Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: Eowyn 1    09/12/2019    1 recensioni
« E allora? Cosa sono questi discorsi? » li rimproverò Niniel guardandoli severamente « Che arrivi anche, la guerra. Sappiamo che ormai è quasi inevitabile! Ci porterà via molto, ma non è questo lo spirito con cui dobbiamo affrontarla! Dobbiamo reagire! Combattere e stare il più sereni possibile fino a che ne abbiamo la possibilità! » Che cosa sarebbe successo se Boromir, prima di partire per Granburrone, avesse conosciuto Niniel, la cuoca di corte? Un caso fortuito ha voluto che si conoscessero...
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Boromir, Faramir, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salve a tutti… fa così strano tornare a postare qui dopo tutto questo tempo, in particolare mi fa strano tornare a postare un nuovo capitolo di questa storia che, sebbene sia qui inconclusa dal 2014, non ho mai dimenticato. Spesso ho pensato di riprenderla in mano, ma in questi anni ho avuto poco tempo e spesso poca ispirazione. Nonostante tutto, la storia di Boromir e Niniel è sempre rimasta nel mio cuore e più di una volta ho pensato che prima o poi avrei trovato il coraggio di finirla. Quest’anno, verso la fine dell’estate, l’ho riletta tutta e, sebbene ogni due righe avessi la tentazione di sistemare qualcosa, modificare qualche passaggio, correggere il carattere di Niniel che spesso mi è risultato pesante (e meno male che l’ho scritta io XD) alla fine ho lasciato tutto così, perché in effetti ho cominciato a scrivere questa storia nel 2010… sono passati quasi dieci anni… era inevitabile che ora vedessi certe cose in modo diverso. Però ho capito che quella Niniel non potevo cambiarla, e che avevo ancora una voglia pazzesca di continuare e cercare di concludere questa avventura. E allora, tra un tentennamento e l’altro, tra varie insicurezze e il lavoro che spesso mi sottrae il tempo che vorrei poter dedicare alla scrittura, ho provato a tornare a scrivere. Sinceramente, non so cosa succederà XD nel senso che spero di non lasciar passare altri cinque anni prima di riuscire a scrivere il prossimo capitolo… Detto questo, non so se qualcuno ricorda questa storia, non so se i vecchi lettori frequentano ancora il sito e se saranno mai interessanti nel riprendere la lettura. Magari qualche nuovo lettore si imbatterà in questo delirio e, se sarà arrivato fino a qui, gli chiedo umilmente perdono per gli scleri.
Punto.
Detto questo… faccio un bel respiro e ci riprovo. Grazie a tutti e buona lettura! :*
Eowyn 1



CAPITOLO 23

16 MARZO 3019
La notte dopo la battaglia fu lunga e insonne per la maggior parte degli abitanti di Minas Tirith. In molti piansero parenti e amici scomparsi oppure passarono la notte a cercarli con ansia tra i corpi ammassati lungo il Pelennor e tra le vie distrutte della città.
La famiglia di Niniel rimase nella piccola stanza delle Case di Guarigione per assistere Narith, la loro abitazione era inagibile per via delle tremende crepe provocate dai massi lanciati dagli orchi con le catapulte. Ilarin, sua madre Sorien e Asyl, che durante la battaglia vi si erano riparati all’interno con Niniel, furono costretti ad aggiungersi alla miriade di sfollati che si ritrovavano senza una abitazione. Per lo meno erano ancora vivi e insieme.
Boromir avrebbe voluto che Niniel e i suoi famigliari accettassero un ricovero in una delle stanze a palazzo, ma erano tutti intenzionati a rimanere al fianco di Narith, anche se il ragazzo si era svegliato era comunque ancora debilitato dalla ferita riportata in battaglia e non completamente fuori pericolo. Boromir comprese i motivi del rifiuto anche perché lui stesso trascorse la notte al fianco di suo fratello Faramir che a sua volta si era risvegliato dopo essere stato curato dallo straniero venuto in città, ma era ancora debole e gravemente debilitato.
Fu una notte lunga e pesante. Molti non dormirono, chi dormì non riposò tranquillamente e nessuno in città festeggiò la vittoria della battaglia perché tutti sapevano che la guerra contro Mordor non era ancora conclusa.

Quando la mattina dopo Niniel si svegliò, le parve che ogni fibra del suo corpo dolesse come non le era mai capitato prima. Quelle sedie di legno non erano di sicuro il miglior giaciglio su cui riposare. Osservò in silenzio il fratello che, ancora assopito, respirava serenamente e con regolarità. Suo padre, sua madre ed Earine a loro volta riposavano tutti storti su sedie e sgabelli di legno.
Da sotto la porta proveniva un debole filo di luce, segno che era già mattina, e pur non sapendo dire che ore potessero essere, Niniel si alzò e cercando di non fare rumore si lavò il viso, ancora sporco dal giorno precedente. Con tutto quello che era successo non aveva minimamente pensato di lavarsi prima di andare a dormire. Osservò l’immagine che il piccolo specchio posizionato sopra la tinozza dell’acqua le stava restituendo e l’unica cosa che notò fu il viso stanco e provato di una Niniel ben diversa da quella che lei stessa conosceva. Se non fosse stato che erano mesi che non vedeva Boromir, probabilmente si sarebbe chiusa in quella camera vergognandosi di farsi vedere dall’uomo in quelle condizioni. Poi però pensò che aveva una gran voglia di passare del tempo con lui e soprattutto pensò che quelle avrebbero potuto essere le ultime ore che avrebbe trascorso in sua compagnia. Cosa ne sarebbe stato di loro a questo punto? Che mosse avrebbero fatto gli uomini di Gondor e che mosse avrebbe fatto Mordor?
« Niniel… » i suoi pensieri vennero interrotti dal padre che si era appena svegliato « Cosa fai? »
La ragazza accennò un sorriso e bisbigliò:
« Volevo andare a vedere come sta Faramir. »
« Che ore sono? »
« Non lo so, ma l’alba è già passata. Fuori si vede della luce. »
Il padre annuì.
« Vai e salutami Boromir. Poi ci dirai come sta Faramir. »
« Chiedi scusa a Narith se non aspetto che si risvegli… »
« Penso che capirà. » la tranquillizzò lui con un sorriso.

Quando Niniel uscì dalla stanza una luce fioca la accolse nel nuovo giorno. Doveva essere ancora presto, probabilmente non erano nemmeno le 8 del mattino, ma era certa che avrebbe trovato Boromir già sveglio. Vi erano troppe cose da fare perché lui potesse essere ancora addormentato, ma soprattutto era certa che anche lui avesse trascorso una nottata in bianco un po’ come lei.

Nelle Case di Guarigione, pur essendo ancora presto, c’era comunque un gran via vai di persone perché le emergenze erano ancora molte in seguito alla battaglia del giorno precedente, ma tutti si spostavano con maggior attenzione e parlavano sottovoce per non disturbare i feriti e i malati che stavano ancora riposando. A Niniel tutta quella situazione parve surreale, aveva l’impressione di non essere ancora riuscita del tutto a realizzare cosa fosse successo nelle ultime ore. La battaglia, le morti, le grida, Nasten, suo fratello ferito, la vittoria e la paura di ciò che sarebbe accaduto ora. A tutto questo c’era da aggiungere il ritorno di Boromir e la presenza di tutta quella gente che lo accompagnava e che agli occhi della ragazza appariva strana eppure al tempo stesso profondamente affascinante. Avrebbe voluto sapere di più su di loro, ma la sera precedente Boromir non aveva avuto tempo per raccontarle. Avrebbe voluto fargli tante domande, ma Boromir non sembrava avere tempo o voglia di risponderle. Avrebbe voluto poter vivere quel momento di ricongiungimento con più serenità e spensieratezza, ma non ci riusciva e non riusciva a capire come mai. Il presente e l’indeterminatezza del loro futuro la preoccupavano, così come la situazione della Città, ma soprattutto la preoccupava Boromir con i suoi discorsi lasciati a metà, alcuni suoi sguardi tristi e il suo trattenersi dal parlare di certe cose. Si domandò se tutto quello che era successo non fosse stato troppo per loro. Alla fine si erano conosciuti da poco, magari lei non aveva compreso del tutto Boromir, magari non era l’uomo che aveva sempre pensato che fosse. Si riscosse un attimo dalla spirale di pensieri in cui era stata trascinata dalla sua mente senza che riuscisse ad accorgersene.
Lo aveva giudicato male all’inizio, ma lui poi si era rivelato diverso da come lei credeva. Di sicuro ora c’era altro dietro ai suoi silenzi e a tutto quel mistero. Lui stesso le aveva detto che non avevano molto tempo per parlare, che certe cose avrebbe preferito spiegargliele con più calma. I tempi erano oscuri e di certo non aiutavano, ma doveva fidarsi, voleva fidarsi di lui e di loro.
Presa dai suoi pensieri, non si accorse che era praticamente davanti alla porta della stanza di Faramir e se ne rese conto solo quando udì i cardini scricchiolare e si trovò di fronte l’elfo e il nano che aveva visto il giorno precedente.
« Buongiorno, mia signora. » la salutarono loro con gentilezza.
Niniel rimase un attimo interdetta da tutta quella riverenza e soprattutto da quel “mia signora”.
“Signora? Io?!” pensò “Signora di chi?”, ma le esperienze degli ultimi mesi le suggerirono che non fosse corretto, o perlomeno carino, dare voce a quei pensieri. Soprattutto in quanto i due l’avevano trattata con estrema gentilezza e non sembrava che volessero mancarle di rispetto.
« Buongiorno, miei signori. » rispose quindi chinando il capo. Niniel ebbe il sospetto che il nano avesse intuito quali fossero i suoi pensieri, perché gli scappò un risolino, che però mascherò subito cercando di tornare serio.
All’interno della camera da cui erano appena usciti si sentì il rumore di una sedia che strisciava sul pavimento e pochi secondi dopo comparve sulla porta Boromir, che doveva aver udito la voce della ragazza.
« Niniel! » la salutò con un sorriso « Già in piedi? Come sta Narith? »
« Non si è ancora svegliato, ma ha passato una notte tranquilla. » rispose lei sorridendo a sua volta.
« Visto che sei qui e che qualcuno poco fa mi ha rimproverato per non aver ancora fatto le presentazioni… »
A questo punto si sentì di nuovo il nano ridacchiare, mentre l’elfo sembrò lanciargli un’occhiata di rimprovero.
« Niniel, loro sono Legolas figlio di Thranduil e Gimli figlio di Gloin, due dei miei compagni. Legolas, Gimli, lei è Niniel. »
La ragazza non avrebbe saputo dire con certezza, ma Boromir le parve leggermente in imbarazzo. Non ebbe il tempo di riflettere su questo aspetto, perché gli altri due presero la parola.
« Abbi pazienza Boromir, ma dopo averne sentito parlare così tanto permetti che eravamo curiosi di conoscerla? » ridacchiò il nano. Boromir abbassò lo sguardo con un leggero sorriso. « Comunque, piacere di conoscervi Niniel. Io sono Gimli e Legolas, come avrai capito, è l’elfo qui accanto a me. »
« Penso di essere in grado di presentarmi anche da solo… » lo riprese l’elfo « In ogni caso, Gimli ha già dato voce ai pensieri di entrambi. Molto lieto di fare la vostra conoscenza. »
Niniel rimase nuovamente colpita da tutto quel rispetto, non era abituata… lei era una semplice cuoca, nessuno le si era mai rivolto in quel modo.
« Il piacere è mio, miei signori. È un onore conoscere le persone che hanno accompagnato Boromir in questo viaggio. »
Loro sorrisero e risposero chinando leggermente il capo.
« Se non vi dispiace, ora vorremmo andare a trovare Merry e Pipino per sincerarci che stiano bene e che non abbiano bisogno di niente. È da ieri sera che non li vediamo e sappiamo che Merry ha riportato delle ferite. » spiegò Legolas.
« Mah… noi siamo qui a preoccuparci, ma vedrai che li troveremo intenti a banchettare e fumare proprio come è stato a Isengard. » borbottò il nano. Con quel suo modo di ridacchiare e borbottare continuamente a Niniel stava già simpatico.
« Meglio andare a sincerarci di persona… » concluse Legolas lanciando un’occhiata eloquente al nano, prima di aggiungere « Ci vediamo più tardi, Boromir. Niniel, buona giornata! »
E parlando tra loro a bassa voce, si allontanarono.

« Sembrano simpatici. » commentò Niniel.
« Tu e Gimli andrete parecchio d’accordo. » commentò Boromir osservando i due amici che se ne andavano « Avete lo stesso modo di borbottare sempre per tutto. »
« Con la sola differenza che io non ho la barba. » replicò Niniel indirizzando a Boromir una smorfia.
« Per fortuna! » commentò lui con un sorriso, poi si avvicinò e le diede un leggero bacio sulle labbra. Niniel rimase un attimo spiazzata da quel gesto, doveva ancora farci l’abitudine.
« Sei riuscita a dormire un po’? » le domandò poi lui osservandola dritta negli occhi.
« Quel tanto che basta. » rispose lei con un’alzata di spalle « E tu? »
« Quel tanto che basta. » le fece eco lui, con un sorriso stanco. Lei gli accarezzò una guancia e lui socchiuse gli occhi a quel contatto.
« Faramir come sta? » chiese poi lei.
« Si sta riprendendo, per fortuna. Dopo che Aragorn lo ha curato si è risvegliato. Legolas e Gimli sono passati anche loro a trovarlo. Vieni. » prima che lei potesse accorgersene, lui la prese per mano e la condusse dentro la camera.
Nella penombra, illuminato dalla fioca luce di una candela, le apparve Faramir. Il visto stanco ed emaciato segnato da profonde occhiaie, ma era sveglio e questo era l’importante.
Volse leggermente lo sguardo verso di loro: « Mi stavo giusto chiedendo quando vi sareste ricordati di me. » disse, la voce quasi un sussurro e un sorriso tirato che lasciava intravedere la sofferenza dell’uomo.
« Faramir! » Niniel si accostò al letto « Come stai? »
« Qualche ferita qua e là, per il resto tutto bene. » sorrise nuovamente, un sorriso stanco.
« L’importante è che tu sia sveglio. Qui sei al sicuro, ora con calma ti rimetterai! »
Un altro sorriso.
« Tu come stai? Boromir mi ha detto di Narith. »
« È ferito, ma sveglio anche lui. Si sta riprendendo. »
« Vi riprenderete entrambi. » disse Boromir.
« Hai visto? » le domandò poi Faramir, indicando il fratello con lo sguardo « È tornato. »
« Sì » sussurrò lei, le sue guance si tinsero di rosso.
« Non è che mi dovete dire qualcosa voi due? » li stuzzicò debolmente Faramir.
La domanda ebbe l’effetto di far arrossire Niniel ancora di più, mentre Boromir biascicò un: « Cosa mai dovremmo dirti? »
« Ah non lo so… chiedevo. » rispose Faramir sforzando un sorriso.
« Qualcosa mi dice che hai ancora bisogno di riposare… » commentò Boromir « Mentre io invece devo scendere nel Pelennor, Legolas e Gimli sono venuti a comunicarmi che Aragorn vuole parlare con me, Eomer e nostro zio Imrahil. »
Faramir si fece serio e annuì, mentre Niniel si era persa metà dei nomi che aveva citato Boromir, non sapendo chi fossero quelle persone.
« Posso accompagnarti fin giù? » gli domandò.
« Da quando chiedi il permesso? » commentò divertito Boromir.
Niniel alzò le spalle: « Magari poteva darti fastidio la cosa, oppure non era opportuno o forse me ne devo stare fuori da queste situazioni… »
Boromir la osservò « Beh, nessuna delle tre cose. »
Niniel annuì.
Salutarono Faramir, che indirizzò a Boromir uno sguardo strano, poi l’uomo e la ragazza si diressero insieme verso l’uscita delle case di Guarigione e presero la strada che conduceva verso i livelli più bassi della città.
Percorsero il primo tratto in silenzio, poi Boromir diede voce a un pensiero che gli ronzava in testa da un po’.
« Niniel, c’è qualcosa che non va? »
La giovane lo osservò in modo confuso: « Dopo tutto quello che è successo mi sembra una domanda strana la tua. Narith e Faramir sono feriti gravemente, la città è distrutta, noi siamo stati lontani per mesi e c’è una guerra in corso che non si sa come continuerà e come finirà. Quindi sì, direi decisamente che c’è qualcosa che non va. » rispose, leggermente scocciata.
« So in che situazione ci troviamo, ma prova a lasciare fuori da tutto questo la guerra e le perdite che abbiamo subito. » a questo punto l’uomo si fermò, costringendo anche lei a fare lo stesso « Io vorrei capire se c’è qualcosa che non va tra noi due. So che siamo stati lontani per mesi, so che mi hai creduto morto e che mentre ero via sono cambiate varie cose nella tua vita, anche se ancora mi devi spiegare bene, ma al di là di questo ho l’impressione che ci sia dell’altro. »
La ragazza si ritrovò gli occhi grigi di Boromir piantati nei suoi, uno sguardo severo e allo stesso tempo preoccupato. Niniel sospirò, prima di rispondere.
« La verità è che ho come la sensazione che ci sia qualcosa che tu non mi vuoi dire. So che ieri sera abbiamo avuto poco tempo per parlare e che ne avremo poco anche in questi giorni, ma non capisco se si tratta solo di tempo o se c’è dell’altro. »
Boromir sospirò, poi accennò un sorriso:
« Non c’è niente che ti sto nascondendo, Niniel. Se avessi voluto nasconderti qualcosa non ti avrei raccontato della missione che ha spinto me e i miei compagni a questo viaggio, così come non ti avrei raccontato di ciò che ho fatto a Frodo. » la sua voce si incrinò e i suoi occhi si abbassarono un attimo, poi li fissò nuovamente in quelli della ragazza « Credimi, mi vergogno profondamente per ciò che ho fatto, ma se non mi fidassi di te non te lo avrei raccontato. A parte i miei compagni sei l’unica che lo sa, non ne ho ancora parlato nemmeno con mio fratello. Può essere che io ti abbia fatto pensare che volessi nasconderti qualcosa perché ieri sera le mie spiegazioni sono state veloci e lacunose, ma era solo per via del poco tempo a nostra disposizione. Ti assicuro che non appena avremo un po’ di tranquillità ti spiegherò con più calma e risponderò a tutte le tue domande. Poi, se non ho intuito male, anche tu avrai parecchie cose da raccontarmi. » le si avvicinò e le scostò dal volto una ciocca di capelli ribelli. Gli occhi della ragazza erano ancora fissi nei suoi, erano seri e con una severità che non le aveva mai visto prima.
« Promesso? » domandò lei.
« Promesso. » annuì lui con un sorriso « Anche se sinceramente non so bene quando avremo del tempo da passare insieme con un po’ di tranquillità. Ora devo andare da Aragorn per decidere quali saranno le prossime mosse di questa guerra e temo che in giornata avrò vari impegni che mi terranno occupato. Devo rivestire il mio incarico di Sovrintendente ora e non siamo certamente in un momento in cui avrò molto tempo libero, ma ti prometto che appena possibile lo troveremo. »
« Mi basta sapere che non mi stai nascondendo nulla, poi il tempo quando verrà lo sfrutteremo. » gli rispose lei, un po’ più sollevata.
« C’è altro di cui vuoi parlare? Qualcos’altro che ti turba? » le domandò lui.
Niniel alzò le spalle: « Non penso. »
« Non sei molto convincente. »
« Non per il momento. »
« Va bene… »
I due ripresero il loro cammino verso i Campi del Pelennor. Per i primi minuti rimasero in silenzio poi cominciarono a scambiare qualche impressione relativa allo stato in cui versava la Città. Camminavano entrambi con fare deciso anche se le loro spalle parevano curve, come schiacciate da un peso opprimente. Molti in città li videro, li seguirono con lo sguardo, bisbigliarono qualcosa sul fatto che lui fosse tornato e che quella ragazza fosse ancora al suo fianco.
Quello che Niniel non capiva era se quei sussurri che percepiva fossero dovuti al parlare a vanvera della gente o alla malvagità del Nemico che da Mordor continuava ad allungare i suoi tentacoli fino a Minas Tirith, nonostante la sconfitta appena ricevuta durante la battaglia del Pelennor. La cuoca avrebbe tanto voluto accucciarsi a terra e premere forte le mani sulle orecchie per dar fine a tutto ciò, ma mantenne il suo ritegno e continuò a camminare al fianco di Boromir cercando di mostrarsi il più possibile sicura di sé, nonostante in realtà dentro si sentisse ardere di rabbia e paura.
Ciò che la metteva fortemente a disagio era anche il fatto che si stava rendendo conto di avere pochi argomenti da condividere con Boromir in quel momento e, peggio ancora, non capiva se fosse per la lontananza di quei mesi, per lo strano comportamento dell’uomo o perché forse tra loro qualcosa non stava funzionando. Gli occhi le pizzicarono e le lacrime minacciarono di scendere, ma fece un respiro profondo, strizzò gli occhi un paio di volte e cercò di concentrarsi su altro.
La mensa militare distrutta, il secondo livello, il luogo in cui aveva visto morire Nasten… forse non erano il massimo dei pensieri, ma la distrassero da ciò che in quel momento stava rischiando di farla crollare davvero.
« Attenta! » la voce di Boromir la riportò alla realtà. Le stava porgendo una mano per aiutarla a superare un cumulo di macerie che non era ancora stato spostato. Niniel accettò l’aiuto e si sforzò di sorridere, lui comprese quanto quel sorriso fosse tirato, ma si trattenne al chiederle spiegazioni. Pensò che fosse dovuto al pensiero della guerra, all’idea che la Battaglia del Pelennor non costituisse la vittoria finale su Sauron, ma dentro di sé nutriva il dubbio che ci fosse dell’altro.
Finalmente giunsero al cancello di Minas Tirith o meglio, a ciò che ne rimaneva, e alla miriade di schegge che giacevano nelle vicinanze di quella che era la porta della Città. Ancora qualche centinaio di metri e si ritrovarono all’aperto, nei Campi del Pelennor. Numerose pire, costituite dai corpi degli Orchi, bruciavano in molteplici punti della piana spandendo un odore acre e nauseabondo, gli enormi cadaveri degli Olifanti spezzavano in maniera orribile la vastità di quel luogo mentre molti uomini di Gondor continuavano a lavorare incessantemente per recuperare i cadaveri dei loro concittadini e dei Rohirrim.
Qualche soldato salutò Boromir, ma Niniel non vi fece caso tanto era impegnata a osservare l’orrore che li circondava.
« Niniel… » all’improvviso la voce dell’uomo la riportò alla realtà.
Solo in quel momento la ragazza si rese conto che si trovavano di fronte a una serie di tende che erano state allestite in uno spiazzo libero del Pelennor.
« Siamo, cioè, sei arrivato?» domandò.
Boromir annuì.
« Devo chiederti ora di lasciarmi solo con Aragorn e mio zio Imrahil. Perdonami, se fosse per me non avrei problemi nel farti rimanere, ma… »
« Tranquillo, Boromir. Capisco, non c’è bisogno che ti scusi. Io torno alle Case di Guarigione, voglio passare a vedere come sta mio fratello. »
« Salutalo da parte mia e digli che non appena sarà possibile tornerò a trovarlo. Niniel… dovrei chiederti un favore. » le disse lui con voce quasi tremante « So che Narith ha riportato una grave ferita e che tu e la tua famiglia siete molto impegnati e in pensiero per lui, ma sarei sollevato se tu potessi passare a controllare Faramir ogni tanto… io sarò molto occupato qui, non so quando riuscirò a tornare da lui e ora… siamo soli. Se tu potessi… »
Niniel percepì una forte fitta al cuore.
« Non preoccuparti, Narith ha già chi si occupa di lui. Mi dividerò più che volentieri tra mio e tuo fratello. »
Boromir sorrise, sollevato.
« Ti ringrazio, ora sono più tranquillo. »
« Ti lascio andare ora. » sospirò lei indicando le tende con un gesto del capo.
Boromir le si avvicinò e le posò un bacio sulla fronte poi, prima di allontanarsi, avvicinò le labbra all’orecchio di Niniel.
« Non fare caso alle voci che sentirai per strada nel ritorno verso le Case di Guarigione. Sono solo voci. Non dargli importanza. »
Niniel sorrise, lui aveva capito.
« E tu ricordati questo: tu e Faramir non siete soli. »
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: Eowyn 1