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Autore: ___Page    23/12/2019    2 recensioni
"Fosse stato per lui, avrebbe pulito tutto, smontato l’albero e archiviato la questione addobbi per il resto della propria esistenza.
Fosse stato per lui.
Ma non era per lui. Era per lei.
Era tutto per lei."
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*Questa fanfiction partecipa alla Xmas Countdown Challenge 2019 organizzata dal forum FairyPiece – Fanfiction & Images*
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Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Koala, Nuovo personaggio, Pirati Heart, Sabo, Trafalgar Law
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Giorno: 23 dicembre
Tema: Natale alternativo
Prompt: Via di mezzo tra "Natale al pronto soccorso" e "Natale in ufficio", praticamente è "Natale al lavoro", in ospedale ma non in pronto soccorso
Note: In altre parole i festeggiamenti al reparto di pediatria al Kyros Memorial Hospital. 

 
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Law se l’era cercata, sapeva di essersela cercata.
Sapeva che ogni azione provoca una conseguenza, sapeva che ogni scelta andava ben riflettuta e valutata in tutte le sue possibili sfaccettature e future evoluzioni e lui lo faceva, come se da ne fosse dipeso il destino del mondo.
Lo faceva e lo aveva fatto anche quando si era deciso di organizzare internamente la clown therapy, senza per forza appoggiarsi al gruppo esterno di volontari che riusciva a recarsi lì solo una settimana ogni due. L’avevano presa in mano loro, si erano rimboccati le maniche, procurati il necessario, finché era diventato un appuntamento fisso due giorni a settimana, con medici, infermieri e OS che lavoravano vestiti nei peggio modi.
Law si era adoperato e ci aveva messo cura e attenzione al dettaglio ma da parte sua un paio di baffi posticci da hipster era stato il massimo che aveva concesso. I bambini poi, sembravano adorarli senza chiedere di più.
Ma in cuor suo, Law sapeva che primo o dopo, in qualche modo, avrebbero cercato di attentare al suo desiderio di mantenere un tono e una dignità e, più nello specifico, di non farsi coinvolgere dalle boiate di Izou. Lo aveva sempre saputo ma mai, neppure nei suoi più reconditi incubi, o comunque poco gradevoli sogni, avrebbe scommesso o immaginato che arrivassero a tanto.
«Law, figliolo…»
«Non chiamarmi “figliolo”»
Che arrivassero a coinvolgere il Capo, era veramente più di quanto Law gli avrebbe creduti capaci.
«Abbiamo estratto» insistette Ray, intoccato dallo sguardo truce del dipendente.
Francamente Law in quel momento lo odiava con ogni fibra del proprio essere. Insomma, a parte che sapeva benissimo che non c’era stata nessuna estrazione ma poi gli sembrava anche di essere abbastanza zelante e di impegnarsi all’esasperazione nel proprio lavoro. Non era abbastanza? Pure quello gli toccava?
«È solo un costume e solo per un’ora»
«Non è solo un costume» lo fulminò con un’occhiata assassina, lui e il suo stramaledettissimo ghigno.
Era ciò che implicava, era un’ora a prendere in braccio bambini e ascoltare i loro desideri per Natale e non che non lo meritassero ma lui era per fare il proprio lavoro, dannazione!, quello vero, quello per cui aveva studiato.
«Dimmi se ti prude Law» si raccomandò Izou, fin troppo divertito, guadagnandosi tutta la sua omicida attenzione, che comunque sembravano tutti fare a gara per condividere.
«A me qualcosa prude a guardarlo così, ma non è la barba posticcia» commentò Praline, dietro al banco accettazione del reparto insieme a Marco, che manteneva l’espressione impassibile ma i cui occhi brillavano come quelli del fanboy mancato che era.
«Ehi Law! Sei un cioccolatino da scartare vestito così!»
«Fottiti Bon» la omaggiò di un bel dito medio mentre passava oltre insieme a Yonji, che ghignava a più non posso, il bastardo.
Che poi qualcuno avrebbe dovuto spiegargli cosa ci trovavano Bonney e Praline in un costume da Santa Claus infeltrito.
«Non ha un po’ poca pancia per fare Babbo Natale?»
Oh Santo Roger! Pure Benn ci si metteva adesso?! Come se poi fosse quella la faccenda rilevante! 
«Di sicuro potrebbe essere più pompato in generale per la gioia dei miei occhi» si spalmò sul banco Praline, occhiando e squadrando la possente figura di Benn.
«Beh è un Babbo Natale giovane, infatti ha ancora le sopracciglia scure. Può andare come spiegazione» si strinse nelle spalle Marco che, evidentemente, sentiva il bisogno di dare il proprio contributo perché Law percepisse ancora meglio in che covo di emeriti imbecilli si ritrovava a lavorare.
«Quindi non gliele ricopro con l’ovatta?» Izou si bloccò nel trafficare in uno dei carrellini lì vicino.
«Non t’azzardare»
«Law, non farmi lo sguardo tenebroso» sogghignò con malizia il moro, lasciando per lo meno perdere l’ovatta. «Bene, ora proviamo la risata»
Il sopracciglio, scuro e non ricoperto da alcunché, si sollevò piano a quelle parole.
«Prego?»
«Oh dai, lo sai! La risata! HO HO HO! E falla bella aspirata, mi raccomando. Allora, pronti e…»
«Io non faccio nessuna risata»
Izou sbatté le palpebre interdetto. «Ma come no? Ma non saresti credibile!» protestò Izou, accigliandosi e l’iride grigia del chirurgo si fece sempre più vitrea.
Non sarebbe stato credibile?! Ma davvero?! Cos’aveva cercato di far notare a tutti nell’ultima mezz’ora?!
«Izou sei nell’inquadratura, un sorriso per la stampa! Tu Law resta serio, viene spaziale così!»
«Ace, non m’importa se Laine stravede per te e se sei il miglior paramedico che abbiamo, posa il cellulare o giuro che la prossima autopsia sarà sul tuo corpo, non necessariamente cadavere»
«Sei il miglior Babbo Natale del mondo» gli sorrise il moro, per la gioia di Ray ovviamente.
 «Vero?! Gliel’ho detto anche io» commentò infatti mellifluo il Capo e Law sentì distintamente che o se ne andava, o se ne andava, o commetteva una strage. Meglio se se ne andava.
«Law, ehi aspetta» lo richiamò però Izou, fatti appena due passi. «La risata»
«Sono un Babbo Natale giovane, con le sopracciglia scure e senza pancia quindi non ci vedo niente di incoerente se non faccio nessuna risata, tutto chiaro?» macinò a denti stretti senza voltarsi e fu costretto ad aumentare il passo quando sentì Ray commentare, neanche sottovoce ovviamente: «Beh almeno si è autodefinito Babbo Natale, è già un passo avanti»
Li odiava tutti e non era minimamente intenzionato a dar loro soddisfazione. Ma doveva davvero pregare che il piccolo Chopper non lo riconoscesse, evenienza praticamente certa, e non gli chiedesse di fare la risata.
In quel caso, lo sapeva, sarebbe stato fottuto.
  
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