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Autore: Myra11    27/12/2019    5 recensioni
[SPOILER per l'Ascesa di Skywalker se non avete visto il film-NON LEGGETE]
Rey e il redento Ben hanno vinto.
Insieme, come avrebbe dovuto sempre essere, hanno trionfato sul Lato Oscuro.
Ma mentre le azioni del passato tornano a tormentare Ben, una nuova minaccia incombe sulle galassie, e il richiamo del sangue potrebbe rivelarsi molto difficile da ignorare per Rey.
[Finale alternativo perchè SI, Ben Solo è stato sprecato, e meritava di meglio, meritava un intero film almeno ç_ç e insieme al finale alternativo, se riuscirò a non lasciarla in sospeso xD una storia nuova :) Ho messo OOC tra gli avvertimenti per sicurezza, anche se cercherò di fare del mio meglio per non sforare ^^'']
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Rey
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO IV

Si erano seduti dai lati opposti della stanza in una ponderata dimostrazione di sicurezza, e Ben non riusciva a staccarle gli occhi di dosso.
Accanto a lui Chewbecca stava borbottando tra sé e sé, e la cosa lo fece sorridere.
Ricordava il Wookie oscurare la luce dalla porta quando entrava in casa, ricordava le volte in cui si era addormentato, a malapena bambino, tra quelle braccia pelose, come Chewbecca lo difendesse ogni volta che Leia lo rimproverava.
Percepì il movimento di Rey ancora prima che lei lo compisse, mentre la porta si apriva.
Era come essere unito a lei da una corda elastica, che si muoveva e tendeva ad ogni movimento che compivano, che si allungava senza mai spezzarsi.
La sua metà perfetta.
La vide sorridere, ma la sensazione che quell’espressione gli procurava fu ben presto scacciata dall’arrivo dei due uomini.
Li ricordava entrambi come se non fosse passato nemmeno un giorno dal loro incontro.
Si alzò con cautela, le mani intrecciate dietro la schiena, cercando di risultare meno minaccioso possibile nonostante torreggiasse su tutti loro.
Rey si portò una mano al viso a nascondere un mezzo sorriso mentre lo guardava di sott’occhio, e lui comprese che aveva percepito le sue intenzioni.
Il primo ad avvicinarsi a lui fu il pilota.
«Poe Dameron.» Lo salutò con educazione, studiandone i movimenti; c’era qualcosa che gli ricordava lei nel modo in cui si muoveva, in cui la sua presenza riempiva la stanza.
Poe lo studiò per qualche istante, poi gli porse la mano. «Ben. Scusa se ti ho sparato.»
Quelle scuse fatte con un tono sincero e lievemente divertito gli strapparono un lieve sorriso.
Strinse la mano del ribelle. «Scusa se ti ho torturato.»
Con una risata divertita e una scrollata di spalle, Poe si fece da parte, e osservò Finn fulminare l’uomo con lo sguardo.
«Chi è il traditore, ora?» Si limitò a chiedergli oltrepassandolo, e Poe ebbe la prima dimostrazione che quello non era Kylo Ren. Il Leader Supremo avrebbe probabilmente attaccato Finn, ma Ben, Ben Solo, il figlio di Leia, non reagì. Non reagì perché era stato aggressivo verso Finn, perché aveva cercato di ucciderlo e perché ora era nella sua stessa posizione.
Osservò Rey sussurrare qualcosa a Ben, e notò come evitavano di toccarsi ma si attiravano come falene con una luce. Si sentì quasi di troppo nel vedere la sua amica sorridere, perché non l’aveva mai vista così…felice. Libera.
«Finn, amico, tutto bene?» Distolse lo sguardo voltandosi verso l’amico, che sembrava particolarmente corrucciato.
«No. Rey non avrebbe dovuto portarlo qui. Succederà un casino, già stamattina è stata aggredita.»
«Rimane sempre il figlio di Leia.»
«Lei si è guadagnata il nostro rispetto. Lui ha guadagnato tutt’altro.» C’era così tanto veleno nella voce di Finn da fargli venire la pelle d’oca, ma prima che replicasse Chewbecca s’intromise.
«Lo so amico mio. Gli daremo il tempo e il modo di farsi accettare, se riusciremo.»
Mentre loro parlavano la stanza si era riempita di gente, e lui vide Maz, e Rose, e i comandanti che avevano giurato fedeltà a Leia e che speravano li avrebbero aiutati a stabilizzare la situazione.
Rey, in prima linea davanti a quella folla, si era goduta ogni secondo del dialogo tra Ben e Poe, e si era ripromessa di chiedere come avessero fatto ad incontrarsi, ma poi aveva visto Finn, e la rabbia nella sua voce le aveva ricordato perché aveva affrontato Kylo Ren nella foresta.
Per proteggerla.
Scacciò quei pensieri; non aveva chiesto di essere protetta, mai.
Mentre i ribelli entravano percepì Ben innervosirsi; non gli piacevano i luoghi affollati, non gli piaceva non avere spazio di manovra in caso di un attacco.
Avrebbe voluto rifugiarsi da qualche parte e parlare con lui con calma, parlare di come aveva cambiato idea, di cosa aveva fatto per lei, di Leia, e Han, di come stava, ma niente di tutto ciò sarebbe stato possibile se non avesse convinto tutti di chi era ora.
«Ben. Vieni qui ragazzo.»
Era stata la piccoletta con gli occhiali enormi a chiamarlo e, con i sensi all’erta le si avvicinò, inginocchiandosi davanti a lei. Quando si tolse gli occhiali e lo guardò negli occhi, Ben si sentì quasi schiacciato dall’immensità della saggezza di quello sguardo.
Chiunque fosse, era vecchia, molto vecchia, ma gli sorrise con aria materna.
«Quanto dolore nel tuo cuore, giovane Solo. Ma ora sei al sicuro, come lei. Siete a casa.»
Non poté fare a meno di guardare Rey, che aveva ascoltato in silenzio la frase, ma le luccicavano gli occhi di rispetto e gioia.
Era bellissima, come lo era stata nella foresta, quando gli aveva resistito nella sala degli interrogatori, perfino quando lo considerava un mostro, era bella come solo le cose letali sanno essere, e Ben non riusciva a smettere di pensare a quanto era stata spontanea quella mattina, con quanta forza l’aveva abbracciato, come se avesse paura di vederlo svanire davanti ai suoi occhi.
«Conoscevo tuo padre, Ben. Sarebbe stato fiero di te.»
E con quell’unica, in apparenza insignificante frase, Maz Kanata si conquistò un posto nel cuore di Ben Solo.
 

 
 
Rey distese discretamente le gambe, sentendosi ormai stufa.
Avevano interrogato lei per prima, e avevano preteso ogni dettaglio sul suo legame con Ben, e proprio lui le era venuto in soccorso quando aveva fatto fatica a spiegarlo, e lei l’aveva ascoltato spiegare cos’era una Diade, e quanto poco si sapeva su quel legame così arcano.
Dopo quel momento non l’avevano più lasciato in pace e lui, educato e conciso, aveva risposto ad ogni domanda che gli veniva porta.
Rey, dal canto suo, assaporava ogni aspetto della sua personalità che finalmente veniva fuori, quel l’uomo che lui aveva nascosto per gran parte della vita, e le fu facile rivedere Han e Leia in lui.
Mentre attendevano il giudizio del consiglio – era piuttosto tranquilla considerato che la decisione finale spettava a Finn, e soprattutto a Poe – che suonò la prima sirena.
Si scatenò l’inferno nel giro di pochi istanti, e Rey si fece istintivamente strada verso i suoi amici.
Chewbecca la tirò verso di sé con un verso che era preoccupazione e domanda, e lei annuì. «Non so come abbiano fatto ma ci hanno trovato.»
Individuò Ben poco distante, e lui la guardò nello stesso momento.
Il mondo sembrò annullarsi intorno a lei quando incrociò i suoi occhi, e lei sentì la Forza che li univa condensarsi nell’aria prima che lui le facesse un cenno verso la plancia di comando.
Si mossero insieme, separati e allo stesso momento, e Rey sentì Poe e Finn seguirli.
Quando si sedettero ai posti di comando insieme, Rey rimase un attimo affascinata nel vedere con quanta naturalezza Ben azionava i comandi del Falcon, che sembrò fare le fusa sotto le sue mani.
Immaginò Han seduto a quello stesso posto, con il figlio in braccio, ad insegnargli come volare.
Si alzarono in volo mentre il cielo si costellava di navi nere e delle eterogenee navi dei ribelli, e Poe si appoggiò al sedile di Rey. Il Millenium Falcon sfrecciò nel cielo come una scheggia, e l’uomo emise un breve fischio.
«E io che pensavo di essere il pilota migliore della resistenza.»
Gli vennero i brividi quando i due piloti gli risposero insieme.
«Non più.»
Doveva credere a quell’affermazione, ammise Poe a sé stesso mentre Ben guidava il Falcon come se non avesse mai fatto altro, e mentre la grande, vecchia nave ruggiva nel cielo come se fosse felice di avere di nuovo un Solo al comando.
Nonostante quell’attimo di incredulo stupore la realtà venne ben presto a risvegliarli.
Voltandosi nel cielo videro il rigoglioso pianeta che li aveva ospitati così a lungo bombardato da quelli che sembravano veloci caccia che squarciavano il cielo.
Sapeva cosa i ribelli sopravvissuti avrebbero pensato alla luce di quell’attacco e non gli piacque per niente: come avrebbe fatto a far cambiare loro idea su Ben, se nemmeno due giorni dopo il suo arrivo venivano attaccati?
«Poe! Dove?» La voce di Ben lo scosse riportandolo al presente.
Dove avrebbe potuto portarli?
Li aveva guidati sempre verso un massacro, ma loro continuavano a seguirlo nonostante tutto.
Inserì le coordinate senza parlare, e vide le dita del loro pilota danzare sui comandi.
Mentre la velocità luce veniva preparata si voltò verso Rey.
Sembrava concentrata, eppure i suoi occhi continuavano a tornare indietro verso il pianeta che avevano abbandonato.
La familiare sensazione di stretta allo stomaco gli anticipò il salto nell’iperspazio e, quando uscirono dalla velocità luce, vide il pianeta dove li aveva condotti circondarsi di navi familiari.
Sospirò di sollievo e si congedò dalla sala centrale con Finn.
A quel punto, Ben si voltò verso la sua co-pilota.
Rey sembrava nata per pilotare, e averla al suo fianco l’aveva fatto sentire invincibile, ma qualcosa non andava.
Rey aveva la mascella serrata e gli occhi sbarrati, e lui stesso si sentiva soffocare dalle sensazioni che venivano da lei. «Rey?» La chiamò, non osando toccarla. Lasciava che fosse lei ad iniziare il contatto, se lo desiderava, proprio come aveva sempre fatto, perché sapeva che comunicava molto di più attraverso i gesti che attraverso le parole. Ma ora sembrava…persa. «Rey!»
Il suo secondo richiamò la raggiunse ovunque la sua mente fosse, e lei focalizzò la propria attenzione su di lui, quegli intensi, burrascosi occhi scuri che gli avevano fatto tremare l’anima dal primo istante.
«Sto bene, scusami. Dove siamo?»
«Dovrai chiederlo a Poe. Per ora, siamo al sicuro.» La informò pazientemente mentre il Falcon atterrava con dolcezza sul terreno. Rey si alzò per prima, rigida e silenziosa.
Non stava bene, lo sapeva, ma la lasciò andare nonostante la situazione lo rattristasse.
Avrebbe potuto parlare con lui e ne era consapevole, rifletté Rey mentre il legame che li univa si distendeva e muoveva man mano che si allontanava, eppure non l’avrebbe fatto.
Non poteva dire nemmeno a lui ciò che le era passato per la mente come un fulmine a ciel sereno quando era iniziato l’attacco.
Se fosse stata una Palpatine, l’Imperatrice Sith, la flotta dei ribelli non avrebbe mai dovuto subire quell’attacco. Sentì l’oscurità sussurrarle quel pensiero nel cuore, e una parte di lei le diede ragione.
L’Imperatrice Palpatine poteva portare la pace.


  
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