III
Nothing's
Wrong but Nothing's True
The
men up on the news, they try to tell us all that we will lose
But
it's so easy in this blue, where everything is good
A
Darcy non l'aveva detto, ma di fatto era quasi morta.
Qualche
idiota era riuscito a passare oltre i suoi incantesimi illusori e
trovare il luogo in cui tenevano nascosti la maggior parte dei loro
risparmi: essendo soldi non del tutto puliti, non avrebbero potuto
tenerli al sicuro in modi convenzionali. Il problema era sorto quando
si era accorta, troppo tardi, che i suddetti deficienti avevano
saputo sfruttare bene la loro netta superiorità numerica,
unica
chance che avevano di sopravvivere alla sua furia.
Ed
ancora prima che fosse riuscita a lanciare un attacco elettrico, che
sarebbe bastato ad incenerirli tutti, si era ritrovata un pugnale
magico nella schiena.
Riversa
a terra, con una pozza di sangue che andava formandosi sotto al suo
ventre, Stormy era stata in grado solo di guardarli fuggire con il
denaro che erano riusciti a recuperare; ricordava perfettamente i
loro volti e si era ripromessa di trovarli, mentre estraeva
dolorosamente l'arma dalle sue carni e cominciava subito a curarsi.
Come
aveva fatto ancora non lo sapeva, dato che in tale posizione era
quasi difficile da toccare: era affondato molto vicino alla colonna
vertebrale; il polmone – a quanto sembrava, lei non ne sapeva
molto
di anatomia – doveva essersi solo danneggiato
superficialmente,
quindi nella sfortuna d'essersi trovata nel luogo sbagliato al
momento sbagliato, aveva avuto la fortuna di non morirci.
Aveva
visto tanto sangue solo la sera in cui lei e le sorelle erano fuggite
dalla loro vecchia abitazione: sua madre, la camicia da notte che
portava e la poltrona erano per buona parte tinte di quel rosso che
ora le macchiava le mani e le bagnava lo stomaco.
I
ricordi non la stavano di certo aiutando.
Si
era imposta di mantenere la calma, infondendo il potere nel suo corpo
per potersi curare le ferite: nonostante non toccasse i campi della
sua magia, aveva sviluppato delle arti curative decenti. O meglio, le
aveva dovute imparare nel corso delle numerose battaglie con le fate,
che apparivano così buone agli occhi della Dimensione
Magica, ma
qualche volta erano andate ben vicine al far fuori lei e le sue
sorelle; e non poteva puntare sempre sulle ottime capacità
di Darcy.
Stringendo
i denti, percepiva la ferita chiudersi lentamente, il sangue smettere
di sgorgare dall'interno del suo corpo: si sarebbe presa un attimo
per riposare, si era detta. Dopo aver subito un colpo simile non si
sarebbe potuta rialzare come se non fosse successo niente,
soprattutto qualora la sorella l'avesse scoperto.
Le
sarebbero bastati una ventina di minuti, sentiva l'energia alimentata
dalla sua rabbia riprendere a crescere: così chiuse gli
occhi,
cercando di regolarizzare il respiro.
Non
pensava di crollare addormentata per tredici ore.
Il
Sole, alto nel cielo, l'aveva svegliata nel sobborgo isolato in cui
era collassata, ed istintivamente si era tirata su seduta, conscia
d'aver dormito troppo; un dolore lancinante l'aveva colpita alla
schiena, mozzandole il respiro per un paio di secondi.
Aveva
maledetto il suo comportamento brusco ed impulsivo che le aveva fatto
riaprire la ferita: non l'avrebbe mai ammesso, ma invidiava la calma
con cui Darcy gestiva le situazioni. Di certo lei non avrebbe dovuto
curarsi nuovamente perché non s'era ricordata di essere
stata
pugnalata la sera precedente.
E
si era maledetta anche perché poteva già essere
sicura che la
mezzana l'avrebbe scoperta.
“Si
può sapere dove sei stata?” l'aveva infatti
apostrofata una volta
che fosse tornata a casa, pronta a smascherare qualsiasi bugia avesse
cercato di rifilarle; Stormy si era limitata a roteare gli occhi,
sedendosi con cautela sul divano per non rivelarle la ferita.
“Siediti.”
disse alla sorella con tono sgarbato; Darcy alzò un
sopracciglio,
esitando e temendo la serietà che la minore stava mantenendo
in tale
frangente.
“Fidati,
siediti.”
La
osservò sedersi, cercando di scegliere le parole giuste nei
pochi
attimi che le rimanevano: stare in silenzio per troppo tempo avrebbe
fatto crescere dei dubbi nella mente della sorella sulla
veridicità
delle sue parole, e non era decisamente l'effetto che voleva
ottenere.
“Dei
deficienti hanno trovato il nascondiglio dove tenevamo i soldi
–
cominciò, mettendosi sulla difensiva: l'atteggiamento le
ricordava
quando, in passato, una tattica non andava a buon fine
perché s'era
decisa ad agire di testa sua. Grazie al cielo non c'era Icy a
ribadirle quanto fosse inutile per il loro obiettivo – e no,
non so
come abbiano fatto a passare la tua illusione, però l'hanno
fatto.
Io ce li ho trovati dentro.
Ovviamente
li ho attaccati perché non potevo lasciarli scappare con i
soldi,
solo che loro erano in venti ed io ne vedevo solo la metà:
mi hanno
preso alle spalle i vigliacchi, e sono scappati con tutto quello che
sono riusciti a prendere.
Però
tu non preoccuparti, vado subito ad ammazzarli: i soldi li avranno
loro, quindi non è un problema.” ad ogni parola
che pronunciava,
vedeva il nervosismo della mezzana crescere: avrebbe fatto meglio ad
iniziare subito le ricerche.
“Non
è un problema?” ripeté la mora, con un
tono un po' troppo alto.
“Credi
veramente che non li abbiano già spesi? Sanno che tornerai a
cercarli, la tua faccia che ti ostini a non nascondere in giro la
conoscono tutti.
Dovevi
stare più attenta, Stormy, e dovevi chiamarmi: in due non ci
avrebbero sconfitte ed i soldi sarebbero ancora al sicuro, invece che
in giro per la Dimensione Magica.” le disse Darcy, perdendo
una
parte considerevole della calma che la contraddistingueva: la sorella
assottigliò gli occhi, sputando una risposta.
“Dillo
allora. Dillo che sono inutile, che sono solo un danno. Stai parlando
proprio come quella stronza, quindi perché non lo
dici?”
“Perché
non lo sei – con un lungo respiro, la strega delle illusioni
si
passò una mano tra i capelli, tirandoseli indietro
– Non lo sei,
non pensarlo. Ti sto spiegando che non possiamo recuperarli, e tra
meno di una settimana devo pagare l'affitto, non riesco ad arrivare a
quella cifra.
E
se mi offendi ancora così ti sbatto fuori.”
Il
commento fece nascere sul volto della minore l'accenno di un
sorrisetto.
Non
accadeva spesso che i loro litigi finissero così in fretta.
“Allora
cosa facciamo? Vado a borseggiare qualcuno?”
“Non
cominciare, Stormy. Abbiamo troppo poco tempo per riuscire a
raccogliere una cifra simile, senza contare che non possiamo ancora
esporci così tanto. Credo ci sia un'unica cosa da
fare.” dalla sua
posizione seduta, sembrò affondare ancora di più
nella poltrona.
Stormy
capì che sarebbe stato qualcosa di scomodo per entrambe, ma
le
sfuggiva di cosa potesse trattarsi; prima di chiedere, si prese
qualche attimo per osservare la sorella e provare ad arrivarci da
sola.
“Devo
chiamare Icy.” l'anticipò la mezzana, con il tono
di chi stava
ammettendo un delitto.
“Oh
no. Qualsiasi altra cosa Darcy, ma quello no. Io non ci voglio
parlare, né voglio sentire la sua voce, né voglio
sapere che esiste
ancora.”
“Non
preoccuparti, tu non ci parlerai. Farò tutto io e
cercherò di fare
più in fretta possibile.” e sospirando rassegnata,
prese il
cellulare per comporre un numero che un tempo ricordava a memoria, ma
che ora avrebbe dovuto cercare nella rubrica.
“Prima
le perdenti.” esclamò soddisfatta, mentre
aspettava di deviare
qualche insulso attacco delle fatine. Colpirle con qualche potente
incantesimo dei suoi l'avrebbe sicuramente distratta da ciò
che era
riuscita a capire: le parole di Darcy erano state cristalline, non
era servita una spiegazione per farle venire in mente il rito che
avevano sognato di praticare da anni.
Per
una volta si sarebbe dovuta contenere per non mostrare lo sgomento e
la rabbia che stava provando per aver scoperto che sua sorella
maggiore aveva deciso di farlo da sola. Se solo le avesse avvisate
non si sarebbero trovate in una situazione simile dove, e lo
comprendeva fin troppo bene anche lei, anche un solo passo falso
avrebbe segnato la sua morte.
“E poi la
stupida sarei io.”
le venne da pensare, appuntandosi mentalmente di dirglielo quando si
sarebbero ritrovate. Non perse nemmeno tempo ad indugiare su se
avesse ancora avuto l'occasione di parlarle.
Com'era prevedibile, la prima ad
attaccare fu Stella, e con un attacco molto prevedibile; Stormy non
dovette nemmeno spostarsi per deviare la lama solare con uno dei suoi
fulmini, scaturito dai palmi delle sue mani. Le stelle, prima
visibili, cominciarono a soffocare sotto una coltre di nuvole nere.
Distrarre le fate con numerosi
incantesimi le sembrava un'ottima strategia per far guadagnare tempo
alla strega delle illusioni, che si sarebbe dovuta occupare
dell'albina una volta che questa avesse completato l'incantesimo: se
le nemiche le avessero colte allora, per loro non ci sarebbe stata
battaglia. Le venne in mente che parlandone non sarebbero andate
incontro ad una situazione così scomoda: ma, piuttosto che
dire a
delle stupide fatine ciò che lei e le sue sorelle avevano
cercato di
fare da una vita, si sarebbe tranciata di netto la lingua con le sue
stesse mani.
“E questo
sarebbe un attacco?”
le provocò quindi, per far concentrare le attenzioni su di
sé.
“Non ci
stiamo neanche
riscaldando – intervenne Musa, facendosi avanti ad affiancare
la
bionda – Quante chance pensi di avere contro tutte e
cinque?”
“Non
riuscireste a battermi
nemmeno se foste in sei.” e senza dar loro il tempo di
attaccare di
nuovo, fece scendere due potenti fulmini dal cielo: le avrebbe
incenerite se entrambe non avessero avuto la prontezza di creare una
barriera protettiva.
“Stiamo
attente ragazze, Darcy
potrebbe essere ancora nascosta qui intorno.” disse Aisha,
gettando
uno sguardo ai dintorni: la strega era sparita troppo in fretta per i
suoi gusti e, dato che l'attuale situazione non la convinceva per
niente, voleva sapere più di ogni altra cosa cosa
c'entravano le
Trix con la scomparsa di Bloom.
La fata di Andros non era l'unica
ad essere poco convinta: Tecna osservava i movimenti di Stormy
cercando di collegare gli indizi che era riuscita a raccogliere.
Con ogni probabilità la strega
delle tempeste sapeva, o ne aveva il sospetto, dove si trovasse
Bloom, e lei era intenzionata a scoprirlo.
La strega si sollevò di qualche
metro da terra, guardandole dall'alto.
“Ho proprio
voglia di
divertirmi.” disse loro con un ghigno, facendo crescere in
dimensione le nuvole cariche di elettricità sopra di loro.
Allargando le braccia, creò un forte tifone capace di
mandare
numerose scariche, una delle quali centrò la fata della
tecnologia
mandandola dall'altro lato della strada: ma questa con prontezza,
diede un colpo di ali ed evitò l'impatto con la finestra di
un
appartamento.
Prima che il tornado potesse
raggiungerle e metterle fuori combattimento, Flora premette i palmi
delle mani al suolo: subito un paio di grosse radici ruppero
l'asfalto sotto i piedi della strega, mandandola a terra e
distraendola quanto bastava per neutralizzare l'incantesimo.
Il legno si avvolse intorno alle
sue gambe, stringendole con una forza considerevole, forse molta
più
di quanta ne intendeva la fata dei fiori: se avesse continuato
così
avrebbe potuto spezzarle di netto i femori. Digrignando i denti per
non dare alle fate la soddisfazione di sentirla urlare, Stormy
liberò
l'energia statica che aveva in corpo, sufficiente ad incenerire
nell'immediato le radici e liberarsi.
Infastidita dall'attacco di
Flora, indirizzò a lei un fulmine che stentò a
parare, provocandosi
un'ustione al braccio sinistro. Davanti a lei si pose Musa, che
rispose alla magia con una potente onda sonora.
La strega, concentrata a
vendicarsi della fata di Limphea, cadde dolorosamente di schiena
sull'asfalto: avrebbe dovuto rialzarsi immediatamente, ma quando
tirò
su la schiena percepì un liquido caldo scivolarle lungo il
fianco.
Soffocò un'imprecazione e si
sostenne con una mano: ora si stava pentendo di non aver detto a
Darcy della ferita.
Aisha era pronta a centrarla con
un'onda morphix per poterla neutralizzare senza ferirla
ulteriormente, se solo il cellulare di Flora non si fosse messo a
squillare a tutto volume.
“Flora, sto
cercando di
concentrarmi.” le sussurrò.
“E'
Bloom.” fu l'unica cosa
che riuscì a dire.
Il piano di Stormy era appena
fallito e l'aveva capito dopo tali parole: riuscì a tirarsi
in
piedi, sfoggiando un'espressione strafottente, come se la notizia non
la riguardasse. Ma l'idea che Bloom potesse essere già su
Whisperia
ed aver attaccato sua sorella schiacciava quel poco di controllo che
aveva; oppure non l'aveva nemmeno fatta avvicinare al loro pianeta
d'origine.
Era conscia che la fata della
Fiamma del Drago era sempre stata clemente con l'albina e non aveva
mai usato colpi mortali contro di lei – altrimenti sarebbe
già
morta durante il loro primo scontro serio – ma se avesse, per
una
volta, sbagliato a dosare il potere?
L'idea di trovarla carbonizzata
accanto alla sua acerrima nemica le fece venire un conato di vomito
che, per sua fortuna, le fate non notarono.
Non credeva di potersi
preoccupare fino a tal punto per una stronza come Icy.
“Sì,
arriviamo subito.” e
detto ciò passò subito il cellulare a Tecna; la
strega non riuscì
a capire cosa si stessero dicendo, ma le avrebbe dovute seguire ad
ogni costo.
Dov'era Bloom ci sarebbero state
informazioni su ciò che aveva fatto sua sorella prima di
lasciare
Magix, informazioni con ogni probabilità rilevanti.
“Noi tre ci
occupiamo di Stormy
– dichiarò Aisha, rivolta alle compagne
– Voi due andate da
Bloom.”
E quando Tecna e Flora partirono
veloci verso la periferia di Magix, la strega si alzò in
volo e,
usando un potente fulmine come diversivo, si apprestò a
seguirle.
Non avrebbe potuto farlo per molto, quando se ne sarebbero accorte si
sarebbero arrestate per attaccarla: pertanto avrebbe dovuto pensare
come Icy.
Dove sarebbe andata prima di
dirigersi su Whisperia? O dove avrebbe portato Bloom per sottrarle la
Fiamma del Drago?
Farlo in volo e con una ferita
sanguinante non era esattamente la sfida più facile che
avesse
affrontato: e passare mentalmente tutti i bar dove la sorella andava
ad ubriacarsi non la stava aiutando.
L'albina era stata un po'
dappertutto, il che l'aveva resa difficile da rintracciare:
l'appartamento era da escludere, così come i posti troppo
scoperti e
popolati; ma avrebbe potuto rompersi la testa su mille altri posti
prima di trovare quello giusto. Avrebbe anche provato a farlo,
finché
sotto al suo corpo non fece capolino la foresta ad un paio di
chilometri da Magix.
La ricordava fin troppo bene e si
diede dell'idiota per non averci pensato prima; quando Tecna la
notò
e si voltò per contrastarla con un incantesimo, Stormy era
scesa
improvvisamente di quota, infilandosi nella foresta.
“Ha capito
dove stiamo andando,
Flora, seguiamola!” sentì appena, e non si permise
di rallentare
nemmeno di poco. Ringraziò di essere abbastanza agile per
non
schiantarsi contro i rami degli alberi, e di avere abbastanza memoria
per ricordarsi dove andare.
Non riusciva a capire il motivo
per cui la strega dei ghiacci fosse tornata alla radura dove sorgeva
la loro prima casa a Magix, ma aveva la sensazione che non fosse per
niente di buono. Arrivare lì – supponendo che
Bloom fosse lì –
prima delle Winx le avrebbe dato un buon vantaggio.
“Non riesco
a fermarla, è
troppo veloce!” la voce di Flora alle sue spalle fece nascere
un
sorrisetto compiaciuto sulle sue labbra, spingendola ad aumentare
ulteriormente la velocità. Mantenendo la concentrazione, si
avvicinò
rapida alla sua destinazione: e più guadagnava metri,
più percepiva
un forte potere assopirsi lentamente.
La cosa non la tranquillizzava
affatto.
Scorse nell'immediato i capelli
fulvi della fata, sdraiata su un fianco con il cellulare stretto tra
le mani. Atterrò davanti a lei, attirando la sua attenzione,
ma
invece di rivolgerle uno sguardo sprezzante venne catturata dal
grosso cumulo di ceneri poco lontano.
Un tempo, lei e le sue sorelle
vivevano lì: nessuna di loro aveva ancora rischiato la vita,
né
aveva provato a conquistare l'Universo Magico. Erano solo loro e la
madre, chiuse in quel cottage ad imparare tutto ciò che
potevano
sulla magia nera: ed ogni tanto, quando il controllo dell'adulta
veniva meno, lei e le sue sorelle uscivano di nascosto a giocare.
Si spingevano fino al limitare
del bosco per osservare da lontano la civiltà della quale
non
potevano fare parte, immaginandosi come fosse la gente che viveva
lì,
quali interessi avesse.
Per qualche secondo rimpianse
quel periodo; poi si ricordò che ai suoi piedi giaceva una
fatina da
gonfiare di botte.
“Cosa ci fai
qui? Pensavo fossi
con Icy.” mormorò Bloom, guardandola con la coda
dell'occhio; la
sua interlocutrice abbozzò un'espressione maliziosa,
premendo uno
stivaletto sul suo fianco scoperto.
“No. Ora
dimmi che fine ha
fatto mia sorella o giuro che ti squarto.”
“E dovrei
saperlo meglio di
te?” le rispose con voce ostile, sibilando di dolore nel
sentire il
tacco premere contro la sua pelle. Un forte fruscio che proveniva
dalle frasche l'avvisò dell'arrivo dei rinforzi, e la strega
si
preparò ad accoglierli come si doveva: una saetta
sfiorò Stella,
mancandola per qualche millimetro.
“Lasciala
stare, strega!”
urlò, puntandole contro lo scettro. Stormy non si
lasciò intimidire
e fece più pressione sul corpo sotto di lei.
“Altrimenti?”
sibilò
trionfante; e poté godere appena dell'espressione adirata
della
principessa di Solaria, che delle onde soniche la fecero volare in
avanti di un metro.
Le sue ginocchia impattarono in
modo violento al suolo, ma nulla fu paragonabile alla fitta alla
spina dorsale che la costrinse a terra. Il suo corsetto già
scarlatto, doveva essersi scurito vicino alle scapole, ed Aisha
doveva essersene accorta dal sussulto che emise nel volare vicina a
lei.
“Aspettate.”
la udì
sussurrare a Musa e a Flora che l'avevano raggiunta.
Prendendo un respiro profondo e
facendo forza sulle braccia, la strega delle tempeste riuscì
a
spingersi indietro per sedere almeno sulle ginocchia, ma quando fu
sul punto di rialzarsi si sentì chiudere la gola.
Un paio di forti colpi di tosse
la colsero, facendole portare istintivamente le mani alla bocca;
quando le mise a fuoco davanti al suo viso, le trovò
macchiate di
sangue.
“Oh
merda.” biascicò, prima
di nascondere i palmi alle nemiche; ma le tre vicine a lei avevano
già visto tutto.
“Quindi
dobbiamo curarla?
Ironico.” commentò Musa, mentre la fata dei fiori
si chinò con
molta cautela ed avvicinò le mani alla schiena della strega.
Stormy non si mosse, ma giurò
per più di una volta a sé stessa che avrebbe
rotto tutte le ossa a
quei bastardi che avevano osato accoltellarla.
Bloom aveva appena
serrato le
labbra: le immagini che era stata in grado di spiegare apparivano
estremamente nitide alle compagne che l'avevano soccorsa, ma non
poteva immaginare quanto terribilmente realistiche potessero sembrare
a Stormy.
Nell'ascoltarla, indebolita dalla
ferita che si era infiammata ed addirittura riaperta, aveva visto una
figura che le ricordava la sorella stare in piedi al centro della
radura, con il viso rivolto verso il rogo magico. L'espressione
tirata e controllata, mentre guardava la casa in cui aveva passato i
pochi momenti migliori della sua vita bruciare in pochi attimi.
La faccenda andava complicandosi
di parecchio.
“Ferma,
ferma, fammi capire
bene – il suo tono era smorzato, molto diverso dal solito
– Stai
parlando di un fuoco sacro? E di spiriti?”
La fulva le rivolse uno sguardo
alquanto perplesso, e non era stata l'unica: Stormy parlava della
vicenda come se fosse qualcosa che avesse scoperto da poco.
Fu Tecna a parlare, desiderosa di
capire a fondo la faccenda: da quando aveva incrociato lei e Darcy
aveva avuto la sensazione che qualcosa non fosse andato per il verso
giusto; ma ora, nel vedere la più impulsiva delle tre cedere
allo
sgomento, ne aveva la certezza.
“Quindi,
oltre a non sapere
dove sia Icy, non sai nemmeno cosa ci faceva qui?” la mise
con le
spalle al muro. La reazione che scatenò confermò
ulteriormente i
suoi dubbi.
“Certo che
lo so! Cosa credete,
che mia sorella non mi parli?” ed era proprio
così, ma le fate non
dovevano saperlo.
“Allora
perché sembri così
stupita di quello che ha fatto? Perché avrebbe dovuto agire
da sola,
poi.” puntualizzò Aisha, capendo almeno in parte
cosa la compagna
voleva fare: indurre la strega delle tempeste a vuotare il sacco non
sarebbe stato troppo difficile. Valeva la pena provare.
“Infatti
– rincarò la dose
Bloom – Me l'hai anche chiesto quando sei arrivata ed io
stessa mi
sono stupita di non avervi viste con lei. Ha rischiato abbastanza
quando uno spirito l'ha aggredita, non sarebbe successo se foste
state in tre; senza contare che mi ha detto di non poter sprecare
magia per attaccarmi.”
“Vogliamo
parlare di Darcy che
se ne va chissà dove invece di combattere contro di
noi?” disse
Stella, comprendendo dove il discorso stesse andando a parare.
“La volete
smettere?! Sono solo
le vostre stupide teorie. Non c'è proprio niente che non va
tra di
noi.” sputò la strega, alzando di parecchio il
tono. Ciò che
aveva detto a Bloom era solo la sua parola contro la propria, se
avesse mantenuto la facciata sarebbe riuscita a cavarsela a
sufficienza.
Non poteva dir loro che in realtà
non si parlavano da un anno e a malapena sapessero dove fosse; che
ciò che avevano davanti agli occhi era un rito funebre che
sua
sorella non avrebbe dovuto fare da sola; che lei era lì solo
per far
guadagnare tempo a Darcy nella speranza che non fosse troppo tardi.
Eppure loro stavano cercando di
cavarle le informazioni dalla bocca.
“Per quanto
ne sappiamo
potrebbe essere grave, noi possiamo aiutarvi.” il tono dolce
di
Flora le fece letteralmente saltare i nervi. Quelle stupide fatine
non avevano nessun diritto per ficcare il naso nella sua vita.
“Ma voi
fatine non siete capaci
di farvi i cazzi vostri? Va bene, mia sorella ha preso la Fiamma del
Drago, e grazie al cazzo, è da tutta la sua vita che
è fissata con
quel potere e con te – e puntò nervosamente il
dito contro Bloom –
ma il resto non dovrebbe nemmeno interessarvi, neanche se fosse
qualcosa di grave: ce le risolviamo noi le nostre cose, voi risolvete
le vostre.”
“Vorrei
ricordarti, Stormy, che
tutte le volte che qualcuna di voi prende la Fiamma del Drago rischia
di distruggere la Dimensione Magica. Quindi sì, sono anche
affari
nostri.” le fece presente Musa, incrociando le braccia al
petto.
La situazione non le piaceva
granché: vedere la strega delle tempeste cedere gradualmente
se
messa sotto torchio le dava l'impressione che ciò a cui
stessero
andando incontro fosse molto peggio di ciò che si
aspettassero.
“No, questa
volta non lo sono.”
“E dovremmo
fidarci di te senza
sapere niente? Tu e le tue sorelle non siete esattamente le persone
più affidabili di questo mondo.”
protestò Aisha.
Stormy strinse i pugni fino a far
sbiancare le nocche; ma finché non avessero scoperto dove
fossero le
sue sorelle avrebbe potuto continuare a fingere e a trattenerle.
“Comunque
non hai ancora
risposto alle mie domande.” tentò di cambiare
argomento,
rivolgendo il suo sguardo a Bloom.
“Sì,
è quello che ha fatto.
Ma finché non spiegherai a cosa serviva quell'incantesimo
non ti
dirò nient'altro.” ed accennò un
sorrisetto al sospiro scocciato
che la minore delle Trix emise.
“E' una cosa
personale. Non
sono veramente cazzi vostri.”
“Allora non
avrai altre
informazioni.” sentenziò, reggendosi appena a
Stella che la stava
sostenendo.
Ora la strega era a dir poco
furente: l'elettricità aveva cominciato a scorrere lungo il
suo
corpo, attraverso le sue mani serrate, tra i ricci dei suoi capelli.
“Adesso
tocca a me ricattarvi:
o me lo dite con le buone, o vi faccio a pezzi.”
“Non ti
conviene, ti si
riaprirà la ferita. E questa volta la situazione potrebbe
peggiorare, l'incantesimo che ha usato Flora per togliere il sangue
che ti era entrato nei polmoni è difficile e non
è detto che sia in
grado di portarlo a buon fine un'altra volta.” le disse Tecna
nel
vederla alterarsi: le sue parole sembrarono spegnere un po'
l'adrenalina che la stava spingendo a tentare un nuovo attacco. Per
quanto le costasse ammetterlo, non avrebbe retto un altro scontro
senza causare danni alle sue condizioni già non ottimali.
Doveva esser passata appena
un'ora da quando Darcy l'aveva lasciata, doveva cambiare strategia
per attirare l'attenzione ancora per un po'.
“Non hai
molta scelta: se vuoi
sapere cos'è successo comincia a spiegare.” il
tono della fata si
era fatto tagliente e Stormy non era nella posizione per continuare
con la stessa farsa.
Ingoiò con dolore l'orgoglio e
distogliendo lo sguardo, cominciò a parlare: ovviamente si
curò di
non rivelare l'obiettivo che lei e le sorelle avevano pianificato di
raggiungere.
“Un rito
funebre, va fatto così
secondo la tradizione del luogo da cui veniamo. Mia sorella ha usato
la nostra casa come pira per purificare gli spiriti che vi erano
rimasti legati con un fuoco sacro.
Lo spirito che l'ha attaccata
doveva essere lo spirito che cercava di purificare.”
“Perché
l'avrebbe fatto?”
chiese scettica Stella. Sembrava un atto decente e stentava a credere
che una come Icy avesse potuto compierlo.
“Che cazzo
ne so io, grazie
agli dei non sono nella sua testa.” sbottò,
cercando una posizione
più comoda per evitare che la ferita le facesse
più male del
dovuto.
“Sai
perché ha agito da sola?”
domandò Flora, ma la strega delle tempeste scosse la testa.
In realtà aveva qualche idea, ma
non l'avrebbe di certo espressa alle sue nemiche.
“Ho detto
quello che sapevo,
rispetta i patti fatina.” disse subito, guardando Bloom
esitare
appena.
“… D'accordo.
Mi dava le
spalle quando sono rinvenuta ed io ho cercato di fermarla.
Le ho chiesto dove andava e
cos'aveva intenzione di fare, lei mi ha risposto che l'avrei saputo
molto presto. Poi ha aperto un portale e mi ha detto addio, come se
sapesse che non ci saremmo più riviste.”
La minore non poté trattenersi
dal sussultare. Per lei, che conosceva le intenzioni della sorella,
il senso delle sue parole era palese.
Il rito funebre era un suo modo
per chiudere ciò che aveva lasciato in sospeso da molti anni.
La sensazione che sarebbe dovuta
andare anche lei a cercarla, lasciando le Winx con un pugno di
mosche, crebbe velocemente in lei: avrebbe potuto aiutare Darcy a
stabilizzare la magia dell'albina durante l'incantesimo, senza
doverlo fare quando avrebbe potuto essere troppo tardi.
“Stormy,
cosa sta succedendo?”
era stata Aisha a parlare, la sua voce aveva perso il solito tono
adirato: doveva essersi accorta del suo cambio d'espressione.
“Ve l'ho
detto, non vi deve
interessare – sbottò, assottigliando gli occhi per
recuperare
l'aggressività che la contraddistingueva – E poi
non vi dirò
altro, quindi buona fortuna a trovarla prima che abbia
finito.”
“Io so
dov'è, ho riconosciuto
il posto.” intervenne subito Bloom, facendole salire un
brivido
gelido lungo la schiena: cercò di tranquillizzarsi pensando
che
stesse mentendo, ma dentro di sé si stava già
chiedendo se invece
non fosse vero.
“Nah, stai
bluffando. Non ci
casco, fatina.” la schernì, facendo ricomparire un
sorrisetto
beffardo; ma la fata della Fiamma del Drago pareva non voler mollare.
“E' andata
su Whisperia.” la
risposta confermò i dubbi della minore. E, date le
circostanze,
sarebbe ricorsa a qualsiasi misura pur di fermarle.
Raddrizzò la schiena e si tirò
perfino in piedi, nonostante il fitto dolore che stava provando nel
farlo, e le confrontò tutte e sei.
“Voi non
metterete piede in
quel posto.” il suo tono era ciò di più
serio che le sue nemiche
avevano sentito uscire dalla sua bocca. Per qualche attimo nessuna di
loro seppe come risponderle.
Non erano abituate a vederla
così: faceva più paura di quando si lasciava
condizionare dalla
rabbia.
“Invece ci
andremo. Dobbiamo
fermare quello che state architettando tu e le tue sorelle, dato che
di sicuro non sarà niente di buono – Aisha si
decise a parlare,
cercando di mettere di nuovo Stormy sotto torchio – Riesci a
portarci su Whisperia, Stella?”
“Penso di
poterlo fare.”
rispose lei, impugnando lo scettro ed alzandolo al cielo; ma prima
che potesse abbassarlo, si vide costretta a difenderlo da un fulmine.
“Non
osate.” disse in fretta
la minore delle Trix, sollevando l'altra mano per richiamare un nuovo
incantesimo.
“Non vorrai
combattere in
quelle condizioni!” esclamò Musa.
“Credi che
abbia scelta? Devo
fermarvi qui, altrimenti quello che potrebbe succedere non
piacerà
neanche a voi.” sibilò in risposta, mandando un
lampo ad impattare
sullo scudo violaceo, evocato con prontezza dalla fata. Nonostante i
suoi attacchi, le Winx non risposero al fuoco; erano consce che,
riprendendo lo scontro, la strega delle tempeste avrebbe fatto una
brutta fine.
E nessuna di loro voleva portarsi
un simile peso sulla coscienza.
“Vi state
trattenendo perché
non volete farmi fuori.” disse loro prima che potessero farle
qualsiasi domanda.
“Come
pensate di proseguire? Le
mie sorelle hanno un vantaggio enorme rispetto a voi, l'incantesimo
sarà già cominciato e voi non potete
interromperlo.”
Le informò senza nessuna malizia
e, tranne Stella ed Aisha che erano le meno convinte, le altre ebbero
la sensazione di poter credere alle sue parole.
“Possiamo
comunque fermarle.”
le fece notare Bloom; l'espressione trionfante che le rivolse la
minore non le piacque per niente.
“L'unico
modo per fermare
quella magia una volta iniziata è uccidere chi la sta
praticando. E
voi non mi sembrate proprio delle assassine.” rispose,
mantenendo
il loro sguardo.
Sapeva che non poteva farle
desistere da raggiungere Icy e Darcy su Whisperia, ma almeno avrebbe
impedito loro d'interferire, qualora le avessero creduto; ma forse
non sarebbe stato necessario, forse la strega delle illusioni era
riuscita a concludere la questione.
Lasciando che le fate
discutessero tra di loro sul da farsi, Stormy si ritrovò a
sperare
di esser riuscita a far perdere loro abbastanza tempo.
Una cattiva valutazione
dell'incantesimo da parte loro avrebbe potuto portarle via entrambe
le sorelle in un colpo solo, e non sarebbe mai stata pronta ad una
simile perdita.
“Su
Whisperia ci andiamo
comunque – dichiarò Stella quando si decisero,
prendendo un passo
in avanti – E tu verrai con noi.”
La situazione si stava volgendo
in suo favore; Stormy pensò che, tenendo in considerazione
la ferita
che comprometteva la sua forza, sarebbe potuta andare peggio.
Controllandole da vicino avrebbe
scongiurato la morte delle sorelle; o, almeno, ci avrebbe provato.
Avvertenze
e condizioni per l'uso:
Avviso
subito i nuovi lettori che questa storia fa parte di una serie: a
differenza della precedente, che poteva essere letta senza conoscere
la prima, questa è strettamente legata alle altre due storie.
Dubito
sia facile capire cosa stia succedendo senza conoscere prima le
precedenti.
Per
le mie amiche che leggono sempre i miei scleri, no problem:
probabilmente sanno già a memoria i cambiamenti che ho fatto
dalle
bozze fino alla fine.
Questa
è la parte di Stormy, un po' diversa dalle prime due in
quanto la
parte iniziale che le legava qui è mancante (sarebbe stata
uguale a
quella della seconda storia, dato che Darcy e Stormy erano insieme,
quindi ho preferito raccontare ciò che è successo
prima e passare
direttamente a ciò che è successo dopo). Spero di
aver tappato i
buchi lasciati dalle prime due.
Manca
comunque una conclusione, che arriverà con la quarta storia
dove i
personaggi si uniranno in un unico luogo, motore che ha mosso le
vicende finora: Whisperia.
Spero
vi stiano piacendo le storie fino a qui e vi ringrazio se avete avuto
il coraggio di leggerle. Vi ringrazio anche se rimanete in questo
fandom mezzo morto perché almeno non mi sento l'unica matta
che ci
scrive.
Ringrazio
Ghillyam
che
si sopporta tutte le mie bozze e Applepagly
che
non mi ha ancora mandata a quel paese (e spero sempre che le storie
siano di suo gradimento).
Dovevo
divertirmi a scrivere la parte di Stormy, ma è stata
un'impresa più
ardua del previsto: valuterò bene le mie scelte la prossima
volta.
Grazie
ancora a tutti e see you next time!
Mary