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Autore: HermaMora    15/01/2020    2 recensioni
Davanti all'aberrazione giaceva un bimbetto in lacrime, con due orecchie a punta e degli strani occhi che cambiavano colore, strabici e bizzarri.
Il Beholder ci pensò sù. Carbonizzare il frugoletto o crescerlo come avrebbe voluto essere cresciuto lui? Aveva già carbonizzato qualcuno quel giorno, quindi procedette per esclusione. Dopotutto nella sua lunga vita non era mai stata mamma.
Il giorno seguente ebbe la premura di sognare anche dei manuali di pedagogia, ma, come Yakasha ammise a Berthold anni dopo, non ebbe mai la voglia di leggerli tutti.
Genere: Comico, Demenziale, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Mamma, perchè hai ucciso Karl? Mi hai sempre detto che gioco di mano è gioco di villano"


"Ma ti ho anche detto di guadare e non toccare"


Care memorie,

sto scrivendo sotto l'ogre pietrificato perchè se mia madre vede questo diario (Lei vede le cose abbastanza facilmente) mi ammazza.

Quest'oggi vorrei parlarvi di uno dei più grandi difetti di mia madre: La resistenza alla buona e giusta morte.

Circa duemilaquattrocentoventisette anni fa, un caldo pomeriggio primaverile, quella gran vacca donna di mia madre stava fluttuando tranquillamente sulle pendici della montagna di Otor, pensando alla sue cose: conquiste, omicidi, rossetto...

Presa com'era dai suoi affari, mamma non si accorse della nostra nuova vicina, insediatasi sul picco della montagna la sera precedente: una dragonessa bianca, vecchia di qualche millennio.

Vedete, i draghi bianchi sono potenti, grandi, ma sopratutto stupidi. Stupidi come il più grande idiota che vi sia mai capitato a tiro. Stupidi come Gastòn della Bella e la Bestia, ecco.

Invece di saltare addosso alla maledetta bastarda a mia madre e sgozzarla, la stupidella iniziò a prendere in giro Yakasha dal suo nido, credendosi al sicuro, per il suo rossetto portato male, per gli anelli che le strizzavano gli occhi e gli orecchini borchiati che la facevano sembrare la versione zannuta e bulbosa di Marilyn Manson

Se posso essere sincero concordo con ogni parola della lucertolona volante: mia madre sembra sempre sul punto di uscire per una sfilata a tema “Bigiotteria brutta”, ma c'è un motivo se io non la critico, oltre alla paura mescolata alla consapevolezza che criticarla sarebbe la mia ultima azione in generale: i suoi tremendi gioielli sono tutti oggetti magici.

Normalmente un drago antico dovrebbe uccidere un Beholder con la facilità con cui mia madre rende la mia vita un inferno. Estrema facilità.

Ma questo non vale per Yakasha.

L'enorme trono in sala grande a forma di cranio dragonico ne è testimone.

Mia madre chiama il teschio Sissy. Penso che ci sia affezionata.

A quanto pare a mia madre è bastato fingere di andarsene impassibile, diventare invisibile, bucare le ali della vicina con un raggio disintegratore e spingerla giù per la montagna.

Badate, la storia del drago è solo la prima di una lunghiiiiiiii...iiiiiiiiiiissima serie di aneddoti che vedono mia madre come vittima di morte violenta e meritata infausta e terribile, ma che si risolvono con un colpo di fortuna, un salvataggio all'ultimo o con solita vecchia superiorità del Beholder su ogni potenziale minaccia, come in questo caso.

 

Penso che domani ti parlerò di come un gruppo di eroi abbia provato a salvarmi, e di come, di conseguenza, io abbia ottenuto un nuovo paio di stivali in pelle.

 

Alla prossima!

 

   
 
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