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Autore: Graffitisuimuri    15/12/2019    2 recensioni
dal testo:
E sapeva che la scelta giusta sarebbe stata farsi da parte, soffocare quei sentimenti che avevano messo radici nella sua anima come una pianta velenosa e lasciare che Rin facesse la sua vita come una donna umana accanto ad un uomo umano.
Ma lui era il Signore dell’Ovest e avrebbe ottenuto quello che voleva in un modo o nell’ altro. Anche se ci fossero voluti decenni.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sesshoumaru, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il segreto della luna nuova.

 
"Disegnerei daccapo l'universo 
permettimi di stare  sul lenzuolo del silenzio
le tue stregonerie su di me non hanno effetto
ho il vaccino contro i mostri che mi stanno sotto il letto"

 
 
Il terreno umido scricchiolava appena sotto i suoi piedi. L' aria era gelida ma il cielo era limpido e terso illuminato dalle stelle. Dalle labbra appena socchiuse si levò un batuffolo di aria condensata.
Il pesante kimono di lana che aveva indossato non riusciva a riscaldarla completamente, sentiva il freddo risalirle lungo le gambe e stringere intorno ai polpacci in una morsa quasi dolorosa.
La soluzione, in quella notte così gelida, sarebbe stata tornare a casa, ma non poteva.
Lui sarebbe arrivato, arrivava sempre.
Così si sfregò energicamente le mani lungo le braccia cercando di riacquistare calore e volse nuovamente lo sguardo al cielo scuro senza luna.
 
Una notte di luna nuova.
 
Sentì distintamente un ramo dietro di lei spezzarsi con un sonoro “crack”. Si volse e avvolto da una aura opalescente Sesshoumaru si dirigeva a passi lenti verso Kagome.
Lei sapeva che avrebbe potuto raggiungerla senza produrre alcun rumore, spaventandola magari.
L’ aveva fatto per lei, lui non voleva che lei lo temesse e il pensiero la fece sorridere.
Sesshoumaru procedeva a passi lenti e regolari, sembrava che si muovesse ad un palmo da terra. Algido come solo lui sapeva essere si avvicinò a quella femmina umana e con un gesto le porse il suo mantello, sicuramente più adatto di quell’ insignificante kimono per proteggerla dal freddo.
Kagome non disse nulla, negli ultimi mesi aveva imparato che con Sesshoumaru era meglio non fare domande alle quali certamente non avrebbe dato alcun tipo di risposta.  Si limitò ad accettare l’offerta e a rannicchiarsi contro il tronco di un albero nascondendo al l’interno del mantello braccia e gambe. Un caldo tepore la invase rilassando le sue membra irrigidite dal freddo.
 
<< Ho quasi pensato che questa volta non saresti venuto>>.
 
Il giovane Principe dei Demoni si limitò ad alzare un sopracciglio. Era il massimo sconvolgimento che il suo volto avrebbe avuto nel corso della serata, e questo Kagome lo sapeva bene.
Da mesi si incontravano sempre lo stesso giorno – in una notte di luna nuova – e Sesshoumaru non aveva mai detto più di due parole intervallate da lunghissimi silenzi.
In fondo lui restava il Signore dell’ Ovest, uno -se non il più grande- dei demoni esistenti al mondo. Non è che si sentissi superiore, lui lo era.
E non avrebbe mai ammesso – nemmeno a se stesso – di trovare piacevole la compagnia di una giovane umana che non fosse Rin. Soprattutto se quell’ umana era la moglie del suo tanto odiato fratellastro.
Kagome – che ormai da tempo aveva smesso di temere la figura del potente demone cane – non aveva problemi ad ammettere di apprezzare la sua compagnia. Per quanto gelido potesse sembrare Sesshoumaru era l’ unico che riuscisse a capirla davvero, ci riusciva anche quando Inuyasha – suo marito, l’ amore della sua vita – sembrava brancolare nel buio.
Lui conosceva il dolore della separazione, lo tesso dolore che attanagliava le viscere di Kagome quando ripensava a casa sua. Non la fredda capanna dove vivevano lei ed Inuyasha, ma la sua vera casa. La Tokyo degli anni duemila, dove vivevano la sua mamma, suo fratello e il nonno.
Sapeva che la scelta di rimanere nel Giappone feudale avrebbe comportato dei sacrifici. Ma alle volte le sembrava di aver sacrificato troppo: la sua vita, la sua  famiglia, i suoi sogni.
Lo aveva fatto per amore e non avrebbe cambiato nulla della sua scelta. Amava Inuyasha in un modo talmente esclusivo da non potervi rinunciare. Avrebbe ripetuto quella scelta mille volte, ma per lei l’ epoca Sengoku non sarebbe mai stata totalmente la sua casa.
E questo dolore, questo stesso senso di smarrimento lo poteva leggere nitidamente negli occhi freddi e dorati di Sesshoumaru ogni volta che incrociavano la figura della piccola Rin.
La piccola Rin che aveva lasciato al villaggio.
La piccola Rin che lentamente si stava avvicinando a Kohaku, il tormentato fratello di Sango, nel modo dolce e tenero dei primi amori.
Kagome vedeva il suo tormento, perché era anche il suo. In modi diversi entrambi erano stati separate delle persone che amavano, contro la loro stessa volontà.
E anche se Sesshoumaru avrebbe aspettato Rin in eterno – in fondo la sua vita era immensamente più lunga di quella di qualunque essere umano – non poteva non struggersi.
E sapeva che la scelta giusta sarebbe stata farsi da parte, soffocare quei sentimenti che avevano messo radici nella sua anima come una pianta velenosa e lasciare che Rin facesse la sua vita come una donna umana accanto ad un uomo umano.
Ma lui era il Signore dell’Ovest e avrebbe ottenuto quello che voleva in un modo o nell’ altro. Anche se ci fossero voluti decenni.
E questo Kagome un po’ glielo invidiava perché lei a casa non avrebbe potuto far ritorno. Mai.
 
<< Sai ieri notte ho sognato di essere a casa, c’era mia mamma, mio fratello e mio nonno. Per fino il mio gatto. Mi sono svegliata sperando che non fosse un sogno >>.
 
Erano queste il tipo di confidenze che gli faceva, sussurrate a mezza bocca in una notte di luna nuova quando i sensi di Inuyasha erano intorpiditi dalla sua natura umana. Quando non avrebbe potuto accorgersi della sua mancanza durante la notte.
 
<< Tz, voi umani siete così fragili >>.
 
Kagome non se la prese, sapeva che era il suo modo di fare. Non poteva pretendere che un demone millenario cambiasse i suoi atteggiamenti per lei.
 
<< Secondo te riuscirò mai a rivederli? >>.
 
Anche questa domanda cadde nel vuoto del silenzio. Kagome sosprò raggomitolandosi ancora di più nel mantello.
La figura solida di Sesshoumaru le stazionava accanto, glaciale come sempre.
 
<< Devi accettare che questa è la tua nuova casa, anche se ti fa soffrire >>.
 
Kagome alzò la testa, voltandosi leggermente verso di lui sorpresa. Non aveva mai pronunciato tante parole tutte insieme.
Annuii.
 
<< Hai ragione, ma non è giusto >>.
 
<< Niente è giusto nella vita >>.
 
E pronunciate queste ultime parole fece poi per voltarsi pronto ad andarsene poi come richiamato da una forza esterna tornò a guardarla chinandosi.
Fu un attimo, poi le labbra di Sesshoumaru erano premute contro le sue come ghiaccio bollente. Una una frazione di secondo che si espandeva diventando un eternità.
La mescolanza di due dolori diversi ma uguali.
Quando si allontanò da lei sembrava che nulla fosse successo. Un momento svanito in un battito di ciglia.
Ebbe a malapena il tempo di sfiorarsi le labbra con la punta delle dita che il Principe dei Demoni era già scomparso tra il fogliame del bosco.
E sapeva che questo sarebbe stato un altro dei loro segreti.
Un segreto nascosto in una notte di luna nuova.
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice.
 
Saaaaalve gente,
eccomi qui tornata con una nuova one-shot.
Ho una raccolta che da mesi devo aggiornare e un one-shot da scrivere per un contest di natale per cui non dovrei essere qui.
Ma questa idea mi frullava in mente da giorni e se non avessi provato a metterla per inscritto mi avrebbe tormentato.
Non so perché ma mi piace mettere Kagome in situazioni “scomode”. Nell’ anime viene descritta sempre come quella che fa “ la scelta giusta “ ed è una cosa che trovo quasi irritante. Tanto che quando scrivo di lei mi piace pensare che viva dei tormenti, abbia dei ripensamenti sulle sue scelte. Insomma non mi piace che sia sempre così “corretta” XD.
In realtà non avevo mai pensato a Sesshoumaru e a Kagome come una coppia. E forse non sono da considerare tali nemmeno in questa fan fiction. Baciandosi per me è come se avessero suggellato un patto, come se si dicessero “io sono qui, ti capisco” perché in fondo anche se in modi diversi vivono lo stesso dolore e forse anche la stessa rabbia.
E poi sono un amante del dramma.
Fatemi sapere che cosa ne pensate.
Baci.
Graffitisuimuri.
 

 
 
 
  
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