad un altro custode…-
-Capisco. Ora cosa devo fare?- chiese alla voce, tramite il pensiero.
-Anche se non aprirai la porta finale, puoi servirti del potere del keyblade per aprire questa che hai di fronte… Prova.-
Anche questa volta non ci pensò due volte e puntò il keyblade sulla porta. Dalla sua arma partì un raggio luminoso che colpì il bersaglio.

Clack.

La porta era aperta e senza esitare, Jessie afferrò le maniglie, la aprì e venne investita da una luce accecante.
-Cosa devo fare ora?- domandò, coprendosi gli occhi.
-Non temere la luce, attraversa la porta e presto tutto ti sarà chiaro…-
Ancora una volta volle fidarsi di quella voce ed entrò nella porta.
Riaprì gli occhi. Altro mosaico. Ad occuparlo, c’era una ragazza dalla lunga chioma color dell’oro, circondata dalle spine, che tra le mani teneva una rosa scarlatta.
-Ancora?- pensò stancamente.
-Questo tuo viaggio sta per terminare… E’ tempo che tu conosca il tuo compito.-
Il keyblade le apparve tra le mani senza che lo volesse.
-Questo keyblade ha il nome di Via del Tramonto.-
-Via del Tramonto? Cosa significa?-
-Tu rappresenti la luce che entra nell’oscurità. Il giorno che cede il passo alla notte. Tuttavia, appartieni alla luce.-
-E cosa dovrei fare?-
-Dovrai combattere l’Oscurità che presto colpirà il tuo mondo.-
-Io? E sarò da sola?- chiese con un certo timore.
-Non temere, esistono altri custodi e verranno in tuo aiuto, quando sarà il tempo.-
-Chi sono gli altri custodi?-
Tre colonne di luce apparvero al centro del mosaico, ma solo due si spensero per mostrare ciò che nascondevano.
Due keyblade dalla forma identica, ma dai colori differenti.
Il primo, a sinistra, aveva l’impugnatura d’argento e la lama di un giallo brillante, anche attaccata alla sua elsa c’era un pendente: un cerchio più grande sotto due più piccoli, sembrava il muso di un topo stilizzato, dello stesso colore della lama.
Il secondo, nel centro, aveva l’elsa color giallo scuro e la lama il pendente, identico a quello del primo keyblade, d’argento.
-A chi appartengono?-
-Questi sono i keyblade dei custodi difensori della Luce. Il secondo, la Catena Regale, appartiene a colui che aprirà la porta della Luce.-
-E la terza colonna? Perché non posso vedere il suo keyblade?-
Non sapeva perché, ma da quella colonna proveniva un potere che l’attirava, come un magnete fa con la calamita, come se fosse il suo opposto. E, da che mondo e mondo, gli opposti si attraggono.
-Quel keyblade non ha ancora preso forma. Il suo custode non è ancora pronto per riceverlo.-
Non ebbe il tempo di fare una nuova domanda perché le tre colonne sparirono come erano apparse e una scalinata, fatta di vetrate colorate comparve dall’altra parte della piattaforma.
-A quanto pare i passaggi traumatici sono finiti…- pensò Jessie, mentre iniziava a percorrere la scalinata.

Appena mise piede sul nuovo mosaico, la scalinata scomparve in una scia di luci.
-Un modo carino per dirmi che non si torna indietro?-
Osservò il mosaico. Una ragazza vestita con un elegante abito giallo, alle sue spalle una bestia, copriva la maggior parte della superficie.
-Più ti avvicini alla luce, più grande diventa la tua ombra.-
A quelle parole, Jessie si voltò automaticamente a guardare la sua ombra. Si era fatta incredibilmente grande e lunga.
Pochi istanti e l’ombra girò il volto verso colei che la emetteva e si alzò dal terreno, acquisendo consistenza e iniziando a cambiare forma. Ebbe l’istinto di scappare, ma anche quello di restare lì ad affrontare quell’ombra.
Fece un passo indietro.
-Ma non avere paura. Sconfiggi le tenebre in cui ti muoverai per portare a termine la tua missione.-
La ragazza prese coraggio e impugnò il suo keyblade. Fissò l’ombra che ormai era diventata gigantesca. Completamente nera, capelli simili a tentacoli, lunghe braccia che terminavano con due grandi mani, gambe non molto lunghe, un grande foro nel petto a forma di cuore e gli immancabili occhi gialli.
Jessie corse incontro al nemico e fece un salto, del quale si stupì lei stessa, per evitare la sua poderosa manata. Atterrò e si lanciò sulla mano dell’ombra. La colpì con tutte le sue forze e sembrava sortire l’effetto sperato, perché il gigante nero emise dei suoni, che potevano dirsi gemiti di dolore. La ragazza saltò sul braccio nemico e vi corse sopra fino ad arrivare alla testa, dove iniziò a colpire con tutta la potenza e la velocità di cui era capace, ma l’ombra si appoggiò a terra e piantò la mano sinistra nel pavimento, producendo una violenta onda d’urto che fece perdere l’equilibrio alla custode, che cadde dalla spalla del suo nemico. Si rialzò in piedi e si girò per vedere cosa avesse intenzione di fare l’essere con quel gesto. Una specie di lago d’Oscurità si era creato nel punto in cui la mano era appoggiata e un numero cospicuo di esserini con le antenne ne uscì.
Jessie decise di ignorare le creaturine e saltò nuovamente sul braccio del gigante per andare a colpirne la testa, ma i nuovi arrivati non tardarono a farsi avanti. La rincorsero e la attaccarono alle spalle, ma non sortirono l’effetto sperato, ovvero di ferire la ragazza, poiché lei distrusse i più vicini con un solo fendente, facendo arretrare le ombre rimaste indietro.
Si trovava all’altezza del gomito, quindi spiccò un nuovo balzo e caricò il keyblade dietro di sé e, quando fu vicinissima, piantò la sua arma al centro della testa dell’avversario che si accasciò totalmente al suolo, diventando polvere come i restanti esserini.
Poco dopo, il keyblade scomparve dalla sua mano e tutto venne inghiottito dalle tenebre. Prima di perdere i sensi, Jessie, udì ancora quella voce.
-L’Oscurità sarà il tuo campo di battaglia, ma non avere paura. Tu sei una guerriera della Luce.-
Dopodiché anche lei fu avvolta dal manto nero del buio.

Si svegliò di soprassalto nell’infermeria della palestra, respirando affannosamente, come se l’avessero tenuta sott’acqua per tutto il tempo.
-Jessie, come ti senti?- domandò Andrea all’amica.
-Tutto a posto…- mentì.

In quel preciso istante in un mondo lontano, composto da un arcipelago di isole dal nome insolito, un ragazzino dai capelli castani e gli occhi del colore del cielo, prendeva tra le mani la chiave che avrebbe aperto la porta della Luce.





E così la nostra Jessie altro non era che una ragazza qualunque! Andrea e Miryam, come il resto della classe che in seguito apparirà esistono davvero, quindi non tutto ciò che scrivo è roba inventata xD Ad esempio, in palestra sono stata male davvero, ma non mi sono ritrovata un keyblade in mano al risveglio xD (ma che ci frega?! NdTutti) Questo capitolo è stato un lungo prequel, ma dai prossimi si vedranno altri personaggi!
See ya!

ps: Miryam poi è andata a rifarsi la tinta xD (ma che ci frega?! NdTutti Eh, ma quanto siete pignoli u.u NdFly)


Angolo recensioni
Eris_96: innanzitutto ciao e grazie del commento! Sei stata l'unica a commentare e per questo ti meriti la dedica del capitolo! Sono contenta che il primo capitolo (una sorta di prologo come lo hai chiamato, ma effettivamente è quello che è) ti sia piaciuto così tanto! Sinceramente quando l'ho scritto mi sembrava una bella e sacrosanta porcheria, ma poi mi hanno convinta a postarla e continuarla e sono usciti gli altri 61 capitoli xD La ragazza misteriosa è una "normale" ragazza acqua e sapone che si fa il suo liceo in un paesino di provincia e che abita in un paese ancora più piccolo... Spero di non averti delusa... Sora e Co. (Riku sarà un personaggio fondamentale) appariranno molto presto, ma dovrai aspettare qualche capitolo prima che incontrino la nostra Jessie. Spero che continuerai a leggere e commentare ^^ Alla prossima!
  
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