Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: LazyBonesz_    03/01/2020    0 recensioni
Eren Jaeger si sta preparando per il college da tutta la vita, nascondendo la propria personalità per trovarne una nuova. Ma il tempo sta per scadere e gli rimangono un paio di mesi prima dell'inizio dell'anno. L'unica soluzione è usare come cavia del proprio piano Levi Ackerman, suo compagno di scuola.
***
A Levi Ackerman non piace quasi nessuno e la sua filosofia di vita consiste nel farsi notare il meno possibile e stare lontano da persone come Eren. E proprio il suo carattere sarà il motivo per cui verrà scelto nel suo piano strampalato: trovare la personalità adatta per affrontare al meglio il college.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Levi Ackerman
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il sole batteva sulla mia testa come se domenica non avesse piovuto neanche una goccia. 
Sentivo il sudore sulla mia nuca e per l'ennesima volta mi passai una mano fra i capelli, portandoli all'indietro. 

Sistemai le sdraio attorno alla piscina e mai come in quel momento l'acqua fu così invitante. In più il fatto che fosse pulita peggiorava la situazione. 
Mi rimisi dritto non appena sentii la voce familiare di Eren che raggiungeva le mie orecchie, accarezzandole con il suo suono. 
I ricordi di poche ore prima tornarono a galla. 

"Mi piaci, Levi."

Sgranai gli occhi al sentire quella confessione. Che avrei dovuto dire? Ricambiare? Baciarlo di nuovo? Cazzo, io non ero fatto per situazioni come queste. Io volevo stare nella penombra e non mettermi nei casini dove rischiavo di dover mostrare i miei sentimenti. 
Ma lo sguardo speranzoso di Eren, i suoi occhi dannatamente belli e le sue labbra ancora rosse e assolutamente invitanti spazzarono via le mie stupide preoccupazioni. 

"Anche tu", sussurrai quasi spaventato dalle mie stesse parole, dal fatto che stessi dando voce al mio segreto. 

Eren sorrise ampiamente e si avventò ancora una volta sulle mie labbra, baciandomi come se domani il mondo sarebbe finito. Chiusi gli occhi immediatamente e avvolsi la sua bocca, portando una mano contro il suo mento per non farlo allontanare da me. Non ne avevo abbastanza, neanche minimamente. 

Le sue labbra si schiusero contro le mie per permettere alle nostre lingue di intrecciarsi con desiderio ma non solo, come se volessimo mettere in quel contatto tutti i nostri sentimenti. 

Tutto il mio corpo reclamava il suo, voleva stargli più vicino, voleva vedere la sua pelle abbronzata fremere contro la mia. 

Mi scostai dalla sua bocca per non rischiare di peggiorare le cose, tanto ero inebriato da lui. 
Ci guardammo e per una volta sorrisi sul serio, facendolo ridacchiare. 

"Oh, Levi Ackerman che sorride", disse piano, stringendosi a me. 

Alzai gli occhi al cielo e lui mi baciò velocemente a stampo. Ricambiai. Non volevo staccarmi mai più dalla sua bocca.

"Hey", mi salutò timidamente, grattandosi la nuca con una della sue mani dalle dita lunghe. Avrei voluto sentirle nuovamente contro la mia pelle. Questa forte attrazione che provavo era totalmente nuova per me, mi spaventava eppure volevo soddisfarla, avvicinandomi ad Eren per fondermi in lui. 

"Buongiorno", dissi semplicemente, volendo raggiungerlo per riprendere quella sessione di baci di poche ore prima. Ancora non riuscivo a credere che fosse davvero successo. Sembrava un sogno nella mia mente e ora avevo una serie di dubbi da colmare. Ci eravamo confessati ma non eravamo ancora nulla. 

"Fa caldo oggi, mh", borbottò, le guance rosse e il suo sguardo sfuggente. Dio, era carino anche così. 

"Fa sempre caldo", risposi prima di voltarmi e andare verso il mio ombrellone, prendendo posto sulla mia sdraio. Eren mi raggiunse, sedendosi al mio fianco. Il silenzio calò fra di noi. Era un silenzio teso e colmo di domande da parte di entrambi. Lo potevo sentire fisicamente

Perché la vita doveva essere così complicata? 

"Sei riuscito a dormire un po'?" domandai dopo troppi secondi di silenzio. Eren sembrò tornare in se e puntò il suo sguardo su di me, i suoi bellissimi occhi dubbiosi. Lo sapevo che la situazione era difficile anche per lui, sopratutto per lui che si era mostrato senza barriere alla persona per cui aveva una cotta. Avrei voluto tranquillizzarlo ma ero fottutamente negato in queste cose. 

"Non tanto, ero sovrapensiero", mormorò, abbassando lo sguardo sulle proprie dita, giocando con il bordo della sua maglietta leggera. 

Mi morsi il labbro inferiore, ripensando a quanto eravamo vicini poche ore prima. 

"A che pensavi?" domandai, allungando una mano sulle sue, fermando i suoi movimenti nervosi. 
Eren mi fissò e schiuse le labbra per rispondere alla mia domanda ma non fece in tempo a dire nulla che entrarono le prime mamme con i loro bambini. 
Sospirai frustrato e mi alzai per raccogliere le banconote all'entrata. Molti clienti non si aspettavano che avremmo aperto stamattina ma fu bello vedere lo sguardo felice dei bambini che potevano farsi il bagno.

Io ed Eren non riuscimmo a parlare seriamente per tutta la mattina. Non volevo iniziare un discorso che poi avrebbe dovuto bloccarsi per qualsiasi motivo. Ogni tanto lo guardavo, cercando di rassicurarlo ma probabilmente riuscivo solo a spaventarlo per colpa della mia solita espressione tetra. 

Poi arrivò la pausa pranzo. Sentivo la tensione nell'aria. Ero certo che entrambi sapessimo di cosa dovevamo parlare. 

"Andiamo dentro?" proposi, indicando con un movimento della testa lo sgabuzzino. Eren si limitò ad annuire. 

Camminai davanti a lui, sentendo il suo sguardo bruciare sulla mia schiena. 
Aprii la porta ed entrai per poi sedermi contro il divanetto, poggiando la schiena contro un bracciolo. Eren si mise davanti a me, le nostre gambe che si toccavano, i brividi lungo la mia pelle e la voglia di annullare la distanza per baciarlo tutto il pomeriggio. Da quando ero così sentimentale? 

Mi ricordai quella volta in cui avevamo fumato assieme. 

"Hai pensato a stanotte, vero?" domandai, sollevando un sopracciglio. 

Eren si morse il labbro inferiore e annuì dopo qualche secondo, non riuscendo neanche a guardarmi. Eppure sapeva essere così sicuro di se certe volte, cosa lo spaventava ora?

"Ho paura, Levi, sono così spaventato da quello che sono. Voglio piacerti, seriamente, voglio piacerti per quello che sono", mormorò con la voce che gli tremava. 

Questo ragazzo era così fragile e non sapevo nemmeno il vero motivo dei problemi che si portava dietro. Sentivo il cuore spezzarsi per il modo in cui mi aveva detto di aver paura. 

"Non devi averne perché mi piaci per come sei", dissi, cercando di aprirmi il più possibile con lui. Ne aveva bisogno. 

I suoi occhi verdi si incatenarono ai miei. Notai che fossero lucidi e sentii l'impellente bisogno di abbracciarlo. 

"I-io non lo so, davvero. Vorrei essere più sicuro di me e non darti fastidio ma è più forte di me. P-potresti stancarti di me e tu mi piaci così tanto..." 

Mi morsi l'interno della mia guancia e mi sporsi verso di lui, afferrando le sue mani tremanti e stringendole fra le mie. 

"Eren cazzo, mi piaci anche tu. Mi piaci sul serio. Mi piaci tantissimo e non mi è mai piaciuto nessuno in questo modo. Anzi in nessun modo", dissi sinceramente e tutto d'un fiato per far sì che non mi bloccassi. Eren sgranò leggermente gli occhi e un piccolo sorriso si formò sulle sue labbra morbide. 

"Pensiamo al presente e a goderci ogni momento, okay? Voglio conoscerti meglio e voglio starti vicino per quello che sei", ripresi, avvicinandomi ancora di più, ingarbugliando maggiormente le nostre gambe. 

"Si, hai ragione", sospirò Eren e iniziò ad accarezzare le mie dita, facendomi fremere letteralmente due secondi dopo. Mi accarezzò le braccia e io lo guardai senza essere in grado di dire nulla. Volevo baciarlo. 

Mi sporsi e feci unire le nostre labbra delicatamente. Serrai gli occhi e portai le mani sulle sue guance, accarezzandole con i miei pollici. 
Avvolsi la sua bocca con la mia, baciandolo lentamente, facendogli capire anche in quel modo quanto tenessi a lui nonostante ci stessimo conoscendo. Inclinai il viso di lato, riuscendo a muovere con più precisione le mie labbra, guidando anche lui nel bacio finché non schiusi la bocca sulla sua. 
Ci baciammo piano, senza aumentare il ritmo, godendoci a pieno ogni istante del nostro contatto. Non ero abituato a qualcosa del genere. Potevo sentire dei brividi lungo la mia schiena per le emozioni che stavo provando. 

Feci scivolare le mani sul suo corpo e lo attirai a me, facendolo mettere fra le mie gambe. Eren strinse le mie spalle fra le sue dita e continuò a baciarmi, avvolgendo le mie labbra con le sue, dannatamente morbide. 

Finalmente la mia lingua avvolse la sua ed entrambe si intrecciarono assieme. Nessuna dominava l'altra, fu un incontro delicato come il resto del bacio. 

Quando mi staccai non riuscii a non sorridere, costringendo Eren a fare la stessa cosa. 

"Sei molto più bello quando sorridi", mormorò contento, avvolgendo le braccia attorno al mio collo, sedendosi su una mia coscia. 

Alzai gli occhi al cielo, sentendomi imbarazzato per quel complimento. 

"Non abituarti troppo, Jaeger", dissi, pizzicandogli un fianco dato che avevo portato le mani in quel punto. 

"Non lo farò così sarà sempre una sorpresa il tuo sorriso", sospirò estasiato per poi baciarmi una guancia teneramente. Questo ragazzo sarebbe stata la mia morte. 

"Non dire cose così sdolcinate", borbottai, sollevando lo sguardo sul soffitto mentre Eren scendeva con la sua bocca sul resto del mio corpo, baciando il mio collo. Era così piacevole. 
Le sue mani si infilarono fra i miei capelli mentre si soffermava su un punto, baciandolo ripetutamente prima di mordicchiarlo. 

"E perché?" Sussurrò, non sembrando nemmeno lui con quel tono seducente che aveva usato. 

"Perché si."

Morse più forte la mia pelle, facendomi mugolare e poi gemere quando la succhiò con decisione. Dio, mi sentivo così sensibile in quel momento. 
Gli strinsi i fianchi con le mani e schiusi le labbra, godendomi il movimento della sua lingua umida sul mio collo, proprio in quel punto che aveva succhiato. 

"Ti piacciono e non vuoi ammetterlo", riprese, baciandomi fino alla spalla coperta dalla maglietta. Una sua mano abbassò il tessuto per lasciare un bacio bollente sotto di esso. I suoi occhi verdi mi fissarono, un leggero luccichio in essi. Era del desiderio? Lussuria? 

"Dobbiamo tornare a lavoro", mormorai, cercando di non pensare a cosa avrei potuto fargli su quel divano. 

Eren non rispose e si sporse nuovamente verso di me, baciandomi di sua spontanea volontà. Non che mi dispiacesse. Chiusi gli occhi e ricambiai, avvolgendo la sua bocca morbida con la mia per qualche secondo, pigramente. 

Mi stavo abituando a questo. Immaginavo di poter stare a letto con lui, a baciarlo e a parlare di tutto e nulla. 

"Andiamo, allora", sussurrò contro le mie labbra, facendomi venir voglia di rimanere lì e mandare a quel paese il lavoro. 

Lo feci scostare dal mio grembo e mi alzai, sistemandomi i vestiti prima di uscire fuori dallo stanzino. 

Per il resto delle ore non ci toccammo più ma potevo sentire i suoi sguardi carichi di aspettativa su di me. Volevamo la stessa cosa: stare da soli. 

Quando gli ultimi bambini andarono via mi lasciai sfuggire un sospiro. Mi sentivo esausto per colpa delle poche ore di sonno. La testa mi faceva male e volevo solo dormire, magari fra le braccia di Eren. 

Sistemai le sdraio assieme a lui e quando finimmo mi ritrovai al suo fianco. Il suo sguardo sembrava voler dirmi qualcosa così schiusi le labbra per chiedere. 
Esattamente due secondi dopo mi baciò e fu totalmente diverso da prima. Le sue mani afferrarono i miei fianchi, attirandomi a se, muovendo la bocca sulla mia come se ne andasse della sua vita. 
Mugolai contro le sue labbra e avvolsi le braccia attorno al suo collo. Era più alto di me di ben dieci centimetri. 
Intrecciai le dita ai suoi capelli, lasciandomi andare a quel bacio intenso, frettoloso e pieno di inesperienza. Eppure questo lo rendeva più eccitante. Sapere di essere il suo primo. Cazzo. Adoravo l'idea. 

Gli tirai i capelli e gli feci schiudere le labbra per infilare la lingua nella sua bocca con poca grazia. Avvolsi la sua, dominandola, non ero certamente qualcuno da sottomettere. 
Mi staccai per prendere fiato ma dopo pochissimi istanti mossi la mia lingua sulla sua, le nostre labbra che non si toccavano ancora. Avvolsi le mie attorno alla sua lingua, succhiandola, facendolo gemere teneramente. 

Le sue dita scesero verso il basso, sul mio fondoschiena. Ridacchiai, scostandomi dal suo viso. 

"Calma gli ormoni", lo presi in giro, rendendo le sue guance rosse. 
Era stato eccitante, dovevo ammetterlo, avrei voluto continuare ma non mi sembrava il caso in piscina.

"Ti va di uscire questo sabato?", domandai. 

Eren sorrise ampiamente, staccando le mani dal mio corpo. 

"Si, sarebbe fantastico", mormorò sinceramente felice e non potei non sorridere a mia volta. 

Cosa mi stava facendo questo ragazzo?

   
 
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