Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Roberta 0401    23/12/2019    2 recensioni
Jelsa
Vola assorto, lo spirito dell'inverno, fino a quando qualcosa non cattura il suo occhio. Un luccichio lontano ma comunque familiare, come di luce riflessa da del ghiaccio... Forse troppo ghiaccio. Sa con certezza di non essere lui, per una volta, l'artefice di tutto ciò. Possibile che la natura abbia creato così tanta neve in eccesso e che Jack Frost in persona non se ne sia accorto? Eppure quello non sembra un cumulo senza forma, ricorda invece... Un castello. Un castello immenso, meraviglioso, e completamente fatto di ghiaccio...
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Quando Jack varcò la soglia d'entrata del castello di ghiaccio era ancora talmente sorpreso che non sapeva bene cosa aspettarsi, eppure ciò che vide lo ritenne perfettamente in sintonia con la struttura esterna dell'immenso edificio. Ovviamente era splendido e, come ormai era palese fosse una caratteristica propria di quel luogo, sembrava risplendere di luce propria. La prima cosa che si trovò di fronte fu un largo salone che fungeva da ingresso e che consentiva di accedere al piano successivo tramite delle scalinate. Jack si fermò ad osservare i dettagli e con meraviglia rimase incantato davanti alle fini decorazione che caratterizzavano le pareti ghiacciate. Non si trattava solo di incisioni, ma della struttura stessa del ghiaccio che creava armoniosi arabeschi. Poggiò un piede nudo sul primo gradino e la mado sinistra sul corrimano, dove accarezzò, quasi con riverenza, il ghiaccio. Le linee erano così morbide che Jack quasi faticava ad associare ciò che aveva di fronte alla materia che lui stesso dominava. Usava le sue capacità principalmente per far divertire i bambini o fare piccoli dispetti qua e là... Mai aveva pensato invece alla possibilità che il ghiaccio potesse assumere fattezze del genere. Salì le scale e con l'impazienza e l'adrenalina che crescevano sempre di più in lui decise immediatamente che avrebbe continuato la sua esplorazione al piano superiore. C'era evidente agitazione nei suoi gesti, continuava a spalancare ogni porta come se dietro di essa potessero esserci le risposte a tutte le sue domande. Purtroppo come ben presto gli fu chiaro le numerose stanze erano del tutto disabitate. Il catello era vuoto. Ma perché, in primo luogo, una struttura del genere sorgeva lì? Chi mai sarebbe riuscito a costruirlo? Jack continuava a tornare indietro e a ripercorrere tutte le stanze, in cerca di qualcosa che gli fosse sfuggito. Una parsona addormentata, un oggetto, un qualunque indizio... Ma non trovò assolutamente nulla. Sconfitto si accasciò contro un muro, fino ad arrivare seduto sul pavimento liscissimo e gelido. Da quanto tempo un luogo del genere esisteva? Sembrava perfettamente integro, perché il sole non ne scalfiva minimamente neanche la superficie? Capì che era impossibile trovare delle risponde in quel momento, eppure non riusciva ad abbandonare quel luogo. Aveva una strana stretta allo stomamaco, come un senso d'ansia o di forte impazienza che lo avvolgeva e non voleva scemare. Si passò le mani sul viso. Improvvisamente si sentiva stanco, ma decise che non era ancora il momento di andarsene. Era faticoso ammetterlo, ma era spaventato. Se avesse deciso di andarsene in volo adesso e dopo, cercando nuovamente quel luogo incantato, non fosse più riuscito a trovare il castello? Non voleva assolutamente correre questo rischio. Rimase a tormentarsi con i suoi dubbi fino a quando, ormai stremato dalle forti emozioni, non alzò il cappuccio, chiuse gli occhi e dopo tanto tempo finalmente dormì. Fu svegliato dal rumore delle enormi ante d'ingresso che sbatterono. Alzò il viso violentemente, sorpreso dall'improvviso trambusto in un luogo nel quale fino a poco prima era sembrato che nessun suono potesse accedere. L'istinto immediatamente lo guidò facendogli recuperare dal pavimento il suo bastone. Jack non perse tempo ed assunse rapidamente una posizione difensiva, pronto però ad attaccare al minimo segnale di pericolo. Ciò che vide tuttavia non sembrava affatto che desiderasse fargli del male. Dalla porta era entrata una bellissima fanciulla, una ragazza che sembrava essere poco più grande di lui (che nonostante avesse decisamente molte più decadi alle spalle di quanto dimostrasse conservava ancora l'aspetto di un ragazzo molto giovane). La giovane donna portava i biondissimi capelli legati in una morbida treccia adagiata sulla sua spalla. Il corpo sottile era avvolto da un luminoso abito che sembrava intessuto con piccoli cristalli di ghiaccio. Jack rimase paralizzato mentre osservava la ragazza che non dimostrava nessuna sorpresa guardandosi intorno. Questo voleva dire che aveva già visto questo luogo, e che quindi forse ne conosceva anche l'origine. Tuttavia non non si dimostrò sorpresa neanche della presenza dello spirito dell'inverno e questo perché, realizzo Jack sospirando, ovviamente lei non era in grado di vederlo. Abbassò lentamente il bastone precedentemente impugnato come un'arma e si avvicinò alla ragazza. Era bellissima, su questo non poteva avere dubbi. Il suo portamento elegante la rendeva ancora più particolare di quanto già non fosse. Lei iniziò a salire lentamente le scale e Jack la seguì. Fu solo in quel momento che si accorse che l'abito da lei indossato era decisamente troppo leggero per il clima invernale delle montagne. Il suo cuore continuava a battere con forza, perché quella ragazza non sembrava umana, non poteva esserlo! Eppure se anche lei fosse stata uno spirito avrebbe dovuto accorgersi della presenza che la seguiva, mentre così non era stato. Tutta in una volta jack perse la speranza che non si era nemmeno accorto stesse crescendo dentro di lui. La ragazza continuò a camminare sino a raggiungere il balcone e poggiando i sopra i gomiti, mantenendo con le mani il proprio volto. Rimase affacciata ad ammirare il paesaggio e a prendere grandi bloccate di aria gelida. Jack, appoggiato al suo bastone, la osservava. C'era qualcosa nel modo in cui si muoveva e nella sua postura che la rendeva agli occhi del vivace spirito dell'inverno più grande dell'età che probabilmente aveva. Jack, con il suo temperamento perennemente agitato, rimase tuttavia affascinato da questa caratteristica della giovane donna. Gli ricordava quasi una regina, con le sue spalle dritte e quell'immenso castello solo per lei. Tuttavia era sola. Come Jack. "Hey, regina delle nevi, si può sapere perché diavolo sei qua in pieno inverno?" La ragazza non lo degnò di uno sguardo. "Ma certo, brava, scommetto che tutte le regine non rispondono quando ad interpellare sono dei ragazzi senza scarpe" e così dicendo riprese a ridere. Tuttavia la sua risata terminò in fretta "Non riesci proprio a sentirmi, eh?" un altro sospiro "E poi perché mai dovresti, dico bene?" Fu a questo punto che la regina si voltò e tornò indietro sui suoi passi. E poi, come per rispondere all'ultima domanda di Jack, mosse con grazie le sue mani dalle quali si sprigionano bianchi fiocchi di neve. Un altro veloce movimento ed aveva creato un tavolino, poi una sedia, un letto. Econtinuò così, di stanza in stanza, andando a riempire tutti gli spazi vuoti. Il ragazzo rimase per l'ennesima volta in così poco tempo completamente spiazzato. Ciò che stava provando adesso però non aveva assolutamente niente a che fare con ciò che gli aveva provocato la vista del castello di ghiaccio o di una donna che non sembrava soffrire il freddo. Adesso aveva la prova tangibile che esistesse qualcuno come lui, e l'aveva visto con i suoi occhi! Aveva visto quelle mani creare la magia, aveva visto la neve ed il ghiaccio che venivano formati da esse! Ma come era possibile che una creatura del genere esistesse? Se non riusciva a vederlo questo significava evidentemente che fosse un'umana. Ma perché l'uomo della luna avrebbe dovuto fare una cosa del genere? Sconvolgere una vita intera in quel modo? Jack non era più umano da molti secoli, ma aveva capito come fossero gli uomini quando trovavano qualcosa di diverso da loro. Avevano paura.
   
 
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