Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
Segui la storia  |       
Autore: MiakaHongo    17/12/2019    3 recensioni
NOTA: La Fic si ispira anche agli eventi di FROZEN 2
Elsa e Jack vivono finalmente insieme nella stessa epoca, eppure qualcosa si insinua nuovamente nel cuore di Elsa: la paura.
Pitch si propone di aiutarla, ma è davvero questo il suo piano o nasconde qualcosa di più subdolo?
Jack si ritroverà di punto i bianco catapultato in una situazione senza precedenti, riuscirà comunque ad aiutare Elsa o inizierà a dubitare anche lui del suo futuro?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Olaf, Sven
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cap 2

Elsa si era rifugiata sulla cima della montagna dalla quale si vedeva il panorama della città, adorava quel posto quando aveva bisogno di pensare, ed in questo momento ne sentiva la necessità più che mai.
Sapeva bene che non poteva fidarsi di Pitch, eppure perché continuava a doverselo ripetere?
Il suo flusso di pensieri fu interrotto da Jack che le piombò davanti, anche se appeso al contrario dato che stava volando trasportato dal vento come al suo solito.
“Ehi regina di ghiaccio che ti prende? Ti va di fare un pupazzo di neve?”
Elsa si sforzò di sorridere.

2

“Magari un’altra volta”
Jack atterrò accanto a lei e si sedette su una roccia invitandola a fare altrettanto. In realtà era molto preoccupato, da quando l’aveva conosciuta aveva la capacità a volte di capire come si sentisse e poco prima aveva percepito delle sensazioni di angoscia non indifferenti.
“Ti va di parlarne?”
Elsa si sedette accanto a lui, era contenta di poterne parlare con qualcuno, soprattutto se quel qualcuno era Jack, ma non sapeva davvero da dove cominciare e cosa ne avrebbe pensato lui.
O forse lo sapeva in realtà e la cosa la spaventava?
No! Doveva smettere di lasciare che la paura la dominasse ancora, decise di iniziare a parlarne in qualche modo.
“La verità è che mi manca mia sorella”
Ammise tristemente, Jack le strinse la mano.
“Anche a me manca la mia qualche volta, ci sono giorni in cui mi chiedo cosa le è successo dopo, se è stata felice e come sarebbero andate le cose se mi fossi ricordato prima di lei… magari l’avrei convinta a credere in me in qualche modo e forse l’avrei potuta vedere crescere, come tu hai potuto fare con Anna”
“Jack mi dispiace…”
“No, in parte forse è meglio così, a te fa più male anche perché ci hai passato tutto il resto della sua vita insieme, io solo pochi anni e sono abituato all’idea ormai da 300 anni”
Lo fissò e percepiva che comunque soffriva ancora; la cosa la rattristava, non era sua intenzione fargli tornare ricordi dolorosi, ma doveva chiederglielo.
“Tu cosa faresti se avessi anche solo una speranza di poterla rivedere?”
Jack rimase sorpreso da quella strana domanda.
“Ti direi che è impossibile, è passato troppo tempo ormai”
“E se non fosse impossibile?”
“Che intendi dire?”
“Cosa faresti se avessi anche solo una remota possibilità di rivederla?”
“Se potessi farei qualsiasi cosa per riaverla, ma non è possibile purtroppo e so che posso e devo andare avanti, devo farlo anche per lei e per tutti i bambini che hanno bisogno di me”
“Quindi davvero ti va bene vivere per sempre senza poterla rivedere mai più?”
Jack ebbe un sussulto a quelle parole e d’istinto lasciò la mano di Elsa.
È di questo che si tratta allora? Ti sei pentita della scelta che hai fatto?”
Jack sentì il cuore pulsargli all’impazzata, credeva che la vita con lui ed i Guardiani la rendesse felice.
Elsa non si aspettava una risposta simile, posò entrambe le mani sulle sue fissandolo negli occhi.
“No, non è quello che intendevo! E’ che lei mi manca terribilmente, è passato molto tempo da quando lei è… ma non riesco a farmene una ragione, non posso accettare che non la vedrò mai più, tu come hai fatto? Come hai accettato tutto questo?”
Senza accorgersene aveva iniziato a singhiozzare, Jack sospirò tristemente.
“Non so se l’ho mai accettato del tutto”
La cinse in un abbraccio e lei si aggrappò con forza a lui. Capì in quel momento che nonostante i 300 anni quella probabilmente era ancora una ferita anche per lui, una ferita che forse non si sarebbe mai rimarginata del tutto.

Jack ed Elsa rimasero abbracciati per un tempo indecifrabile senza dire una parola. Poi Jack si ricordò che Calmoniglio gli aveva chiesto di dare una mano a Nord, ma non voleva lasciare Elsa sola essendo un compito per i guardiani, mentre lei era solo una leggenda. Lei però lo rassicurò dicendo che si sentiva meglio dopo lo sfogo e che lui avrebbe dovuto assolvere i suoi doveri di guardiano.
“Ok, però promettimi che mi chiamerai per qualsiasi cosa, ed io volerò in un attimo da te!”
Elsa annuì accennando un sorriso mentre lui le asciugava le ultime lacrime sul suo viso.
2222
Elsa adorava il suo modo di preoccuparsi per lei, quindi lo salutò e lo osservò volare via.
Purtroppo la sensazione di benessere durò poco perché presto si ricordò cosa portava con sé: estrasse la fiala di Pitch e la fissò.
Non poteva credere di stare ancora anche solo minimamente valutando la cosa, soprattutto perché proposta da Pitch, sapeva bene che di lui non ci si poteva fidare.
Forse ne avrebbe dovuto parlare direttamente con Jack, ma in realtà già sapeva che scelta avrebbe fatto lui al suo posto, ed era quella giusta.
Tutta la logica di questo mondo le imponeva di lasciar perdere ma c’era qualcosa di più forte che le gridava di non farlo.
Era il suo cuore.
Continuò a fissare la fiala.
Cosa avrebbe dovuto fare?

 

 

Quella notte Jack percepì delle strane sensazioni: prima un forte mal di testa, poi un dolore crescente pervadergli tutto il corpo, infine un senso di rimorso. Si svegliò agitato e con il cuore che gli batteva forte.
Calmati Jack era solo un sogno!
Ripeté tra sé come per convincersi, quindi tornò a dormire ma solo poche ore perché dopo fu svegliato da Calmoniglio.
“Svegliati Jack!”
Jack socchiuse un occhio ed osservò il sole.
È appena l’alba Calmoniglio, ieri sera abbiamo fatto tardi per aiutare Nord e stanotte ho dormito pochissimo non puoi aspettare…”
È una cosa seria!”
“Che è successo? I fiori ti hanno dipinto le uova del colore sbagliato?”
Risentito Calmoniglio incrociò le braccia al petto.
“Fa meno lo spiritoso… si tratta di Elsa!”
A quelle parole Jack si alzò di scatto.
“Cosa le è successo?”
Chiese angosciato.
Possibile che quelle sensazioni che aveva percepito prima fossero di Elsa?
“Meglio che tu lo veda con i tuoi occhi!”
Disse triste Calmoniglio posandogli la mano sulla spalla, quindi tamburellò a terra con la zampa posteriore per creare una tana e invitò Jack a entrarci.
Jack non se lo fece ripetere due volte e si tuffò nella tana che in pochi minuti li trasportò nel luogo indicato.
C’erano tutti: Nord, Sandy e Dentolina, ma la cosa che lo preoccupò di più fu Elsa, in quanto era distesa inerme a terra.
Jack sentì mancargli il fiato, si precipitò su di lei per controllarle il polso, riprese a respirare solo nel momento in cui capì che stava solo dormendo.
“Elsa svegliati!”
Provò a dire scuotendola leggermente, ma non ebbe nessun effetto. Sentì la mano di Nord sulla sua spalla.
È inutile ragazzo, abbiamo provato tutto, ma non si sveglia… abbiamo trovato questo in sua mano”
Disse Nord col suo usuale accento russo mostrandogli una fiala vuota Jack trasalì riconoscendola immediatamente, sembrava proprio la stessa fiala che diversi anni prima aveva ricevuto da Pitch.
“So da chi devo andare”

 

 

 
 

Quando Elsa riaprì gli occhi sentiva ancora un fortissimo mal di testa, vide la luce del sole filtrare dagli alberi, era in una specie di foresta?
Si alzò piano, per quanto il mal di testa le consentiva almeno! Le servì qualche minuto per riprendere coscienza di quello che era successo.
Ma certo! Aveva bevuto quella assurda pozione di Pitch! Si osservò attentamente per poi guardarsi intorno, ma nulla sembrava più diverso del solito. Era ovvio, come aveva potuto fidarsi di quell’uomo? Si sentì una stupida anche solo per averlo fatto, inoltre non si sentiva per niente bene, chissà cosa aveva bevuto in realtà.
Elsa non è da te seguire certe cose!
Pensò rimproverando se stessa, ora doveva solo capire che diavolo fosse successo, ma proprio in quel momento sentì il suo nome da una voce familiare.
Si voltò immediatamente in quella direzione e rimase come pietrificata quando vide di chi si trattava.
Era Anna.
Elsa calmati, è sicuramente un altro sogno o un’illusione creata da Pitch, non può essere reale.
Pensò tra sé, cercando di auto convincersi, ma la sua fermezza vacillò quando Anna iniziò a parlare.
“Oh eccoti finalmente! Dove eri finita? Eravamo d’accordo che ci saremmo riviste al castello ed invece ti ritrovo qui, lo sai che mi stavi facendo preoccupare?”
Ok, perché sembrava così dannatamente reale?
Anna la osservò e notò qualcosa di strano in sua sorella.
“Tutto ok Elsa? Sembra che tu abbia appena visto un fantasma! Forse sono spettinata? Ho un di nuovo un insetto nei capelli? Oddio spero davvero di non avere di nuovo un insetto in testa!”
Iniziò ad agitare i capelli sperando di far cadere un eventuale insetto, ma fu bloccata da un inaspettato abraccio da parte di sua sorella.
“Anna sei davvero tu? Mi sei mancata così tanto in tutto questo tempo!”

22

“Aspetta, che? Cioè, anche io sono felice di vederti ma non ci vediamo solo da un paio d’ore! Come d’accordo ero venuta nel bosco a raccogliere le more per provare a fare quel dolce da sola, ricordi? Poi in teoria dovevamo rivederci al castello ma non ti ho trovata e sono tornata qui a cercarti…”
In tutta risposta Elsa la strinse ancora più forte, aveva quasi paura che lasciandola andare potesse svanire di nuovo. Alcune lacrime scandirono il suo viso.
“Ok, non sono così brava a cucinare ma non è il caso di piangere…” ma in quel momento Anna si accorse che era una cosa seria, quindi si sciolse leggermente dall’abbraccio portando le mani sulle spalle di Elsa. Con le dita le asciugò le lacrime che solcavano il suo viso.
“Ehi sorella, tutto ok? Cos’hai?”
Chiese visibilmente preoccupata. Elsa la fissò ancora incredula che fosse proprio lì accanto a lei.
È tutto ok” disse con un sorriso, infatti quelle erano lacrime di felicità “basta che tu sia qui e anche se mi sembra un sogno, è questo l’importante!”
Anna ricambiò il sorriso, anche se quella le sembrava a stento sua sorella, era contenta di rivederla sorridere.
“Ti va di tornare al castello insieme?”
Elsa annuì, ma appena fecero pochi passi sentì nuovamente un forte capogiro, come se ci fosse qualcosa di strano, come se qualcosa le stesse sfuggendo… Anna notò il suo malessere.
“Ti senti bene Elsa?”
“Ho solo un forte mal di testa”
“Negli ultimi giorni hai detto che stavi sentendo i tuoi poteri crescere, magari questo è una specie di effetto collaterale, probabilmente hai solo bisogno di un po’ di riposo, andiamo a casa”
I suoi poteri? Non ci aveva fatto caso ma in effetti in qualche modo si sentiva diversa anche da quel punto di vista, sperò davvero che un po' di riposo avrebbe risolto tutto, magari era solo un effetto dell’incredibile viaggio che aveva fatto e a cui stentava ancora a credere.

 

 

 

Jack volò da Pitch il più velocemente possibile, precipitandosi davanti alla sua cella. Nel vederlo arrivare l’uomo nero lo accolse con un gran sorriso.
“Jack, vecchio mio, quanto tempo! Scusa se non ti invito a sederti ma sai… il servizio è un po’ scadente quaggiù!”
Puntualizzò ironico. Jack si avventò davanti a lui furioso.
“Che COSA hai fatto ad Elsa?”
“Che succede, avete litigato? Perché mai dovrei essere sempre io la causa dei vostri problemi, in fondo sono sempre stato qui, no?”
“Smettila di mentire, vorresti dirmi che non sei stato tu?”
Disse furente mostrandogli la fiala, non aveva tempo per i suoi giochetti.
“Non ho detto questo, ma vedi mio caro Jack io l’ho messa solo davanti ad una scelta come ho fatto con te tempo fa, ma lei è stata più lungimirante a quanto pare!”
Pitch gli spiegò della fiala e della scelta che aveva proposto ad Elsa.
“Vedi Jack l’ho mandata lì perché io, a differenza tua, ti ricordo che avevo assistito al vero passato di Elsa, quello avvenuto prima che tu tornassi indietro nel tempo grazie alla mia sabbia nera, interferendo nella sua vita. In quella realtà Elsa è stata felice anche senza di te ed è riuscita comunque a sciogliere il suo cuore di ghiaccio e a trovare se stessa”
“Le tue parole sono come il vento per me, quindi ora fa tornare immediatamente Elsa indietro!”
“Non posso”
“Magari potrai dopo che ti avrò rinfrescato le idee”
Disse lui puntandogli contro minaccioso il suo bastone. Pitch alzò un sopracciglio.
“Non dipende da me Jack, l’unico modo per Elsa di tornare indietro è che lei lo desideri con tutto il suo cuore, quindi se avesse voluto sarebbe già qui… chissà magari potendo scegliere preferisce quella realtà adesso!”
“Tu non ci conosci affatto, non sai nulla di noi e di quello che proviamo veramente!”
“O forse hai paura che io vi conosca meglio di quanto voi non lo facciate!”
Non poteva essere, Jack si rifiutava di accettare una simile realtà, soprattutto se veniva da Pitch.
“Basta con questi trucchetti, preparami subito la stessa fiala che hai fatto a lei in modo che io la possa raggiungere!”
“Quella fiala è stata creata dalla più grande paura di Elsa, non posso farne una per te, ed anche se dovessi crearne una dalle tue paure ci potrebbero volere anni… ma potrei avere ancora la polvere nera che ti aveva permesso di raggiungere l’epoca di Elsa anni fa, magari con qualche piccola modifica potrebbe portarti lì…”
Gli occhi di Jack si fecero come una fessura.
“Mi avevi detto che era FINITA!”
“Immagino di essermi sbagliato, in fondo allora avevi bisogno di una spinta… “
“E tu cosa ci guadagni? Cosa vuoi in cambio?”
“Come mai mi fate tutti questa domanda? Comunque voglio solo che tu crei due piccoli amici di ghiaccio che possano tenermi compagnia, sai inizio a sentirmi solo qui dentro, i miei poteri sono aumentati, ma non riesco ad abbattere queste sbarre che avete creato voi guardiani!”
Jack lo fissò perplesso e seccato.
“Mi stai prendendo in giro!”
“No, è tutto ciò che chiedo”
“Pensi davvero che io sia così stupido? So bene che quello che speri è provare un'altra volta a liberarti per sempre di me e di Elsa, ma non ci riuscirai!”
Un gelido sorriso si formò sul volto di Pitch.

222

“Se ne sei così convinto allora perché non accettare? O forse hai dei dubbi su quello che potrebbe realmente scegliere Elsa?”
Odiava profondamente quell’uomo e i suoi tentativi di insinuare paura e dubbi nelle persone.
“Taci e dammi quella polvere, sceglierò poi cosa farne”
Pitch indicò la terra accanto a lui, Jack alzò gli occhi al cielo creando le statue di due piccoli ragni di ghiaccio nella sua cella.
“Mi spiace non mi è venuto in mente altro che fosse ‘alla tua altezza’. Fingerò che sia quello che vuoi davvero, ora posso avere ciò che voglio io?”
Pitch gli mostrò il sacchetto contenente la sabbia nera.
“La devo solo modificare in base alle tue attuali paure, in modo da farti viaggiare nella stessa epoca di Elsa, ovvero in quella in cui non ti ha mai incontrato”
Prese la polvere ed iniziò a concentrarci tutti i suoi poteri alimentati dalle paure di Jack, provando un enorme dolore, ma doveva resistere, doveva completare il processo. Un’enorme quantità di oscurità si riversò nella polvere dandogli una finitura rossastra. Pitch sembrava stravolto, probabilmente aveva utilizzato quasi tutte le sue energie, la sua voce era quasi un sibilo quando gli disse:
“Avrò bisogno anche di quattro fogli ed inchiostro… ti spiace? Al momento sai sono un po’ impossibilitato ad uscire”
Jack spazientito gli andò a prendere carta e inchiostro.
“Altro?”
Sbuffò Jack.
“Ho usato quasi tutto il mio potere per modificare la polvere, ora manca solo l’ultimo tocco”
Pitch prese i fogli ed iniziò a disegnarci su strani simboli, quindi  ne consegnò due insieme alla polvere a Jack, gli altri due sembravano essere identici ai precedenti. Jack fissò stranito i fogli ricevuti.
“Cosa sono?”
“Rune per far sì che il viaggio funzioni, io ne devo tenere una copia identica qui o non si attiveranno”
Disse indicando i due fogli identici che aveva lasciato con sé.
“L’altra volta non servivano…”
Osservò lui sospettoso.
“L’altra volta dovevi solo viaggiare nel TUO tempo, stavolta è più complicato, quindi anche una volta lì se vuoi tornare indietro dovrai farti fare una copia identica delle rune da me stesso, all’epoca non ci conoscevamo ancora, quindi suppongo che hai un vantaggio che ti potrà consentire di ricevere quanto desiderato senza troppi problemi”
Jack continuò a fissarlo con l’aria di una persona che non credeva ad una parola di quello che stava ascoltando.
“Ok se non mi credi usala senza, ti ritroverai indietro nel tempo in questa realtà dove ti ho fatto conoscere Elsa, non ottenendo nulla! Ma io fossi in te non la sprecherei, ora davvero non ne ho più e per farne altre mi servirebbero anni…”
Jack mise nella tasca della felpa il materiale ricevuto.
“Andrò dai guardiani ed insieme decideremo cosa fare, anche se evidentemente non hai i poterei per uscire, non voglio rischiare nulla!”
“Oh aspetta, che sbadato, mi sono dimenticato di dire ad Elsa una cosa…”
“Cosa?”
“Che c’è un prezzo da pagare per lei che è arrivata bevendo la fiala”
Jack stava iniziando a perdere la pazienza.
“Ovvero?”
“Beh, la sua coscienza avendo letteralmente viaggiato in un universo parallelo, verrà sostituita gradualmente da quella dell’Elsa della sua epoca, scordandosi della vita che ha avuto con te da quando io ho interferito portandoti nel passato, più tempo resterà li e più cose dimenticherà, quindi penso dovresti sbrigarti”
“Tu, maledetta ombra strisciante!”
“Tic tac Jack, tic tac….”
Furioso Jack volò via dai guardiani.
Pitch si rivolse ai suoi nuovi amici di ghiaccio fingendo di parlare con loro:
“Ehi salve miei piccoli amici come va? Pensate che si sia bevuto la cosa delle rune? Cosa dite? Ho dimenticato nuovamente di dire qualcosa… uh, che sbadato è vero! Non ho detto a Jack che se andrà lì, anche lui avrà un prezzo da pagare, seppur diverso da quello di Elsa…”
Rise divertito all’idea.
“Vorrei solo essere lì per godermi lo spettacolo ma penso che in un certo senso avrò chi lo farà per me!”

 

 

 

 

 

Eccoci alla fine del secondo capitolo! Inizialmente il primo capitolo doveva concludersi qui ma poi mi hanno fatto notare che forse come primo capitolo poteva essere tropo lungo, quindi li ho separati (da una parte meglio perché questo mi ha permesso di aggiungere un dettaglio che mi servirà dopo).
Una cosa che mi ero dimenticata di dirvi del primo capitolo è che il nome “l’incubo” si contrappone al primo capitolo de “La regina di Ghiaccio” che si intitolava “il sogno” perché mentre nella prima fic tutto parte dal sogno di Jack, in questo caso è l’incubo di Elsa a scatenare gli eventi.
Ma bando alle ciance, in questo cap Elsa finalmente fa la sua scelta e riesce a ritrovare sua sorella, devo dire che il rapporto tra queste due sorelle mi ha sempre colpita ed è proprio questo che spinge Elsa a bere la fiala: Elsa ormai riesce a controllare i suoi poteri ed ha una vita felice come leggenda, ma l’idea di dover vivere per sempre senza mai più poter vedere Anna inizia a insinuare in lei delle latenti paure che non riesce più a nascondere. E’ questo a spingerla a fare la scelta estrema di bere la fiala, nonostante sappia molto bene che potrebbe essere la scelta sbagliata.
Secondo voi ha fatto bene? Avreste fatto lo stesso?
In tutto questo Pitch diventa sempre più macchiavellico e si offre di aiutare Jack… cosa vorrà realmente? A cosa serviranno quei fogli? Cosa farà Jack? Quale sarà il suo prezzo da pagare?
Se avete supposizioni, pareri e consigli come sempre diteli pure, mi fa sempre piacere sapere cosa ne pensate e migliorarmi!
Ci vediamo al prossimo cap dove inizieremo ad avere un primo squarcio degli eventi di Frozen 2, e niente mi è tornata la vena creativa e sto scrivendo parecchio, quindi ci rivedremo presto : )

Un grazie speciale a Mari Lace che mi ha fatto gentilmente da beta!

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio / Vai alla pagina dell'autore: MiakaHongo