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Autore: Blue_Wander    15/01/2020    2 recensioni
"XANA aveva scoperto dalla rete che c'era solo una cosa in grado di distruggere per sempre il bene: l'amore del male. E quale migliore simbolo d'amore se non un figlio? Il problema era che lui non sapeva amare, non poteva nemmeno provare sentimenti. Questo gli ha sempre impedito di vincere[...]. Però, per ANAX, il tempo era passato e questo andava contro ogni regola del mondo virtuale."
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un paio di scarpe con il tacco argentate che fasciavano i piedi ricoperti dalle collant scure abbinate ad un tubino nero anni cinquanta, uscirono, più vistose che mai, da un'auto sportiva dai vetri oscurati, mentre la proprietaria si scioglieva i capelli rossicci, passando all'interno una mano, tastandone la morbidezza e il volume.
L'intero collegio si era riunito in giardino, dove una signora, in piedi tra due giovani guardie del corpo, stava sorridendo agli studenti che, uno ad uno, le chiedevano autografi.
Lukas uscì dalla sua auto, seguito da Emy che non fu vista data la confusione generale che regnava nel giardino del Kadic. -Ma che gli prende a tutti quanti?- chiese la giovane, non riuscendo a vedere oltre il muro di persone accalcate.
-Non mi importa molto.- tagliò corto l'uomo, prendendole la mano, trascinandola nel suo ufficio, chiudendosi la porta alle spalle, senza però notare che la causa di tanta folla li stava osservando da lontano.
Con un gesto veloce, la donna, tirò indietro i capelli, chiamando per nome i due giovani al suo fianco, chiedendo loro di poter gestire la situazione mentre lei sbrigava delle faccende importantissime che non poteva non risolvere. Poco prima si era recata dal preside Delmas, il quale, le aveva rivelato il numero della stanza in cui alloggiava Jeremy Belpois, lo studente migliore dell'intero Kadic, così da permetterle di infiltrarsi nei dormitori degli studenti, raggiungendo il piano maschile e bussando alla porta contrassegnata.
La voce dall'altro lato ci mise un po' a rispondere. -Chi è?
-Oh, dear! Sono io, la mamma!- esclamò, sorridendo e congiungendo entrambe le mani sotto al mento.
Teo aprì la porta con gli occhi sbarrati, che diavolo ci faceva sua madre al Kadic? Soprattutto, come faceva a sapere che era proprio quella la sua stanza?
-Finally!- continuò, usando nuovamente l'inglese, come se si fosse dimenticata che, con lui, non aveva bisogno di usarlo. -Come stai?- chiese abbracciandolo, portandogli la testa al proprio petto.
Il figlio non rispose, al contrario, nella sua mente cercava una sola ragione per non porre alcuna domanda. Perché effettivamente ne aveva fin troppe. Innanzitutto perché prima di arrivare lì non lo aveva informato? Che fosse successo qualcosa? No, altrimenti non avrebbe avuto quel viso sorridente. Forse cominciava a capire...
-Capisco che tu sia confuso, non è normale che io sia qui.- sorrise, lasciandolo andare ed entrando dentro, incontrando lo sguardo basito di Jeremy che, di quel piccolo monologo, era riuscito a capire solo le parti in inglese. -Uh, non mi ero accorta che ci fossi anche tu. Devi essere il migliore amico di mio figlio, non è vero?- il ragazzo annuì, notando che il francese della donna era mal pronunciato ma molto corretto grammaticalmente. Lei gli strinse le mani tra lei sue, morbidissime e curate, come ci si aspetterebbe da un'attrice del suo calibro. -Grazie.- mormorò
-Mamma, che cosa vuoi? Perché sei qui?- chiese il castano, sistemandosi meglio le lenti sul naso, alzando gli occhi al cielo.
-Non è questo il modo per salutare tua madre che non vedi da quattro mesi!
Teo ripeté il gesto. -Quindi? Perché sei qui?- rimarcò.
La donna dai lunghi capelli rossi aprì la bocca per parlare, ma venne interrotta. Qualcuno bussava alla porta, visibilmente irritato, fino al punto che, non ricevendo risposta, la aprì da solo, trovandoci dentro i due ragazzi e la ragione dell'ammasso di persone di poco prima.
-Emy?- chiesero in coro i due, guardandola con la mano intrecciata a quella di Lukas. Ma lo sguardo della giovane era fisso su Candy, la quale la osservava sorridendole in maniera gentile.
-Sapevo che la calca di prima era dovuta a te, zia.

-E così avete scoperto tutto.- sospirò Candy, portandosi due dita nel mezzo della fronte, guardando in faccia Lukas e tutti i Lyoko Warriors, chiamati nella stanza di Teo da Jeremy. -Avevo detto a Spirit che non era una buona idea mandarvi qui, ma lui non ha voluto sentire ragioni. Qui i ragazzi diventano scaltri e ficcano il naso in questioni che non li riguardano. Inoltre, sono aiutati dai loro insegnanti, che razza di reputazione!
-Mamma, smettila di recitare e spiega. Abbiamo bisogno di risposte alle nostre domande.- ribatté Teo, leggermente deluso.
-Beh, ponetemele.-rispose semplicemente la donna, continuando a sorridere.
Il figlio fu in procinto di risponderle, quando Odd fece la sua domanda. -Perché ti hanno marchiata?
-Odd!- lo riprese Yumi. -Porta rispetto a chi è più grande di te! E poi che razza di domanda è? Lo sappiamo già.
-Invece è una domanda interessante.- rispose la signora dai capelli rossi. -Come avete detto sono stata marchiata perché non avrei dovuto continuare a vivere, ma ero a conoscenza dell'esistenza di ANAX e del suo ritorno al passato, esattamente come lo ero di Lyoko. Nessuno di voi si è chiesto perché volessero marchiarci prima che questo viaggio nel tempo accadesse?- non ottenne risposta, anzi, vide i visi sconvolti di tutti pendere dalle sue labbra. Straordinariamente, per Lukas valeva la stessa cosa: anche lui non ne era a conoscenza. -Il denaro muove il mondo, miei cari. E l'associazione di Alban Werner commercializzava, oltre a droghe, bambini. Chiunque avesse problemi economici veniva preso sotto l'ala protettiva di Alban. Ma in cambio dovevano vendere i propri figli, obbligandoli, in futuro, a continuare a lavorare per loro, in un circolo che non avrebbe mai trovato sconfitta. Oh e chiaramente, dietro alla scusa del marchio e della tinta c'era qualcosa di molto più grosso e pericoloso: chi veniva preso andava a delle altre aziende che producevano prodotti tossici o altre droghe.- fece una piccola pausa, leggendo l'orrore negli occhi dei presenti. -Quindi, permettetemi di correggermi: chi sopravviveva, in futuro, avrebbe fatto parte dell'organizzazione.
-Ma perché?- chiese Aelita, inorridita.
-Perché Alban odiava i bambini.- si intromise Lukas. -E fu sempre ossessionato dal fatto che mio padre non fosse davvero suo figlio. E se lui non aveva una vera prole, perché gli altri dovevano averla?
Candy gli rivolse una risata genuina ma fuori luogo. -Sei bravo a spiegare le cose, lo sai? Qual è la seconda domanda? Spero sia interessante come questa. Accidenti, mi sembra di recitare un ruolo per un poliziesco.- si posò l'indice sulle labbra piene. -Effettivamente non ci ho mai recitato, devo chiamare il mio agente più tardi e dirgli di rimediare assolutamente.
Ulrich si toccò il mento. -Prima lei ha detto che siamo aiutati dai nostri insegnanti, ma non si stava riferendo al professor Werner, vero?
-Tu devi essere Ulrich Stern, non è così?- chiese la donna, ricevendo un accenno del capo come risposta. -Devo ammettere che si molto sveglio.- completò, finendo la frase. -Effettivamente, mi riferivo a Suzanne Hertz, la vostra insegnante.- con un veloce gesto della mano Teo le indicò di andare avanti. -Pensavate davvero di aver fatto tutto da soli? Siete intelligenti, ma non fate parte del NCIS. Lei, miei cari ragazzi, è stata una dei bambini marchiati: ora capite perché ha scelto di dedicare la sua esistenza alla chimica? Lo ha fatto per trovare un modo per far finire quelle tragedie senza senso, riportando ogni singolo bimbo ai propri genitori.
-E ci è riuscita?- chiese Emy.
-All'inizio. Poi scoprì che il padre di Ethan aveva cominciato a marchiare persone per altri scopi. Egli pensava che la magia fosse una cosa comune, invocabile da tutti. Sciocco insolente: la magia non ha un padrone e decide da sola da chi andare.- fece una pausa, chiedendo a Lukas una sigaretta, sentendosi rispondere che aveva smesso di fumare. Assorto nei suoi pensieri, Odd, tirò fuori un pacchetto chiuso dalla tasca dei pantaloni viola, porgendolo alla signora, giustificandosi dicendo che Samantha gli aveva chiesto di comprarlo per lei. Candy ne prese una e la accese, mentre Jeremy apriva la finestra. -Comunque lui continuò a provare, ma non per forza su bambini: cercava me e chi mi assomigliava. Voleva eliminarmi, insieme a chiunque gli ricordasse la sottoscritta. Dopo avermi marchiata ci provò anche, ma fallì.- fece uscire il fumo dalla bocca e riprese. -Qui, miei cari, entra in gioco ANAX, colei che mi raccontò la mia vera storia.- aspirò e riprese parola. -Ditemi in che cimitero l'avete seppellita. Prima di tornare vorrei farle visita.
Lukas guardò Emy. -Come lo sai?
-Il marchio ha brillato e il legame che avevo con Lyoko si è spezzato definitivamente.
-Perché vuoi andare?- chiese Teo. -Lei ci ha creato un sacco di problemi e...
Candy lo interruppe. -Ah sì? E quali, se posso chiedere.- Teo non rispose. -Appunto.- lo zittì. -Ragazzi, non sto dicendo che avete sbagliato. ANAX non viveva davvero, in realtà il suo corpo era già morto anni fa. Lyoko la teneva in vita e lei stava cercando un modo per sbarazzarsi di quel posto una volta per tutte. Voleva rivedere il mondo, non essere più sola e anche se cresceva, rimaneva una bimba di quattro anni che desiderava solo una cosa dalla vita: l'amore. Lo stesso sentimento che i genitori non furono mai capaci di darle.- fece l'ennesimo tiro, quasi finendo la sigaretta. -Gli adulti non sono egoisti, sono solo stati delusi così tante volte nella vita che hanno semplicemente dimenticato cosa vuol dire ricevere affetto e, di conseguenza, non sanno come darlo.
-Quindi, ora possiamo spegnere Lyoko, giusto?- chiese Yumi, anche se la domanda non era rivolta a Candy.
Jeremy piegò la testa di lato, non sapendo bene cosa dire. -Vorrei dirti di si, ma la verità e che non sappiamo cosa succederà a Teo. Dopo quello che ANAX vi ha detto e dopo la sua morte, abbiamo avuto sempre di più la conferma che Teo ed Emy non dovrebbero davvero esistere e ci sarebbe la possibilità che...- non andò avanti, guardando Aelita che abbassò lo sguardo. Yumi lo costrinse a continuare. -...che tutto ritorni come prima.
-Scusatemi, credo di essermi perso.- annunciò Odd. -Qualcuno potrebbe rispiegarlo?
La donna si toccò i capelli, un po' nervosa, spegnendo la sigaretta su un posacenere improvvisato. -In pratica hanno paura che, da quando ANAX è uscita da Lyoko, chi non dovrebbe esistere possa morire, una volta spento il supercomputer. E, ragazzi miei, questa è una domanda a cui io non posso rispondere. Non è da escludere che, ora che ANAX è scomparsa, sia solo Lyoko a tenerci in vita, ma onestamente non posso dirlo con certezza.
-Quindi è un modo carino per dirci che ANAX non era cattiva? Che lei non era il nostro nemico?- chiese Jeremy, scattando in piedi e chiudendo la finestra per il troppo freddo.
-Non è esatto.- rispose, notando lo sguardo imbambolato del biondo. -Mi spiego meglio: io non l'ho mai considerata un nemico, anzi, per me è sempre stata la sorellina di un anno che era arrivata a casa di Hopper quando anche io ero da lui, ma, per esempio, Spirit non ha mai pensato nulla a riguardo. E, pensate, il padre di Ethan la odiava a tal punto da considerarla la causa del suo male.
-E questo lo chiama spiegarsi meglio?- ribatté Ulrich, ma Jeremy lo zittì con un'occhiataccia.
-Quello che voglio dire è che il male, il bene e l'indifferenza sono soggettivi e vanno in base alle nostre esperienze e alla nostra storia. Qui, in questa stanza, quanti pensano che Alban Werner sia cattivo?- tutti i presenti, inclusa Candy stessa, alzarono un braccio. -E quanti pensano che Ethan Werner lo sia?- nessuno alzò la mano, nemmeno Jeremy. -Ve lo dico io chi: Lukas Werner, il padre. Eppure, Ethan, rispondi alla mia domanda: tu ami tuo padre?- qualche attimo dopo il ragazzo annuì con la testa. -Ed io invece lo odio. Vedete, è tutta questione di punti di vista.- rispose, sghignazzando appena.

Quando Candy se ne andò, diede ai ragazzi un piccolo fogliettino ripiegato tante volte su se stesso, scritto al momento. All'interno aveva appuntato la via e il nome del hotel in cui avrebbe soggiornato per quella notte.
Ulrich e Yumi erano usciti insieme dalla stanza appena dopo la donna, insieme a Jeremy. Egli aveva deciso di accompagnare Aelita a prendere una boccata d'aria, lasciando così Teo, Emy, Lukas e Odd. I ragazzi si guardarono in faccia, fin quando Emy non si gettò sul letto del cugino, rimasto in piedi. Anche il professore si sedette, occupando la sedia girevole di Jeremy, mentre Odd si accomodò a fianco alla mora.
-Quindi Suzanne è dalla nostra parte.- cominciò l'uomo. -È una buona cosa.
Teo sbuffò. -In realtà era lei a passarmi tutte le informazioni su mia madre, non ero io ad essere bravo. Avrei dovuto notarlo...
Emy zittì Odd che stava per rispondere, prendendo parola. -Forse è così, ma sei tu ad aver messo insieme tutti i pezzi. La professoressa si è solo limitata a passarti informazioni, non te le ha spiegate.- tagliò corto, lasciando Teo pensieroso e leggermente triste. -In ogni caso, abbiamo cose più importanti a cui pensare.
Lukas le riservò un'occhiata confusa, ma il biondo capì all'istante, continuando la frase della giovane che gli aveva impedito di parlare in precedenza. -Ad esempio, come facciamo a mettere fuori gioco gli Intagliatori?
-A quello ho già pensato io.- rispose il professore, senza nemmeno pensarci troppo. -Ho reso fuori uso gli ultimi scagnozzi in libertà, quelli che quando l'organizzazione è stata arrestata erano fin troppo giovani e che ora cercavano di portare avanti gli scopi di mio padre, insomma.
Non ci fu bisogno di fare domande, avevano tutti inteso molto bene le parole dell'uomo. Anche se effettivamente era stata ANAX a dargli l'ordine, lui non aveva fatto molte domande e, comunque, non gli dispiaceva più di tanto. La sorellina gli aveva permesso, in qualche modo, di rimediare agli errori dei genitori e, soprattutto, una ragione per farlo senza battere ciglio. E quella si trovava proprio davanti ai suoi occhi.
-Quindi se gli intagliatori non sono un problema, perché gli indizi hanno sempre portato a loro?- chiese Teo, interrogando se stesso più che gli altri.
-Forse lo erano, prima di venire eliminati.- propose Odd
Lukas scosse la testa. -Da quando l'azienda di mio padre è fallita, tutti loro non hanno avuto mai nemmeno più una vera vita. Uccidevano a loro volta chi era stato marchiato solo per cancellare le prove del loro passato peccaminoso. Erano spettri, spettri che vagavano nell'oscurità di un inferno che si trovava solo nella loro testa.
Emy lo bloccò con una mano, aggrottando le sopracciglia. -Hai detto spettri?- l'uomo annuì e la ragazza si sbatté la mano sulla fronte. -Ma certo, avremmo dovuto pensarci prima!
-Beh, potresti far arrivare anche noi alle tue stesse conclusioni?- chiese Teo, sbuffando.
-ANAX, lei era già morta, quindi in realtà non è mai esistita davvero.- esclamò, mentre il castano si accigliava.
-E con ciò? Grazie per essere arrivata ad un qualcosa che già sapevamo.
Emy sgranò gli occhi. -Come fai a non aver capito?- gesticolò. -ANAX è sempre stata uno spettro.- scandì l'ultima parola come se il suo intero discorso dipendesse da quella. -Lukas, hai detto che ANAX non aveva un vero aspetto, giusto?
Il professore annuì. -Non dopo che XANA l'aveva ridotta ad un cumulo di dati corrotti.
-Ti ha mentito.- rispose di getto la mora, prendendogli la mano. -Jeremy ci ha detto che il super-computer legge nel nostro inconscio e sa quello che vorremmo essere davvero. Ma lei, su Lyoko, ci è nata. Per questo il programma non ha potuto ridonarle il suo vero aspetto quando è entrata per ritornare a vivere: una volta morto, il tuo cervello non funziona e, di conseguenza, nemmeno l'inconscio. Credo che lei si fosse creata una specie di universo parallelo per non accettare di essere morta, mente nel profondo del suo cuore sapeva la verità.- Emy guardò Lukas negli occhi. -Dopotutto ti ha sempre detto che era bloccata su Lyoko, ma non ha mai avuto nessuno che potesse confermare le sue bugie.
-Aveva comunque quattro anni, è normale che menta, giusto?- concluse Odd
La ragazza annuì e si alzò in piedi. -È così ovvio, ANAX prendeva l'aspetto della nostra paura più nascosta. Perché se non poteva avere un vero aspetto per conto suo, avrebbe lasciato che fosse l'inconscio di qualcun altro a darglielo.
-E ANAX, in fondo, ci ha sempre spaventati, quindi l'abbiamo associata a quello che ci faceva più paura.- concluse Teo, finalmente intuendo il discorso della maggiore.
In realtà era davvero ovvio e non capì come non fosse stato in grado di scoprirlo prima. Certo, non che avesse tempo di pensarci effettivamente, ma riflettendoci sarebbe stato un buon modo per evitare di rovinarsi la giornata. Dopotutto egli aveva visto ANAX come la propria madre, visto che aveva sempre avuto paura del passato che ella nascondeva. La scusa di mandarli in collegio perché lei e Spirit volevano smettere di avere a che fare l'una con l'altro non reggeva più, bensì, aiutava il giovane a capire come i suoi genitori e quelli di Emy avessero mentito loro tanto spudoratamente da persino far cambiare le loro vite basandosi su questo.
Nella stanza, però, regnò il silenzio e Teo decise di non interromperlo con altre domande. Semplicemente rimase fermo nell'esatto punto precedente, guardando la giovane mora coccolata dalle braccia di Lukas, entrambi con un'aria pensierosa. Nel guardare quella scena non poté immaginare se stesso con Yumi, ormai la sua cotta dalla prima volta in cui l'aveva vista. La pelle color caramello, i capelli biondi, gli occhi color nocciola e...
Si rese conto troppo tardi che la ragazza a cui stava pensando non era affatto Yumi, ma Thalia. Teo fece un respiro profondo, abbastanza incerto e confuso su come comportarsi in quella situazione. A lui piaceva Yumi, la bellezza orientale che ammirava ogni giorno, la giovane di cui sentiva il profumo di fiori che contrastava assai con i vestiti scuri, la guerriera elegante e fiera che aveva imparato a conoscere. Era con lei che diventava geloso nel vederla con Ulrich, mentre Thalia l'aveva appena conosciuta e non sapeva nulla di lei se non il suo nome e quanto morbidi sembrassero i suoi capelli e di quanto avrebbe voluto incontrarla ancora. Scosse leggermente la testa. Per qualche motivo ancora a lui ignaro pensare a Yumi era meno doloroso.

Aelita si guardò attorno per la milionesima volta quel giorno, visto che era sempre stata emotivamente legata a Lyoko -nel bene e nel male- e a XANA e ad ANAX, le due entità che da sempre l’avevano abitato con lei. E poteva dire che quella stanza della fabbrica abbandonata era un po’ come una porta d’ingresso per una casa maledetta che l’aveva tenuta prigioniera per dieci anni, un tempo lungo e oscuro in cui era rimasta sola.
O almeno, era quello che credeva. Anax era sempre rimasta con lei, proteggendola dal suo stesso padre.
Il male attacca” ripensò la giovane rosea “E lei non ci ha mai attaccati, al contrario, noi l’abbiamo uccisa” ricapitolò nella sua testa, annuendo a una domanda di Jeremy a cui non prestò particolarmente ascolto. “Ma se il male attacca, il bene difende e lei non si è difesa. Perché?” si chiese, cercando di non far notare agli amici di essere stata sovrappensiero per troppo tempo. “Se lei era convinta di essere parte del bene perché non difendersi? Ci avrebbe stesi tutti con un solo schiocco delle dita, se lo avesse voluto”.
Jeremy ed Emy si scambiarono uno sguardo complice e il ragazzo inserì il codice per evocare la torre di controllo di Lyoko, ripensando a quando, uno dei primi giorni di scuola l’avevano già trovato accesso. Ora sapeva con certezza che era stato Lukas a farlo. -Quindi?- chiese -Che si fa?
Yumi strinse la mano delle due amiche. -Vuoi davvero farlo?- Jeremy si strinse nelle spalle. -Io credo che siano Emy e Teo a dover decidere. Alla fine sono loro che rischiano di sparire, insieme ai loro genitori, ovviamente.
-Spegnetelo- dichiarò Emy senza aspettare altro tempo. Yumi la guardò e la mora le riservò una occhiata gentile. -E’ la cosa migliore per tutti. Questo universo è bello, regna la pace e l’armonia, ma è fittizio. È stato modellato da qualcuno e se noi non dovremmo esistere allora, forse, è meglio così.- i suoi occhi si riempirono di lacrime e guardò verso Lukas che l’abbracciò, cominciando ad accarezzarle piano la testa.
-In realtà c'è un altro modo, almeno credo.- spiegò l'uomo dopo qualche attimo di silenzio. -Ma non credo sia una buona idea.- concluse subito, venendo però spronato ad andare avanti da tutti i presenti. -Beh, grazie ai miei poteri sarei l'unico a poter tornare nel vecchio mondo. Potrei portare Emy e Teo con me usando un incantesimo e loro potrebbero prendere il posto di Candy e Spirit, visto che dovrebbero essere morti.- finì, senza aspettare che qualcuno gli dicesse altro. -In ogni caso non voglio farlo. Quell'universo, nonostante sia quello reale, non è dominato dal bene. Il male ha vinto e gli Intagliatori hanno il controllo sulla popolazione europea. Non è sicuramente un posto adatto a te.- finì con un tono di voce più basso, riferendosi ad Emy che avvampò, ancora stretta a lui, con il viso schiacciato contro la camicia dell'uomo, in modo che nessuno potesse vederla.
Teo mise una mano sulla spalla di Jeremy, avvicinandosi al pannello di controllo. -Succeda quel che succeda, è più giusto così.- alzò la leva, portando i neon della torre a spegnersi, mentre un grigiore aleggiava la stanza. Il castano si allontanò leggermente, chiudendo gli occhi, sentendo una strana sensazione all'interno del suo corpo come se qualcuno lo stesse divorando partendo dal petto. Emy sentiva esattamente la stessa cosa e guardò Lukas con il viso pieno di lacrime, senza sbattere le palpebre, volendo ricordare ogni minimo dettaglio del suo volto prima di sparire. L'uomo cercava di asciugarle gli occhi e fermare i singhiozzi, dicendole che sarebbe andato tutto bene e che non l'avrebbe mai dimenticata.
Tutti i presenti cercarono di non guardare, oscurandosi la vista in qualsiasi modo, in attesa del giudizio di Lyoko.
E con loro grande sorpresa, non successe un bel niente.

-Mamma!- esclamò Teo, abbracciandola poco dopo aver corso verso di lei. La donna lo salutò in modo gentile, per poi staccarlo da se. -È successo qualcosa? Perché ci hai fatti venire qui?
-Dovrei essere io a chiederlo a voi: qualche ora fa mi trattavi come se non mi conoscessi e ora tutte queste smancerie.- sorrise, per poi baciare le guance del figlio in modo amorevole, mentre lui cercava di divincolarsi.
-Abbiamo spento Lyoko, ma non siamo spariti.- spiegò Emy, mentre Teo cercava di riprendersi. -Il ritorno al passato di ANAX era permanente: il vecchio mondo non esiste più.
Candy annuì. -Quando tornò indietro nel tempo fece in modo che il suo incantesimo fosse duraturo anche con Lyoko spento, almeno fino a quando lei era in vita; sempre se possiamo considerarla tale. Il problema era che anche ANAX stessa non aveva idea di cosa sarebbe successo se fosse stata distrutta.- i ragazzi la stavano a sentire, mentre Lukas annuiva, già al corrente della situazione. -Comunque se vi ho fatti correre qui un motivo c'è: perché pensate che io sia qui?
-Io ho provato a chiedertelo, ma...- Teo non riuscì a terminare la frase.
-O forse la domanda giusta è: perché voi siete qui?- finì, sorridendo, catturando l'attenzione di tutti, ammutoliti.
I Lyoko Warriors, insieme al loro insegnante di inglese, erano all'interno della camera lussuosa d'Hotel di Candy che li era andati a prendere nella hall dell'hotel per evitare guai con il personale. La stanza era spaziosa e con delle grosse finestre da cui entrava la fioca luce invernale di metà dicembre. Un gigantesco letto occupava gran parte della superficie e delle coperte bianche con inserti dorati se ne stavano appoggiate sopra, insieme ai cuscini e ad alcuni asciugamani. Lo sfarzo era più che evidente, ma per un'attrice di successo come Candy questa era la pura normalità.
-Ricordo che il primo giorno di scuola, Teo, mi disse che lo avevate mandato qui per non avere legami familiari con Spirit, visto che lui è suo zio.- disse Jeremy, interrompendo il silenzio dopo essersi guardato bene intorno.
-Già, questo è quello che mi ha sempre detto.- ribatté Teo, riferitosi alla madre.
-Ma la risposta è errata.- spiegò la donna. -Certo non potevo sicuramente dirti che una pericolosa organizzazione criminale era sulle vostre tracce e che nel Kadic c'era qualcuno pronto a proteggervi in ogni momento. Per Emy è stato Ethan, per Teo era la professoressa Hertz. Ammetto però che solo quest'ultima era al corrente della situazione: doveva un favore a Spirit e così ha saldato il suo debito proteggendo entrambi, prima che a Ethan cominciasse a piacere Emy davvero.- continuò, facendo leggermente arrossire il ragazzo e avvampare la minore. -Ah, ti avverto, non sarà facile spiegarlo a tuo padre. Non ama i ragazzi che girano intorno alla sua bambina.- si rivolse alla nipote, che si nascose dietro i palmi delle mani.
-Quindi gli Intagliatori ci cercavano?- chiese Teo, allarmato. -Come hanno fatto a scoprire la vostra copertura? Zio Spirit ha cambiato nome e anche tu lo hai fatto, quindi come?
-Avrai sicuramente notato che il mio marchio è diverso da quelli delle altre ragazze marchiate e vuoi sapere perché lo è?- ricevette un accenno come risposta. -Perché Lukas Werner era un idiota. Lui aveva inciso il segno della sua condanna sul braccio di Ethan, ma non aveva capito che fosse lo stesso di quello che suo padre imprimeva: sbagliò e per questo la maledizione su suo figlio non andò a segno.- chiese gentilmente all'uomo di alzare la manica della camicia, mentre lei faceva lo stesso. La cicatrice di lui era diversa dal tatuaggio di lei: mancava l'anello centrale dell'occhio. -Così, una volto accortosi, mantenne quello come suo marchio, cominciando a imprimerlo su persone adulte che mi somigliassero, in modo da scartarle. Una volta trovata, mi impresse il sigillo giusto, quello originale, così da facilitargli la ricerca in mezzo a tutte le altre “me” se in futuro gli sarebbe servito.
-Questo lo ha portato a noi, giusto?- chiese Emy, ricevendo un gesto positivo con il capo, mentre Lukas le stringeva la mano. -Ma ora gli intagliatori sono tutti morti, giusto? Il pericolo è scampato.
La donna dai lunghi capelli rossastri sorrise, avvicinandosi a lei. -Per questo sono venuta qui.- la giovane le riservò un'occhiata confusa. -Per riportarvi a casa.

 

  
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