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Autore: Evola Who    10/01/2020    1 recensioni
“E in che anno siamo?”
“Vediamo…” Iniziò ad annusare l’aria: “Siamo negli anni ’30. Più di preciso il 22 ottobre 1938.”
“1938?”
“Già! In pieno autunno. Te lo immagini, Denny? Oramai siamo alla fine di un grande decennio: nuove emozioni, la nascita e il successo del jazz e del blues, i primi film con audio, le grande invenzioni...”
“La segregazione razziale, il protezionismo, il voto alle donne concesso solo
dieci anni fa, la violenza, i poliziotti corrotti e l’inizio di un confitto mondiale”
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“Dottore…” iniziò a dire lei, intimorita e preoccupata: “Dove è andato a finire?”
“Rapito!” rispose lui con tono fermo. “Il TARDIS è stato rubato!”
Genere: Avventura, Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 11, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 23
 
 
 
 
 
 
 
Secrets
 
 

Erano all'interno del tempio, e percorrevano un lungo corridoio le cui pareti erano ricoperte di graffiti e di geroglifici in lingua maya, mentre a intervalli regolari erano appese delle torce accese per far luce.

“Incredibile” mormorò Indy, osservando con attenzione le pareti. “Questi disegni e queste scritture sono perfettamente identiche a quelle che si potrebbero trovare in un vero tempio Maya del Messico.”

“Perché questo è un tempio Maya” sottolineò la sacerdotessa, che camminava davanti a loro aprendo la strada.

Jones le lanciò un'occhiataccia. “Ah, sì?" sbottò.

"Eppure mi sembra davvero strano, considerato che i Maya erano stanziati nell'America centrale.”

“Sì, ma noi apparteniamo ad una tribù di esploratori e di commerciarti” rispose lei.

“I nostri antenati furono colpiti da una lunga carestia: i raccolti non crescevano, le terre si erano fatte aride e la popolazione stava morendo di fame. E nemmeno compiere sacrifici agli dèi sembrava più bastare a sistemare quella situazione disperata. Così, decisero di costruire delle piccole ed agili imbarcazioni per viaggiare verso un nuovo mondo, ossia quello che voi chiamate Canada. Ci stabilimmo qui secoli fa e la dea della luce predisse il nostro grande futuro.”

Fece una breve pausa, poi riprese a parlare, in tono quasi spiritato.

“Ci disse che quattro sconosciuti venuti da lontano sarebbero stati scelti per realizzare la grande volontà del nostro popolo, tramutandolo nella più grande e progredita civiltà moderna di sempre.”

Il gruppo fu decisamente stranito da quelle parole. Infatti, Indy sbottò: “Per me, si è inventata tutto di sana pianta.”

“Lo penso anche io” aggiunse River.

“Siete solo non credenti. Questa profezia si sta avverando... e sapete il perché? Vi sto portando da lei” rispose la sacerdotessa, fermandosi e girandosi a guardarli, con le mani incrociate dietro la schiena e un sorriso soddisfatto dipinto in volto.

Da lei?” domandò Denny, confusa.

“Dalla dea Sassic” rispose lei.

“Cosa?!” quasi urlò Indy, incredulo. “Vuol farci credere che ci porterà dalla vostra ‘dea della luce’?” Fece una breve risata, mentre il Signore del Tempo, River e Denny si lanciarono delle occhiate complici, capendo che la donna li stava portando davanti al Tardis.

“Dea Sassic" rispose Haska. "E sì, perché questo è il solo modo per far avverare la profezia.”

La sacerdotessa volse di nuovo le spalle e ricominciò a camminare, ordinando, con il suo tono dolce ma fermo: “Quindi, seguitemi. La casa della dea è ancora lunga da percorrere.”

Si girarono anche loro, mentre Indy iniziò a dire, con tono irritato e sollevando il dito con fare ammonitore: “Senta, io sono un archeologo! Ho studiato molto accuratamente la cultura dei Maya per parecchi anni, e posso affermare con estrema certezza che non sono mai stati né dei grandi viaggiatori né grandi navigatori. E, anche se lo fossero stati, di certo non sarebbero mai arrivati fino alla ragione di Quèbec! Quindi, posso dire con sicurezza che tutto questo è un falso!”

“Oh, capisco. Lei pensa di conoscere tutto e tutti solo perché ha studiato e, di conseguenza, deve accettare sole le cose razionali e scartare a priori quelle che le sembrano irrazionali. Giusto?”

Indy inarcò un sopracciglio, con aria confusa.

“In fondo io, la mia tribù, la mia gente che avete vestito, quegli uomini, quelle donne e quei bambini, non siamo forse reali? Allora, se per lei questo non è reale, dove saremmo in questo momento? Dentro ad una stella? Oppure in un sogno?” Voltò la testa verso di lui con un mezzo sorriso.

Jones ci pensò, ma non rispose. Continuava a non essere persuaso, però, e la guardò senza abbassare la concentrazione.

“Però, capisco i suoi dubbi. E credo che anche lei abbia gli stessi dubbi. Vero, Dottore?” Haska girò lo sguardo verso il Signore del Tempo.

Il gruppo rimase davvero sorpreso. Come faceva a conoscere il suo nome? Infatti, l’alieno lo chiese subito e Haska rispose con molta sicurezza: “Per il suo aspetto e per il suo atteggiamento, sicuro e autoritario. Ma, allo stesso tempo, rassicurante e affabile. Come ogni buon dottore dovrebbe essere. Giusto?” e gli sorrise.

Tutti si guardarono perplessi, provando un'inquietante sensazione nei confronti di questa donna misteriosa.

“Giusto, proprio così" replicò il Dottore, con tono calmo e ricambiando il sorriso, per poi rimanersene in silenzio per tutto il resto del tragitto, senza però riuscire a celare la propria aria tesa e preoccupata.

Nel cuore di Denny stava crescendo una inquietante sensazione di panico, mentre camminavano lungo quei corridoi che sembravano non avere mai fine.
   
 
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