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Autore: Zoe__    12/12/2019    1 recensioni
"Guarda, sembra che sia sempre pronta a spiccare il volo, Harry.” Tornò a voltarsi e lo avvicinò a sé, stringendogli la mano.
“Ha le ali per farlo, forse ha solamente paura.” Sussurrò accanto al suo orecchio. Livia sollevò per un attimo gli occhi nei suoi, poi li allontanò e raggiunse il suo sguardo sulla maestosa statua di marmo che li vegliava dall’alto.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Choose your words cause there's no antidote
For this curse
Oh, what's it waiting for?
Must this hurt you just before you go?
 
La neve scendeva silenziosamente, posandosi sul balcone ed accarezzando il vetro delle finestre, sul quale stavano poggiate delicate le mani di Livia, assorta nel panorama di fronte a sé. Poteva vedere la quinta strada in festa e le persone sorridere alla neve che cadeva sui loro volti, alzare sguardo ed occasionalmente incontrare il suo, curioso. Nel silenzio della stanza i suoi occhi curiosi cercavano il rumore al di là della finestra e venivano accontentati dalle luci instancabili della città. Con il capo poggiato al petto di Harry, cinta dalle sue braccia sulle quali posava le sue mani, Livia osservava la città svegliarsi e salutarla, salutare le persone in strada. Occasionalmente aumentava la stretta e socchiudeva gli occhi sentendo Harry ricambiare quel gesto. Poi si voltava, lo guardava dal basso dei suoi piedi scalzi e lo baciava a labbra chiuse, per tornare ad osservare cosa accadesse al di fuori della finestra.
“Ti amo, mi ami anche tu?”
 
Lasciare la festa si era rivelato più semplice di quanto avessero previsto, passarono talmente inosservati fra gli ospiti che nessuno si chiese, alla fine del party, dove fosse finito Harry e perché all’improvviso ci fosse qualcuno al suo posto perfettamente sobrio a salutarli sulla porta. Aveva chiamato Richard subito dopo la mezzanotte, cercandolo con affanno fra gli ospiti che affollavano la terrazza. Non c’era stato bisogno di molte parole, lui aveva capito e preso il suo posto e le redini della serata senza esitare. Lo staff seguiva diligentemente le sue indicazioni ed Harry lasciò il locale senza preoccupazione, con la mano di Livia stretta nella sua. 
Erano giunti in hotel poco prima dell’una del mattino, a piedi ed infreddoliti per le strade di una New York in festa. Harry camminava velocemente, tenendo Livia stretta a sé, impaurito che fra quella folla lei potesse sfuggirgli e sparire. Lei lo seguiva attentamente, rallentando quando il suo sguardo si fermava sulle persone sulla sesta strada, poi la quinta. Lui si fermava con lei, scambiavano auguri con persone sconosciute e tornavano a camminare per poi fermarsi, continuando così fin quando non giunsero al Plaza. Sembrava che li attendesse, maestoso e silenzioso, e che volesse aprire le sue porte a loro due, stretti l’uno all’altra ed impazienti di esserlo ancora per un po’. 
La Edwardian Suite li accolse già illuminata e riscaldata, pronta ad avvolgerli in un abbraccio che in poco li avrebbe sollevati dal freddo delle strade della città. Livia entrò per prima, Harry la seguì non appena si scansò dalla porta, solamente dopo aver dato uno sguardo d’insieme all’intera stanza. Posò le mani sulle sue spalle, fermandosi dietro di lei. Fece lentamente scivolare il cappotto lungo le sue braccia e la sua schiena, liberandola pazientemente dal capo che la teneva al caldo. Livia lo aiutò discretamente, continuando a curiosare con gli occhi negli angoli di quella stanza immacolata, volendo interrogarlo, ma non sapendo cosa chiedere. La schiena scoperta dal vestito si rivelò agli occhi di Harry candida più delle lenzuola che fasciavano dolcemente il letto, con le mani ancora ferme sulle sue spalle le si avvicinò e la baciò fra le scapole. Livia sobbalzò al contatto ed al contrasto forte fra i loro corpi. Si voltò verso Harry, la guardava senza chiedere nulla, era convinta che la osservasse silenziosamente aspettando una sua reazione a tutto quello. Scese dalle scarpe, facendosi ancora più vicina al suo corpo stante e maestoso. Teneva le mani lungo i fianchi mentre Livia lo liberava dal cappotto e gli accarezzava le braccia, poi gli sfilava la ciacca e sfiorava delicatamente con i polpastrelli il tessuto della camicia nera dagli intrecci dorati. La sensazione del tessuto le solleticava la pelle, continuava a muovervi i polpastrelli, salendo sul suo braccio, fino a raggiungere la spalla e stringerla per tenersi. Si sollevò sulle punte e fece scontrare le loro labbra, sentendo Harry ricambiare immediatamente, avvolgendo i palmi attorno alla parte bassa della sua schiena. La portò più vicina a sé, Livia posò la punta dei piedi sulle sue scarpe e gli cinse il collo con le braccia, portandolo il basso verso di sé. La bocca di Harry lasciò la sua e scese verso il collo, baciandolo freneticamente, fino a giungere alla scolatura del vestito, dove si soffermò con lentezza. Le sue mani ancora la stringevano, salirono lentamente verso i lati del suo seno e si fermarono lì, mentre quelle di Livia lo avevano liberato dalla camicia che ora giaceva a terra. Gli accarezzò velocemente il petto, tenendosi di nuovo alle sue spalle per posare numerosi baci sulle sue labbra, mentre invano tentava di sfilarle il vestito. 
“Harry” si scansò dal suo volto, accarezzandolo “si apre da dietro, non romperlo.” Sussurrò accanto al suo orecchio, voltandosi subito dopo. Camminò a passi lenti verso il letto, lui la seguì velocemente e posò i palmi ai lati del suo corpo non appena fu ferma. Livia teneva il volto chinato di lato per poter osservare Harry, quasi volesse spiarlo mentre la spogliava. Lo sguardo era fisso su di lei e concentrato sul suo vestito, i capelli gli scendevano disordinati sulla fronte. Le mani gli tremavano, tirò via i bottoni dalle asole con i polpastrelli e si allontanò per far scivolare il vestito lungo il corpo di lei. Partì dalle spalle e lo spinse verso le braccia, percorrendo la pelle di Livia con i palmi aperti, rimanendo poggiato alla sua spalla, accanto al suo collo che lambiva generosamente con le labbra aperte. Una mano di lei si strinse fra i suoi capelli, sollevandoli dalla sua fronte ed accarezzandoli quando le mani di lui la liberarono definitivamente dell’abito, oramai ai suoi piedi. Decise di non muoversi, avvertiva il petto di Harry abbassarsi ed alzarsi irregolarmente a contatto con la sua schiena e si lasciò andare contro di esso, socchiudendo gli occhi mentre i polpastrelli di lui le sfioravano il seno scoperto ed il ventre nudo, scendendo in basso oltre gli slip. La mano fra i suoi capelli si muoveva lentamente, avvicinando il volto di Harry al suo e baciandolo quando le loro labbra si facevano tanto vicine da essere impossibile resistere. Livia si voltò fra e sue braccia, Harry allontanò le mani da lei e le strinse entrambe sui suoi fianchi, sollevandola e portandola sul letto, Livia sistemò le gambe ai lati delle sue. Lui stava seduto e la guardava dal basso, lasciando baci rari sulla sua pelle che vedeva arrossarsi sempre di più. Le mani di Livia si mossero insicure sul suo petto, i suoi polpastrelli sfiorarono delicatamente il contorno della farfalla sul suo ventre, Harry fece scontrare le loro labbra e le sue mani scivolarono sul fondoschiena di Livia nel tentativo di portarla più vicina a sé, stringendola al suo corpo caldo. Sbottonò i pantaloni del completo e li abbassò oltre le cosce.
“Non romperli Livi, è Gucci.” Sussurrò divertito al suo orecchio. Entrambi risero e la tensione scivolò in quell’istante via dai loro corpi, lasciandoli allora più nudi di quanto già fossero. Livia finì dopo qualche istante sul materasso, lontana dal corpo di Harry impegnato a liberarsi dai pantaloni e dalle scarpe. Tornò velocemente su di lei, accarezzandole il volto facendo sfiorare i loro nasi. Entrambi socchiusero gli occhi ed assaporarono quel momento fra le labbra schiuse che si scontravano incessantemente, quando i loro bacini impazienti si toccavano e le loro dita si stringevano più forti sulla loro pelle. 
“Rimani qui, Livia, rimani qui con me.”
“Anche tu. Harry, io-” con un baciò sigillò silenziosamente quella promessa e velocemente la liberò dagli slip, non lasciandola concludere. Livia si strinse a lui nel fallace tentativo di soffocare gli ansimi provocati dalla mano fra i loro corpi, che cercava di allontanare. Harry le accarezzò la coscia nuda con l’altra mano, ed in quella distrazione Livia allontanò l’altra da lei, stringendogli il polso. Si chinò sul suo corpo e la baciò delicatamente, poteva avvertire il suo respiro regolarizzarsi sempre di più ad ogni bacio che posava sul suo petto. Le mani di Livia calarono i boxer lungo le sue gambe, Harry se ne sbarazzò velocemente e tornò sul suo corpo nudo. Entrambi si presero del tempo per osservarsi l’un l’altro. Livia gli accarezzava i capelli con i palmi tremanti, lo guardava dolcemente ed arrendevolmente, gli occhi liquidi e le gote arrossate. Non aveva molto a cui pensare, non c’era alcun ripensamento che potesse fermarla in quel momento e tutta la sua codardia sembrava essere sparita dal suo corpo, liberandola. Harry le sfiorava le gambe a mani aperte, passandovi delicatamente i polpastrelli ed avvertendo i brividi che si formavano al contatto con le loro pelli. Nessuno dei due cercava in nessun modo di coprirsi nonostante la luce emanata dalla piccola lampadina potesse rivelare più di quanto volessero per sentirsi a proprio agio. Gli occhi lucidi di Harry erano ben visibili, la luce gli illuminava il volto e si inseriva fra i suoi capelli. Tremava al solo pensiero di perderla ed ogni volta che lo assaliva, lo scacciava via con un bacio premuto forte sulla bocca di lei, pronta sempre a ricambiarlo e ad accogliere le sue labbra rosse e gonfie. Livia lo portò su di sé, abbassandolo verso il suo corpo e baciandogli le labbra, mozzandogli un respiro.
“Stammi accanto” sussurrò “stammi accanto, Harry.” Ripeté quando lui spostò lo sguardo sul suo volto preoccupato. Annuì debolmente e si chinò ancora. Le era tanto vicino da poter avvertire i loro respiri mischiarsi e scontrarsi sul viso dell’altro.
“Livia sarei un folle ad andarmene e lasciarti andare.” Parlò sulle sue labbra e la vide sorridere appena.
“Sai che sono tua?” Lo guardò negli occhi, Harry annuì e la baciò ad occhi chiusi. Scivolò dolcemente dentro di lei, stringendola al suo corpo e sentendola tremare fra le sue braccia. Livia si allontanò dalla sua spalla, gli prese il volto fra le mani e con quel bacio sigillò silenziosamente la sua promessa, il loro patto, che quella volta non sarebbe durato per un’unica notte. 
 
Stretto a lei in quel modo, Harry ricordò la ormai remota sensazione di benessere che la vicinanza incondizionata di Livia era solita provocargli in quell’anno vissuto insieme. Il solo calore della sua persona era in grado di sollevarlo da terra, riportandolo a tentare per la strada giusta. Ne era dipendente e non avrebbe saputo dire se in maniera giusta o sbagliata, semplicemente dipendeva da Livia come non avrebbe mai voluto dipendere da nessuno, ma lasciandosi andare come non avrebbe saputo fare con nessun altro. 
Stretta a lui così forte, Livia sentiva le emozioni di Harry percorrergli il petto nudo e leggermente sudato. A lei preferiva non pensare, ma era inevitabile notare come e quanto la sua vicinanza influisse sulla sua personalità, non cambiandola, semplicemente rivelandola e mettendola allo scoperto. Livia usciva da suo bozzolo e diventava una bellissima farfalla che volava senza paura sotto lo sguardo vigile di Harry, che la osservava ammirandola. Socchiuse gli occhi ed aumentò la presa sul suo braccio, muovendosi contro il suo petto. Sentiva chiaramente le emozioni anche nel suo, non voleva ignorarle più. 
   
 
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