Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: SagaFrirry    10/01/2020    1 recensioni
"Tu credi che il mondo sia solo bianco e nero, tutto per te può essere solo bianco o nero. Ma io sono la prova che non è così. Io sono il grigio? No. Io sono l'intero spettro di colori dell'Universo!".
Keros è un demone, ma non del tutto. È figlio di due specie molto diverse, frutto di un'unione per molti sacrilega. Questo è il racconto del suo cammino, lungo i secoli dell'esistenza. Fra Inferi e Cielo, buio e luce, dannazione e santità, scoprirà come essere realmente se stesso.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rinascita

 

Un anno umano era insignificante per un demone e Keros si stupiva ogni giorno di più. Quei bambini, costretti a vivere in un Mondo completamente diverso da quello in cui erano nati, si erano dimostrati un vulcano di idee ed adattabilità. Il mezzodemone, abituato a disprezzare un po’ l’umanità, ora ne era meravigliato.

Sfruttando quel che era rimasto di quella realtà distrutta, il principe aveva insegnato loro quel che sapeva e quel che gli umani avevano di utile da trasmettere. Era riuscito a salvare una certa quantità di libri, trovando un edificio dove custodirli con gelosia e riguardo, e con questi poteva aprire gli occhi dei piccoli su realtà e fantasia. Non provava giusto che si dimenticasse e cancellasse quel che di bello l’umanità aveva realizzato ma non voleva ricreare quella vita, quegli uomini.

Per nutrirsi c’era la caccia, l’allevamento e l’agricoltura. Non facile per dei bambini ma crescevano straordinariamente in fretta! Per vestirsi per anni si erano accontentati di quel che era rimasto in vari locali distrutti, dato che Keros ben poco sapeva di filati e cucito.

Era frustrante rendersi conto che la vita da principe non aiutava molto in quei frangenti. Ma l’addestramento con Astaroth si era rivelato provvidenziale! Cacciare, difendersi e sopravvivere in un ambiente come l’Inferno rendeva la Terra una passeggiata. Poi aveva il vantaggio di evocare il fuoco.

I compiti erano divisi, seguendo le capacità e le preferenze dei bambini. Ogni giorno però c’era sempre spazio per storie e lezioni per tutti. E gli anni passavano…

 

Keros parlò loro di storia, geografia, universo, scienza, lingue e tradizioni. Non voleva dimenticare le arti come la musica, il canto, la poesia, la pittura… Era lì a sostenerli nella crescita, con le sconfitte e le delusioni, le gioie e le scoperte. Li incoraggiava, li guidava e rispondeva ad ogni domanda. L’unica parola che non aveva mai pronunciato era “Dio”. Aveva accennato ad angeli e demoni, più che altro per descrivere se stesso e la differenza con gli umani, ma non sapeva come parlare di religione. I bambini sembravano non averne bisogno, si affidavano a lui e basta. Parlò loro di esistenza, d’amore e di speranza. Li vedeva crescere, innamorarsi e generare la vita. Era lì con loro quando il primo bambino nacque, e si scatenò una grande festa. Era lì con mentre i piccoli divenivano splendidi uomini e donne. Ed era lì quando la vecchiaia sopraggiunse e il primo di loro chiuse gli occhi, abbracciando la morte. Versò lacrime assieme agli altri, uniti in quel momento così atteso e temuto. L’anima dell’uomo si mostrò e Keros la prese per mano.

“Ora cosa sarà di me?” domandò quell’essenza.

Keros non sapeva che rispondere. Con gli occhi lucidi, non capiva. Qual era il posto di quell’anima? Poi una luce avvolse il piccolo edificio dove tutti si erano riuniti per dare l’ultimo saluto. Aprendo la porta, non poté che piangere ancora una lacrima.

Un gruppetto di angeli e demoni erano comparsi e si fissavano, perplessi.

“Siamo sulla Terra?” si stupì Lucifero, guardando il cielo e il tramonto.

“Ma le porte erano chiuse” commentò Mihail “Come è possibile?”.

“Papà…” mormorò Keros, facendo girare il demone e l’Arcangelo.

I due osservarono colui che avevano di fronte. Era decisamente più trasandato rispetto a quando era principe e procacciatore di anime ma con lo stesso sguardo ambrato e pieno di speranza. Alle spalle del mezzodemone, un gruppetto di umani sbirciava quel che accadeva, senza capire del tutto.

“Keros…” riuscì finalmente a dire Lucifero “Tu… hai salvato l’umanità?”.

“Io…”.

“Tu hai fatto riaprire le porte” si unì Mihail.

“Tu… tu sei un miracolo” sussurrò il sovrano degli Inferi, raggiungendolo per abbracciarlo.

“Un’anima” notò qualcuno.

L’essenza era rimasta in piedi, fra angeli e demoni, senza sapere che fare. Nessuno aveva parlato più di tanto di Paradiso e Inferno in quella nuova realtà.

“Dove la portiamo? In Cielo?” chiese un angelo.

“Non possiamo” rispose Mihail “Non conosce Dio, non ha potuto scegliere fra le divinità che l’Uomo conosce e fra le diverse realtà di bene e male. Quest’anima non appartiene alla nostra religione”.

“E a chi appartiene allora?” domandò Keros, confuso.

“A te, suppongo”.

“Cosa…?”.

“Tu sei la cosa più vicina a un dio che questo nuovo Mondo abbia visto. Tocca a te scegliere come dovrà essere sistemata e dove”.

Il mezzodemone rimase in silenzio. Poi guardò l’anima, con un sorriso rassicurante.

“Tu che cosa vuoi?” gli disse, mentre i presenti brontolavano ritenendolo non “ortodosso”.

“Voglio restare accanto alla mia famiglia” ammise l’anima “Vederla crescere e sostenerla come posso”.

“E così sia allora”.

Scese il silenzio, mentre lo spirito si inchinava e raggiungeva il gruppo di mortali.

“Che strano modo di procacciare le anime…” ghignò Lucifero.

 

Trascorsero anni, secoli, forse millenni…. Keros non abbandonò mai quell’umanità, ritenendo necessario mantenere un certo controllo per evitare futuri conflitti. A quanto pare gli Uomini erano bravi a fare la guerra e il mezzodemone preferiva impedirla. Le memorie dei primi giorni non vennero mai perse, poiché il principe era sempre pronto a raccontare ed accogliere chi covava dubbi o domande. Angeli e demoni camminarono su quella Terra da quell’istante, da quella prima anima. Liberi di agire come preferivano, alcuni scelsero di vivere fra i mortali e in quel Mondo che molti avevano sempre sognato. Illuminati dal sole e dalle stelle, nacquero molti amori e molti bambini.

Non era più l’unica creatura di sangue misto fra angelo e demone, Keros lo sapeva, e osservava con orgoglio quei cuccioli con tratti angelici e demoniaci che giocavano assieme. Piccoli nati fra amori di diverse specie, fra cui i discendenti di Nasfer e Sophia. Ogni creatura, di Cielo e Inferno, aveva insegnato qualcosa a quell’umanità. Le anime dei defunti camminavano fra i vivi, risplendendo lievemente d’oro. Per mano ad Arikien, il mezzodemone osservava con orgoglio la nuova umanità che aveva aiutato a generare.

 

“E Dio?” si chiese Mihail, seduto accanto a Lucifero.

“Ha importanza?” rispose il demone, con un ghigno e la solita sigaretta.

Osservavano i bambini che giocavano, seduti al tavolo di un locale che si affacciava sulla piazza. Una piccola fontana zampillava e i piccoli si stavano schizzando a vicenda in quel giorno sereno.

“Dici avesse previsto tutto questo?” incalzò l’Arcangelo “Dici che, alla fine di tutto, volesse questo?”.

“Sinceramente? No, non credo. Se ci rifletti, questa realtà esiste grazie a noi due”.

“Non dire sciocchezze”.

“Tu hai generato Keros, colui che ha reso possibile tutto questo. E io l’ho cresciuto. Questa è la realtà che ci siamo costruiti, secolo dopo secolo. E ora ci godiamo la pace. All’Inferno le anime bruciano, punite dai demoni che desiderano ancora farlo. In Paradiso sono tutti beati, per l’eternità. E noi? Noi siamo disoccupati. Diciamo pure in pensione. È finita, Mihail. La nostra guerra eterna è finita. Dici che Dio volesse questo? Non lo so, non indagherò troppo. Non mi interessa. Sono libero, e questo mi basta. E lo sei anche tu”.

“Lo siamo tutti”.

“Grazie al frutto del tuo amore con quella signora laggiù”.

Lucifero indicò una statua che si ergeva accanto alla fontana. Raffigurava Carmilla, ricordata come la madre di colui che aveva salvato gli Uomini. Mihail osservò quella statua con una punta di nostalgia.

“E non ci vedi un disegno divino in tutto questo?”.

Lucifero rifletté, ispirando lentamente il fumo della sigaretta.

“No” rispose infine “Mi sembra solo un gran casino di casualità che, alla fine hanno portato a questo”.

“Il caso non esiste”.

“Dio non esiste. In questo Mondo, Dio non esiste. Esiste Keros, esistiamo noi, non siamo più re, soldati, generali… siamo due vecchi fratelli che, dopo una vita di litigi, se ne stan seduti al tavolino di un bar a spettegolare e sorseggiare vino. Vuoi forse altro?”.

“No” ammise Mihail, sfoggiando uno splendido sorriso.

Più di qualcuno giurò vedere il sole splendere con maggiore intensità per qualche istante, mentre l’Arcangelo continuava a dimostrare la propria gioia a quella realtà.

 

FINE

 

 

Questa storia è iniziata nel 2016. Sono cambiate moltissime cose, fra cui la nascita della mia bimba. Sono cresciuta, Keros assieme a me, ed eccoci qua. Non ci credo ancora: sono arrivata a quella parola. Quella parola “magica”, FINE. Prima o poi doveva arrivare, giusto? Volevo ringraziare TUTTI, tutti quelli che seguono la storia fin dal principio, chi la seguirà in seguito, chi l’ha amata e chi no. Non volevo un finale tragico: ci vuole speranza, giusto?

Grazie ancora. Da parte mia e di Keros.

   
 
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