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Autore: Ryu Hime    05/01/2020    1 recensioni
[Tratto dal testo]
-GRIFONDORO!- urlò il Cappello Parlante.
La Casa dei coraggiosi, eppure lui non si sentiva tanto coraggioso.
Osservò la lunga tavolata scarlatta che lo accolse con un applauso scrosciante. Si sedette subito dando un’occhiata fugace al posto accanto al suo.
Era vuoto.
“Non è vuoto e tu lo sai”
“Smettila.”
“Tu vuoi ricordare”
“Non ho dimenticato niente.”
“Smetti di mentire a te stesso”
“Non sto mentendo.”
“Questa è una bugia Lucas”
Guardò nel posto accanto al suo.
Era irrimediabilmente vuoto.
“Lucas, tu non mi hai dimenticata”
Una figura vestita di nero e scarlatto si materializzò per un attimo.
***
Se non fosse stato per la luna piena quella sarebbe stata una notte tetra.
Completamente priva di stelle e con diversi nuvoloni che solcavano il cielo, annunciatori del temporale imminente.
Nascosti tra gli alberi, in formazione selvaggia, un branco composto da una dozzina di lupi snelli dal pelo ora folto, ora più rado, fiutava l’aria con irrequietezza.
Una sagoma immensa, avvolta dall’oscurità, guardava la scena sovrastando tutti con la sua mole, mentre gli occhi mandavano bagliori sinistri.
[Nota dell'autrice]
La ristesura di un'altra mia storia, completamente riscritta e con la trama un po' stravolta. Buona lettura ^.^
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Incidente al Ministero

Era un 30 settembre nuvoloso. Il Sole filtrava a malapena dalle nuvole che sembravano creare un tappeto di cotone grigiastro sulla stazione di King’s Cross.
Osservò senza espressione le spesse volute di vapore biancastro innalzarsi dalla locomotiva vecchio stile.
Non c’era nessuno ad incitarlo a salire e nessuno ad aspettarlo.
Caricò con fatica il grosso bagaglio che fino a quel momento aveva spinto su un carrello. Degnò di poche occhiate l’interno del treno e cercò un posto dove sedersi.
Sarebbe dovuto essere felice, dopotutto era il sogno di ogni bambino andare in una vera scuola di magia. Continuava a ripeterselo.
Eppure quella pungente sensazione di sconforto non lo lasciava. Era come se gli avessero messo sulle spalle un pesante mantello di catrame e questi non si volesse sciogliere per cadere ai suoi piedi e lasciarlo in pace.
Aprì uno scompartimento.
Era vuoto.
Si sedette in un angolo e si raggomitolò su sé stesso, come se quella posizione potesse tenerlo al sicuro dal mondo esterno.
«Come ti chiami?»
Non c’era nessuno a chiederglielo.
Era solo in quel freddo scompartimento.
Non è vero e lo sai” disse una vocina nella sua testa.
Qualcuno c’era eccome.
Non c’è nessuno” pensò con forza, come se quella semplice azione potesse allontanare la sua coscienza in un angolino remoto del suo stesso essere.
Alzò leggermente la testa dalle braccia incrociate e gli sembrò di scorgere una figura vestita di nero accanto a lui.
 
Ora non era più sul treno.
Si trovava in un’immensa sala.
Era seduto su uno sgabello davanti ad una quantità impressionante di studenti.
Un vecchio cappello rattoppato gli venne calato sulla testa.
«La tristezza di aver preso qualcosa di prezioso, ma la determinazione di non arrendersi. Una forza d’animo impressionante, tale da poter sopportare tutto questo. Ci vuole un immenso coraggio per poter  affrontare un simile destino.
Ho deciso.»
-GRIFONDORO!- urlò il Cappello Parlante.
La Casa dei coraggiosi, eppure lui non si sentiva tanto coraggioso.
Osservò la lunga tavolata scarlatta che lo accolse con un applauso scrosciante. Si sedette subito dando un’occhiata fugace al posto accanto al suo.
Era vuoto.
Non è vuoto e tu lo sai
Smettila.
Tu vuoi ricordare
Non ho dimenticato niente.
Smetti di mentire a te stesso
Non sto mentendo.
Questa è una bugia Lucas
Guardò nel posto accanto al suo.
Era irrimediabilmente vuoto.
Lucas, tu non mi hai dimenticata
Una figura vestita di nero e scarlatto si materializzò per un attimo.
 
Il sogno svanì tra le luci dell’alba.
Lucas aprì leggermente gli occhi per abituarsi alla penombra della sua stanza dove ormai viveva a tempo perso nel Paiolo Magico.
Il Sole filtrava pigro tra le persiane illuminando il clamoroso disordine composto solo in una minuscola parte dai vestiti del mago. Per il resto erano documenti scarabocchiati, agende piene di appunti presi nel corso del tempo, sparsi sul pavimento come una coperta patchwork.
Sul tavolo diverse copie della Gazzetta del Profeta, alcune vecchie di diverse settimane, pezzi di ciò che una volta era stato cibo.
Vecchi libri aperti e scarti di vario genere troneggiavano nei luoghi più disparati.
Le macchie di pozione fresca dalla sera prima erano ben evidenti.
Si era svegliato con uno strano senso di nostalgia addosso, ma non ricordava assolutamente che cosa avesse sognato.
Si alzò e con un leggero colpo della bacchetta diede una lieve sistemata alle cose sul pavimento solo per accatastarle sulla sedia più vicina. Con un altro incantesimo attirò a sé l’unico indumento pulito: una divisa da Auror, la sola cosa che secondo lui valesse la pena lavare.
Andò in bagno e si diede una pulita per rendersi presentabile per poi vestirsi e dirigersi al Ministero della Magia.
Alla soglia dei 20 anni aveva ancora un viso dai lineamenti gentili, quasi infantili. Un paio di occhi color nocciola, tristi e malinconici, davano ben poca luce al suo sguardo cupo. I capelli castani arruffati non sarebbero mai stati apposto ed aveva rinunciato da anni ad usare un pettine.
Uscì dal bagno ed aprì la porta senza troppa attenzione. Subito fuori dalla stanza incontrò la cameriera.
–La prego mi lasci pulire la sua stanza!- supplicò come ogni mattina da un anno e mezzo a quella parte.
–No grazie, sto bene nel mio caos.-
-Ha persino rovesciato della pozione sul pavimento! Se voleva un’invasione di chifpurzle poteva andare direttamente al negozio Lumaca e Pulci!-
-Sì, ho sentito che hanno dei problemi con quei fastidiosi animaletti… e va bene! Non ho nessuna voglia di ritrovarmi qualcuno del dipartimento Regolazione e Controllo delle Creature Magiche in giro.-
-I miracoli accadono sul serio!- esclamò quella con una nota di sollievo nella voce. Lucas sospirò e si avviò verso il Ministero.
Per arrivarci utilizzò uno dei camini del Paiolo Magico, non gli andava affatto di passare dalla Londra babbana.
Una volta arrivato cercò di orientarsi per i corridoi ancora nuovi per lui nonostante fossero passati diversi mesi da quando aveva iniziato a lavorare nel dipartimento Auror.
-Devi girare a destra e proseguire dritto.- disse una voce alle sue spalle cogliendolo alla sprovvista.
Si voltò per incontrare gli occhi ambrati, nascosti dietro un paio di lenti tonde, di una strega dall’aspetto orgoglioso. I capelli ricci castani erano raccolti alla bene meglio in un disordinato chignon, tenuto insieme da una stecca di legno blu dove sulla sommità si stagliava un’aquila. Un chiaro riferimento alla Casa a cui era appartenuta durante gli anni di scuola: Corvonero. Sottobraccio una pila di documenti arrivati direttamente dal Ufficio di Applicazione della Legge sulla Magia. Era Anya Alchemist, una strega sua coetanea, ma non ricordava molto di lei ai tempi della scuola. In quegli anni non era mai stato molto loquace.
-Grazie.- borbottò tornando indietro ed imboccando la direzione giusta sotto lo sguardo di Alchemist che tornò a camminare verso l’Ufficio Misteri.
Una volta arrivato incontrò il capo del Dipartimento Auror: Harry Potter.
Provava sempre una certa soggezione quando si trovava di fronte a quella leggende vivente. Stranamente però il suo sguardo non si concentrava  sulla cicatrice a forma di saetta, come sembrava fare la maggior parte della gente, ma sugli occhi: verde smeraldo capaci di trasmetterti con una semplice occhiata una valanga di emozioni a cui non era abituato.
Il mago gli consegnò alcuni documenti che doveva esaminare. Come apprendista Auror studiava ogni singola cartella che il signor Potter gli dava. Oltre a dover portare una quantità infinita di documenti all’Ufficio di Applicazione della Legge sulla Magia e compilare scartoffie a non finire. Ma quello era pur sempre il lavoro di uno stagista.
Non poteva certo lamentarsi.
Dopotutto, una volta terminata la parte burocratica, il signor Potter in persona lo aiutava nella fase pratica per il lavoro sul campo. In quelle sessioni di allenamento gli sembrava di tornare ad Hogwarts durante le lezioni di Difesa Contro le Arti Oscure. La differenza sostanziale era che il signor Potter non era terrificante quanto la professoressa Dark, una strega fissata con il colore nero e che sembrava avere la frase «Ti uccido» incisa nel profondo degli occhi scuri.
 
La mattinata stava scorrendo pigra, uguale a tutte quelle che avevano caratterizzato il suo arrivo al Ministero. Ma verso mezzogiorno qualcosa accadde.
Era chino sulla sua scrivania quando una voce a lui conosciuta irruppe nei corridoi.
-Hanno attaccato l’Ufficio Misteri! L’Ufficio Misteri è sotto attacco!-
Era Anya che correva a perdifiato attirando l’attenzione su di sé creando piccoli fuochi d’artificio con la bacchetta. La sua espressione era talmente sconvolta che il signor Potter non ci pensò un attimo e si diresse in tutta fretta verso il luogo del misfatto.
Accorsero anche molti altri maghi di altri Uffici.
Non si aveva un attacco al Ministero dai tempi della Seconda Guerra Magia e nessuno voleva che una cosa del genere si ripetesse.
Lucas era veloce e questo gli permise di stare al passo con Harry.
Una volta arrivati si trovarono difronte ad uno spettacolo… inaspettato.
Ad aver steso gli Indicibili con una facilità disarmante era stata una sola persona.
Impossibile vederne il volto coperto da una maschera in stile veneziano. Il mantello in pelle di Drago nascondeva la sua figura, ma non abbastanza da celare la katana che portava alla vita o l’arco legato alla schiena.
Evitava le fatture senza quasi muoversi, come se ci fosse un incantesimo scudo costante a proteggerla.
–Expelliarmus!- gridò Harry strappando la bacchetta dalle sue mani ed afferrandola al volo.
–Sono arrivati i rinforzi…- commentò quasi con divertimento la voce di una giovane donna.
–Arrenditi! Non hai la bacchetta!- ordinò il Potter.
–Chi ha detto che non sia in grado di difendermi?- domandò quella in tono di sfida.
Compì un breve gesto con le mani e le bacchette degli Indicibili furono sbalzate via con una potenza formidabile.
Rimasero tutti interdetti per un istante. Tuttavia tornarono ben presto a lanciare incantesimi a raffica, ma nemmeno uno andò a segno.
La misteriosa strega afferrò l’arco e incoccò una freccia e bloccò al muro un paio di maghi.
Ad una velocità spaventosa lo rimise apposto, impugnando la katana partendo alla carica. La lama era chiaramente incantata e tagliava buona parte degli incantesimi.
Correva velocissima e quando si trovò difronte due Auror senza fermarsi si accovacciò su sé stessa e roteò la katana ferendoli alle gambe.
Caddero a terra come due sacchi di patate.
Rinfoderò la spada e a metà dell’azione spiccò un salto verso l’alto.
Lucas rimase per un momento incantato nel vedere quella figura terribilmente simile ad una creatura di un altro mondo, quasi un angelo vendicatore, piombare su di loro senza che nessun incantesimo la sfiorasse.
Quell’attimo di distrazione gli costò caro e non fu abbastanza rapido da scansare un calcio ben piantato allo stomaco che gli fece perdere fiato. Intravide a malapena che la stessa sorte era accaduta anche ad altri tre Auror.
Velocemente la strega recuperò la bacchetta e con un secondo salto superò gli Auror poco più indietro.
Una volta a terra si girò verso di loro.
–Chi è in vantaggio adesso?- chiese con un sorriso beffardo.
Rimasero a fissarla sbigottiti per qualche secondo.
Li aveva sconfitti tutti.
Nel Ministero.
Completamente da sola.
–Non vi consiglio di tentare perché l’esito sarebbe uguale.- aggiunse.
Qualcuno lanciò un incantesimo
Protego.- disse quasi con noia e la magia tornò al suo proprietario.
–Ora se volete scusarmi, ho una persona che mi attende e odio arrivare in ritardo.- affermò con un inchino prima di dileguarsi a tutta velocità nella direzione opposta.
Harry Potter fu il primo a riprendersi assieme a Ronald Weasly ed i due si lanciarono all’inseguimento tallonati con qualche passo di distanza da Lucas e gli altri Auror.
La strega si voltò per una attimo, si portò a distanza di sicurezza con un salto e muovendo una mano in segno di saluto sparì esattamente come avrebbe fatto un demiguise.
 
Inutile dire che il Ministro non l’aveva presa bene ed aveva preteso che al caso fosse data la priorità.
Tutti coloro che lavoravano al Ministero vennero coinvolti nelle indagini e gli Indicibili vennero sottoposti ad estenuanti interrogatori per cercare di capire come avesse fatto quella strega a fare i suoi comodi all’interno del Ministero senza nessuna difficoltà.
-Veniva dalla Sala delle Profezie.- rivelò un giovane Indicibile di 19 anni.
Aveva un viso ovale, i capelli castano scuro spettinati, come se non avesse tempo di curarli a dovere. Gli occhi neri, risplendevano di una luce colma di curiosità. Aveva il fisico asciutto di chi non fa attività fisica da molto tempo ma mangia abbastanza sano da non essere in sovrappeso. La veste blu scuro con il simbolo del Ministero dorata ricamata all’altezza del cuore, la divisa degli Indicibili, lasciava intravedere delle scarpe da ginnastica nere prettamente babbane.
-Mi sono accorto della sua presenza per caso, ma prima di quel momento sono assolutamente certo che non ci fosse nessun intruso nell’Ufficio.- aggiunse con una calma disarmante.
-Non ci si può smaterializzare all’interno del Ministero.- disse meccanicamente Hermione Weasly.
-Lo so. Forse è entrata non vista… magari un mantello dell’invisibilità, oppure un potente incantesimo di disillusione.- ragionò il giovane mago.
-Potrebbe aver rubato qualcosa?-
-Può essere. Sono nuovo e non sono a conoscenza di tutti i manufatti conservati nell’Ufficio. Magari i miei colleghi…-
-Ottimo Morris, puoi andare e fammi sapere al più presto se trovate qualcosa.- disse Hermione mentre il ragazzo si alzava ed usciva dalla porta.
Entrò un secondo Indicibile, più anziano di Morris. I capelli ormai completamente ingrigiti dal tempo, la mascella squadrata e dura come se qualcuno l’avesse scolpita nel marmo.
-Abbiamo controllato nella Sala delle Profezie e abbiamo scoperto che ne manca una.- disse subito, senza perdersi in convenevoli.
-Sa che cosa conteneva?-
-Immagino che sappia perfettamente che una Profezia può essere ascoltata soltanto da chi è destinato.-
-Certamente, ma magari avevate comunque delle informazioni che possono tornarci utili.-
-Effettivamente sì.- affermò l’uomo.
-A quanto risulta dai nostri archivi è stata pronunciata dall’insegnante di Divinazione di Hogwarts: Sibilla Cooman.-
Hermione sospirò, sapeva fin troppo bene che la strega non ricordava affatto le sue Profezie, non poteva essere di nessun aiuto, ma avrebbe comunque fatto una ricerca.
-Sapete a chi era destinata?-
-A due persone, solo che…-
-Solo che?-
-Uno dei due nomi scritto sulla targhetta è irrimediabilmente rovinato, non siamo riusciti in alcun modo a ripararla.-
-Quale è l’altro nome?-
-Lucas Root.-
***
-Una Profezia… sul mio conto?- chiese Lucas incredulo.
-A quanto sembrerebbe. Eppure mi pare di capire che non sapesse nulla.-
-Infatti.-
-Si sono salvate delle iniziali dell’altro nome della Profezia: L.H. Lei sa a chi possono appartenere?-
Lucas rifletté attentamente scorrendo tutti i nomi delle sue conoscenze, ma non trovò nulla.
Bugiardo sai chi sono io” disse una vocina nella sua testa.
Smettila. Io non ti conosco.
Non è vero e lo sai
Vattene!
-Signor Root.-
La voce di Hermione Weasly lo riportò alla realtà.
-Non mi viene in mente nessuno, mi spiace.-
-Signor Root… fosse per me le crederei sulla parola, ma… alla luce dei recenti avvenimenti il Ministro ci ha imposto di usare la Legimanzia per ottenere ogni informazione che… può esserle sfuggita.-
-Crede che stia mentendo?-
-No. Harry mi ha detto quanto sei affidabile, ma forse è semplicemente un nome che sfugge alla tua memoria.- spiegò con calma.
Lucas si rilassò un poco.
-Va bene.- disse con un sospiro.
Hermione sorrise e con un colpo di bacchetta fece aprire la porta dell’ufficio. Anya Alchemist entrò nella stanza, seria ed impassibile esattamente come durante il periodo dei G.U.F.O.
Un momento.
Lui non poteva sapere come fosse la sua espressione durante i G.U.F.O.,  a quel tempo non la conosceva.
-Anya è una Legiminens di grande talento. Sei in ottime mani.- disse Hermione riscuotendolo dai suoi pensieri.
Senza dire una parola Alchemist si sedette davanti a lui. Rimanendo impassibile gli puntò la bacchetta dove doveva essere posizionato il terzo occhio.
-Legiminens.-
Fu come vedere un film a velocità centuplicata. Davanti agli occhi presero a scorrere i volti di tutte le persone che conosceva, anche solo di vista o che aveva sentito nominare. Provò una fitta al cuore quando vide il viso i suo fratello e dei suoi genitori, ma non si aspettava l’improvvisa emicrania che gli trafisse la mente facendolo ripiegare su sé stesso mentre cadeva dalla sedia.
Quando il dolore passò e la stanza tornò visibile notò che Anya lo guardava sorpresa, come se non si  fosse aspettata qualsiasi cosa avesse trovato.
-Qualcuno ha messo un blocco nella tua mente. Non riesco a vedere cosa c’è oltre.-
-Un blocco?-
-So che non sei stato tu a crearlo perché è impossibile da leggere sia per me che per te. Inoltre qualsiasi cosa sia stata bloccata dovevi tenerci davvero molto. Sembra che inconsciamente tu abbia tentato di forzarlo diverse volte.-
-Potrebbe contenere le risposte che cerchiamo?- chiese Hermione.
-Forse.-
-Come… come posso… sbloccarlo?- chiese Lucas non appena ebbe recuperato la parola.
-È molto potente. Se così non fosse lo avresti già fatto da solo per tutte le volte che ci sei andato a sbattere contro.-
-Puoi risalire a quando è stato creato? Magari ne ricaviamo qualcosa.-
-Più o meno verso la fine del tuo quinto anno a Hogwarts.-
Nella stanza scese improvvisamente un silenzio glaciale.
Perché ormai quattro anni prima, esattamente nel periodo rivelato da Alchemist, ad Hogwarts era successo un fatto inspiegabile.
La scuola di magia britannica era stata messa sotto assedio da un nutrito gruppo di Creature Magiche provenienti da ogni parte del globo. Nel tentativo di mettere al sicuro gli studenti più giovani ad Hogsmeade la battaglia si era poi spostata nel villaggio magico. Era stato soltanto grazie ad una squadra composta da Auror e membri dell’Ufficio di Regolazione e Controllo delle Creature Magiche che la vicenda non era sfociata nella tragedia.
Dopo meno di mezza giornata gli Animali Fantastici se ne erano andati così com’erano arrivati.
C’erano stati molti feriti ed un morto.
Un membro del Ministero arrivato a dare man forte e deceduto in circostanze sospette. Questo perché non erano stati gli animali ad ucciderlo, ma un Avada Kedavra. Quell’unico indizio aveva portato a pensare che l’attacco fosse stato ad opera di un mago oscuro. Ma la faccenda si era chiusa lì e nessun altro attacco misterioso era stato portato a compimento e il caso era stato archiviato.
-Potrei… poter aver visto qualcosa?- domandò Lucas.
-E se tutta questa faccenda fosse legata a quel giorno?- ipotizzò Anya.
-Intendi dire che la strega che ha attaccato l’Ufficio Misteri potrebbe essere la stessa che ha guidato l’assalto contro Hogwarts?- chiese Hermione.
-È una possibilità…- mormorò la strega pensosa.
-Dovremmo rispolverare il caso.- aggiunse Weasly.
-Vado a cercare negli archivi.- decise Anya alzandosi di scatto ed uscendo in tutta fretta.
-E io?- chiese Lucas, sentendosi quasi stupido.
-Beh… finché non troviamo un modo per sbloccare la tua mente… potresti rivedere i documenti sul caso, magari trovi qualcosa che può esserti utile.-
Il Root annuì e uscì a passo lento dalla stanza.
Cosa mi hanno bloccato?…” pensò tenendosi il mento tra le dita.
Lo sai benissimo
Oh taci!
Non puoi continuare a negare l’evidenza
Tu non esisti!
La voce tacque e Lucas si accostò alla parete fredda del corridoio.
Quella dannata voce nella sua testa diventava di giorno in giorno più insistente.
Cominciava a temere di star diventando pazzo. Prese un profondo respiro e imboccò a passo deciso la strada che lo avrebbe condotto al Dipartimento Auror.
-Strada sbagliata.- disse una voce alle sue spalle.
Lucas si voltò per vedere un Indicibile della sua età. Lo conosceva solo di vista. Se non ricordava male si chiama Liam Morris.
-Ah, grazie.-
-Figurati.- rispose il mago avviandosi verso l’Ufficio Misteri.
***
Sul tetto dell’Abbazia di Westminster soffiava il vento gelido che annuncia le prime nevicate. Due figure avvolte in cupi mantelli parlottavano tra loro, incuranti dell’altezza terrificante sotto di loro che, unita al vento insistente non era esattamente una bella combinazione
-È andato tutto bene?- chiese la figura sulla destra.
Era molto alto (quasi due metri), la pelle dello stesso colore del cioccolato fondente, capelli cortissimi neri ed occhi come carbone. Il fisico asciutto con le braccia muscolose, ma senza eccesso. Indossava dei pantaloni larghi arancioni  con delle sfumature cremisi  che si chiudevano sulle caviglie, i piedi scalzi. Sul petto e sul viso dei disegni tribali fatti con della tempera bianca, una collana di legno d’ebano al collo e diversi bracciali d‘ottone su entrambe le braccia. Un mantello in pelle di drago nera copriva la sua figura per intero, rendendo difficoltoso notare quell’esplosione armonica di colori.
–Poteva andare meglio.- disse la figura a sinistra.
Era una strega piuttosto giovane. I lunghissimi capelli neri erano raccolti in una treccia disordinata che le sfiorava le ginocchia, gli occhi magnetici risplendevano di una luce occulta dietro la maschera che indossava. Era in pieno stile veneziano e le copriva interamente il volto. Di un bianco accecante con qualche decorazione simile alle squame di un drago. Una bocca color rosso sangue rendeva la sua espressione eterea e, per certi versi, piuttosto inquietante.
I pantaloni in pelle attillati sottolineavano una figura snella e la giacca in pelle di drago color castagno era rovinata in più punti. Anfibi neri pieni di fango e foglie secche. Al collo portava una collana in legno dallo stile prettamente africano mentre un bracciale brasiliano le ornava il polso destro.
Alla vita una katana dal fodero verde chiaro, fini decorazioni dorate di foglie lo percorrevano eleganti. Il guardamano in avorio e l’elsa intrecciata con nastri verde scuro. Un mantello del tutto simile a quello del primo figuro l’avvolgeva come un’ombra. Arco e frecce facevano capolino sulla schiena.
-In che senso?- chiese il primo con fare angosciato.
–Mi sono fatta beccare…- mormorò la strega mortificata.
–Cosa!?-
-Rilassati, ho quello che mi interessava, l’unico problema è che ora dovrò guardarmi anche dagli Auror…- disse come se quello che aveva appena rivelato fosse una leggerezza di poco conto.
-E adesso?-
-Devo trovare un posto sicuro dove nascondermi. E so anche già dove.-
-Ovvero?-
-Hogwarts.-




*Solito aspetto da mezzo drago*
Bene signori,si parte col botto con un colpo direttamente al cuore del Ministero.
Piccola nota: i personaggi della Rowling non li ho quasi usati, compaiono come camei, per il resto ho utilizzato personaggi di mia invenzione. In questo capitolo ne avete visti alcuni: Lucas Root, Anya Alchemist e Liam Morris.
Da questo piccolo capitolo mi rendo conto che non si evince molto di questi personaggi, ma spero che riuscirete ad apprezzarli con il tempo.
Ovviamente avete anche visto due misteriose figure sulla catterdale di Westmister. Chi sono? Lo scoprirete solo leggendo.
Per adesso vi lascio solo con qualche domanda e ancora molte altre che vi aspettano con i prossimi capitoli.
Riceveranno tutte una risposta? Forse.
Per oggi da me è tutto.
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*Saluta sbracciandosi e scodinzolando*
   
 
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