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Autore: dreamlikeview    12/01/2020    3 recensioni
[1/3 di "What if we had been friends?"]
Lord Voldemort ha un piano infallibile per sconfiggere Harry Potter una volta per tutte e quando chiede a Draco Malfoy di avvicinarsi al prescelto, crede di avere la vittoria in pugno, ma non ha fatto i conti con una magia che lui non conosce, né mai conoscerà: l'amore.
Una storia in cui uno scherzo del destino può cambiare completamente due vite, può spingere due persone a conoscersi e a scoprirsi davvero, può permettere ad imprevedibili e improbabili amicizie di nascere, mettendo le basi per un qualcosa che è destinato a durare per sempre.
Fiducia, amicizia, amore sono le parole chiave.
[Drarry, con accenni ad altre coppie, long-fic]
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Serpeverde | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo, Da VII libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'What if we had been friends?'
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Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, meritavano di meglio, quindi ho deciso di dargli io ciò che meritavano; ma non ci guadagno nulla da tutto ciò, niente è finalizzato ad offendere qualcuno (solo a dare loro il finale che piace a me :D) e io ci perdo solo la faccia con queste cose.

Avviso: I personaggi tendono ad essere OOC (soprattutto Draco con l’andare avanti della storia, perché subisce un cambiamento radicale) tutti loro sono basati sui miei headcanon!

Nota bene: La storia parte dal sesto anno, tenendo conto di alcuni avvenimenti accaduti fino al quinto, in seguito proseguirà con alcuni riferimenti al settimo libro, tuttavia gli avvenimenti sono anacronistici rispetto ai libri.

Enjoy the show!



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Twist of Fate

19. Always (I'll be there forever)




Da quel giorno era passato quasi un anno, entrambi avevano vent’anni ed erano più che orgogliosi di poter dire di essere pronti al passo decisivo. La loro relazione procedeva nel migliore dei modi, tra di loro c’erano stati accesi dibattiti, momenti di tensione, ma niente aveva messo a rischio la loro relazione. L’unica discussione più accesa era stata quella riguardo il loro lavoro, ma anche quella volta non avevano davvero litigato, solo discusso animatamente. Draco si era iscritto a un corso per pozionisti, avrebbe lavorato al ministero, presso un dipartimento famoso per la collaborazione con gli Auror – Harry non era d’accordo, temeva che gli accadesse qualcosa o che fosse mandato in missione con gli Auror – il biondo l’aveva rassicurato più di una volta sul fatto che lui avrebbe svolto solo un lavoro di laboratorio. Ci erano voluti giorni di discussioni, ma alla fine era riuscito a tranquillizzarlo. Harry invece aveva deciso che avrebbe fatto l’allenatore di Quidditch, così avrebbe unito la sua passione per il volo e per lo sport alla sua passione per l’insegnamento, l’unica preoccupazione di Draco a riguardo erano le possibili trasferte della squadra presso cui avrebbe lavorato, ma a parte queste piccole scaramucce, la loro relazione proseguiva a gonfie vele.
I preparativi per il matrimonio erano durati mesi, in cui entrambi avevano rischiato di sfiorare la pazzia. Le loro damigelle d’onore erano opprimenti a dir poco, Ron e Theo erano dovuti intervenire più di una volta per portarle via e far respirare i due futuri sposi. I due non erano d’accordo su un sacco di cose: Harry voleva una cerimonia semplice con poche persone, Draco voleva fare le cose in grande, con mezzo mondo magico e statue di ghiaccio, cigni, colombe e pavoni. Pavoni. Da dove avrebbero dovuto prendere dei dannatissimi pavoni a Londra? Siamo maghi, Potter, possiamo farlo – aveva ribadito il suo adorabile futuro sposo, alla sua obiezione. E ovviamente Pansy era d’accordo con Draco. Hermione dava ragione a Harry, ma tutti sapevano che la Serpeverde l’avrebbe convinta a dargli torto per favorire Draco. Poi avevano litigato, sul serio, perché secondo Harry non era normale non riuscire ad essere d’accordo su nulla, si erano urlati contro ogni cosa cattiva venisse loro in mente ed erano volati anche degli incantesimi, poi Draco si era smaterializzato a casa di Blaise e Neville, urlandogli contro che non ne poteva più di tutto quello. Harry era rimasto solo a Grimmauld Place, con un unico pensiero nella mente: l’ho perso. Era stato il giorno peggiore per entrambi. Draco non era rientrato per la notte e Harry aveva pianto per tutto il tempo, sdraiato al posto di Draco, convinto che non lo avrebbe più rivisto. Il Serpeverde era tornato la mattina dopo e si erano ritrovati a parlare con calma di ciò che era successo davanti a una tazza di tè caldo e una quantità spropositata di brioches, che il biondo aveva acquistato prima di tornare a casa, per farsi perdonare.
 
«Mi dispiace, Harry» mormorò Draco, cercando il suo sguardo «Non avrei dovuto lasciarti da solo».
Harry scosse la testa, cosa ne sapeva lui di come si era sentito per tutta la notte senza averlo al suo fianco? Di come si era sentito in colpa per averlo fatto scappare?
«È colpa mia» ribatté infatti «Mi dispiace aver alzato la voce» disse, rigirando il cucchiaino nella sua tazza, senza alzare lo sguardo verso Draco. Aveva paura di vederlo sparire di nuovo e sapeva che sarebbe successo presto. Draco aveva detto chiaramente, durante il litigio, che non ne poteva più delle sue continue obiezioni, che era stanco di tutta quella storia. E Harry, ovviamente, aveva interpretato tutto come contro se stesso, come se lui si fosse stancato della loro relazione, non aveva pensato neanche per un secondo che anche il biondo fosse stanco delle pressioni che subivano dalle loro damigelle per l’organizzazione del matrimonio.
«Questa cosa ci sta mandando un po’ fuori di testa».
 «Io… Non so se ce la faccio, Draco, questa pressione mi sta facendo impazzire. Io ti amo, voglio sposarti, davvero, ma tutto questo… per me è troppo, non ci riesco» disse, raccogliendo tutto il suo coraggio Grifondoro, che sentiva di non avere più «Non voglio litigare per queste stronzate».
«Dobbiamo prenderci una pausa, hai ragione» disse Draco, il moro alzò lo sguardo su di lui, allarmato. Allora aveva ragione? Aveva deciso di lasciarlo? Di abbandonarlo solo perché avevano litigato? Aprì la bocca per parlare, ma ne uscì solo un singhiozzo mal trattenuto e l’altro si affrettò ad aggiungere: «Non io e te, scemo, intendo dai preparativi. Lasciamo tutto nelle mani di Hermione e Pansy. Andiamo via da Londra per un paio di giorni, facciamo un pre-viaggio di nozze» propose «Se al nostro ritorno non ci piace quello che hanno fatto, saremo noi a far impazzire loro» aggiunse con un ghigno sul volto. Il moro lo guardò giusto per un istante, prima di rendersi conto che non stesse scherzando, che gli avesse davvero proposto di mollare tutto e andare via per un po’. «Dove ti piacerebbe andare?» gli chiese, dopo un attimo, allungando una mano verso la sua per prenderla gentilmente nella sua.
«Davvero? Non mi vuoi lasciare?» chiese Harry, titubante.
«No! Certo che no, sei impazzito o cosa?» fece il biondo quasi scioccato. In quel preciso istante, tutti i nervi di Harry si rilassarono e le sue labbra si tesero in un dolce sorriso «Voglio sposarti, ovviamente. Voglio passare la mia vita con te, ma neanche io voglio litigare, per questo abbiamo bisogno di una pausa da questo stress».
Harry sorrise, rincuorato. «Una vacanza hai detto?» chiese, l’altro annuì «Che ne pensi dell’Italia? Dicono che lì il cibo sia divino».
«Perfetto, allora andremo in Italia questo fine settimana, è deciso» affermò Draco, stringendogli la mano «Hai ragione, ci siamo lasciati prendere troppo da queste "stronzate", abbiamo dimenticato la cosa più importante».
«E cioè?»
«Che stiamo per sposarci, non dovremmo litigare prima delle nozze» affermò, prima di alzarsi e avvicinarsi a lui, pronto a baciarlo e dichiarare finito il litigio, facendo rilassare definitivamente Harry.
 
Dopo il pre-viaggio di nozze, erano tornati più rilassati e meno preoccupati, erano stati in giro per l’Italia, avevano conosciuto simpatici maghi italiani e mangiato montagne di pasta, di pizza e di dolci tipici. Avevano fatto l’amore in un antico castello in una piccola cittadina umbra ed erano stati così bene che quasi avevano desiderato non tornare più a casa. Harry, in compenso, aveva scattato un sacco di foto al suo quasi-marito e aveva chiesto ai vari passanti di scattare foto ad entrambi. Segretamente, le stava raccogliendo in un album, insieme a tutte le foto dei loro viaggi precedenti. Voleva regalarlo a Draco il giorno del loro matrimonio e sperava di poterlo continuare con lui, insieme.
E adesso, Harry era nella sua vecchia stanza del dormitorio, in preda al terrore, la camicia stringeva troppo sui fianchi e sul petto, gli abiti in generale erano troppo stretti, doveva essere ingrassato per lo stress, non se lo spiegava altrimenti. Avevano deciso di sposarsi a Hogwarts, la casa che avevano avuto per buona parte della loro vita, il posto dove si erano incontrati per la prima volta, si erano odiati, erano stati rivali, si erano sfidati e picchiati ad ogni buona occasione, avevano imparato a conoscersi e poi si erano innamorati. Lì tutto era iniziato ed entrambi volevano che anche questo nuovo inizio partisse da lì (era stata l’unica cosa su cui non avevano mai litigato o discusso). Era molto meglio quel luogo, con il quale avevano un legame affettivo, piuttosto che una delle suggestive locations suggerite dalle loro damigelle d’onore. Erano davvero molto belle, ma loro non volevano festeggiare in un posto sterile, che non significasse niente per entrambi e su quello non avevano accettato alcuna obiezione.
Era l’inizio di maggio quando avevano mandato un gufo alla professoressa McGranitt, chiedendole un colloquio rapido. Lei era stata felice di accoglierli di nuovo nella scuola, erano andati via da un anno, dopo aver conseguito i MAGO ed era sempre ben disposta a salutare ex studenti. Con affetto, Harry ricordava il giorno in cui erano andati a chiederle di officiare il loro matrimonio e il permesso per celebrarlo nel castello.
 
La risposta della McGranitt era arrivata con Edvige due giorni dopo che avevano spedito la richiesta di incontrarla.
«Pensi che debba portarle dei dolci?» chiese Harry, mentre leggeva la risposta, tremando «Dice che è disposta ad incontrarci anche domani per l’ora del tè, lascerà il camino del suo studio aperto per noi».
«Rilassati, Potter» disse Draco, massaggiandogli le spalle «Andrà tutto bene e sono sicuro che lei apprezzerà dei biscotti» disse «Quelli che fai tu sono speciali».
«Solo perché vuoi rubarmi l’impasto, mentre li preparo».
«Beccato» rispose il biondo circondandogli i fianchi con le braccia «Andrà bene, al massimo ci risponde di no, giusto?»
«Giusto» rispose «In quel caso dovremmo prendere in esame le locations scelte da Hermione o da Pansy» osservò Harry rabbrividendo, già immaginava lo stress e le discussioni a riguardo.
«Terremo a bada le nostre damigelle. Ho già parlato con Theo e con Ron».
«Sei fantastico» mormorò Harry, rilassandosi tra le sue braccia. Draco gli diede un bacio sulla nuca, poi il moro si alzò e raggiunse la cucina, iniziando a trafficare con le stoviglie. Sebbene fosse una casa magica, sembrava più babbana di quanto non fosse, se si escludevano il camino collegato alla metropolvere, il calderone di Draco sul ripiano della cucina e altre cianfrusaglie magiche che avevano un po’ ovunque.
Improvvisamente, mentre preparava l’impasto per i biscotti, Harry sentì due braccia cingerlo da dietro e un mento appoggiarsi sulla sua spalla.
«Mettici anche i pezzettini di cioccolata dentro» disse Draco; lui ridacchiò e annuì rilassandosi contro il petto del fidanzato. Harry preparò i biscotti, lanciando di tanto in tanto la farina verso l’altro che cercava di rubargli le gocce di cioccolata. Draco rispose alla provocazione, facendolo voltare verso di sé e baciandolo con passione, spingendolo contro il ripiano della cucina.
 
 
A Harry piaceva quella situazione e si chiese come sarebbe stato in futuro. Avrebbero continuato a fare biscotti e a ridere insieme? A fare le lotte con la farina, per poi finire a baciarsi contro il ripiano della cucina? Anche dopo il matrimonio sarebbero stati così stupidamente innamorati l’uno dell’altro? E se fossero diventati una di quelle coppie banali? Se fossero finiti nella noiosa routine della vita di coppia? E se Draco si fosse stancato di lui in futuro? Forse erano troppo giovani per sposarsi? Harry era terrorizzato da questo, aveva paura di perderlo per sempre. Non avrebbe affrontato bene una situazione del genere. In passato aveva affrontato molte situazioni scomode, aveva detto addio a molte persone, ma non era pronto a perdere Draco. Avevano affrontato troppe cose insieme e lui c’era sempre stato. Non riusciva a pensare a una vita senza di lui, non da quando aveva scoperto di essere innamorato di lui e di essere ricambiato. Aveva sempre desiderato quel momento e adesso… cosa gli stava succedendo? Perché era così spaventato?
Era felice di sposare Draco, pensare di costruire un futuro con lui era l’unica cosa che gli aveva permesso di non impazzire durante e dopo la guerra. E adesso bramava il suo lieto fine. Solo che era in ansia, perché non sapeva cosa aspettarsi.
Non sapeva cosa lo facesse sentire tanto in ansia. Forse erano tutte le domande che circolavano nella sua mente senza un preciso filo logico. Prepararsi al matrimonio non era stato facile, ma c’erano stati anche momenti belli e indimenticabili, come il giorno in cui Draco gli aveva insegnato a ballare. E forse, di tutta la preparazione alle nozze era stata la cosa più divertente che avesse mai fatto.
 
«Potter, ci ho pensato» esordì una mattina, raggiungendolo nella loro cucina «Devo davvero insegnarti a ballare».
«Cosa?» chiese il moro, mentre rigirava un pancake nella padella.
«Non possiamo fare una brutta figura al nostro matrimonio perché tu sei un pezzo di legno, oh non vorrei rivivere il ballo del ceppo» rispose teatralmente guardando il fidanzato con sorriso furbo e provocatorio sul volto.
«Ah sì, qualcuno non riusciva a togliermi gli occhi di dosso, vero?»
«E ho fatto bene! Altrimenti adesso che stiamo per sposarci, non avrei idea delle tue pessime doti di ballerino».
«Perché non ne parliamo dopo la colazione?» chiese Harry mettendo sul tavolo un piatto pieno di pancakes caldi.
«Non cambiare discorso, amore, vieni» fece sbrigativo, afferrandogli la mano e trascinandolo in salotto. Prese la bacchetta e la agitò leggermente, puntandola verso il pianoforte che avevano al centro della stanza, lo incantò affinché suonasse un delizioso valzer.
«Mi hai appena chiamato amore?» chiese il moro.
«Sottigliezze, adesso prendimi la mano» fece porgendo in avanti la sua, eludendo la domanda del moro, che ridacchiò, prendendogliela «Bravo, adesso avvicinati e mettimi una mano sul fianco» Harry sospirò e rabbrividì, ricordando il giorno in cui la McGranitt aveva scelto Ron come cavia per insegnare a tutti i Grifondoro come ballare, per non far sfigurare la casa al Ballo del Ceppo. Seguì le sue istruzioni, gli mise una mano sul fianco e Draco gliene mise una sulla spalla, poi annuì soddisfatto «Adesso segui i miei passi» disse sorridendo, iniziando a muovere dei piccoli passi di danza, seguito dal moro.
«Mi sento un idiota» borbottò, guardando i propri piedi muoversi, che a stento cercavano di seguire quelli di Draco, fallendo miseramente. Non era per niente bravo in quelle cose.
«Rilassati e lascia che la musica ti guidi» gli disse il biondo, avvicinandolo un po’ di più a sé «Guardami» sussurrò dolcemente, alzandogli il mento con una mano, prima di rimettergliela sulla spalla «Guarda sempre me, amore». Harry, perso negli occhi del suo futuro marito, annuì senza riuscire a pensare ad altro. «Non è difficile, lasciati andare» aggiunse il biondo, continuando a muoversi sulle note della melodia. Harry si mosse un po’ impacciato all’inizio, pestò i piedi di Draco tre volte, prima di capire come dovesse muoversi. Non staccò gli occhi da quelli del suo fidanzato per nessuna ragione e finalmente capì cosa dovesse fare. In poco iniziarono a volteggiare per la stanza. Draco guidava tutte le mosse di Harry e quest’ultimo si lasciava guidare da lui. Il biondo gli fece fare un paio di giravolte su se stesso e riprese a ballare con lui, lasciandosi scappare una breve risata. Draco era bravo, leggiadro, incantevole, Harry si sentiva goffo e imbranato rispetto a lui. Si fermarono per riprendere fiato, si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere senza motivo, solo perché erano felici.
«Ho i piedi doloranti, maledizione!» fece Draco, lasciandosi cadere sul divano «Mi hai pestato i piedi tre volte, imbranato!»
«Perdonami» disse Harry, sedendosi vicino a lui «Vuoi che te li massaggi un po’?»
«Certo. Forza, mio elfo, procedi!»
Harry rise e con delicatezza massaggiò i piedi doloranti del suo fidanzato, vedendolo rilassarsi sotto le sue mani. Dopo un’abbondante mezz’ora di coccole e dopo aver consumato la colazione, il moro si alzò, prese la bacchetta e la puntò verso il pianoforte, incantandolo di nuovo. Poi porse una mano a Draco.
«Posso avere questo ballo?»
L’altro gli sorrise e afferrò la sua mano «Sì, vediamo se hai capito qualcosa» rispose alzandosi «Non pestarmi i piedi».
«Promesso». Un po’ meno impacciato di prima, Harry riprese la stessa posizione di prima, senza sbagliare ed entrambi ripresero a danzare sulle note della nuova melodia. Quella volta andò meglio, non gli pestò i piedi neanche una volta e, semplicemente, continuarono a provare il loro valzer ancora per un po’, l’uno tra le braccia dell’altro. Non si accorsero del camino che si attivava, né delle loro amiche che li osservavano da un angolo del salotto con gli occhi che brillavano. Quando la musica finì, si fermarono al centro del salotto e si scambiarono un lungo, dolce e profondo bacio. Si accorsero delle ragazze solo in quel momento, quando il flash di una macchina fotografica li travolse, facendoli sobbalzare e staccare l’uno dall’altro come scottati.
«Siete così carini!» esclamò Hermione.
«Adorabili!» le diede corda Pansy, mentre i due futuri sposi arrossivano, per essere stati beccati in quel momento tanto privato e intimo.
 
Uno strattone ai suoi capelli, lo fece sussultare e interruppe il flusso dei suoi pensieri e dei suoi ricordi.
«Ahia, Ginny!» esclamò Harry, alzandosi dalla sedia che occupava per allontanarsi dalla ragazza che stava cercando di sistemargli i capelli, lei rise «Smettila, tanto nessuno è mai riuscito a metterli in ordine, non ci riuscirai tu…»
«Taci. È una questione personale, torna qui e fai l’uomo, Harry Potter. Non lasciarti spaventare da un misero pettine».
«Mi stai facendo male» si lamentò il ragazzo.
«Non ti ha ucciso Voldemort, non lo farà un pettine» disse lei, trascinandolo di nuovo sulla sedia «Lascia che ti aggiusti i capelli» fece lei divertita. Si era offerta volontaria di aiutare Harry nelle preparazioni finali, mentre Hermione aiutava Pansy ad allestire la Sala Grande.
«Ma a Draco piacciono così» si lamentò di nuovo lui. La rossa lo ignorò, lo costrinse a sedersi sulla sedia, riprendendo a sistemargli i capelli. Nessun incantesimo era riuscito a domare quella massa informe di capelli, ma lei era decisa a rendere presentabile l’amico. Harry, impotente, dovette cedere e lasciarle continuare il suo lavoro, fino a che, sorprendentemente, Ginny non riuscì davvero a rendere ordinato quel nido per gufi che il moro aveva al posto dei capelli.
«Ah sì! Adesso ci siamo!» esclamò lei «Sei perfetto!»
Harry si guardò allo specchio e grugnì «Sembro un idiota» fece guardandosi i capelli sorprendentemente in ordine «Lo sai vero che non reggeranno a lungo?»
«Non fare il guastafeste» borbottò lei. Harry sorrise e la abbracciò calorosamente, ringraziandola per l’aiuto che gli aveva dato in quel momento. Non appena Ginny uscì dalla stanza, Potter rimase da solo e si ritrovò a fissarsi davanti allo specchio, era abbastanza per Draco? Draco lo avrebbe amato in futuro? O il loro amore sarebbe svanito?
«Ehi Harry» esclamò Ron, entrando nella stanza «Tutto okay?»
Il moro si voltò verso l’amico con uno sguardo vacuo e preoccupato, poi annuì lentamente, mentre cercava di annodare la sua cravatta. Gli tremavano le mani e sudava freddo, era terrorizzato a morte.
«Sono solo un po’ preoccupato» rispose con una scrollata di spalle «Il mio testimone come sta?»
«Una favola, hai visto Hermione? È proprio uno schianto oggi. Dovrò tenere tutti i malintenzionati lontano da lei». Harry scoppiò a ridere alla frase dell’altro. Ron riusciva sempre a sollevargli il morale. L’amico gli si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla per confortarlo, Harry sospirò, lui non lo sapeva, ma aveva bisogno esattamente di quello, qualcuno a cui aggrapparsi in quel momento, perché stava sprofondando nell’ansia. «Devo farti vedere una cosa» disse il rosso.
«Cosa?»
«Ecco...» dalla tasca dei pantaloni prese una scatoletta di velluto «Vedere te e Draco organizzare il vostro matrimonio, vedervi così felici… mi ha dato il coraggio di comprare questo per Hermione» spiegò Ron, aprendo la scatoletta che rivelò un anello d’argento molto semplice con una piccola gemma brillante «Mi hanno aiutato Fred e George, ho lavorato da loro per mesi prima di potermelo permettere».
«Ron, ma è fantastico!» esclamò lui «Ecco dove sparivi sempre!»
«Sì» ammise arrossendo «Secondo te le piacerà?»
«Ron, a Hermione piacerebbe qualunque cosa da parte tua, sono così felice per te!» esclamò abbracciandolo di slancio, quasi facendogli cadere la scatolina. Ron sorrise commosso, abbracciando a sua volta l’amico «Quando le chiederai di sposarti?» chiese allora, interessato. Ecco, doveva distrarsi dal suo matrimonio, non ci doveva pensare, così che tutto sarebbe filato liscio fino alla fine. Sperava solo che Draco non scappasse via all’improvviso, lasciandolo da solo.
«Pensavo, sai, per sorprenderla… di farle la proposta stasera, dopo il ricevimento… che ne pensi?»
«Sì, mi sembra una buona idea» disse, poi lo abbracciò di nuovo, complimentandosi con lui per aver preso la decisione giusta, per aver deciso di rendere felice Hermione «Ma non ti permettere di farla soffrire» lo minacciò il moro .
«Croce sul cuore, non lo farò mai!» esclamò. Poi Ron lo scrutò bene, le mani di Harry non smettevano di tremare, mentre cercava di sistemarsi la cravatta, aveva la fronte leggermente sudata e i suoi occhi erano liquidi. Lo conosceva abbastanza da sapere che era terrorizzato. Aveva provato a farlo distrarre, ma la sua tensione era ancora lì.
«Harry? Rilassati» gli disse, infatti «Che hai? Ho detto qualcosa che ti ha turbato?»
«No, tu non c’entri niente» rispose con un sospiro «Penso sia ansia da prestazione» ammise con un sorriso «Mi frullano mille domande in mente in questo momento e… non sono certo di nulla».
«Vuoi che chiami Remus?»
«Sì, ti prego». Ron si lasciò andare in una risatina divertita, prima di uscire dalla stanza e raggiungere la sala comune, dove la famiglia dello sposo aspettava che fosse pronto. C’erano tutti i Weasley e alcuni dei suoi ex compagni di casa. Era passato solo un anno da quando avevano lasciato la scuola e adesso erano tutti quasi adulti: Ron e Dean, che da poco aveva iniziato ad uscire con Seamus, frequentavano l’Accademia per Auror, Ginny giocava agonisticamente a Quidditch, aspettando che qualche squadra importante la chiamasse, Fred e George avevano aperto a Hogsmeade una seconda sede del loro negozio, che faceva concorrenza a Zonko, Neville si era iscritto al corso per diventare insegnante e Hermione, insieme a Pansy, oltre a studiare per diventare guaritrice, aveva iniziato una campagna per i diritti delle creature magiche, come il CREPA, ma estesa a tutte le creature. Bill e Fleur commentavano quello che sarebbe stato il matrimonio del secolo, mentre Victoire giocava insieme a Teddy Lupin, che per l’occasione sfoggiava dei fantastici capelli biondo platino con sprazzi scuri, in onore dei suoi zii preferiti. Dudley si guardava intorno stupefatto dalle “cose magiche” – avevano ottenuto un permesso speciale dal Ministero per farlo essere lì, essere imparentanti con il vice Ministro della magia aveva i suoi vantaggi. Infine c'era Remus che sorvegliava i bambini. Proprio lui, raggiunse Harry nel dormitorio, non appena Ron gli comunicò che lo sposo fosse in preda all'ansia.
«Ehi Harry!»
«Remus!» esclamò il ragazzo, il suo tono era un po’ disperato; l'uomo si avvicinò a lui e lo scrutò per un momento.
«Che ti succede? Ron ha detto che sei in ansia».
«Sono terrorizzato» confessò, chiudendo gli occhi «Io… non lo so, mi sto facendo un sacco di domande e forse siamo troppo giovani e… forse lui si stancherà e, non lo so, Remus, io…»
Il suo ex professore lo guardò e sorrise, appoggiandogli le mani sulle spalle «Tranquillo. Prendi un bel respiro» disse con fare paterno, Harry ubbidì «Dimmi la prima cosa che ti viene in mente, quando pensi al perché vuoi sposare Draco».
«Perché lo amo» rispose senza esitazione, poi aggiunse «Perché mi rende felice».
Remus Lupin gli sorrise gioviale, mentre delicatamente iniziava a sistemargli la cravatta «E sarete felici insieme, Harry. Ricordo quando tuo padre era nella tua stessa situazione» disse l’uomo «Aveva due anni in meno rispetto a te, quando ha sposato tua madre e ad un certo punto, nonostante la sua sfacciata sicurezza, si fece prendere dall’ansia» rivelò al ragazzo «Io e Sirius lo tranquillizzammo e poi, beh, il resto è storia» Harry sorrise immaginando la scena «Si sono sposati ed erano felici, credimi, se fossero qui ti direbbero di seguire il tuo cuore».
«Tu credi? È che… non lo so, sento di non riuscire a respirare».
«È del tutto normale» disse lui «Ascolta, andrà tutto bene. Inspira insieme a me» fece tirando il fiato, Harry ubbidì «Ed espira» continuò espirando, il ragazzo lo imitò per un paio di minuti, fino a che non sentì l’ansia scivolare via dal suo corpo. Per fortuna aveva Remus come figura di riferimento, se avesse perso anche lui, probabilmente sarebbe impazzito dopo la guerra. «Va meglio?» chiese, il ragazzo annuì «Voglio dirti anche un’altra cosa» abbozzò un sorriso «Tua madre, tuo padre e Sirius non ci saranno fisicamente, ma saranno sempre accanto a te e oggi sono qui con noi e sono felici per te, sono orgogliosi di te» disse, mentre il ragazzo sentiva le lacrime premere contro gli occhi «Siamo tutti orgogliosi di te e io li rappresento fisicamente, ma loro saranno sempre nel tuo cuore, non se ne andranno mai» disse appoggiandogli una mano sul petto all'altezza del cuore e Harry ripensò alla notte che era morto e al fantasma di Sirius che gli aveva detto la stessa cosa. Aveva voglia di piangere, in quel momento, una lacrima sfuggì al suo controllo e Remus gliel’asciugò rapidamente.
«L-Lo so» disse, sentendo la voce tremare «Grazie…» sussurrò, poi lo abbracciò senza aggiungere altro, perché non c’era altro da aggiungere, l’uomo ricambiò la stretta e Harry sentì tutte le sue preoccupazioni, i suoi dubbi scivolare via come se non li avesse mai avuti. Avrebbe avuto Draco al suo fianco con cui superarli, ne era certo. Remus lo strinse forte e a Harry parve di sentire accanto a loro sia Sirius che suo padre abbracciarli a loro volta.
Adesso era pronto per sposarsi.
 
§§§
 
Da qualche parte del castello, le due damigelle confabulavano alle spalle dei due sposi, mentre incantavano una scopa acquistata presso Tiri vispi Weasley. Sia le damigelle che i due gemelli sapevano già come sarebbe finita quella serata, ancor prima che iniziasse, conoscevano fin troppo bene i due sposi.
«Pensi davvero che la useranno?» chiese la Serpeverde.
«Conosco Harry, ad un certo punto non sopporterà più la festa. Odia stare troppo al centro dell’attenzione e Draco farebbe di tutto per farlo stare bene» disse la Grifondoro sorridendo «Sarà uno spettacolo sensazionale, devo ringraziare i miei adorabili cognati per questa scopa» ridacchiò sistemandola per bene.
«E come capiremo quando sarà il momento?»
«Fidati, lo capiremo» affermò Hermione «Quei due sono più prevedibili di quanto immaginiamo».
«Sarà uno spettacolo grandioso» disse Pansy.
«Puoi giurarci» le diede corda l’altra, ridendo «Forza, finiamo gli ultimi preparativi». La Serpeverde annuì e la seguì fuori dallo sgabuzzino. Lei e Hermione Granger stavano ultimando i preparativi per il matrimonio di Draco Malfoy e di Harry Potter. Assurdo – pensò, mentre seguiva l’amica – questo deve essere uno scherzo del destino.
 
§§§
 
Intanto, nel dormitorio di Serpeverde, Draco era davanti allo specchio e si annodava alla perfezione il papillon del suo completo grigio perla. I suoi capelli erano impeccabili come al solito, il completo lo fasciava alla perfezione e si sentiva sicuro di sé, come sempre. E pensava di essere incredibilmente fortunato, stava per sposare il ragazzo che amava e che sarebbe stato nella sua vita per sempre. Faceva un po’ paura come concetto, ma lo rendeva felice. Era strano, terrorizzante, ma anche totalizzante pensare di trascorrere la propria vita insieme a qualcun altro e lui scioccamente era felice che quella persona fosse proprio Harry, adorava il fatto che oltre ad essere romantici, fossero anche competitivi tra di loro, senza la cattiveria che aveva caratterizzato i primi anni della loro conoscenza.
Erano una coppia affiatata, pronta a supportarsi e a dirsi le cose così come stavano. Certo, avevano le loro discussioni e le loro incomprensioni, ma esse, per la gioia di Draco, si concludevano sempre con un chiarimento e una lunga nottata di sesso riparatore.
E anche quel giorno, Draco non poteva evitare di pensare a quanto in pochi anni la sua vita fosse cambiata. Se non avesse fatto amicizia con Harry, sarebbe diventato un mangiamorte e probabilmente Harry sarebbe diventato stufato per serpenti giganti. Rabbrividì, forse era vero, quella missione gli aveva cambiato la vita, ma non come credeva Voldemort perché essa lo aveva spinto tra le braccia di Harry. Forse aveva ragione Harry, dovevano ringraziare quel pazzo megalomane per averli fatti avvicinare. Era stato uno scherzo del destino? Non lo sapeva, ma era grato per aver avuto prima l’amicizia di Harry, poi la sua presenza nella propria vita e infine il suo amore. Dopo tutto quello che avevano affrontato, dopo Voldemort, la guerra e il resto, non avrebbero potuto essere più vicini ed innamorati. Però doveva ammettere con se stesso di essere un pelino in ansia, ma era così sicuro della sua scelta che non sarebbe mai tornato indietro. Sarebbe stata la giornata più bella della loro vita e poi sarebbero andati via insieme e avrebbero vissuto una bella luna di miele; al loro ritorno avrebbero sostenuto gli esami finali e poi avrebbero iniziato i rispettivi lavori, non senza una buona dose d’ansia anche per quello, ma ne era certo: avrebbero avuto una vita felice, magari, in futuro anche una famiglia. Adorava la vita di coppia che avevano, gli piaceva uscire con lui e i loro amici per andare a ballare in quei locali babbani rumorosi, gli piaceva tornare a casa e studiare insieme a lui, amava uscire con Harry e con Felpato per le passeggiate quotidiane, gli piaceva quando cucinavano insieme e Harry gli permetteva di assaggiare i suoi manicaretti, gli piaceva quando andavano da sua cugina il sabato o dai Weasley la domenica, gli piaceva anche litigare per chi dovesse gettare la spazzatura la sera e amava sottolineare il fatto che fossero maghi e non dovessero avere certe preoccupazioni, ma Harry era cresciuto con i babbani, certe abitudini erano dure a morire… e lui amava Harry, quindi accettava anche questo suo lato babbano. Gli piaceva decisamente com'era cambiata la sua vita e la persona che era diventato, ancora dannatamente sicuro e pieno di sé, ma meno cattivo e stronzo nei confronti degli altri, lontano dagli ideali dei suoi genitori, semplicemente se stesso: un ventenne attraente, terribilmente innamorato del proprio compagno che non vedeva l’ora di sposare.
A volte, con il permesso di Dora, andava anche a trovare sua madre ad Azkaban, passavano insieme una mezz’ora a parlare e poi andava via, promettendole che sarebbe tornato presto. Ignorava completamente suo padre, quell’uomo era morto per lui, fin dall’ultima volta in cui lo aveva visto.  
Gli piaceva che lui e Harry avessero conservato le loro sciarpe con i colori delle loro case e amava che il moro rubasse la sua prima di uscire di casa perché così sento il tuo profumo tutto il giorno e mi manchi di meno, diceva sempre e allora a lui sembrava giusto rubare a sua volta quella del compagno – anche se quei colori non lo facevano impazzire – e indossarla tutto il giorno, fino a quando non tornava a casa. Erano così smielati e sdolcinati che a volte Draco si chiedeva se davvero fosse da lui comportarsi così. Eppure, non ci vedeva niente di male in quella piccola cosa che facevano.
Scegliere il luogo dove sposarsi era stato alquanto semplice, quando Potter aveva proposto Hogwarts, tutto il resto era stato meno semplice, ma erano sempre riusciti a farcela, anche se i litigi non erano mancati. Sapeva quanto lui fosse legato a quel posto, era stato il primo luogo in cui si era sentito a casa, quindi non gli aveva detto di no. Era comunque importante anche per lui, lì si era reso conto di tante cose e aveva dato un senso alla sua vita. Era rimasto sorpreso dalla risposta della McGranitt, ricordava ancora il giorno in cui li aveva ricevuti.
 
Uscirono dal camino quasi contemporaneamente, Harry con la sua scatola di biscotti appena sfornati e Draco impettito in tutta la sua compostezza. La donna era seduta alla scrivania dell’enorme ufficio che era stato di Silente. Harry gli afferrò la mano e si avvicinarono a lei, un po’ terrorizzati.
«Professoressa McGranitt?» la chiamò il moro titubante.
«Potter, Malfoy! Vi aspettavo, ragazzi» disse lei sorridendo «Accomodatevi pure. Gradite una tazza di tè?»
Entrambi annuirono e la donna versò il tè in tre tazze «Le ho portato dei biscotti» disse Harry appoggiando l’elegante scatola sulla scrivania.
«Mi creda, professoressa, Potter fa dei biscotti deliziosi» disse Draco. La donna accettò il dono e li guardò entrambi.
«Allora, posso fare qualcosa per voi?» chiese ai due giovani. Harry e Draco erano in leggero imbarazzo, perché erano davanti alla donna e cercavano di chiederle una cosa così delicata.
«In effetti sì, professoressa» rispose Draco, sorridendo «Vorremmo chiederle una cosa» disse, lei lo incitò a proseguire «Ci chiedevamo se volesse celebrare lei il nostro matrimonio» affermò, lei portò le mani davanti alla bocca, sorpresa e felice allo stesso tempo.
«Davvero?» chiese lei «Volete che lo faccia io?»
«Sì» rispose Harry «E vorremmo chiederle anche se… fosse possibile organizzare la cerimonia qui».
«Sa, dove tutto è iniziato, dove ci siamo conosciuti e tutte quelle cose romantiche che piacciono tanto a Potter».
Harry gli pizzicò il fianco, piccato «Piacciono anche a te».
Draco ridacchiò e guardò la preside, che si era alzata e li aveva raggiunti aggirando la scrivania. Poi li abbracciò con affetto uno alla volta.
«Sarebbe un onore per me» disse lei, commossa «E sì, avete il permesso per organizzare qui»
I due ragazzi ridacchiarono e Harry giurò di aver visto delle lacrime sul volto della professoressa, Draco non gli credette, non aveva mai visto la McGranitt piangere e mai avrebbe accettato che lei fosse capace di farlo. Aveva dato persino il permesso di portare il cugino babbano di Harry «Ma solo se riuscite ad ottenere il permesso dal Ministero. Non voglio avere problemi» aveva detto la donna. Draco non aveva impiegato molto ad ottenerlo, quando aveva contattato sua cugina, l’attuale vice-ministro.
 
I preparativi per il matrimonio erano stati uno stress, certo, ma anche divertenti, soprattutto quando aveva insegnato ad Harry a ballare, si era divertito anche se il suo amato futuro marito gli aveva pestato i piedi – e si era fatto perdonare con dei lunghi massaggi – e non vedeva l’ora di vederlo ballare al loro ricevimento. Ma la cosa più bella era stata la sera prima del matrimonio, quando erano ancora a casa loro. Avevano festeggiato, bevuto litri di whisky incendiario e Draco aveva dovuto tirare Harry giù dal tavolo perché non voleva che desse spettacolo, Harry da ubriaco era un vero e proprio disastro. Aveva visto Finnigan e Thomas pomiciare su uno dei loro divani e aveva intimato loro di prendersi una camera… e loro l’avevano preso in parola. Neville e Blaise, meno folli degli altri, si erano offerti di riaccompagnare tutti a casa perché non erano ubriachi – non ancora almeno – mentre Ron si era addormentato sulla poltrona e neanche Draco aveva avuto il coraggio di svegliarlo. Theo, semi-sdraiato sull’altro divano anche lui parecchio alticcio, si lamentava di essere l’unico etero, a parte Weasley e che non fosse giusto che non ci fosse stata neanche una spogliarellista. Quando Draco, ancora sorprendentemente sobrio, si era liberato di tutti loro, si era ritrovato il suo appiccicoso fidanzato-futuro marito che gli baciava il collo languidamente. Non avrebbe mai saputo dirgli di no.
 
«Ho una cosa per te» soffiò Harry contro il suo orecchio, strusciandosi contro di lui.
«Oh, lo sento. Perché non andiamo in camera?» chiese Draco, avvicinandolo a sé per baciarlo, il moro scosse la testa «Oh, andiamo. Ho impiegato un’ora a mandarli via tutti, non merito un premio?»
«In effetti, sì… ma aspetta!» esclamò «Devo davvero darti una cosa importante, prima di domani!»
Draco ridacchiò, Harry ubriaco era davvero esilarante a volte, il modo in cui esclamava le parole, in cui barcollava… era irresistibile. Gli baciò le labbra con leggerezza.
«Okay, poi saliamo di sopra».
«Promesso!» esclamò e tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un piccolo rettangolo. Draco inclinò la testa perplesso, con un po’ di fatica, Harry lo riportò con la magia alla sua grandezza originaria e lo porse al biondo. «Questo è per te».
«Che cos’è?» chiese accettando il dono.
«Una promessa» rispose il moro, emozionato. Lo scartò lentamente e la confezione rivelò un album di fotografie, Draco lo aprì e vide che lì erano raccolte tutte le loro fotografie, fin da quando avevano iniziato a scattarle. In alcune c’erano entrambi, in altre c’era solo lui, sotto alcune c’erano anche le didascalie e sotto una in particolare c’era scritto: “Ti amo, Draco Malfoy, vuoi continuare quest’album con me?” Una lacrima scappò al controllo di Draco che si abbassò sul viso del suo fidanzato e gli diede un bacio sulle labbra.
«Ti amo, Harry» sussurrò contro la sua bocca «Sì, voglio continuare quest’album con te».
Entusiasta, il moro gli gettò le braccia al collo e riprese a baciarlo con passione, Draco gli avvolse le braccia attorno ai fianchi e smaterializzò entrambi in camera da letto. Una volta lì, mise l’album sul suo comodino e poi spinse il compagno sul letto, sovrastandolo con il suo corpo, mentre quest’ultimo si aggrappava a lui, cercava di spogliarlo e lo baciava con passione. Si lasciò travolgere dalla sua passione e in poco tempo Draco lo spogliò, iniziando a baciarlo ovunque.
«Non porta male fare l’amore la notte prima del matrimonio?» chiese Harry affannato, mentre Draco lo preparava.
«Taci, Potter» biascicò il biondo, baciandolo per zittirlo, facendolo mugolare di piacere. Passarono una lunga nottata di passione e la mattina dopo vennero svegliati dalle urla delle loro migliori amiche che, invadenti come solo loro sapevano essere, urlavano che fosse tardi e che loro avessero dormito troppo. «È un succhiotto quello?» trillò Hermione.
«Oh sì, i due sposini si sono dati da fare!» esclamò Pansy. Harry aveva nascosto la testa sotto al cuscino per l’imbarazzo e Draco era scoppiato a ridere. Era così felice ed eccitato all’idea di sposare Harry, che avrebbe fatto di tutto, persino baciare Gazza.
 
«Ehi, Draco» l’arrivo di Blaise lo fece sobbalzare e ridestare dai suoi pensieri «Ti sei incantato o hai intenzione di chiedere al tuo riflesso di uscire?»
Il biondo ghignò «Sono uno schianto, vero? Potter avrà un infarto non appena mi vedrà».
Blaise rise, scuotendo la testa «Vuoi già uccidere tuo marito? Non vi siete neanche sposati!»
«In effetti cucina troppo bene per ucciderlo» scherzò Draco, ultimando la sistemazione del suo papillon. «Ho un po’ d’ansia, ma non quella cattiva… mi sento solo pieno di aspettative per oggi».
«È normale» disse Blaise, sistemandogli il colletto della camicia «Ho visto Neville prima, dice che Potter ha avuto una piccola crisi di panico» scherzò «È così sentimentale! Una drama queen, peggio di te».
«Sta bene?» chiese lo sposo preoccupato «Adesso vado da lui».
«No» fece l’amico, fermandolo «Potter sta alla grande. Tu adesso vieni in Sala Grande con me. E segui il piano. Hermione e Pansy sono già lì».
Draco alzò gli occhi al cielo «Perché me l’hai detto?» chiese, la sua sicurezza vacillò, sapere che Harry avesse avuto dei dubbi o qualche ripensamento, lo aveva reso leggermente preoccupato. Se non si fosse presentato? Se la paura l’avesse fatto fuggire e l’avesse lasciato da solo davanti a tutti? No, non doveva pensare una cosa del genere, doveva solo… rilassarsi. Avrebbe trovato Potter all’ingresso della Sala Grande e sarebbero entrati insieme per attraversare tutta la sala e raggiungere la professoressa, che li avrebbe uniti in matrimonio per tutta la vita. Sarebbero stati felici insieme, fino a che non sarebbero diventati vecchi e decrepiti. E avrebbero continuato a fare dell’ottimo sesso, ovviamente.
«Draco, tutto bene?»  
«Bene, andiamo» affermò. Uscì dal dormitorio e fu investito dall’abbraccio di sua cugina, che si era lamentata per un po’ di come fosse scura e lugubre la sala dei Serpeverde, lei ricordava ancora con affetto quella dei Tassorosso che, a suo parere, era molto più bella di quella. Anche i suoi amici presenti lo abbracciarono con forza, mancava solo Pansy, che era con Hermione. Raggiunse con i suoi amici l’ingresso della Sala Grande e si fermò lì, Potter non c’era ancora. Non era ancora arrivato o non si sarebbe presentato?
Quella era l’unica cosa che spaventava il Serpeverde, la possibilità che il suo fidanzato non si presentasse; il futuro lo avrebbero affrontato in qualche modo, ma se Harry fosse scappato, allora non sapeva come avrebbe potuto reagire, come avrebbe potuto superare la delusione. Ma non sarebbe scappato, vero? Potter non era scappato neanche davanti a Voldemort, non sarebbe scappato da lui, giusto?
Stava ancora facendo mille pensieri negativi, quando si voltò verso le scale e lo vide. Spalancò gli occhi e deglutì, le sue facoltà mentali si azzerarono per un momento, Harry era veramente bello in quel completo nero che lo fasciava perfettamente. Draco sentì le gambe molli per un momento e pensò di essere l’uomo più fortunato del mondo magico e non. Immaginò di avere uno sguardo da perfetto idiota e quasi sentiva la mascella per terra, ma lui aveva un contegno e si limitava a fissare ad occhi sgranati l’altro. Era perfetto.
Harry gli sorrise e scese le scale fino a raggiungerlo, troppo lentamente. Draco fu sul punto di baciarlo in quel momento, ma le loro damigelle corsero da loro ed esclamarono che tutto era pronto e loro erano in ritardo.
«Eccovi, venite!» esclamò Pansy trascinandoli verso la porta, dalla quale Molly Weasley uscì, raggiungendoli con il sorriso sulle labbra. Gli sposi si guardarono perplessi e poi guardarono le loro damigelle con la stessa espressione interrogativa. Perché la donna non era con tutti gli altri dentro, ad aspettare che facessero il loro ingresso trionfale?
«Sorpresa!» esclamò Hermione.
«Cosa…?» chiesero i due sposi all'unisono.
«Molly accompagnerà entrambi nella Sala Grande».
«Ma…»
«Ne sarei felice ragazzi, so che per motivi diversi nessuno di voi due ha i genitori qui» disse la donna commossa «E io vi vedo come i miei figli adottivi, quindi con le ragazze, abbiamo pensato …»
«Ne saremo onorati» la interruppe Draco sorridendo, sentendosi commosso «Vero Harry?»
«S-Sì, un vero onore, grazie Molly».
Lei li abbracciò entrambi e li baciò sulle guance, poi sistemò prima la cravatta di Harry e il papillon di Draco perché secondo lei non erano perfetti, poi prese entrambi sottobraccio, Draco a destra, Harry a sinistra e con loro si voltò verso l’ingresso della sala. L’arco della porta era ornato con delle enormi rose bianche, Hermione e Pansy entrarono per prime, aprendo la strada ai due sposi, mentre una melodia romantica si espandeva per l'intera sala.
Era arrivato il loro momento di varcare quella soglia.
Draco guardò verso Harry e tese le labbra in un sorriso dolce: «Paura, Potter?» chiese con la voce leggermente tremolante per l’emozione, cercando di sembrare sfrontato come sempre.
Harry scosse la testa divertito e: «Ti piacerebbe, Potter» rispose, i suoi occhi brillarono di eccitazione e di amore, la felicità era impressa in quello sguardo e Draco si innamorò di lui per l’ennesima volta. Era una cosa che non poteva decisamente evitare, qualsiasi cosa facesse Harry, era in grado di farlo innamorare di lui, sempre. Molly strinse affettuosamente le braccia di entrambi e finalmente varcarono quella soglia. Un clamoroso applauso partì da tutti i presenti, mentre una pioggia di flash si abbatteva su di loro. In prima fila, Colin Canon che si era preso l’onere di essere il fotografo ufficiale della cerimonia, e poi alcuni giornalisti che erano entrati solo per documentare l’evento del secolo. A niente erano valse le suppliche del Salvatore del Mondo, il circolo mediatico ancora voleva sapere ogni suo spostamento, ma Harry era convinto che sarebbe finita presto. Ormai erano passati due anni da quando aveva sconfitto Voldemort, presto sarebbe saltato fuori un altro fenomeno. O almeno lo sperava, anche se grazie alle sue conoscenze tra gli Auror e nel ministero, la sua privacy era abbastanza rispettata, dopotutto lui e Draco erano abbastanza riservati e se volevano passare del tempo insieme, preferivano passeggiare nella Londra babbana e restare tranquilli, piuttosto che rischiare di essere sulla bocca di tutti.
Nella mente di Harry passarono mille sensazioni, mentre percorreva la sala al braccio della signora Weasley con Draco a pochi centimetri da lui: era euforico da una parte, un po’ terrorizzato dall’altra, felice sicuramente e, ovviamente, innamorato. Stupidamente, avrebbe aggiunto Draco. Quando lo aveva visto giù nell’androne con il suo completo grigio fatto su misura, che lo fasciava nei punti giusti, aveva sentito l’aria dimezzarsi e il battito del cuore più veloce. Ecco, in quel momento tutte le sue paranoie erano scivolate via, perché Draco era perfetto per lui e, dallo sguardo che aveva l’altro, era convinto che pensasse le stesse cose riguardo lui. Percorsero tutto il corridoio della Sala Grande che per l’occasione era decorata con raffinati fiori e drappeggi candidi, i quattro tavoli delle Case erano momentaneamente spariti per lasciare lo spazio a delle lunghe panche, dove gli invitati erano seduti; doveva ammettere che Hermione e Pansy avevano avuto davvero un’ottima idea quando avevano proposto quei colori. Ron e Blaise, in qualità di testimoni, erano già accanto alla McGranitt, che li guardava commossa a sua volta. Harry quasi scivolò sui petali di rose bianche che Hermione e Pansy avevano gettato sul pavimento e Draco si lasciò sfuggire una risatina mormorando tra sé e sé «Sempre lo stupido, adorabile, Potter». Quando raggiunsero la preside, Molly baciò le guance ad entrambi e li strinse in un abbraccio amorevole, prima di raggiungere il marito e piangere lacrime di gioia contro la sua spalla, era come se stesse assistendo al matrimonio dei suoi stessi figli, anche se, di fatto, loro non lo erano.
La musica si interruppe nel momento in cui la preside si schiarì la voce. Harry si voltò verso Draco e lo guardò negli occhi sorridendo, sì, quella era decisamente la scelta migliore che potesse prendere, se ne rese conto, mentre guardava il biondo e vedeva i suoi occhi grigi brillare di gioia. Raramente erano stati così felici tutti e due, delicatamente gli prese la mano e Draco la strinse con forza.
«Miei cari» esordì la donna «Siamo oggi riuniti in questa sala un po’ atipica per un matrimonio, per celebrare l’unione di questi due ragazzi» disse lei sorridendo «Io li ho visti crescere e credetemi, se vi dico che mai avrei immaginato di sposarli!» Harry ridacchiò e sentì gli occhi pizzicare d’emozione «Spesso li ho beccati ad azzuffarsi per i corridoi di questa scuola o a lanciarsi incantesimi, molte volte li ho puniti per questo» gli sposi arrossirono, ricordando quei giorni «Ma li ho anche visti affrontare le loro divergenze e le loro battaglie e posso dire di essere fiera di essere stata parte della loro crescita e di essere qui a celebrare il loro matrimonio». Draco si morse le labbra, non credeva di potersi emozionare così tanto sentendo la donna parlare di loro, non avevano mai avuto un buon rapporto, anche se le cose, da quando aveva chiesto aiuto al sesto anno, erano cambiate molto «Ma non dilunghiamoci in sentimentalismi sciocchi, prima di ufficializzare la cosa, ci sono delle persone che vorrebbero dirvi qualcosa» disse «Signorina Granger, lascio a te la parola».
Hermione sorrise e annuì raggiungendo la professoressa e i due sposi insieme a Pansy. Ron e Blaise si accodarono a loro e i due sposi restarono spaesati e senza parole, quella era una cosa che non avevano messo in conto. I loro migliori amici iniziarono un lungo discorso su di loro, che in realtà si erano sempre voluti e cercati, erano sempre stati leggermente ossessionati l’uno dall’altro. Raccontarono degli aneddoti divertenti su di loro, continuarono dicendo che anche se il loro sembrava il classico esempio di amore impossibile, loro avevano superato qualunque difficoltà insieme, la più grande era stata Voldemort. Blaise raccontò del periodo orrendo che Draco aveva passato al sesto anno, senza scendere nei dettagli, e di come, contrariamente ad ogni previsione, avesse deciso di proteggerlo, invece di lavorare contro di lui. Ron raccontò di Harry e del suo continuo blaterare su Draco al sesto anno e "imbarazzante" fu la parola che usò di più nel parlare di lui. Pansy raccontò del Ballo del Ceppo del quarto anno, sostenendo che Draco avesse una cotta per Harry da tempi immemori. Hermione continuò parlando di come si fossero sostenuti durante la guerra, di come avessero cercato di proteggersi a vicenda in ogni occasione, fino a che l’incubo non era finito. Blaise fece qualche battuta sul fatto che fossero ancora competitivi tra di loro e che ogni occasione, per loro, restava buona per fronteggiarsi – Non oso immaginare come sia la loro vita sessuale! – esclamò Blaise, facendoli arrossire all’impazzata e facendo ridacchiare tutti gli invitati. Draco lo fulminò con lo sguardo e scosse la testa energicamente, anche se dentro di sé era divertito e commosso. Harry arrossì per l’imbarazzo e cercò rifugio sulla spalla di Draco, il quale lo accolse immediatamente, stringendolo a sé.
«Quello che stiamo cercando di dire» disse poi Ron «È che siamo felici per voi. Che vi auguriamo di essere felici e di continuare ad amarvi come fate ora, anche tra cent’anni».
«Vi vogliamo bene» disse Hermione sorridendo «E oggi siamo tutti qui per voi».
«Noi non siamo così sentimentali» fece Pansy «Ma siamo d’accordo con loro». Blaise fu d’accordo con lei e aggiunse «Siate felici e continuate ad essere voi stessi!»
Draco emise un singulto, a Harry scivolarono delle lacrime di commozione sulle guance. I loro amici li abbracciarono brevemente prima di tornare ai loro posti e lasciare alla McGranitt il posto per continuare la cerimonia.
«Bene, adesso pronunciate i voti, Potter, vuoi iniziare tu?»
Harry annuì tremante e cercò lo sguardo del biondo «Draco, la nostra relazione non è iniziata esattamente nel migliore dei modi. Siamo stati rivali per anni e oggi mi chiedo come mai siamo stati tanto stupidi» il biondo gli regalò un sorriso, era d’accordo con lui «Tu mi sei stato accanto nel momento peggiore della mia vita, credevo di impazzire, eravamo sempre all’erta, ma tu eri lì e con te… non avevo paura di ciò che sarebbe accaduto, l’unica paura che avevo, era non poter avere un futuro con te» Draco gli afferrò le mani e gliele strinse con forza «È stato facile innamorarmi di te. Ed è stata una delle cose che più mi ha confuso, paradossalmente scoprire di essere un horcrux mi ha sconvolto di meno» il biondo trattenne una risata «Ma, non voglio rivangare il passato. Voglio dirti che ti amo e che probabilmente lo farò per sempre e dovrai sopportarmi per tutta la tua vita e anche oltre, anche se spaventa un po’ dire cose del genere, io… beh, so che sarà così. Non c’è posto per nessun altro nel mio cuore, se non per te» concluse sorridendo.
«Stupido Grifondoro sentimentale» mormorò l’altro con gli occhi lucidi.
«Dray?»
«Harry, di’ la verità, hai sbirciato il mio discorso, vero?» esordì facendo ridacchiare l’altro sposo «Abbiamo avuto una relazione così travagliata che ancora non mi spiego come siamo ancora qui. Suppongo che sia quella cosa di cui voi Grifondoro parlate tanto, l’amore» disse sentendo la voce tremare «Ti detestavo davvero quando eravamo ragazzini, ma non ti conoscevo davvero, sapevo solo ciò che mio padre mi raccontava di te. Ero un ragazzino influenzabile e mi pento ancora oggi di ciò che ero, ma con te sono cambiato. Tu mi hai regalato qualcosa che nessun altro avrebbe mai potuto regalarmi. A parte il tuo amore, mi hai donato una famiglia, degli amici veri. Prima di avvicinarmi a te, non ero così legato neanche a Blaise o a Pansy, ma tu, stupido, piccolo, ingenuo Potter, mi hai aperto gli occhi su un mondo che non conoscevo» Harry trattenne il fiato, non si sarebbe mai aspettato un discorso così «Abbiamo vissuto una guerra insieme, ho temuto di perderti tanto quanto hai temuto tu di perdere me e invece guardaci, siamo qui con i nostri amici che non hanno esitato a metterci in imbarazzo anche il giorno del nostro matrimonio» il moro ridacchiò, cercando di trattenere le lacrime «Non ho molto altro da dire, se non che voglio vivere una bella vita con te, lunga e anche se finiremo per essere una di quelle coppie che legge il giornale lamentandosi del clima, ben venga, con te potrei fare qualsiasi cosa» disse, anche lui era emozionato, si poteva capire dall’inclinazione del tono di voce «Ah, sì. Ti prometto che con me non ti sentirai mai messo da parte o non voluto come ti sentivi con gli stupidi babbani. Sarò sempre qui per te».
Harry scosse la testa, lasciando cadere le lacrime «Non lo diventeremo, sarò sempre pronto a batterti a duello».
«Speraci, Potter». Harry desiderava solo abbracciarlo e baciarlo in quel momento, era così ubriaco d’amore e di felicità che era certo che sarebbe potuto arrivare di nuovo Voldemort, lui non avrebbe smesso di essere felice.
«Allora… proseguiamo, Weasley, Zabini, gli anelli» disse la McGranitt, asciugandosi gli occhi, commossa.
I due testimoni si avvicinarono agli sposi con gli anelli; né Harry né Draco avevano voluto cambiare quelli che avevano usato per le proposte. La preside fece loro le domande di rito e a turno Harry e Draco risposero Lo voglio facendo indossare l’anello all’altro e quando lei disse loro che potevano baciarsi, non se lo fecero ripetere due volte. Si strinsero in un abbraccio dolce e amorevole, prima di baciarsi cercando di asciugarsi le lacrime l’un l’altro. Poi il Ministro della Magia e Tonks li raggiunsero con i documenti da firmare, giusto per rendere il tutto ancora più ufficiale. Firmarono entrambi, stringendosi la mano libera e quando dichiararono ufficiale il matrimonio, i due sposi trovarono naturale baciarsi ancora una volta, mentre un altro scroscio di applausi si estendeva di nuovo per la Sala Grande.
 
§§§
 
Dopo la cerimonia, tutti furono invitati ad uscire dalla Sala Grande, per permettere alle persone addette alle decorazioni di sistemare la sala per il ricevimento. Draco e Harry uscirono da lì tenendosi per mano, cercando di sfuggire alle domande dei giornalisti curiosi. Raggiunsero il cortile, dove si fermarono perché Colin Canon disse che avrebbe scattato delle foto, era la loro ombra quel giorno.
«Ehi, ehi!» urlò il ragazzo «Andate verso la fontana, vi faccio delle foto anche lì!»
Draco alzò gli occhi al cielo «Dobbiamo proprio?» chiese con la voce leggermente disperata, mentre raggiungevano il punto indicato dal fotografo.
«Se vogliamo riempire il nostro album di foto, sì» rispose Harry sorridendo «Hai promesso» gli fece presente «Forza, Potter, hai paura?» lo provocò divertito.
«Quella è la mia frase, idiota» si lamentò l’altro, mettendo un adorabile broncio «E hai sbagliato l’intonazione, sei proprio incapace». Harry rise e si alzò sulle punte, circondando il collo del biondo con le braccia per poi stampargli un bacio sulle labbra, Colin scelse quel momento per scattare la foto. Harry rise dell'espressione buffa e corrucciata di Draco e appoggiò la testa contro la sua spalla, il biondo non perse l’occasione per stringerlo affettuosamente. Posarono per qualche foto sia lì che in altri posti del territorio di Hogwarts, cercando di mettersi in pose buffe per non essere troppo noiosi. Alla fine rientrarono nel castello e furono accolti con affetto dagli invitati; Hermione e Pansy si erano superate, la sala era ancora più bella rispetto a quella della cerimonia, enormi tavoli tondeggianti erano posti al centro della sala e c’era anche un largo spazio vuoto per ballare. Harry sorrise e si disse che prima della fine della serata, avrebbe chiesto a suo marito di ballare, dopotutto non aveva preso lezioni private del biondo per nulla. Avrebbe realizzato il suo desiderio più nascosto, non aveva mai rivelato a Draco cosa avesse visto quattro anni prima nello Specchio delle Emarb. E sembrava che non averlo rivelato, avesse permesso che accadesse esattamente come lo aveva immaginato.
La festa procedette abbastanza velocemente, anche se Harry moriva dalla voglia di andare via e festeggiare da solo con suo marito, anche se poteva sembrare una mancanza di rispetto nei confronti degli invitati... voleva stare da solo con lui. Strinse la mano di Draco sotto al tavolo che occupavano e gli sorrise dolcemente. Il biondo rispose con lo stesso sorriso e una strana gioia negli occhi; c’era una strana sensazione nell’aria quella notte, ed era bellissimo.
«Ragazzi, ragazzi!» ad un certo punto del ricevimento, Hermione e Pansy iniziarono a sbracciarsi per attirare la loro attenzione «Al centro della pista da ballo! Dovete aprire le danze!» urlarono in sincrono, i due temettero che si fossero organizzate per farlo.
Draco si alzò per primo e porse la mano a Harry «Allora, ti va di ballare e vedere se le mie lezioni sono servite a qualcosa?»
«Sì, ti stupirò» rispose l’altro afferrandogli la mano e alzandosi a sua volta. Raggiunsero il centro dell’area lasciata libera come pista da ballo e Harry mise una mano sul fianco di Draco, mentre quest’ultimo metteva la sua sulla spalla del moro, intrecciarono le mani libere e poi, quando la musica partì, iniziarono a ballare guardandosi negli occhi, esattamente come avevano fatto a casa. Dopo un po’, furono raggiunti dalle altre coppie presenti, Neville e Blaise furono i primi, seguiti a ruota da Ginny e il suo ragazzo, Dean e Seamus, Theo e Pansy, Ron ed Hermione e infine tutti gli altri invitati.
Altre foto vennero scattate, ma in quel momento ad Harry poco importava, il suo desiderio più nascosto si era appena avverato, era stretto a Draco, mentre ballavano con degli abiti da cerimonia nella Sala Grande di Hogwarts; gli scappò una breve risata, pensando a ciò che aveva visto nello Specchio anni prima, anche se era una mera coincidenza, non importava, era tutto perfetto.
«Che hai da ridere?»
«Niente, sono felice» rispose lui, stringendosi di più contro il corpo dell'altro, sentì subito la presa di Draco farsi più rigida «Ricordi quando al sesto anno abbiamo trovato lo Specchio delle Emarb?» il biondo annuì «Ecco, ti ho mentito. Non avevo visto i miei genitori come sempre» l’altro spalancò gli occhi «Avevo paura che non provassi lo stesso per me e allora… ho detto una bugia, avevo visto esattamente questo, io e te che balliamo qui, indossando abiti da cerimonia» disse con le gote rosse.
Draco si morse il labbro inferiore «Smetterai mai di essere così dannatamente adorabile, Harry? Davvero, sono già innamorato di te, non c’è bisogno che tu mi faccia innamorare ancora e ancora».
Harry lo guardò negli occhi emozionato e una piccola lacrima scappò dal suo controllo. Quel giorno si sentiva particolarmente vulnerabile alle emozioni forti che stava provando e Draco, con quelle parole, non migliorava affatto il suo eccessivo sentimentalismo. Una sua mano raggiunse la guancia di Harry e gli cancellò quella lacrima dalla guancia.
«Perché adesso piangi?» gli chiese l'altro con il tono leggermente preoccupato.
Harry scosse la testa e si alzò sulle punte dei piedi per baciarlo con dolcezza, Draco restò spiazzato per un solo istante e poi gli prese il viso tra le mani, ricambiando il bacio con tenerezza, chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dal bacio, lasciando che Harry lo stringesse e guidasse un po’ quel bacio che sapeva tanto d’amore e di promesse non dette.
Il moro si staccò da lui, aveva gli occhi lucidi d’emozione e brillavano come mai prima di quel giorno, Draco restò ancora una volta affascinato da quegli smeraldi che sembravano splendere di luce propria come il sole. Stupido sentimentale, Potter.
In lontananza, sentirono Molly urlare di gioia e quando si voltarono, Ron era in ginocchio davanti a Hermione con la scatolina porta verso di lei, che lo guardava scioccata e senza parole. Un attimo dopo, Hermione aveva le braccia attorno al collo di Ron e lo baciava appassionatamente.
Draco ridacchiò sommessamente, mentre Harry guardava verso i suoi migliori amici commosso e felice. Tutti loro stavano avendo esattamente ciò che meritavano e non riusciva a smettere di pensare di essere fortunato a poter vivere tutto quello. Non riuscì più a trattenersi e a quel punto scoppiò in lacrime, appoggiandosi contro la spalla di suo marito, il quale gli afferrò la mano e lo trascinò fuori dalla Sala Grande e lo portò in un posto più appartato.
«Ehi, Harry» lo chiamò dolcemente prendendogli il volto tra le mani «Guardami, amore». Il moro alzò lo sguardo verso di lui e lo guardò negli occhi, Draco quasi sentì le gambe molli davanti a quello sguardo «Cosa… cosa ti succede?»
«Niente, davvero» disse tra le lacrime «Sono felice, davvero, Draco… è… è strano, non mi sono mai sentito così…»
«Te lo meriti» disse piano accarezzandogli le gote «Te lo meriti, Harry, tu più di tutti, tu hai conosciuto una vita infelice. È giusto che l’universo o il destino ti diano ciò che meriti» si avvicinò a lui e lo guardò negli occhi «Hai capito?»
«Ti amo» rispose Harry sorridendo «Voglio essere felice con te, Draco, posso essere felice con te?»
«Sembri un bambino quando fai così» fece il biondo, sentendosi emozionato anche lui, poi lo strinse forte in un abbraccio amorevole «Ma certo che puoi» sussurrò al suo orecchio «Siamo sposati adesso».
«Lo siamo davvero… wow» sussurrò guardando la mano su cui aveva la fede nuziale, gli sembrava di aver vissuto un sogno fino a quel momento e poi si era risvegliato tra le braccia di Draco ed aveva scoperto che era tutto reale. L’emozione lo aveva colpito così forte che era scoppiato in lacrime tra le sue braccia come un bambino. Forse dipendeva dal fatto di non essere mai stato felice da bambino, ma era così felice che non sapeva in quale altro modo esprimerlo.
«Ehi, vieni con me» sussurrò dolcemente Draco al suo orecchio, prendendogli la mano, la stessa che poco prima Harry stava fissando «Voglio mostrarti una cosa».
Harry annuì, in quel momento avrebbe seguito suo marito ovunque, non gli importava né dei rischi né di altro. Draco gli strinse la mano e gli diede un bacio sulle nocche del pugno chiuso, prima di trascinarlo gentilmente con sé verso il settimo piano. Harry si guardò intorno confuso, quell’area l’avevano chiusa, lo ricordava. Non era stato possibile riparare la Stanza delle Necessità, dopo l’Ardemonio, perché Draco lo stava portando lì?
«C’è una cosa che non ti ho mai detto» disse il biondo, mentre lo portava con sé «La Stanza è stata distrutta, sì» fece, guardando con un po’ di dolore verso il punto in cui si poteva vedere il muro bruciato, lì dove c’era stata la famosa stanza «Ma non tutto è stato distrutto. Insomma, qualcosa è rimasto e, insieme alla McGranitt, lo abbiamo conservato in un’altra stanza, una specie di ripostiglio» spiegò, portandolo verso una porta che, adesso che ci pensava, Harry non aveva mai visto. Draco la aprì e lo portò dentro, sembrava molto la stanza delle cose nascoste, ma si poteva vedere quanto fosse diversa da quella originale, ne era solo una copia ben fatta.
«Ecco» fece Draco piazzandosi davanti a un'enorme parete coperta «Ricordi quando lo abbiamo visto la prima volta?» domandò, mentre scopriva con un gesto rapido l’enorme Specchio delle Emarb. Harry sussultò, era convinto che fosse andato distrutto nell’incendio, invece era lì davanti a lui e non capiva perché Draco lo avesse portato lì quel giorno.
«Sei senza parole?» chiese il biondo divertito e imbarazzato «Sai, Potter, è strano. Ricordo che mi hai detto, che l’uomo più felice del mondo avrebbe visto solo se stesso».
«Draco…» Harry lo guardò, non capiva le sue parole, così si limitò ad osservare suo marito mettersi dietro di lui e guidarlo lentamente nella posizione esatta davanti allo specchio.
«Vedi, ho un problema, Potter» disse «Per me questo è come uno specchio qualunque», la sua voce era dolce come il miele in quel momento, Harry credeva di potersi sciogliere come neve al sole, solo ascoltando quel suono. Guardò davanti a sé e l’immagine che gli rimandava lo specchio era esattamente lui stretto tra le braccia di Draco che teneva la testa appoggiata sulla sua spalla e sorrideva. Il suo cuore mancò di un battito, non era un desiderio, era la realtà, non era un sogno irraggiungibile. Draco era davvero dietro di lui, lo stava davvero stringendo, aveva davvero la testa sulla sua spalla. «Perché vedo me e te. Esattamente così, adesso. Non… so di non essere una persona romantica o di non dimostrare mai esattamente ciò che provo» disse piano il biondo al suo orecchio facendolo tremare «Ma sono certo di una cosa. Questo specchio non ha mentito la prima volta, desideravo così tanto stare con te che vedevo solo quello. Non sai quanto ci sia stato male, all’epoca. Credevo di non meritarti, credevo che non potessi amarmi. E non mente adesso, perché sono dannatamente felice oggi, qui con te, Harry, che per me questo è solo un semplice specchio» Draco lo fece voltare lentamente verso di lui e lo guardò negli occhi «E ti amo come non ho mai amato nessuno nella mia vita».
Harry non riuscì a rispondere, si sentiva sopraffatto dall’amore, dalla felicità, così gli gettò le braccia al collo, e, alzandosi sulle punte, lo baciò cercando di trasmettergli tutto l’amore che provava per lui.
«Ti amo così tanto, Draco» sussurrò «Voglio andare via, voglio andare a casa e festeggiare solo io e te, Draco, possiamo?» chiese speranzoso, allontanandosi dal suo volto e lo guardò negli occhi «Possiamo?» ripeté.
«Sì, possiamo, adesso ce ne andiamo» promise dandogli un bacio a stampo «Aspettami qui, torno subito» disse velocemente. Harry annuì e Draco corse verso la Sala Grande, intercettò lo sguardo di Hermione che gli sorrise e annuì. Lei fece un gesto a Pansy ed entrambe lo raggiunsero.
«Non c’è bisogno che tu dica altro» affermò lei «Abbiamo preparato una scopa speciale per voi due. Evocala e andate via».
«Aveva ragione Hermione! Siete così prevedibili!» esclamò Pansy.
Draco le abbracciò entrambe ringraziandole per tutto quello che avevano fatto per loro due e le salutò «E congratulazioni, Hermione! Finalmente Lenticchia ci è riuscito a farti la proposta!» esclamò.
«Vattene subito, Furetto e rendi felice il mio migliore amico!»
«Promesso» affermò, baciò di nuovo le guance ad entrambe e corse fuori dalla sala, per raggiungere Harry, mentre le ragazze rientravano nella sala e annunciavano a tutti di seguirle fuori per assistere a uno spettacolo fuori da ogni genere. Nel frattempo, Draco, tornato dal marito, agitò la bacchetta e richiamò la scopa con un Accio, come aveva anticipato Hermione, la scopa arrivò tra le sue dita in pochi secondi.
«Ma che diavolo…?»
«Ce ne andiamo a casa! Scappiamo. Andiamo via da qui» disse sorridendo «Festeggiamo a modo nostro».
«Santo cielo, quanto ti amo» fece tirando un sospiro di sollievo. Entrambi raggiunsero una finestra e Harry la aprì con un Alohomora e a turno salirono a cavallo della scopa.
«Reggiti!» esclamò Draco; il moro non se lo fece ripetere due volte e strinse le braccia attorno ai suoi fianchi e si aggrappò con forza a lui. Draco si siede un leggero slanciò e volò via con Harry, liberando una risata felice, sentendo le braccia del moro attorno i suoi fianchi.
E mentre loro volavano via, ridendo complici e felici di essere liberi, dal cortile tutti gli invitati osservavano la scena, Hermione e Pansy pronunciarono un incantesimo e dalla coda della scopa esplose una scia di colori che recitava: Just Married. Quando Harry e Draco avrebbero visto quella foto su tutti i giornali del mondo magico, avrebbero tentato di uccidere le proprie migliori amiche, ma decisamente importava poco e niente in quel momento, perché erano insieme e stavano volando via, verso il loro futuro e non avevano più paura di esso, perché sapevano che qualunque cosa fosse accaduta, qualunque problema avessero avuto, l’avrebbero affrontato sostenendosi l’un l’altro, come avevano fatto fino a quel momento, insieme.
 




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Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.

Hola people! Eccoci con il 19esimo capitolo. Non so spiegarvi bene come mi sento, in questo momento. So che la settimana prossima pubblicherò l’epilogo e già mi sento triste per i miei bambini. Si sono sposati, alla fine li ho fatti sposare, in un capitolo colmo di lacrime, ricordi, pippe mentali, gioie e scope incantate. Non ho idea di come funzionino i matrimoni nel mondo magico, quindi ho supposto che potesse andare così, spero che non disturbi nessuno questa scelta!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che vi abbia emozionato, come ha emozionato me scriverlo.
Vi saluterò per bene settimana prossima, ma sappiate che voi che avete seguito la storia, mi avete dato un supporto che non potete neanche immaginare. Vi ringrazio dal profondo del cuore.
Ringrazio Eevaa e lilyy, che hanno recensito lo scorso capitolo, ringrazio chiunque abbia speso un click per leggerla. Ringrazio chiunque l’abbia aggiunta alle preferite/seguite/ricordate.
Ma non saluteremo per sempre questa storia, ho ancora l’epilogo da pubblicare, può accadere di tutto. Ma davvero di tutto. *musichetta di tensione* (no, nessun personaggio verrà maltrattato/ucciso nell’epilogo, non sono così cattiva, anche se ci sono andata vicino… vicinissimo *fischietta*)
Anyway, vi do per l’ultima volta appuntamento alla prossima settimana, ci si becca con l’epilogo, my dears.
See you soon!
 
Fatto il misfatto.

   
 
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