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Autore: Dragon_Flame    07/12/2019    3 recensioni
L'attesa di una svolta. La brama di un momento che sembra non arrivare mai.
Frammenti di vita di Rin e Sesshomaru che narrano ipotetici e sporadici istanti delle loro esistenze successivamente alla sconfitta di Naraku e al ritorno di Kagome nell'epoca Sengoku.
Tasselli che attendono di essere rimessi al proprio posto, dando vita finalmente ad un'immagine completa, piena, definitiva.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ikigai.* 




 
Doverla salutare ancora era stata dura, quella volta. Non aveva saputo darle un’indicazione precisa su quando si sarebbero rivisti. Era un viaggio lungo, senza una meta precisa, ma a differenza delle altre volte questo vagare senza una destinazione non gli piaceva per nulla. Aveva fretta, terribilmente fretta, e quest’incertezza gli avrebbe portato via solo tempo prezioso. Tempo tolto a lei, che era umana e per questo caduca e transitoria.
La vita di Rin era stata aleatoria, molto più di quanto gli piacesse ammettere. Per causa propria, spesso aveva rischiato di perdere l’unica cosa bella della sua pluricentenaria esistenza, e sebbene il senso di colpa non facesse parte della natura demoniaca di Sesshomaru, l’egoistico terrore provato di fronte alla prospettiva di perdere Rin l’aveva spinto a tenerla lontano da sé, pronto ad accettare di separarsene al fine di preservarla da ogni rischio.
E Rin era cresciuta serena, al sicuro, lontano dalle battaglie e dalla morte che, più di una volta, l’aveva già accolta sotto la sua coltre gelida e fatale e da cui lui, più di una volta, l’aveva riportata alla vita.
Ora però Sesshomaru si sarebbe preso il frutto dei lunghi anni di lontananza e separazione sacrificati a questa causa. Nemmeno la transitorietà dell’anima mortale di Rin, destinata a trascendere presto la vita terrena per accedere, come la natura aveva già deciso, al regno dei morti, l’avrebbe fermato dal suo proposito.
Secoli di solitudine e di egoismo lo avevano convinto di bastare a se stesso, di essere completo e pieno in sé, rifuggendo la compagnia altrui, le relazioni e gli affetti in nome di battaglie condotte e vinte da solo, di vittorie celebrate nel silenzio assoluto che lo aveva circondato per decenni.
E poi era giunta la sua dannazione. Già, solo un patetico scherzo di suo padre, il Gran Generale Cane, che gli aveva lasciato in eredità la spada taumaturgica Tenseiga, avrebbe potuto condurlo sulla strada della dannazione. Del crollo delle proprie certezze, del ridimensionamento delle proprie fondamenta, della ricostruzione totale della propria identità, riplasmata e adattata alla misura di una minuscola umana la cui esistenza aveva toccato per caso quella del demone e, altrettanto fortuitamente, aveva fatto nascere in lui per la pima volta assoluta un sentimento di compassione, e poi d’affetto, di protezione, e infine d’amore. Tenseiga, senza la cui lama non avrebbe mai potuto salvare quella piccola e fragile vita, condannando la propria al supplizio più dolce e più agro, l’amore.
E sarebbe stata proprio la sua spada ad indicargli la strada. Tenseiga, la sua arcana zanna demoniaca, l’eredità di un padre tanto stimato quanto, per lungo tempo, incompreso, gli avrebbe rivelato la via verso l’immortalità di Rin. 




*ragione, motivo, obiettivo o speranza di vita, che ci dà la forza di alzarci al mattino e vivere la giornata.
  
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