QUESTA
STORIA È GEMELLATA CON “APPARTAMENTO 24”
DI RELIE DIADAMAT IN QUESTO STESSO
FANDOM.
Per
favore, leggetele entrambe. Fanno parte dello stesso universo, e si
completano.
Per avere il quadro completo delle vicende che vedono L, Light, B e
Naomi
protagonisti, serve leggerle tutte e due.
Relie
tratterà le vicende dell’Appartamento 24, in cui
vivono Beyond e Naomi, mentre
io quelle di L e Light, nell’appartamento di fronte. I
quattro si incontreranno
e interagiranno in ogni capitolo.
Sheldon: Aspetta, aspetta. "Ha
piazzato"
è giusto?
Leonard: Che vuoi dire?
Sheldon: Che "ha piazzato"
è il tempo verbale giusto per
qualcosa che è successo nel futuro di un passato influenzato
da un evento del
futuro?
Leonard: "Avrebbe potuto piazzare"?
Sheldon: Bravo ragazzo.
I.
LA VOLTA IN CUI
L FECE INFURIARE B
«Più
a destra, Light.»
Light
sbuffò sulla scala. Si allungò verso destra,
sopra la porta dove il numero 25
era affisso a lettere dorate. Poco sotto c’era una campana
natalizia.
«Adesso
com’è?»
«Ancora
un po’ a destra, Light.» L sorrise, riconoscendo
una nota d’impazienza nella
voce del suo coinquilino. «Ora è troppo
a destra, Light.»
«Potresti
smetterla di dire il mio nome, per favore?»
La
scala traballò ancora. L puntò i piedi contro
l’acciaio per tenerla ben ferma.
«Un
po’ più a sinistra.»
«Senti,
Ryuzaki, perché non sali tu qui sopra e io ti tengo la
scala?»
«Ti
prego, Light, non essere sciocco.» L seguì la
linea delle gambe di Light,
puntando lo sguardo poco più in alto. «Ho una
vista migliore da qui. E poi non
vorrei mai che mi guardassi il sedere…»
Light
quasi cadde dalla scala. Gridò, appoggiando i palmi delle
mani contro il muro
verniciato di bianco, piegandosi appena in avanti.
Una
visuale ancora migliore, non c’era dubbio.
«Che
succede?»
Naomi
sbucò dalla porta di fronte, costringendolo a voltarsi.
«Oh,
Naomi Misora. Stiamo mettendo gli addobbi» rispose L.
Guardò in alto, dove la
ghirlanda era affissa alla cornice. Light era rosso quanto le palline
che stava
appendendo.
«Ryuzaki»
chiamò Naomi. «Non pensi che quella campana sia un
po’… troppo?»
«Tu
dici?» L lasciò la presa sulla scala per
torturarsi un labbro. Diede una spinta
per sentirla suonare, mentre Light cercava di restare in equilibrio.
«No, io
direi che ha davvero un suono piacevole. Pensavo di appenderle un
po’ ovunque,
nel palazzo.»
«Nel
palazzo?» si intromise Ryuk, l’inquilino che
abitava proprio sopra il loro
appartamento. «Non credi di stare esagerando,
ragazzo?»
«Non
più di te quando ti metti a suonare la tromba,
Ryuk.»
«La
mia è arte!» sbottò offeso, scomparendo
in fondo alla scalinata.
L
scambiò uno sguardo con Naomi.
«Non
sta dicendo sul serio. Quando lo sentirai suonare, capirai.»
«Che
cosa capirò?» domandò Naomi, con il
naso ancora rosso per via del recente raffreddore.
«La
differenza tra questo» e diede un’altra spinta alla
campana. «E quel baccano
che Ryuk osa chiamare musica.»
Naomi
scosse la testa, tornò nel suo appartamento, ma dopo
pochissimo ne uscì B.
Aveva l’indice puntato contro L.
«Non
vorrai davvero appendere quella roba? Di nuovo?»
«Trovo
che contribuisca a rallegrare l’atmosfera. Light è
d’accordo con me, non è
vero, Light?»
«Ti
ho detto di smetterla di pronunciare il mio nome. E tieni ferma la
scala!»
Beyond
gli lanciò uno sguardo di fuoco. «Non anche
quest’anno… Non anche
quest’anno!»
L
lasciò di nuovo la scala. «Ora calmati, B. Tra
qualche settimana la toglieremo,
non è vero Light?»
Naomi
li guardava dalla porta aperta. Poi squillò il telefono e
lei si chiuse dentro
casa.
«Adesso
basta, Ryuzaki. Dimmi solo che vanno bene così. Non farmele
spostare ancora.»
L
si allontanò un momento – tanto che Light fu
costretto di nuovo a piegarsi in
avanti per reggersi al muro. Si portò un dito alle labbra,
ignorando B. Ma
poteva quasi sentire il fumo uscirgli dalle orecchie.
Inclinò
appena la testa di lato, giusto per guardare meglio.
«Non
c’è male, Light. Non c’è
male.»
«Oh,
meno male. Posso tornare giù?»
L
diede un calcio alla scala quando lo vide intento a scendere il primo
scalino.
«Se
solo potessi spostare quelle due palle un po’ più
a sinistra… penso che sarebbe
perfetto, Light.»
Light
abbassò la testa per guardarlo. «Che cosa? Ma se
sei stato tu a farmele
spostare!»
«Ti
lamenti come un gattino» si intromise Beyond, guardandoli
entrambi. Poi scosse
la testa e si avviò verso il suo appartamento.
«Come si fa a non capire che ha
fatto tutto per guardargli il sedere… come si fa?»
L
sgranò gli occhi. «Un gattino… che
grande idea.»
Tre
ore e un albero di due metri e mezzo dopo, L si fermò a
contemplare l’ascensore
rotto. Light era alle sue spalle, ricoperto di aghi, le scarpe ancora
bagnate
di neve.
«Dovresti
andare a cambiarti, Light.
Anche se quegli aghi tra i capelli ti donano.»
«Mi
donano?» Light era senza fiato. Aveva
trascinato l’albero con il suo – ehm –
aiuto. Più o meno. «Mi donano?! E poi si
può sapere che intenzioni hai con quell’ascensore?
Sei fermo lì da dieci
minuti!»
«Vorrei saperlo anch’io»
esordì Naomi, appoggiandosi
allo stipite della porta con uno scialle sulle spalle e una tazza
bollente tra
le mani. «A proposito… grazie per il
caffè, Light.»
«Oh,
Naomi Misora, Light è gentile.»
L si accovacciò davanti all’ascensore.
«Potresti
dirlo senza che suoni come stupido,
Ryuzaki?»
Lui sorrise,
ripensando a come Light si
era offerto di aiutare una donna a caricare l’albero in auto,
mentre lui era
ancora intento a scegliere il loro.
Loro.
In
effetti, non pensava che Light
sarebbe durato più di qualche giorno. C’era solo
il sei percento di possibilità
che accadesse.
«Ancora?»
Beyond travolse Naomi per
uscire sul pianerottolo, facendole versare il caffè.
«Non vorrai metterle anche
lì, ancora, come
l’anno scorso?»
L non ebbe bisogno di voltarsi per
vedere la sua faccia. La conosceva fin troppo bene… quella e
tutti i segreti
che B si portava dietro.
«In
effetti è così. Stavo proprio
pensando di mettere dei sensori davanti alla porta
dell’ascensore.»
«Di
che sensori parli?» si intromise
Light.
«Oh, non lo sa! Il ragazzetto non lo
sa!» sbottò Beyond. «Sensori…
sensori di quelli che quando ci passi davanti
sparano musica a tutto volume.»
«Non
musica» lo corresse L. «Solo un
canto natalizio. Siamo a Natale, dopotutto…»
Naomi
starnutì, tanto che Beyond fece una
corsetta in avanti. L era convinto che le avrebbe offerto un fazzoletto
– o che
le avrebbe chiesto di rientrare in casa e portarsi via i suoi germi
– invece B puntò
un dito contro Light.
«Che
ci fai ancora qui?»
«Scusami?»
Light parve offeso. «Ci
vivo.»
«Già.
E non dovresti, non credi? È
finito il periodo di prova, direi. Che succede? Ti sta costringendo? Ti
ha
minacciato? Ha rapito tua sorella?»
«Non
ho rapito proprio nessuno,
Beyond.»
«Non pensavo saresti durato tanto a
lungo…» B continuò a rivolgersi a
Light. «Non pensavamo.»
Al che, gli
occhi di tutti i presenti
si puntarono su Naomi. Lei abbassò il viso, un tantino
imbarazzata.
«Insomma, non è che i tuoi coinquilini
durino mai molto, Ryuzaki…»
L si rivolse a B. «Se è per questo,
anche Naomi è rimasta. Nonostante i tuoi evidenti
problemi.»
«Problemi?»
«Già.
Non dev’essere semplice viverti
accanto…»
Il volto di
Beyond si fece paonazzo.
«Ti propongo una sfida, Ryuzaki.»
Digrignò i denti. «Vediamo chi dei nostri
coinquilini dura più a lungo.»
«Si chiama
“scommessa”, Beyond» lo
corresse L con un sorriso. Ci pensò un istante, sollevando
gli occhi al cielo, il
pollice a torturargli il labbro. «Perché no? Io
detesto perdere, e quindi non
perderò.»
Vi
ricordo di leggere “Appartamento 24” di Relie
Diadamat, di cui vi lascio un
estratto:
«Dov’è
il caffè?».
Spostò
lo sguardo alla sua destra, restando accovacciato sulla sedia a
mangiucchiare
cucchiaiate di marmellata. Naomi guardava confusa la dispensa e Beyond
non si
premurò di trattenere un sorrisetto. Si leccò le
labbra, mettendola al
corrente: «Temo sia caduto questa mattina… Una
scena orribile, sono lieto che
tu non abbia dovuto assistere».
Naomi
si portò le mani sui fianchi. Era spettinata, la faccia
ancora provata
dall’influenza. «Vuoi dire che l’hai
fatto cadere».
«Oh, no, Misora. Te lo assicuro.» Intinse un dito nel barattolo, girandolo come un mestolo in una zuppa di fagioli. «Io ho solo spinto il bicchiere che stava accanto al barattolo del caffè. Dunque non è colpa mia, ma della Dinamica». CONTINUA...
N.d.A.:
Eccoci
con il secondo (i secondi?) capitolo! Noterete che il
“disagio” aumenta a ogni
episodio. Ma questo ci rende molto allegre, vero, Relie? Nel terzo, i
nostri eroi
(?) saranno alle prese con il giorno della Vigilia… e di
nuovo, ne vedrete
delle belle!
Ovviamente,
e lo diciamo per evitare incomprensioni, è tutto
all’insegna dell’ironia e –
perché no? – del fluff. È una commedia.
Grazie
mille a chi legge, a chi recensisce e a chi ha aggiunto la raccolta
alle
seguite! A presto!
Celtica