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Autore: HermaMora    14/01/2020    3 recensioni
Davanti all'aberrazione giaceva un bimbetto in lacrime, con due orecchie a punta e degli strani occhi che cambiavano colore, strabici e bizzarri.
Il Beholder ci pensò sù. Carbonizzare il frugoletto o crescerlo come avrebbe voluto essere cresciuto lui? Aveva già carbonizzato qualcuno quel giorno, quindi procedette per esclusione. Dopotutto nella sua lunga vita non era mai stata mamma.
Il giorno seguente ebbe la premura di sognare anche dei manuali di pedagogia, ma, come Yakasha ammise a Berthold anni dopo, non ebbe mai la voglia di leggerli tutti.
Genere: Comico, Demenziale, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Mamma, posso giocare con lo schiavo?”

 

Non si gioca con il cibo, Berthold”

 

 

Ehm, ehm, ehm, salve a tutti. Il mio nome è Berthold, sono un ragazzo di costituzione fragile, con grossi problemi di stabilità mentale, qualche diottria in più e una madre che mi terrorizza.

Mentre scrivo questa storia lei sta chiaramente torturando qualcuno a furia di amputazioni e raggi della morte. Provo quasi invidia per quelle povere anime: almeno loro presto se andranno di qui.

Scrivo le memorie di quella matta di mia madre perchè qualcuno, quando sarò troppo morto per raccontare questa storia, possa denunciarla al tribunale dei minori per... tutto, direi.

Non ho molto tempo e non è di me che voglio scrivere. Prima di parlare di eventi recenti, occorre fare un piccolo flashback.

 

3665 anni prima dell'anno corrente.


Un Beholder autonominatosi "Lo Xanathar", a capo di un piccolo dominio criminale sotto una catena montuosa di confine tra il feudo di una città nota in futuro come "Ankh Morpork"  e l'Impero Nero Gnomico ebbe la grandiosa idea di farsi un sonnellino pomeridiano.

Ebbe incubi per tutta la pennichella, ultimo quello di essere divorato da un enorme Beholder zannuto, con tanto di rossetto. Una scena agghiacciante, in vero.
Quello che Xanathar aveva dimenticato, e che mi avrebbe cambiato per sempre la vita in peggio, è che i Beholder materializzano tutto ciò che sognano nel Piano Materiale.
Aperti gli occhi "Lo Xanathar" fece appena in tempo a proferire le parole "Yahahhh! Che cazz.." che due fila di denti affilati, sporchi di rossetto dosato male, si chiudessero su di lui. Per sempre.

Al Beholder con troppo rossetto piacquero le ultime parole dello sfortunato e decise di chiamarsi Yakasha: Ya come "Yahahhh!" “Ka” come "Che cazz" e “sha” come il sibilo dei suo denti mentre affondavano nella carne del malcapitato ex signore del crimine.

Piuttosto romantico, non credete?

La vita di Yakasha non fu facile all'inizio.

Un Beholder Beholdicida con dei modi e un aspetto assolutamente troppo melensi non è visto esattamente bene dalla società criminale. Alcuni la presero in giro, altri tentarono di vendicare la morte dell'antico padrone, i più saggi si fecero andare bene il trucco e cominciarono a servire quest'essere come se lo facessero da una vita. Furono gli unici a sopravvivere.

Venne definita, dai filosofi Mind Flayer che si aggiravano tra quelle antiche gallerie, come la Grande Epurazione Rossa.

"Grande" perchè morirono creature di taglia mini fino all'extra large, "epurazione" perchè morirono male e "Rossa" perchè Yakasha portava il rossetto.
E per il sangue, ovviamente.

I filosofi Mind Flayer non spiccano per originalità, poniamola così.
Una sfortunata serie di drow, coboldi, orchi e vampiri fini per assolvere al delicato compito di soprammobile (Raggio della Pietrificazione).
In questo momento sto scrivendo sulla schiena di un ogre, mentre siedo du un goblin, vedete voi. 

Il Beholder ormai noto come Yakasha riuscì a ottenere il controllo di una rete sotterranea sotto diverse montagne. Faceva da garante per spostamenti clandestini, scambi di informazioni, schiavi, droghe e armi fra i due stati confinanti.
In poco tempo accumulò molti tesori, asservi numerose creature e decise di crescere un figlio come  un topo di laboratorio con tutto l'amore del suo piccolo, raggrinzito e nero cuore di pietra.

Una specie di Padrino con il rossetto o una Madrina con il rossetto, da non confondere con quella di Cenerentola, perchè se c'è qualcosa che Yakasha proprio non sopporta, sono le fate, ma questa è un'altra storia...

 

   
 
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