Quando la ragazza raggiunse i due mostri, il Rathalos colpì il Tobi-Kadachi con la coda, mandandolo zampe all'aria. Ansimava ed era visibilmente stanco. L'altro mostro non era messo molto meglio, ma la Rider sapeva di non dover mai sottovalutare mostri che sembravano deboli.
«Ratha!» la ragazza raggiunse il wyvern volante, mettendosi al suo fianco e osservando il Tobi-Kadachi che tentava di rialzarsi, agitando le zampe alla rinfusa.
Nonostante il Rathalos fosse stanco, era riuscito a infliggere gravi danni al'avversario, bruciacchiando il pelo sulla sua schiena, e ferendo la coda. Inoltre, avendolo colpito più volte con gli artigli, l'aveva avvelenato.
«Ben fatto, Ratha! Vai a riprenderti, adesso» gli disse, accarezzandogli la testa.
Il Rathalos sembrava titubante, ma obbedì e si fece da parte, sforzandosi di non piegare l'ala ferita per non farsi male. La ragazzina impugnò saldamente la sua spada nella mano sinistra, scattando verso il mostro appena rialzatosi. Affondò la lama nel fianco, strappandogli un grido di dolore. Il Tobi-Kadachi la fissò, infuriato. Lei, in risposta, ghignò mentre sfilava la spada. Poi, rotolando di lato, gli colpì il muso con lo scudo per stordirlo, per poi iniziare una sequenza di fendenti leggeri ma rapidi su tutto il corpo. Il Tobi-kadachi, dopo tutti quegli attacchi, si spazientì ed emise un ruggito più forte dei precedenti e, facendo un'acrobazia velocissima, atterrò la ragazza con una sferzata della coda. Mentre era a terra, le saltò addosso e la bloccò con le zampe. Lei vide la sua sgocciolante bocca rosa a pochi centimetri dalla sua faccia, rabbrividendo. Il Tobi-Kadachi, soffiando, la afferrò con la bocca e la scaraventò lontano. La ragazzina fece un volo di tre metri, atterrando sulla schiena con un tonfo che le tolse il respiro. Un dolore lancinante per la botta attraversò il suo corpo, costringendola a restare a terra per qualche secondo. Prima che il mostro fosse in grado di saltarle addosso e mangiarle la faccia, però, la cacciatrice coi capelli viola riapparve all'improvviso e colpì il wyvern zannuto sulla mascella con un colpo montante, facendolo cadere su un fianco.
«Ne ho avuto abbastanza!» esclamò.
Senza perdere un secondo, si avventò sul Kadachi vulnerabile. Sollevò il martello oltre la sua testa, caricò il colpo e sferrò un'ultima, devastante mazzata sul cranio della bestia, spappolando il cervello. La cacciatrice tirò un sospiro di sollievo, si tolse l'elmo e guardò la ragazza. Il Rathalos era andato da lei e la ragazzina gli accarezzava la testa rimanendo seduta: sembrava stare bene. Poco dopo, dalla giungla uscirono tre cacciatori della Quarta Flotta, uno con la balestra leggera e due con la lama caricata. Appena videro il Rathalos vicino alla ragazzina, si allarmarono e i due con la lama caricata sopraggiunsero di corsa ad armi sguainate, spaventando il wyvern e facendogli fare alcuni passi indietro. Il balestriere leggero, invece, raggiunse Xavia e le chiese se era ferita. Quando lei scosse la testa, spiegò rapidamente che il Tobi-Kadachi era il loro bersaglio, motivo per cui si trovavano lì. Poi raggiunse i colleghi e si preparò a sua volta ad attaccare il Rathalos orbo.
«No! Fermi!» urlò la ragazza, sbracciandosi e correndo verso di loro.
I tre la ignorarono e la superarono, dicendole di allontanarsi più che poteva. Xavia si avvicinò di corsa e si frappose tra loro e il Rathalos, tenendo le braccia allargate per indicare loro di fermarsi. I cacciatori la fissarono confusi, e anche la ragazzina.
«Questo Rathalos è la mia preda - spiegò - E devo catturarlo, non ucciderlo. Quindi, se lo toccate, giuro che non so cosa vi faccio: sono abbastanza nervosa, oggi»
I cacciatori erano titubanti e si scambiarono un'occhiata interrogativa. Ma poi, vedendo che il Rathalos non sembrava aggressivo, alzarono gli occhi al cielo e si decisero a rinfoderare le armi, andando quindi a scuoiare il Tobi-Kadachi. La ragazza corse dal Rathalos, abbracciandogli la testa.
«Ratha!» sussurrò, poggiando la sua fronte sul becco del mostro, che chiuse il suo occhio.
Passarono un minuto nel silenzio, mentre gli Aptonoth cominciavano a tornare nella piana dopo la battaglia che c'era stata. La ragazzina si voltò verso la donna. La guardò con un sorriso di riconoscenza:
«Grazie! Grazie infinite! L'ha salvato!» esclamò.
Poi, senza darle il tempo parlare, si portò una mano al petto.
«Sono Yuri Aros, Rider di alto grado da Hakum, affiliata alla Gilda di Gildegaran» si presentò.
Appena sentì quel nome e cognome, però, la donna dai capelli viola sbarrò gli occhi, sbigottita:
«Yuri Aros?»
Non riusciva a credere che la giovane Rider si chiamasse davvero così. Infatti, si convinse subito che fosse una coincidenza: d'altronde, gli omonimi potevano sempre capitare. Scosse la testa, voltandosi:
«Vieni con me, ti porto ad Astera: ti aspettiamo da più di una settimana» la esortò, celando l'agitazione.
Finalmente, quella brutta giornata volgeva al termine. Yuri ne rimase sollevata, ma non sapeva cosa il futuro riservasse. Né per lei, né per l'intera Astera.