Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Aristofane4ever    31/12/2019    0 recensioni
Il bagno non è il luogo migliore dove incontrare il proprio idolo, soprattutto se, dopo le prime frasi, si sfocia in una discussione sul coming out. Per fortuna esiste ancora il perdono.
Tra dubbi, indecisioni, amici pazzi, partite di calcio e lavatrici, la storia di un Harry e di un Louis.
________
"Harry" Louis si rivolse nuovamente al cantante "la tua voce è davvero fantastica."
"E i miei testi, non sono anche loro bellissimi?" si intromise timidamente il più giovane.
"Certo, magnifici! Molto personali e carichi di spunti di riflessione."
"E la musica?"
"Ovviamente. Tutto riguardo te, le tue canzoni e i tuoi ricci è incredibile!"
"Ehi, cosa c'entrano i miei ricci?"
*Estratto dal secondo capitolo*
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sudore e... sudore!
 

♫Cheerleader♫

OMI (Felix Jaehn remix)

"Smettila di cambiare stazione della radio!" urlò Niall dando uno schiaffo alle mani di Harry, che, molteplici volte, si erano avvicinate al tasto.
"Mi annoio!" esclamò allora, allungando la o centrale e premendosi sconfitto contro il sedile imbottito della macchina dell'amico.
"Siamo quasi arrivati, dopo questa curva vedremo lo stadio" cercò di tenerselo buono.
"Anche una svolta fa dovevamo essere arrivati" lo rimbottò l'altro.

Però, evidentemente, quella volta aveva ragione il biondo, ed, infatti, dopo aver girato un'ultima volta il volante, un imponente edificio apparve davanti ai loro occhi.

"Vedi, bambinetto viziato?" lo prese in giro.
"Per fortuna posso scendere da questa macchina! È scomodissima, ti consiglio di prenderne un'altra."
"È nuova, per questo motivo i sedili sono un po' duri, piantala di lamentarti" gli rispose, chiudendo la portiera e dirigendosi verso lo sportellone dell'auto. Harry lo seguì.

"Non ti porterò più in giro con me, perché proprio non ti sopporto!" lo minacciò ancora, estraendo dallo spazioso bagagliaio il proprio borsone da calcio. "Non ti ricordavo così, normalmente il viaggio ti piaceva davvero molto"

"Scusa se non sto nella pelle di vederti tutto sudato e bello dietro un pallone!" scherzò.
"Seh, stai proprio parlando di me" si voltò camminando verso l'entrata dello stadio riservata ai giocatori, ridacchiando.

Harry restò qualche minuto fermo, rendendosi conto di ciò che aveva appena detto. Effettivamente, il suo obiettivo della giornata era quello di concentrarsi sul sedere sodo e perfetto, avvolto nei pantaloncini della divisa, del capitano della squadra. Scosse la testa sogghignando, allungando il passo per mettersi a fianco all'amico e procedere insieme a lui.

Attorno a loro molta gente si stava muovendo indaffarata, così preoccupata e concentrata sui propri doveri che non li aveva assolutamente notati.

Niall alzò un braccio per attirare l'attenzione di un ragazzo vestito con una maglietta verde fosforescente, il quale si trovava a qualche metro di distanza, ma, non appena ebbe visto il richiamo, si affrettò verso i due.

"Ciao, bello!" abbracciò Niall, che, sfortunatamente, lo colpì con la borsa contenente il necessario per giocare. "Ahi! Non pensavo che dopo tutto questo tempo lontani mi volessi distruggere la schiena!"

"Scusa!" si dispiacque l'altro, dandogli qualche pacca per confortarlo "Non avevo intenzione di ucciderti! Comunque" iniziò, rivolgendosi al riccio "lui è Jax, uno degli organizzatori della partita di oggi. J, probabilmente tu conosci già Harry, quindi possiamo anche saltare queste noiosissime presentazioni!"

Maglietta verde fluo e il cantante si scambiarono una stretta di mano, mentre il secondo si complimentava sorridendo: "Piacere di conoscerti. Siete davvero bravi a costruire questi eventi: date moltissime speranze in più".

"Sono felice che tu la pensi così: è la nostra politica. Cerchiamo di aiutare materialmente le persone malate
attraverso ciò che ricaviamo durante le partite: i biglietti, il merchandise e la trasmissione del match in TV. Ma non solo questo: vedendo i calciatori, i bambini sono più spronati a impiegare le proprie energie per guarire (ovviamente per quanto non dipenda solo da loro). Li ho visti: sono piccoli guerrieri che combattono una battaglia contro un nemico più potente di loro, e quando questo ha il sopravvento sono affranti, però basta ricordare loro chi potrebbero diventare: un cuoco, un veterinario, un astronauta, un calciatore, che lottano con più determinazione" spiegò Jax, dondolandosi leggermente e spostando il peso da una gamba all'altra.

"È meraviglioso" concordò Niall "io sono davvero orgoglioso di poter aiutare partecipandovi." 
"Esatto! Senza di voi non potremmo realizzare nulla." Il ragazzo dalla maglietta verde fosforescente estrasse il telefono dalla tasca posteriore dei pantaloni, sbirciando velocemente lo schermo. "Intanto che parliamo proporrei di avviarci, perché voi calciatori dovete riscaldarvi. Anzi, perché la prossima volta non
vieni anche tu, Harry?" propose.

"Ehm... beh" balbettò il cantante, camminando alla destra di Niall "Non è proprio il mio sport."
"Ah, perché c'è un tuo sport? Mi ricordo bene la tua bravura in tutto ciò che concerne l'attività fisica." Lo
prese in giro il compagno di band.
"Come sei divertente!" fece finta di ridere l'altro, passandosi una mano tra i capelli e scostandoli dalla fronte, su cui erano caduti. "Sono perfetto, fratello, ci sarà qualcosa dove non sono particolarmente dotato!"

"Hai ragione, mister cantante, modello, attore, filantropo, esperto dell'arte, sei tutto. Evidentemente, quando eravamo in fila per ricevere i nostri talenti futuri, tu sei riuscito a prendere molte cose, ma l'abilità atletica l'avevano finita."
"Beh, tu ti sei accaparrato solo quella!" continuò a scherzare Harry, che venne leggermente spinto lontano da Niall, mentre, alla sinistra di quest'ultimo, Jax si era portato una mano davanti alla bocca per nascondere o soffocare le risa provocate dallo scambio di battute degli altri due.

"Siete troppo simpatici."

Lo guardarono entrambi straniti, con gli occhi spalancati.
"Non sono simpatico!" dichiarò Niall, incrociando le braccia al petto con un'espressione indignata.
"Io invece sì, e questa è un'altra caratteristica che io possiedo e tu no!" Gli fece la linguaccia il riccio. "Ma questa volta non era mia intenzione esserlo: il mio unico scopo era evidenziare la mia perfezione e
modestia."

Ricevette in risposta un ulteriore spintone, che lo portò a perdere per qualche secondo l'equilibrio e a traballare fino a riacquistare il suo baricentro. "Per un attimo mi sei sembrato un cerbiatto che tentava di camminare per la prima volta." Jax lanciò un occhiolino a Niall, e si batterono il cinque sorridendo.

"Esatto, sei troppo sproporzionato e modesto, Hazza, nessuno è perfetto."
L'interpellato strizzò gli occhi e fece con la mano il gesto di una persona che parla troppo, accompagnandolo con "Bla, bla, bla".

"Mi dispiace interrompere questo momento alquanto pacifico tra due piccoli bambini che litigano, però è ora che tu, amico" Jax si rivolse al castano appoggiandogli una mano sulla spalla "vada a prepararti per la grandiosa partita di questa sera, mentre tu, mio caro Harry, puoi andare a curiosare un po' in giro, aspettando l'inizio dell'incontro."

_______________

Decise di andare a sedersi al suo posto. Lisciò delicatamente le pieghe dei suoi skinny jeans e tirò il bordo inferiore della maglietta, per farla aderire meglio al suo busto. Non si sentiva propriamente a disagio in quegli abiti, ma era da un po' di tempo che non li indossava, abituato, in casa, a infilarsi solamente un paio di pantaloni della tuta (la sua filosofia di vita era "i vestiti sono inutili e scomodi") e, fuori, a portare estrosi completi firmati, con pantaloni a zampa di elefante e giacche larghe. Si era impegnato a vestirsi diversamente sia per essere più comodo sia per avere meno probabilità di essere riconosciuto.

Si guardò intorno curioso, facendo scorrere lo sguardo da una tribuna all'altra, per poi lasciarlo scivolare sul campo verde acceso, dove i giocatori stavano già facendo stretching. Scandagliò loro uno ad uno, sicuro di trovare chi cercava, non avendo successo.

Stranito e deluso, decise di rilassarsi sulla sedia, chiudendo gli occhi e soffermandosi su ogni lieve rumore che sentiva, dal fischio penetrante dell'arbitro agli schiamazzi dei tifosi che stavano prendendo posto.

Improvvisamente ispirato, spalancò le palpebre di colpo, raddrizzandosi e aprendo immediatamente le note del telefono, timoroso che l'illuminazione potesse guizzare da lui. 
Circondato dagli spalti che stavano andando popolandosi e con il cielo che si stava scurendo, canticchiò qualche melodia che poteva adattarsi al testo che aveva appena scritto, e, quando ne riconobbe una che si incastrava perfettamente, si appuntò anche quella.

Successivamente tornò a puntare lo sguardo sul campo, seguendo il riscaldamento svogliatamente, poiché non c'era ancora il suo principale motivo di interesse.

Quando la volta celeste assunse una tonalità blu, tutte le tribune erano occupate e le due squadre erano pronte per l'inno, le luci puntavano più intense sull'erba brillante, una figura sbucò da una porta laterale, correndo verso il centro e sbracciandosi. Louis, finalmente era arrivato.

Un boato prese vita dagli spalti, diffondendosi e riecheggiando in tutta l'arena, contagiando anche Harry, che si mise a saltellare e ad urlare eccitato. Seguì il gesticolare del ragazzo, cercando di comprendere di cosa stesse parlando con l'allenatore, mentre questo, con un'ultima pacca sulla spalla e, probabilmente anche un'ulteriore raccomandazione, gli passava una fascetta bianca, che il cantante allacciò al bicipite sinistro. 

Il riccio, passata l'euforia iniziale, si rimise seduto, strofinando i palmi umidi sul tessuto asciutto dei pantaloni per asciugarli, pensando che aveva ancora 90 minuti per scatenarsi. 
Orgoglioso, ascoltò l'inno della squadra dei cantanti, la quale ne sfidava una composta da imprenditori e importanti uomini del mondo della politica; giocavano non per sconfiggere l'altro team, ma per lasciare a zero il comune nemico: il cancro.

Mentre la musica avanzava allegra, il ragazzo si guardò attorno, assorbendo tutti i colori dei vestiti dei tifosi e dei giocatori e tutte le loro voci che si sovrapponevano creando un'arma perfetta. Sentì il cuore colmo di emozioni: non si sarebbe scordato di quell'esperienza facilmente.

Quando l'arbitro diede il via le urla si amplificarono, e la partita ebbe inizio, così come lo spettacolo.

________________

Tre fischi.

Le luci erano ancora accese, puntate sul campo da calcio.

Harry aveva il fiatone, e non era sicuro di riuscire a parlare. Probabilmente aveva perso la voce. Si sedette. Bevve un sorso di acqua fresca dalla sua borraccia, osservando la bambina che era stata seduta al suo fianco per tutta la durata dell'incontro.

Scambiandoci qualche parola, Harry aveva scoperto che era la figlia di uno dei giocatori, e che sarebbe voluta diventare come suo padre; lui le aveva fatto un occhiolino ed erano tornati insieme a concentrarsi sul campo.

Era stato come un tuffo nel passato: quella partita gli aveva ricordato tutte le sere che aveva speso allo stadio con suo padre, più che da gran tifoso, per far piacere a lui. In qualche modo, gli aveva riportato alla mente anche tutta la sua vita precedente, che aveva vissuto per sedici anni prima di XFactor. Non gli mancava, ma, ogni volta che si guardava indietro, pensava a tutto ciò che aveva abbandonato e, contemporaneamente, a tutto ciò che aveva abbracciato da quando era entrato nel suo nuovo mondo.

"Spero di vederti ancora, Syria" le aveva sorriso, quando ormai lei e sua madre si stavano dirigendo verso l'uscita.
"Ma non hai detto che ha giocato anche il tuo amico? Puoi venire con noi nello spogliatoio" propose la bambina con un'espressione furba.
"Pensavo di aspettarlo direttamente alla macchina, ma, visto che ci sei tu a farmi strada, ti seguirò."

In realtà, aveva paura. Andare nello spogliatoio significava anche incontrare Louis, e temeva che la serata avrebbe preso una piega negativa. Si scrivevano spesso, però non era sicuro che il ragazzo avrebbe apprezzato la sua presenza lì, poiché non l'aveva avvertito.

Fortunatamente, per una volta, mise da parte la sua fobia di rovinare qualcosa di bello, e diede la mano alla bambina, che lo conduceva attraverso un corridoio illuminato.

"Spero non ti abbia obbligato a fare nulla contro la tua volontà; può essere molto persuasiva" intervenne la madre, con un cipiglio divertito sul volto.
"Assolutamente no, tua figlia è stata molto dolce e, anzi, mi ha spinto a fare qualcosa che io ero restio a compiere" ridacchiò il cantante, continuando ad essere trascinato dalla piccola. "Amo i bambini" sussurrò.

"Ne hai qualcuno?" chiese la donna, mentre apriva una porta, fermandosi prima di varcare soglia.
"No, ma mi piacerebbe davvero moltissimo. Sono le creature più belle sulla faccia di questa terra."
"Gli unicorni sono più belli!" esclamò Syria, lasciando la presa sulla mano del riccio e scappando all'interno
dello spogliatoio. "Papaaaaa!" urlò, quando un uomo sui trent'anni la prese al volo.
"Ciao tesoro mio!" la salutò lui, facendole il solletico.

Harry ammirava la scena con un dolce sorriso, guardando come marito e moglie si scambiavano un bacio pieno d'amore.

"Da quanto tempo non ci vediamo!" urlò qualcuno al suo orecchio, abbracciandolo da dietro e facendolo
trasalire. Girandosi, riconobbe immediatamente i capelli rossi del suo terzo migliore amico.
"Ed, se mi stringi ancora un po', rischio di soffocare!" esclamò il riccio, cercando di districarsi dalla presa. "Sei tutto bagnato, allontanati!" lo spintonò sdegnato.

Ed Sheeran staccò le braccia dall'altro, mettendosi di fronte a lui. "Allora?" domandò, arcuando un sopracciglio.
"Cosa vuoi?" lo punzecchiò il castano, ridacchiando.
In risposta il giovane strizzò gli occhi con aria di sfida.
"Vuoi sentirti dire che hai giocato bene?" sbuffò infine, con un sorriso spavaldo sul volto.
"Bravo, questo è ciò che le mie orecchie vogliono udire. Ora andrò a cambiarmi, ma mi aspetto che il mio migliore amico si faccia sentire presto e mi dia notizie interessanti." Con un ultimo cenno del capo si allontanò da lui.

Harry scostò lo sguardo, incrociando due occhi blu perfetti. A lato della sua bocca comparvero due profonde fossette.

"Ehi, Louis!" salutò il ragazzo, avvicinandosi a lui mentre questo si sfilava le scarpe.
"Buongiorno, Hazzie." Il giovane dai capelli color caramello fece un passo indietro, muovendo le mani in un gesto di scusa. "Mi dispiace, ma sono piuttosto sudato e puzzo!" si giustificò.
"Tranquillo, non mi scandalizzo mica!" arrossì Harry, tornando vicino all'altro.

"Sei davvero intrepido, complimenti." Si sfilò la maglietta della divisa, sul retro della quale spiccava il
numero 28, ed estrasse dal borsone una grande salvietta. "Comunque... che bella sorpresa!"

Harry tirò un sospiro di sollievo: aveva trattenuto il fiato per tanto tempo, incerto sulla reazione del cantante. Sebbene il loro non fosse stato un inizio rose e fiori, sperava che, con il passare del tempo,
sarebbero potuti diventare amici, o qualcosa di più, poiché, dopotutto, lui era stata la sua crush per molti
anni, e lo era anche in quel momento. Inumidendo le labbra secche per la tensione, disse: "Spero che non ti dia fastidio..."
Aveva bisogno di un'ulteriore conferma, a causa della sua, talvolta celata, insicurezza.

"Ma ti pare? Sono davvero felice che tu sia qui" esclamò, portandogli dietro l'orecchio una ciocca di capelli che era sfuggita allo chignon. "Stai bene con quest'acconciatura." Il suo tocco scivolò lungo la guancia e si fermò sul braccio, che continuò a sfiorare delicatamente.

Le guance del riccio assunsero una tonalità porpora, ma, internamente, crogiolava sia per il complimento
che per la carezza. "Sai, quando inizi a saltare e a sbracciarti è più comodo così" balbettò e l'altro contraccambiò il sorriso che gli aveva illuminato il volto.

Louis ritrasse la mano, voltandosi per frugare nella borsa, dalla quale prese un flacone di shampoo verde,
che avvolse nell'asciugamano che teneva sull'altro braccio. "Ho pensato una cosa: che ne dici di venire a
casa mia?" ridacchiò leggermente, scrollando piano le spalle.

"Davvero?" domandò incredulo Harry, mentre il suo cuore batteva forte e la sua mente correva veloce.
"Certo! So che non ci siamo organizzati prima, ma mi piacerebbe davvero passare un po' di tempo ancora in
tua compagnia! Ovviamente ora farò la doccia e puzzerò di meno, poi possiamo andare."

"Non ho la macchina, è un problema?"
"Sei venuto qui a piedi? Tu sì che sei uno sportivo!" scherzò il liscio.
"Oggi mi bullizzate tutti!" si imbronciò Harry, scostandosi dal ragazzo ed incrociando le braccia al petto, poi si guardò intorno, osservando come tutti gli altri giocatori erano già pronti nella loro tenuta casual.

"Povero, piccolo cuoricino!" lo prese ancora in giro Louis, mentre si tratteneva dallo scoppiare a ridere. "Ti
va se ne parliamo dopo? Adesso vorrei andare a togliere dalla mia pelle tutta la tensione ed il sudore
accumulati durante la partita." Scorgendo l'espressione indecisa dell'altro si affrettò ad aggiungere: "Torno in men che non si dica, non ti preoccupare!"

Con un altro occhiolino si recò verso la zona dei bagni e Harry si sedette sulla panchina, sbuffando sonoramente. Socchiuse gli occhi, inspirando piano dal naso, e dandosi, mentalmente, una pacca sulla
spalla per non aver fatto una totale figuraccia davanti a Louis.

Sobbalzò quando sentì qualcuno puntellargli la guancia con un dito. "Ciao, Haz! Credevo stessi dormendo, perciò volevo darti un po' fastidio" ridacchiò Niall, continuando a giocherellare con la faccia dell'amico.

Quest'ultimo mise una mano sul petto, cercando di controllare lo spavento che quel gesto gli aveva provocato, poi si allontanò di scatto, rannicchiandosi ancor di più su se stesso. "Siete tutti cattivi con me!"
finse di lamentarsi, dondolandosi lentamente da un fianco all'altro.

"Cosa dici?! Ti amiamo tutti, è per questo che ti prendiamo in giro!" disse mestamente il castano, suonando molto contento.

"Se lo dici tu..." sospirò la 'vittima', simulando ancora più tristezza e depressione.

"Forza, Hazza: su con la vita! Vieni fuori dallo spogliatoio, così che io possa raccontarti un segreto." Chiusa la porta della stanza, Niall si avvicinò al suo orecchio, parlando sottovoce "Ho ascoltato tutta la vostra conversazione e, fammelo dire, stava proprio flirtando con te! Vai da lui e fai tutto quello che ti dice il tuo cuoricino" gli puntò l'indice al centro del petto, facendo un po' di pressione. "Per una volta dimentica tutte le conseguenze, e goditi la presenza di questo ragazzo fantastico, sono sicuro che farete scintille!"

Harry accennò un sorriso, sentendosi più coraggioso e meno insicuro. "Grazie, Nello, sei davvero un buon amico!" affermò abbracciandolo e ricordando tutte le volte che si erano fatti forza quando erano nella band.

"Sono qui apposta." Gli strofinò un paio di volte la mano sulla schiena, poi si staccò "Scherzo. Ora me ne
devo andare, e ti lascio qui: ho un appuntamento a cui non posso tardare!"

Il riccio ammiccò in risposta, mentre l'altro gli lanciava un'occhiata maliziosa. "Mi raccomando, Harry, non voglio ancora diventare zio, quindi vedete di stare attenti!" e detto questo si diresse verso la fine del
corridoio, per poi varcare la soglia.

Harry restò qualche secondo in piedi, successivamente sentì una piccola ma calda mano posarsi sulla base della sua colonna vertebrale. Sussultò leggermente, mentre una risata cristallina gli colpì il cuore. Quel giorno aveva rischiato troppi infarti.

"Non volevo spaventarti, Hazzie." Cercò di giustificarsi il giovane dai capelli color caramello.
"Figurati, Lou, è solo che oggi sembrate tutti voler attentare alla mia vita! Ti racconterò in macchina ciò che è successo."
"Perfetto. Andiamo."

 

*Finalmente la scrittrice riappare dal pozzo in cui era caduta (neanche fosse Talete).*
Sono in ritardo, in ritardissimo. Lo so. Ma non è colpa mia, è l'accidia che Francy Petrarca mi ha contagiato quando l'ho studiato. Scherzo. O forse no.

Tornando alle cose più interessanti, vi è piaciuto il capitolo? Cosa credete che succederà a casa di Louis? 
Intasatemi le notifiche con i vostri commenti, che mi fanno sentire meno sola!

Come sempre, grazie per aver letto la mia storia, siete fantastici!

Buona settimana e buon anno nuovo!

*La scrittrice torna nel pozzo.*

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Aristofane4ever