Tengo la tua mano affusolata stretta nella mia, sopra il mio torace.
L'altra è appoggiata alla tua schiena, i tuoi capelli di seta mi sfiorano.
Mi guardi, ti avvicini con il corpo, la bocca, l'anima e mi baci.
All'inizio sono baci delicati, timidi. Poi l'intensità aumenta.
Oso.
Oso, amore mio e la mia lingua danza con la tua, tu non ti sottrai, ti fai più vicina.
Senza fiato ci allontaniamo.
I tuoi occhi brillano.
Sono più luminosi di tutte le lucciole, di tutte le stelle, del firmamento intero.
Sono lo specchio della tua anima, la tua anima brilla stasera.
Per me, solo per me.
La mano che avevi appoggiato sulla mia spalla sale delicata a sfiorare il mio profilo, giunge all'altezza della cicatrice, ne traccia i contorni senza toccarla, con reverenziale rispetto.
Mi sorridi appena e mi togli il cappello da soldato, lo lasci cadere sul prato sottostante, fa un tonfo leggero ma a me sembra un boato.
Come un boato sembrano generare i battiti convulsi del mio cuore impazzito.
Ci guardiamo ancora per attimi infiniti, tutto è fermo.
Non oso quasi più respirare, non posso toccarti, te l'ho promesso.
Ti ricordi, Oscar? 'Non ti farò mai più una cosa come questa', a meno che tu non voglia di più.
Sembra che anche tu ti rammenti di quella sera, di quella frase.
Sì, è così.
Così le tue mani in perfetta armonia iniziano a slacciare gli alamari della mia divisa, hanno un leggero, tenero tremore.
Mi fai scivolare la giacca via dalle spalle, sospiri e mi sfili subito la maglia, come a toglierti il più in fretta possibile dall'imbarazzo.
Resto a torso nudo, mi guardi.
Tante volte mi hai visto a torso nudo, ma mai mi hai guardato davvero.
Mi tocchi, lieve come rugiada estiva, vaghi sui miei muscoli tesi, il mio petto non riesce a trattenere l'emozione e si muove veloce.
Prendi le mie mani e le appoggi accanto agli alamari della tua uniforme, li sciolgo uno ad uno senza mai slegare il mio sguardo dal tuo.
Scende la giacca dalle tue spalle, sotto indossi una camicia bianca, sciolgo i lacci anche di quella.
Resti nuda dalla vita in su, l'unico indumento che resta sono le fasce che da anni martoriano la tua essenza di donna.
Alzi il braccio sotto il quale si trovano i nodi e ti offri per permettemi di abbattere anche quell'ultima barriera.
Come un gomitolo informe cadono sull'erba.
Finalmente sei libera.
D'istinto accolgo i tuoi boccioli in palmo, sono sodi e caldi.
Un altro bacio dolcissimo unisce le nostre anime e le nostre labbra.
Resto immobile, non potrei continuare senza sapere cosa desideri tu realmente.
Tu intuisci subito la natura dei mio immobilismo.
Avvicini la bocca al mio orecchio e sussurri:
-"Voglio essere tua moglie stanotte..."-
Ci sorridiamo, ci desideriamo, vogliamo entrambi la stessa cosa:appartenerci per tutta la notte, per sempre, per un attimo infinito.
Porto la mano alla tua nuca e nuovamente ti bacio, intanto ci siamo liberati dai pantaloni e dagli stivali.
L'erba mi pizzica le piante dei piedi, la brezza fresca sulla mia pelle porta il profumo del caprifoglio, ti stringo a me ora c'è solo più il tuo profumo nelle mie narici.
Prima di svegliarmi da questo sogno ti voglio amare fino al sorgere del sole, e poi ancora e ancora. Voglio essere tuo marito.
Perché tuo lo sono sempre stato.